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TERZA SESSIONE DI LAVORO LA RELAZIONE CON LE FAMIGLIE IN OTTICA INCLUSIVA. Stefano Zoletto

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Academic year: 2022

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

TERZA SESSIONE DI LAVORO

LA RELAZIONE CON LE FAMIGLIE IN OTTICA INCLUSIVA

Stefano Zoletto

CTS – Cosenza e Reggio Calabria 2018

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

SCUOLA/FAMIGLIA: DUE SISTEMI A CONFRONTO

1. NELL’INCONTRO SONO PRESENTI…

 Il passato dei due sistemi

 la storia

 Il futuro dei due sistemi

 obiettivi che ci si pone

 Permessi e divieti dei due sistemi

 le regole

 Compiti dei due sistemi

 chi fa che cosa

2. I DUE SISTEMI SONO APERTI ALL’ESTERNO, SUBISCONO LO STIMOLO DEGLI ALTRI SISTEMI.

3. SONO SISTEMI INSTABILI PER DEFINIZIONE (alla costante ricerca di equilibrio e – illusoria? – regolarità

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

IL GENITORE PORTA CON SÉ…

 Le proprie capacità genitoriali

 Il confronto con i propri modelli (anche viventi e che hanno cambiato ruolo: i nonni)

 Il confronto con gli altri genitori

 Il “giudizio” dell’istituzione

 E molto di più…

LA SCUOLA POTREBBE OFFRIRE

 Equilibrio (resistere al vortice)

 Pazienza

 Valorizzazione (connotazione positiva di quello che si sa fare)

 Indicazioni concrete di cosa fare (non CONSIGLI !) e come provare a farlo

 Non genericità (la potrebbero rivendere!)

 Astensione dal giudizio, ma…

IL COLLOQUIO PER…

 Informazioni su come muoversi/ a chi rivolgersi nel caso servisse…

 Considerazione delle richieste dei genitori PRIMA delle esigenze della scuola (= allearsi, l’ingaggio…)

 Fiducia nelle possibilità del genitore

 Punto medio NEL CONTESTO SCUOLA  sistema complesso

NEL COLLOQUIO L’INSEGNANTE METTE…

 Conoscenza del sistema

 Discrezione

 Un contratto chiaro con i genitori

 Responsabilità: la famiglia potrebbe trovarsi in una posizione debole  non è un rapporto alla pari (per es. linguaggio…)

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

NEL COLLOQUIO L’INSEGNANTE OFFRE…

4. Informazioni e indicazioni

 interessanti

 comprensibili

 accettabili

 concrete

 assimilabili alle informazioni precedenti

 realizzabili

NOTE METODOLOGICHE PERLA BUONA CONDUZIONE DEL COLLOQUIO

 Non entrare in escalation… = vinco/perdo

 Non subire, non adeguarsi = vinco/perdo

 Rompere il rapporto = vinco/perdo

 Non prenderla personalmente  non ce l’hanno con te, oppure sì? Perché?

 Cercare i motivi per confermare più che quelli che dis-confermano

 Partecipare del problema

 Avere presenti i ruoli diversi e non giocare su più piani

 Sapere che informazioni e/o richieste stiamo comunicando

 Averne un’idea concordata e più univoca possibile (evitare confusione!)

 Se facciamo domande, aspettarsi le risposte!

 Domande aperte

 Chiedere le opinioni di tutta la famiglia (“e lei cosa ne dice?” … dalle differenze otteniamo più informazioni)

 Evitare domande a raffica

 Dare la possibilità di dire “NO”

 Chiedere cosa pensano

 Chiedere cosa sentono di poter fare

 Ascoltare le risposte

 Non prescrivere il problema

 Prendere il temo che serve… SUBITO, ma anche DOPO… non temere il silenzio

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

LO STILE INTENZIONALE

Supera gli automatismi, può scegliere e riesce a generare alternative adattando il suo stile ai differenti stili delle persone, agisce cioè in modo:

 Professionale: efficace, che funziona

 Personalizzato: non standardizzato

 Educativo: finalizzato alla crescita della persona, alla valorizzazione e allo sviluppo dei suoi punti di forza, alla individuazione delle risorse costruttive

 Multiculturale: tiene conto delle identità culturali multiple che tutti possediamo (linguaggio, etnia, genere, status, età, esperienze, ecc.)

 Consapevole: la comprensione di sé, il contatto con se stessi, è essenziale

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

TRE CONCETTI CHIAVE DI CARL ROGERS DA AVERE PRESENTI…

Congruenza

Rimanda alla capacità dell’operatore di essere in contatto con il suo mondo interiore, la sua esperienza, il suo vissuto (il vero Sé) e di avere la capacità di comunicare quello che l’altro suscita se questa comunicazione è nell’interesse dell’altro senza anticipare l’altro. (microabilità: riformulazione e feed-back) Accettazione incondizionata

Capacità di accettare l’altro anche se porta valori e una visione del mondo profondamente diversi dai propri.

Non giudicare

Approvazione incondizionata DIVERSA dall’accettazione (che comprende stima e rispetto della persona)

Empatia

Capacità dell’insegnante di vedere il vissuto del genitore “come se…” fosse il genitore stesso.

Se viene meno il “come se…” c’è l’identificazione e viene persa la capacità di ascolto e la lettura delle emozioni dell’altro.

L’empatia include i concetti precedenti (accettazione e congruenza) ed è rivolta ai processi interni dell’individuo nel loro divenire.

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

DURANTE IL COLLOQUIO: 3V+1B

 VISUAL contatto visivo (oculare): guardo la persona (att! Cultura, gli argomenti per l’altro e per me, persone con disabilità)

 VOICE tono della voce: ritmo e toni della voce, legame con la sfera emotiva, dicono come mi sento nella relazione con l’altro.

 VERBAL aderenza verbale: sto con quello che l’altro dice, con la sua storia, non con la mia interpretazione di quella storia. Non cambio argomento o se lo cambio ne sono consapevole (obiettivo?). Attenzione all’attenzione selettiva. Attenzione al contenuto della comunicazione dell’altro.

 BODY linguaggio corporeo: dimostro attenzione e autenticità attraverso la postura del corpo

L’IMPORTANZA DEL SILENZIO E DELL’ATTESA

«Non dovremmo mai lasciarci trascinare dall’impazienza e dalla fretta, dalla smania e dalla leggerezza, ad aggredire il silenzio e a cercare di infrangerlo: senza intuirne e intenderne le ragioni e le motivazioni.

Costa fatica accogliere il silenzio, costa fatica attendere che il silenzio si attenui e poi magari si esaurisca …» (E. Borgna)

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

DIALOGARE O MONOLOGARE?

il supporto verbale e non verbale sono indispensabili affinchè la comunicazione tra noi e gli altri si connoti come ASCOLTO e DIALOGO.

La comunicazione con le famiglie è un elemento professionale.

Tre forme verbali NON DIRETTIVE  tecniche di ASCOLTO ATTIVO

1. RIFORMULAZIONE

Definizione

E’ una riformulazione dei contenuti del messaggio dell’altro fatto con parole proprie che ha l’obiettivo di facilitare l’esplorazione e il chiarimento del problema riformulando le parti essenziali del messaggio della persona.

E’ centrata sui contenuti.

Obiettivi

Per noi:

-verificare una corretta ricezione del messaggio ricevuto

trasmettere all’altro l’interesse a comprenderlo e a seguirlo nella sua esposizione Per l’altro: chiarire dal punto di vista cognitivo il messaggio (grazie al

rispecchiamento ha modo di osservarlo meglio)

Per organizzarsi…

Che cosa l’altro ha detto? Quali sono le parole chiave?

Come si possono tradurre i contenuti dell’altro con parole proprie?

Come si può impostare la risposta? (in genere si usa: se ho capito …., mi pare che…., a suo avviso…, Filippo, sembra che…, Maria, ciò che stai vivendo è…, mi sembra di capire che …, intendi dire che…, in altre parole …., stai dicendo che…, a tuo avviso…, così secondo lei...., sembra proprio che…, così secondo te )

È opportuno utilizzare una domanda di controllo?

(ad es. ho udito correttamente?, ho capito bene?, è così che vedi la situazione?)

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

2. CHIARIFICAZIONE

Definizione

E’ una domanda che utilizzo dopo un messaggio dell’altro che è confuso o ambiguo o mancante di qualche elemento

Obiettivi

Per noi: accertarsi di avere compreso adeguatamente quello che l’altro ha detto.

Per l’altro: incoraggiarlo a esprimere ciò che vi è di mancante nel suo messaggio

Per organizzarsi…

1. Che cosa l’altro ha detto?

2. Ci sono parti vaghe o elementi mancanti nel suo messaggio?

3. Come posso impostare la domanda? ( in genere si usa: “intendi dire che…?”

“Stai dicendo che…?”)

3. VERBALIZZAZIONE

Definizione

E’ una forma di supporto verbale che si riferisce prevalentemente agli aspetti emozionali contenuti nel messaggio dell’altro.

Obiettivi

Aiutare l’altro a discriminare la qualità e l’intensità delle varie emozioni.

Esplicitare le emozioni che spesso sono implicite.

Facilitare il processo di autoesplorazione dell’altro affinché questi possa prendere contatto con la propria emozionalità.

Aiutare l’altro a gestire i propri sentimenti:

1)divenendo consapevole

2) scegliendo il modo più adeguato per esprimerli tenendo conto del contesto e della situazione.

Per organizzarsi…

1. Quali sono le parole chiave che l’altro usa per esprimere i sentimenti?

2. Quali sentimenti sono espliciti nella conversazione?

3. Qual è una buona scelta di parole per descrivere accuratamente i sentimenti dell’altro ( attenzione alla qualità e intensità emozionale)

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Stefano Zoletto - la relazione inclusiva con le famiglie – CTS Cosenza e Reggio Calabria - 2018

ALCUNE ESERCITAZIONI

Il papà di un alunno all’insegnante:

«sono qui perché mia moglie mi ha raccontato che le avete detto che Nicola ha delle difficoltà a scuola… ma si può sapere cosa non sa fare? Luii è solo un po’ lento, lo vedo anch’io. Ma da qua a dire che ha dei problemi… non è che lo fate sentire diverso dagli altri? Io penso che l’anno prossimo riuscirà comunque a cavarsela bene»

QUALE RIFORMULAZIONE? QUALE VERBALIZZAZIONE?

Una mamma di nazionalità rumena:

«Ieri all’uscita l’insegnante mi ha detto una cosa brutta: che Antoniu è tanto vivace, non sta mai fermo e che alza le mani sugli altri bambini, anche i più piccoli di lui.

Io questa cosa non la vedo mica a casa: va d'accordo con i fratelli e so che sono gli altri che lo provocano e allora lui reagisce. Secondo me è giusto che impari a difendersi.

E poi non vorrei che fosse trattato così perché noi non siamo italiani…

QUALE RIFORMULAZIONE? QUALE VERBALIZZAZIONE?

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