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IGIENE URBANA LA TEKRA SOSTITUISCE LA SENESI EX AMMINISTRATORI E DIRIGENTI SOTTO GIUDIZIO DELLA CORTE DEI CONTI

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PICCOLA STORIA DI QUELLA CHE FU PIAZZA MARCONI, PER NOI AVERSANI MIEZZO O’ MERCATO

PUC DI AVERSA, TRA POLEMICHE E

SCELTE

ROMANTICHE, MA SEMPRE A CONSUMO ZERO DI SUOLO

EX

AMMINISTRATORI E DIRIGENTI SOTTO

GIUDIZIO DELLA CORTE DEI CONTI

AL VIA IL PREMIO NAZIONALE LEOPOLDO SANTAGATA

NEL MIRINO DEI GIUDICI

CONTABILI I FITTI NON RISCOSSI RELATIVI A 136 ALLOGGI DI PROPRIETA’

COMUNALE DI VIA SAN LORENZO, DANNI PER 16 MILIONI DI EURO

QUESTA DOMANDA CONTINUEREMO A PUBBLICARLA SINO A QUANDO NON AVREMO UNA RISPOSTA SU UNA SITUAZIONE ASSURDA FRUTTO SOLO DI UNA INSPIEGABILE

PREFERENZA. CHI ABITA IN VIA DELLE VIOLE?

CONTINUA IL SILENZIO

ASSORDANTE SU VIA DELLE

VIOLE, IL

SINDACO O IL DIRIGENTE

COSA PENSANO?

IGIENE URBANA LA TEKRA

SOSTITUISCE

LA SENESI

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FINALMENTE SI E’ GIUNTI ALLA SOTTOSCRIZIONE DEL CONTRATTO CHE SEMBRAVA ESSERE STATO ABBANDONATO

RIFIUTI E IGIENE URBANA, LA SENESI LASCIA IL POSTO ALLA TEKRA

Passaggio di cantiere di igiene urbana tra Senesi, la ditta presente ad Aversa da oramai oltre dieci anni, e la Tekra, la ditta che si è aggiudicato la gara nell’oramai lontano maggio del 2018, in dirittura d’arrivo. Nel pomeriggio di mercoledì si è tenuta presso la casa comunale una riunione tra i rappresentanti della società con sede ad Angri, in provincia di Salerno, e i rappresentanti dell’amministrazione comunale, in primo luogo il sindaco Alfonso Golia, l’assessore al ramo Elena Caterino e il dirigente di settore Raffaele Serpico, nel corso della quale si è fissata per domani, lunedì, la data della sottoscrizione del contratto.

Sul tappeto, dopo gli ostacoli che sembravano insormontabili nei mesi scorsi, in primo luogo la quantità di personale dipendente oggetto del passaggio e i relativi gradi. Insomma, in gioco il costo del personale con le relative differenze. Se si riuscirà a chiudere questa vicenda, partirà un contratto da trentacinque milioni di euro per i prossimi cinque anni. Una sottoscrizione laboriosa considerato che sono stati necessari più di due anni prima che si giungesse alla sottoscrizione che, comunque, ancora non c’è e, vista la storia del recente passato, non si possono

escludere ulteriori colpi di scena, considerato che l’amministrazione è giunta anche a minacciare di passare ad utilizzare la white list abbandonando l’esito della gara considerato l’atteggiamento rinunciatario che aveva tenuto nei mesi successivi all’aggiudicazione.

La precedente amministrazione, guidata dall’allora sindaco Enrico De Cristofaro, procedette ad indire una nuova gara, praticamente quando i cinque anni previsti dall’appalto in corso all’epoca erano già scaduti, nella primavera del 2017.

A questo ritardo di programmazione si è aggiunto quello causato dalle lungaggini di una gara che si è trascinata per due anni tra assegnazioni provvisorie carte bollate con la giustizia amministrativa a farla da padrone considerato i ricorsi in atto davanti al Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania tra la stessa Tekra e il Cite, consorzio, quest’ultimo, toccato dalle note vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto anche un ex assessore comunale

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rappresentata dall’aggiudicazione della gara è stato anche il Tar Campania al quale si sono rivolte entrambe le ditte.

Nel giugno 2018 i giudici amministrativi della Campania avevano, infine, deciso per il rigetto del ricorso presentato dal Consorzio Cite che era stato escluso dalla gara per aver omesso nella documentazione versata negli atti di gara di una serie di circostanze relative al contratto che lo stesso Cite aveva con il comune Orta di Atella.

Quella stessa Cite, poi, nell’autunno successivo, come già detto, fu coinvolta in una inchiesta della magistratura che vede tra gli indagati diversi colletti bianchi e amministratori, tra cui un ex assessore proprio di Aversa. Di fatto, quindi, viene rispettata la decisione della Stazione Unica

assegnato l’appalto alla società salernitana che gestisce il servizio in provincia di Caserta, a Cervino, in quella di Napoli, tra gli altri: ad Acerra, Boscotrecase, Brusciano, Marano, Monte di Procida oltre che in diversi centri della Sicilia tra cui Siracusa, Gela e Taormina, in una decina di centri della provincia di Lecco e in alcuni centri pugliesi tra cui San Giovanni Rotondo.

Lascia la città la Senesi, la ditta con sede nelle Marche, che era giunta ad Aversa nel 2010 ed ha gestito il servizio di igiene urbana in un continuo contenzioso con le varie amministrazioni che si sono succedute in questo decennio. Decine le contestazioni sollevate dal Comune per presunte inadempienze contrattuali e numerose, ovviamente, anche le cause di opposizione.

Nel corso di questi anni si sono registrati anche incendi di automezzi presso le isole ecologiche cittadine e la nomina di commissari giudiziali per amministrare la Senesi a seguito di inchieste di natura penale.

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ANCORA UNA PUNTATA DA PICCOLE STORIE DEL PAESE DEI PAZZI – CAPITOLO XV - DI TINA E VITTORIO SAVINO – CINZIA SANTULLI EDITORE

STORIE MANICOMIALI – GORIZIA E I GORIZIANI

Nell’agosto del 1964, il neurologo italiano Franco Basaglia, che a Bologna era rimasto silente, espone al primo Congresso Internazionale di Psichiatria la sua idea: distruggere i manicomi.

Con un discorso breve legge infatti pochi appunti su dei foglietti di carta, mette in campo una parola totalmente nuova per la psichiatria italiana, quella di “libertà”, chiedendo con forza che la malattia mentale esca dal manicomio.

La sua esperienza, 13 anni alla Clinica di malattie nervose e mentali e tre anni a Gorizia dal 1961, gli bastano per formulare la sua tesi. La sua scelta di passare dalla cattedra alla trincea del manicomio fa storia. Il professor Giovan Battista Belloni, lo marchia con il soprannome di “filosofo”. Di certo fanno scuola anche i sei mesi di carcere scontati in era fascista, con la perdita di dignità, libertà ed il puzzo insopportabile della cella.

Dirà che “la psichiatria da una sola possibilità”

quella di essere uomini, lui che ha impresse le

immagini dei malati , del legarli ai letti, chiusi nelle gabbie, alimentati con i sondini, legati con i panni bagnati e le camicie di forza, le sbarre, i recinti, le porte chiuse, l’insulinoterapia, l’elettroshock.

A Gorizia, proprio mentre parla, ha aperto le porte ed i malati non sono più nelle mani dei

“guardiani dei pazzi”. Si stanno eliminando i mezzi di contenzione ed il personale non ha più i camici, un bar è stato aperto nel manicomio, c’è un centro sociale, arrivano i giornali, si parla, si vive e ci si cura, la notte non ci sono i farmaci per dormire.

Fabrizio Dentice giornalista de l’Espresso, parla di questa realtà, come di “una cellula caduta da un altro pianeta”. Basaglia porta questa esperienza del suo lavoro a Dingleton in Inghilterra da Maxwell Jones, fautore del peso dell’ambiente sociale sulla malattia stessa.

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problemi e Basaglia lo sa, ma viene ispirato dal pensiero di Jean-Paul Sartre “Le ideologie sono libertà mentre si fanno, oppressione quando sono fatte”. Gli darà una mano un altro ex internato dei lager, quel Luigi Mariotti che sarà ministro, il quale con una serie di articoli di fuoco accendere le luci sugli scandali di Voghera (furto degli alimenti), Bergamo (uso dei farmaci scaduti), fino alla pubblicazione del Libro Bianco sulla riforma ospedaliera del 1965.

Tocca quindi ad Angelo Del Boca con i suoi pezzi incessanti su “L’Avvenire d’Italia” di Bologna, “il Mattino” di Firenze, “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari ed “il Giornate di Sicilia” di Palermo, raccogliere dati sui manicomi come lager. Del Boca parla dello stato fatiscente della rete manicomiale, della scarsità dei posti letto e del personale, della vetustà delle cure e metodiche terapeutiche e sollecita l’opinione pubblica ad interessarsi e ribellarsi. Resta anche ammaliato da ciò che succede a Gorizia. Lo scrittore e psichiatra Mario Tobino pubblica nel 1963 “Le libere donne di Magliano”, dove narra e denuncia l’uso degli psicofarmaci espressione di un dominio forte sul malato.

A Gorizia il gruppo degli psichiatri che sarà riconosciuto dei “goriziani”, si scontra con gli interessi politici ed economici delle amministrazione che gestiscono da sempre i manicomi. Il pensiero è ancora fortemente inquinato dalla custodia e dalla reclusione e la cura è un orizzonte lontano.

Smantellare la psichiatria significa però smantella il sistema sanitario esistente, ma l’Italia evolve con velocità, le battaglie del movimento operaio, quelle per il servizio sanitario, i diritti civili, la scuola, la voglia di Europa e potrà sembrare strano ma culture agli opposti, quali quella marxista e quella cattolica, si ritrovano unite nella lotta contro il consumismo.

Una lettera di un prete, Don Lorenzo Milani

“Lettera ad una professoressa” fa sintesi e cerniera della storia italiana del periodo.

Basaglia nel frattempo è triste: un suo paziente, in licenza premio a casa, litiga con la moglie e la uccide con una accetta.E’ una sconfitta ed un motivo di ragione agli oppositori.

Basaglia si trasferisce a Trieste, ma il 18 marzo del 1968, il Ministro Mariotti vara la legge n.431 con modifiche alla legge del 1904, con l’abolizione della trascrizione nel casellario giudiziario dei fatti di malattia mentale, l’ospedale psichiatrico è ospedale a tutti gli effetti come altri ospedali. Aprono anche i Centri di Igiene Mentale con equipe formate da psichiatri, psicologi, assistenti sociali ed infermieri.

Ma resta ancora il manicomio. A Nocera Superiore intanto Sergio Piro, nel 1969, viene licenziato dopo aver eliminato elettroshock, insulinoterapia, iperpiretoterapia e sostituito gli psicofarmaci. Si era alleato con i sindacati e aveva eliminato i mezzi di contenzione. Nel 1965 incontra Basaglia, apre le porte del manicomio al fotografo Luciano D’Alessandro e al registra Riccardo Napoletano, che editano un documentario “1904” e un libro “Gli esclusi”, “Il Mattino” di Napoli con Ciro Paglia e Luciano Grasso fanno il resto. Il dado è tratto.

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L’ACCADEMIA LEOPOLDO SANTAGATA E GLI STUDENTI DI CONPASUNI A LAVORO PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DELLO STORICO BRIANESE

PREMIO NAZIONALE LEOPOLDO SANTAGATA

Leggere la bibliografia di Leopoldo Santagata significa immergersi non soltanto nella storia di Aversa ma anche in quella dei normanni, in quella della diocesi ed in quella dei suoi tanti centri abitati, sia scomparsi sia ancora fiorenti.

Una produzione veramente di ampio respiro che ha lo ha tenuto impegnato per tutta la vita e che adesso continua la sua opera attraverso l’impegno dell’Accademia a lui dedicata. Proprio nel mese di ottobre 2020 è partita ufficialmente la II Edizione del Premio Nazionale “Leopoldo Santagata” per la storiografia e la storia locale.

L’obiettivo è chiaro: un omaggio allo storico brianese, adottato dalla citta di Aversa, ma anche uno sprono per le nuove generazione ad interessarsi del proprio passato ed avere consapevolezza del tempo presente.

Da quest’anno l’Accademia “Leopoldo Santagata” si avvale della collaborazione della Consulta della Pastorale Universitaria e della Cultura (CONPASUNI) che si sta già impegnando nella promozione e pubblicizzazione del concorso. <<Scegliere di intitolare un premio nazionale su tematiche storiche al professore Leopoldo Santagata – ha dichiarato la responsabile della Segreteria del Premio Valentina De Chiara – vuol dire dare agli Studi di storia locale quella giusta dimensione e dignità che negli anni passati questa disciplina non ha avuto, spessa era la serie B della storia perché magari trattava di argomenti di nicchia o

di sparuti centri abitati>>. Queste parole ci fanno riflettere, ormai infatti possiamo definire la produzione storico-letteraria di Santagata una

“lettura obbligata” per chiunque – studioso o semplice appassionato - voglia scoprire il territorio di comuni come Aversa, Parete, Casaluce, Casal di Principe e molti altri.

Sono quattro gli ambiti del Premio Nazionale

“Leopoldo Santagata” per i quali studiosi, appassionati, autori e giornalisti potranno competere gratuitamente in questo premio in memoria di Santagata: saggio storico, articolo storico, lavoro di tesi e articolo di cronaca. Per tutti un’opportunità per tornare a sfogliare libri e riviste che raccontano la grande storia nazionale e locale ma anche le vicende dei protagonisti del nostro tempo presente. C’è tempo fino al 30 aprile 2021 per partecipare, dopo questa data sarà una giuria di esperti, docenti universitari e funzionari del settore ad attivarsi per la valutazione di tutti i lavori dei concorrenti. Salvo complicazioni per il mese di Maggio 2021 è anche prevista la cerimonia di premiazione che sarà curata e gestita sempre dall’Accademia Leopoldo Santagata e dagli studenti della Segreteria Organizzativa.

Abbiamo intervistato il presidente dell’

“Accademia Leopoldo Santagata”, Antonio Santagata, da diversi anni ormai impegnato nella valorizzazione del grande contributo culturale di suo padre alla sua terra:

«E’ assolutamente necessario dare impulso all’approfondimento di tematiche culturali, con particolare attenzione alla storia delle nostre Terre. Ciò consente, senza ombra di dubbio, di conoscere se stessi e di valorizzare maggiormente tutte i tesori locali, ivi compresi contributi letterari donati da uomini che, come mio padre, hanno dedicato la loro vita allo studio ed alla ricerca. L’accademia Leopoldo Santagata, anche e soprattutto grazie alla Consulta della Pastorale Universitaria e della Cultura, che ringrazio, si propone di stimolare nuovi approfondimenti. Bello sarebbe veder nascere l’interesse per la storia nei nostri giovani. In ciò confidiamo con il Premio nazionale».

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IN AUTUNNO PREVISTI WEBINAR ED INCONTRI DI LETTURA, SCRITTURA E CINEMA

RASSEGNA “PER ALTRO VERSO” PER TUTTI GLI AMANTI DELLE LETTERE

Da Ottobre a Dicembre 2020 una

“straordinaria” – nel vero senso della parola – Rassegna Letteraria d’Autunno coinvolgerà i cittadini aversani e quelli dell’intero territorio, appassionati di libri e desiderosi di approfondire letture, conoscenze di cinema e rudimenti di scrittura creativa. Il titolo di questa seconda edizione è “Per Altro Verso”, un’espressione e un gioco di parole che dimostrano ancora una volta la voglia di CONPASUNI di andare fuori dagli schemi.

In una società sempre più articolata e “fluida”

ricercare la verità e la corretta forma di comunicazione diventa una sfida per i partecipanti a questa rassegna letteraria.

Oggetto di culto resta ovviamente il Libro, inteso come strumento di diffusione di progetti artistici, teorie scientifiche e storiche, opinioni politiche,

punti di vista personali, pensieri filosofici e sentimenti.

Tutto ciò si concretizza in un ambizioso programma che attiva laboratori di lettura condivisa, forum di cinema e laboratori di scrittura. Non saranno escluse inoltre, a detta degli organizzatori, presentazioni di libri di autori locali nel periodo di Dicembre.

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I Laboratori di Lettura condivisa, ormai al loro terzo ciclo, a novembre e dicembre coinvolgeranno gli appassionati di lettura con il supporto dell’Art Gallery “Civico 103”; ad ogni incontro, stabilito il tema delle letture, ciascun partecipante potrà leggere e commentare poesie, brani antologici, pagine di romanzi ma soprattutto dovrà “condividere” emozioni e sensazioni che quelle pagine sono in grado di suscitare.

Così sarà anche per il forum del cinema che, ormai alla sua sesta riproposizione, coinvolgerà appassionati cinefili e neofiti che saranno impegnati nell’illustrare spezzoni di film e libri ad essi collegati.

Novità assoluta di questa II edizione sono invece i Laboratori di scrittura che la Consulta della Pastorale Universitaria terrà con il supporto dell’associazione “Giovan Battista Basile”.

Tre incontri per dare una prima alfabetizzazione sul potere della scrittura, non soltanto trame, ambientazioni e personaggi ma un vero e proprio seminario, con una parte partico-applicativa, sulle contemporanei applicazioni della scrittura:

comunicazione, propaganda e pubblicità.

<<Saremmo dovuti partire nel mese di Ottobre, come da tradizione, ma le recenti ordinanze della regione Campania non ci hanno permesso di farlo; non ci siamo lasciati abbattere, abbiamo riorganizzato il calendario ed abbiamo

predisposto incontri e laboratori in modalità ibrida>> così ha commentato il responsabile comunicazioni della Consulta della Pastorale Universitaria, Roberto Preda.

Il tempo che stiamo vivendo non può che farci riflettere ulteriormente sull’importanza della scrittura e della settima arte, utili a impegnare il bisogno interiore delle persone in momenti così difficili”.

Il calendario degli eventi è già stato stabilito, salvo modifiche dovute a nuovi obblighi di legge:

ci saranno infatti due incontri di lettura condivisa (il 7 novembre e il 5 dicembre, come detto presso l’Art Gallery “Civico 103”) e tre sedute del laboratorio di scrittura (24 novembre, 1 dicembre e 15 dicembre; in modalità ibrida ed in contemporanea presso il Centro di Pastorale Universitaria di Aversa e la biblioteca comunale di Parete).

Nel rispetto delle direttive governative poi, la Consulta della Pastorale Universitaria si occuperà di contingentare gli ingressi, prevedere postazione di igienizzazione, percorsi obbligati, posti a sedere distanziati e tutto quanto è necessario al fine di garantire la sicurezza di intervenuti ed organizzatori in ossequio alle normative vigenti di lotta al coronavirus.

CONPASUNI AVERSA

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PICCOLA SINTESI STORICA DI UNA PIAZZA CHE NONOSTANTE ABBIA TUTTE LE POTENZIALITÀ PER DIVENTARE UN GIOIELLO CITTADINO OGGI È RIDOTTA AD UNO

SCEMPIO

PIAZZA MARCONI: L’ETERNA INCOMPIUTA

di Paolo di Grazia Un tempo l'area di Piazza Marconi era parte del

nucleo centrale della contea normanna, a cavallo tra il 1400 ed il 1500 si diede inizio sul luogo dove insisteva dalla seconda metà del XII secolo il palazzo di Riccardo II, la costruzione di un monastero intitolato a San Girolamo che fu eretto a partire dal 1499, il monastero era dotato di un bellissimo chiostro tutto decorato con pitture del 1600 e 1700, ed aveva una chiesa con un elegante campanile che crollò il 07 febbraio del 1921.

A seguito della legge statale del 07 luglio del 1866 il monastero fu requisito, pertanto nel 1911 gran parte delle religiose che vi dimoravano furono aggregate al monastero di San Francesco, mentre una piccola parte prese alloggio nelle vicinanze della chiesa.

Il complesso già a quel tempo doveva essere in cattive condizioni, ed era compromettente staticamente infatti nel 1921 oltre al già citato crollo del campanile venne giù gran parte del monastero stesso, cosicché nel 1924 si decise di demolirlo del tutto risparmiando solo la chiesa di

San Girolamo che in origine era intitolata alla Santa Croce.

La chiesa venne inglobata in una struttura moderna esistente tutt'ora e pochi, tranne le persone di una certa età, sanno che celata in quella struttura vi è una chiesa. Lo stabile in questione a parere di tutti stona con il contesto dei palazzi circostanti, parte di questa struttura a dicembre del 2019 è crollata ma per fortuna il crollo non ha interessato l'antica chiesa inglobata. A partire dal discutibile abbattimento del monastero fatto per ricavare la piazza attuale denominata in un primo momento piazza delle Erbe e successivamente piazza Marconi, ha avuto una storia travagliata, negli anni 30 fu abbellita con una grande fontana che poi fu smantellata negli anni 50 , fino agli anni 80 la piazza veniva utilizzata per la fiera settimanale del sabato, oggi purtroppo è diventata un parcheggio alla mercé di abusivi, ma la cosa più triste e vedere la sua pavimentazione un tempo rivestita tutta di mattonelle in cemento ridotta a un colabrodo al punto da sembrare che sia stata bombardata. Nella gestione del defunto sindaco Sagliocco si parlò con insistenza di un suo rifacimento, venne presentato un progetto in pompa magna , ovviamente non mancarono i pareri negativi che ritenevano il progetto brutto e non funzionale alla piazza, ii lavori sembravano imminenti ma poi tutto si fermò.

Oggi più che piazza è uno slargo inguardabile, triste e non degno di essere chiamata Piazza.

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AL VIA NUOVE ESPERIENZA IN UN SETTORE DOVE I VOLONTARI NON BASTANO MAI

IL TERZO SETTORE A CONFRONTO CON L’AMMINISTRAZIONE

PUBBLICA

Si è tenuta martedì pomeriggio, nell’Aula Consiliare del Comune di Aversa, la riunione con l’Associazione “Un mondo blu Onlus”, la realtà del terzo settore che da tempo sul territorio rappresenta le mamme dei giovanissimi con disturbi e difficoltà dello sviluppo e dell’apprendimento.

“L’obiettivo - come ribadito unanimemente dall’Assessore alle Politiche Sociali Ciro Tarantino e dal Presidente della Commissione Consiliare competente Marco Girone - è quello di creare uno sportello informativo che possa offrire assistenza a tutte le tipologie di disturbi e disabilità, specialmente in momenti storici come questo”.

Il fine è chiaro: creare un percorso virtuoso con giovani e giovanissimi che, a causa di alcune difficoltà di apprendimento dovute a condizioni cliniche e patologiche, rischiano di trovarsi ai margini dei processi educativi e relazionali, nonostante il gran lavoro dei genitori, che tuttavia necessita del supporto delle istituzioni.

“È necessario che le istituzioni creino le giuste opportunità di convivenza sociale e relazionale per genitori e figli che vivono queste situazioni - ha aggiunto il Consigliere Mariano Scuotri, componente della Commissione Consiliare Politiche Sociali - per questo motivo, avvieremo collaborazioni con associazioni e scuole del territorio per creare momenti di convivialità e formazione condivisi, nel rispetto di tutti i protocolli che il momento ci impone”.

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LA VEXATA QUESTIO DEL RECUPERO DEL CENTRO STORICO

VIOLLET LE DUC O RUSKIN

di ROMUALDO GUIDA Molte critiche si è beccato il Sindaco Alfonso

Golia perché, sembra, abbia asserito di “voler ridurre la perimetrazione del Centro Storico” e di

“sbloccare le zone G”.

Per quanto abbia potuto sapere, nella riunione della Commissione Urbanistica “inte-grata” dai Tecnici che stanno redigendo il PUC, a cui hanno partecipato anche il Sin-daco e l’Assessora all’Urbanistica, nessuno ha parlato di “ridurre la perimetrazione del Centro Storico” né di

“cementificare le zone G dell’attuale PRG”.

Sembra che sia stato, invece, detto di voler riconsiderare le “azioni” possibili sugli immobili del Centro Storico cioè rendere “meno rigide le Norme” anche tenendo conto delle diverse

“valenze” delle Zone in cui, nel Piano di Recupero, è diviso il Centro Storico. In parti- colare si faceva rilevare la “impropria”

collocazione nel perimetro “storico” della zona

dello “Spitillo” nonché tutto il tessuto urbano alle spalle di via Roma che collega l’antica strada Angioina con l’antichissimo Borgo di Savignano.

Ora, forse, occorre intendersi sul “Restauro Urbano”. Abbracciare, cioè, le teorie di Ruskin o di Viollet Le Duc. L’Inglese Ruskin era sostenitore del cosiddetto “restauro romantico”.

Ma al contrario di quello che può venire alla mente con "restauro ro-mantico", Ruskin intendeva un lasciare il bene danneggiato, ammalorato, etc. nelle “mani del tempo”, consumatore di tutte le cose affinché lo avesse fatto perire di morte naturale. Ogni intervento per Ruskin è menzogna, è falso storico, quindi impensabile.

Di contro Viollet Le Duc si opponeva alla

“semplice conservazione”: in applicazione di questi principi, il grande Restauratore Francese modificò irrimediabilmente molti monumenti, cosa che spiega come il suo stato d'animo fosse abbastanza contrastato, ma questo permise spesso di SALVARLI.

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Per quanto riguarda le famose, o famigerate,

“Zone G” dell’ormai “defunto” PRG, esse non sono altro che pezzi di città, DESTINATE

ALL’ESPROPRIO (semmai qualche

Amministrazione avesse avuto il vil danaro) che qualche Privato, in ossequio alla de-stinazione, ha pure cercato di edificare con opere di INTERESSE PUBBLICO. Ora, con i Piani Urbanistici Comunali (P.U.C.) non si individuano più “zone” (metodo della “zo- nizzazione”) ma si individuano “Comparti” dove applicare la “perequazione urbanistica”, cioè indicare le “funzioni”, in qualità e quantità, che si reputa utile lì edificare. Nel caso del “nostro”

P.U.C. con l’ESCLUSIONE DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE (le famigerate “palazzine”) che, stante il notevole INVENDUTO non servono più utili a nessuno. È solo questo il “consumo di suolo zero”. Non si può bloccare, per esempio, l’edificazione di un Auditorium che si possa chiamare tale in quanto, in nessun edificio esistente, per quanto di pregio storico, può essere inserita una “attrezzatura” del genere: occorre pensare a un palcoscenico ampio per la rappresentazione di opere liriche (una Aida o anche un Matrimonio Segreto), oltre a una capienza di pubblico adeguata e una certa

“forma” che possa garantire una acustica pressoché perfetta. Ma possiamo anche pensare ai famosi “laboratori pesanti” della Facoltà di Ingegneria che, benché finanziati e progettati nel pieno rispetto ambientale, stanno subendo una

“aggressione mediatica” che inibisce l’Amministrazione a dare l’assenso per la realizzazione.

Insomma, anche inviando le proposte e le

“osservazioni” dei cittadini, delle Associazioni ecc., per effetto della “riapertura dei termini”, LASCIAMO LAVORARE I TECNICI. Lo Studio

Castiello Project è diretto dall’Arch. Pio Castiello che, avversato dalla passata Amministrazione

…fino al Consiglio di Stato, FINALMENTE può operare. E’ Beneventano (quindi senza interessi

“locali”) e, da quarant’anni, fa PIANI URBANI- STICI. Pensate che in alcuni momenti contava ben quaranta dipendenti, tra Ingegneri, Architetti e Geometri! Credo che CI POSSIAMO FIDARE!

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LA CORTE DEI CONTI A CACCIA DI AMMINISRATORI E DIRIGENTI COMUNALI CHE NON SI SAREBBERO ATTIVATI PER IL RECUPERO DI CIRCA TRE MILIONI, MA IL DANNO E’ DI 16

ALLOGGI COMUNALI DI VIA SAN LORENZO, CHI HA SBAGLIATO

PAGHI

“A seguito di articolato esposto inerente, tra l'altro, un presunto danno erariale concernente una cattiva gestione del proprio patrimonio immobiliare da parte del comune di AVERSA, questo ufficio di procura delegava le indagini alla Guardia Di Finanza, Gruppo di Aversa. In evasione a quanto sopra, è stata depositata informativa di danno erariale, assunta al protocollo uff. proc. N. 1187 del 04.02.2019 (d'ora innanzi "informativa GDF") e successiva integrazione con nota del 29.04.19, prot. in entrata uff. procura n. 4960/19.

Dagli accertamenti effettuati è emerso comprovato che per un lunghissimo arco temporale non sono stati riscossi i canoni dovuti per numerosi cespiti di proprietà del comune in parola, ubicati in AVERSA alla via SAN LORENZO,75, "PARCO SAN LORENZO". Inizia con queste parole la contestazione della Procura della Corte dei Conti della Campania per ex sindaci, ex assessori al patrimonio e relativi dirigenti che saranno in udienza il prossimo 2 dicembre.

“Trattasi, - continua la nota - più in particolare, di n.136 unità abitative, tutte di categoria catastale "A2 - Abitazioni di tipo civile" ma di diversa metratura, dislocate in diversi fabbricati edificati sul foglio 2 - particella 7”.

“Il predetto comune, con delibere di consiglio comunale, 181 dell’08.02.1989 e 467 del 03.07.1989 nel regolamentare, tra l'altro, le modalità per la quantificazione del canone da richiedere, disponeva che lo stesso andava determinato nel rispetto della L. 513/77, recante il testo unico sulla edilizia economica e popolare, nonché della legge 457/78, recante norme per la edilizia residenziale”.

“Tuttavia, a seguito dei rilievi mossi in proposito dall'allora vigente CORECO, la giunta comunale con delibera 1423 del 01.08.1989 prendeva atto della impossibilità di applicare la normativa in tema di edilizia residenziale pubblica, non rientrando, gli alloggi in parola, né nell'ambito di

un piano di edilizia residenziale pubblica ex L.

513/77, né essendone stata finanziata la costruzione con i fondi ex L. 457/78, con la

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conseguente necessità di applicare, ai fini della quantificazione dei' canoni, la legge 392/1978, recante la disciplina della locazione degli immobili urbani”.

“Giova fin d'ora precisare – continua la magistratura contabile - che, nonostante i chiari indirizzi forniti dal consiglio comunale, i 136 alloggi in esame risultano tutti occupati sine titulo da parte di soggetti, peraltro, sistematicamente morosi. Più in particolare, nonostante fosse stata approvata la graduatoria degli assegnatari, sono stati stipulati, poi, solo n 96 contratti, dei quali, n 94 tra il 1989 ed il 1990, per la durata di un solo anno, n. 2 tra il 1995 ed il 1997 per la durata di quattro anni. I predetti contratti, tuttavia, non sono stati mai rinnovati.

Nell'ambito degli stessi era, peraltro, anche prevista una clausola risolutiva espressa per il caso in cui l'assegnatario non pagasse il canone nei termini fissati o fosse comunque moroso nei confronti del comune, circostanza, quest'ultima, verificatasi sistematicamente, attesa la risalente morosità connotante tutti gli occupanti gli immobili in questione, a fronte della quale, come si vedrà più innanzi, il comune non ha intrapreso alcuna iniziativa finalizzata ad un reale recupero, fino all'intervento della delegata GDF.

Devesi ancora notare, a maggiore riprova, tra l'altro, della assenza di ogni monitoraggio da

parte degli uffici comunali preposti, che solo 34 dei 96 originari soggetti sottoscrittori i predetti contratti sono allo stato presenti negli alloggi di Via San Lorenzo, tutti, comunque, morosi. I restanti immobili, invece, per i quali non è mai stato stipulato alcun tipo di contratto, sono stati, comunque, occupati da parte di soggetti privi di qualsivoglia titolo. In definitiva, dei 136 alloggi in questione, in numero 102 sono occupati da soggetti privi di qualsivoglia titolo, in n. 34 sono occupati anch'essi sine titulo da soggetti che, pur

avendo sottoscritto un contratto ad inizio anni 90, non solo non lo hanno mai rinnovato, ma è, comunque, da ritenersi risolto in ragione degli effetti di cui alla sopra richiamata clausola risolutiva espressa prevista in caso di morosità nel pagamento dei canoni». Per tutti rileva una sistematica e risalente morosità nel pagamento dei canoni e/o delle indennità dovute al comune per le indebite occupazioni”.

La Procura contabile aveva contestato un presunto danno erariale da 2,7 milioni di euro per il periodo 2009-2013, su un buco accertato, però, di oltre 16 milioni cominciato già all’inizio degli anni ’90, di cui gran parte è andata in prescrizione, per «la cattiva gestione di 136 alloggi comunali popolari in via San Lorenzo, quasi tutti occupati abusivamente e per i quali non sono mai stati riscossi i relativi canoni di locazione». La citazione originaria era per lo scorso 13 maggio, ma, in tempo di coronavirus, si

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dicembre.

In sostanza, amministratori e dirigenti non avrebbero messo in campo un fattivo impegno per recuperare le somme o liberare gli alloggi.

Indagati due ex sindaci, due ex assessori al Patrimonio e tre dirigenti al Patrimonio.

Dall’inchiesta è stato escluso il defunto sindaco Peppe Sagliocco perché, in questo caso, la contestazione non è trasmissibile agli eredi.

L’inchiesta era stata condotta dal viceprocuratore generale Ferruccio Capalbo, sotto il coordinamento del Procuratore regionale Michele Oricchio, e delegata alla Guardia di Finanza di Aversa.

sindaci Domenico Ciaramella (2002-2012) per 501.142 euro e Domenico De Cristofaro (2016- 2019) per 401.142 euro. Gli ex assessori al Patrimonio Romilda Balivo (2010-2012) per 201.142 euro e Nicolina Virgilio (2012-2014) per 201.142 euro.

I dirigenti dell’Ufficio Patrimonio Florio Elio (2008-2011) per 451.142 euro e Alessandro Diana (2012-2015) per 591.142 euro e Stefano Guarino, dirigente ad interim del Patrimonio (2015-2017 e dal 2017 a oggi) per 251.142 euro.

«Dagli accertamenti effettuati – scriveva il pm – è emerso comprovato che per un lunghissimo arco temporale non sono stati riscossi i canoni dovuti per numerosi cespiti di proprietà del Comune». Rispetto alle somme iniziali, aumentato di 100mila euro l’addebito all’ex sindaco Enrico de Cristofaro e diminuito della stessa somma a testa agli ex assessori Romilda Balivo e Nicla Virgilio. Ridotta, infine, a 50mila euro la contestazione al comandante Guarino perché «si è più volte attivato con il sindaco Domenico De Cristofaro…che ciononostante non ha mai riscontrato le note del Guarino né è mai intervenuto ‘abbandonando’ l’ufficio al suo destino. Circostanza, questa, la cui sopravvenuta conoscenza è idonea ad incidere in senso modificativo sulla ripartizione delle quote di danno personale proposta in sede di invito a dedurre».

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I GRANATA HANNO VISTO ACCOGLIERE DALLA LEGA LA RICHIESTA DI RINVIO DELLA PARTITA CON IL NARDO’ CHE SI DISPUTERA’ L’11 NOVEMBRE PROSSIMO

IL COVID 19 SI ABBATTE SUL REAL

di Giovanni Rosselli Il covid si è abbattuto anche sul Real Agro

Aversa. La squadra normanna che domenica ha perso all’ultimo minuto contro il Portici nella quarta giornata del campionato di serie D si è ritrovata al momento con ben 5 calciatori positivi, ma il numero potrebbe aumentare perché ci sono alcuni dei tesserati che hanno già dei sintomi propri del coronavirus.

La società ha immediatamente sospeso tutte le attività e lo stesso presidente Pellegrino si è messo in autoisolamento fiduciario, in attesa degli sviluppi.

Il Real ha già comunicato alla Lega la richiesta di rinvio della gara di domenica prossima contro il Nardò (si giocherà l’11 novembre prossimo) ed ha prontamente comunicato al Portici, squadra affrontata domenica scorsa della positività dei suoi calciatori per gli adempimenti del caso.

I primi sintomi si erano avuti già nella giornata di lunedi, ma l’ufficialità dei primi casi è arrivata solo nella serata di martedi. I calciatori non sarebbero gli unici soggetti al virus, si parla anche di qualche componente dello staff che avrebbe avvertito i primi sintomi. Preoccupato, ma anche arrabbiato il presidente Pellegrino.

«Sono preoccupato per i ragazzi e per le loro famiglie. Queste sono situazioni delicate che si ripercuotono anche sulle persone a noi vicine.

Anch’io – dice - mi sono messo in isolamento per non danneggiare mia moglie ed i mei figli.

Purtroppo noi non siamo professioni e molti dei calciatori devono rinunciare anche al vero lavoro con delle ripercussioni economiche per le loro famiglie non indifferenti». «Abbiamo chiesto alla Lega di rinviare la prossima gara, ma sarebbe opportuno che ci fosse una riflessione più ampia che coinvolga tutte le società e, magari, anche sospendere i campionati. Ieri è successo al Gladiator nel proprio girone, ora è toccato a noi, ma con il dilagarsi dell’epidemia è facile che tra qualche giorno ci saranno dei casi anche in altre squadre. Credo che sia arrivato il momento – prosegue Pellegrino – di fermarci. Non siamo come la serie A e la B. Non possiamo garantire determinate situazioni ai nostri tesserati e gli organi preposti chiedono solamente, ma non danno nulla in cambio. E’ una situazione ormai insostenibile. Da parte nostra c’è la passione e la voglia di fare calcio, ma ad un certo punto dobbiamo fermarci. Non possiamo andare avanti da soli, senza alcun aiuto».

Parlare di mercato è quasi superfluo, ma prima che scoppiasse il caso, la società avrebbe chiuso per Mariano Bernardino, 22enne, napoletano, centrocampista con esperienza in serie C, con Paganese, Lucchese e Pontedera. A questo punto, però, non si sa se la trattativa verrà conclusa o si attenderanno momenti migliori.

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BUONA LA PRESTAZIONE DEGLI AVERSANI CHE CONTRO I PIÙ ESPERTI CAPITOLINI RIESCONO A RESTARE IN GIOCO PER TUTTA LA GARA

ROMA FATALE PER LA NORMANNA

Due ore e 45 minuti di gioco alla prima partita di campionato della Normanna Aversa Academy. I ragazzi di coach Tomasello sono costretti alla prima maratona della stagione con il risultato finale che sorride alla Smi Roma che nella palazzetto di casa (a Ostia), il Pala Di Fiore, vincono per 3-2 una battaglia caratterizzata da un profondo equilibrio. Buona la prestazione degli aversani che contro i più esperti capitolini riescono a restare in gioco per tutta la gara, tornando a casa con un ko che fa male ma con un primo punto che fa muovere la classifica e che fa capire che questa squadra ha grosse potenzialità.

Chiaramente questo match dice anche un’altra cosa, le amichevoli sono alle spalle e quando ci sono punti in palio serve lottare al 110% per conquistare il successo. Appuntamento adesso alla prima al PalaJacazzi: domenica prossima (25 ottobre) alle 18 c’è la sfida contro la Pallavolo Franco Tigano Palmi.

PRIMO SET. Il primo punto della stagione è della Smi Roma che regala anche il primo ‘sigillo’ alla Normanna per l’1-1. Per trovare il primo vincente della squadra di coach Tomasello bisogna arrivare al preciso diagonale di Cester per il 4-4.

Il primo allungo però è dei padroni di casa fino al 7-5. Darmois tiene in scia i suoi (7-6) ma la Smi Roma da quel punto in poi piazza un break (10- 6) che costringe coach Tomasello a chiedere il primo time-out della stagione. I punti di vantaggio dei capitolini diventano 6 quando prima un muro e poi un pallonetto di Mandolini portano il risultato sul 15-9. Aversa alza la testa, con Cester e Darmois e questa volta sul 15-12 è coach Budani a fermare il gioco. Al rientro in

campo la Smi allunga ancora fino al 20-14 di Rossi: l’allenatore dell’Academy si gioca anche il secondo ‘tempo’. Ma l’andamento del parziale non cambia: doppio cambio sul 23-16: fuori Alfieri e Cester, dentro Bongiorno e Ricco. Ma è tardi: Roma vince 25-17.

SECONDO SET. Il muro di Diana manda subito +2 la Normanna (2-4). Il vantaggio resiste fino al 6-8 (cartellino verde per Bonina) e aumenta fino al 7-10 quando Bonina con un perfetto primo tempo passa nel muro avversario. Poi arriva il break capitolino e la gara torna in parità a 10. Da quel momento in poi nessuna delle due squadre in campo riesce a trovare un +2. Si va punto a punto con sorpassi e controsorpassi ma sia Smi Roma che Normanna Aversa Academy non trovano il break e quindi si arriva (ovviamente) sul 24 pari. Si va ai vantaggi. Set point da una parte e dall’altro ma a conquistare il parziale è proprio la squadra di coach Tomasello che gira campo sul risultato di 27-29 grazie all’attacco out di Mandolini confermato anche dal videocheck.

E’ 1-1.

TERZO SET. La Normanna parte con Mille in sestetto al posto di Darmois. Questa volta parte meglio la Smi Roma che dopo pochi minuti è già avanti di 2 (7-5) e coach Tomasello preferisce subito vederci chiaro parlando con i propri

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ragazzi. Chiama time-out e chiede maggiore concentrazione. La gara poi torna in parità (11- 11) e torna in campo Darmois, mentre Mille si accomoda in panchina. Sul 12-14 per Aversa dentro anche Conte per Bonina. Si va punto a punto ma la Normanna è sempre avanti fino al muro tremendo di De Fabritiis su Cester che vale il pari a 17. Sull’errore in ricezione successivo i capitolini passano avanti 18-17. La squadra di coach Budani quindi inizia a crederci e sul 23-22 sfrutta anche un errore di ricezione della Normanna. Sul set point Tomasello chiama time- out. Ma al rientro in campo l’attacco out dei normanni regala il 2-1 alla squadra di casa.

QUARTO SET. Partenza sparata della Smi Roma che va in pochi minuti sul 7-4 e coach Tomasello ferma tutto con un time-out. Al rientro in campo c’è poi solo la Normanna che piazza un break di 4 punti a 1 grazie anche ad un super Darmois in attacco e poi a muro per l’8-8. Due errori di fila di Rossi in attacco portano i normanni sul +2 (9- 11) ma i capitolini non mollano e tornano in parità a 14 quando De Fabritiis trova i 4 metri in diagonale. Poi si va punto a punto fino al 21-20 quando l’allenatore ospite manda in campo Bongiorno per Cester. Aversa macina gioco e torna avanti costringendo coach Budani sul 22- 23 a fermare il gioco. Battuta out e 23-24 Aversa che sfrutta subito il set point guadagnandosi il tie-break col 23-25.

QUINTO SET. Subito muro di Diana (2-3) ma Roma torna avanti con De Fabritiis che sfrutta anche le mani del muro (6-5). Al cambio campo la Smi è uno avanti (8-7) con Rossi che passa in diagonale (punto confermato dal videocheck).

Punto a punto fino al primo allungo dei padroni di casa con Mandolini che col muro sigla l’11-9.

Rossi poi schiaccia sul muro e il pallone finisce in tribuna per il 12-9. Tomasello chiede ai suoi ragazzi di reagire e così Aversa alza il muro e trova due punti di fila (13-11) con Budani che

chiede time-out. De Fabritiis al rientro in campo spinge sulla diagonale e regala 4 match point ai suoi (14-11). Aversa ne annulla due con Sacripanti ma non il terzo: Coggiola al centro fa male e regala i due punti alla sua squadra. La Normanna torna a casa invece con un solo punticino.

TABELLINO

SMI ROMA: Morelli 2, Coggiola 11, De Fabritiis 16, Franchi ne, Antonucci 12, De Vito ne, Rossi 33, Titta (L), Consalvo, Tozzi ne, Milone (L2), Sideri ne, Iannaccone, Mandolini 17. All. Budani

NORMANNA AVERSA ACADEMY: Alfieri 3, Simonelli ne, Calitri (L), Bongiorno, Darmois, 10, Sacripanti 16, Diana 6, Mille 2, Ricco, Cester 16, Bonina 7, Conte, Mignone (L2). All. Tomasello ARBITRI: Alessandro Noce – Alberto Dell’Orso

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ORA LEGALE ADDIO? QUANTO VALGONO LE LANCETTE

NELL'EUROPA DEI TROPPI FUSI

di Anna Migliorati

Domenica notte mano agli orologi: cambia l’ora.

Se c'è un'abitudine che come poche altre ci ha condizionato nella vita di tutti i giorni per motivi economici è il cambio dell'ora. Ma l'ora legale ha pesato anche in quest'anno di smart working e lockdown? E quanto serve ancora in un mondo iperconnesso dove tra call e lavoro a distanza viviamo su fusi orari differenti anche dalla scrivania di casa?

Benjamin Franklin fu il primo a chiedersi come risparmiare sull'utilizzo delle candele nel 1784.

Il costruttore britannico William Willett

"inventò" l'ora legale per risparmiare sulle lampade a olio nella crisi economica della prima guerra mondiale.

Ma noi? L'Europa è davanti ad un bivio e dalla prossima primavera la Commissione Europea ha deliberato che spetta ai singoli Paesi scegliere cosa fare.

Il paradosso sarebbe che da marzo varcando la frontiera di Ventimiglia o del Brennero si

potrebbe dover spostare le lancette dell'orologio in alcune stagioni e non fare nulla in altre. E allora Facciamo i conti.

Per Massimo Beccarello prof. Dipartimento di Scienze Economico all’Università Bicocca:

"Possiamo dormire un'ora in più tranquilli sapendo che da marzo ad oggi abbiamo risparmiato. Il risparmio energetico per le famiglie italiane ammonta a circa 100milioni di euro a cui si aggiungono i risparmi dello Stato sui costi delle esternalità ambientali per le risorse carbonfossili che ammontano tra i 7 e i 10 milioni di euro. ". Fondi che possiamo destinare ad altro.

Il paradosso è che in Cina senza fusi orari in un continente molto più grande dell’Europa ci si sposta e si lavora meglio.

Per Giuliano Noci, Prorettore del Polo cinese del Politecnico di Milano: "La vecchia Europa deve imparare ad essere più pragmatica".

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COVID 19. DAL 31 OTTOBRE AL 2 NOVEMBRE CHIUSI I CIMITERI A

CASAL DI PRINCIPE, CASALUCE, CESA, ORTA DI ATELLA, PARETE,

SAN CIPRIANO DI AVERSA, SAN MARCELLINO, SANT’ARPINO,

SUCCIVO E VILLA DI BRIANO

A seguito dell’incremento esponenziale dei casi di coronavirus nell’agro aversano i primi cittadini di Casal di Principe, Renato Natale, Casaluce, Antonio Tatone, Cesa, Enzo Guida, Parete, Gino Pellegrino, San Cipriano di Aversa, Vincenzo Caterino, San Marcellino, Anacleto Colombiano, Sant’Arpino, Giuseppe Dell’Aversana, Succivo, Gianni Colella, Villa di Briano, Luigi Della Corte, nonché i commissari prefettizi alla guida del comune di Orta di Atella, hanno disposto la chiusura dei cimiteri in concomitanza con le ricorrenze di Ognissanti e della Commemorazione del Defunti. In particolare non sarà possibile accedere ai camposanti già a partire dal 31 Ottobre e sino a tutta la giornata del 2 Novembre.

“Una decisione- precisano i primi cittadini- quantomai sofferta, ma che si è resa necessaria a seguito dell’esplosione dei contagi di Covid 19 nei nostri territori. Solo chiudendo i cimiteri possiamo avere la certezza che in questi luoghi non si verifichino eventuali assembramenti in grado di veicolare ulteriormente un virus particolarmente aggressivo e che rischia di metterci in ginocchio. Siamo perfettamente consapevoli di come le ricorrenze di Ognissanti e

della Commemorazione dei Defunti siano straordinariamente sentite dalle nostre comunità, ma purtroppo in questo momento la tutela della salute pubblica ci impone di assumere a malincuore decisioni particolarmente drastiche.

Siamo certi che questo ennesimo sacrificio che chiediamo ai nostri concittadini sarà presto ripagato dalla sicurezza dall’aver vinto questa cruenta battaglia contro un nemico invisibile e perfido. Ovviamente invitiamo tutti a non riversarsi in massa nei giorni precedenti nei cimiteri ed a rispettare in sempre le regole del distanziamento evitando qualsiasi occasione di assembramento”.

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L’INIZIATIVA NATA DALLA COLLABORAZIONE TRA L’ENSEMBLE VOCALE “LA VAGA AURORA”E L’ASSOCIAZIONE “IN OCTABO”, CHE ILLUSTRERÀ IN UNA VISITA GUIDATA I

TESORI DELL’ABBAZIA. POSTI SU PRENOTAZIONE

Abbazia S. Lorenzo, Aversa: domenica 25 ottobre il concerto itinerante

“Cantate Domino”

Musica e cultura, arte e spiritualità: domenica 25 ottobre 2020 alle ore 19,00, il Complesso Abbaziale di S. Lorenzo Aversa ospiterà l’evento speciale “Cantate Domino … Ad Septimum”.

Si tratta di un concerto “itinerante” curato dall’Ensemble vocale “La Vaga Aurora” e dall’Associazione “In Octabo”, un’originale e affascinante combinazione tra esibizione canora e visita guidata alla scoperta della magnifica Abbazia benedettina.

“L’intento è quello di svelare agli occhi degli spettatori i luoghi storici della città di Aversa,

valorizzandoli con eventi artistici e manifestazioni di carattere culturale”, spiegano Angela Fusco e Angela Di Foggia, membri rispettivamente dell’ensemble vocale e dell’associazione culturale.

“Con il suo magnifico sagrato e i due bellissimi chiostri rinascimentali, l’abbazia di S. Lorenzo diventa un palcoscenico a cielo aperto per una esibizione di canto a cappella che ripercorre tutto il patrimonio musicale del ‘500, tra villanelle, madrigali e musica sacra”.

La visita guidata condurrà il pubblico alla scoperta di uno dei luoghi più antichi della città, tra curiosità e storia, e sul finire del percorso si potrà ancora godere della musica con una sosta breve all’interno della chiesa.

L'iniziativa di domenica prossima fa parte del percorso culturale ideato nell'ambito delle celebrazioni per l’anno giubilare, a 25 anni dalla riapertura al culto dell’Abbazia.

Patrocinato dal Comune di Aversa, l’evento si svolgerà in sicurezza rispettando i protocolli previsti dalle normative anti Covid19. Per questo motivo si rende necessaria la prenotazione al numero 328 0085303.

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L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DEDICA UNA STRADA AI TRE VALOROSI SACERDOTI

A SANT’ARPINO NASCE “VIA

SACERDOTI FRATELLI BOERIO”

Un fulgido esempio di virtù morali che hanno lasciato un ricordo indelebile nella cittadina atellana di ELPIDIO IORIO

Intestata una strada di Sant’Arpino ai “Sacerdoti Fratelli Boerio”, ossia i congiunti Raffaele, Antimo e Nicola, che hanno vissuto dando esempio di onestà e coraggio predicando il cristianesimo con umiltà nel rispetto del Vangelo tanto da lasciare in ogni posto ove hanno operato una scia luminosa di intensa religiosità e cultura.

La decisione è stata ufficializzata dal sindaco della cittadina atellana, Giuseppe Dell’Aversana, appena dopo che la Giunta Comunale ha approvato la relativa delibera (la numero 102 del 20/10/20).

“E’ indubbio – dichiara Dell’Aversana - che fra le personalità locali che hanno dato lustro al nostro paese spiccano i tre sacerdoti Boerio, a cui mai finora è stata intitolata una strada pur avendo loro dato un fulgido esempio di virtù morali e lasciato un ricordo indelebile nel tessuto sociale e culturale santarpinese. I tre religiosi hanno operato in contesti di rilievo, in Italia e all’estero, ed hanno avuto un ruolo importante per il progresso della pace e l'avanzamento della concordia fra i popoli.

Dunque, con l’iniziativa dell’intestazione della strada alla loro memoria, s’intende colmare un debito di riconoscenza nei confronti dei nostri conterranei. Ma anche valorizzare le gesta di questi valorosi religiosi affinché, in tempi difficili come quelli moderni, il loro esempio possa illuminare ciascuno di noi nel quotidiano assolvimento delle proprie funzioni private e pubbliche”.

La via interessata dal provvedimento è quella che congiunge le vie Gemito e Viviani, un tratto di strada (lungo 65 mt e largo 10,20 mt) censito nello stradario comunale “senza nome”, nonostante vi siano diverse abitazioni, con la pubblica illuminazione e traffico veicolare.

Una situazione che ha creato sinora non pochi disagi ai residenti di qui la decisione dell’amministrazione di intervenire per eliminare il disservizio e, nel contempo, onorare e perpetuare la memoria ai posteri dei tre fratelli sacerdoti come esempio positivo da imitare per il bene della collettività. Ma vediamo in sintesi chi erano i fratelli Boerio.

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Raffaele Boerio, nacque nel 1907 e nel 1917 entrò a far parte del Seminario di Aversa. Nel 1932 fu ordinato sacerdote. Dopo aver ricoperto varie cariche all’interno del Seminario di Aversa, nel 1939 monsignor Antonio Teutonico, vescovo di Aversa, gli affidò la parrocchia di san Marcellino, nell’omonimo paese. Portò entusiasmo nelle associazioni cattoliche, restaurò la chiesa, acquistò una casa canonica, rinvigorì la fede nei suoi parrocchiani. Morì nel 1943 a soli 36 anni.

Antimo, nacque nel 1911 e a soli 12 anni entrò nel seminario del PIME di Ducenta. Fu ordinato sacerdote nel 1934 a Milano dal cardinale Schuster. Poco dopo partì per la Cina dove si impegnò per la diffusione della religione cristiana, predicando in tante città cinesi. Dopo lo scoppio della guerra cino-giapponese, venne rinchiuso per tre anni in un campo di concentramento. Nel 1948, fu costretto a lasciare il paese a seguito dell’avvento dei comunisti al potere. Si trasferì a Hong Kong, e qui si dedicò alla scrittura di testi religiosi. Nel 1952, il PIME decise di inviarlo missionario negli Stati Uniti.

Fu prima impiegato a Detroit nell’ufficio stampa e propaganda con il compito di tenere i contatti con i missionari sparsi nel mondo, poi divenne parroco in una parrocchia dell’Ohio. Nel 1957 tornò in Italia, ricoprendo diversi incarichi amministrativi per il PIME. Si spense nel 1998.

Nicola Boerio nacque nel 1914, nel 1927 entrò nel convento dei Missionari dei Sacri Cuori di Secondigliano e vi studiò per sette anni. Si trasferì poi a Roma per frequentare la facoltà di Teologia all’Università Pontificia di Propaganda Fide. Nel 1937 fu ordinato sacerdote. Ritornò a Secondigliano dedicandosi all’educazione dei fanciulli dell’oratorio della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori.

Quattro anni dopo venne nominato rettore, realizzando importanti opere per l’istituto e per i ragazzi che volevano studiare. Nel 1969, venne eletto Superiore Generale della Congregazione.

Morì nel 1980 compianto da tutto l’istituto per l’immenso lavoro svolto. Riposa nella cappella di famiglia insieme ai due fratelli Raffaele e Antimo.

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CON LA PANDEMIA TROPPO SPESSO CI LASCIAMO PRENDERE DALLA PAURA E DALLO SCONFORTO MA L’OBIETTIVO E’ LA “GIOIA PIENA”! BELLISSIMA LETTERA DEL

PRESIDENTE NAZIONALE DEL M.A.S.C.I. AI “GIOVANI” MASCINI

RIMANIAMO VIVI!

di ROMUALDO GUIDA

Con una lettera bellissima, piena di “speranza”, il Presidente Nazionale del M.A.S.C.I. ha voluto spronate i “sempre giovani” Scout Adulti con queste parole: “ Abbiamo messo in programma molte cose, sognavamo belle iniziative, ma oggi ci rendiamo conto che siamo chiamati a vivere un tempo diverso da quello che immaginavamo un anno fa, ma sempre da vivere in pienezza: <<e la vostra gioia sia piena>> (Gv,15) deve rimanere l’obiettivo che il Masci offre ad ogni Adulto Scout! Che lo scautismo, a tutte le età, non si possa fare solo via Zoom, credo sia chiaro a tutti.

Che lo scautismo sia soprattutto una esperienza da vivere insieme credo sia altrettanto chiaro.

Che un movimento che si ferma per un tempo troppo lungo rischia di non essere più, dobbiamo onestamente ammetterlo. Ma lo scautismo poggia su una concezione ottimistica del ragazzo,

dell’uomo, della vita. Pertanto in questo difficile tempo di pandemia covid-19 che purtroppo perdurerà ancora a lungo, ove non abbiamo ancora imparato a convivere con il virus e troppo spesso ci lasciamo prendere dalla paura e dallo sconforto, non dobbiamo perdere la speranza;

proviamo, allora, a delineare un percorso che possa essere almeno occasione di semina per il nostro Movimento.”

E prosegue: “Il rispetto delle norme generali e locali non si pone in discussione, l’atteggiamento con cui si vive questo nostro tempo, che dipende molto dalle caratteristiche personali di ognuno di noi, può però non essere indifferente, perché di fatto ognuno ha influenza sugli altri. Rifiuto le categorie che emergono sui mass-media tra negazionisti e catastrofisti, così come rifiuto le categorie che a volte affiorano nelle nostre chat del saggio che rinuncia e dell’avventato che vuole camminare, o al contrario di chi è scout perché opera e di chi lo è meno perché si ferma. “La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia” diceva Gandhi. Tutti noi siamo coscienti che la realtà oggi è davvero complicata, forse ci aspettano mesi più difficili persino di marzo- aprile scorsi, ma proprio per questo dobbiamo avere la capacità di trovare strade che ci portino al domani e il coraggio di percorrerle, la sola attesa di tempi migliori è resa incondizionata e ciò non può essere ascritto alla nostra responsabilità.

Ogni livello associativo gioca un ruolo determinante, autonomo ma non isolato, è un tempo dove soprattutto le Comunità possono dare continuità e prospettiva al Masci.

Comunque ogni realtà può guardare con concretezza, prudenza e realismo ai passi che può compiere e capire quali relazioni mantenere e come, quali servizi fare e come, quali esperienze vivere e come, quali proposte lanciare e come, cosa inventarsi…...”.

Insomma: RIMANIAMO VIVI !!!!

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OGGI 25 OTTOBRE E' IL WORLD PASTA DAY

TRADIZIONE O INNOVAZIONE?

ECCO COME L'HANNO MANGIATA GLI ITALIANI NEL 2020

Durante il lockdown, dati DOXA/ Unione Italiana Food e ICE, i consumi globali di pasta sono cresciuti del 24%. Specie in Italia, che con 23,1 kg procapite annui precede Tunisia (17 kg) e Venezuela (12 kg) sul podio dei pasta lover.

In 20 anni l'amore per la pasta italiana e per la dieta mediterranea raddoppia: il mondo ne consuma quasi 16 milioni di tonnellate (erano poco più di 7 nel 2000), 1 piatto di pasta su 4 mangiato nel mondo è prodotto in Italia.

Festeggiamenti sulle tavole e sui social per celebrare la pasta e la Dieta Mediterranea: la kermesse "Al Dente” porta 200 ricette mediterranee di pasta nei 200 ristoranti di tutto il mondo e un social pasta party abbraccerà i 5 continenti.

Oggi è il World Pasta Day, manifestazione ideata e curata dai pastai di Unione Italiana Food (già AIDEPI) e IPO – International Pasta Organisation che dal 1998 celebra ogni 25 ottobre l'amore nel mondo per questo alimento buono, sano, sostenibile e di casa in tutte le culture. Nel 2020 i festeggiamenti raddoppiano:

nel decennale del riconoscimento UNESCO della Dieta Mediterranea a Patrimonio Immateriale

dell'Umanità, la kermesse "Al Dente – The Italian way of Pasta” porta in 200 ristoranti in Italia e nel mondo un piatto di pasta ispirati alla dieta mediterranea. Mentre sui Social una spaghettata virtuale unirà idealmente i 5 continenti. Ispirazione di chef e appassionati è il movimento #VivoMediterraneo, un decalogo di principi e comportamenti quotidiani che si ispira, attualizzandola, alla Dieta Mediterranea e al suo futuro, coniugando alimentazione, movimento, convivialità e sostenibilità.

Secondo i dati di Unione Italiana Food, nel 2019 sono state prodotte nel mondo quasi 16 milioni di tonnellate di pasta, più del doppio rispetto ai 7 milioni di 20 anni fa. E infatti la consumano tutti (o quasi) i francesi, i tedeschi, gli inglesi e ben 9 americani su 10. Ma è l'Italia il leader dei paesi pasta lover per produzione (3,5 milioni di

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tonnellate) e consumi: la mangiano tutti (98%) con 23,1 kg procapite annui. E circa 6 italiani su 10, in tutte le fasce di età e con un picco al centro- sud, la portano in tavola tutti i giorni.

E il lockdown non ha fermato questa passione:

in particolare, in Campania – dove 7 persone su 10 la mangiano la pasta ogni giorno - il 34% degli italiani ne ha aumentato il consumo durante i mesi più difficili, scegliendola come piatto del cuore e riempiendo dispense e carrelli della spesa di spaghetti &co.

In casa durante il lockdown il 39% degli italiani ha preparato ricette più elaborate, avendo più tempo libero a disposizione; il 34% degli italiani ha preparato ricette della tradizione e di famiglia, per trovare conforto in un momento incerto;

altrettanti (32%) hanno sperimentato "nuove ricette e nuovi metodi di cottura” (32%), mentre 2 su 10 (21%) hanno acquistato "nuovi formati e tipologie di pasta come quella integrale, di legumi, senza glutine”. Il 5%, infine, non ha rinunciato a piatti di pasta "d'autore” ordinato penne, linguine e maccheroni con il food delivery.

A proposito di ristoranti, la pasta resta un must dei pasti fuori casa anche in un momento in cui il distanziamento richiede una socialità più responsabile. Lo conferma una indagine condotta sulla sua community da The Fork - piattaforma di prenotazione di ristoranti online e partner del World Pasta Day 2020. Il 46%

associa la pasta a qualsiasi tipologia di ristorante, che si tratti di un'osteria o di un fine dining. E più della metà afferma che molto spesso la sua scelta al ristorante ricade proprio su un primo. All'85%

piace infine essere stupiti con una ricetta di pasta particolare proposta dallo chef, invece di una tradizionale.

200 RICETTE D'AUTORE LA PASTA REGINA DELLA DIETA MEDITERRANEA NEL MONDO Per gli amanti della pasta stellata, il 25 ottobre riserva un vero e proprio giro del mondo attorno allo spaghetto: 200 chef hanno aderito alla manifestazione Al Dente, mettendo in menù altrettante ricette di pasta ispirate al tema

#VivoMediterraneo. Roma, Milano, Napoli, Londra, Parigi, New York, Washington, Dubai, Bali, Buenos Aires: sono solo alcune delle

"capitali della pasta” dove per una settimana sarà possibile assaggiare un piatto di pasta firmato da big come Heinz Beck, i Fratelli Cerea e gli Alajmo, Iside De Cesare, Sandro e Maurizio Serva, Francesco Apreda, Alfonso e Ernesto Iaccarino. Gli appassionati che desiderano sperimentare l'interpretazione d'autore del piatto potranno consultare la lista dei ristoranti che aderiscono all'iniziativa sulla piattaforma digitale http://aldente.worldpastaday.org, che fin dal nome racconta la passione italiana per la cottura perfetta.

IN CAMPANIA 16 RISTORANTI HANNO ADERITO ALLA KERMESSE "AL DENTE”

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E in Campania sono 16 i ristoranti che hanno aderito all'iniziativa: Bacalajuò (Acerra), Cantina La Barbera e Simone Profeta (Napoli), Casa Barbato (Montoro), Da Gigione (Pomigliano d'Arco), Don Alfonso 1890 (Sant'Agata sui Golfi), La Dispensa San Salvatore e Beach Club 93 (Paestum), L'Ebbrezza di Noè, Locanda Mariacoli (Sant'Anastasia), N'ataluna (Grottaminarda),Kresios (Telese Terme), Pane e Acqua Bistrot (Caserta), Piazzetta Milù (Castellammare di Stabia), Re, santi e leoni (Nola), Tre Olivi. Per maggiori informazioni, visita https://aldente.worldpastaday.org/

UNA SPAGHETTATA VIRTUALE LANCIA LA SFIDA DELLA PASTA MEDITERRANEA SUI SOCIAL NETWORK

L'invito di Unione Italiana Food e IPO è esteso anche a blogger e pasta lover: il 25 ottobre, un social pasta party abbraccerà i 5 continenti in una spaghettata virtuale. Con gli hashtag

#VivoMediterraneo e #WorldPastaDay, tutti potranno postare foto e video della loro idea di pasta mediterranea, in una giornata piena di tweet up, eventi Facebook, foto e Instagram stories, per celebrare lo stile di vita famoso in

menzionati sui canali ufficiali We Love Pasta (Instagram, Facebook e Twitter).

ITALIANO 1 PIATTO DI PASTA SU 4 NEL MONDO, +25% EXPORT NEL 2020

Dici pasta pensi Italia: È italiano un piatto di pasta su 4 al mondo, 3 su 4 in Europa. Se il 2019 ha registrato il record di esportazioni (oltre 2,1 milioni di tonnellate, +7,5% sul 2018), le elaborazioni di Unione Italiana Food su dati Istat rivelano nei primi sei mesi del 2020 un risultato (+25%) davvero eccezionale. In valori assoluti, Germania, UK, Francia, USA e Giappone sono i mercati più strategici. Ma la voglia di pasta italiana registra crescite superiori al 40% verso gli USA, Canada, Australia e Romania, del +30%

verso UK, Paesi Bassi, Arabia Saudita.

Addirittura. superiori al 60% per Hong-Kong, Ucraina e Irlanda. Altri mercati strategici come Francia, Cina e Corea del Sud registrano crescite di oltre il 20%.

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