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Manutenzione caldaia: come e perché farla funzionare bene

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Manutenzione caldaia: come e perché farla funzionare bene

Autore: Maura Corrado | 16/05/2016

La manutenzione caldaia è importante, sia per garantire un corretto funzionamento dell’impianto termico sia per evitare di incorrere in sanzioni pecuniarie. Cerchiamo di capire quali sono i controlli da effettuare e le scadenze.

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Manutenzione della caldaia: perché?

La manutenzione della caldaia deve essere periodicamente effettuata seguendo delle scadenze ben precise. Il suo corretto funzionamento – o quello della pompa di calore se si ha un impianto di climatizzazione – è fondamentale, infatti, per consumare meno contribuendo, così, a ridurre l’inquinamento ambientale ma anche per assicurarsi un maggior risparmio economico. Inoltre, non dimentichiamo che solo attraverso la manutenzione si eviterà di incorrere nelle sanzioni pecuniarie che la legge prevede [1].

Quali sono i controlli da effettuare?

Il compito di far eseguire i controlli spetta al responsabile dell’impianto, che, a seconda dei casi, sarà l’utilizzatore dell’alloggio (proprietario o inquilino) o l’amministratore del condominio, in caso di impianti centralizzati. I controlli dovranno essere affidati a un tecnico abilitato riconosciuto dal Comune.

Occorre precisare che sussiste, in materia, una distinzione fondamentale: la revisione periodica, detta anche manutenzione ordinaria, infatti, non va confusa con il controllo dell’efficienza energetica, vale a dire la classica verifica dei fumi.

A cosa serve la manutenzione ordinaria della caldaia?

La manutenzione ordinaria è necessaria per garantire la sicurezza dell’impianto, la riduzione dell’inquinamento e il risparmio energetico. Per questa operazione la legge non indica una precisa periodicità ma specifica soltanto che i controlli devono essere effettuati da ditte abilitate, seguendo le indicazioni dell’impresa

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installatrice. In pratica, le scadenze saranno diverse in base al tipo di impianto e al modello di caldaia: per sapere, quindi, ogni quanto effettuare il controllo, basterà seguire le indicazioni fornite nelle istruzioni d’uso. In loro assenza, occorrerà fare riferimento alla periodicità prevista dalle norme UNI e CEI. In genere, comunque, i controlli vanno effettuati con cadenza annuale o biennale.

Ogni quanto va effettuato il controllo dell’efficienza energetica della caldaia?

Diverso il discorso per la verifica dei fumi, il cui regolamento prevede precise s c a d e n z e , d i v e r s e a s e c o n d a d e l l a p o t e n z a d e l l ’ i m p i a n t o e del combustibile utilizzato:

per gli impianti con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW, a combustibile liquido o solido, i controlli devono essere effettuati ogni 2 anni;

per gli impianti con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW, a gas metano o GPL, i controlli devono essere effettuati ogni 4 anni;

per gli impianti termici con potenza superiore a 100 kW, a combustibile liquido o solido, i controlli devono essere effettuati ogni anno;

per gli impianti con potenza superiore a 100 kW, a gas metano o GPL, i controlli devono essere effettuati ogni 2 anni [2].

Ci sono però delle eccezioni: Regioni e Provincie Autonome, infatti, hanno emanato proprie norme che, spesso, prevedono scadenze diverse; in altri casi è il produttore dell’apparecchio o l’installatore raccomandare il controllo con più frequenza; regole specifiche sono, poi, in vigore per i Comuni con più di 40.000 abitanti [3]. In quest’ultimo caso è bene informarsi presso lo Sportello Energia del proprio comune o provincia su quale sia la periodicità da seguire.

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Quali sono gli adempimenti da rispettare per la caldaia?

Oltre ai controlli periodici possono esserci altri adempimenti burocratici da seguire, come:

tenere il libretto di manutenzione;

acquistare eventuali bolli per attestare che l’intervento è stato fatto;

eventuali comunicazioni da presentare al Comune, che provvede a effettuare controlli a campione: quando questo accade, è necessario esibire tutta la documentazione richiesta per evitare sanzioni.

Da tenere bene a mente che, ogni volta che il tecnico effettua i periodici controlli di manutenzione e verifica dei fumi, deve rilasciarvi un rapporto di controllo da allegare al libretto di impianto.

Quanto costa la manutenzione caldaia?

A questo punto è giunto il momento di farsi due conti in tasca: il costo della manutenzione caldaia varia a seconda delle Regioni e della ditta a cui ci si affida, ma in genere è mediamente compreso tra i 60 e gli 80 euro; esborso maggiore se si esegue anche il controllo dei fumi: in tal caso si arriva anche a 100 euro. Ma le spese non finiscono qui, dal momento che bisogna considerare anche quelle relative alla prima accensione, collaudo e primo controllo dei fumi della caldaia installata (che alcune ditte includono nel prezzo d’acquisto), l’eventuale estensione della garanzia, che ha un costo una tantum tra i 50 e gli 80 euro e un canone annuo intorno ai 100 euro. Riguardo a quest’ultimo punto, è vero anche che tale cifra copre, oltre ai controlli periodici previsti per legge, anche la manutenzione straordinaria ed eventuali pezzi di ricambio.

Note

[1] La norma di riferimento per la periodicità dei controlli è il D.P.R. n. 74/2013 sul

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controllo dell’efficienza energetica, in vigore dal 16 aprile del 2013, che uniforma la normativa italiana alle norme europee, riparando alla procedura d’infrazione per

il non completo recepimento della Direttiva Europea sul rendimento energetico in edilizia n. 2002/91/CE. [2] Ecco perché la stragrande maggioranza degli impianti

domestici in Italia ha una potenza inferiore a 100 kW. [3] In questo caso le scadenze sono regolamentate diversamente, dai D.P.R. n. 412/1993 e n. 59/1999 e

dai d.lgs. n. 192/2005 e n. 311/2006.

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