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Commento
sul mercato dei cambi 15 ottobre 2020
A cura del Servizio Internazionale/Sala Cambi Banca Popolare di Sondrio
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EUR/USD
Lo scorso 16 settembre la Federal Reserve non ha modificato il livello dei tassi e ha confermato di considerare appropriato mantenere il target range del fed funds ai livelli attuali “finché le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli di massima occupazione (in linea con le valutazioni del FOMC) e finché l’inflazione non avrà raggiunto livelli leggermente superiori al 2.00% in maniera stabile e per un certo periodo”.
Con la nuova “forward guidance” entrambi gli obiettivi dovranno essere raggiunti prima che la FED possa procedere con un rialzo dei tassi e, se consideriamo che il livello di piena occupazione è intorno al 4.00%
(livello raggiunto tra marzo 2018 e febbraio 2019 e precedentemente nel 2000), questo rende molto improbabile un ritocco verso l’alto nei prossimi anni. Per l’economia statunitense sarebbe molto positivo un risultato chiaro nelle prossime elezioni presidenziali: il fatto di avere certezza su chi sarà il prossimo presidente con la conseguente stabilità politica dovrebbe portare benefici all’economia stessa. Al contrario, qualora il risultato fosse impugnato da uno dei due contendenti e non si riuscisse ad avere certezza sul vincitore per un periodo più o meno lungo, l’economia americana potrebbe risentirne. Il presidente Trump ha già più volte dichiarato che non accetterà una sconfitta alle elezioni puntando l’indice soprattutto sul voto per posta (storicamente favorevole ai democratici). Un’eventuale disputa, con conseguente riconteggio dei voti (come già successo per lo stato della Florida nel 2000), dovrebbe verificarsi solo se il risultato delle elezioni non mostrasse una chiara maggioranza. In questo caso il fatto che la Corte Suprema sia ormai a maggioranza Repubblicana potrebbe giocare a favore del presidente uscente. In Europa, in seguito alla ripresa dei contagi COVID-19, il mercato inizia a scontare un ulteriore taglio dei tassi da parte di BCE, di soli 10 basis points. Anche i commenti della Governatrice Lagarde a favore di eventuali nuove misure espansive (tra cui l’estensione del programma di acquisto titoli e la possibile riduzione del deposit rate) lasciano aperta questa possibilità. Resta comunque difficile capire perché la decisione del taglio non sia stata presa questa primavera, quando anche le altre banche centrali sono intervenute riducendo, spesso in maniera sensibile, i tassi. Sul fronte politico sembra sempre più difficile un accordo in tempi brevi sull’approvazione del budget della EU e sulle modalità di erogazione e di rimborso del recovery fund. Una volta trovato l’accordo in sede di Commissione Europea, lo stesso dovrà essere approvato dai singoli parlamenti degli stati membri e dal parlamento europeo. È quindi molto probabile che la data del primo gennaio 2021 (ipotizzata inizialmente come data di partenza del recovery fund) non possa essere rispettata e che quindi si debba aspettare la primavera prima di vedere il recovery fund in azione.
Mentre scriviamo EUR/USD quota 1.1710.
Grafico Giornaliero EUR/USD
S1 S2 S3
Supporti 1.1600 1.1425 1.1180
R1 R2 R3
Resistenze 1.1850 1.2000 1.2090
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EUR/GBP
Il Regno Unito rimane sempre sotto pressione, stretto nella morsa tra la gestione della recrudescenza dei contagi e la questione Brexit. L’economia britannica è una delle più colpite dall’inizio della pandemia e il rialzo dei contagi delle ultime settimane (in linea con la seconda ondata che sta attraversando l’Europa) fa presagire una introduzione di misure di contenimento ancora più restrittive (come la chiusura dei locali pubblici che alcune città del nord hanno già adottato) e che inevitabilmente avranno impatto sulla già fragile economia, provata dalla prima ondata di infezioni della scorsa primavera. Dall’altro lato, la situazione Brexit che non sembra ancora giunta ad una soluzione mantiene la sterlina debole e altamente volatile. Quando a fine anno il periodo di transizione scadrà, se le due parti non avranno raggiunto un accordo (che al momento non sembra essere in vista) il Regno Unito sarà ufficialmente fuori dall’Unione Europea, scenario no da escludere ultimamente considerando il fatto che anche il Governo Britannico non ha sicuramente facilitato il processo dopo l’introduzione dell’Internal Market Bill (che vìola l’accordo in base al quale l’Irlanda del Nord continuerebbe a far parte del mercato unico europeo nel caso di un no-deal). Stante la situazione tutt’altro che positiva, la banca centrale nella sua ultima riunione ha dichiarato che, seppur in questo momento non ci siano le condizioni per intervenire, il comitato di politica monetaria ha pronti gli strumenti di intervento in caso di hard Brexit. Oltre a immaginare una estensione del programma di quantitative easing, il ricorso a tassi negativi viene annoverata tra le iniziative di intervento a supporto dell’economia. La BOE ha comunque ribadito che l’intervento sui tassi sarà condizionato dalla reazione del corso della sterlina in caso di scenario peggiore, lasciando intendere che qualora la situazione dovesse innescare una eccessiva veloce spirale discendente del cambio, la BOE potrebbe decidere anche di alzare i tassi per sostenere la sterlina. Il summit Europeo in programma per oggi e domani era stato fissato da Johnson come scadenza massima entro la quale le due parti avrebbero dovuto dimostrare importanti progressi per scongiurare un abbandono delle trattative dalla parte britannica, bluff a cui la parte europea non sembra aver mai voluto credere, fiduciosa che Londra alla fine avrebbe continuato le trattative. Le settimane prossime saranno quindi decisive per le sorti del Regno Unito e della sterlina che, in assenza di importanti e concreti sviluppi sul tavolo negoziale, si manterrà debole ed estremamente volatile, preda delle notizie e/o (sperati) progressi che inevitabilmente si susseguiranno in rapida successione con l’avvicinarsi della fine dell’anno.
Grafico Giornaliero EUR/GBP
S1 S2 S3
Supporti 0.9000 0.8980 0.8950
R1 R2 R3
Resistenze 0.9080 0.9100 0.9140
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EUR/CHF
Dalla metà di luglio, il tasso di cambio EUR/CHF è rimasto nel range compreso tra 1,0700 e 1.0850 circa. Con l’autunno è arrivata anche la seconda ondata della pandemia che si è diffusa in gran parte dell'Europa: in Germania in particolare, ma anche in Francia, Spagna, Italia ed il numero di casi sta crescendo in maniera esponenziale. La diffusione del virus, secondo l'esperienza della primavera scorsa, può essere contenuta solamente con la messa in campo di misure preventive forti (lockdown mirati) con conseguenze economiche negative. Con la seconda ondata della pandemia l'EUR/CHF rimane sotto pressione in quanto il mercato farà quello che ha sempre funzionato in tempi di stress ossia vendere EUR/CHF. Tuttavia, la SNB dovrebbe riuscire a impedire che il tasso di cambio precipiti, gli analisti si aspettano infatti che la SNB riuscirà a mantenere l'EUR/CHF ben al di sopra del livello di 1,05 in quanto la banca centrale centrando questo obiettivo già in primavera, in piena pandemia, ha guadagnato una reputazione ed il mercato sarà quindi meno propenso questa volta a sfidarla.
Grafico Giornaliero EUR/CHF
S1 S2 S3
Supporti 1.0700 1.0600 1.0500
R1 R2 R3
Resistenze 1.0800 1.0850 1.1000
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MERCATI EMERGENTI
EUR/TRY
Prosegue il trend fortemente rialzista del cross EUR/TRY, che negli ultimi 3 mesi ha aggiornato quasi ogni giorno il massimo livello ogni epoca. Il picco di 8,20 toccato ad agosto 2018 all’apice delle tensioni diplomatiche con gli Stati Uniti aveva rappresentato un campanello d’allarme, rientrato nei mesi successivi. La lenta e costante svalutazione della lira a cui stiamo assistendo da marzo di quest’anno è molto più preoccupante, in quanto scarsamente correlata con le dinamiche geopolitiche ed economiche internazionali e con il sentiment legato all’evoluzione della pandemia da Covid-19. Il problema di fondo riguarda la mancanza di credibilità della Central Bank of Turkey e del governo turco nella gestione economica e politica del Paese. Pur in uno scenario di ripresa dell’inflazione dal 8,60% raggiunto un anno fa, il presidente Erdogan ha continuato a spingere per una politica economica ultra-accomodante, con un obiettivo limitato alla crescita economica e del tutto scollegato dal raggiungimento dell’inflazione target del 5%. La decisione della CBT di mantenere invariato al 8,2% il tasso d’interesse nominale in occasione delle tre riunioni estive (dopo 9 tagli tassi consecutivi) ha di fatto favorito la crescita dell’inflazione oltre l’11% su base annua e l’inasprimento del tasso d’interesse reale in territorio negativo. Neanche l’aumento inaspettato di 200 punti base del tasso d’interesse di riferimento operato a settembre dalla banca centrale è servito a ridurre le spinte ribassiste sulla lira provenienti dal mercato dei cambi, il quale continua ad individuare questi interventi come estemporanei e mirati al contenimento del deprezzamento della divisa locale nel breve termine. Nella stessa direzione sono andati i continui interventi sul mercato FX da parte della CBT, che hanno portate lo stock di riserve valutare in territorio negativo. Per invertire il trend rialzista del cross EUR/TRY è necessario un cambio radicale e strutturale nella politica economica che, complici le continue ingerenze provenienti dal governo Erdogan, sembra al momento molto difficile.
Grafico Giornaliero EUR/TRY
S1 S2 S3
Supporti 8.8000 8.2000 7.8000
R1 R2 R3
Resistenze 9.3000 -- --
Banca Popolare di Sondrio 6 | P a g e EUR/CZK
È tornato nuovamente sopra quota 27 il cross EUR/CZK, al culmine di un trend rialzista iniziato nei primi giorni di settembre e partito 10 figure sotto. A scatenare tale movimento è stato senza dubbio l’esplosione della seconda ondata di contagi a ritmi nettamente superiori di quelli registrati a marzo, che ha portato la Repubblica Ceca ad essere, insieme alla Spagna, il Paese europeo con il maggior rapporto tra nuovi infetti e popolazione totale. L’intervento del governo stavolta è tardato ad arrivare, a differenza di quanto avvenuto in primavera, e solo il 5 ottobre è stato dichiarato lo stato d’emergenza. A distanza di pochi giorni il primo ministro ceco Andrei Babis ha rincarato la dose, etichettando come decisive le successive due settimane (quella in corso e la prossima), per stabilire se sia necessario o meno ripristinare il lockdown. La Czech National Bank si è dichiarata in tal caso pronta ad intervenire per fornire ulteriore supporto all’economia, sebbene lo scenario attuale non richieda ulteriori allentamenti monetari. L’inflazione si è confermata infatti a settembre in discesa e di poco superiore al 3%, che rappresenta il limite superiore della banda di tolleranza individuata dalla CNB. Le ultime stime rilasciate dall’istituto centrale vedono l’inflazione scendere nei prossimi mesi fino al target del 2% ed assestarsi in tale area nel medio-lungo periodo. L’incertezza rimane comunque elevata e le prossime settimane si preannunciano caratterizzate da un’alta volatilità, con il rischio di rinnovate spinte ribassiste sulla corona ceca qualora lo scenario epidemiologico dovesse peggiorare ulteriormente.
Grafico Giornaliero EUR/CZK
S1 S2 S3
Supporti 26.900 26.000 25.400
R1 R2 R3
Resistenze 27.700 28.000 28.500
Banca Popolare di Sondrio 7 | P a g e Tassi di cambio: proiezioni
Valute Spot Q4 20 Q1 21 Q2 21 Q3 21 2021 2022 EURUSD 1,1717 1.1800 1.1900 1.2000 1.2200 1.2300 1.2200 EURGBP 0,9043 0.9100 0.9000 0.9000 0.9000 0.9000 0.8700 EURCHF 1,0709 1.0800 1.0900 1.0900 1.1000 1.1200 1.1100 EURJPY 123,30 125.00 126.00 126.00 128.00 130.00 131.00 EURCNY 7,8726 8.0200 8.0800 8.1100 8.2400 8.2800 8.1400 EURBRL 6,5512 6.3500 6.3800 6.3000 6.4100 6.3300 6.0400 EURRUB 91,3175 88.9000 87.3200 88.5000 86.3900 86.7800 - USDCNY 6,7285 6.8000 6.7900 6.7600 6.7500 6.7300 6.6800 USDBRL 5,5912 5.3800 5.3600 5.2500 5.2500 5.1500 4.9500 USDRUB 77,9370 75.6000 74.0000 72.0000 72.0000 72.1500 73.5000
Tassi di cambio: punti forward
Valute Spot 1M 2M 3M 6M 1Y 2Y
EURUSD 1,1717 8 16 25 48 97 203
EURGBP 0,9043 5 9 14 28 57 120
EURCHF 1,0709 -2 -5 -7 -14 -28 -50
EURJPY 123,30 4 8 10 19 36 60
EURCNY NDF 7,8726 225 457 717 1355 2536 4960 EURBRL NDF 6,5512 100 205 306 624 1636 5176 EURRUB 91,3175 3300 6825 10690 20375 42495 87500 USDCNY NDF 6,7285 155 308 473 880 1610 3010 USDBRL NDF 5,5912 49 100 139 299 928 3383 USDRUB 77,9370 2457 4874 7351 14280 29860 62059
Tassi di cambio forward
Valute Spot 1M 2M 3M 6M 1Y 2Y
EURUSD 1,1717 1,1725 1,1733 1,1742 1,1765 1,1814 1,1920 EURGBP 0,9043 0,9048 0,9052 0,9057 0,9071 0,9100 0,9163 EURCHF 1,0709 1,0707 1,0704 1,0702 1,0695 1,0681 1,0659 EURJPY 123,30 123,34 123,38 123,40 123,49 123,66 123,90 EURCNY NDF 7,8726 7,8951 7,9183 7,9443 8,0081 8,1262 8,3686 EURBRL NDF 6,5512 6,5612 6,5717 6,5818 6,6136 6,7148 7,0688 EURRUB 91,3175 91,6475 92,0000 92,3865 93,3550 95,5670 100,0675 USDCNY NDF 6,7285 6,7440 6,7593 6,7758 6,8165 6,8895 7,0295 USDBRL NDF 5,5912 5,5961 5,6012 5,6051 5,6211 5,6840 5,9295 USDRUB 77,9370 78,1827 78,4244 78,6721 79,3650 80,9230 84,1429
Le operazioni in BRL e CNY vengono contabilizzate come NDF (Non Deliverable Forward) Fonte Bloomberg/Thomson Reuters – Elaborazioni BPS
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Appendice
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