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Centro e periferia

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Academic year: 2021

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Centro e periferia

di Enrico Castelnuovo e Carlo Ginzburg

Maria Di Falco Mustazzella - Giacomo Fedele - Vincenzo Giordano - Francesca Meloro - Alessandro Patrone

Università degli Studi di Salerno

Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale Corso Magistrale in Storia e Critica d’Arte

(2)

“Centro e Periferia”

Il saggio rilegge la storia dell’arte

mettendo in discussione uno dei

dogmi su cui era basata da secoli

l’identificazione del centro come luogo della creazione artistica

Qual è il significato dei due termini?

in contrasto con la periferia, considerato luogo della “ricezione tardiva”.

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Periferia

Ritardo artistico

I termini «centro» e

«periferia», pertanto,

secondo gli autori,

vanno valutati nella loro

complessità:

Geografica

Politica

Economica

Religiosa

attraverso elementi

che offrano un

quadro strutturato

del campo artistico

1 Dominazione simbolica

2 Dinamica degli artisti

3 Dinamica dei committenti

4 Dinamica delle opere

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«E in un’età di imperialismi e di subimperialismi, in cui anche le bottiglie di

Coca-Cola si configurano come segno tangibile di vincoli non solo culturali, il

problema della dominazione simbolica, delle sue forme, delle possibilità e dei

modi di contrastarla, ci tocca inevitabilmente da vicino ».

E. Castelnuovo, C. Ginzburg « Centro e Periferia» in “Storia dell’Arte Italiana. Materiali e Problemi. Questioni e Metodi” – Torino, 1979, I, Einaudi, p. 286

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L’esportazione di simboli e opere artistiche

(spostamento, furto, raccolta) e la loro ricollocazione

in luoghi ed edifici importanti del “centro” è stato uno

strumento di egemonia politica e culturale.

Attraverso l’invio di modelli, opere e artisti prestigiosi

- dalla periferia - il centro di produzione ha sempre

attuato una strategia di dominazione simbolica.

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La dominazione simbolica

Si attua tramite il flusso dei migliori talenti 1. dalla periferia verso il centro

Come nel caso di Antonello Da Messina

(fine ‘400), che sarà attirato verso il centro politicamente egemone

di Venezia.

Ma anche attraverso la dinamica opposta, cioè 2. dal centro alla periferia Come nel caso degli artisti

del Vercellese (metà ‘400), che si spostarono nelle zone di campagna per decorare l’Oratorio di San Bernardo a Gattinara

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La dominazione simbolica

“La relatività e quindi mobilità dei concetti di centro e periferia, mai da intendersi come assoluti [...] indica come la coppia centro/periferia non sia e non debba essere collegata soltanto al lento formarsi di un canone storico ma sia già attiva all'interno di coordinate temporali omogenee: cosa sia centro e cosa periferia

dipende anche dalla prospettiva di chi guarda, allora come

oggi”.

A. Nova, “Centro, Periferia, Provincia: Tiziano e Romanino”, in “Romanino, un pittore in rivolta nel Rinascimento italiano”,

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La dominazione simbolica

Un esempio tipico di dominazione simbolica si ravvisa nell’antico insediamento romano di Pitinum Pisaurense, dove varie operazioni di razzia dei beni simbolici hanno portato alla creazione di un nuovo centro urbano,

Macerata Feltria, nato come fenice dalle

macerie romane, tutto per incrementare il primato simbolico di un nuovo centro.

Veduta della zona di confluenza dei fiumi Apsa e Cacciarvello a Macerata Feltria, area in cui è sorta Pitinum Pisaurense.

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La Pieve romanica di San Cassiano in Pitino, con re-impiego di materiali di età romana.

La dominazione simbolica

Poco distante dal borgo medievale di Macerata Feltria si trovano i resti dell’antica Pitinum Pisaurense, uno dei centri romani dell’ager Gallicus.

Qui si erge la Pieve di San Cassiano in

Pitino: l’abitato romano fu abbandonato

dai suoi abitanti attorno al VI-VII secolo d.C., ma la presenza della Pieve assicurò una frequentazione continua dell’area.

Il nuovo centro urbano di Macerata Feltria è stato edificato anche attraverso il riuso dei materiali decorativi e simbolici dell’antico centro romano - divenuto periferia - e a cui è stato assegnato il ruolo di necropoli.

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La dominazione simbolica

Frammento di lastra riquadrata con nastro intrecciato a due solchi ritrovato nella

controfacciata della Pieve di San Cassiano in Pitino (IX sec. d.C.)

e elemento decorato con nastri intrecciati, fiore e disco a doppio giro nella quarta arcata a destra della medesima struttura.

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La dominazione simbolica

Capitello “a stampella” del IX-X sec.

e stucco decorato, entrambi ritrovati nella Pieve di San Cassiano (XI-XII sec.) Monofora al centro dell’abside della Pieve con iscrizione trecentesca incisa sulla base e pietra murata al centro dell’abside con iscrizione trecentesca «Anno Domini-Millesimo Tre Centesimo…»

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La dominazione simbolica

Il fenomeno di appropriazione dell’antico e di riuso ha avuto, in questo contesto, una funzione fortemente simbolica, in quanto il nuovo abitato urbano di Macerata Feltria, sorto in età medievale, ha costruito una propria identità culturale attraverso il reimpiego di materiali a cui è stata attribuita dignità storica di memoria del passato.

Il riuso degli elementi decorativi di Pitinum Pisaurense, pertanto, a tutti gli effetti si inserisce nel contesto di una dominazione simbolica nel “rapporto fra centro e periferia, (che) è utile solo se

inteso come un modello dinamico adatto a cogliere la rapida trasformazione del campo di forze Iegata allo scorrere del tempo: certe aree geografiche sono diventate centri mentre altre hanno

perso la loro centralità nel corso dei secoli, ma ancora più decisivo è che i due concetti fluttuino

persino all'interno dello stesso periodo storico, [...] poiché i due concetti dipendono dal punto di vista di chi osserva e dall'impostazione dei problemi”.

A. Nova, “Centro, Periferia, Provincia: Tiziano e Romanino”, in “Romanino, un pittore in rivolta nel Rinascimento italiano”, a cura di Camerlengo, Milano, 2006, p. 48

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La dominazione simbolica

«Non è certo una novità affermare che le immagini possano

essere strumenti di persuasione e di dominazione, nel

rapporto, mai pacifico, tra centro e periferia».

E. Castelnuovo, C. Ginzburg « Centro e Periferia» in “Storia dell’Arte Italiana. Materiali e Problemi. Questioni e Metodi” – Torino, 1979, I, Einaudi, p. 336

Riferimenti

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