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R a c c o m a n d a te g li in m odo sp ecia le I l Vostro a ff.m o in G

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q u e lle che ab b ia m o tra mano dei p rec ed en ti C a pitoli, risol­

vendo fin d ’ora di osservare le ultime, com e ci saranno a p ­ provate dalla S. Congregazione.

S p e r o che tu tta la famiglia salesiana, rico rd an d o di es­

se re consacrata fin dal prin cipiare di questo secolo al S. C u o r e di G e s ù , si sforzerà in avvenire di amarlo con sem pre c r e ­ sc e n te ardore, d ’im itarne con maggio r perfezione le virtù e di rip arare con tutto zelo gli oltraggi che riceve nel S S . S a- c r a m ento d e l l’Eucaristia. R a c c o m a n d a te g li in m odo sp ecia le

I l Vostro a ff.m o in G. C.

S a c . Mi c h e l e Ru a.

S t u d i - V o c a z i o n i .

T orino, 2 luglio 1906.

F esta della V isitazione di M. SS.

Lettere Edificanti N. 8.

C arissim i F ig li in G. C.

E ’ s e m p re p e r m e soave e consolante il poterm i in tra t­

te n é r e con voi. L e g g o con p ia c e re le lettere c h e mi in ­ viate, in cui mi d a te ragguaglio delle vostre fatiche e delle vostre sante conquiste ; mi trovo volentieri fra di voi q u a n d o siete riuniti o per gli esercizi spirituali o p e r altro motivo;

e mi sento felice q u a n d o p r e n d o la p e n n a p e r com unicarvi i miei pensieri.

S e non che questo è anc or p o co p e r me : vorrei p o ­ term i m oltiplicare p e r portarmi a passare almeno q u a lc h e

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g iorno in ciascuna delle nostre case, godere la vostra c o m ­ p a g n ia e d edificarmi cogli esempi della vostra attività e del vostro spirituale progresso. C i ò non è possibile p e r le grandi distanze : tuttavia, dove mi è dato di rec arm i senza o c c u ­ p a r e tro p p o tem po n e ’ viaggi, procuro di farlo, a n c h e m a l­

g r a d o q u a lc h e sacrifizio, che p e r altro è reso dolce dal . p i a ­ c e r e di trovarmi con voi. — E voi, o miei b uoni figliuoli, c h e p iù di tutti siete in regioni lontane, voi, che {orse non av e te mai v e d u to D o n Bosco nè il suo S u cce sso re, c h e pur ta nto am a te , co m e ne d a te prova nelle vostre lettere, s a p ­ p ia te c h e non siete dim enticati, sa ppiate che, se non posso venir col corpo a d intrattenermi con voi, vi sto presente col cu ore, e seguo passo passo la vostra vita, c oll’ansietà d i un p a d r e c h e vi am a e d es id era il vostro vero b e n e , la salvezza della vostra anima, la vostra santificazione.

N e i masi scorsi ho potuto visitare varie case e trattenerm i a mio agio an c h e con molti Confratelli e C o o p e ra to ri che ancora non mi conoscevano. A ttra v e rs a i tutta la F ra n cia , p e r recarm i a visitare le varie case delle Isole Britanniche, p a s sa i p e r le nostre ca se del P orto gallo, e d in gran parte d i quelle della S p a g n a e quindi, tornato a T o r i n o , dopo b r e v e ferm ata ripresi il viaggio per le nostre case d e ll’Italia M e rid io n a le , della Sicilia, della C a la b ria e delle Puglie.

D a p p e r t u t t o ho visto quanto il S ignore ci b e n e d ic e , ho visto l’entusiasm o di migliaia di B enefattori, e d ho visto il buono spirito che c ’è fra i nostri Confratelli, ho visto che si la ­ vora molto e c h e reg n a la carità, la quale è, co m e dic e S . P aolo, vin cu lu m perfectionis.

E d ora a co m u n e edificazione vi riferisco le cose che

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in m odo speciale molta consolazione a p porta rono al mio cu ore. D o v u n q u e ho v eduto che sono molto a p p re zza te e d e s id erate le opere salesiane e dap p e rtu tto si ha g r a n d e v e ­ nerazione pel loro F ondatore, il nostro buon P a d r e D o n Bosco. O ltr e lo sviluppo che vanno p r e n d e n d o tali opere, ap p u n to per la simpatia e d appoggi di cui godono, in tutte le parti ricevevo continue istanze p e r nuove fondazioni. E questa era la p e n a che turbava alquanto la mia contentezza, il dover sem pre rispondere che si avesse pazie nza, p e rc h è m a n ca il personale. O h ! quanto desid eravo c h e si m oltipli­

cassero i nostri Confratelli ! M i consolava però il vede re lo zelo c h e d a parecchi si spiega per coltivare le vocazioni fi a i giovani stu denti e d artigiani e d anc he col p ro m uovere la ca tegoria dei Figli di M a ria , d a cui tanto b e n e sp e ra v a il nostro b u o n P a d r e D . Bosco, che l’aveva così cara. H o sa ­ puto con p ia c e re che un Ispettore vi destinò una sua casa, e c h e già ne aveva raccolti una settantina tutti solleciti del loro miglioramento morale e d ell’acquisto del necessario sa­

pere . In altre Ispettorie c e n ’erano di meno, ma tutti b e n coltivati. Si reputino fortunati q u e g l’ispettori e D irettori che n e hanno già q ualcheduno, anzi procurin o di au m en ta rn e il n u m e ro ; li provvedano d e ll’insegnam ento necessario e s ta ­ biliscano un orario fisso e m etodico, affinchè possano a p ­ profittare b e n e n e' loro studi. M a r i a S S . A u silia tric e non m a n c h e rà di b e n e d ir e quelle case e quei superiori che si p re n d o n o a petto q u e s t’op era provvidenziale, che è tu tta sua e di tante vocazioni fu fruttuosa p e r la P i a nostra Società.

H o trovato in molti nostri S a c e r d o ti lodevole im pe gno per tenersi b e n e istruiti nella T e o l o g ia morale, la q u a le non

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» solo ci serve p e r dirig ere saggiam ente le anim e a noi com- m esse, ma a n c h e ci fa apprezzare meglio la grazia d ella v o ­ cazione e c ’infonde sem pre maggio r desiderio del nostro profitto spirituale. H o visto che in qualche Ispettoria s ’in ­ trodusse una c o n suetudine c h ’io proporrei all’imitazione di tutti g l’ispettori. U s a n o quei nostri buoni S a c e r d o ti risolvere c iascuno p e r iscritto 1 casi proposti ciascun m ese ; e, do p o averli discussi in apposita conferenza, li inviano all’ispettore, il quale li esamina o fa esam inare d a uno espre ssam ente scelto d a lui, e li r im a n d a con tutte le d e b i te correzioni in conformità della soluzione uffiziale d a ta ogni mese. A n e s­

suno sfugge quanto sia utile questo m e todo p e r farsi un criterio sicuro in ogni questione teologica, e p e r a v e re le i d e e b e n chiare nella pratica. R ico rd iam o ci c h e ars artium regim en a n im a ru m , e teniam o com e d ette p e r noi quellé parole ispirate che S a n P ao lo volgeva al suo diletto d isc e ­ polo T i m o t e o : attende tibi et doctrinae : insta in illis : hoc enim fa c ie n s et teipsum sa lvu m fa c ie s et eos q u i te a u d iu n t (I T i m . , I V , 16). E qui, gia c c h e parliamo di teologia, p e r ­ m ettetem i di e s ten d e re la mia esortazione alle altre scienze e c clesia stich e S p e c ia lm e n te in tem po di vacanze, in cui pel- ordin ario vi è maggio r agio, invece di a tte n d e re a d altri studi talor vani o leggeri, dia m o una rip assata alla storia ecclesia stica, leggiamo d iligente m e nte q u a lc h e p a r ie della S a c r a S crittu ra. T u t t o concorre a farci degni ministri e d i ­ sp ensatoli d e ’ misteri di Dio . Q u a n to b e n e farà quel sa­

ce rd o te che è sem pre sollecito ut perfectus sit hom o D ei, a d om ne opus bonum in stru ctu s! ( II T i m . , III, 17). Q u e s t a esortazione rivolgo pure ai chierici stu denti di teologia. A i

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coadiutori poi r ac co m a n d o di tenersi b e n a d d e strati nel C a te chism o, affinchè, dovendolo insegnare, lo sa ppiano ve- r a m ente a perfezione. P o tre b b e r o a n c h ’essi, sp e cie nella d o ­ menica, fare q u alch e lettura ascetica o studiare q u a lc h e tratto di Storia S a c ra od E c c lesiastica , spe cia lm e nte quella scritta d all’indim enticabile nostro P a d r e D . Bosco. T u t t o questo coopera a fortificarci nella fede e n ell’am or di D io , chè, com e d ic e lo Spirito S a n to , è la sapienza c h e ci fa vera m ente onore. D ilectio D e i honorabilis sapientia ( E c c l . I, 14). A questo proposito d e b b o ac c e n n a re c h e mi fu di non leggera soddisfazione l'assistere a gare c a te ch istich e p i o ­ mosse fra gli allievi interni e fra gli esterni degli O ra to rii festivi, p rep a ra ti non solo dai preti e chierici m a p u ie dai Confratelli coadiutori. C h i p u ò c a lc o la r e il vantaggio che ricavano i giovanetti d a tale diligente studio !

L 'i m p e g n o spiegato dai nostri nell'insegnam ento del C a ­ techismo ha la sua eco anche nel C le ro secolare. In una città, dove d a q u a lc h e tem po a b b ia m fondato d u e O ratorii, p e r farmi una delle più grate sorprese, mi fu p resentata dal V ic a r io G e n e ra le u n ’associazione già b e n num erosa di gio­

vani S a c e rd o ti, che non solo aiutano i n o stri nel catechizzare 1 fanciulli, ma si spargono nelle varie p a rro cc h ie a d e s e r ­ citare lo stesso così utile ufficio a favore di tanta altra g io ­ ventù.

A l t r a cosa molto consolante fu p e r m e il sapere e v e ­ d e r e nei luoghi di missione d a me visitati, che si vanno o p e ra n d o molte conversioni, spe cia lm e nte nei paesi dove non regna la fede cattolica. M o lti protestanti abiurano i loro errori e si fanno ferventi cattolici. Intanto riceviam o notizie

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di conversioni fra i selvaggi : e perfino nella recentissim a missione d e ll’in dia a b b i a m o già q u a lc h e conversione im p o r­

tante, c h e ci dimostra com e Iddio vuole p rem iare ogni nostro sacrificio e fatica nell’insegnare le verità di nostra santa re ­ ligione. D a l ca nto nostro noi dic iam o con fervore: P a le r, a d ve n ia t regnum tu u m .

H o p u r e visto, con mia contentezza, c h e si d ie d e molto sviluppo agli O ra to r ii festivi, d a cui tanto b e n e si aspetta la C h i e s a e la S o cie tà. I nostii b u o n i Confratelli moltipli­

c arono le loro industrie p e r au m en ta re e d assistere i loro allievi. S en tite quanto si fa p e r l’O ra to rio festivo in un luogo difficilissimo, d o v e cre d ev o che b e n poco ci pote sse o tte ­ nere: è una co m unicazione di un nostro Confratello sacerdote.

E g li a d u n q u e mi scriv e: 11 E c c o quanto si fece n ell’anno passato. R itiro mensile, l ’ultima d o m e n ic a : la m a ttina is tru ­ zione, esam e di coscienza, p reghie ra per l’esercizio di b u o n a morte. Q u e s t a pia pratica lascia viva im pressione nei giovani oratoriani. L a c o m unione mensile, in giorno libero, vi è r e ­ golare. H o fondato u n a società di m utu o soccorso pel caso di malattia (5 cent, settim anali di contribuzione); u n a ca sra di risparmio p e r in sinuar nei nostri giovani l’ide a d e ll’ordine e d e l l’econom ia ; e, in questi giorni di sciopero e di e rrori sociali, un circolo di studi sociologici p e r mettere q u a lc h e i d e a retta e chiara negli apprendizzi. E c c o in breve ciò c h e fo p e r q u es ta opera d ell’O ra to r io festivo n.

C o n o s c e n d o quel nostro caro D iretto re q uanto sia im ­ portante coltivare l’O ra to r io nel te m p o delle vacanze, anzi­

c h é pen s are a riposarsi pensa profittar d ell’occasione, e d a g ­ g iu n g e : 11 P e r circa un mese mi metto a far oratorio m a t­

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tino e sera p e r co m o d ità degli studenti : l’anno scorso ra g ­ giunse ro il centinaio. A l l a fine delle vacanze hanno tre giorni di esercizi spirituali n.

O ttim a m e n te : se a tutte queste p ratich e quel caro c o n ­ fratello potesse ancora aggiungere q u alch e industria p e r col­

tivare f ra ’ suoi allievi q ualche vocazione p o tr e b b e quasi q u e l l’O ra to r io essere proposto a modello.

Sì, a n c h e negli O ra to rii festivi conviene coltivare le vo­

cazioni. R ic o r d ia m o che il nostro bu o n P a d r e raccolse nel- l’O ra to r io festivo le sue prim e reclute; e così in altre nostre ispettorie le prim e e b u o n e reclute p e r la P i a nostra S o cie tà si e b b e r o dagli O ra torii festivi. In generale si lavora a c o l­

tivare le vocazioni nei collegi ; ma negli O ra to rii festivi talora quasi non si pensa a questa parte così im portante della nostra

missione.

S e noi faremo tutto il possibile, p e r esem pio con istra­

d a re gli O ra to rian i più buoni, che d an n o se gno di vocazione, allo studio del latino in ore libere dalle loro occupazioni, si potrà avere un buon contin gente per la nostra P i a S ocie tà.

L av o ria m o , lavoriamo per m oltiplicare gli operai e v a n ­ gelici e così si es te n d e rà sempre più la sfera di nostra pia azione a favore della C hiesa e della società.

E d intanto procuriam o noi stessi di co rrispondere sem pre meglio alla grazia della nostra vocazione col far sì che mentre cerchia m o, secondo le nostre forze, di salvar il prossimo, ci studiam o di evitare ogni m inima colpa delib e ra ta in noi stessi.

F a c c ia m o nostro l ’avviso dello Spirito S a n to : recupera pro- x im u m secundum virtutem tuam , et attende tibi ne incidas ( E c c l . X X V I I , 29). E mentre io esorto voi, o miei b uoni fi­

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gliuoli, a d u n i santa em ulazio ne di sem pre nuovi progressi nella prefezione, vi prego di non dim enticarvi di me nelle vostre p r e g h ie re ; di m s , che , to ccato l’a n n o settantesim o d i mia età, sento sem pre più la necessità della d iv in a grazia e del vostro concorso, p e r c h è mi sia m eno grave il peso del posto in cui D io mi volle collocare. D a parte m ia non c e s ­ se ò d ’invocare su ciascuno di voi le div in e bene diz ioni, m e ntre con cuore di p a d r e , mi riaffermo

Vostro a ff.m o in G. C.

S a c . Mi c h e l e Ru a.

L e virtù del Salesian o.

Torino, 24 giugno 1907.

Lettere edificanti N. 9.

M ie i cari C o n fra telli e F ig liu o li in G. C.

T u t t i i S o c i c o nduc ono vita com une, stretti solam ente dal vincolo della ca rità e dei voti semplici, il c h e li unisce in guisa d a form are un cu or solo e d u n ’anim a sola p e r am are e servire Iddio. Q u e s t e parole che noi leggiamo all’art. 7 delle nostre Costitu zio ni, sgorgarono dal cuore di D . .Bosco a rd e n te della più viva carità. E s s e ci mostrano che, mentre la carità è la sostanza della vita cristiana, molto più è l ’a ­ nim a della vita religiosa. C h i non v e d e in qu es te p o c h e

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