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LA PACE. Scuola prima

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Academic year: 2022

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2021

In marcia per...

LA PACE

Scuola primaria

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Care maestre e cari maestri, Cari ragazzi e ragazze,

anche quest'anno, nel mese di gennaio, sul vostro territorio, è attesa e sarà realizzata la marcia della Pace.

Un momento molto importante che richiama ognuno di noi a una grande responsabilità per diffondere una "Cultura della pace" in difesa dei diritti e per una convivenza basata sull'inclusione, sull'integrazione e sul dialogo.

In particolare, per la situazione che stiamo vivendo , l'attenzione verterà sul diritto alla salute e alla cura per tutti. Un tema centrale che tocca ciascuno di noi e spazia dalla vita quotidiana all'emergenza sanitaria.

Anche in questo periodo così particolare dobbiamo continuare a sognare in grande, per noi, per le persone che abbiamo accanto e per il mondo intero.

Per te cos'è la pace?

L'Ufficio Educazione Mondialità del PIME e l'Associazione Mondo a Colori, desiderano offrirvi qualche spunto di riflessione per rispondere a questa domanda.

Alcuni di voi sentiranno parlare di questa giornata per la prima volta, altri la conoscono già...anche quest'anno il contributo che ognuno di voi può dare è davvero unico e prezioso!

Abbiamo preparato per voi queste pagine di riflessione e di attività per mettervi in gioco e far fare anche a voi la vostra parte. I lavori che

realizzerete, i pensieri che vorrete donare a tutti potranno esser condivisi durante la marcia che si terrà il 24 gennaio 2021 ONLINE.

Grazie e...buona marcia della pace!

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è un medico italiano che ha fondato, con la moglie Teresa, l'ONG Emergency presente in 18 paesi del

mondo per assistere e curare le persone vittime di guerre, mine

anti-uomo e povertà.

C ‘era una volta un pianeta chiamato Terra.

Si chiamava Terra anche se, a dire il vero,

c’era molta più acqua che terra su quel pianeta.

Gli abitanti della Terra, infatti, usavano le parole in modo un po’

bislacco. Prendete le automobili, per esempio. Quel coso rotondo che si usa per guidare, loro lo chiamavano “volante”, anche se le macchine non volano affatto! Non sarebbe più logico chiamarlo

“guidante”, oppure”girante”, visto che serve per girare? Anche sulle cose importanti si faceva molta confusione. Si parlava spesso di

“diritti”: il diritto all’istruzione, per esempio, significava che tutti i bambini avrebbero potuto (e dovuto!) andare a scuola.

Il diritto alla salute poi, avrebbe dovuto significare che chiunque, ferito, oppure malato, doveva avere la possibilità di andare in ospedale. Ma per chi viveva in un paese senza scuole, oppure a causa della guerra non poteva uscire di casa, oppure chi non aveva i soldi per pagare l’ospedale (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l’eccezione), questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano un fico secco.

Fiaba di Mago Linguaggio

di Gino Strada

Iniziamo con una fiaba...

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Siccome non valevano per tutti ma solo per chi se li poteva

permettere, queste cose non erano diritti: erano diventati privilegi, e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. A volte, addirittura, i

potenti della terra chiamavano “operazione di pace” quella che, in realtà, era un’operazione di guerra: dicevano proprio il contrario di quello che in realtà intendevano...

E poi, sulla Terra, non c’era più accordo fra gli uomini sui significati:

per alcuni ricchezza significava avere diecimila miliardi, per altri

voleva dire avere almeno una patata da mangiare. Quanta confusione!

Tanta confusione che un giorno il mago Linguaggio non ne poté più.

Linguaggio era un mago potentissimo, che tanto tempo prima aveva inventato le parole e le aveva regalate agli uomini. All’inizio c’era stato un po’ di trambusto, perché gli uomini non sapevano come usarle, e se uno diceva carciofo l’altro pensava al canguro, e se uno chiedeva

spaghetti l’altro intendeva gorilla, e al ristorante non ci si capiva mai.

Allora il mago Linguaggio appiccicò ad ogni parola un significato preciso, cosicché le parole volessero dire sempre la stessa cosa, e per tutti. Da allora il carciofo è sempre stato un ortaggio, e il gorilla un animale peloso, e non c’era più il rischio di trovarsi per sbaglio nel piatto un grosso animale peloso, con il suo testone coperto di sugo di pomodoro. Questo lavoro, di dare alle parole un significato preciso, era costato un bel po’ di fatica al mago Linguaggio.

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Adesso, vedendo che gli uomini se ne infischiavano del suo lavoro, e continuavano ad usarle a capocchia, decise di dare loro una lezione:

“Le parole sono importanti”, amava dire, “se si cambiano le parole si cambia anche il mondo, e poi non si capisce più niente“.

Una notte, dunque, si mise a scombinare un po’ le cose, spostando una sillaba qui, una là, mescolando vocali e consonanti, anagrammando i nomi.

Alla mattina, infatti, non ci si capiva più niente. A tutti gli alberghi di una grande città aveva rubato la lettera G e la lettera H, ed erano

diventati…alberi! Decine e decine di enormi alberi, con sopra letti e comodini e frigobar, e i clienti stupitissimi che per scendere dovevano usare le liane come Tarzan.

Alle macchine aveva rubato una N, facendole diventare macchie, e chi cercava la propria automobile trovava soltanto una grossa chiazza

colorata parcheggiata in strada. Alle torte invece aveva aggiunto una S, erano diventate tutte storte, e cadevano per terra prima che i bambini se le potessero mangiare. Erano talmente storte che non erano più buone nemmeno per essere tirate in faccia. Nelle scuole si era anche divertito ad anagrammare, al momento dell’appello, la parola presente, e se prima gli alunni erano tutti presenti, adesso erano tutti serpenti, e le maestre scappavano via terrorizzate.

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Poi si era tolto uno sfizio personale: aveva eliminato del tutto la parola guerra, che aveva inventato per sbaglio, e non gli era mai piaciuta.

Così un grande capo della terra, che in quel momento stava per

dichiarare guerra, dovette interrompersi a metà della frase, e non se ne fece nulla. Inoltre aveva trasformato i cannoni in cannoli, siciliani

naturalmente, e chi stava combattendo si ritrovò tutto coperto di

ricotta e canditi. Andò avanti così per parecchi giorni, con le scarpe che diventavano carpe e nuotavano via, i mattoni che diventavano gattoni e le case si mettevano a miagolare, il pane che si trasformava in un cane e morsicava chi lo voleva mangiare. Quanta confusione!

Troppa confusione, e gli uomini non ne potevano più.

Mandarono quindi una delegazione dal mago Linguaggio, a chiedere che rimettesse a posto le parole, e con loro il mondo. “E va bene” disse Linguaggio “ma solo ad una condizione: che cominciate a usare le

parole con il loro giusto significato.” “I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi.

Uguaglianza deve significare davvero che tutti sono uguali e non che alcuni sono più uguali di altri. E per quanto riguarda la guerra…”

“Per quanto riguarda la guerra” lo interruppero gli uomini “ci abbiamo pensato… tienitela pure: è una parola di cui vogliamo fare a meno.”

Fine.

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IL VALORE DELLA PACE oggi...

...è ancora più importante perché parte dal prendersi cura dell’altro, non lasciarlo solo, avere un’attezione nei confronti di chi ha più bisogno.

Può esser il nostro vicino di casa, il nostro compagno di banco oppure una persona molto lontana da noi! Pace significa avere la possibilità di ricevere le cure delle quali si ha bisogno se è si ammalati, ma significa anche avere

vicino le persone che si amano. Pace significa curare, esser curati e prendersi cura, gli uni degli altri.

Dobbiamo cercare di allenare il nostro sguardo e il nostro cuore per sentirci parte di una grande famiglia in cui ci si prende cura di tutti!

Cosa ne pensate di questa fiaba?

Vi avrà fatto un pò sorridere ma anche riflettere.

Per capire meglio questo grande valore ci facciamo aiutare da P. Alessandro che ci manda il suo messaggio da un posto lontano...

CLICCA QUI PER ASCOLTARE

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prendiamoci cura

P.Alessandro ha imparato a prendersi cura delle persone, anche senza usare le parole e ci insegna che

tutti noi possiamo avere cura gli uni degli altri.

Mentre medici e infermieri guariscono le persone malate, anche noi nel nostro piccolo possiamo fare semplici ma quotidiani gesti di bene: un

sorriso, uno sguardo, una presenza e perchè no, un disegno o una canzone, per una persona che ha bisogno delle nostre attenzioni! 

All’inizio può sembrare che non ne siamo capaci, o che servano chissà quali strumenti, ma in realtà è più facile di quanto possa sembrare,

ascoltando il nostro cuore e seguendo la nostra creatività!

Vi invitiamo ad accorgervi dei gesti di cura attorno a voi, che fate e che ricevete, realizzate dei disegni e raccogliete delle foto per creare,

ciascuno, il suo collage...ne vedrete delle belle!

Quanti gesti attorno a noi che fanno la differenza per noi e per gli altri!

Vi suggeriamo di unire tutti i collage della classe e di creare il quadro collettivo della cura...per ricordarvi sempre quanto sia importante per

farci sentire bene e costruire pace intorno a noi!

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la pace è prendersi cura di chi è accanto a te, è un gesto di gentilezza,

è un disegno, una canzone, un sorriso...

è avere a cuore tutti!

Ti aspettiamo alla marcia della pace!

inviate I VOSTRI collage e/o i vostri CONTRIBUTI

ALL'INDIRIZZO MAIL mondoacolori.bernareggio

@gmail.com

ENTRO IL 15 GENNAIO

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