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Scuola LICEO SAFFO ROSETO DEGLI ABRUZZI a.s. 2020/2021

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Scuola

“ LICEO SAFFO” ROSETO DEGLI ABRUZZI a.s. 2020/2021

Piano Annuale per l’Inclusione

Piano elaborato nella seduta del GLI del /10/2020 alla presenza del Dirigente scolastico e dei proff: Piane, Di Feliciantonio, Ciappina, Belfiore, Talamonti, D’Ignazio, Giosia, Alberti, Daniele.

Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità

A. Rilevazione dei BES presenti:

1.

disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)

Ø

minorati vista 1

Ø

minorati udito 0

Ø

Psicofisici 11

2.

disturbi evolutivi specifici

Ø

DSA 31

Ø

ADHD/DOP

Ø

Borderline cognitivo

Ø

Altro 5

3.

svantaggio (indicare il disagio prevalente)

Ø

Socio-economico

Ø

Linguistico-culturale 6

Ø

Disagio comportamentale/relazionale

Ø

Altro 1

Totali 55

% su popolazione scolastica 55/1188 N° PEI redatti dai GLHO

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria 37 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria 6

B. Risorse professionali specifiche

Prevalentemente utilizzate in… Sì / No Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di

piccolo gruppo SI

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

SI

AEC Attività individualizzate e di

piccolo gruppo SI

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

SI

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di

piccolo gruppo NO

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

NO

Funzioni strumentali / coordinamento SI

Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) SI

Psicopedagogisti e affini esterni/interni NO

Docenti tutor/mentor NO

(2)

Altro:

Altro:

(3)

C. Coinvolgimento docenti curricolari

Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI SI

Rapporti con famiglie SI

Tutoraggio alunni SI

Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva SI Altro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI NO

Rapporti con famiglie SI

Tutoraggio alunni NO

Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva NO Altro:

Altri docenti

Partecipazione a GLI NO

Rapporti con famiglie SI

Tutoraggio alunni SI

Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva NO Altro:

D. Coinvolgimento personale ATA

Assistenza alunni disabili NO

Progetti di inclusione / laboratori integrati NO Altro:

E. Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e

psicopedagogia dell’età evolutiva SI

Coinvolgimento in progetti di inclusione SI Coinvolgimento in attività di promozione

della comunità educante SI

Altro:

F. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati sulla disabilità SI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati su disagio e simili SI

Procedure condivise di intervento sulla

disabilità SI

Procedure condivise di intervento su

disagio e simili SI

Progetti territoriali integrati NO

Progetti integrati a livello di singola scuola NO

Rapporti con CTS / CTI NO

Altro:

G. Rapporti con privato sociale e volontariato

Progetti territoriali integrati SI

Progetti integrati a livello di singola scuola SI Progetti a livello di reti di scuole NO

H. Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo-

didattiche / gestione della classe SI

Didattica speciale e progetti educativo-

didattici a prevalente tematica inclusiva SI Didattica interculturale / italiano L2 SI Psicologia e psicopatologia dell’età

evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) NO Progetti di formazione su specifiche

disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive,

sensoriali…) SI

Altro:

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Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*:

0 1 2 3 4

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento

degli insegnanti X

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; X Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola X Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola,

in rapporto ai diversi servizi esistenti; X

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare

alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative; X Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi

formativi inclusivi; X

Valorizzazione delle risorse esistenti X

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la

realizzazione dei progetti di inclusione X

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo

inserimento lavorativo. X

Altro:

Altro:

* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo

Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

(5)

Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)

• ruolo dinamico e progettuale del dirigente scolastico

• ruolo del docente di sostegno come insegnante complementare nella progettazione pedagogica e la conduzione didattica.

• lavoro in equipe di docenti che co-progettano, programmano insieme, documentano l’ attività didattica e valutano con dei dispositivi condivisi.

• preparazione dell’insegnante curriculare nell’affrontare le tematiche relative alla pedagogia speciale e alla didattica inclusiva.

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti

• formazione e aggiornamento di tutti i docenti e del personale scolastico in genere, basato su valori etici, fondamentali per educare all’inclusione in modo da rendere la diversità una risorsa e un valore.

• attività di formazione dove l’insegnante potrà acquisire e rafforzare competenze e conoscenze necessarie per essere in grado di valutare le strategie da adottare in classe, di organizzare e gestire le diverse situazioni e contesti, di proporre nuove metodologie collettive e collaborative.

• formazione sulle nuove tipologie di organizzazione (PEI su base ICF).

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;

• rilevare e registrare in itinere e in forma documentata, la maturazione delle competenze personali degli alunni, riflettendo anche sulle ragioni di eventuali differenze tra i livelli di padronanza dimostrati nelle conoscenze/abilita’ e nelle competenze.

• il feedback deve essere continuo, formativo e motivante e non punitivo o censorio.

rilevare, accertare e certificare le competenze richiede strumenti caratterizzati da accuratezza e attendibilità che, a differenza di quelli utilizzati per valutare soltanto la padronanza delle conoscenze e delle abilita’, eccedono, senza escluderle, le consuete modalità valutative scolastiche disciplinari (test, prove oggettive, interrogazioni…), ma richiedono anche osservazioni sistematiche prolungate nel tempo, valutazioni collegiali dei docenti che coinvolgono anche attori esterni alla scuola, a partire dalla famiglia, autovalutazioni dell’allievo, diari, coinvolgimento di esperti e simili. il livello di accettabilità della competenza manifestata in situazione scaturisce dalla somma di queste condivisioni e coinvolge nella maniera professionalmente più alta i docenti che si assumono la responsabilità di certificarla.

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

UN PROGETTO DI VITA NON E’ UN’OTTICA INDIVIDUALISTICA, E’ UN’IMPRESA COLLETTIVA, CON A CAPO IL SOGGETTO INTERESSATO. LE FIGURE COINVOLTE SONO:

• dirigente scolastico, garante dell’offerta formativa, realizza attività concernenti l’inclusione scolastica attraverso:

- la valorizzazione di progetti volti al potenziamento del processo di integrazione/inclusione;

- la guida e il coordinamento dei gruppi di lavoro (gli) e le attività connesse con le procedure previste dalle norme di riferimento;

-l’indirizzo dell’operato dei singoli consigli di classe, affinché promuovano e sviluppino le occasioni di apprendimento, favoriscano la partecipazione alle attività scolastiche e collaborino alla stesura del PEI;

-il coinvolgimento attivo delle famiglie garantendo la loro partecipazione durante l’elaborazione del PEI;

-la cura del raccordo con le diverse realtà territoriali.

• Il GLI (gruppo di lavoro per l’inclusione) che ha i seguenti compiti:

-rilevazione dei BES presenti nella scuola;

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raccolta e documentazione degli interventi didattico educativi posti in essere.

-confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;

-rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;

-analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso;

-formulazione di un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell’anno successivo;

-proposte di acquisto di materiali, strumenti ed ausili.

• FUNZIONE STRUMENTALE INCLUSIONE che : -coordina il gruppo degli insegnanti di sostegno.

-stabilisce contatti con enti locali, servizi e ASL;

-accoglie i suggerimenti e le richieste dei colleghi per l’acquisto di materiale scolastico.

• PERSONALE ATA, attento, vigile e collaborativo deve:

-prestare ausilio materiale agli alunni disabili nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse, nonché nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale.

• I COMPAGNI DI CLASSE, risorsa più preziosa per attivare processi inclusivi. fin dal primo giorno e’

necessario incentivare e lavorare su collaborazione, cooperazione e clima di classe. in particolare sono da valorizzare le strategie di lavoro collaborativo in coppia o in piccoli gruppi. l’apprendimento non e’ mai un processo solitario, ma e’ profondamente influenzato dalle relazioni, dagli stimoli e dai contesti tra pari.

• L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO, co-docente, risorsa aggiuntiva che consente di far evolvere la didattica ordinaria in forme più flessibili e inclusive come, l’apprendimento cooperativo, il tutoring, la didattica laboratoriale, l’adattamento e la diversificazione dei materiali di apprendimento, l’uso partecipato e inclusivo delle tecnologie e di promuovere l’utilizzo di una valutazione formativa autentica che esamina il processo di apprendimento e non i risultati.

• DOCENTE CURRICOLARE.

-utilizza modelli modulari o unita’ didattiche definiti con chiarezza e in modo analitico, da consegnare con anticipo all’insegnante di sostegno, che sara’ facilmente in grado di programmare i suoi interventi e alle famiglie che potranno aiutare nel pomeriggio i ragazzi;

concorda con il docente di sostegno le modalità di verifica e i criteri di valutazione coerenti con il percorso didattico-educativo dell’alunno disabile;

-favorisce forme di apprendimento collaborativo tra gli studenti per migliorare la socializzazione;

-sensibilizza la classe ai temi dell’inclusione.

• LA SEGRETERIA CHE:

-garantisce il supporto organizzativo e la gestione amministrativa della documentazione necessaria per realizzare il processo integrativo;

-tiene i contatti tra scuola e famiglia.

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti

Per quanto attiene alle risorse esterne il nostro polo liceale collabora con i servizi esistenti sul territorio( ASL, servizi sociali,…) e con la cooperativa che mette a disposizione assistenti educativi per il supporto agli alunni con bisogni educativi speciali.

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Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative

La famiglia avrà un ruolo importante nella scuola e anche se spesso è piena di difficoltà, non è necessariamente destinata a entrare in crisi e crollare, ma entrare in un’ottica di adattamento alla situazione e trarre in alcuni casi, perfino alcuni effetti positivi. La famiglia sarà una grande risorsa e una grande forza per la scuola,

verrà coinvolta attivamente, perché non si senta quasi un oggetto di studio e valutazione, ma partecipi a un processo di autocomprensione, dovrà inoltre avere chiaro ciò che può fare per sostenere il proprio figlio nelle attività di studio a casa in modo da favorire il processo di allontanamento/individuazione, essenziali per il raggiungimento di un assetto identitario sufficientemente stabile e soprattutto adulto. L’alleanza con la scuola, sarà un patto fondato sulla condivisione, sulla fiducia e sulla motivazione e soprattutto sulla buona relazione.

MODALITA’ DI RAPPORTO SCUOLA FAMIGLIA

Costruire una comunità scolastica orientata al sostegno reciproco viene considerato importante per cui la scuola sarà accogliente per tutte le famiglie. La collaborazione tra gruppo insegnante e famiglie sarà alla base del percorso educativo dell’alunno.I genitori, i fratelli, coinvolti nel processo educativo, non saranno spettatori, per cui si terrà conto dell’effetto (pragmatica ) di ciò che viene loro detto. La costruzione di un’alleanza con i genitori sarà uno dei punti fondamentali dell’intervento psicoeducativo. Alleanza ,intesa in primo luogo come immedesimarsi, capire davvero il punto di vista dei famigliari ma, allo stesso tempo, la scuola sarà garante che ciò che si costruisce sia un’alleanza a tre, che include la persona con disabilità, cittadino portatore di diritti e protagonista del proprio divenire, quale che sia il suo livello di autonomia visibile.

Le famiglie saranno adeguatamente informate sulle attività e le pratiche scolastiche. Si darà ai genitori l’opportunità di essere coinvolti nelle decisioni che riguardano la scuola . La scuola riconoscerà le difficoltà di alcune famiglie nel comunicare con la scuola mettendo in atto misure per porvi rimedio. Le famiglie inoltre dovranno avere ben chiaro ciò che possono fare per sostenere i propri figli nelle attività di studio a casa.

I resoconti quotidiani saranno un possibile strumento che faciliterà la comunicazione in modo da avvicinarsi ad una partnership educativa efficace.

La costruzione dell’alleanza con i genitori baserà il lavoro su un modello collaborativo nel quale, accanto ad una forte relazione di sostegno, siano perseguiti obiettivi comuni ,verso i quali i genitori siano guidati e sui quali essi stessi possano dare concretamente un contributo rilevante, attivando risorse, in molte occasioni inaspettate.

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi;

1. LA RISORSA COMPAGNI DI CLASSE

I compagni di classe sono la risorsa più preziosa per attivare processi inclusivi. Fin dal primo giorno è necessario incentivare e lavorare su collaborazione, cooperazione e clima di classe. In particolare sono da valorizzare le strategie di lavoro collaborativo in coppia o in piccoli gruppi. L’apprendimento non è mai un processo solitario, ma è profondamente influenzato dalle relazioni, dagli stimoli e dai contesti tra pari.

2. L’ADATTAMENTO COME STRATEGIA INCLUSIVA

Adattare significa variare i materiali rispetto ai diversi livelli di abilità e ai diversi stili cognitivi presenti in classe. L’adattamento più funzionale è basato su materiali in grado di attivare molteplici canali di elaborazione delle informazioni, dando aiuti aggiuntivi e attività a difficoltà graduale. L’adattamento di obiettivi e materiali è parte integrante del PEI e del PDP.

3. STRATEGIE LOGICO-VISIVE, MAPPE, SCHEMI E AIUTI VISIVI.

Per attivare dinamiche inclusive è fondamentale potenziare le strategie logico-visive, in particolare grazie all’uso di mappe mentali e mappe concettuali. Per gli alunni con maggiori difficoltà sono di grande aiuto tutte le forme di schematizzazione e organizzazione anticipata della conoscenza e, in particolare, i diagrammi, le

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linee del tempo, le illustrazioni significative e le flashcard delle regole, così come la valorizzazione delle risorse iconografiche, degli indici testuali e dell’analisi delle fonti visive.

4. PROCESSI COGNITIVI E STILI DI APPRENDIMENTO

Processi cognitivi e funzioni esecutive come attenzione, memorizzazione, pianificazione e problem-solving consentono lo sviluppo di abilità psicologiche, comportamentali e operative necessarie all’elaborazione delle informazioni e alla costruzione dell’apprendimento. Allo stesso tempo, una didattica realmente inclusiva deve valorizzare i diversi stili cognitivi presenti in classe e le diverse forme di intelligenza, sia per quanto riguarda gli alunni, sia per quanto riguarda le forme di insegnamento.

5. METACOGNIZIONE E METODO DI STUDIO

Sviluppare consapevolezza in ogni alunno rispetto ai propri processi cognitivi è obiettivo trasversale a ogni attività didattica.

6. EMOZIONI E VARIABILI PSICOLOGICHE NELL’APPRENDIMENTO

Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell’apprendimento e nella partecipazione. È centrale sviluppare una positiva immagine di sé e quindi buoni livelli di autostima e autoefficacia e un positivo stile di

attribuzione interno. La motivazione ad apprendere è fortemente influenzata da questi fattori, così come dalle emozioni relative all’appartenenza al gruppo di pari e al gruppo classe. L’educazione al riconoscimento e alle gestione delle proprie emozioni e della propria sfera affettiva è indispensabile per sviluppare

consapevolezza del proprio sé.

7. VALUTAZIONE, VERIFICA E FEEDBACK

In una prospettiva inclusiva la valutazione deve essere sempre formativa, finalizzata al miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento. La valutazione deve sviluppare processi metacognitivi nell’alunno e, pertanto, il feedback deve essere continuo, formativo e motivante e non punitivo o censorio.

Valorizzazione delle risorse esistenti

L’insegnante di sostegno non è più una figura separata, ma realmente titolare del lavoro educativo e didattico con tutti gli allievi. È co-docente/figura di sistema come recita la Legge 107 del 2015 “La Buona Scuola” in quanto svolge, come docente specializzato, la funzione di facilitatore dei processi inclusivi.

La co-docente condivide con l’intero Corpo Docente, ruolo, responsabilità, decisioni, non solo in merito ai disabili certificati, ma anche ai ragazzi con DSA e altri tipi di BES. La complessità delle classi necessita di più risorse, la co-docente di sostegno è una di queste risorse. L’osservazione ha permesso di raccogliere informazioni precise per individuare punti di forza e di debolezza degli alunni al fine di progettare un percorso personalizzato adeguato alle effettive necessità di ciascuno e del contesto classe.

Per i docenti curricolari, la co-docente, come risorsa aggiuntiva, consente di far evolvere la didattica ordinaria in forme più flessibili e inclusive come, l’apprendimento cooperativo, il tutoring, la didattica laboratoriale, l’adattamento e la diversificazione dei materiali di apprendimento, l’uso partecipato e inclusivo delle tecnologie e di promuovere l’utilizzo di una valutazione formativa autentica che esamina il processo di apprendimento e non i risultati.

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione

Ragazzi ed insegnanti possono usufruire di postazioni informatiche con ausili e software specifici, libri e sussidi multimediali, materiali per attività didattiche differenziate. Gli studenti possono comunque avvalersi degli spazi e delle strutture dell'Istituto: aule dotate di lavagne multimediali, palestra, laboratori di informatica e di scienze.

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Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

La scuola prevede incontri tra i docenti delle classi interessate e i precedenti insegnanti, per assicurare l’inserimento e la continuità didattica nel sistema scolastico degli alunni con bisogni educativi speciali.

In fase di accoglienza si svolgono anche incontri con i genitori dei ragazzi.

La scuola prevede attività di orientamento in uscita.

L’inclusione si dimostra essere una risorsa proprio perché obbliga-spinge verso un cambiamento nel fare scuola. Come dice Don Milani: “La scuola ha un problema: i ragazzi che perde. Se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più scuola. Chi era senza basi, lento, svogliato si sentiva il preferito. Veniva accolto come voi accogliete il primo della classe. Sembrava che la scuola fosse tutta solo per lui.

Finché non aveva capito, gli altri non andavano avanti”.

In questa affermazione si ritrova il valore ideale da adottarsi come “mission” di questa istituzione: “non perdere nessuno, perché tutti gli alunni sono educabili”.

Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data _________

Deliberato dal Collegio dei Docenti in data _________

Allegati:

Normativa di riferimento.

Proposta di assegnazione organico di sostegno

PROSPETTO ALUNNI H A.S. 2020/2021

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Art. 3-33-34 della Costituzione Italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali... E' compito della repubblica rimuovere gli

ostacoli...che impediscono il pieno sviluppo della persona umana....”; “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”; “ La scuola è aperta a tutti...”

• Legge 517/77: abolizione delle classi differenziali, garanzia al diritto di istruzione dell'alunno con handicap, istituzione dell'insegnante di sostegno, modalità di raccordo tra scuola e servizi sanitari;

modifica dei sistemi di valutazione e articolazione flessibile delle classi.

• Legge 104/92: coinvolgimento delle varie professionalità educative, sanitarie, sociali in un

progetto formativo individualizzato, redazione di diagnosi funzionale (ASL) e profilo dinamico

funzionale (equipe multidisciplinare), istituzione del piano educativo individualizzato (PEI).

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• “Il concetto di Bisogno Educativo Speciale si estende al di là di quelli che sono inclusi nelle categorie di disabilità, per coprire quegli alunni che vanno male a scuola (failing) per una varietà di altre ragioni che sono note nel loro impedire un progresso ottimale” (UNESCO 1997)

• C.M. 353/1998 (famiglie in difficoltà, alunni in ospedale, istruzione domiciliare) • Legge 53/2003: principio della personalizzazione dell'apprendimento.

• Legge n. 59/2004: indicazioni nazionali per i Piani di Studio Personalizzati. );

• Linee guida stranieri 2006 (svantaggio culturale);

• Linee guida 2009 (integrazione alunni con disabilità)

• nota min. 6013/2009 (sindrome ADHD)

• Legge 170/2010: riconoscimento dei disturbi specifici dell'apprendimento e istituzione del piano didattico personalizzato (PDP) con indicazioni precise sugli strumenti compensativi e le misure dispensative

• Direttiva 27 dicembre 2012: strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali;

organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica”.

• Circolare ministeriale n.8 del 6 marzo 2013.

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• Nota prot.1551 del 27 giugno 2013 Piano annuale per l'inclusività; • Bozza di circolare del 20 settembre e nota 1551/2013.

• Strumenti d'intervento per alunni con BES. Chiarimenti.

La direttiva e le successive circolari e note di chiarimento, delineano e precisano la strategia inclusiva della scuola italiana, al fine di realizzare pienamente il diritto all' apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà. Si ridefinisce e completa il tradizionale approccio all'integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di

intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all' intera area dei bisogni educativi speciali (BES), da sancire annualmente attraverso la redazione del Piano Annuale per

l'Inclusività.

La direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla Personalizzazione dell'apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi Enunciati dalla legge 53/2003.

E’ opportuno osservare che la Legge 170/2010 insiste più volte sul tema della didattica individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio, con ciò lasciando intendere la centralità delle metodologie didattiche, e non solo degli strumenti

compensativi e delle misure dispensative, per il raggiungimento del successo formativo degli alunni con DSA.

“Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe o sul piccolo gruppo, che diviene “personalizzato” quando è rivolto ad un particolare discente.

Più in generale, contestualizzandola nella situazione didattica dell’insegnamento in classe, l’azione

formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è

concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con

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l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo,

comportando quindi attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni.

L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo.

Si possono quindi proporre le seguenti definizioni.

La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere

l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente.

La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed

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unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe,

considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’

e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo. La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina dunque, per l’alunno e lo studente con DSA E BES, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.

TIPOLOGIE DI BES

1. Alunni disabili (legge 104/1992);

2. Alunni con disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici (legge 170/2010).

Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell'apprendimento (DSA), anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria,

ricomprendendo – per la comune origine nell'età evolutiva – anche quelli dell'attenzione e

dell'iperattività, mentre il funzionamento Intellettivo limite (Quoziente intellettivo da 70 a 85) viene considerato un caso di confine tra la disabilità e il disturbo specifico.

Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono certificate ai sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze e alle misure previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all'insegnante di sostegno.

La legge 170/2010,a tal punto, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura

educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge

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53/2003, nella prospettiva della “presa in carico” dell'alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall'insegnante per il sostegno, che tra l'altro è considerato di sostegno all'intera classe.

LEGGE REGIONALE 14 MAGGIO 2018, N. 15 Norme in materia di disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)

La presente legge, in conformità a quanto previsto dalla legge 8 ottobre 2010, n. 170 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico), detta norme in materia di interventi in favore di persone con la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia, denominate disturbi specifici dell'apprendimento (DSA).

Nota N°1865 del10/10/2017: indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione.

LA V ALUT AZIONE E GLI ESAMI DI ST A TO DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ E DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO L'articolo Il del decreto legislativo n. 62/2017 non introduce sostanziali novità nella valutazione periodica e finale delle alunne c degli alunni con

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disabilità e con disturbi specifici di apprendimento, ai tini dell'ammissione: alla classe successiva e all'esame di Stato, che viene effettuata secondo quanto previsto dagli articoli 2, 3, 5 c 6 del citato decreto. tenendo a riferimento, rispettivamente, il piano educativo individualizzato c il piano didattico personalizzato.

L.107...

3. Alunni con svantaggio sociale e culturale; la direttiva, a tale proposito, ricorda che tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni

psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana – per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione – è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio dalla lettura ad alta voce e dalle attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.).

In tal caso si avrà cura di monitorare l'efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente a particolari aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati più che strumenti compensativi e misure dispensative.

L'area dello svantaggio scolastico appare quindi molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni. Qualsiasi alunno può incontrare nella sua vita una situazione che gli crea bisogni educativi speciali; dunque è una condizione che riguarda tutti e a cui siamo tenuti, deontologicamente e politicamente, a rispondere in modo adeguato e individualizzato.

L'offerta formativa della scuola deve prevedere, nella quotidianità delle azioni da compiere, degli

interventi da adottare e dei progetti da realizzare, la possibilità di dare risposte diverse a esigenze

educative differenti. In tal senso, la presenza di Alunni disabili o in difficoltà non è un incidente di

percorso, un'emergenza da presidiare, ma un evento per il quale il sistema si riorganizza, avendo già

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previsto, al suo interno, forme di flessibilità o adattamenti in grado di rispondere alle varie richieste educative.

“Non c’è nulla che sia più ingiusto che far le parti uguali tra disuguali” (lettera ad una

professoressa, 1967)

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