2011: IMPRESE, ARTIGIANATO, COMMERCIO
Numeri positivi che però nascondono un anno di congiuntura
Al termine del 2011 a Treviglio risultano registrate 2.687 imprese attive. Rispetto al dicembre 2010 se ne contano 67 in più, pari al 2,5% (una percentuale superiore rispetto al dato provinciale che nell’insieme è cresciuto dello 0,8%). Tra il 2009 e il 2010 il numero delle imprese attive aveva segnato il passo; questo segno positivo (+67) e massimo storico per Treviglio, può far ben sperare.
Il numero delle cessazioni (171) è pressoché invariato rispetto agli ultimi anni e addirittura in diminuzione costante. Non positivo il numero delle nuove attività (226), in diminuzione rispetto agli anni scorsi (valore pari al dato del 2003).
Tiene e si rinsalda di 402 unità rispetto al 2010 il numero degli addetti pari a 15.465 unità. Da sottolineare però che il numero degli addetti complessivi corrisponde a quelli dichiarati dalle imprese in fase di iscrizione/modifica. L’informazione sugli addetti di impresa pertanto si configura solo come parametro dimensionale di impresa e non ha alcun riferimento con il livello di occupazione del territorio.
Il dato relativo alle cariche sociali in imprese individuali secondo l’origine dello stato di nascita conferma la continua tendenza di incremento della rappresentanza di cittadini stranieri salita al 18,5% (di questi il 90% extracomunitari) che nel 2007 era del 14,9%.
Nel sottoinsieme delle imprese artigiane, le imprese attive si attestano a 736, 15 posizioni in più rispetto al 2010.
Anche i numeri riguardanti il commercio hanno un saldo positivo, la soglia dei 500 esercizi commerciali al dettaglio toccata nel 2010, si alza a 508 nel 2011.
Dopo la leggera regressione del 2010, ritorna a crescere anche la superficie di vendita (massimo storico con 58.643 mq.). Non vi sono invece sbalzi significativi tra le tipologie merceologiche.
Il centro storico è sempre più rappresentativo della realtà commerciale con oltre il 49% degli esercizi di Treviglio. Tra le tipologie merceologiche del centro la parte del leone è sempre quella dell’abbigliamento (che comprende anche calzature, biancheria e merceria) con il record di 98 unità. Maggior sbocco in centro anche per gli esercizi di somministrazione alimenti e bevande (50 sul totale di 139), settore però che non conosce incrementi numerici.
Ma i numeri positivi nascondono purtroppo una realtà economica non sicuramente fiorente in questo periodo. I dati a disposizione su base provinciale e che rispecchiano anche la realtà di Treviglio (Servizio documentazione economica della CCIAA di Bergamo, 31/1/2012) parlano di un calo della produzione industriale, così come in Lombardia e nei dati ancora parziali a livello nazionale.
L’indice della produzione dell’industria bergamasca, dopo aver toccato il minimo a metà del 2009, è risalito sino al termine del 2010, si è sostanzialmente fermato nella prima metà del 2011 ed è scivolato tecnicamente in recessione negli ultimi due trimestri del 2011.
Tre sono gli indicatori rilevanti che sintetizzano la congiuntura industriale: gli ordinativi, gli addetti occupati e le previsioni delle imprese.
Nella media dell’intero 2011 gli ordini interni sono diminuiti del 3,5% mentre gli ordini esteri sono cresciuti dello 0,4%.
Per quanto riguarda l’occupazione, la dinamica degli addetti delle imprese industriali è stata negativa in misura contenuta (-1,4) ma superiore al corrispondente periodo dell’anno precedente. E l’utilizzo della Cassa integrazione interrompe la tendenza al calo che era abbastanza costante nell’ultimo biennio.
Le previsioni delle industrie bergamasche sul primo trimestre 2012 sono negative e in peggioramento per produzione e domanda interna, ma non per la domanda estera su cui prevalgono, seppur di poco, attese positive.
Le aspettative delle imprese sull’occupazione sono prevalentemente negative e coerenti, nell’industria, con la previsione del sistema Excelsior sulla domanda di lavoro in provincia di Bergamo relativa alla totalità dei settori economici (-0,7% nel primo trimestre 2012).
Anche il ciclo dell’artigianato manifatturiero è in fase negativa (-1,2% su base annua). In media d’anno il 2011 si chiude con un debole progresso della produzione rispetto al 2010 (+0,9%, superiore al dato regionale che si ferma al +0,3).
Nel commercio le vendite del quarto trimestre 2011 sono in forte calo (-6,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso) con un peggioramento marcato del non alimentare (-10,6%) e nell’alimentare (-9,8%).
Per tutto questo, si rinvia alla pubblicazione della Cciaa di Bergamo “La congiuntura economica – Industria, artigianato, commercio e servizi nel quarto trimestre 2011”, per un maggior approfondimento.
Marzo 2012
Pierluigi Giuliani – Suap Treviglio
