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IL CICLONE IDAI METTE IN GINOCCHIO L’AFRICA AUSTRALE Oltre un milione e mezzo le persone colpite in Mozambico, Zimbabwe e Malawi. Caritas in campo per avviare i primi interventi.

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00165 ROMA – via Aurelia, 796 – conto corrente postale n. 347013 tel. 06 661771 – fax 06 66177602

Ufficio Comunicazione: tel. 06 66177226 / 502 – mob. 348 5804275 comunicazione@caritas.it – www.caritas.it – @CaritasItaliana

IL CICLONE IDAI METTE IN GINOCCHIO L’AFRICA AUSTRALE

Oltre un milione e mezzo le persone colpite in Mozambico, Zimbabwe e Malawi.

Caritas in campo per avviare i primi interventi.

Una vasta area tra Mozambico, Zimbabwe e Malawi è stata colpita dal ciclone Idai dopo settimane di piogge torrenziali e alluvioni. Nonostante le cifre ufficiali siano ancora in aggiornamento, la situazione sul posto è definita “terrificante”: oltre 200 vittime già registrate, ma le stime parlano di più di 1.000. Complessivamente sono più di un milione e mezzo le persone colpite, centinaia di migliaia gli sfollati, case e edifici pubblici distrutti, strade bloccate con diverse zone ancora inaccessibili. Ancora una volta i Paesi più poveri subiscono le conseguenze peggiori dell’aumento di intensità e frequenza delle catastrofi ambientali, provocate anche dai cambiamenti climatici.

In Mozambico la zona maggiormente colpita è l’area centrale, in particolare la città costiera di Beira con il 90% degli edifici distrutti o danneggiati, ed i villaggi circostanti in tutta la provincia di Sofola. Danneggiato gravemente anche parte dell’ospedale e le più importanti strade di accesso alla città. Il porto è funzionate solo in parte, ma questo consente l’arrivo degli aiuti via mare.

Colpite da alluvioni anche altre provincie centrali di Manica, Zambezia e Tete, nonché parte di quella settentrionale di Niassa. Molti dei villaggi più interni sono rimasti isolati e ancora inaccessibili ai soccorsi.

In Zimbabwe ci sono almeno un centinaio di morti e oltre 200 dispersi. Anche qui i danni alle abitazioni e alle infrastrutture sono gravi. Le prime stime parlano di oltre 900 edifici distrutti. La regione di Chimanimani è tra le più colpite, molte zone sono inaccessibili anche agli elicotteri rendendo i soccorsi molto difficoltosi.

Anche nel Malawi centrale e meridionale, il ciclone e le alluvioni hanno provocato danni ingenti con decine di morti, più di 500 feriti e oltre 140.000 sfollati in 13 distretti. Maggiormente colpiti le aree di Chikwawa, Zomba, Balaka, Machinga, Dedza and Ntcheu.

Nonostante le difficoltà, le Caritas dei tre paesi si sono prontamente mobilitate attraverso gli organismi nazionali, diocesani e le parrocchie nell’assistenza agli sfollati e nella raccolta di informazione per la predisposizione di un primo piano organico di intervento d’urgenza.

In particolare in Mozambico i volontari mobilitati dalla Caritas sono impegnati nella distribuzione di beni di prima necessità e nella prevenzione delle epidemie con campagne di informazione igienico sanitarie, lo scavo di canali per il deflusso delle acque e la creazione di punti di raccolta di rifiuti presso i centri di accoglienza che ospitano gli sfollati.

In tutti i paesi i bisogni più urgenti per gli sfollati sono ripari d’urgenza, beni non alimentari di prima necessità (coperte, utensili per la cucina ecc.), cibo, acqua potabile, kit igienico sanitari.

Caritas Italiana segue attentamente l’evolversi della situazione in coordinamento diretto con le Caritas dei paesi colpiti e con Caritas Internationalis per sostenere gli interventi in atto.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Alluvioni Africa australe”) tramite:

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111

• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474

• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119 Comunicato n.06 | 19 marzo 2019

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