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“Vide e NON passò oltre!”

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Academic year: 2022

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“Vide e NON passò oltre!”

CONTATTI E INFO CARITAS ITALIANA studi@caritas.it

CONTATTI E INFO CARITAS DIOCESANA DI RIFERIMENTO

PERCHÉ UN OSSERVATORIO DELLE POVERTÀ E DELLE RISORSE

Ci sono vite che accadono ma che non esistono: come le vite dei poveri che nessuno racconta. Sono vite invisibili, anche se si svolgono per strada: sono vite ai margini che troppo spesso passano inosservate.

Ricordarle, descriverle, testimoniarle e il primo passo per farle esistere e andare oltre la percezione della realta , per capire perche e come si svolgono, chi coinvolgono.

L’Osservatorio delle povertà e delle risorse (OPR) è lo strumento della Chiesa diocesana che permette alle comunita cristiane di conoscere il volto e i contorni delle differenti forme di poverta e di ingiustizia presenti sul territorio. Indica la direzione verso cui impegnarsi per promuovere il cambiamento e la propria conversione, valorizzando le risorse esistenti.

Comprendere le dinamiche delle poverta (economiche e non) e approfondire come queste si sviluppano, permette di capire e prevenire i fenomeni di disagio sociale ed intervenire per porvi rimedio; progettare un aiuto che vada oltre al bisogno contingente dell’oggi e accompagnare al reinserimento sociale.

IL MET ODO D

ELL

’OSS ER VAR E P ARTE

DA D IO

«Ho oss erv ato la m iseria del mio po pol o in

Egit to e ho ud ito il su o g rido a cau sa dei

suoi sorvegl

ianti

; co nosco infa tti le sue

soffer enze.

Sono sceso p

er l iberar lo dalla

mano dell’Eg

itto e per far lo uscir e da ques to

paese» (Es 3, 7- 8).

L’atti vita

d

i o sserv azione e la ste ssa che Di o c ompi e

ogni g iorn o c on og nuno di

noi . È

la m edesim

a

attivi ta d i os serv azione del gri do dei pov eri c he Di o

com unica a Mos e c ome nel bran o appen a ci

tato.

È d

e uno sgua

rdo c he sugg erisc e un vero e pr oprio

metod o pa stor ale, com e q uello fatto propr

io dall a

Cari tas : asc olta re, oss erv are , dis cer ner e per

animar e e agire.

M eto do i nd ica to a nch e dal

Sira cide, che n arra:

«D isce rnim ent o, lin gua , occ hi,

orecc hi e cuore diede

lor o p erch é r agio nass ero.

L i

riem pì di dottrin a e d’intel ligenz a, e indicò lo ro anch e

il bene e il

m ale.

Po se l o s gua rdo ne i lo ro cuo ri per

mostr ar lor o la gr and ezza dell e su e op ere»

(Sir 17 , 5 -

7). Nel Vang elo d i Mar co (Mc 6, 39- 44) c

’e un c hia ro

esem pio di c om e il Sig nor e Ges u os serv i il bi sog no e

allo ste sso te mpo v alori zzi le ri sor se e sis tenti :

“Al lor a o rdin ò l oro di farli mett ere tutti a sed ere, a

grup pi, sull’

erba v erde.

E sed etter o tut ti a gr uppi e

grup pett i di cento e d

i cinquanta . P resi i cinque

pani e

i du e p esci, l evò gli occ hi al cielo, p ronu nziò l a

benediz ione, sp ezzò i pani e l i died e a i dis cepol i

per ché li d istribuisser

o; e divis e i d ue pesci fr a tutt

i.

Tutti mangia ron o e si sf am aro no, e por tarono via

dodici ceste piene di p ezzi di pane e a nche dei pesci.

Quel li che avev ano mangi ato i pani erano cinquemila

uomini

”.

Gesu dispon e le person e in g ruppi, c

rea ord ine e

armon ia in uno spa zio dove, pochi is tanti pr im a, c’

era

una fol la affam ata di P arola, m a an che di c ibo . A l

termin e della m oltipli caz ione il V angel o rac cont a che

mang iar ono ci rca 5m ila uom ini e che avan zarono

12

ces te piene di pan i e pesc i. C i m ostra com e da q uei 5

pani e 2 pe sci le ri sor se si m oltipl icar ono e

sazi arono.

L’os serv azi one delle po verta

e delle ri sors e puo

serv ire anche a que sto:

m ostrare i s egni c he Di o

opera, ieri co me og gi, in me zzo a no i.

Cono sce re e ri-c onoscer e i pov eri, s

aper raccont are la

loro frag ilita

,

e una testi

moni anza concr

eta di car ita

che s iam o c hia mat i a com piere og ni giorn o; c osì

com e fa Dio con le s ue c reatu re, g iac che

an

che « Egli

conta il nu mer o del le stel le e c hiam a cias cuna

per

nome»

(Sal 1 47, 4 ). S olo co sì, il p rog ram ma del buo n

Sam aritano, che

e il program ma di Ge su , divi ene

“cuo re che vede

”:

un c uore che v ede « dov e c’è

bisogn o di am ore e agisce in m

odo cons eguente»

(D eus

Cari tas Èst, 31) .

CHE C OS’È

L’OSS ER

VAT ORIO

“D obbiam o (…)

acquisir e

una adeg uata

com petenz a nella l ettur a dei biso gni,

delle pov ertà, dell

’em argina zio ne: un

oss erva torio per manen te,

capace di

seguir e le dinam iche dei p robl emi della gen te

e di coinv olger e dir ettam ente la

co mun ità eccles iale

in m odo scientif ico, n

on dovr ebbe manca

re in nes suna

chiesa l oca le”.

(CÈI , N ota pastoral e “ La Chie sa in

Italia d opo Loret

o”, 1985, n. 22).

L’OP R è str umen to ed espr essione

di ogn i Chie sa

loca le e ha il co mpito

di me ttere in l uce l e

situazio ni

di vuln erab ilità presen ti sul

terr itor io. A l c on tem po p erm ett e d i r ile var e i l

sis tem a di ri spo ste dis poni bili per offri re sos teg no a

colo ro c he v ivono in un a situaz ione di m argin alita

.

La funz ione dell

’Os serv atori o e

,

qui ndi , q uella di

leggere, in mod o s iste mati co, i cam biam enti dell e

poverta

c

ogliend o i fenom eni s ul n asc ere.

Offren do

cos ì u n d isc ern im ent o b asa to sul l’at ten zion e agl i

ultimi e per met ten do la pre ven zio ne di

situ azioni che r isc hiereb bero di di vent are ancora

piu g ravi.

L’os serv azi one pro fetica della C

hies a e all a b ase di

una proge ttual ità che va o ltr e l’

emerge nza , c he

vede neg li u ltim i n on d ei b enefici ari pa ssi vi, ma dei

protagoni sti atti vi.

In q uesto modo , g li ulti mi

divent ano ri

sor sa per il terri torio

e per la co muni ta

che viv ono ed an im ano.

Osserv are, dunq

ue, e un i mpeg no cos tante al

serv izi o della c om unita

al fi ne di promuo ver e,

progettare e sv

ilu ppar e proc ess i di an im azione sul

territori o e nell e com unita

ste

sse .

(2)

IL LAVORO CON LE CARITAS PARROCCHIALI

Le parrocchie sono interlocutori privilegiati, da valorizzare e coinvolgere.

Se e chiara la funzione dell’ascolto e degli interventi di aiuto materiale alla persona, passa invece spesso in secondo piano il tema della giustizia sociale e il ruolo prevalentemente pedagogico della Caritas. È quindi importante educare i volontari delle parrocchie attraverso corsi di formazione e incontri periodici, che aiutino a comprendere l’importanza dell’osservazione e della raccolta dati; che insegnino l’utilizzo degli strumenti informatici e

che permettano di conoscere il proprio territorio attraverso occhi nuovi. Aiutare cioe i volontari nella capacita di osservare non solo le singole storie, ma anche l’insieme delle poverta incontrate. In questo modo i volontari stessi potranno divenire animatori della propria comunita parrocchiale, sensibilizzando sempre di piu i fedeli, in azioni di solidarieta e attenzione ai fratelli, coinvolgendo anche altre realta pastorali.

Inoltre i volontari sono coloro che, meglio di chiunque altro, possono raccogliere storie di vita o svolgere attivita di ricerca su specifici argomenti, azioni cioe che aiutino l’osservazione ad essere sempre piu accurata e non superficiale.

STRUMENTI DI DIVULGAZIONE DEI DATI

È molto importante che l’analisi dei dati non resti un lavoro circoscritto a coloro che si prendono cura dei poveri, ma sia il piu possibile comunicata e resa nota. Si possono adottare diversi strumenti, come ad esempio: comunicati stampa periodici, opuscoli riassuntivi, dossier statistici, pubblicazioni biografiche con storie di vita delle persone incontrate, video/

cortometraggi con raccolte di testimonianze di volontari e ospiti, canzoni che narrino storie biografiche…

Preziosi ed utili sono gli eventi pubblici (conferenze, convegni, cineforum, concerti, spettacoli teatrali…) che permettano non solo la divulgazione dei dati raccolti, ma anche il coinvolgimento diretto dei poveri, dei volontari, delle autorita e di tutta la cittadinanza.

GLI EFFETTI POSSIBILI DELL’AZIONE DI OSSERVAZIONE

Approfondire lo studio delle poverta e dei bisogni di un territorio, in modo sistematico e scientifico, non e finalizzato alla divulgazione di numeri fini a se stessi, ma alla sollecitazione di riflessioni capaci di:

1) animare la comunità cristiana, ovvero:

offrire al Vescovo elementi e informazioni sulla realta sociale della diocesi utili per la predisposizione del piano pastorale diocesano;

informare e coinvolgere il Consiglio pastorale diocesano, il Consiglio presbiteriale e i Seminari, anche mediante specifici momenti di formazione;

mettere al centro i poveri per farli divenire annunciatori e testimoni vivi della presenza di Cristo;

contribuire alla nascita di nuove forme di servizio e di “opere segno”;

promuovere nelle parrocchie la cultura e la capacita dell’osservazione del territorio (riconoscendo le sue poverta e le sue risorse);

contribuire a sensibilizzare le comunita ecclesiali “al senso e al dovere della carita ”;

animare ed evangelizzare la comunita cristiana attraverso il Vangelo incarnato della carita ;

facilitare la costruzione e il rafforzamento della rete delle diverse realta ecclesiali impegnate nei servizi alla persona e nella testimonianza della carita , proponendo il metodo dell’osservazione come vero e proprio stile di lavoro ecclesiale.

favorire nuove collaborazioni con gli uffici pastorali (pastorale giovanile, pastorale della salute, pastorale familiare, ecc. ) ed altri soggetti della Chiesa locale, anche al fine di realizzare ricerche socio- pastorali e progetti congiunti;

sviluppare e mantenere canali di collaborazione con i media cattolici, a tutti i livelli territoriali, per favorire l’informazione corretta e competente sulla realta sociale e le sue dinamiche;

2) animare la comunità civile, ovvero:

favorire una maggiore consapevolezza e conoscenza dei fenomeni di poverta ;

stimolare la coscienza civile, in particolare sui temi connessi alle poverta e alla giustizia sociale;

promuovere il volontariato, l’impegno civile e la cittadinanza attiva;

promuovere la tutela dei diritti, attraverso opera di denuncia o rivendicando diritti di cittadinanza per taluni bisogni non ancora tutelati;

promuovere nei media locali una maggiore attenzione e competenza sui temi della poverta e dei diritti sociali;

stimolare l’azione delle istituzioni civili e dei decisori politici, in ordine ad un’adeguata legislazione di giustizia a favore degli ultimi (azione di advocacy);

coordinare tavoli tematici che vedano il coinvolgimento di piu attori sociali per favorire e sollecitare l’osservazione da piu punti di vista;

stimolare progettazioni con realta associative, cooperative e/o aziende pubbliche o private, al fine di favorire l’integrazione di soggetti fragili o ai margini.

DA CHI È COMPOSTO L’OSSERVATORIO

Il primo passo per la costituzione di un OPR e l’individuazione di un referente che possa avvalersi di un’équipe che integri diverse competenze: ascolto, capacita informatiche, statistiche, sociologiche e teologiche. Obiettivo dell’OPR non e infatti solamente quello di una lettura scientifica dei dati, quanto piuttosto di un aiuto al discernimento e all’animazione pastorale della comunita . Trattandosi di capacita multidisciplinari, molto diverse tra di loro, l’ideale sarebbe formare un gruppo di lavoro che comprende persone impegnate in vari ambiti:

Centro di Ascolto, Laboratorio promozione Caritas parrocchiali, comunicazione, progettazione, ecc.

È possibile anche avvalersi di competenze esterne, come ad esempio docenti universitari o esperti nei diversi settori sopracitati.

COME AVVIARE UN OPR E IL METODO DI LAVORO

Per avviare l’OPR e dare dunque attuazione alla funzione propria di osservazione, una possibile pista puo essere quella di iniziare con la raccolta ed analisi dei dati del Centro di Ascolto diocesano, che si puo attuare con gli strumenti informatici Ospoweb e Osporisorse, forniti gratuitamente da Caritas Italiana ; in alternativa e possibile utilizzare altri database informatici, sviluppati a livello diocesano o regionale (es. Mirod, Matriosca, OsCar, ecc).

Si puo ampliare l’osservazione attraverso la raccolta dati dei Centri di Ascolto parrocchiali e quindi redigere, periodicamente, dei dossier informativi.

Si possono coinvolgere altre realta ecclesiali o associazioni laicali impegnate in attivita caritative, per avere una visione piu ampia delle situazioni di poverta presenti sul proprio territorio.

Si possono promuovere esperienze di coordinamento o partecipare a tavoli di lavoro che vedano coinvolti anche gli Ènti pubblici: Servizi Sociali, Centri di Salute Mentale, Serd, Consultori, Inps, Centri per l’Impiego, Centri Antiviolenza e altre realta che si ritengono utili e interessanti al fine di approfondire le diverse dinamiche delle poverta , da piu punti di vista.

Altrettanto utili ed efficaci sono le collaborazioni con le Università e/o gli Istituti di ricerca per realizzare studi di approfondimento relativi a specifiche situazioni, particolari temi o fenomeni sociali

Un Osservatorio delle poverta e delle risorse dovrebbe poi essere ben radicato nel territorio e nel contesto ecclesiale di appartenenza;

dovrebbe operare nella piena consapevolezza della storia della carita e del quadro legislativo e normativo in ambito sociale, così da capire in che direzione si evolvono sia le risposte ecclesiali che quelle istituzionali.

Realizzazione grafica: Caritas Italiana 2020

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