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Qualche breve considerazione… medico-legale Dott. Giuseppe Cerfeda

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Academic year: 2022

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Qualche breve considerazione… medico-legale

Dott. Giuseppe Cerfeda*

La lunga militanza professionale nell’ambito della specialità medico-legale mi sollecita a scrivere qualche riflessione e considerazione generata da un’esperienza iniziata nel lontano 1957, tuttora in atto pur con l’inevitabile malinconia di un variopinto tramonto sempre più tenue.

Pur avendo conseguito titoli ed esperienze in altre branche professionali, ho preferito dedicare la mia attività esclusivamente alla specialità medico-legale nei suoi vari settori – penale, civile, sociale – sollecitato, peraltro, da un continuo, pressante, impegno allo studio ed all’approfondimento scientifico-culturale.

Ho, infatti, in più occasioni, affermato e sostenuto che la “medicina legale è bella”

perché costringe a studiare” ed approfondire, di volta in volta, ogni specifico settore dello scibile patologico e terapeutico. Non si può, infatti – per fare un esempio di viva attualità – formulare un’obiettiva valutazione nei riguardi dell’operato professionale di un collega se non si è studiato ed analizzato l’argomento nei riguardi del quale viene chiesto il parere medico-legale.

Purtroppo la medicina legale è una branca della nostra professione che, come ho avuto modo di affermare alcuni anni fa, in un Convegno tenutosi a Bologna, è assimilabile alla “prostituta delle specialità mediche”: in molti la usano, in molti si autoproclamano medici-legali o “periti” medici-legali, avendo come unico approccio culturale la consultazione di un aureo volume, pubblicato da LUVONI & Al., la cui lettura, peraltro, è limitata da pag. 51 a pag. 200: le pagine dei numeri!

La professionalità medico-legale impone, invece, criteri molto più severi di indagine, critica, confronto, soprattutto di approfondimento anatomopatologico e fisiopatologico, basilari per qualsiasi giudizio o parere tecnico, anche il più semplice o addirittura banale.

Anche l’abusato “colpo di frusta”, oggi molto di moda negli ambulatori ospedalieri e privati, quantificato con il 2 o il 5% dalle tabelle riportate nel testo del Luvoni, richiede da parte dell’autentico specialista medico-legale un approfondimento causale, clinico, strumentale, sociale, dal quale possono derivare quesiti e valutazioni diverse da quelle, per così dire, standard, peraltro, come dovrebbe essere ampiamente noto, soltanto indicative e mai tassative. Basti ricordare il danno biologico statico o dinamico, il danno psichico, il danno futuro, ecc.; basti ricordare le numerose Sentenze promulgate dalla Magistratura, a vari livelli, delle quali il medico-legale specialista deve essere costantemente ed obbligatoriamente aggiornato.

La medicina legale richiede studio ed aggiornamento culturale continuo e, per certi versi, indispensabile; richiede, in particolare, indipendenza di giudizio e di

* Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni, Lecce.

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valutazione: giudizio e valutazione che devono essere supportati da coerenti delucidazioni motivazionali.

Indipendenza che, si badi bene, non può essere “sottomessa o, addirittura, contrattata” né ai rappresentanti legali di enti pubblici o delle società assicuratrici, né al “modus pensandi” di questo o di quell’altro Magistrato, al quale è stato, frequentemente ed insistentemente, sollecitato l’incarico peritale.

Tale indipendenza la si acquista solo e soltanto con l’approfondimento culturale e con l’esperienza sul campo, conseguendo, nel contempo, l’immunità da critiche e giudizi negativi o pretestuosi nei riguardi del corretto e qualificato impegno professionale.

Tra le tante cognizioni e conoscenze che lo specialista in medicina legale – nonché colui il quale, pure senza titolo adeguato, esplica correntemente tale attività – dovrebbe possedere, v’è anche quella dell’apprendimento del codice deontologico professionale e della sua applicazione pratica.

Se è vero – come è vero – che, a distanza di oltre 4.000 anni dall’epoca nella quale il PADRE ETERNO ha promulgato i DIECI COMANDAMENTI, gli Stessi sono universalmente disattesi o, addirittura, ignorati, non desta alcuna meraviglia se anche il recentissimo codice di comportamento professionale inerente l’attività medica, sia altrettanto disatteso o ignorato dagli iscritti alla categoria.

L’art. 57 di detto Codice è, come da personale esperienza, del tutto inapplicato nell’ambito delle prestazioni di carattere medico-legale, sulla base del convincimento, peraltro subdolo, del detto “mors tua (in senso professionale, beninteso), vita mea” !

Ciò comporta un inevitabile decadimento della figura professionale di colui che pratica la specialità, con conseguenze di cui non sempre è possibile gloriarsi e che, alla fine, si ritorcono a svantaggio dell’intera categoria.

Tale comportamento, oltre che riflettersi sulla validità etica e professionale della stessa, incide negativamente sul piano sociale e sul piano giudiziario.

Sul piano sociale l’ignoranza e l’inesperienza di alcuni pseudo esperti costituisce spesso motivo di plateali ingiustizie valutative le cui conseguenze economiche e, a volte, anche familiari, incidono, nella maggior parte dei casi, sul soggetto debole della contesa; in qualche altro caso avviene il contrario: quale può essere l’erogazione di somme non dovute da parte della società assicuratrice.

Sul piano strettamente giudiziario mi piace riportare quanto affermato dal Prof.

Francesco Introna in uno dei suoi magistrali interventi.

“Dopo trent’anni di questo lavoro, sono arrivato alle seguenti conclusioni: se il giudice ha problemi di salute, sua o dei suoi familiari, cerca il medico competente e qualificato, anche se non è suo amico; se il giudice deve affermare una perizia, cerca (talora) il medico amico anche se non è competente e qualificato”.

Ho vissuto l’esperienza del Prof. Introna durante il lungo cammino della mia attività medico-legale, pur avendo avuto l’onore e la soddisfazione di collaborare con

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Magistrati di altissimo livello morale e con avvocati di adamantina trasparenza deontologica.

Ho voluto formulare queste brevi considerazioni prima del tramonto sulla mia lunga giornata professionale, affinché qualche giovane collega e, perché no, qualche giovane magistrato si convincano che la “specialità medico-legale” è “bella” perché, come l’oceano, ha orizzonti infiniti che vanno esplorati, conosciuti e, soprattutto, onorati da ogni singolo operatore.

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