• Non ci sono risultati.

Ncd e Udc con i nodi Sica, Cesa e De Mita Il sindaco: «Caldoro? Gli scriverò una lettera»

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Ncd e Udc con i nodi Sica, Cesa e De Mita Il sindaco: «Caldoro? Gli scriverò una lettera»"

Copied!
17
0
0

Testo completo

(1)

Ncd e Udc con i nodi Sica, Cesa e De Mita Il sindaco: «Caldoro? Gli scriverò una lettera»

di Andrea Pellegrino

Troppi casi ancora da risolvere nel listone Udc – Nuovo centrodestra che solo oggi scoprirà le sue carte. In piedi restano il nodo Lorenzo Cesa, quello relativo a De Mita ed infine il caso Sica. Insomma la «fusione» ha fatto sentire già i suoi effetti, seppur annunciano che si tratterebbe di piccole limature per mantenere gli equilibri interni ed esterni ai partiti. I problemi maggiori, manco a dirlo, sono tutti nella circoscrizione Sud, a partire dal capolista.

L’uscente Ermina Mazzoni rivendicherebbe il posto numero 1, così come l’altro uscente Giuseppe Gargani che salamonicamente e democristianamente avrebbe proposto – a questo punto – candidati in ordine alfabetico. Ma tra i due “litiganti”

mancherebbe ancora il responso di Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria che si dovrebbe dimettere dall’incarico di presidente nonché quello di Lorenzo Cesa che vorrebbe trovare spazio al Sud. Ad Avellino, invece, dopo il no di Antonia De Mita pare che nelle ultime ore sia ricomparso nell’elenco il nome di Ciriaco anche se da Nusco annunciano che nessuno della famiglia sarà in campo. Da digerire sembra che ci sia anche il caso Sica. La candidatura del sindaco di Pontecagnano – oltre a far storcere il naso a Caldoro – pare non trovi giusta aderenza all’interno del Ncd. Da un lato il senatore Giuseppe Esposito spingerebbe con tutte le sue forze la candidatura di Sica; dall’altro invece il coordinatore regionale Gioacchino Alfano la vorrebbe evitare. In mezzo, n a t u r a l m e n t e , S i c a c h e a n n u n c i a : « H o d a t o l a m i a disponibilità, ora deciderà nelle prossime ore il partito».

(2)

«Sono in campo perché qui non si tratta di nominare qualcuno – dice – bensì di essere eletti. Si va dal popolo e ci si mette la faccia a differenza dei nominati. Io sono abituato a scendere in campo. Se il partito mi chiama ci sarò». Quanto al presunto “veto” imposto da Caldoro, Sica dice: «Penso che questo modo di fare non appartenga al presidente della Regione Campania. E’ un episodio (quella del dossier falso, ndr) superato a mio avviso anche se ho intenzione di scrivere una lettera a Caldoro affinché si eviti definitivamente di tirare in ballo in maniera strumentale questa vicenda in ogni occasione. Metterò nero su bianco le scuse a Caldoro e alla sua famiglia». Nel listone Udc – Ncd ci sarà sicuramente Paolo Romano, presidente del Consiglio regionale della Campania mentre ci sono altre poche ore di tempo per decidere la sorte dell’ex ministro Nunzia De Girolamo.

Diritti edificatori, ecco la telefonata minatoria

di Andrea Pellegrino

Quei diritti edificatori per il Crescent a tutti i costi, anche attraverso vere e proprie minacce. Alla base dell’inchiesta ci sono, oltre le indagini, i documenti ed anche le intercettazioni telefoniche condotte. Soprattutto relative alla vicenda dei diritti edificatori del Crescent, dapprima aggiudicati alla Cogefer, poi acquisiti dalla società Crescent srl. Ed è sul passaggio tra la Cogefer e la Crescent che la Procura di Salerno – nell’ambito della vasta inchiesta sul Crescent che ha portato a 26 avvisi di conclusione indagine (sindaco De Luca compreso) – ha posto particolare attenzione, iscrivendo così sul registro degli indagati anche

(3)

Aldo Rainone, amministratore unico e responsabile della Rcm Costruzioni, capofila dell’Ati che sta realizzando la mezza luna di Bofill. Per lui l’accusa è di turbativa d’asta.

Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, Aldo Rainone sarebbe stato il “mandante” delle minacce nei confronti di Claudio Salustro, titolare della Co.Ge. Fer. Con una telefonata, fatta da persone attualmente ignote, nella fase tra l’aggiudicazione provvisoria e quella definitiva, avrebbe cercato di intimorire il collega costruttore. Testualmente il telefonista ignoto avrebbe detto: «E’ lei Salustro? Abita a Centro? Ha due figli? Se ci tiene non venga più a Salerno». Un atto – secondo quanto emerge dall’avviso di conclusione indagine notificato nei giorni scorsi – «idoneo e diretto in modo non equivoco a turbare la regolare conclusione della gara ad evidenza pubblica indetta per l’assegnazione dei diritti edificatori dell’area Crescent». Ma sull’aggiudica dei diritti edificatori ci sono anche tre funzionari che dovranno ora rispondere degli atti prodotti. Si tratta del direttore del settore avvocatura Antonio Piscitelli, del ragioniere capo Luigi Della Greca e del dirigente del settore appalti Aniello Di Mauro. Per loro i reati ipotizzati dai pubblici ministeri Rocco Alfano e Guglielmo Valenti sono di abuso d’ufficio e concorso. In particolare i tre – secondo la Procura – avrebbero procurato un ingiusto vantaggio alla Cogefer per il mancato incasso del deposito cauzionale (ammontante ad 1 milione e 175mila euro) e alla Crescent (per la successiva rinuncia della Cogefer al ricorso al Tar), ed un conseguente danno patrimoniale per il Comune di Salerno.

Diritti edificatori

(4)

del Crescent Turbativa d’asta per Rainone

di Andrea Pellegrino

«Commessi atti volti a turbare la regolare gara». Finisce con l’accusa di turbativa d’asta la vicenda legata ai diritti edificatori del Crescent. Ad essere destinatario dell’avviso di conclusione indagine è Aldo Rainone, quale capofila dell’Ati aggiudicataria dei diritti edificatori della mezza luna di Bofill. E tra gli indagati – che ora rischiano il processo – ci sarebbero anche i componenti della commissione sull’aggiudica dei diritti. Si tratta dei funzionari Luigi Della Greca, Aniello Di Mauro e Antonio Piscitelli (attuale direttore del settore avvocatura comunale). L’accusa c o n t e s t a t a è d i a b u s o d ’ u f f i c i o . S o t t o l a l e n t e d’ingrandimento della Procura di Salerno, ed in particolare dei pubblici ministeri Valenti e Alfano, sarebbero finite le procedure di aggiudica che hanno portato all’acquisizione dei diritti edificatori alla società Crescent srl, inizialmente acquisiti dalla Cogefer, la prima società vincitrice dell’asta pubblica. Un aspetto – questo – che arricchisce l’avviso di conclusione indagini per 31 persone notificato al sindaco Vincenzo De Luca, amministratori ed ex amministratori comunali, tecnici, imprenditori e funzionari di palazzo di Città. Confermate tutte le accuse ipotizzate all’atto della notifica degli avvisi di garanzia (emessi il 19 novembre scorso contestualmente al sequestro dell’opera), ed ora tutti rischiano il processo. Per amministratori e tecnici l’accusa contestata dai pubblici ministeri Rocco Alfano e Guglielmo Valenti, titolari dell’inchiesta, è a vario titolo d’abuso ufficio e falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale.

Quindi oltre a De Luca (assistito dagli avvocati Paolo Carbone e Antonio Brancaccio), destinatari del nuovo provvedimento sono: l’ex soprintendente di Salerno Giuseppe Zampino e

(5)

l’attuale dirigente, l’architetto Giovanni Villani. Ancora il vicesindaco Eva Avossa, gli assessori Luca Cascone, Gerardo Calabrese, Enzo Maraio, Mimmo De Maio, Ermanno Guerra, gli ex assessori Augusto De Pascale, Luciano Conforti e Nello Fiore;

l ’ e x d i r i g e n t e c o m u n a l e ( o g g i i n s e r v i z i o p r e s s o l’amministrazione provinciale) Lorenzo Criscuolo e gli attuali tecnici Bianca De Roberto, Davide Pelosio e Matteo Basile; ci sono, inoltre, Anna Maria Affanni (ex soprintendente Bap di Salerno, anno 2008), Nicola Gentile (di recente diventato dirigente comunale) e Maurizio Dattilo, amministratore unico della società Sviluppo immobiliare Santa Teresa. Alla base ci sarebbe, secondo i pubblici ministeri, una sospetta accelerazione dei tempi da parte dell’allora esecutivo comunale e dei tecnici al fine di consentire la realizzazione dell’edificio privato, nonché il silenzio assenso del 2008 sull’opera della Soprintendenza di Salerno. Tra i destinatari dell’avviso di conclusione indagine c’è anche Eugenio Rainone, amministratore delegato della Crescent Srl. Per lui l’accusa è occupazione di terreni e deturpamento ed imbruttimento di cosa altrui, nonché responsabilità dell’avvio dei lavori, in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale in assenza delle autorizzazioni paesaggistiche e ambientali. Una posizione, quest’ultima, contestata anche all’amministratore della società titolare dell’ex Jolly Hotel, Maurizio Dattilo, responsabile, sempre secondo la Procura, di aver avviato di demolizione dell’hotel in zona sottoposta a vincolo. Dattilo, in particolare, è il legale rappresentante della società immobiliare Santa Teresa, subentrata al più noto Chechile sulla gestione dello storico albergo e poi, all’indomani dell’abbattimento del Jolly Hotel titolare dei diritti edificatori di una porzione di Crescent. Ma anche in questo caso ci sarebbe un contenzioso in atto: la Sist, infatti, aveva contestato il bando per la mancata previsione del diritto di prelazione a favore dei soggetti privati già presenti nel sub comparto. In pratica la società di Dattilo avrebbe voluto costruire l’intero Crescent e non accontentarsi dell’area già di proprietà del Jolly. Ma su questa vicenda

(6)

dovrebbe esprimersi il Tribunale civile di Salerno dove pende un ricorso presentato proprio dalla Sist, che allo stato non ha avviato i lavori.

Mara si affida a Marzia Ferraioli Per Pastore no della Federazione

di Andrea Pellegrino

Rush finale per le liste di Forza Italia alle Europee. Silvio Berlusconi oggi dovrebbe incontrare – a Palazzo Grazioli – lo stato maggiore del partito per definire le candidature. Al momento la lista di nomi ci sarebbe e i capolista sarebbero tutti confermati: Toti nel nord – ovest, Tajani al centro e Fitto al sud. Definitivamente tramontata l’ipotesi Carfagna e saltata la candidatura di Enzo Pastore, presidente della Figc Campania, i salernitani s’affideranno a Marzia Ferraioli, docente universitaria e da sempre vicina al movimento del Cavaliere. la firma dell’accettazione è stata posta ieri mattina. Si chiude così una settimana di trattative con Mara Carfagna intenta a sfilarsi dalla lista, nonostante le tante sollecitazioni che sono giunte dalla capitale e dallo stesso Berlusconi. In più riprese l’ex ministro alle pari opportunità aveva annunciato il suo no alla candidatura, confermando un

«impegno complessivo per il partito». Una volontà – quella della Carfagna – in parte condizionata dai prossimi appuntamenti elettorali, ed in particolare delle Regionali del prossimo anno, nonché di candidature che l’avrebbero potuta indebolire elettoralmente. Così pare che dalla segreteria salernitana negli ultimi giorni siano spuntati nuovi nomi: tra

(7)

cui quello di Pastore ed oggi quello definitivo della Ferraioli. Ieri mattina il disco verde per la docente dell’Università di Salerno. Restano, invece, confermate le candidature degli uscenti. Quindi di Mastella, Matera, Patriciello e Rivellini. Ancora in campo dovrebbero esserci Martusciello e Ventre.

Silvio il più ricco Carfagna:

94mila

di Andrea Pellegrino Berlusconi s’impoverisce ma resta sempre il più ricco. Da ieri sono online le prime dichiarazioni patrimoniali dei parlamentari. Dai 35,4 milioni del 2012 il Cavaliere è passato ai 4,5 milioni dello scorso anno. Supera Laura Boldrini, numero uno della Camera dei deputati, il presidente del Senato Pietro Grasso che denuncia 176mila euro.

Cinque case e 178mila euro di reddito per Brunetta che gode anche di una abitazione a Ravello, oltre che a Roma, Venezia, Riomaggiore e Monte Castello. Tra gli attuali ministri, quello all’Istruzione Giannini è quello con l’imponibile più alto con 117mila euro; quello della Difesa, Roberta Pinotti, con 110.603 euro e il titolare del dicastero dell’Agricoltura Maurizio Martina con 102.383 euro compongono il podio della classifica della denuncia dei redditi 2013 stilata in base ai dati resi disponibili dagli uffici del Senato. In quanto ministro del governo Letta, risulta anche il reddito 2012 dell’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, pari a 97.492 euro. Presente anche il reddito imponibile 2012 del ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, pari a 81.871 euro. Tra i parlamentari di casa nostra, invece, Mara Carfagna dichiara una casa di proprietà a Roma, una 500 e un reddito imponibile di 94mila euro circa. Inoltre l’ex

(8)

ministro dichiara spese elettorali per 45mila euro. Tino Iannuzzi del Pd, invece, dichiara 40mila euro di spese elettorali. Dalla situazione patrimoniale invece emergono un casa di proprietà, una decina in comproprietà, una quindicina di terreni, una Giulietta Alfa Romeo ed un reddito imponibile di 122mila euro. Segue Guglielmo Vaccaro, deputato del Pd, che dichiara 98mila euro circa, oltre una fiat Croma e due case, una a Roma e l’altra a Poggiomarino. 36mila euro, invece, le spese elettorali sostenute dal deputato di Scafati. Ancora la senatrice Angelica Saggese (Pd) che dichiara 58mila euro di reddito imponibile e 8 mila euro di spese elettorali. Zero spese elettorali per tutti i grillini salernitani che hanno diligentemente presentato tutti la dichiarazione patrimoniale.

Angelo Tofalo dichiara un reddito di 16mila euro; Mimmo Pisano di 49mila euro, oltre un’auto e una moto; zero reddito per Silvia Giordano mentre 7600 euro circa per il senatore Andrea Cioffi. Al momento – almeno online – non ci sono le dichiarazioni patrimoniali dei deputati Fulvio Bonavitacola, Sabrina Capozzolo e Simone Valiante del Partito democratico;

dei senatori Eva Longo, Franco Cardiello ed Enzo Fasano di Forza Italia e del deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli.

D’Alia s’affida a Zinzi e Inverso

Vincenzo Inverso, insieme a Gianpiero Zinzi, tra i migliori esponenti dell’Udc. Parola di Gianpiero D’Alia, presidente nazionale dell’Unione di Centro che fa una accurata analisi dell’attuale assetto del partito, con uno sguardo rivolto alle prossime europee ed un altro ai problemi che riguardano la Campania e Salerno. Presidente D’Alia, come ha dimostrato

(9)

l’ultimo congresso nazionale, in Campania l’Udc è diviso in due anime: quella che si rivede in Zinzi e Inverso, promotori della mozione “Per un nuovo inizio” che ha sostenuto la sua candidatura alla segreteria nazionale e quella di Ciriaco De Mita. Come procedere politicamente per rilanciare anche in Campania il messaggio di un centro moderato ed europeista?

«Ritengo Gianpiero Zinzi e Vincenzo Inverso due tra i migliori e s p o n e n t i d e l l ’ U d c i n C a m p a n i a . N o n o s t a n t e t a n t e prevaricazioni subite e comportamenti non proprio esemplari nei loro confronti, hanno sempre portato avanti il loro lavoro sul territorio con costanza e competenza. Per il presente e il futuro c’è un lavoro da fare tutti insieme, senza gelosie, prepotenze o primati da conservare. In Campania, come altrove, non si può più ragionare sul modello superato dei vecchi partiti padronali. Questo approccio ci toglierebbe la possibilità – e questa è davvero l’ultima – di lanciare il nostro progetto politico, di far comprendere specialmente ai giovani la portata di un messaggio che guarda al futuro, non al passato. L’alleanza con Ncd per le Europee rappresenta l’unica vera grande novità del panorama politico italiano, oggi e in prospettiva futura. Bisogna farla ‘pesare’ sul territorio. Dall’Udc in Campania mi attendo una risposta forte per queste elezioni, che saranno decisive per il nostro progetto in Italia e soprattutto per il futuro del nostro Continente. Abbiamo spazi enormi, sta a noi sfruttarli».

Abbiamo visto il nuovo simbolo per le europee con Ncd, che certamente avrà anche ripercussioni sul territorio. Sarà un’alleanza a lungo termine? Qual è la chiave di lettura?

«Deve essere un’alleanza a lungo termine. I cittadini non possono più tollerare cartelli elettorali che si rompono il giorno dopo le elezioni. Il nostro progetto – lo diciamo da subito – è molto più rilevante: costruire con Ncd e con quanti nel mondo moderato e popolare vorranno seguirci un grande soggetto politico che abbia come fondamenta la nostra casa comune europea, il Ppe, per rivoluzionare la politica italiana e portarla verso un bipolarismo finalmente maturo». Da dove deve ripartire l’Udc per risalire la china? «Proprio dal

(10)

rapporto diretto con la gente, che è storicamente la sua grande forza. I partiti plebiscitari, con i leader soli al comando, hanno fallito la loro missione perché hanno creato una voragine tra loro stessi e gli italiani. Dobbiamo costruire un partito che sappia parlare un linguaggio nuovo, attrarre i giovani, essere in contatto quotidiano con i cittadini, aprirsi con generosità a chi tra loro scegliesse di impegnarsi in politica. Questo prescinde da ogni progetto di alleanza in chiave nazionale: è un approccio che deve valere sempre, se vogliamo tornare alle percentuali che meritiamo e dare un contributo a restituire alla politica la credibilità perduta». Giovedì, in provincia di Salerno, è venuto in visita il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, espressione dell’Udc, su invito del Presidente provinciale dell’Unione di Centro Vincenzo Inverso. Dal suo punto di vista la presenza del ministro in più occasioni in Campania è sintomo di attenzione reale e non virtuale sui temi caldi dei rifiuti, del dissesto e della difesa dell’ecosistema in genere? «Non c’è dubbio che sia così. In Campania si sommano purtroppo diverse criticità in campo ambientale, la più eclatante delle quali è certamente la cosiddetta Terra dei Fuochi, su cui c’è la massima attenzione del ministro Galletti come di tutto il governo. Altrettanta attenzione si sta facendo sul tema fondamentale della messa in sicurezza del territorio. Galletti e il governo Renzi stanno lavorando, insomma, senza proclami e con tanta concretezza». Qualche giorno fa, rivolgendosi alla Sicilia, ha dichiarato che la politica deve rimanere fuori dalla sanità regionale. In Campania sembra impossibile, visto che assorbe il 70% circa del bilancio regionale, con forti interessi. In provincia di Salerno la sanità è materia di forti scontri tra manager, comuni e politici, con colori spesso divergenti. «Sono dinamiche da superare non solo qui, ma in tutto il territorio nazionale. Ovviamente questo è un tema strettamente legato al profondo rinnovamento che serve all’intera classe politica, la cui ‘longa manus’ sulla sanità ha alimentato troppo spesso clientelismo, inefficienza e s p e r p e r o d i d e n a r o p u b b l i c o . U n a s a n i t à l i b e r a d a

(11)

condizionamenti, ma allo stesso tempo in grado di sostenersi a livello economico, riesce a operare per il benessere dei cittadini: credo che questo sia il primo obiettivo della stessa politica, che dovrebbe trovare la forza di condurre questa battaglia di moralità. In cui si rinuncia a qualcosa per molto altro di più grande e importante».

Roberto Pianta

Un miliardo di euro per 128 progetti

di Marta Naddei

Centoventotto opere pubbliche per quasi un miliardo di euro di investimenti. E’ imponente – e per certi versi proibitivo, probabilmente – il programma triennale delle opere pubbliche 2014/2016 del Comune di Salerno. Un lungo elenco di progetti e di investimenti che l’amministrazione cittadina mira a mettere in atto da qui alla fine del mandato – sentenza della Corte d’Appello sulla decadenza del sindaco Vincenzo De Luca permettendo: 128 interventi per un importo totale di 858 milioni 856 mila e 678 euro. Di questi, 593 milioni sono entrate aventi destinazione vincolata per legge, 254 sono entrate acquistite mediante apporti di capitali privati, mentre ammonta a 10 milioni e poco più lo stanziamento che andrà a gravare sulle casse comunali. Per quel che concerne l’anno in corso è previsto – quanto meno -l’avvio, la prosecuzione o il completamento di 85 opere pubbliche in città: nello specifico sono da segnalare il completamento degli edifici D, E ed F della Cittadella giudiziaria (a partire dal secondo trimestre del 2014 con completamento nel

(12)

terzo del 2015) per un ammontare di 32 milioni di euro. Così come, per la fine di questi 12 mesi, sono previste le ultimazioni della Stazione marittima (per un importo di 700mila euro) e del tratto centrale del sottopasso della Lungoirno (per un ammontare di 4 milioni e 250mila euro).

Anche le stazioni della metropolitana rientrano nell’ambito degli interventi che saranno avviati nel terzo trimestre del 2014: si tratta, nello specifico, del parcheggio e della viabilità a servizio della stazione metropolitana di Torrione – un progetto da 2 milioni di euro -, dell’adeguamento della stazione centrale per la linea metropoltana di Salerno – per una somma di 5 milioni di euro – e della prosecuzione della linea ferroviaria cittadina fino all’aeroporto Costa d’Amalfi per un totale di 45 milioni di euro, di cui 15 da stanziare per l’anno in corso. Tra i progetti in essere troviamo ancora il misterioso Pip nautico: un intervento travagliato i cui cantieri sono stati chiusi sul principio dello scorso anno, ma i n m e r i t o a c u i , n e l p i a n o t r i e n n a l e , s i p a r l a d i completamento per una somma ammontante a 17 milioni di euro.

C’è anche il primo lotto del Parco che dovrà sorgere al posto dell’ex ceramica D’Agostino: un intervento da 8 milioni.

Infine, c’è lei: Piazza della Libertà. Il famoso progetto di consolidamento da un milione e 800 mila euro a cui si potrà mettere mano solo ad avvenuto dissequestro del cantiere. Non solo grandi opere però: nello specifico annuale, infatti, sono previsti numerosi intereventi di manutenzione a strade e scuole di proprietà comunale. Ora, non resta che attendere e cominciare a fare la conta.

Ritornano i Mammasantissima

di Simone Di Meo

(13)

A v o l t e r i t o r n a n o . P u r t r o p p o . S e r p e g g i a u n a c e r t a preoccupazione negli ambienti investigativi locali per il reflusso criminale degli Ottanta. Come lo chiamano gli inquirenti quando si riferiscono alla ribalta che personaggi del mondo camorristico di trent’anni fa stanno riconquistando tra Salerno e provincia da qualche tempo. Da quando, cioè, lasciata la prigione, gli ex affiliati un tempo appartenenti alla Nco di Raffaele Cutolo e alla Nuova famiglia di Carmine Alfieri sono ritornati nel giro. “Cronache” ha potuto leggere le informative oggi all’attenzione della Procura nazionale antimafia, e ha scoperto com’è che si sta riorganizzando la criminalità organizzata in provincia. “L’occasione è propizia – suggerisce un addetto ai lavori – perché i galeotti di vecchia data, quelli che vengono chiamato nell’ambiente i

“mammasantissima”, riescono più facilmente a creare occasioni di aggregazione per il riconosciuto curriculum criminale e per il carisma esercitato sui più giovani – continua a spiegare lo 007 – soprattutto ora che le grandi organizzazioni criminali locali hanno subito duri colpi in sede giudiziaria”. Usciti, insomma, dall’”università” del crimine, i vecchi boss perdono il pelo ma non il vizio. E si mettono a fare i docenti. Gli uffici investigativi anticamorra di Salerno e provincia da qualche mese stanno riscontrando una ripresa, seppur sottotraccia, da parte di soggetti storicamente legati agli anni bui dell’offensiva criminale cutoliana. Pregiudicati che hanno scontato dai venti ai trent’anni di carcere, usciti alla spicciolata dal 2010 in poi. Attorno a loro si starebbero creando piccoli gruppi di estorsori, soprattutto, ma anche di trafficanti meglio organizzati e certamente più spregiudicati delle nuove leve che, da ultimo, starebbero provando a coprire il vuoto provocato da inchieste, condanne e arresti. Per ora, il monitoraggio è costante rispetto a una situazione potenzialmente esplosiva, dal momento che si tratta di pregiudicati che hanno ancora da consumare vendette accantonate in polverosi cassetti pronti ad aprirsi alla prima forzatura. Un pericolo riscontrato soprattutto nell’agro- nocerino-sarnese dove la scarcerazione di un vecchio boss

(14)

appartenente alla fazione capeggiata da Carmine Alfieri e Pasquale Galasso ha creato un enorme livello di allarme tra i camorristi rivali e gli stessi rappresentanti delle forze dell’ordine. (1 – continua)

«Lupi, ci farai solo un danno» E’ battaglia a difesa del Porto

di Marta Naddei

E’ il centrodestra salernitano il grande assente alla

“chiamata alle armi” in difesa dell’Autorità portuale di Salerno. Ieri mattina, in un modo o nell’altro, tutti gli invitati erano rappresentati al tavolo convocato dal presidente di Confindustria Mauro Maccauro per sancire il

“patto di ferro” degli esponenti del territorio salernitano contro l’accorpamento delle Autorità portuali di Salerno e Napoli, quasi certamente previsto dalla riforma della legge 84/94. Una battaglia che è formalmente iniziata con l’invio di un documento – sottoscritto da 31 realtà orbitanti nella sfera d e l P o r t o d i S a l e r n o – p r o p r i o a l M i n i s t r o p e r l e Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi, con cui si segnalano tutti i contro di una eventuale fusione delle due realtà portuali, che rappresenterebbe «un danno immotivato ed irreparabile per il porto di Salerno» – si legge nella lettera di quattro pagine indirizzata a Roma. Anzi, nella missiva viene addirittura lodata la legge 84/94 che «se applicata senza deformazioni patologiche (espressione, quest’ultima, tanto cara ad Agostino Gallozzi, ndr) e liberata dai lacci della burocrazia, è una legge che consente alla portualità di

(15)

crescere ed alle imprese di svilupparsi». Oltre al presidente Maccauro, nella sede dell’associazione degli industriali di via Madonna di Fatima, vi erano il presidente di Assotutela Agostino Gallozzi, il presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata, i parlamentari Fulvio Bonavitacola (predecessore di Annunziata alla guida dell’Authority), Tino Iannuzzi, Andrea Cioffi e Mimmo Pisano, il consigliere regionale Gennaro Mucciolo, l’assessore provinciale Adriano Bellacosa, quello comunale Luca Cascone ed i consiglieri comunali Nino Criscuolo e Horace Di Carlo. Di esponenti del centro destra – eccezion fatta per il “fratello” Bellacosa – nemmeno l’ombra. Eppure Forza Italia rappresenta l’opposizione al Governo Renzi ma da Salerno nessuno è intervenuto a difesa del territorio. Ciò che è emerso dal confronto è che il paventato accorpamento dei due Enti rischia di trascinare nel baratro in cui è da qualche anno finito il porto di Napoli, anche quello di Salerno che – da diverso tempo a questa parte – «è in controtendenza». Tredici i miliardi di euro che il porto di Salerno frutta allo Stato italiano, 200 milioni gli euro investiti per la realizzazione di infrastrutture portuali a cui vanno ad aggiungersi gli ultimi 73 milioni (71 stanziati dall’Europa più due messi dall’Autorità portuale) per il grande progetto del Porto di Salerno. Per conto, a Napoli c’è una situazione di totale confusione, con un commissariamento ancora in atto. «Siamo ufficialmente scesi in campo – ha affermato il presidente di Confindustria Mauro Maccauro – La battaglia per il territorio è aperta. Questo non vuole essere un derby Salerno-Napoli, ma soltanto una rivendicazione di efficienza e qualità. I problemi che ha Napoli non li ha Salerno, la nostra è una eccellenza e tale deve essere lasciata». A parere del presidente di Assotutela Agostino Gallozzi «quella riforma non l’ha di certo fatta Lupi ma burocrati e tecnocrati italiani ed europei. Il problema non è certamente il numero delle Autorità portuali ma la loro qualità. Con questa riforma si rischia di fare un gravissimo passo indietro rispetto alla legge 84/94 che, se applicata senza patologie, può funzionare benissimo. Tra i porti deve

(16)

esserci coordinamento, ma non ha assolutamente senso l ’ a b o l i z i o n e d e l l ’ A u t o r i t à p o r t u a l e d i S a l e r n o e l’accorpamento con quella di Napoli». Non esprime la sua contrarietà a chiare lettere, ma la lascia intendere, il presidente Annunziata: «Non scompare solo Salerno, ma scompare anche Napoli in questo modo» – ha affermato – «Mi auguro che il porto di Napoli si riprenda in fretta, ma ora posso solo dire che noi siamo il primo porto per esportazione di autovetture, con la Fiat come nostro maggior cliente. Noi proprio dalla legge del ‘94 abbiamo preso la nostra forza». Ma c i s o n o t a n t i e l e m e n t i c h e s o t t e n d o n o l ’ a t t i v i t à dell’Authority e a spiegarli è chi quell’Autorità portuale l’ha giudata fino al 2008. «Sono solo slogan – afferma Fulvio Bonavitacola – Chi parla di accorpamento lo fa in maniera stupida perché non sa cosa c’è dietro. C’è bisogno di dialogo tra istituzioni che sia immediato e cordiale». Insomma, la sfida è stata lanciata. Presto la riforma approderà in Parlamento: sarà proprio lì – fanno sapere – che ci sarà la vera “guerra” in difesa dell’eccellenza del porto di Salerno.

A sorpresa spunta Caputo.

L’ultima mossa di De Luca

di Andrea Pellegrino

Questa volta Vincenzo De Luca ha detto la verità: l’accordo con Antonio Bassolino non c’è stato. D’altronde le dichiarazioni dell’ex Governatore sulle Regionali e, dunque, su sì alle primarie, tanto temute da De Luca, già avevano fatto intuire qualcosa al margine dell’incontro di venerdì pomeriggio al Comune di Salerno. E la certezza è arrivata ieri mattina quando Piero De Luca ha annunciato ai consiglieri e

(17)

agli assessori, convocati nella sede del Pd, i nomi da sostenere alle elezioni europee. Infatti la scena si sarebbe ribaltata: nessun nome targato Bassolino nella terna: o meglio, nei confronti di Andrea Cozzolino resterà solo un patto di non belligeranza ed al massimo qualche preferenza. Ma al primo posto – da sostenere con forza – sembra ci sia un altro, ossia il consigliere regionale (casertano) Nicola Caputo. Da Napoli, dunque, i deluchiani si sarebbero spostati improvvisamente verso Caserta sostenendo l’ex aspirante parlamentare, fatto fuori dal Pd e ritenuto “incandidabile”, alla vigilia delle “parlamentarie”, per una vicenda giudiziaria. Un asse – avrebbe detto De Luca jr che per primo ha preso la parola, scalzando lo stesso segretario provinciale Landolfi – utile in vista delle prossime regionali. A quanto pare Caputo, a sua volta, avrebbe rassicurato De Luca di un sostegno casertano per la scalata a Governatore. Seconda scelta per i deluchiani salernitani (assenti alla riunione di ieri Eva Avossa e Ermanno Guerra) è Anna Petrone, l’unica candidata espressione di Salerno che a quanto pare avrebbe ottenuto il via libera dagli “amici” salernitani. Ma la Petrone a sua volta avrebbe già stretto accordi con Cozzolino.

I due infatti, domani presenteranno insieme la candidatura a Napoli. Al terzo posto, invece, la casella resterebbe sostanzialmente vuota. Almeno per ora. Secondo prime indicazioni, appurato che qualche voto comunque ci sarà per Cozzolino, i deluchiani sembra che siano orientati a sostenere Pino Arlacchi, l’unico – dicono – che abbia contattato De Luca un paio di volte durante il suo mandato europeo. Nella terna presentata, oltre Paolucci – nome caro a Bassolino e soprattutto alla moglie che spera di entrare al suo posto alla Camera – manca sostanzialmente anche il nome renziano: quello di Giosi Ferrandino, sindaco ischitano, che sarà invece sostenuto con forza dai renziani salernitani della prima ora.

Riferimenti

Documenti correlati

Molti metodi dell’informatica appar- tengono alla matematica pura: Teoria dei grafi per la descrizione di algoritmi, calcolo combinatorio e teoria dei nume- ri per la crittografia e

2019/2020, Scuola di Scienze - Corsi di laurea: Statistica per l’economia e l’impresa. Statistica per le tecnologie e

[r]

Quest’anno potresti fare un regalo ai tuoi nonni dedicando loro, anche se sono lontani o non ci sono più, un lungo pensiero d’amore scritto in una lettera.. La lettera è

Ogni oggetto, persona o animale ha una storia, in quanto ogni cosa ha un passato, ma quando si parla di storia in generale si intende la storia dell’umanità, la ricostruzione

«sia nella giurisprudenza penale che in quella amministrativa, è consolidato il c.d. principio della responsabilità condivisa nella gestione dei rifiuti. Ciò comporta

Anche la previsione del collegio, composto da un procuratore per ogni Stato partecipante, rivela già la diversità di visione sulla natura dell’ufficio tra la proposta ed il

Interventi: Giovanni Fiandaca, Università di Palermo, Centro Studi giuridici e sociali Aldo Marongiu Fausto Giunta, avvocato, Università di Firenze, Centro Studi giuridici