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24. Filatura, tessitura e confezione

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Academic year: 2022

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24. Filatura, tessitura e confezione

La filatura industriale consiste in una serie di lavorazioni eseguite per trasformare le fibre tessili in filati. Da questo procedimento vengono escluse la seta, le fibre artificiali e le fibre sintetiche perché si ottengono direttamente sotto forma di filo continuo.

L’obiettivo principale della filatura è quello di ottenere un filato omogeneo nell’elasticità e nella resistenza alla trazione e all’usura.

Il procedimento di filatura del cotone prevede le seguenti fasi di lavorazione.

Dopo la filatura può essere effettuata la tintura: quest’operazione permette al colorante di penetrare nella parte centrale del filato.

A questo punto i filati sono pronti per il processo di tessitura.

La tessitura a fili ortogonali

La tessitura è un’arte finalizzata alla produzione di tessuti mediante

l’intreccio di fili. La tecnica è molto antica: i primi telai impiegavano due tipi di fili, ordito e trama, intrecciati perpendicolarmente tra di loro con le mani o con un bastoncino. Successivamente il telaio cambiò struttura e forma introducendo il liccio e il pettine, che velocizzarono il lavoro.

Il tessuto ha una larghezza definita in base al numero di fili dell’ordito, mentre la lunghezza è indefinita.

Sui due lati del tessuto, detti cimose, i fili dell’ordito sono molto più ravvicinati per aumentarne la resistenza. Sulle cimose si possono trovare impressi sigle, marchi di fabbrica o altri segni convenzionali.

I tessuti più comuni e più diffusi sono quelli ortogonali, quali i tessuti per camiceria o biancheria per la casa; sono formati dall’intreccio dei fili di ordito, posizionati in senso longitudinale, e dei fili di trama, cioè quelli orizzontali, disposti perpendicolarmente tra di loro.

L’intreccio

I tessuti sono il risultato della lavorazione di intreccio tra i fili dell’ordito e quelli della trama ed è proprio l’intreccio, definito anche armatura, a caratterizzare il tessuto. Le armature si distinguono in diverse tipologie.

• Armatura a tela: è la più antica e semplice; consiste nel far passare un filo della trama prima sotto e poi sopra a quello dell’ordito. Il tessuto che si ottiene è molto resistente e non ha un dritto e un rovescio.

• Armatura a spiga o saia: ha come struttura il filo di trama che passa prima due volte sopra e poi una volta sotto ai fili dell’ordito. Il tessuto presenta

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un’evidente struttura diagonale a destra o a sinistra.

• Armatura a raso: è molto caratteristica perché si distinguono chiaramente il dritto e il rovescio. Il filo di trama passa da quattro a sette volte sopra e una sola volta sotto al filo dell’ordito.

La tessitura a maglia

I tessuti a maglia vengono realizzati utilizzando una serie di fili, i quali vengono intrecciati a forma di anelli concatenati tra di loro fino a creare una catenella. A seconda del modo con cui vengono uniti, variano sia l’aspetto estetico sia la struttura del tessuto.

La caratteristica che distingue il tessuto a maglia rispetto a quello che si ottiene con il telaio a fili ortogonali è una maggiore elasticità ed

estensibilità, che comporta una migliore vestibilità degli abiti confezionati.

L’impiego dei tessuti a maglia interessa principalmente i capi di abbigliamento, come T-shirt e indumenti intimi.

Il finissaggio

Con il termine finissaggio si intende l’insieme delle operazioni di lavorazione che si applicano ai tessuti, allo scopo di migliorarne l’aspetto, le proprietà e le possibili applicazioni.

La tintura può essere effettuata durante vari stadi della lavorazione tessile, partendo dalle fibre fino ad arrivare al capo finito, passando dai filati e dai tessuti.

Un’altra operazione è la stampa, che permette di riportare un disegno, anche a più colori, su una superficie tessile.

Le operazioni di candeggio hanno lo scopo di eliminare eventuali impurezze colorate e ottenere bianchi puri.

Il trattamento ignifugo, che consiste nel rendere il tessuto antifiamma, evita quindi il propagarsi delle fiamme.

Altri trattamenti di finissaggio possono essere l’antimacchia, l’antinfeltrimento, l’antipiega, l’antipilling e l’antitarme.

Dal tessuto al capo di abbigliamento

Prima che un tessuto diventi un capo di abbigliamento sono necessarie altre operazioni, che un tempo erano eseguite semplicemente con ago, filo e qualche rudimentale strumento, mentre oggi possono avvalersi di numerose macchine computerizzate che riducono i tempi di lavoro e i costi della produzione.

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Le principali fasi per la realizzazione di un capo di abbigliamento sono:

• la creazione;

• la preparazione dei modelli e il taglio del tessuto, cioè la modellistica;

• la confezione;

• la finitura.

La creazione è la fase più creativa e inizia con il disegno del capo da

realizzare; il modello determina la natura del prodotto e il modo in cui esso verrà lavorato. Il disegno tiene conto delle tendenze della moda, nonché dell’immagine di marchio del produttore.

La modellistica determina il metodo di confezionamento e lo sviluppo delle varie taglie, che solitamente viene effettuato a computer e con specifici programmi di grafica: si realizzano così i tracciati. Realizzati i tracciati, si procede con la fase di produzione. Il tessuto viene predisposto a strati mediante una macchina, chiamata faldatrice, che crea un materasso di tessuto.

Sul materasso vengono posizionati i tracciati e si procede con il taglio tramite taglierine meccaniche o mediante dispositivi a raggio laser. Questa operazione permette di tagliare contemporaneamente un elevato numero di parti.

La confezione dei capi consiste nel congiungere tra loro le diverse parti del tessuto mediante la cucitura. Le fasi di confezione possono essere diverse, dalla semplice cucitura dei tessuti alla realizzazione di tasche, occhielli, attaccature per bottoni.

La finitura consiste nel controllo del capo per individuare eventuali difetti e comprende tutte quelle operazioni che rendono l’abito idoneo alla vendita in termini di presentazione, cioè stiratura, piegatura e imballaggio.

I capi vengono quindi inviati al magazzino di stoccaggio e da qui alla filiera per la commercializzazione.

Gli abiti dell’industria dell’abbigliamento prendono commercialmente il nome di prêt-à-porter, che vuol dire abiti pronti da indossare, oppure sono definiti abiti griffati quando fanno capo a noti stilisti.

Intervieni e produci

1. Scopri come sono fatte le armature realizzandone alcune con delle strisce di cartoncino colorato largo circa 1 cm e lungo 30 cm per l’ordito e 20 cm per la trama.

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Il primo attrezzo utilizzato per torcere le fibre tessili fu il fuso, costituito da un bastoncino infilato in un tondino. Facendo ruotare il bastoncino si torcevano le fibre attorno al fuso.

La filatura a mano, principalmente della lana ma riguardava anche le fibre vegetali, si è mantenuta quasi identica nel corso dei secoli.

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Prima della tessitura con il processo di orditura si avvolge, su un cilindro chiamato subbio, un determinato numero di fili, di pari lunghezza e tensione.

Il numero dei fili dipende dalla larghezza della stoffa che si vuole ottenere.

Oggi la tecnologia ha permesso di sostituire il lavoro del tessitore con l’automatismo dei telai meccanizzati. I processi di lavorazione non

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vengono più svolti dall’uomo, se non per la fase iniziale di sistemazione dei fili dell’ordito, ma da programmi computerizzati che ne gestiscono sia l’intreccio sia i motivi decorativi.

La produzione di tessuti a maglia si basa sul lavoro di particolari macchine lineari o circolari.

Queste macchine, ormai completamente automatizzate e computerizzate, permettono di creare effetti particolari sul tessuto.

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Macchina faldatrice

Le operazioni specifiche per confezionare un capo di abbigliamento sono effettuate con macchine per cucire e richiedono un numero di operazioni difficili da automatizzare, quindi per ogni macchina occorre un operatore.

Nuove tecnologie

Nel corso degli anni, pur essendo stata modificata notevolmente la

meccanica del telaio, la sequenza delle operazioni è rimasta invariata; ciò che invece si è evoluto riguarda soprattutto l’inserimento del filo di trama.

Nei moderni telai questo avviene con metodi diversi, tramite:

• un getto d’aria, che esce a forte pressione da diversi ugelli e fornisce la spinta alla navetta con il filo di trama;

• un proiettile, costituito da un’asta di acciaio e munito di una pinzetta che trattiene il capo della trama; spinto con violenza all’interno di apposite guide, attraversa a oltre 200 km/h i fili dell’ordito;

• due pinze, “pattini” in metallo e resina sintetica, muniti di particolari pinzette capaci di trattenere la trama;

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• un getto d’acqua che, uscendo a forte pressione da un ugello posto su un lato, riesce a trascinare il filo di trama da un’estremità all’altra del tessuto, a oltre 300 km/h.

Tecnologie sostenibili Riciclare gli abiti dismessi

Mettere i propri abiti usati nei cassonetti delle associazioni umanitarie, sparsi su tutto il territorio nazionale, non costa nulla e ha effetti benefici sull’ambiente perché evita il ricorso alle discariche. Dopo la raccolta viene effettuata una selezione del materiale: per il 60% si tratta di indumenti in buone condizioni che vengono rivenduti in Italia nei mercatini dell’usato oppure, se sono capi in buone condizioni ma non adatti al mercato

nazionale, vengono distribuiti gratuitamente in Africa, Sud America, India, nel Sud-Est asiatico e nei Paesi dell’Europa orientale. Circa il 25%

del materiale raccolto, opportunamente tagliato, viene ridotto in stracci, pulito e commercializzato per il settore delle imprese di pulizia e per le officine; una parte di questi tessuti riciclabili viene utilizzata per produrre materiale fonoassorbente. Solamente il 5% circa viene destinato alla

discarica o all’inceneritore.

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