La crisi in cui si trovava la Chiesa dipendeva dai comportamenti del clero, che invece di dedicarsi alle faccende religiose era più
impegnato a gestire il potere. Dunque veniva meno alla sua missione.
Quattro erano i problemi principali:
• corruzione: cattivo comportamento di una persona che in cambio di denaro agisce contro i propri doveri.
• simonìa: compravendita di cariche
ecclesiastiche. Molte persone per godere dei benefici derivanti da queste cariche erano disposte a pagare per ottenerle. In pratica si compravano queste cariche.
• nepotismo: alcuni membri del clero
assegnavano beni e proprietà ai loro parenti.
• non rispetto del celibato: alcuni membri del clero si sposavano e avevano dei figli.
Perché gli imperatori volevano nominare (scegliere) il papa?
Perché il papa era considerato il vicario (rappresentante) di Dio sulla terra, quindi la sua parola aveva un valore molto alto per gli uomini medievali. Proprio per questo motivo, quindi, gli
imperatori volevano nominare il papa: per avere in quel ruolo importante una persona a loro fedele.
Inoltre se l’imperatore controllava la nomina del papa questo
significava che l’imperatore era più importante del papa.
La Chiesa reagì per risolvere questa difficile situazione e attuò una
riforma (cambiamento) che fu
promosso dai monaci del monastero di Cluny. Le loro idee di
moralizzazione furono adottate dalla Chiesa in tutta Europa. In particolare:
• si allontanarono i membri del clero più corrotti;
• si proibì la vendita dei beni della Chiesa;
• si fece rispettare la regola del celibato.
Inoltre nacquero altri ordini religiosi che ben presto si diffusero in tutta Europa. Questi nuovi monaci ebbero anche un importante ruolo
economico nelle aree dove si insediarono (fondarono nuovi
monasteri) perché erano persone di cultura e contribuirono con le loro conoscenze a migliorare la vita della popolazione.
Le idee di riforma della Chiesa proposte dai monaci di Cluny vennero subito accolte dal papa Gregorio VII.
Inoltre il papa cercò anche di stabilire la sua superiorità rispetto all’imperatore e lo fece
emanando un documento: il DICTATUS PAPAE, in cui proclamava la sua superiorità rispetto a quella di qualsiasi altra autorità politica (l’imperatore era la più importante autorità politica del tempo). Il papa, quindi, affermò la sua autorità assoluta (superiore a tutte le altre) e come arma per mostrare questa sua autorità inventò la scomunica, cioè il diritto del papa di cacciare una persona dalla comunità dei fedeli.
Chi veniva scomunicato perdeva ogni potere e ogni autorità agli occhi dei fedeli perché chi veniva scomunicato non era più considerato un credente.
Oltre al DICTATUS PAPAE Gregorio VII emanò una serie di altre leggi per riformare la Chiesa. L’insieme di queste leggi prende il nome di riforma gregoriana.
In particolare queste leggi furono delle regole per controllare e punire il comportamento del clero:
• elaborò il diritto canonico, cioè una serie di leggi che dovevano rispettare solo gli uomini di Chiesa;
• creò dei nuovi tribunali ecclesiastici, cioè riservati agli uomini di Chiesa dove solo loro potevano essere giudicati;
• confermò l’obbligo del celibato per i membri del clero:
• proclamò l’autorità assoluta della Chiesa di Roma e del suo vescovo (il papa) su tutte le Chiese locali e sui loro vescovi.