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LUNEDI 11 APRILE

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(1)

C I X X I X . S E D U T A

L U N E D I 11 A P R I L E 19 4 9

/.

Presidenza del Presidente

C I P O L L A

I N D I C E

: \ ; :v- ^ " ra g .

Comunicazioni del Presidente : . . . 932 Congedo : . . . . . ?. . . 932 Disegno di legge: « Stati di previsione del­

l’entrata e della spesa della Regione s i-'

cibaria per l’anno finanziario dal 1° lu­

glio 1948 al 30 giugno 1949 » (152, 152 A, 152 B, 152 C, 152 D) (Seguito della diseus-

. Rione): ’

Presidente . I ;, . 934, 940, 94S Castrogiovanni, Presidente della Com­

missione e relatore di maggioranza. 934, 951 952 Ausiel l o, relatore di minoranza 938

Montaerano . : . ... 941, 949

Alibi ZZONB- . . . ! ^ 948

LaLoggia, Assessore alle finanze 950, 951

(Votazione nominale) . , . 949

(Risultato dèlia, votazione) . . 949

(Votazione segreta) . . . . 952

(Risultato della votazione) . . . . Disegno d i l e g g e : « V a r i a z i o n i d i b i l a n c i o

per l’a n n o f i n a n z i a r i o 1948-49 » (229) (Di­

scussione) : . - . . . ,.

952

Presidente . . . . .

Castrogiovanni, Presidente della Com­

952

missione e relatore di maggioranza 952

ll1terPellanze (Annunzio) . . . ■ -s 933

i n t e r r o g a z i o n e (Annunzio) . . . 932

P r o p o s t a d i l e g g e (Annunzio)

S u l l ’o r d i n e d e i l a v o r i :

933

PRANCHINA ... 954

Pag.

La Loggia, Assessore alle finanze . 955

AEESSi . G, ' . - • 955

Dante . . . , 955

NlCASTRO ... 955

Sui processe verbale;

D’Angelo . . . 931

Pr e c id e n t e... 931

La seduta è'aperta alle ore 17,20.

D ’AGATA, segretario, dà lettura del pro­

cesso verbale della- seduta precedente.

Sul processo verbale.

D ’ANGELO. Chiedo di parlare sul proces­

so verbale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D’ANGELO. L’onorevole Potenza, durante il suo intervento, nella seduta di ieri, aveva affermato di essere in grado di avanzare nei miei riguardi delle accuse molto gravi. Invi­

tato da. me a precisare la natura di queste ac­

cuse, chiese — nel mio stesso interesse — la nomina di una commissione che accertasse, nonostante che i termini fossero scaduti, se sia vero che vi sono state irregolarità nelle mie elezioni. Precisò, quindi, che la irregolarità consisteva nell’intervento di un mio zio Ve­

scovo.

Che nella mia famiglia ci sia un Vescovo, signor Presidente, è vero, ma questo conferma una sola cosa : la tradizione cattolica della mia famiglia di cui mi vanto e mi onoro. E’

Discussioni, f. 123 (500)

(2)

ASSEM BLA KKGlONAbB SICILIANA - - 932 — U a p rile l!)i9 A.S.T., creatura prettamente regionale, e sui falso, però, che un mio zio Vescovo sìa inter­

venuto nella mia elezione. Se l ’onorevole Po­

tenza fosse stato più cauto e, come era suo do­

vere, prima di pronunziare certe frasi da que­

sta tribuna, si fosse bene informato, avrebbe saputo che' mio zio manca, dalla Sicilia da ben 30 anni.

Dopo queste dichiarazioni, pronunziate con baldanzosa certezza, l’onorevole Potenza eb­

be a dire di non avere in realtà elementi di accusa da portare in Assemblea. Aggiunse in­

fine che. non lui. ma terze pèrsone denuncia­

no che nelle mie elezioni siano avvenute delle irregolarità, in quanto in una sezione eletto­

rale del Comune di Calascibetta si sono avu­

ti più voti preferenziali che voti di lista e che in merito esiste un ricorso.

E ‘ anche a mia- conoscenza che, nei miei ri­

guardi, è stato avanzato un ricorso, ma sco­

nosco la natura e il contenuto di esso. Non so­

no. quindi, in grado di fare alcuna dichiara­

zione. Pregherò il Presidente della Commissio­

ne di convalida di darmene possibilmente vi­

sione, in modo che io .possa dare i necessari chiarimenti. E' bene però rilevare, ancora una volta, come in Assemblea si sia tentato, con molta disinvoltura, di gettare delle ombre sul­

la onorabilità di un deputato e precisamente sulla mia onorabilità.

Signor Presidente, questo non dovrebbe es­

sere tollerato in un’Assemblea che tiene alla sua dignità.

PRESIDENTE: Con queste dichiarazioni, se. non si fanno altre osservazioni, si intende approvato il processo verbale della seduta pre- cedente.

Comunicazione del Presidente.

PRESIDENTE. Comunico all’Assemblea che è pervenuto dal Sindacato dell’Aziènda, siciliana trasporti di Palermo il seguente or­

dine del giorno :

« Questa segreteria regionale, interpretan­

do il. pensiero di tu tti i propri rappresentan­

ti, preso atto degli attuali lavori dell’Assem­

blea regionale e della mozione riguardante la Azienda siciliana trasporti, fa voti perchè la Assemblea, e per iniziativa di tu tti i rappre­

sentanti del popolo siciliano, voglia, nello spi­

rito dell’autonomia siciliana ed in considera­

zione degli interessi economico-soeiali connes­

si allo sviluppo dei trasporti, pronunciarsi e deliberare definitivamente sullo statuto della

relativi provvedimenti atti ad assicurare la sua funzionalità negli interessi particolari di tu tti i lavoratori dipendenti ed in quelli ge­

nerali dell'economia regionale. » Congedo.

PRESIDENTE. Comunico che l ’onorevole Beneventano ha chiesto un congedo di 30 gior­

ni per affari personali. Se non si fanno osser­

vazioni, il congedo s’intende accordato.

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Prego il deputato segreta­

rio di dare lettura delle interrogazioni perve­

nute alla Presidenza.

D’AGATA, segretario :

« Al Presidente della Regione, all’Assessore all’agricoltura, all’Assessore all’industria e al commercio, per conoscere se risponde a ve-*, rità che il Ministero per il commercio estero ha autorizzato la importazione in Italia di inanmte sintetica,. la quale è stata immessa sul mercato determinando una ingiustificata flessione dei prezzi della mannite naturale e della manna da frassino di cui la Sicilia è lo unico paese produttore nel mondo; in caso affermativo quale azione intenda svolgere il Governo regionale per tutelare un prodotto che interessa l’economia e il lavoro di oltre dodi­

ci centri agricoli e commerciali della nostra Isola. »

Sa pie n z a Pietro.

« All’Assessore ai trasporti, per conoscere : a) se è vero che il cavo sottomarino tra la isola, di Filicudi e quella di Alicudi è interrot­

to da circa cinque anni ; che il cavo tra l’isola dì. Lipari e quella di Panarea è intorrotto da circa tre anni ; che il cavo tra Pisola di Lipa"

ri e quella di Salina, che comprènde tre co­

muni è interrotto dal 6 gennaio del corrente anno ;

b) nel caso affermativo quali provvedi­

menti q iniziative l’onorevole Assessore ha pre­

so o intende adottare per restituire all’arcipe­

lago delle isole Eolie il normale servizio tele­

grafico. » (L’interrogante chiede la risposta scritta)

Dante.

« Al Presidente d e lla Regione, a l l ’Assesso­

re al lavoro, per conoscere — premesso che 31

(3)

ÀSSEJUBUSA, R EG IO N A LE .SIC IL IA N A --- i p 3 ~ 3 11 aprile 1949

recente annunzio ufficiale della creazione in Messina del Centro regionale di emigrazione ha. l'atto seguito l ’approntamento dei locali necessari al suo funzionamento — per quali motivi non si sia ancora provveduto ad arre­

dare i locali stessi ad emanare il regolamen­

to del funzionamento, atteso che è stata anche disposta ed effettuata- dall’Assessore al lavo-- ro una visita al Centro di emigrazione di Ge­

nova per modellare quello della Sicilia su quello di Genova. » (L ’interrogante chiede la risposta,: scritta)

# Marotta.

ritenuto, che la minacciata soppressione del­

lo scalo a Messina, il cui porto soffre già da.

tempo per la forzata inattività, determinereb­

be grave , danno ai lavoratori del porto, agii emigranti ed ai eoihmercianti e costituirebbe neh contempo un sensibile nocumento per la tu bi nc i a coni in erri ale ;

facciano conoscere quatti azioni intendano svolgerà per scongiurare il minacciato perico­

lo che incombe su Messina e sulla Sicilia, per tale, ingiustificato provvedimento. »

Marotta.

PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an­

nunciate saranno iscritte all’ordine del gior­

no, per essere svolte al loro turno. Quelle per le quali è stata chiesta la risposta scritta, sa­

ranno inviate al Presidente della Regione ed agli Assessori competenti.

Annunzio di interpellanze.

PRESIDENTE. Prego il deputato segreta­

rio di dare lettura delle interpellanze perve­

nute alla. Presidenza.

D’AGATA, segretario :

« Al Presidente della Regione e all’Assesso­

re al lavoro per conoscere quale fondamento abbia la. notizia relativa alla soppressione del­

l’ispettorato di emigrazione recentemente, ri­

pristinato a. Messina, e per sapere, nella- ipo­

tesi in cui tale voce avesse serio fondamento, quale azione intendano intraprendere per evi­

tare questa ulteriore espoliazione ai danni di Messina e della Sicilia orientale.

Marotta.

« Al Presidente della- Regione, per sapere se è a conoscenza della legittima commozione popolare conseguente alla morte di Francesco La Rosa avvenuta il giorno 3 aprile 1949 nel­

la camera, di sicurezza del Nucleo Mobile di Mazara del Vallo e della legittima perplessi­

tà sulle cause della morte, perplessità che sta assumendo il carattere di gravissima accusa popolare ; e se, sollecitando la pubblicazione del certificato di morte, e specialmente dispo­

nendo una immediata, inchiesta sul fatto lut­

tuoso, intende dare ai siciliani la sensazione che iLGoverno della Regione vuole e sa oppor­

si — sollecitando tutti i mezzi a sua disposizio­

ne — a quei sistemi di violenze e di sevizie, che, nella unanime convinzione delle popolazioni, costituiscono un metodo ormai largamente dif­

fuso ed autorevolmente organizzato. » ,

Adamo Ignazio - Costa.

PRESIDENTE. Le interpellanze testé an­

nunziate saranno iscritte all’ordine del gior­

no, per essere svolte al loro turno.

« Al Presidente della Regione, all’Assessore all'industria e al commercio perchè :

ritenuto che con recente provvedimento il Lloyd Triestino ha. stabilito di sopprimere lo scalo di Messina, unico per la Sicilia, della linea Italia-Australia, sotto lo specioso pre­

testo che la sosta a Messina di appena dieci

°re inciderebbe sulla rapidità del servizio ; constatato che il primo approdo effettuato

16 gennaio u. s. ha dato un movimento di ben- circa 250 tonnellate di merce e di oltre 300 passeggeri e che altrettanto risulta pronto per 1 Prossimo approdo che dovrebbe aver luogo entro il corrente mese ;

Annunzio di proposta di legge di iniziativa parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico all’Assemblea che l’onorevole Gugino ha presentato la se- g u n i t e proposta di legge : «! Costituzione di una Commissione parlamentare per Pesame dei problemi inerenti alla, funzionalità della S.T.E.S. e dell’E.S.E. »,

Se non si fanno osservazioni, la presa in considerazione di questa proposta di legge sa­

rà posta all’ordine del giorno della seduta sue-, cessi va a quella della chiusura dei lavori del bilancio.

(4)

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA m 934 n Seguito delia discussione del disegno di leg­

ge : “ Stati di previsione dell’entrata e del­

la spesa della Regione siciliana per l’anno finanziario dal l luglio 1948 al 30 giugno 1949 „ (152, 152 A, 152 B, 152 C, 152 D).

PEESIDEXTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge :

« Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l’anno finanziario dal 1 luglio 1948 al 30 giugno 1949. »

< ' A ST1 {O( ; I < ) \" a X X1. Presidente della Com­

missione e relatore di maggìoram-a. Signor Presidente, onorevoli colleglli, quando ci fu chiesto in una- delle scorse sedute se la Com­

missione per la finanza avrebbe preso la paro­

la a chiusura della discussione sul bilancio, eb­

bi a dichiarare che non solo era nostro diritto prendere la parola, ma anzi nostro dovere, ed aggiunsi che se si può rinunziare ai diritti, non si può non adempiere un dovere.

Pio fatto questa dichiarazione perchè, alla Con missione per la finanza sembra che, nella fase finale, conclusiva della discussione sul bilancio si renda necessario fissare l ’attenzio­

ne sui punti che a noi sono apparsi essenzia­

li. al fine di raggiungere quegli obiettivi che questa lunga appassionata discussione si è proposta, di raggiungere. Prima ancora di en­

trare in argomento, desidero dire, come espres­

sione dei mio pensiero e come espressione del pensiero della maggioranza della Commissio­

ne. che noi siamo certi che l’onorevole Restivo, Capo del Governo siciliano, uomo che parla così poco, che parla- così pacatamente ma che sa dare un tono elevato al suo discorso, quan­

do occorrerà, farà bene e presto per conseguire felicemente quei risultati ai quali il Governo siciliano deve indirizzare la propria attenzio­

ne ed il proprio sforzo.

Noi gli porgiamo, da questa tribuna, il no­

stro augurio e, nel contempo, gli confermia­

mo la nostra certezza.

Devo ancora dire, onorevoli colleghi, che la Commissione per la finanza non ha attribuito al Governo regionale il ritardo verificatosi nel­

l ’esame del bilancio, come altro oratore, da questa stessa tribuna, ebbe ad affermare. Al contrario ha ritenuto necessario, indispensabi­

le che vi fosse un ritardo nell’esame del primo bilancio della Regione, in quanto all’inizio del­

l ’attività autonomistica, nè il Governo regiona­

le, nè l’Assemblea avevano l ’esperienza che oc­

correva per trattare il problema con ampiezza, con scienza, cod totale consapevolezza delle

11 aprile 1949 nostre possibilità e dei nostri problemi. La Commissione anzi ha fatto lode al Governo di essersi assunta sla responsabilità, di vivere quasi due anni in regime, diciamo così, di eser­

cizio provvisorio riversando su se stesso le re­

sponsabilità di eventuali errori, che, peraltro, non. sono stati commessi, ed evitando che la Assemblea, impreparata e non sufficientemen­

te predisposta., incorresse in errori che, com­

messi dal Governo,, potevano poi essere ripa­

rati dall’Assemblea, mentre, se li avesse com­

messi quest’ultima, sarebbero stati irrepara­

bili. Pertanto, no lodam m o il Governo per ave­

re vissuto in un regime di esercizio” provviso­

rio e motivammo anche la lode, perchè questo senso di responsabilità da parte dell’organo governativo, che veniva ad esonerare di ogni responsabilità l’Assemblea siciliana, era op­

portuno, pur costituendo un grave onere per i precedenti Governi regionali e per l ’attuale.

Il Governo agiva senza direttive precise, agi­

va, sotto certi aspetti, di suo arbitrio non intendo dare a questa parola il significato di manchevolezza che normalmente accede ad es­

sa — intendo dire di sua volontà. I. Governi susseguitisi in questo primo nostro periodo di autonomia hanno agito in questo modo ed han­

no agito bene in quanto hanno posto su se stes­

si una responsabilità che non poteva, gravare sull’Assemblea. Pertanto, se quelle parole fu­

rono dette, esse interpetrarono erroneamente il pensiero della Commissione per la finanza.

Ed è altrettanto erroneo W- me ne dolgo anche a nome della Commissione — attribuire la col­

pa deb ritardo alla Commissione, stessa. Infat­

ti, quando questa ricevette in esame il bilan­

cio, poteva limitarsi a fare una sommaria in­

terpretazione di esso portando all’esame del­

l ’Assemblea un complesso di aride inestrica­

bili cifre che costituiscono normalmente il bi­

lancio. Ha ritenuto invece opportuno di pre­

sentare un elaborato in cui l ’interpretazione del bilancio, traendo dalle aride cifre tutti i problemi fondamentali della vita siciliana, ha dato modo all’Assemblea di lungamente in­

trattenersi neU’esame di tu tta l ’attività della Regione. Ciò è stato possibile per l ’intenso, appassionato' lavoro della Commissione per la finanza.

Desidero ancora aggiungere che questa As­

semblea ha altissimamente onorato se stessa, discutendo il bilancio con tanta precisione, con tanta capacità, con tanta vigoria, contra­

riamente a quanto abitualmente avviene in al- tri parlamenti dove, per quanto io sappia, al-

(5)

-ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 935 — , 1 1 ap rile 1949 la discussione del bilancio partecipano soltan- j slative che si -unificano nell’unità dello Stato, ro pochissimi competenti, mentre gli altri si li­

mitano ad approvare o non approvare, secon­

do le decisioni del gruppo politico al quale aderiscono. Per esempio nel Parlamento roma­

no coloro che procedono alla interpretazione delle cifre del bilancio, che da esse traggono il relativo problema sono quattro o cinqué : Einaudi, Corbino, M tti, La Malfa e qualche

• altro. ’ Aut// ra

MONDELLO. Mi sembra che lei esageri.

WEMINARA. C’è Scoccimarro.

(1A S TE O GIO V A N NT, Presidente della Com­

missione e relatore di maggioranza. Il lavoro della Commissione — rip eto —- è stato appas­

sionato e nel contempo utile, in quanto ha da­

to la possibilità di fare una discussione com­

pleta così come-è stata fatta. Pertanto la Com­

missione respinge’ ogni accusa chiaramente o larvatamente espressa da questa tribuna.

Tutto questo complesso di sedute e di riu­

nioni, aventi per oggetto il bilancio, è da con­

siderarsi come l ’attuazione più completa, più avanzata, più definitiva della difesa dell’au­

tonomia siciliana, in quanto, attraverso questa discussione, si sono individuati i punti attra­

verso i quali è possibile procedere al rafforza­

mento dell’autonomia. I l rafforzamento della autonomia costituisce infatti la migliore dife­

sa dell’autonomia stessa, perchè un organismo esiste e si difende se ed in quanto sia forte, mentre, quando sia in istato di debolezza- e ia nebulosità e l ’incertezza sul suo cammi­

no non possono costituire altro che debolezza - evidentemente, questo organismo è destina­

to prima o poi a soccombere in malo modo.

Onorevoli colleghi, esporrò ora i punti sui quali la Commissione di Finanza, ha fermato la sua. attenzione e sui quali desidera che la Assemblea fissi la propria.

Innanzi tutto è necessario stabilire i limiti della nostra autorità in regime autonomisti­

co, quale nasce degli articoli 14, 17, 20 dello Statuto. Molto a proposito l ’onorevole Presi­

dente della Regione si , chiedeva, nella seduta scorsa, quale interpretazione dare alla affer­

mazione, contenuta nella relazione di maggio­

ranza. e ripetuta qui alla tribuna. La inter­

pretazione da lui data è la più esatta, la più Precisa. Infatti, quando nella relazione si par- a di sistema bilegislativo, non s’intende par- a,e di scissione dell’unità complessiva dello

tato, ma si intende parlare di due fonti legi-

La legge è una, in quanto la facoltà di legi­

ferare, riservata, in regime autonomistico, al­

la nostra Assemblea per quelle materie in cui lo Stato ha ceduto la sua potestà legislativa, si perfeziona- attraverso il non ricorso o attra­

verso la, decisione dell’Alta Corte Costituzio­

nale. Pertanto, la legge è una, ma le fonti che emanano la legge in regime autonomistico so­

no due : la- fonte che proviene direttamente dallo Stato è la fonte che proviene dalla Re­

gione ; esse si unificano poi nella suprema ed unica sovranità dello Stato. Questa è la in­

terpretazione data dall’onorevole Presidente e-che noi accettiamo, perchè risponde alla- no­

stra interpretazione; a proposito’è venuta an­

che l’interpretazione del sistema di monoese­

cuzione e monoamministrazione. Infatti, esclu­

se le branche deila pubblica amministrazione, nelle quali la Regione’ non ha alcuna potestà legislativa —• quali, à d esempio, la magistra- tu ra — per le altre, materie dobbiamo realiz­

zare l ’arami Distrazione diretta, o per conto della Regione o per conto dello Stato.

Qualsiasi altra interpretazione che venga data al sistema non potrà portare che confu­

sione e ciò, non per colpa nostra, ma per col­

pa di coloro che vorrebbero intromettere nella Regione delle autorità che non esistono, come promanazione diretta, ma esistono per ubbi­

dienza alle leggi che, nell’amministrazione e nell’esecuzione, devono avere unicità di indi­

rizzo e di potere. Pertanto credo che anche su questo punto vi sia una perfetta identità di vedute tra il Governo regionale e la Commis­

sione per le finanze. Se, nella relazionò’ scritta o nella relazione di introduzione alla presen­

te discussione, la Commissione ha espresso pò­

co chiaramente le proprie idee, le presenti di­

chiarazioni valgano come definitivo chiari­

mento. Stabiliti i limiti della nostra potestà, dobbiamo, infra questi, avere autorità effetti­

va. Questo può avvenire solamente se e in quanto si proceda nel più breve termine allo assorbimento degli uffici. Infatti, fino a quan­

do gli uffici del centro e della periferia non saranno sotto la nostra giurisdizione, — sia per quanto riguarda la previsione di spesa, sia per quanto riguarda l ’effettivo assorbimento degli uffici stessi — fra gli organi regionali e gli uffici statali, che devono ad essi organi obbedire, ci sarà slegamento e l ’autorità della Regione, delimitata in base agli articoli 14, 17 e 20, non avrà possibilità di conclusiva e pra­

tica esplicazione.

(6)

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 936 — 11 a p r i l e l i io

Questo è il secondo punto che fervidamente raccomandiamo all’attenzione dell’Assemblea e del Governo regionale.

Una volta delimitate le attribuzioni dell’au­

tonomia regionale è necessario che la nostra attività si svolga ordinatamente e coordinata- mente, in modo che — come è stato raccoman­

dato dalla Commissione per la finanza nella sua relazione generale e nella- relazione sui singoli Assessorati - per ogni singolo settore venga ordinata in un piano che si inquadri in uno generale in precedenza disposto. Riteniamo questo necessario — e Ponorevole Milazzo non si impressioni della nostra, richiesta d’una det­

tagliata pianificazione —, perchè diversamente seguiteremo nell’avvenire ad agire come per il passato, per la nostra impreparazione, agirem­

mo cioè senza il dovuto ordine e senza la do­

vuta coordinazione, andando incontro al cat­

tivo sistema degli sforzi vani o degli sforzi sn- perflui, in sostituzione degli sforzi necessari.

Per potere effettuare tu tta l’opera e tutti i pro­

positi che sono nei nostri cuori e nella nostra, mente, è necessario che il sistema finanziario della Regione venga incrementato nel modo dovuto. Pertanto, la Commissione per la fi­

nanza ha-dato e torna, a dare il massimo ri­

lievo all’articolo 38 dello Statuto dell’autono­

mia siciliana. Il Governo — e quando se ne è discusso ciò non era ben chiaro nella mente di tutti — si è pronunziato in proposito, per­

chè quando la Commissione gli richiese il suo parere, gli uffici del Governo iiresentarono quella memoria che è alligata alla nostra rela­

zione e che pertanto si presume sia a vostra conoscenza. Il Governo resta, quindi, impe­

gnato per l’attuazione dell’articolo 38, essen­

do valide le osservazioni preliminari che noi abbiamo fatto alla predetta memoria, e che precipuamente consistono nella richiesta di una equiparazione base e preventiva della si­

tuazione della Regione siciliana nei confronti di quella delle altre regioni. Infatti, prima di parlare di proventi dell’articolo 38 — proven­

ti che devono essere considerati come un « sur­

plus » che la collettività italiana dà alla Re­

gione siciliana, perchè essa si elevi e torni al­

la pari con le altre regioni —, è necessario pre­

tendere che il trattamento in atto praticato nei confronti della Regione siciliana sia pari a quello di cui. godono le altre regioni italiane.

Che ciò attualmente non avviene può essere ri­

levato dal fatto — cito un esempio — che nel settore delle costruzioni ferroviarie, la .Sici­

lia ha avuto attribuiti, in un solo anno, circa

8 miliardi in meno che le altre regioni italia­

ne. Allora, dunque, che vale richiedere l’at- tuazione dell’articolo 38„ quando le condizioni attuali della Regione siciliana non.vengono ad essere parificate con quelle delle altre regioni?

Si deve evitare che le somme, stanziate dal Governo centrale ai sensi dell’articolo 38, ven­

gano in parte assorbite dalla minore entità, degli stanziamenti ordinari, in favore della Sicilia nei confronti delle altre regioni italia­

ne- si deve evitare che si perpetui quella man­

chevolezza, quella deficienza che ancora, do­

po le infinite promesse fatte e dopo gli eventi

•dolorosi e non dolorosi, che sono intercorsi, viene praticata ai nostri danni. Pertanto, la Commissione per la finanza reputa assoluta- niente fondamentale che $i proceda, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 38, con la massi­

ma energia e sollecitudine, provvedendo a fa­

re i piani utili all’impiego dei mezzi finanzia­

ri che effetti vani ente affluiscono alle casse della Regione.

Altro argomento sul quale la Commissione per la finanza ha fissato la propria attenzio­

ne — sotto certi aspetti questo è un argomento- nuovo che viene portato in Assemblea — ri­

flette il piaiio E.R.P..

E ’ questo un argomento delicato, un argo­

mento complesso, un argomento che deve dar luogo, necessariamente a delle contestazioni.

Se noi facciamo atto di quiescenza a quello che è avvenuto e a quello che in seguito potrà avvenire, è segno che noi non facciamo inte­

ramente il. nostro dovere nei confronti della Sicilia, che non abbiamo una visione esatta di' quello che è il problema siciliano è che non diamo un’impostazione che possa conseguire i fini che il piano E.R.P. stesso si propone.

In proposito ho da dichiarare che, a mio av­

viso personale, la Regione siciliana ha delle attribuzioni che, se da. una parte sono quelle di una provincia,.dall’altra sono quelle di uno stato. Infatti, mentre per alcuni servizi, come quello militare e giudiziario, lo Stato ha man­

tenuto a. sè la competenza, ha affidato altri servizi alla competenza, della Regione, per cui essa viene a. sostituirsi allo Stato stesso. Così, dal punto di vista finanziario, non esito a &&

finire la Sicilia « uno stato ».

Se considerate che le fonti di produzione della Sicilia, industria, agricoltura, commer­

cio e turismo, il sistema finanziario tributa­

rio. il commercio all’interno ed all’estero sono di nostra esclusiva competenza, e che l’artico­

lo 40 dello Statuto prevede l ’utilizzo della n°'

(7)

.a s s e m b l e a r e g io n a l e s i c i l i a n a

stra valuta, attraverso la stanza di compensa­

zione siciliana : se considerate tutto ciò, dove­

te convenire con me che il sistema finanziario siciliano costituisce un sistema fnanziario as­

solutamente autonomo che, per questi riflessi e sotto questi aspètti, dà all’Isola una potestà simile, identica a quella di uno Stato. Di con­

seguenza, sotto certi aspetti la Regione sicilia­

na è da considerarsi una provincia e sotto al­

tri aspetti uno Stato-

Pertanto, nell’adottare i prowedimeni sug­

geriti dall’esame dei problemi regionali, è ne­

cessario che noi valutiamo quale potestà nel­

la specifica materia è attribuita alla Regione ; e, per determinati settori dobbiamo' agire con la <( forma mentis », con la piena coscienza dell’autorità esclusiva e, con ciò stesso, della sovranità. Yi spiegherò, onorevoli colleghi, tu t­

ta questa premessa in materia di piano E.R.P..

In questa stessa Aula, si è molto^ discusso quan­

do fu svolta la mozione sul piano E .R .PI pre­

sentata dall’onorevole Drago. A mio avviso, non tutti gli aspetti del problema vennero svi­

scerati e, soprattutto, questa Assemblea non arrivò ad una conclusione definitiva. Pino a quando la Sicilia non abbia stabilito prelimi­

narmente questa propria individualità d’ordine finanziario, cioè fin quando l ’economia sici­

liana non sia stata dichiarata economia diffe­

renziata, il piano E.R.P. per noi non avrà se uon scarsissimi effetti, effetti che debbono venire considerati marginali.

La Regione, infatti, anche se avrà assegnati degli stanziamenti sul fondo- lire, non avrà mai accesso ai mezzi strumentali. Stabilendo­

si, invece, il concetto di economia differenzia­

ta al momento in cui venissero fatte all’Italia delle assegnazioni sul piano E.R .P., dagli stes­

si organi dovrebbe essere stabilita l ’aliquota di questo fondo da assegnare « necessariamen­

te » alla Regione siciliana. In base a questa quota preventivamente accertata si dovrebbe poi1 determinare in concreto come i mezzi for­

biti dovrebbero essere impiegati. Certamente è difficile sostenere una tesi simile, è difficile sostenerla, non certo perchè non sia vera, ma perchè una simile tesi troverebbe delle fortis­

sime opposizioni di coloro che hanno interessi contrari a questa tesi, da parte dei soliti am- nenti del centro. Ma, d’altro canto, sin quando non sia chiaramente stabilito « un simile presupposto, sin quando, nel mornen- o stesso in cui gli Stati Uniti conferiscono al- 0 Stato italiano le provvidenze stabilite dal piano Marshall, non si stabilisca nei confronti

11 ap rile 1949 della Sicilia; un’aliquota a favore della Sicilia stessa, alla nostra regione sul piano E. R. P.

sarà assegnata una parte ben misera che an­

drà sempre a diminuire nel futuro. Poiché non dubitiamo che avremo poco e che, attingendo alle materie prime, avremo meno ancora; poi­

ché non dubitiamo che attingere al fondo lire sarà impossibile e che in ogni caso, se ci sarà concessa qualche cosa, rimarremo forse anche al di sotto di quei limiti proporzionali che a noi competerebbero per territorio e popolazio­

ne, domando, allora, quali benefici avremo dal piano E. R. P..

: Non voglio essere profeta di sciagura, ma serenamente e pacatamente rispondo : noi non avremo nulla.

Quésta dell’economia differenziata è una te­

si che il Governo regionale, a nostro modesto avviso, è chiamato a sostenere e, voglio spera­

re, anzi sotto, certi aspetti sono certo, che, se non ufficialmente, almehoi ufficiosamente, questa tesi sia stata già sostenuta. In ogni ca­

so noi dobbiamo tentare di sostenerla perchè risponde ad uno statò di fatto, perchè risponde concretamente ai principi della Costituzione italiana, perchè risponde principalmente allo interesse nostro di prosperare, di progredire.

Ci vuole del coraggio, onorevole Presidente del­

la Regione, onorevole Assessore alle finanze, ci vuole del coraggio, ma io ho da dirvi che, quando si tra tta del bene della nostra Sicilia, il coraggio non è un diritto e neanche un lus­

so : è un dovere. Onorevoli colleghi, all’infuo- ri di questi punti e degli altri contenuti in tut­

te le raccomandazioni che noi abbiamo fatto, ma che non costituiscono punti basilari della nostra relazione sul bilancio, altri non ve ne sono.

Concludo ricordando quanto ;è stato detto nella nostra relazione ed è stato poi ripetuto in Assemblea e cioè che il lavoro della Com­

missione per la finanza andava inteso come un atto di fede verso la Sicilia, verso l ’istitu­

to autonomistico e verso gli onorevoli deputati dell’Assemblea. Aggiungo che la passione con cui sono state seguite le discussioni del bilan­

cio, durate per 15 giorni, attraverso le deluci­

dazioni e il contributo di carattere tecnico ap­

portato dai vari deputati che hanno preso la parola ha dato chiara, precisa, la sensazione che la nostra fede da voi, onorevoli colleghi, non è stata tradita. Devo anzi dirvi che il to­

no della discussione è andato anche al di là delle nostre stesse speranze e non posso mani­

festarvi la gratitudine della Commissione per

(8)

ASSEMBLEA r e g io n a l e s i c i l i a n a — 938 11 aprile 19#, la finanza perchè sarebbe troppa poca cosa.

Vi posso dire, peròj che in questi 15 giorni avete dato inizio ad una vita nuova dell’auto- mia siciliana e, non noi soltanto della Com­

missione. ma tu tta la Sicilia, io ritengo, de­

ve esservene grata,

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Ausiello, relatore di minoranza.

AUSIELLO, relatore dì minoranza. Onore­

voli colleglli, a nome della minoranza della Commissione per la finanza, devo associarmi alle espressioni di compiacimento che sono state pronunziate, tanto dal Presidente della Commissione quanto, nella seduta scorsa, dal Presidente della Regione circa la discussione che ha tenuto occupata- TAssemblea. Questa discussione, contenuta, elevata, sorretta sem­

pre da un senso di obiettività e di consapevo­

lezza dei compiti che ci incombono, questa di­

scussione onora l ’Assemblea, giova alla causa, della, Sicilia e, permettetemi di dirlo, giova- anche alla causa, della democrazia italiana, perchè noi della Sicilia- abbiamo dimostrato come un’Assemblea rappresentativa sia non soltanto sede di dibattiti ideologici o di scon­

tri accesi, ma anche sede naturale di vaglio e di discussione e di propulsione di quelli che sono i problemi fondamentali della collettivi­

tà. Ciò è bene che sia ricordato ad una, opi­

nione pubblica che ha molta tendenza a di­

menticarlo. sebbene non possiamo fargliene carico, giacché questo oblìo è conseguenza di un oblìo del costume democratico che la sto­

ria recente del nostro Paese ci ha imposto.

Io ho ascoltato tutti con grande attenzione ed interesse e mi si permetterà di sottolineare la partecipazione cospicua che a questa discus­

sione ha dato .il settore politico al quale ap­

partengo, con interventi i quali, oltre che animati dal nostro spirito efitico, sono stati anche sostanziati da una esperienza viva, da una esperienza diretta di quelli che sono i pro­

blemi della Sicilia e particolarmente i proble­

mi del lavoro, i problemi dell’agricoltura, i problemi dell’industria; tutti i problemi cioè, che attraverso ii contatto con le masse lavora­

trici possono essere meglio compresi.

Perciò, tanto più devo dolermi che, malgra­

do la constatazione unanime della concretezza dei nostri lavori, ai quali tutta l’Assemblea ha partecipato con interventi egregi, rilevanti da parte di tutti i settori politici, qualche voce si sia levata in questa Assemblea per esortare il Governo regionale a proseguire per la sua

strada. « non tenendo conto di quanto é stato detto dalla opposizione.... »

ALESSI. Legga l'intero periodo. Avete par- ' lato'di polverizzazione del bilancio.

AUSIELLO, relatore dì . minoranza.. Devo protestare per quanto si è detto contro l ’oppo­

sizione e la minoranza della Commissione per la finanza. Sono state anche elevate critiche, che io ritengo obiettivamente infondate. Si è detto : voi avete, in tema di finanze e di bilan­

cio, costruito dei castelli in aria,' non avete- tenuto conto delle limitate possibilità finan­

ziarie della Regione'.e, prospettando l’oppor­

tunità o la necessità di interventi più cospi­

cui, in sostanza avete raggiunto lo scopo di trasferire dallo Stato alla Regione, quelli che sono invece obblighi di interventi finanziari, dello Stato.

Questa accusa è infondata; i lavori; della Commissione per la finanza stanno a testimo­

niare come la minoranza di essa non è stata seconda a nessuno nel custodire gelosamente le finanze della Regione, affinchè esse serva­

no ai fini propri della Regione secondo la sua competenza e nulla si tolga al compito di in­

tervento dello Stato. V’è stato anche, questo limite, questa cura gelosa: far sì che lo Stato- non venga mai sgravato dai suoi impegni e la.

Regione non si assuma carichi che spettino ad esso. L’opposizione ha avuto questa cura, onorevoli colleghi. L’altra osservazione è sta­

ta più maligna ; è stato detto che l’opposizio­

ne. con la sua critica all’apparato ammini­

strativo, ai pretesi sperperi, alle pretese man­

chevolezze o larghezze o leggerezze o allegrie di finanza e di amministrazione, si è associa­

ta al coro dei detrattori e dei denigratori del­

l ’autonomia. siciliana. Non è vero. Io mi ri­

chiamo, per la parte che riguarda la minoran­

za della Commissione, ai.processi verbali del­

la Commissione stessa e per la parte che ri­

guarda le discussioni in Aula ai resoconti delle sedute della nostra Assemblea, Non è vero che da parte nostra sia stata pronunziata una sola parola di adesione o di consenso, o comunque una parola che possa in futuro essere sfrutta­

ta dai nemici della nostra autonomia, dai de­

trattori del nostro ordinamento autonemisti- co ; su questo tema, noi non dobbiamo ricevere lezioni da alcuno. Del resto, non soltanto, in Sicilia, ma anche fuori dell’Isola, ed in ben altre sponde, in ben altro campo, sia di sta®- pa, sia di opinione, sia di personalità politi­

che, vanno ricercati e vanno identificati i de-

(9)

a s s e m b l e a r e g io n a l e s i c i l i a n a — 9 3 9 — ' l i a p r i l e 19 4 9

trattori dell’autonomia siciliana. Il tono poli tico, usato dal Presidente della Regione nel

suo intervento sereno, che. io ho ascoltato con grande piacere, almeno per quanto riguarda le considerazioni sulla convivenza, sulla com­

patibilità parlamentare fra opposte tendenze, è stato ben diverso. Noi possiamo senza altro condividere l’affermazione del Presidente del­

la Regione che l ’esperimento — chiamiamolo così per intenderci — autonomistico possa considerarsi riuscito. Sì, possiamo sottoscri­

vere questa dichiarazióne!

Lo strumento autonomistico serve a due co­

se; in primo luogo ad uno studio più diretto dei problemi, da parte di chi vi è direttamen­

te interessato e ad un esame delle possibilità di soluzione da parte di chi è in possesso dei mezzi per conseguirle; questo processo costi­

tuisce la nostra attività legislativa. Molte leg­

gi sono state fatte'e possiamo serenamente af­

fermare che, in regime di autonomia, esse so­

no state elaborate meglio d i quanto potevano esserlo le leggi elei centro sulla stessa materia . Vi è però un altro aspetto positivo dell’esperi­

mento autonomistico, ed è quello della coscien­

za regionale che si è data alla Sicilia. Oggi i problemi dell’Isola vengono esaminati, affron­

tati ; si cerca di risolverli con spirito unitario e con visione regionale, mentre la vecchia rap­

presentanza politica isolana, tu tt’ora esisten­

te in altri campi, non aveva- e non ha tu tt’ora questa coscienza unitaria regionale dei proble­

mi della Sicilia. Qùindi, da questo doppio punto di vista., noi sottoscriviamo Rafferma-- zinne del Presidente della Regione secondo la quale l ’esperimento autonomistico deve consi­

derarsi riuscito e si deve guardare al suo pro­

seguimento con piena e meditata, fiducia.

DANTE. Malgrado gli affossatori.

AUSIELLO, relatore di minoranza. Posso condividere un’altra afférmazione : si è par­

lato di fase polìtica ed amministrativa. Si è precisato, cioè, che la nostra attività regiona­

le non è solo amministrazione e quindi tecni­

ca amministrativa. L’amministrazione non è dissociabile dalla politica. La nostra è un’As­

semblea politica ; è stato detto che essa deve fare della politica, della politica regionale.

La precisazione è esatta, ma va ulteriormen­

te approfondita e chiarita.

In tema di politica non vogliamo fermarci 8 criteri di competenza secondò l’articolo 14 0 l’articolo 17 dello Statuto. Qui si può fare e ri farà tutta la politica, intendendo con que­

sta- espressione tutto ciò che interessa i proble­

mi di governo. Sono tutti problemi politici che vanno discussi in sede politica e quindi in questa Assemblea col solo limite del punto di vista, secondo il quale essi vanno considerati : il punto di' vista dell’interesse regionale. E, badate, onorevoli colleghi, che sotto questo profilo ; possono comprendersi anche alcuni problemi che secondo un criterio rigoristico sembrano esulare, ma che sarebbe inesatto vo­

ler escludere, dalla nostra competenza; mi ri­

ferivo al profondo anelito di pace che qui si è dovuto portare e che è stato bandito, come se esulasse dalla nostra competenza; esso costi­

tuiva, invece, una manifestazione politica che l ’Assemblea regionale avrebbe ben potuto fa­

re, perchè questa manifestazione rientrava nel concetto di politica, dal punto di vista del­

l ’interesse regionale.

Devo aggiungere che, nelle dichiarazioni del Presidente della Regione noi abbiamo vi­

sto ribadire l’aspetto giuridico della, nostra at­

tività autonomistica. Non vi è dubbio che se, affini della, futura storia, si intendesse battez­

zare come attività di consolidamento giuridi­

co dell’autonomia la prima fase della nostra attività o dell’attività della Giunta regionale..

LA LOGGIA, Assessore alle finanze. Di tut­

ti quanti. Non c’è ragione di distinzione.

AUSIELLO, relatore di minoranza. ... nulla avrei da obiettare. Ma questa prima fase, che forse non è chiusa, deve dare luogo alla fase costruttiva, nella quale dalla forma si proce­

da alla sostanza. Nel discorso dell’onorevole Alessi io ho sentito un’affermazione esatta e felice : che, cioè, la Sicilia in questo momento è all’avanguardia del processo di redenzione del Mezzogiorno ; questa affermazione è esatta e felice, m.a, essa...

ALESSI. Ciò nonostante venne contrastata dai colleghi del suo settore.

AUSIELLO, relatore di minoi'o/nza. ...ci di­

ce che il problema dell’autonomia siciliana è un problema di sostanza e non di forma; il collegare la istanza autonomistica della Sici­

lia alle istanze similari del Mezzogiorno, cosa che ho definito, — a mio modesto giudizio — esatta e felice, a me sembra tocchi la sostan­

za, il punto di differenziazione fra la esigen­

za regionalistica generale e l’esigenza autono­

mistica della Sicilia e del Mezzogiorno. Viene così affermato che questo nostro movimento non vuole semplicemente far sorgere organi o

D iscussioni, f. 124 (500)

(10)

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 940 11 ap rile 1949 Strutture amministrative, distinte da quelle

del centro, ma vuole creare una sostanza di­

versa ; vuole, cioè, correggere e rettificare i vi­

zi del processo storico formativo, attraverso il quale si pervenne all’unità dello Stato italia­

no. E ’ questa la sostanza dell’autonomia sici­

liana, elle è comune alle istanze die vengono avanzate da tutto il Mezzogiorno. Ed allora, la sostanza dell’autonomia siciliana non con­

siste soltanto nel creare degli organi decen­

trati, nel creare a Palermo degli organi ai quali si inoltrino quelle stesse pratiche che venivano inviate a giacere nei polverosi archi­

vi dei Ministeri, a Roma, Autonomia signifi­

ca più strade, più scuole, più ospedali, più energia elettrica, più ferrovie; significa reden­

zione delle plebi contadine ; significa spezzet­

tamento del latifondo, significa- riforma agra­

ria, significa industrializzazione. Ecco dun­

que tutti i fattori sostanziali della nostra au­

tonomia. Io non ho visto citati nelle dichiara­

zioni del Governo questi punti programmati­

ci : in questa- sede, essi non sono stati ricor­

dati nè da parte di chi responsabilità di Go­

verno aveva avuto in passato, nè da parte di chi oggi queste responsabilità ha assunto. Mi è sembrato...

ALESSI. Io ne ho paidato in tutte le mie dichiarazioni e anche nel mio ultimo interven­

to. Lei sarà stato distratto.

AUSIELLO, relatore di minoranza. ... che questa, che è la sostanza viva dell’antonoinia.

fosse passata in sordina, fosse sottaciuta, dan­

do risalto all’attività di consolidamento degli istituti, all’attività giuridica, formale ed am­

ministrativa che ha il suo peso, è vero, ma non costituisce l’intera sostanza dell’autono- mia stessa. Orbene, se siamo tutti d’accordo nel ritenere che quella- da me sopra illustrata sia la- sostanza- dell’autonomia della Sicilia, voi vedete, onorevoli colleghi, come ne discen­

da. ne scaturisca una- conseguenza ineluttabi­

le : che, cioè, le forze legate alla riuscita del­

l ’esperimento autonomistico in Sicilia, sono le forze popolari, come lo sono, per eguale ra­

gione le forze popolari del Mezzogiorno. Sono queste le forze che stanno dietro quella- auto­

nomia che voi non potrete attuare contro di esse nè senza di esse. (Vivi applausi dalla si­

nistra - Molte congratulazioni)

PRESIDENTE. Ricordo all’Assemblea che sono stati presentati a conclusione della di­

scussione del bilancio i seguenti ordini del giorno :

« L'Assemblea Regione Siciliana,

Vista la relazione della maggioranza della Commissione di finanza sul bilancio preventi­

vo per l ’esercizio 1948-49 ;

Udite le relazioni svolte ed i pareri espressi in Assemblea dalla stessa Commissione sui bi­

lanci particolari dei vari Assessorati;

Udite le dichiarazioni dell’Assessore per le finanze, dei singoli Assessori e del Presidente della Regione;

Considerato che tali dichiarazioni’, mentre rispondono alla esigenza, rilevata dalla Com­

missione, di una-completa rassegna dei proble­

mi regionali più cospicui e di una delineazio­

ne delle direttive della politica finanziaria ed economica ricostruttiva del Governo regiona­

le, peraltro contengono soddisfacenti assicu­

razioni circa le raccomandazioni dalla Com­

missione medesima formulate e fatte proprie dall’Assemblea ;

esprime

il suo compiacimento al Presidente ed ai componenti della Commissione di finanza per il prezioso contributo di studio e di ideazione dato ai problemi dell’autonomia;

approva

le dichiarazioni del Governo e passa all’or­

dine del giorno ».

Gallo Concetto-

(( L’Assemblea regionale siciliana,

ritenendo del tutto insoddisfacenti le di­

chiarazioni del Governo, passa all’ordine del giorno ».

MONTALANO - COLA.JANNI POMPEO -

Bosco - Cuffaro - D ’Agata - Co­

sta - Mare Gina - Omobono - Gal­

lo - Luna - Taormina.

L’ordine del giorno presentato dall’onorevo­

le Gallo è stato, come loro ricorderanno, ac­

cettato dal Governo durante la scorsa seduta.

Per lo stesso è stata- avanzata richiesta di vo­

tazione per appello nominale dagli onorevoli Montalbano, Omobono, Golosi, Mondello, Ni' castro, Luna, Lo Presti, Bosco, Mare Gina, Costa, Colajanni Luigi, D’Agata.

MONTALBANO. Chiedo di parlare per il' lustrare il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MONTALBANO. Signor Presidente, onore' voli colleglli, a me sembra che tre siano i fat'

(11)

a s s e m b l e a REGIONALE SICILIANA <),j 1 - .

11 ap rile 1949 ti veramente importanti, emersi dalla discus­

sione sul bilancio.

Innanzi tutto il Governo ha mostrato di non sapere impostare concretamente i fondamen­

tali problemi dell’Isola ; da quello della rifor­

ma agraria a quello della creazione di indu­

strie in Sicilia, per eliminare la sperequazio­

ne economica tra la nostra Regione e le regio­

ni ricche dell’Italia settentrionale e centrale;

da quello idrico ed elettrico a quello della tra­

sformazione del latifondo; da quello minera­

rio, agrumario e vinicolo a quello dei traspor­

ti; da quello ospedaliero a quello turistico ; da quello del fondo, di solidarietà nazionale a quello dell’E.R.P. ; da quello dell’autonomia finanziaria regionale a quello della riforma tributaria.

Sono dolente di non avere potuto ascoltare nella seduta di sabato scorso i discorsi dello onorevole La Loggia e dell’onorevole Restivo.

Ma anche nei loro discorsi, certamente diversi, per equilibrio, tono, elevatezza, da quelli di alcuni altri componenti della Giunta, sono da notare e criticare le stesse caratteristiche : vi­

sione burocratica • dei problemi, tendenza ai quietismo, concezione conservatrice dell’auto­

nomia, sia nei confronti dello Stato accentra­

tone, sia nei, confronti delle classi lavoratrici siciliane. Cioè, in ultima analisi, tendenza, si, a concepire l’autonomia, nel quadro dell’uni­

tà d’Italia, come strumento di unità naziona­

le per l’unificazione di tutti gli italiani, ma come strumento astratto, non concreto o reali­

stico, di unificazione.' Invero, soltanto attra­

verso le riforme di struttura e la partecipa­

zione al Governo delle classi lavoratrici, si potranno rompere i monopoli e i privilegi del­

la classe dirigente italiana, causa principale della sperequazione regionale, cioè della spe- I l'equazione economica tra Nord e Sud,-e della esistenza di due Italie.

Soltanto questo è il significato, onorevole Lestivo, dell’espressione di Filippo Turati :

« Gli italiani sono fatti, bisogna fare l ’Ita ­ lia ». Cioè bisogna fare un’Italia libera, indi- pendente, democratica, con tanti autogoverni di popolo in campo nazionale e regionale ed attuare le riforme di struttura e portare le regioni povere del Mezzogiorno e delle Isole allo stesso livello politico-economico-sociale del Nord. Soltanto allora sarà fatta veramente la Italia !

Gfie la mia interpretazione del pensiero dei­

onorevole Restivo è giusta, cioè che l ’onore- Vole Restivo vede il problema dell’unità d’Ita­

lia — al che si riduce il problema di fare la Italia — in modo astratto, non concreto e rea­

listico, lo dimostro subito in maniera incon­

futabile, rilevando primieramente che intanto gli indipendentisti — compreso l’onorevole Ca- strogiovanni con le sue platoniche riserve — sono larghi di applausi verso l ’attuale Gover­

no che condanna irrevocabilmente l’idea se­

paratista, in quanto vengono messe avanti astrattezze, che, non dovendosi mai tradurre in realtà, lasciano concretamente i presuppo­

sti dèi malcontento in Sicilia verso lo stato accentratone, malcontento che è alla base del­

l ’indipendentismo. E d’altra parte gli agrari siciliani intanto plaudono alla concezione au­

tonomistica dell’onorevole Restivo, in quanto sanno che questi concepisce l ’autonomia in maniera puramente conservatrice, cioè in ma­

niera tale da non mai attuare le riforme di struttura.

Rispondendo poi all’onorevole La Loggia, affermo che, non ho assolutamente negato il si­

gnificato politico della discussione sul bilan­

cio ; ho invece affermato due cose importantis­

sime : che, mentre l ’opposizione esaminava- consapevolmente, alla luce della politica, i pro­

blemi fondamentali dell’Isola-, senza trascura­

re il lato amministrativo e tecnico di essi, il Governo, invece, trascurava di esaminare tali problemi alla luce della politica, facendo una politica inconsapevole e, quindi, la peggiore delle politiche, sia nei riguardi degli interessi della Regione che di quelli delle classi lavora­

trici siciliane-

Il secondo fatto importante che, a mio mo­

do di vedere, è emerso dalla discussione sul bilancio, riguarda il contributo veramente no­

tevole dato dall’opposizione alla impostazio­

ne dei fondamentali problemi dell’Isola, spe­

cie con le relazioni di minoranza degli onore­

voli AusielJo, Bonfiglio e Colajanni, nonché con i discorsi degli onorevoli Adamo, Bosco, Costa, Colosi, Cuffaro, Di Gara, Gallo, Cugi­

no, Luna, Marino, Mondello, Nleastro, Pan- talepne e con i discorsi dei tre relatori di mi­

noranza.

Un terzo rilievo riguarda lo sforzo dell’As­

sessore all’industria, e dell’Assessore all’agri­

coltura di presentare le critiche costruttive dell’opposizione come demagogiche, come frut­

to di faziosità e settarismo, e di denigrare i deputati dell’opposizione, ritenendoli affetti da logorrea, accusandoli di essere in mala fe­

de o interessati non si sa bene a che cosa.

Alla nostra critica costruttiva, cioè, due As­

(12)

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 942 — 11 a p rile 1949 sessori hanno risposto con Plagiaria e la dif- ]

famazione. E’ vero che l ’onorevole Borsellino Castellana ha in parte ritrattato l ’accusa dif­

famatoria contro l ’onorevole Cugino, ma le parole ingiuriose sono rimaste.

Evidentemente noi dell’opposizione non ri­

sponderemo alle ingiurie con le ingiurie, ma con i documenti, cioè con i fatti - e questa vol­

ta i fatti sono costituiti dalle affermazioni di tecnici e di uomini politici che non militano nè nel partito socialista nè nel partito comu­

nista, ma nei partiti della maggioranza gover­

nativa.

L ’onorevole Borsellino Castellana ha affer­

mato brutalmente che egli, nel Governo, di­

fende gli interessi degli industriali, come noi

— egli ha detto • • se fossimo ai Governo, di­

fenderemmo esclusivamente gli interessi della classe operaia, non quelli collettivi regionali, cioè non quelli della- Sicilia e di tu tta la po­

polazione siciliana. Respingo innanzi tutto la sua accusa ed affermo recisamente che noi, mirando alla emancipazione della classe ope­

raia, miriamo anche alla emancipazione di tu tti i cittadini che vivono di lavoro; di guisa che, andando al Governo, ci proporremmo di difendere gli interessi dell’Isola- insieme con gli interessi di tu tta la popolazione siciliana non parassitarla, cioè non avente interessi contrastanti con gli interessi generali delia Isola-.

Inoltre, per confutare la brutale afferma­

zione dell’onorevole Borsellino Castellana, che parla abusivamente in nome del liberalismo, leggo quanto scrive un illustre rappresentan­

te del liberalismo italiano, Guido De Ruggie­

ro, nel suo prezioso volume: « Storia del li­

beralismo Europeo ».

Scrive il De Ruggiero :

«..La funzione del governare ha un carattere

« sintetico. Un governo, anche se nasce da un

« partito, amministra per tu tti ed ha in vista

« l’interesse di tutti. Ad esso pertanto incom-

« be l ’obbligo, che gli esponenti di un partito

« non hanno, di rappresentarsi, con spirito di

« equità, le ragioni degli avversari di ieri e di

« contemperarle con quelle degli altri. La tu­

ff tela delle minoranze è il suo compito più

« schiettamente liberale ».

D’altra parte, siccome l ’onorevole Borselli­

no Castellana ha, in maniera molto semplici­

stica, attribuito la responsabilità dei mali che travagliano la Sicilia agli scioperi, alla lotta di classe ed alle organizzazioni sindacali, ci­

to le affermazioni di Guido De Ruggiero ai

riguardo.

« ...Stringendo insieme gli operai in vista

« delle contingenze della lotta di classe, il so­

ff cialismo ha realizzato un valore spirituale

« permanente : ha elevato una massa di uomì-

« ni, che aveva trovato in una condizione di

« servile abbrutimento, al livello umano degli

« avversari da combattere, ha eccitato in essa

« un sentimento di dignità e di autonomia, ha

« favorito il suo intimo processo di differen-

« tom ento Gran parte di ciò che conta oggi

« un operaio, come uomo e non solo come mac-

« china o merce, è dovuta al socialismo, che

« ci si presenta, così, come il gran movimento

«di emancipazione umana dei tempi nostri,

« dopo la rivoluzione francese. Se ricordiamo

« con quanta grettezza, e durezza spietata i li-

« bera li della prima metà dell’800 abbiano con-

« siderato l’assillante problema sociale dei lo-

« ro tempi, appare innegabile che il sociali- j

« smo, con tutte le manchevolezze della sua

« ideologia, abbia costituito un immenso pro-

« gresso sull’individualismo preesistente, ed è

«giustificabile, da un punto di vista storico,

« che abbia cercato di sommergerlo sotto la

« sua ondata sociale.

«Anzi, la strettezza mentale del suo pro-

« grammo è stata ih mezzo-efficace per eserci-

« tare un’azione tanto più energica quanto più

«lim itata. Agli uomini che il lavoro servile e

« l’estrema miseria avevano gettato in una

« stupida prostrazione, esso si è rivolto con

« la convinzione di chi sa che un minimo di

« benessere economico è necessario ad eccita-

« re ogni più alto moto di umanità. La predi-

« razione economica del socialismo è stata la

« prima voce dello spirito in un mondo mate-

« rializzato. L’elevazione dei salari, la ridu-

« zione delle ore di lavoro e generalmente le

« condizioni più umane del regime di fabbri-

« ca, che ne sono state l’effetto immediato,

« hanno costituito non soltanto un migliora-

« mento economico, ma anche un tramite di ci-

« viltà, di cultura, di vita morale. L ’operaio

« che prima si confondeva con la merce-lavo-

« ro e che si vendeva con essa, ha potuto di­

ce stinguersene e diventare un libero venditore

« della sua opera ; e da questo distacco ha co-

« Blindato a formarsi la sua personalità, co-

« m e una realtà autonoma, sottratta al mer-

« calo degli oggetti e capace d’intendere H Pr0'

« prio destino morale. Quindi, lo stesso lavo-

« ro, che era il segno tangibile, e quasi il niar'

« chio della sua schiavitù, è stato ria b iliti0»

« come un mezzo di riscatto.

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