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L a proposta della Commissione per la coesione post-2020 rappresenta un. Commissione, fondi post-2020 equilibrio tra realismo e ambizione.

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Academic year: 2022

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(1)ANNO 1 NUMERO 6 - DICEMBRE 2018. All’interno Politica di coesione Lemaître: su fondi Ue giusto equilibrio tra realismo e ambizione pagg. 2 - 4 Politica di coesione Piani di rafforzamento amministrativo ........................... pag. 4. Politica di coesione. Commissione, fondi post-2020 equilibrio tra realismo e ambizione. Fondi europei Corte dei Conti Ue, rimborso Iva su coesione è problematico......... pagg. 5 - 6 Regioni Emilia-Romagna, 12 milioni di euro per crescita area Basso ferrarese .................................... pag. 7 Regioni Abruzzo, presentate 372 domande per fase B di “Vocazione impresa”.............. pag. 8. Commissione Europea, Palazzo Berlaymont. L. a proposta della Commissione per la coesione post-2020 rappresenta “un giusto equilibrio tra realismo e ambizione”, sottolinea il direttore generale della Dg Regio della Commissione Ue, Marc Lemaître, in un’intervista per la newsletter dell’Agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor “L’Europa che fa per te”. Il legame proposto dalla Commissione europea tra fondi Ue e semestre europeo, assicura inoltre Lemaître, “non sarà un diktat di Bruxelles” né “un elemento di sanzioni”. E avverte: “Quella della capacità amministrativa è una questione strategica” per l’Italia. (articolo a pagina 2). 1. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018.

(2) Coesione post-2020. Lemaître: su fondi Ue giusto equilibrio tra realismo e ambizione L’intervista al direttore generale della Dg Regio: “La capacità amministrativa è una questione strategica” per l’Italia. Il legame con il semestre europeo non sarà “uno strumento di pressione in più”. L. a proposta della Commissione per la coesione post-2020 rappresenta “un giusto equilibrio tra realismo e ambizione”. Lo sottolinea il direttore generale della Dg Regio della Commissione Ue, Marc Lemaître, che avverte: “Quella della capacità amministrativa è una questione strategica” per l’Italia. E rassicura sul legame dei fondi Ue con il semestre europeo: “Non è uno strumento di pressione in più” sugli Stati membri. Direttore generale, la Commissione ha presentato la sua proposta per i fondi strutturali post-2020. Anche se aumentano le risorse per l’Italia, nel suo insieme la politica di coesione subirà dei tagli. Qual è la ragione all’origine di questa diminuzione delle risorse complessive? La proposta è di un taglio del 10% in termini reali in confronto al periodo attuale. La ragione è doppia: in primo luogo dopo il 2020 avremo un’Unione senza il Regno Unito. Questo siFMHÆB@Ä TM@Ä CHLHMTYHNMDÄ CDKK@Ä MNRSQ@Ä forza economica, del Pil dell’Unione del 15%. La seconda ragione è che abbiamo bisogni nuovi che necessitano un rafforzamento secondo le priorità che proponiamo per l’Ue. Bisognava trovare un giusto equilibrio tra realiRLNÄDÄ@LAHYHNMDÄRTKKDÄMTNUDÄRÆCDÄDÄHÄ nuovi bisogni. Non potevamo semplicemente permetterci mantenere l’esistente, chiedendo soldi addizionali per tutto quello che è nuovo. Bisognava dimostrare una certa capacità di fare. dei risparmi. Questo ha portato alla MNRSQ@Ä OQNONRS@Ä CHÄ E@QDÄ TMNÄ RENQYNÄ Ænanziario su Pac e politica di coesione. Siamo convinti che questo aggiustamento verso il basso sia ragionevole, difendibile e che non metta in pericolo KiDEÆB@BH@ÄDÄFKHÄNAHDSSHUHÄCDKK@ÄONKHSHB@ÄCHÄ coesione, considerati i diversi elementi di riforma che abbiamo proposto. La dotazione per l’Italia aumenterà del 6%... Per l’Italia, in euro correnti, la nostra proposta è di oltre 43 miliardi per il 2021-2027 (43,5 miliardi in prezzi correnti, cioè secondo i valori effettivi CDHÄKHRSHMHÄRDMY@ÄBNMRHCDQ@QDÄKiHMÇ@YHNne, ndr). Risorse notevoli, che proponiamo di dedicare prima di tutto alla capacità produttiva attraverso le Pmi e l’innovazione. In secondo luogo all’aggiustamento verso una società e un’economia più sostenibile. Questa concentrazione tematica ci sembra DRRDMYH@KDÄODQÄKiDEÆB@BH@ÄCDKK@ÄONKHSHB@Ä di coesione.. “. “Per l’Italia, in euro correnti, la nostra proposta è di oltre 43 miliardi per il 2021-2027. Risorse notevoli, che proponiamo di dedicare prima di tutto alla capacità produttiva attraverso le Pmi e l’innovazione. 2. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018. Per la differenziazione della dote tra Stati membri avete tenuto conto di nuovi fattori rispetto al passato? Abbiamo tenuto conto di un’evoluzione estremamente contrastata delle economie nazionali in confronto a sette anni fa, quando avevamo fatto la proposta per l’attuale periodo (2014-2020). Due esempi: in confronto a sette anni fa, il Pil per abitante della Lituania rispetto alla media europea è salito dal 59% al 76%. Un salto di 17 punti percentuali, che siFMHÆB@ÄTM@ÄBNMUDQFDMY@ÄUDQRNÄK@ÄLDCH@Ä europea notevole, rapida e molto incoraggiante. L’esempio opposto: la Grecia. Sette anni fa era al 95% in termine di Pil per abitante in rapporto alla media europea. Sette anni dopo si ritrova al 69%. Una perdita di 26 punti percentuali. Un modo di dimostrare quanto sia stata brutale e profonda la crisi. Quindi cosa si è deciso di fare? Volevamo tener conto di questa situazione. Visto che avevamo una capacità ÆM@MYH@QH@Ä QHCNSS@Ä CDKÄ  Ä FKHÄ @FFHTstamenti tuttavia non erano facili da E@QD Ä(MÄTMÄBNMSDRSNÄCHÄ!QDWHS ÄCHÄCHEÆBNKtà a trovare un nuovo equilibrio a Ventisette, abbiamo fatto la scelta per noi convincente di essere molto protettivi rispetto all’attuale dotazione nazionale. Abbiamo proposto un safety net – una rete di sicurezza – di meno 24%. QueRSNÄRHFMHÆB@ÄBGDÄMDRRTMÄ/@DRDÄODQCDQ§Ä più del 24% in confronto al periodo precedente. Abbiamo anche cercato di limitare i guadagni. Un Paese come la.

(3) Coesione post-2020. Marc Lemaître, Direttore generale della Dg Regio della Commissione Ue. Grecia avrebbe in teoria potuto sperare in un aumento enorme in confronto al periodo attuale. Ma abbiamo deciso di limitare i guadagni possibili di sostegno, vista questa riduzione globale, limitandolo al più 8%. L’Italia secondo la nostra proposta riceverebbe il più 6%. Tenendo conto del taglio medio del 10% per la coesione, abbiamo pensato che non potevamo andare a meno 50% per certi Paesi e a più 30% per altri. Politicamente non sarebbe stato equilibrato. Perché introdurre il legame tra i fondi europei e i parametri macro-economici, con il rischio che i Paesi Ue che non rispettano le regole dell’eurozona vedaMNÐBNMFDK@QRHÐHÐÎM@MYH@LDMSH Oggi già esiste la cosiddetta condizionalità macro-economica, che lega la. politica di coesione al rispetto del Patto di stabilità e di crescita. Su questo elemento fondamentalmente non abbiamo cambiato niente. L’elemento nuovo è quello di avvicinare la politica di coesione al semestre europeo. Vogliamo usarlo per porci la domanda: “quali sono gli investimenti prioritari per ogni Stato membro? Ci sono delle importanti differenze regionali dentro i Paesi?”. Abbiamo aggiunto al semestre europeo una nuova dimensione per individuare questi bisogni di investimento. AttraUDQRNÄ PTDRSi@M@KHRHÄ CDÆMHQDLNÄ K@Ä ONRHzione di partenza della Commissione sulle spese prioritarie nel quadro della coesione nel prossimo periodo (20212027). Sarà il punto di partenza della Commissione per i negoziati con gli Stati membri individuali sui contenuti dei. 3. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018. programmi di coesione del futuro. Non sarà un diktat di Bruxelles. Non sarà un elemento di sanzioni. La domanda è: “cosa facciamo con i soldi?” La Commissione, in modo molto trasparente, attraverso tutta l’analisi del semestre DTQNODN Ä CDÆMHQ§Ä PTDRS@Ä ONRHYHNMDÄ di partenza. Non è uno strumento di pressione in più sugli Stati membri, ma un approccio di partenariato con i Paesi, che dovrebbe produrre una buona comprensione reciproca e una migliore CDÆMHYHNMDÄCDKKDÄOQHNQHS§ÄODQÄK@ÄONKHSHB@Ä di coesione dentro ogni Stato membro, e quindi un aumento della qualità della spesa. La Commissione europea ha aperto alla proposta dell’Italia di ridurre la quota CHÐ BN

(4) ÎM@MYH@LDMSNÐ M@YHNM@KD Ð '@MMNÐ.

(5) Coesione post-2020. aderito tre Regioni – Sicilia, Molise e Basilicata – e cinque programmi nazionali. Aiuterà davvero l’Italia a essere in linea con i target di spesa? Direi che certi effetti sono positivi ed altri potenzialmente danneggianti. Gli effetti positivi sono che si permetterà all’Italia di raggiungere più facilmente i target di RODR@ÄODQÄK@ÄÆMDÄCHÄPTDRSi@MMNÄDÄPTHMCHÄ di limitare fortemente i rischi di perdere i fondi europei, perché la spesa sarebbe stata troppo lenta. Ma bisogna anche riBNMNRBDQDÄBGDÄPTDRSNįÄHKÄQHÇDRRNÄCHÄTM@Ä debolezza di implementazione durante i primi cinque anni dell’attuale periodo di programmazione. In termini concreti, RHFMHÆB@ÄBGDÄKi(S@KH@Ä@UDU@Ä@ÄCHRONRHYHNMD Ä attraverso il bilancio europeo, mezzi che non è stata in grado di spendere sul terreno, di tradurre in investimenti pubblici e privati, in sostegno alle Pmi. Questo è un peccato. Tutti dicono, a cominciare dal governo, che bisogna far ripartire la macchina e sostenere l’attività economica. Ma abbiamo soldi su carta che fanno fatica ad arrivare sul terreno. La QHCTYHNMDÄ CDKÄ BN

(6) ÆM@MYH@LDMSNÄ M@YHNM@KDÄ RHFMHÆB@Ä @MBGDÄ BGDÄ HÄ OQNFQ@LLHÄ della coesione sono stati tagliati di più o meno un miliardo. C’è un accordo con le autorità italiane sul fatto che questo LHKH@QCNÄCNUQ§Ä@KK@ÄÆMDÄDRRDQDÄTR@SNÄODQÄ gli stessi bisogni, ma più tardi. Non potremo misurare e monitorare gli effetti. Per noi che portiamo avanti la politica di coesione attraverso programmi pensati e strutturati, vedere questa strategia un po’ indebolita perché i mezzi vengono tagliati non ci fa piacere. Sappiamo che l’Italia non voleva risparmiare, ma che c’era un problema di velocità. La velocità è un parametro molto importante oggi per il Paese.. ritardo. Ma c’è anche un elemento italiano, che è quello da un lato di molta complessità nelle regole, dall’altro di capacità amministrativa generale, soprattutto per certe regioni e quindi per certi programmi operativi regionali. Abbiamo lavorato molto strettamente con le autorità italiane per cercare di superare queste debolezze. È un lavoro di medio-lungo termine. Prende la forma di Piani di Rafforzamento Amministrativo (Pra). È una strada che noi troviamo convincente e promettente anche in previsione del prossimo periodo. Vogliamo proseguire. Anticipo che sarà utile continuare al di là del 2020, anche all’inizio del prossimo periodo. La capacità amministrativa è una questione strategica. Quello che riusciremo a fare insieme nei prossimi 3-4 anni sarà fondamentale per un uso davUDQNÄDEÆB@BD ÄUDKNBDÄ@ÄRNRSDFMNÄCDKKi@Stività economica in Italia dopo il 2020.. Quali sono i tempi per l’iter che porSDQ§Ð @KK@Ð CDÎMHYHNMDÐ CDKK@Ð ONKHSHB@Ð CHÐ coesione post-2020? I tempi sono stretti, perché vogliamo assicurarci di negoziare i programmi per il futuro in parallelo a questa procedura legislativa. Per questo vogliamo già chiarire la nostra posizione di partenza a marzo dell’anno prossimo: per entrare velocemente in un dialogo con gli Stati membri individuali sulle strategie del periodo futuro. A marzo 2019, dentro al semestre europeo, usciranno rapporti per Paese che avranno come nuovo elemento questa dimensione dei bisogni di investimento per Stato membro, e dunque con le priorità secondo noi per la politica di coesione futura in ogni Paese. Fin qui questa dimensione degli investimenti nei rapporti per Paese non esisteva.. I Piani di Rafforzamento Amministrativo Migliorare la gestione dei fondi europei: è questo il principale obiettivo dei Piani di Rafforzamento Amministrativo (PRA). L’Italia è l’unico Stato membro dell’Ue che al momento sta sperimentando questo strumento, ma in futuro potrebbe essere adottato anche da altri paesi. I PRA costituiscono l’elemento di raccordo tra il miglioramento della strategia dei Programmi Operativi e il rafforzamento della capacità amministrativa. Come si legge sul sito online dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, attraverso i PRA “ogni Amministrazione impegnata nell’attuazione dei programmi esplicita e rende operativa, FRQULIHULPHQWRDFURQRSURJUDPPLGHoQLWLO D]LRQHSHUUHQGHUHSLã HIoFLHQWHO RUJDQL]]D]LRQHGHOODVXDPDFFKLQDDPPLQLVWUDWLYDy I PRA permettono in concreto di coordinare meglio gli sforzi nell’ambito dei piani di spesa dei Fondi strutturali e di investimento europei con il rafforzamento della macchina amministrativa. La governance nazionale e la sorveglianza dei PRA è assicurata dal Comitato di Indirizzo per i Piani di Rafforzamento Amministrativo coordinato dal Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Segreteria Tecnica del Comitato coordinata dall’Agenzia per la Coesione Territoriale.. Qual è l’origine di quella che lei ha deÎMHSNÐ TM@Ð jCDANKDYY@Ð CHÐ HLOKDLDMS@zione”? C’è sicuramente una parte condivisa da tutti gli Stati membri. Questo periodo di programmazione in generale è partito in. 4. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018.

(7) Fondi europei. Corte dei Conti Ue, rimborso Iva su coesione è problematico Nel periodo di programmazione 2021-2027, secondo un’analisi della Corte dei Conti europea, l’Iva relativa alla spesa nel settore della coesione non dovrebbe più essere rimborsata agli enti pubblici. I. l rimborso dell’Iva nell’ambito della spesa dei fondi strutturali è soggetto a errore e non sempre rappresenS@Ä TMÄ HLOHDFNÄ NSSHL@KDÄ CDHÄ ÆM@MYH@menti europei: è quanto emerge da un’analisi rapida della Corte dei Conti dell’Ue sul tema. Il documento ricorda che la spesa relativa alla coesione comporta spesso la sovvenzione di costi legati all’acquisto di beni e servizi, e che l’Iva corrispondente può rapOQDRDMS@QDÄÆMNÄ@ÄTMÄPTHMSNÄCDKÄBNRSNÄ totale di un progetto. Come regola generale – ricorda la "NQSDÄ mÄ Ki(U@Ä ¯Ä @LLHRRHAHKDÄ @KÄ BNÆnanziamento Ue solo se non è recuperabile in forza della legislazione nazionale. Può capitare però che, ad esempio, un ministero di uno Stato membro realizzi un progetto infrastrutturale dichiarando l’Iva come costo ammissibile al rimborso da parte dell’Ue. In contemporanea, lo Stato membro percepisce l’Iva come entrata associata al progetto tramite il OQNOQHNÄRHRSDL@ÄCHÄHLONRHYHNMDÄÆRB@KD Ä Il rimborso compenserà quindi in eccesso la spesa effettiva sostenuta dallo Stato membro, sottolinea la Corte che nella relazione presenta una serie di casi come quest’ultimo in cui i fondi dell’Ue non sono utilizzati in maniera ottimale. Dopo un’analisi di dati raccolti nell’arco di diversi anni, i revisori della Corte osservano perciò che il rimborso dell’Iva, oltre a costituire spesso una fonte di errori, può anche condurre. a un impiego non ottimale dei fondi Ue. Questo vale in particolare per gli enti pubblici europei che ricevono un sostegno dell’Ue, ossia autorità amministrative nazionali, regionali e. “ 5. “Secondo la Corte dei Conti dell’Ue, l’Iva non deve essere rimborsata agli enti pubblici e suggerisce alla Commissione europea di rivedere in tal senso la proposta per la coesione SRVWy. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018. locali. La relazione suggerisce di non rimborsare più agli enti pubblici l’Iva relativa ai fondi strutturali per il periodo di programmazione 2021-2020. “Il rimborso dell’Ue a uno Stato membro può anche superare il costo reale di un progetto. Questo vale in particolare per i grandi progetti infrastrutSTQ@KHÄ BGDÄ ADMDÆBH@MNÄ CHÄ TMÄ S@RRNÄ CHÄ BNÆM@MYH@LDMSNÄ DKDU@SNk Ä RNSSNKHMD@Ä il membro della Corte dei conti Ue responsabile dell’analisi, Tony Murphy. La Corte dei Conti dell’Ue suggerisce quindi alla Commissione europea di rivedere la proposta per la coesione post-2020, secondo cui l’Iva, indipen-.

(8) Fondi europei. dentemente dal fatto che sia o meno recuperabile, sarà rimborsata per i progetti il cui costo è inferiore a 5 milioni di euro. Il documento della Corte dei Conti dell’Unione europea, reso noto il 29 novembre scorso, non è una vera e propria relazione ma un’analisi rapida di casi concreti, che prende in esame i risultati di audit svolti in passato sulla spesa per la coesione ai ÆMHÄ CDKK@Ä CHBGH@Q@YHNMDÄ CHÄ @EÆC@AHKHS§Ä (Das). Dal 2015 al 2017 – si legge nell’analisi – i revisori della Corte hanno controllato 561 interventi nel quadro degli audit relativi alla dichiarazione di afÆC@AHKHS§ Ä-DKÄÄÄCDHÄB@RH ÄHÄADMDÆciari degli aiuti comunitari erano enti OTAAKHBH Ä 2NMNÄ RS@SHÄ PT@MSHÆB@SHÄ Ä errori, 20 dei quali – il 21 % - riguardavano il rimborso di Iva non ammissibile. Quasi tutti questi errori – il 95 % - riguardavano enti pubblici. In 14 casi l’Iva non rimborsata è stata dichiarata BNLDÄBNRSNÄC@KÄADMDÆBH@QHNÄ@MBGDÄRDÄ PTDRSiTKSHLN Ä NÄ HKÄ CDRSHM@S@QHNÄ ÆM@KD Ä aveva il diritto di recuperarla. Ma l’analisi segnala anche “incongruenze” nel trattamento dell’Iva come spesa ammissibile a carico del bilancio dell’Ue. Quest’ultima dipende in una certa misura da come sono strutturati i progetti, un aspetto su cui le autorità degli Stati membri sono libere di decidere. L’attuazione di un determinato progetto – ad esempio un’infrastruttura – può essere organizzata in vari modi nei diversi Stati membri, comportando un trattamento non uniforme dell’Iva all’interno dell’Ue, sottolinea l’analisi della Corte. Per il periodo di programmazione post-2020, la Commissione G@Ä OQNONRSNÄ TM@Ä MNQL@Ä RDLOKHÆB@S@Ä RTKKi@LLHRRHAHKHS§Ä CDKKi(U@Ä ODQÄ ADMDÆciari pubblici e privati. In base a questa norma, l’Iva – che sia recuperabile o meno – verrebbe rimborsata qualora il costo totale del progetto fosse inferiore a 5 milioni di euro. Per i. Costatazioni relative all’Iva cui hanno portato gli audit Das svolti dal 2015 al 2017 21% di tutte le constatazioni quantificate dalla Corte. TOTALE. 28% di tutte le constatazioni quantificate dalla Corte. 2017. 28% di tutte le constatazioni quantificate dalla Corte. 2016. 9% di tutte le constatazioni quantificate dalla Corte. 2015 0%. 5%. 10%. 15%. 20%. % delle constatazioni in materia di IVA % di tutte le constatazioni quantificate dalla Corte Fonte: Corte dei Conti europea. progetti di importo superiore a questa soglia, l’Iva (anche se recuperabile) non sarebbe invece ammissibile. Secondo l’analisi della Corte dei Conti Ue, la proposta della Commissione europea per il periodo di programmazione post-2020 introduce maggior certezza giuridica rispetto al passato, oltre a essere più semplice da applicare, ma non risolve il problema dell’uso non ottimale dei fondi Ue per i progetti al di sotto della soglia dei 5 milioni di euro. Da un lato, infatti – osserva la Corte – gli enti pubblici continueranno a ricevere fondi Ue per l’Iva che non rappresenta un co-. sto reale per gli Stati membri, dall’altro il bilancio comunitario rimborserebbe anche l’Iva relativa a progetti in cui non Q@OOQDRDMS@ÄTMÄBNRSNÄQD@KDÄODQÄHKÄADMDÆciario (ad esempio, imprese private che possono recuperare l’Iva). Secondo la Corte, la raccomandazione contenuta nella relazione annuale sull’esercizio 2017 di escludere il rimborso Iva a carico dei fondi Ue versato a enti pubblici riduce il rischio di errori nella spesa per la coesione e assicura un miglior utilizzo dei fondi comunitaQHÄ HMÄ TMiNSSHB@Ä CHÄ R@M@Ä FDRSHNMDÄ ÆM@Mziaria.. La Corte dei Conti dell’Ue La Corte dei conti europea è l’istituzione dell’Ue incaricata del controllo GHOOHoQDQ]HFRPXQLWDULH,VWLWXLWDQHOÔGLYHQXWDXQ LVWLWX]LRQH GHOO 8HDSLHQRWLWRORQHO/D&RUWHGHLFRQWLHXURSHDFRQWULEXLVFH DPLJOLRUDUHODJHVWLRQHoQDQ]LDULDGHOO 8QLRQHHXURSHDHSURPXRYHOD trasparenza. Nelle relazioni annuali, la Corte presenta una panoramica GHOODJHVWLRQHoQDQ]LDULDGHOO 8HQHOFRUVRGHOO HVHUFL]LRHIRUPXOD suggerimenti su come migliorarla. Le analisi rapide di casi non comportano nuovi lavori di audit, né presentano nuove constatazioni di audit e raccomandazioni, ma mettono a disposizione un’analisi mirata utile alla comprensione dei temi trattati.. 6. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018.

(9) Regioni. Emilia-Romagna, 12 milioni di euro per crescita area Basso ferrarese La strategia della Regione punta a contrastare il calo demograoco nell’area, mettendo in campo Iorme di aiuto reciproco tra giovani e anziani, con innovazioni nelle produzioni e nei servizi. C. NMSQ@RS@QDÄHKÄB@KNÄCDLNFQ@ÆBNÄCDKÄ Basso ferrarese, caratterizzata dal forte invecchiamento della popolazione e dalla scarsa presenza di giovani: questo l’obiettivo della strategia della Regione Emilia-Romagna per favorire la crescita dell’area interna Basso ferrarese, per cui sono stati messi su piatto 12 milioni di euro. La Strategia “Fare Ponti”, riporta il sito della Regione, mette in campo forme di aiuto reciproco tra giovani e anziani, con innovazioni nelle produzioni e nei servizi per favorire integrazioni tra settori, come ad esempio l’agricoltura con il sociale, la sanità con la banda ultra larga. L’obiettivo è anche quello di riequilibrare la RHST@YHNMDÄCDLNFQ@ÆB@ÄCDKÄ!@RRNÄEDQQ@rese, attualmente caratterizzata dal calo della popolazione residente, dal forte invecchiamento della popolazione e dalla scarsa presenza di giovani. Sono 16 gli interventi che compongono la Strategia – riporta sempre la Regione $LHKH@

(10) 1NL@FM@Ä mÄ ÆM@KHYY@SHÄ @Ä HMUDQSHQDÄ la tendenza allo spopolamento, in particolare da parte dei giovani. Finanziati con quasi 12 milioni di euro, di cui 7,5 di risorse regionali provenienti dai Programmi europei (Fse, Fesr e Feasr) e 3,7 milioni di risorse nazionali, saranno realizzati in un’area di oltre mille chilometri quadrati, con 95mila abitanti e 11 comuni compresi in 2 Unioni (Unione Terre e Fiumi e Unione Delta Po), oltre al comune di Comacchio. . ”La progettazione si concentra in particolare sui giovani, per affrontare alcuni. problemi che li riguardano come la dispersione scolastica e la disoccupazione, attraverso interventi mirati di formazione orientata alle linee di sviluppo peculiari di questa area”, ha spiegato in una nota l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi. “La Strategia, in coerenza con gli obiettivi del Patto per il lavoro CHÄ%DQQ@Q@ÄÆQL@SNÄ@ÄEDAAQ@HNÄÄmÄG@Ä sottolineato - ha già prodotto una maggiore collaborazione dei territori e la Regione non solo mette a disposizione le risorse, ma anche le proprie capacità organizzative e progettuali per dare concretezza agli interventi”.. “. “Sono 16 gli interventi che compongono OD6WUDWHJLDoQDOL]]DWL a invertire la tendenza allo spopolamento, in particolare da parte GHLJLRYDQLy. 7. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018. Come ricorda il sito della Regione, le Aree interne rappresentano una parte ampia dell’Italia - circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della poONK@YHNMDÄ

(11) ÄLNKSNÄCHUDQRHÆB@S@Ä@KÄOQNOQHNÄ interno, distante da grandi centri abitati e con traiettorie di sviluppo instabili ma dotate di risorse che mancano alle aree BDMSQ@KH Ä BNMÄ OQNAKDLHÄ CDLNFQ@ÆBHÄ L@Ä anche con un forte potenziale di attrazione. Il Piano nazionale di riforma negli anni scorsi ha adottato la Strategia di sviluppo ODQÄBNMSQ@RS@QDÄK@ÄB@CTS@ÄCDLNFQ@ÆB@ÄDÄ rilanciare la crescita e i servizi di queste zone, mettendo a disposizione fondi ordinari della legge di stabilità e fondi comunitari. L’Agenzia nazionale per la coesione territoriale è il soggetto responsabile dell’attuazione. L’Emilia-Romagna, nell’ambito della Strategia nazionale, ha individuato quattro aree interne: oltre al Basso Ferrarese, l’Appennino Emiliano, l’Appennino Piacentino Parmense e l’Alta Valmarecchia..

(12) Regioni. Abruzzo, presentate 372 domande per fase B di “ocazione impresa” Con la ricKiesta di accesso alla Iase % di “9ocazione impresa”, il progetto imprenditoriale dei candidati verrà esaminato da una Commissione tecnica cKe deciderà se onanziare o meno l’iniziativa. S. ono 372 le domande presentate per accedere alla fase B del bando “Vocazione impresa”: lo rende noto la Regione Abruzzo tramite il suo portale online. L’iniziativa della 1DFHNMD Ä ÆM@MYH@S@Ä C@KÄ /QNFQ@LL@Ä operativo regionale del Fondo sociale europeo (Por Fse), mette su piatto risorse per i disoccupati che decidono di aprire un’attività imprenditoriale nell’area. L’obiettivo di “Vocazione HLOQDR@kįÄCHÄÆM@MYH@QDÄHÄOQNFDSSHÄHLprenditoriali più validi, anche tramite la messa a disposizione di servizi di assistenza e tutoraggio per il primo anno di attività. Gli aspiranti imprenditori che hanno avuto accesso alla fase A – per cui sono state presentate 802 domande – hanno partecipato negli ultimi mesi a un corso di accompagnamento alla piccola impresa portato avanti da Abruzzo Sviluppo. Con la richiesta di accesso alla fase B – spiega il sito della Regione – il progetto imprenditoriale dei candidati verrà esaminato da una Commissione tecnica di valutazione, che avrà il BNLOHSNÄ CHÄ CDBHCDQDÄ RDÄ ÆM@MYH@QDÄ NÄ meno l’iniziativa e indicare l’importo CDKÄÆM@MYH@LDMSN Ä&KHÄDRHSHÄCDKK@Ä"NLmissione di valutazione saranno resi noti nei primi mesi del nuovo anno. LLDRRHÄ @KÄ ÆM@MYH@LDMSNÄ KDÄ MTNUDÄ micro e piccole medie imprese del settore privato, da avviare in forma individuale, societaria e cooperativistica, oppure i nuovi studi professionali, singoli e associati. Le domande am-. “. “L’obiettivo GLk9RFD]LRQHLPSUHVDy ÔGLoQDQ]LDUHLSURJHWWL LPSUHQGLWRULDOLSLãYDOLGL anche tramite la messa a disposizione di servizi di assistenza e tutoraggio per il primo DQQRGLDWWLYLWÎy. messe potranno usufruire dei servizi post creazione di impresa (fase C del bando), che riguardano la consulenza legale, strategica, organizzativa, del lavoro e di marketing per la gestione della nuova impresa nel primo anno di attività. Il bando Vocazione ImOQDR@Ä OQDUDCDÄ ÆM@MYH@LDMSHÄ @Ä ENMCNÄ ODQCTSNÄÆMNÄ@KÄÄCDKK@ÄRODR@Ä@Lmissibile, per un massimo di 36 mila euro per le nuove imprese artigiane, 22,5 mila euro per il commercio, 18 mila per i servizi e 9 mila per i profes-. 8. L’EUROPA CHE FA PER TE - NOVEMBRE 2018. sionisti. “Vocazione impresa” è un’iniziativa lanciata dalla Regione Abruzzo per sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali da parte di soggetti disoccupati dopo una prima fase di orientamento, di potenziamento delle attitudini e di formazione. Secondo criteri di premialità oggettivi e soggetSHUHÄ UDMFNMNÄ ÆM@MYH@SH Ä ÆMNÄ @CÄ DR@Trimento delle risorse disponibili, i più validi progetti d’impresa, a sostegno dei quali saranno forniti servizi di assistenza e tutoraggio per il primo anno di attività, spiega il sito della Regione. La “fase A” prevede un servizio di assistenza prima della creazione dell’impresa, come il sostegno personalizzato per la stesura del business plan. La “fase B” comprende la candidatura, la valutazione e la concessione di aiuti in regime “de minimis” per la creazione CiHLOQDR@ Ä ÆM@KHYY@SHÄ @KKi@BPTHRHYHNMDÄ di beni di investimento e alla copertura delle spese gestionali per il primo anno di attività. Nella “fase C” verranno messi a disposizione servizi successivi alla creazione dell’impresa, come consulenza legale, strategica, organizzativa, del lavoro e di marketing per la gestione della nuova impresa MDKÄ OQHLNÄ @MMNÄ CHÄ @SSHUHS§ Ä ÆM@KHYY@SHÄ a sostenere l’avvio e ad evitare le difÆBNKS§Ä CHÄ RNOQ@UUHUDMY@Ä BGDÄ K@Ä RSDRR@Ä potrebbe incontrare nella fase iniziale. Il progetto si rivolge a chi ha compiuto il trentesimo anno d’età, ha la residenza in uno dei comuni della Regione ed è disoccupato..

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