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Le due Regine informazioneL’altrainformazioneL’altra

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Academic year: 2022

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«Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima»

Albert Einstein Esistono due poli che dovrebbero essere complementari, ma che invece si compor- tano quasi da nemici.

Antagonismi nella storia ce ne sono sempre stati: Sparta e Atene, Guelfi e Ghibellini, Milan Inter o Lazio Roma, il Belpaese e i cugini d’Oltralpe, che mai hanno manda- to giù l’onta di essere stati sconfitti da Giulio Cesare o da quegli occhi allegri da ita- liano in gita di Bartali.

In questo caso le primedonne che si contendono il palcoscenico sono i due Ministeri deputati alla tutela uno della Salute e l’altro dell’Agricoltura.

A ben vedere la rivalità è sentita da uno solo, cui non è nemmeno valso l’espediente di cambiare nome con un più altisonante “...delle Politiche Agricole e Forestali”, cor- rispondente a un acronimo onomatopeico, che fa pensare allo scoppio di una bolla di sapone: MiPaf.

Così, se da una parte il Ministero della Salute emana leggi e decreti senza curarsi troppo dei dettami su chi fa cosa, l’altro mette addirittura nomi e cognomi sulle figu- re preposte al controllo, aggiungendo note e postille atte a dissipare ogni equivoco.

Posizione questa anacronistica dal momento che il Pacchetto Igiene non si pone affatto il problema affidando competenze e ruoli a un’emblematica Autorità Competente autorizzata a svolgere le funzioni di controllo e tutela della salute pub- blica e degli interessi dei consumatori mirando a prevenire pratiche ingannevoli e fraudolente.

Ma il MiPAF vuole a tutti i costi l’esclusiva sull’etichettatura delle carni, gli anima- li selvatici, il divieto d’uso del latte in polvere per la produzione di mozzarelle, pur concedendo aiuti economici alla produzione di quello ad uso zootecnico, le quote latte, la condizionalità, ovvero il Grande Fratello, che con il suo occhio satellitare spia e manda a rischio di eliminazione chi disattende le Buone Pratiche Agricole, sgomita con l’UNIRE per guadagnare spazi nell’anagrafe equina o si appropria di poteri e competenze assoluti sul settore apistico, che frutta stanziamenti cospicui per lo studio delle morie degli alveari, piuttosto che per la prevenzione sanitaria, anche se poi è proprio il MiPaf a concedere le autorizzazioni per l’uso di pesticidi.

L’ultima Legge del 3 febbraio 2011 emanata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali sulle disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti ali- mentari vuole rafforzare la tutela dei prodotti DOP italiani, descrive le modalità di etichettatura richiedendo la specifica del luogo di origine e provenienza del prodot- to, prevede le sanzioni, la disciplina produttiva, il marchio e le misure di vigilanza e controllo.

Tutto giusto e lodevole, ma poi si perde con il reiteramento continuo delle figure deputate al controllo, che devono essere il Corpo Forestale dello Stato, il Dipartimento per la repressione frodi, insomma tutti fuorché noi.

E pur sostenendo lo stesso MiPAF che troppe norme rendono asfittico il sistema, dis- pone nell’ultimo articolo della citata Legge l’obbligo per gli allevatori bufalini del- l’utilizzo di «Strumenti per la rilevazione certa e verificabile della quantità di latte prodotto giornalmente da ciascun animale».

La Regina si sente Re, fa l’arrocco pensando di mettersi al sicuro, ma finisce a scac- co matto, perché comunque il parere ultimo sia di igiene, sia di benessere o altro, in materia di alimenti e animali, spetta sempre a noi.

Le due Regine

Pensieri critici di

Caterina Pennesi

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