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5 LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI ETICI

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Academic year: 2021

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5 LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI ETICI

Nelle imprese profit, per le quali la responsabilità sociale di impresa è diventata parte integrante della gestione, si è sempre più avvertita la necessità di un documento che permettesse di valutare quegli investimenti caratterizzati da un profilo etico, oltre che economico e finanziario. In supporto a ciò, si è delineato un prospetto analogo al già noto business plan, ma che comprendesse l’aspetto e la valutazione della sfera etica e sociale del progetto che l’azienda ha intenzione di implementare, cosicché ne permettesse di valutare la fattibilità e convenienza sia per l’impresa che per eventuali finanziatori.

Per tali tipologie di imprese infatti , gli investimenti “etici” , cioè quelli con scopi sociali o ambientali che non sempre portano a proventi tangibili , stanno diventando materia quotidiana e la loro implementazione permette di ottenere un vantaggio competitivo per l’impresa sia in termine di miglioramenti dell’immagine che di reputazione e quindi maggior soddisfacimento e appoggio da parte degli stakeholders.

Nelle imprese no profit, la forte e imponente riduzione di risorse da parte degli enti locali, ha imposto una più rigida selezione dei progetti, che vengono valutati non solo in relazione all’impatto e al beneficio sociale apportato alla collettività o a parte di essa , bensì anche in base alla loro sostenibilità economica e finanziaria, così da ridurre il rischio di spreco di risorse e garantire una effettiva realizzazione dei programmi e un corretto impiego dei contributi pubblici, da qui l’importanza, per tali imprese di saper costruire un progetto, effettuare un piano economico-finanziario, dimostrare di possedere una struttura stabile, di operare secondo uno stile ‘imprenditoriale’ e da ciò è nata l’esigenza di creare un prospetto che assolva tali esigenze.

Diviene pertanto essenziale una professionalizzazione e una capacità di costruire precisi e dettagliati piani di fattibilità dei progetti, che sappiano integrare e coniugare gli aspetti di ricaduta sociale sul territorio e sulla collettività di riferimento con gli aspetti di razionalità economica che devono contraddistinguerne la realizzazione.

Alla luce di tutto ciò si è andato delineando negli ultimi anni, soprattutto in Gran Bretagna, un prospetto definito Ethical project plan, che permette di descrivere e valutare il beneficio sociale dell’iniziativa, in merito ai destinatari del progetto, all’impatto sul territorio e alle eventuali ricadute occupazionali, nonché la sua

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realizzabilità economico-finanziaria, in merito alla stima dei costi da sostenere e alle eventuali previsioni di rientro economico e la sua sostenibilità di lungo periodo e le eventuali prospettive di sviluppo autonomo.

La stesura di un buon Ethical projet plan può essere di grande utilità, sia per permettere ai progetti di decollare, sia per comprendere quali progetti, invece, siano da scartare ed abbandonare, perché incoerenti o irrealizzabili.

La creazione di un Ethical project plan apporterebbe quindi un duplice vantaggio tangibile circa la possibilità di ottenere contributi a fondo perduto e di valutare a fondo i diversi aspetti del progetto , prima di investire risorse.

Non ci sono regole ferree per la stesura di un piano di fattibilità di un progetto etico, né sono stabiliti con precisione lunghezza e contenuto del piano stesso: sono parametri legati alla diversa storia di ogni impresa, alla natura e alla complessità delle sue attività ,e al tipo di progetto che essa ha intenzione di porre in essere.

L’abilità di chi deve predisporre un Ethical Project Plan consiste soprattutto nella sua capacità di capire, in base alle circostanze e al destinatario del piano, quali sono le parti da sviluppare maggiormente e su quali bisogna invece essere più sintetici, sempre tenendo presente che è fondamentale comunicare nel migliore dei modi quello che si è e che si vuole essere.

E’ da tenere presente che a seconda dell’ente e/o dell’obiettivo a cui si intende presentare il progetto per un finanziamento, esso può richiedere di soffermarsi più su alcuni dettagli piuttosto che su altri.

Nel tentativo di definire un ipotetico schema per la presentazione di un progetto di fattibilità di un investimento etico, si può individuare quanto segue:

Caratteristiche dell’ente richiedente: ciò consiste in una dettagliata presentazione dell’ente stesso ,delle attività e dei progetti che ha realizzato,

dell’organizzazione interna dell’ente, e dei progetti futuri che ha in mente di realizzare e di quelli in atto; 1° STEP

2° STEP

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Caratteristiche del progetto: descrizione molto accurata del progetto, in che cosa consiste, il luogo dove verrà realizzato, e eventuali dettagli utili a migliorare l’importanza e la serietà del progetto stesso nei confronti degli stakeholders.

3° STEP

Definizione dello scopo etico, sociale e ambientale del progetto, che è il fine per cui il progetto verrà messo in atto ed è la base principale su cui eventuali

finanziatori baseranno il loro giudizio sulla concessione o meno del finanziamento; 4° STEP

Definizione di tutti gli oneri relativi all’implementazione del progetto: sia oneri operativi, che riguardanti il personale, sia relativi a eventuali trasferimenti, o finanziamenti, per andare a definire il full cost del progetto

5° STEP

6° STEP Definizione del fabbisogno finanziario e redditività del progetto

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Scelta delle modalità di copertura

Innanzitutto è necessario presentare un profilo della società, considerando che gli stakeholders e potenziali finanziatori valutano la convenienza o meno a finanziare il progetto in base anche alle caratteristiche e affidabilità dell’impresa, oltre che per la validità e allo scopo sociale ed etico del progetto.

E’ quindi necessario presentare l’impresa , considerando le attività e gli scopi che persegue, lo statuto e i membri che la compongono, cioè l’organizzazione interna. Può essere molto utile per migliorare l’immagine presentare anche le attività poste in essere negli anni precedenti, se non che quelle in atto.

Successivamente è opportuna un’attenta analisi del bilancio/i precedente/i all’anno di presentazione del progetto, e la loro comparabilità, al fine di valutare l’affidabilità dell’impresa, la sua capacità di portare a termine i progetti intrapresi, la sua organizzazione interna e logistica e la sua situazione economica e finanziaria.

Dopodiché si giunge al tema centrale del piano ovvero il progetto, che è opportuno descrivere in maniera rigorosa non solo circa le sue caratteristiche ma anche riguardo a come si è intenzionati a lavorare, il luogo e le popolazioni dove si intende svolgere il lavoro e soprattutto lo scopo etico, sociale e ambientale che sta alla base del progetto. Solo dopo un’attenta analisi e descrizione di questo tipo, si può arrivare ad un’analisi tecnica dell’investimento, andando a definire tutti gli oneri necessari per implementare il progetto e renderlo operativo(che vanno dai costi operativi, a quelli del personale, da quelli per trasferimenti, a quelli finanziari, se vi sono),e che consentono di definire il full cost del progetto e il fabbisogno finanziario necessario per implementarlo.

Dopo aver definito il fabbisogno finanziario, è necessario valutare le possibilità dell’azienda di supportare parte di esso, ovvero la quota che l’azienda è in grado di sopportare accedendo a utili disponibili, per poi individuare la quota da chiedere come finanziamento.

Qualora si preveda che il finanziamento da richiedere non sia tutto a fondo perduto bisogna considerare fra i costi legati al progetto anche quelli relativi al tasso di interesse che i futuri finanziatori applicheranno all’impresa.

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capacità di solvibilità del progetto per impresa e della sua reale sopportabilità da parte di essa.

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