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DISUGUAGLIANZE DIVERSITÀ

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16-05-2021 66/67

FORUM

DISUGUAGLIANZE DIVERSITÀ

L'Espresso

BASTA FAVORI INIQUI,

RAFFORZIAMO IL WELFARE

Di ELENA GRANAGLIA

Affrontare le iniquità e i buchi dei bonus,e. • elitevrliptti~

fiscali richiede un deciso cam bio :di•r t#0fa0red4l.

rafforzamento del welfare dei servizi, dai: servizi saflltati. i servizi sociali ed educativi, finsdalla,prima infat zia Ma pt intendere per rafforzamento?.Ra forzar+ significkce tat ,:•.,.,

investire più risorse: in tutti r serviti appena richiamati

netta l'inferiorità della spesa:; pubblica' italiar a risp o` l spesa media del resto dei paesi europei, i e risotier: tut*avia

non sono tutto. Nonostanteigli:esempi`di`successo l'O

pubblica si dinitgrá,: n troppi #op.01PROgarqt)Niegffe, ,•:

altresì evidenti i; limiti: dei tentativi di contogave le: . ,., carenze pubbliche:con rintr➢duzione dl e)erer i dr, quasi mercati, quali le retrrorierazianr,..rneet t nt'. <;,.:

e le esternalizzazioriL ln molti casi, 'l'esito ~'.s . .i null'altro che 'aggiunta di:ur ffiale ad :.:01::MtWOOStt.

pensare ai direttori generali dei Ssn remunerati per

tagliare la capacità in eccesso che sarebbe stata così utile per affrontare la pandemia. Rafforzare il welfare dei servizi richiede dunque di occuparsi anche di come migliorare le modalità di erogazione.

Vorrei proporre alcune indicazioni, per quanto succinte. Primo, va rafforzata la natura di rete dei servizi. Prevenire e soddisfare bisogni richiede un insieme composito di interventi. Non basta la somma di prestazioni. Le reti soddisfano esattamente questo obiettivo. Permettono di offrire percorsi integrati, radicati nei diversi territori.

Secondo, va rafforzato il carattere universale dell'accesso.

I servizi al cuore del welfare rappresentano le condizioni fondamentali per una vita civile o, addirittura, per la vita stessa.

Ciò vale non solo per i servizi sanitari e educativi. Vale anche per i servizi sociali/assistenziali, alla luce della crescita dei rischi di vulnerabilità, impoverimento e solitudine. E, senza tali servizi, rimane illusorio contrastare le disuguaglianze di genere nella ripartizione della cura. L'universalismo a sua volta concerne sia le persone sia i luoghi. L'accesso ai servizi va assicurato a tutti e tutte, a prescindere dalle risorse detenute e da dove si viva.

Terzo, se i servizi al cuore del welfare rappresentano condizioni fondamentali per ciascuno di noi, allora le modalità stesse di gestione dovrebbero riflettere questo valore, come ci stimola a riconoscere la prospettiva dei beni comuni. 11 che implica l'adozione di modalità di gestione partecipate in grado di assicurare voce e spazio agli utenti, ai lavoratori coinvolti e alla

pluralità di soggetti attivi sul territorio, incluse le imprese sociali e le associazioni di volontariato. Co-programmazione, focus sul valore intrinseco di ciò che si produce, ascolto e coinvolgimento dei beneficiari in opposizione a qualsiasi visione paternalistica/

passivizzante della presa in carico, valorizzazione del lavoro di cura sono alcune implicazioni.

Certo, non si tratta di indicazioni del tutto nuove. Erano presenti e hanno costituito una spinta potente alla fondazione del Servizio sanitario nazionale nel 1978 e al varo della legge- quadro del 2000 per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali. Sono state, però, largamente disattese e addirittura traviate. E anche oggi appaiono

minoritarie, nonostante qualche momentaneo plauso allo scoppio della pandemia. Basti pensare al peso che continua ad avere la visione del welfare come mero sostegno all'inclusione nel mercato e, in via residuale, come aiuto per gli esclusi, coloro che restano indietro.

Appare, però, difficile immaginare uno sviluppo che sia fonte di stare bene per tutti e tutte che non le realizzi. Peraltro, una rete universale e partecipata dei servizi consentirebbe anche un'espansione delle libertà. II riferimento è non solo all'opportunità di trovare un'occupazione, in primis, per le tante donne oggi ostacolate dalle responsabilità di cura. E anche all'opportunità per forme specifiche di impiego, di messa in gioco delle capacità di innovazione, di più complessiva attivazione diverse da quelle offerte dall'economia a scopo di profitto. •

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