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Marocco. Focus Economia. 6 novembre 2012

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Academic year: 2022

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Per importanti comunicazioni si rimanda all’ultima pagina.

Frena la crescita. Le misure interne per contenere la protesta ed i negativi sviluppi esterni pesano sui conti pubblici ed esteri.

 Il tasso di crescita reale del PIL ha frenato al 2,6% nel 1° semestre 2012, rispetto al 4,2% nel 1° semestre 2011 ed al 5,5% nel 2° semestre 2011. Il rallentamento è stato principalmente dovuto al calo della produzione agricola (-9% a/a) e di quella mineraria (-6,6%) ed alla debolezza di alcuni servizi legati al turismo (hotels -1,3%; trasporti +2%). L’economia del Marocco è attesa frenare sensibilmente nel 2012 (PIL +2,4% secondo EIU, +2,9% la previsione del WEO di ottobre del FMI) in conseguenza della caduta della produzione agricola e dell’impatto della recessione in Europa. Lo sviluppo del manifatturiero, il seppur contenuto miglioramento della congiuntura europea e, soprattutto, una stagione agricola più favorevole porteranno secondo EIU ad una espansione reale del PIL pari al 4% nel 2013 (il FMI prevede invece +5%).

 L’inflazione core è bassa (0,6% a giugno), mentre a settembre l’inflazione complessiva era pari all’1,2%, nonostante il balzo superiore al 5% del costo dei trasporti, dopo l’aumento dei prezzi di alcuni combustibili. Il tasso medio è previsto vicino all’1,5% nel 2012, in contenuto rialzo rispetto allo 0,9% del 2011

 Lo scorso mese di marzo, a fronte dell’indebolimento dell’economia e di pressioni inflazionistiche moderate la Banca centrale ha tagliato di 25pb il tasso di riferimento per la prima volta dal 2009, portandolo al 3%.

 Il dirham marocchino segue un regime di cambio fisso a un paniere in cui l’euro pesa per l’80% e il dollaro per il 20%. Da gennaio a luglio 2012, il cambio reale effettivo si è deprezzato di quasi il 2%. Il FMI nel Rapporto Art IV 2011, pur non essendo arrivato a valutazioni univoche riguardo la misura dello scostamento del cambio reale effettivo dal suo valore di equilibrio, afferma che l’allargamento del deficit corrente registrato suggerisce un peggioramento della posizione competitiva.

Nel 2011, l’aumento della spesa corrente per salari e sussidi ha determinato l’allargamento del deficit pubblico dal 4,4% del PIL nel 2010 al 6,9% nel 2011. Lo scorso anno i sussidi sono saliti al 17% delle spese complessive ed al 6,6% del PIL. Il Marocco, per ottenere il sostegno finanziario del FMI (cfr segue) si è impegnato a ridurre il deficit pubblico al 3% del PIL entro il 2017 ed i sussidi al 3% del PIL entro il 2016.

 Il Marocco ha registrato nel 2011 e nei primi mesi del 2012 un significativo deterioramento della posizione corrente della Bilancia dei Pagamenti. Questo peggioramento è stato determinato dall’allargamento del deficit commerciale. Il conto finanziario è in surplus, grazie agli IDE. A luglio 2012 le riserve in valuta ammontavano a 14,6 miliardi di dollari, per un reserve cover ratio pari ad 1,2 (miliardi di dollari). Lo scorso agosto il Marocco ha ottenuto dal FMI una linea di credito precauzionale (PLL) di 6,2 miliardi di dollari.

 Di recente S&P, pur mantenendo una valutazione di investment grade per il debito sovrano in valuta del Marocco, ha introdotto un outlook negativo, sottolineando il peggioramento dei conti pubblici e della posizione esterna, determinato sia da una congiuntura internazionale meno favorevole sia da sviluppi politici domestici.

6 novembre 2012

MENA Scheda Paese Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche International Economics

Giancarlo Frigoli Economista

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 2 Contesto sociale e politico e relazioni internazionali

Lo scorso anno, dopo contenute proteste, è stata approvata una riforma della Costituzione che trasferisce alcuni poteri dal sovrano al Governo. Il Re mantiene la competenza esclusiva sugli affari religiosi e sull’esercito mentre sono conferiti maggiori poteri al Primo Ministro. Il Primo Ministro, nominato dal Re tra i rappresentanti del partito uscito vincitore alle elezioni, può scegliere e rimuovere i Ministri, gli Ambasciatori e i Governatori delle provincie e sciogliere il Parlamento, sentito il Re. E’ stato inoltre insediato un Consiglio Supremo di Sicurezza presieduto dal Re con un ruolo consultivo sulle questioni di sicurezza interne ed esterne.

Le elezioni tenutesi nel novembre dello scorso anno sono state vinte (107 seggi su 395) dal PDJ, un partito di ispirazione islamica, che ha formato un Governo, presieduto da Abdelilah Benkirane un islamico moderato, insieme ad una coalizione abbastanza composita di partiti.

Oltre al PDJ, ne fanno infatti parte i monarchici, i liberali, i socialisti e gli ex comunisti.

Povertà e disoccupazione, particolarmente elevata tra la popolazione giovanile, restano potenziali cause di tensioni sociali. Secondo stime delle Nazioni Unite una quota consistente (circa il 20%) della popolazione viene ancora sostenuta dai sussidi. Il tasso di disoccupazione, stimato attorno al 9%, secondo stime ufficiose raggiunge il 50% tra i diplomati e laureati.

Il Paese ha un accordo associativo di scambio con l’Unione Europea dal 2000, che garantisce un accesso senza dazi a molte merci sui mercati dell’UE. Dal luglio 2005, ha adottato il Piano di Azione per la politica del vicinato dell’UE ed è oggi il primo beneficiario tra i paesi dell’area dei finanziamenti dell’UE previsti da questo tipo di rapporto. Nel 2008 il Marocco è stato il primo Stato nella regione a ottenere la condizione di stato avanzato nei rapporti con l’Unione Europea.

Lo scorso 1° ottobre è entrato in vigore l’accordo di liberalizzazione degli scambi dei prodotti ortofrutticoli e ittici tra il Marocco e l’Unione Europea. Secondo l’accordo, i dazi doganali attualmente in vigore sia per i prodotti in entrata che in uscita dai rispettivi mercati verranno gradualmente ridotti per le esportazioni europee, e immediatamente aboliti (rappresentano attualmente il 55% del valore) quelli sulle importazioni dal Marocco.

Le trattative, sotto la mediazione dell’ONU, tra il Governo del Marocco e il Fronte Polisario, il movimento sostenuto dall’Algeria che rivendica l’indipendenza del Sahara Occidentale, una ex colonia spagnola annessa dal Marocco nel 1975, sono in una fase di stallo. La disputa con l’Algeria costituisce un freno allo sviluppo della cooperazione nel Maghreb.

Indicatori contesto socio-politico

Ultimo Precedente

Stabilità sociale (5 max., 1 min.) (1) - -

Corruption Perception Index (0 max., 10 min.) (2) 3,2 3,2 Governance Economica (2,5 max., - 2,5 min.) (3) -0,3 -0,2 Indice di Libertà Economica (100 max., 0 min.) (4) 57,4 53,0

Classe di Reddito (3) Lower middle income

Confronto con

Speranza di vita (anni) (3) 70 78 G7

Qualità del sistema di istruzione (7max., 1 min.) (5) 2,9 3,7 Mondo Fonti: (1) EIU; (2) Transparency International; (3) World Bank; (4) Heritage Foundation; (5) World Economic Forum. G7 e Mondo = valore aggregato

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 3 Crescita e inflazione

La congiuntura

Il tasso di crescita reale del PIL ha frenato al 2,6% nel 1° semestre 2012, rispetto al 4,2% nel 1°

semestre 2011 ed al 5,5% nel 2° semestre 2011. Nel 2011 l’economia del Marocco aveva registrato un tasso di crescita in termini reali del 5% contro il +3,6% del 2010, grazie al balzo del 5,6% della produzione agricola. Il rallentamento registrato nella prima metà del 2012 è stato principalmente dovuto al calo della produzione agricola (-9% a/a) e di quella mineraria (-6,6%) ed alla debolezza di alcuni servizi legati al turismo (hotels -1,3%; trasporti +2%). Poste e comunicazioni continuano invece a marciare a ritmi sostenuti (+12,8%). Da gennaio a giugno 2012, la produzione manifatturiera è aumentata del 2,3%, in lieve frenata dal 2,4% del 2011.

L’aumento più contenuto della trasformazione alimentare (+2,8 nei primi sei mesi dal +4,5% del 2011), la produzione più importante del manifatturiero con un peso pari al 23%, è stato bilanciato dall’accelerazione del tessile (+1,2% vs. +0,7%).

PIL: offerta PIL: domanda

sem.12 2011

Peso Var. % a/a Primario

Agricoltura 14,9 -9,0 5,6

Pesca 0,4 0,2 -1,5

Minerario 1,9 -6,6 5,9

Secondario

Manifatturiero 13,0 2,2 2,3

Costruzioni 5,1 4,6 4,2

Pubblica utilità 3,6 11,7 6,0 Servizi

Commercio 11,0 2,3 4,7

Hotels 1,8 -1,3 -2,0

Trasporti 5,4 2,1 5,9

Poste e comunicazioni 7,7 13,1 19,0

Finanziari 5,7 5,7

Servizi privati (*) 11,2 5,3 5,7 Servizi pubblici 8,9 11,7

Istruzione e sociali (**) 8,9 6,9 5,8

PIL 100 2,6 5,0

sem. 2012 2011

Var. % a/a

Consumi famiglie 4,6 7,4

Consumi pubblici 5,5 4,6

Investimenti fissi lordi 3,4 2,5

Esportazioni -2,8 2,1

Importazioni 2,8 5,0

PIL 2,6 5,0

Fonte: Ministero della Pianificazione

Fonte: Ministero della Pianificazione.

(*) Il dato del 2011 include pure i servizi finanziari.

(**) Il dato del 2011 include i servizi pubblici

Dal lato della domanda, i consumi delle famiglie, che nel 2011 erano aumentati del 7,4%

sostenuti dalla crescita dei salari reali e dalla discesa della disoccupazione (a 8,9% da 9,1%), da gennaio a giugno 2012 sono cresciuti del 4,6%. Questa componente della domanda è fortemente dipendente dal reddito agricolo (circa il 40% della forza lavoro è impegnata in agricoltura) e dalle rimesse dei lavoratori emigrati (circa il 20% dei lavoratori sono emigrati e le rimesse ammontano a poco meno dell’8% del PIL). I consumi pubblici, sono aumentati del 5,5%

nel 1° semestre 2012, dal 4,6% del 2011. La domanda di abitazioni civili e le opere pubbliche hanno determinato un’accelerazione degli investimenti fissi lordi (+3,4% nei primi sei mesi vs +2,5% nel 2011). Le esportazioni sono calate invece del 2,8% in termini reali rispetto agli stessi mesi del 2011, a seguito dell’indebolimento della domanda in Europa, il principale mercato di esportazione con una quota superiore al 60%, mentre il tasso di crescita delle importazioni si è quasi dimezzato, portandosi al 2,6% in conseguenza della più contenuta domanda interna di beni di consumo.

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 4

Produzione manifatturiera Produzione manifatturiera (var. % a/a)

Peso sem. 12 2011

% Var. % a/a

Alimentare 23 2,8 4,5

Tessile e pelli 21 1,2 0,7

Chimica e plastica 17 -0,9 1,4 Meccanica e metallurgica 16 0,9 1,2

Elettronica 4 0,1 -1,2

Altre industrie 19 5,9 5,5

Totale 100 2,3 2,4

-5 -3 -1 1 3 5

Q2 2008 Q2 2009 Q2 2010 Q2 2011 Q2 2012

Fonte. Banca centrale Fonte: Thomson Reuters

Le prospettive

L’economia del Marocco è attesa frenare sensibilmente nel 2012 (PIL +2,4% secondo EIU, +2,9% la previsione del WEO di ottobre del FMI) in conseguenza della caduta della produzione agricola e dell’impatto della recessione in Europa. Secondo recenti stime, la produzione di cereali scenderà a poco più di 5,1 milioni di tonnellate da 8,4 milioni nel 2011. Il FMI (Art IV 2012), ha calcolato che 1 pp di crescita in Europa ha un impatto di 0,3 pp sul PIL non agricolo del Marocco che si materializza principalmente nei primi due trimestri.

La produzione non agricola continuerà ad essere sostenuta dalla spesa pubblica e dalla generosa politica salariale nel settore pubblico. Il FMI prevede pertanto che nel 2012 la produzione non agricola frenerà solo leggermente (4,7% vs 5% nel 2011). Nei mesi finali del 2012 e nel 2013 è atteso che la produzione manifatturiera riceverà una significativa spinta da un nuovo impianto di auto costruito dalla Renault nel Nord del paese. Lo sviluppo del manifatturiero, il seppur contenuto miglioramento della congiuntura europea e, soprattutto, una stagione agricola più favorevole porteranno secondo EIU ad una espansione reale del PIL pari al 4% nel 2013 (5%

nelle previsioni del FMI).

Conti nazionali e inflazione

Miliardi di dollari Var % a/a

Var. % 2011 2004-08 2009 2010 2011 2012 2013

PIL 99,4 4,8 4,8 3,6 5,0 2,4 4,0

Consumi privati 59,5 4,8 4,6 2,2 7,4 2,2 4,0

Consumi Stato 17,6 4,0 12,1 -0,9 4,6 4,0 4,4

Investimenti fissi 30,5 10,2 2,6 -0,7 2,5 3,7 4,9

Var. scorte 4,3 -0,2 0,7 -0,3 0,3 -0,1 -0,1

Esportazioni 34,5 8,7 -14,8 16,6 2,1 1,0 4,8

Importazioni 47,0 11,0 -6,0 3,6 5,0 4,6 5,2

Inflazione media 2,3 1,0 1,0 0,9 1,4 2,2

Fonte: EIU

La struttura dell’economia

Il Marocco è la seconda economia della regione del Maghreb, dopo l’Algeria, con un PIL vicino ai 100 miliardi di dollari. Grazie agli investimenti fatti negli anni scorsi nei servizi (turismo), nelle costruzioni (abitazioni civili e seconde case), nel minerario e nel manifatturiero e alle riforme che hanno favorito l’iniziativa privata, l’economia ha raggiunto un discreto grado di diversificazione.

Il peso dell’agricoltura resta tuttavia significativo (tra il 14 e il 19% del PIL negli ultimi cinque anni). Le principali produzioni agricole sono costituite da cereali e ortaggi. La forte dipendenza di questo settore dalle condizioni climatiche aggiunge volatilità alla dinamica del PIL. Riguardo gli altri settori, i servizi (turismo, trasporti comunicazioni e commercio) hanno un peso pari a circa il 55% del PIL, il minerario (fosfati, barite ed alcuni minerali come lo zinco) contribuisce a oltre il

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 5

4% del PIL, mentre il peso delle costruzioni si colloca attorno al 6%. Infine, il manifatturiero contribuisce a circa il 15% del PIL. Le principali industrie manifatturiere sono la chimica, la trasformazione di prodotti agricoli, il tessile e il meccanico.

Nell’ultimo decennio l’economia del Marocco ha registrato un tasso di crescita medio del PIL pari al 4,6%, che ha permesso di far scendere il tasso di disoccupazione dal 13,4% nel 2000 all’8,9% nel 2011 (tra la popolazione giovanile supera però il 17%). IIF ha stimato che per garantire il pieno impiego il PIL dovrebbe espandersi ad un tasso pari al 6%. Il tasso di povertà è sceso dal 16% del 1999 al 9% nel 2008. Il tasso di analfabetismo è diminuito di 13pp mentre quello di mortalità è crollato di 30pp.

Il Marocco ha stretti legami economici con l’Unione Europea, in particolare Francia e Spagna (nel 2009 la quota di esportazioni verso la Spagna ha superato il 20%, quella verso la Francia ha raggiunto il 19%). I rapporti si sono intensificati dal 2000 con la firma dell’Accordo Associativo tra Marocco e Unione Europea. Secondo stime del FMI, dall’Unione Europea viene quasi il 90%

delle rimesse dei lavoratori emigrati (le quali nel complesso ammontavano al 7,5% del PIL nel 2011), oltre il 91% dei proventi dal turismo (che complessivamente coprivano una quota pari al 7,4% del PIL 2011), l’80% del flusso di IDE (pari mediamente al 2,5% del PIL negli ultimi cinque anni), oltre che il 60% delle esportazioni.

Crescita del PIL: Marocco vs. Maghreb Flussi dall’estero/PIL 2011

3.8

-1.9

19.0

6.0 3.7 4.9

2.9

5.5

-20 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

2010 2011 2012E 2013E Maghreb Marocco

15.7

7.5 7.4

2.5 0

2 4 6 8 10 12 14 16 18

Export Rimesse Turismo IDE

Fonte: FMI WEO sett. 2012 (*) La regione Maghreb include l’Algeria (con una quota del PIL pari al 41% nel 2010), la Libia (21%), il Marocco (25%), la Mauritania (1%) e la Tunisia (11%)

Fonte: Thomson Reuters - Datastream

L’inflazione

Lo scorso giugno, il Governo ha aumentato i prezzi dei carburanti e del petrolio per uso domestico (che restano comunque dal 15% al 30% inferiori ai prezzi di mercato), al fine di ridurre l’onere sul Bilancio dello Stato dei sussidi. Questa manovra ha determinato un balzo del tasso tendenziale d’inflazione che si è portato all’1,9% a giugno 2012, dallo 0,9% a dicembre 2012. L’accelerazione è stata comunque inferiore al previsto, frenata dall’assenza di pressioni dal lato della domanda e dagli aumenti contenuti dei prezzi dei beni alimentari. L’inflazione core è rimasta bassa (0,6% a giugno), mentre a settembre l’inflazione complessiva era pari all’1,2%, nonostante il balzo superiore al 5% del costo dei trasporti. Il tasso medio è previsto vicino all’1,5% nel 2012, in contenuto rialzo rispetto allo 0,9% del 2011.

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 6 Governo dell’economia

Il regime valutario di cambio fisso (cfr. segue) condiziona l’azione della Banca centrale. Nel corso del 2011, a fronte delle turbolenze sul mercato internazionale dei capitali, la stessa ha lasciato il tasso di riferimento invariato al 3,25%, ma ha fornito liquidità al sistema tagliando ripetutamente il coefficiente di riserva obbligatoria, l’ultima volta lo scorso settembre (ora pari al 4%, meno di un quarto del livello massimo di 16,5% raggiunto nel 2008), restringendo la base imponibile per il calcolo della riserva ed espandendo al 5% dei depositi quella per le operazioni di rifinanziamento. Lo scorso mese di marzo, a fronte dell’indebolimento dell’economia e di pressioni inflazionistiche moderate ha tagliato di 25pb il tasso di riferimento per la prima volta dal 2009, portandolo al 3%.

Il dirham marocchino segue un regime di cambio fisso verso un paniere di valute in cui l’euro pesa per l’80% e il dollaro per il 20%. Negli ultimi dieci anni il valore del paniere si è mantenuto attorno a 10,60 con uno scostamento medio dell’1%. Nei primi dieci mesi del 2012, il cambio rispetto all’euro è rimasto sostanzialmente invariato (a 11,11) mentre nei confronti del dollaro si è deprezzato dello 0,4% (a 8,56). Da gennaio ad agosto 2012, il cambio reale effettivo si è deprezzato di oltre 2%. Il FMI nel Rapporto Art IV 2011, in presenza di valutazioni non univoche riguardo la misura dello scostamento del cambio reale effettivo dal suo valore di equilibrio, afferma che l’allargamento del deficit corrente registrato suggerisce un peggioramento della posizione competitiva.

Inflazione tendenziale Cambio effettivo

-2 -1 0 1 2 3 4 5

set-08 set-09 set-10 set-11 set-12

90 92 94 96 98 100 102 104 106

ago-08 ago-09 ago-10 ago-11 ago-12 Nominale Reale Fonte: Thomson Reuters - Datastream Fonte: Thomson Ruters - Datastream.

Nel 2011, l’aumento della spesa corrente per salari e sussidi in risposta a manifestazioni di malcontento ha determinato l’allargamento del deficit pubblico dal 4,4% del PIL nel 2010 al 6,9% nel 2011. Lo scorso anno i sussidi sono saliti al 17% delle spese complessive ed al 6,6%

del PIL. Il Budget 2012 indica un deficit obiettivo pari al 5,5%, con la spesa per sussidi prevista scendere al 5,9% del PIL. Il raggiungimento dell’obiettivo appare problematico. Nella prima parte dell’anno la spesa per sussidi, a seguito dall’aumento dei prezzi dei combustibili sul mercato internazionale, è stata più alta del previsto e l’aumento dei prezzi interni deciso a luglio non appare sufficiente. Pure la spesa per salari pubblici risulta più elevata, dopo gli aumenti pari al 5,5% concessi dal Governo, in parte bilanciati da tagli nella spesa in conto capitale. Stime recenti indicano un deficit attorno al 6% del PIL nel 2012. Il Marocco, per ottenere il sostegno finanziario del FMI (cfr segue) si è impegnato a ridurre il deficit pubblico al 3% del PIL entro il 2017 ed i sussidi al 3% del PIL entro il 2016.

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 7 Vulnerabilità esterna e rapporti con organismi finanziari internazionali

Il Marocco ha registrato nel 2011 e nei primi mesi del 2012 un significativo deterioramento della posizione corrente della Bilancia dei Pagamenti. Il deficit corrente è quasi raddoppiato nel 2011, portandosi a 7,6 miliardi di dollari, dai 4 miliardi nel 2011 mentre nel 1° trimestre 2012 è stato pari a 2,3 miliardi rispetto a 2 miliardi negli stessi mesi del 2011. Questo peggioramento è stato determinato dall’ allargamento del deficit commerciale causato principalmente dall’aumento dei prezzi dei prodotti energetici importati che ha più che bilanciato la buona performance delle esportazioni. I surplus del conto servizi (principalmente incassi dal turismo) e trasferimenti (quasi esclusivamente rimesse) hanno mostrato invece una sostanziale tenuta sia nel 2011 che nei primi mesi del 2012. La bilancia corrente è particolarmente vulnerabile, oltre all’andamento del prezzo dei prodotti energetici, che ammontano a quasi un terzo delle importazioni, alla congiuntura europea. Secondo stime del FMI, 1 punto in meno di crescita in Europa implica un maggior deficit corrente pari a 1,1% del PIL (0,7% dovuto al commercio, 0,3% ai servizi e 0,1% alle rimesse). L’impatto sugli IDE è stimato pari allo 0,1% del PIL.

Nel 2011, il conto finanziario ha registrato un surplus pari a 5,3 miliardi, sostanzialmente in linea con quello del 2010, sostenuto dalla crescita degli IDE. Nel 1° trimestre 2012 il surplus del conto finanziario si è ridotto a 0,8 miliardi da 1,5 miliardi negli stessi mesi del 2011.

Nell’intero 2011 la Bilancia dei Pagamenti ha riportato un deficit, ed un conseguente drenaggio di riserve, pari a 2,3 miliardi di dollari rispetto ad un surplus di 1,2 miliardi nel 2010. Il drenaggio è continuato nella prima metà del 2012. A luglio 2012 le riserve in valuta ammontavano a 14,6 miliardi di dollari (-4,2 miliardi rispetto a fine dicembre). Questo dato si confronta con fabbisogno finanziario estero nel 2013 stimato da EIU pari a 12,2 miliardi di dollari, per un reserve cover ratio misurato sullo stock di riserve a luglio 2012 pari ad 1,2.

Lo scorso agosto il Marocco ha ottenuto dal FMI una linea di credito precauzionale (PLL) che in due anni raggiungerà l’ammontare di 6,2 miliardi di dollari. Questo finanziamento viene concesso a paesi che, pur avendo buoni fondamentali, devono far fronte ad un temporaneo deterioramento dei conti pubblici e/o della bilancia dei pagamenti a causa di shock esterni. A differenza della linea di credito flessibile (FLC) concessa durante la crisi del 2008-09, tra gli altri a Messico e Polonia, la PPL contiene delle richieste di aggiustamento di elementi di vulnerabilità che l’economia del paese presenta (nel caso del Marocco deficit corrente e di bilancio).

Bilancia dei pagamenti PFN 2010 e Finanziamento estero 2013E Miliardi di dollari 2011 2010 1° tr. 12 1° tr. 11

saldo corrente -7,6 -4,0 -2,3 -2,0 - saldo commerciale -18,5 -14,8 -4,8 -4,3

- servizi 5,1 5,0 0,9 1,0

- redditi -2,0 -1,5 -0,3 -0,4 - trasferimenti 7,7 7,2 1,8 1,7 saldo finanziario 5,3 5,2 0,8 1,5 IDE 2,2 1,0 0,7 0,6 Portafoglio -0,2 0,1 0,1 0,0 Altre voci 3,4 4,1 0,0 0,9 Errori & omissioni -0,1 -0,3 Var. riserve 2,3 -1,2 1,6 0,9 Note: (*) Il segno (-) indica un aumento delle riserve.

Fonte: Banca centrale Marocco

Miliardi di dollari Attività Passività

IDE 1,9 42,2

Portafoglio 0,8 3,6

Altre voci - 27,6

Riserve 23,6

PFN 2010 -46,8

PFN/PIL 2010 (%) 51,5

Finanziamento 2013E 12,2

- deficit corrente 2013E 6,4 - debito in scadenza 2013E 5,8 Riserve in valuta lug. 2012 14,6 Reserve cover ratio (2013E) (*) 1,2 Nota: (*) il rapporto tra riserve e l’aggregato è composto dalla somma tra debito in scadenza ed eventuale disavanzo corrente da finanziare. Fonte: Banca centrale Marocco

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 8 Prospettive e rischi

Il Marocco è con Israele l’unico paese del Sud Mediterraneo il cui debito sovrano ha attualmente una valutazione di investment grade dalle agenzie di rating. Il rating è sostenuto dal contenuto rapporto debito estero/PIL, dal discreto grado di copertura del fabbisogno finanziario estero garantito dalle riserve, dagli sforzi fatti per modernizzare il sistema economico che hanno contribuito ad attirare un significativo flusso di investimenti dall’estero e da un sistema bancario ritenuto abbastanza solido.

Di recente S&P, pur mantenendo una valutazione di investment grade per il debito sovrano in valuta del Marocco, ha tuttavia introdotto un outlook negativo, sottolineando il peggioramento dei conti pubblici e della posizione esterna, determinato sia da una congiuntura internazionale meno favorevole, sia da sviluppi politici domestici. Il Governo è riuscito a controllare la protesta, dando risposte sia di carattere politico che economico. Queste ultime, in particolare l’aumento della spesa pubblica per salari e sussidi, hanno portato però a un peggioramento dei conti pubblici. Il contemporaneo aumento dei prezzi dei beni importati, soprattutto gli energetici, oltre a pesare sui conti dello Stato (a causa del sistema dei sussidi) ha a sua volta determinato un deterioramento dei conti con l’estero. Le recenti tensioni sociali hanno in aggiunta evidenziato alcuni elementi di vulnerabilità quali, la condizione di povertà in cui si trova una quota considerevole della popolazione, il tasso di crescita dell’economia economica insufficiente ad assorbire le persone che si presentano sul mercato del lavoro, il sistema di sussidi che grava sui conti pubblici, la produzione manifatturiera ancora fortemente orientata verso settori ad alta intensità di lavoro che è soggetta alle pressioni competitive sui mercati internazionali.

Doing business 2013 Debito pubblico/PIL

0 20 40 60 80 100 120 140 160

IL TN TR MA JO EY LB SY AL 0 20 40 60 80

2008 2009 2010 2011 2012E Peers Morocco

Fonte: Banca Mondiale Nota: Il gruppo peers include i paesi con rating BBB e BBB secondo S&P (Bahrain, Brasile, Bulgaria, Colombia, Croazia, India, Kazakhstan, Lettonia, Lituania, Marocco Messico, Russia, Perù, Panama Ungheria, Uruguay).

Fonte: Thomson Reuters – Datastream

L’esposizione deIl’economia alla congiuntura mondiale è elevata, sia per il canale del conto corrente della bilancia dei pagamenti (esportazioni, rimesse dei lavoratori emigrati, entrate del settore turistico) sia del conto finanziario (IDE, domanda di seconde case dall’estero). Il Paese importa il 95% dei bisogni energetici. Le infrastrutture, nello specifico rete dei trasporti, generazione di energia e telecomunicazioni, sono ancora insufficienti. Le incertezze riguardo il rispetto dei contratti, la rigidità del mercato del lavoro e la difficoltà di accesso al credito, mantengono il Marocco nella parte centrale della classifica della Banca mondiale riguardo la facilità di fare affari (97° posto su un totale di 183 paesi nella classifica Doing Business 2013, dietro a Israele, Tunisia e Turchia, ma davanti a Giordania, Egitto, Libano, Siria e Algeria).

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 9 Tavola dati macroeconomici

Economia reale

2004-08 2010 2011 2012E 2013E

Popolazione (mln) 30,9 32,4 32,7 33,1 33,4

PIL procapite ($ PPP) 3848,5 4704,5 4990,0 5150,0 5400,0

PIL reale (var.%) 4,8 3,6 5,0 2,4 4,0

Inflazione (media) 2,3 1,0 0,9 1,4 2,2

Debito Pubblico/PIL 64,7 61,0 64,7 71,7 74,8

Saldo Stato/PIL (%) -2,1 -3,7 -6,0 -7,5 -6,7

Tasso di mercato monetario (%) n.a. 3,3 3,3 3,0 3,3

Cambio valuta locale/dollaro (media) 8,49 8,42 8,09 8,69 8,86 Tasso di cambio effettivo reale 98,4 95,6 93,5 90,7 89,6 Tasso di cambio effettivo reale

(disallineamento % media lungo periodo) -2,58 -4,72 -7,57 -8,69

Vulnerabilità esterna

2004-08 2010 2011 2012E 2013E

Saldo Corrente (mld. di $) -0,5 -4,2 -8,3 -8,5 -6,4

Saldo Corrente/PIL (%) -0,3 -4,6 -8,4 -8,9 -6,4

Debito estero/PIL (%) 26,9 29,3 28,2 30,9 30,4

Servizio debito/Export (%) 11,8 9,2 8,8 9,3 9,6

Debito estero breve/Debito estero totale (%) 6,7 8,5 8,6 8,7 8,9

Debito estero breve/Riserve 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2

Riserve (in mesi di importazioni) 8,5 7,1 5,0 4,1 4,4

Prospettive e rischi

Ultimo Precedente

Political Risk (1=rischio max; 10=rischio min) n.d. n.d.

Spreads (CDS 5a) n.d. n.d.

Fitch* BBB-/S (apr. 2007)

Standard & Poor's* BBB-/N (ott 2012) BBB-/S

Moody's* Ba1 (mar 2007)

Rating macroeconomico (a) BBB- (nov 2010) BBB

E, F stime e previsioni EIU (ottobre 2012);

* rating su debito sovrano a lungo termine in valuta estera; (a): a cura di Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, esso non coincide necessariamente con il rating ufficiale interno della Banca

Fonti: EIU, Thomson Reuters - Datastream, Moody's, JPMorgan, IIF, IMF, World Bank, EBRD, ISI, EC, ICE Transparency International, Heritage Foundation

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 10

Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Tel 02 8021 + (3) Tel 02 8796 + (6)

International Economics - Responsabile

Gianluca Salsecci 35608 gianluca.salsecci@intesasanpaolo.com

Economista - America Latina, CSI e MENA

Giancarlo Frigoli 32287 giancarlo.frigoli@intesasanpaolo.com

Economista - Asia Emergenti

Silvia Guizzo 62109 silvia.guizzo@intesasanpaolo.com

Economista - Macro CEE e SEE

Antonio Pesce 62137 antonio.pesce@intesasanpaolo.com

Economista - Commercio e Industria

Wilma Vergi 62039 wilma.vergi@intesasanpaolo.com

Economista - Banche e Mercati

Davidia Zucchelli 32290 davidia.zucchelli@intesasanpaolo.com

Certificazione dell’analista e altre importanti comunicazioni

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