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In aggiunta, è stata ottenuta una carta di suscettibilità di frana del bacino attraverso il modello deterministico SHALSTAB (Shallow Landslides Stability Model)

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Academic year: 2021

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1 RIASSUNTO

Il 25 Ottobre 2011 un violento e persistente sistema temporalesco ha investito le zone della Liguria Orientale e della Toscana nord-occidentale, concentrandosi soprattutto sulla Val di Vara e sulle Cinque Terre (La Spezia). La perturbazione ha avuto una durata complessiva di 24 ore, ma l’evento parossistico si è soprattutto verificato tra le 10:00 e le 16:00, in cui sono stati registati valori di pioggia superiori ai 400 mm.

Lo scopo della presente Tesi di Laurea ha riguardato il censimento e lo studio delle frane superficiali innescate dall’evento nel bacino del Torrente Pogliaschina (affluente destro del Fiume Vara). Per perseguire tale obiettivo è stata realizzata una banca dati dei dissesti dell’evento, includendovi le principali caratteristiche geologiche, geomorfologiche e di uso del suolo delle aree di innesco dei movimenti franosi.

Attraverso le interrogazioni della banca dati, è stato possibile effettuare un’analisi statistica dell’influenza dei principali fattori predisponenti (geologia del bedrock, uso del suolo, inclinazione dei versanti, giacitura della superficie di stratificazione e tipo di copertura) sull’occorrenza dei fenomeni franosi. Inoltre è stata effettuata un’analisi di alcuni parametri morfometrici del bacino: esposizione pendii, pendenza versanti, curvatura planare. In aggiunta, è stata ottenuta una carta di suscettibilità di frana del bacino attraverso il modello deterministico SHALSTAB (Shallow Landslides Stability Model).

Le frane censite dall’evento sono risultate 658, la maggior parte delle quali è stata classificata come soil slip-debris flow, scorrimento della copertura eluvio-colluviale evoluto in colata. Esse si sono per lo più innescate nelle coperture delle formazioni arenacee, rappresentate dal Macigno e dalle Arenarie di Monte Gottero, con una maggior distribuzione in quest’ultima, probabilmente a causa dei maggiori afflussi meteorici nell’area di specifico affioramento e dei relativi peggiori parametri geotecnici.

Per quanto riguarda l’uso del suolo, è emerso che il maggior numero di frane si è verificato nei boschi di castagno, seguiti dai boschi di conifere. Sebbene le zone agricole ricoprano una piccola porzione del territorio, in esse si è collocato un numero non trascurabile di dissesti.

Inoltre, concavità morfologiche, esposizione verso S dei versanti e pendenza compresa tra 31°-35° sono risultati i fattori geomorfologici più determinanti nell’innesco delle frane superficiali.

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2 Infine, la sovrapposizione della carta di suscettibilità di frana del bacino, ottenuta con SHALSTAB, con la carta di inventario delle frane ha evidenziato una discreta correlazione tra aree instabili generate dal modello ed aree in cui si sono realamente verificati i dissesti.

Questo lavoro può rappresentare un punto di partenza per la definizione di mappe di suscettibilità di frana del bacino. In futuro dovranno essere effettuate ulteriori prove geotecniche di laboratorio ed in situ, per migliorare la variabilità e la qualità dei parametri geotecnici e idrologici di ingresso nel modello SHALSTAB.

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