• Non ci sono risultati.

Il paradigma teatrale ha funzionato spesso - nella storia della nostra cultura — come

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Il paradigma teatrale ha funzionato spesso - nella storia della nostra cultura — come"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

PRESEN TA ZIO N E

Il paradigma teatrale ha funzionato spesso - nella storia della nostra cultura — come metafora esplicativa per diversi spazi d ’esperienza. E quanto succede in Balthasar in ordine alla lettura teologica del topos barocco del theatrum mundi - l ’autore, come Dio, a scrivere trame narrative per i suoi personaggi-creature —, in Pirandello per quanto attiene al tema esistenziale della maschera e della vita in cerca di autore, o ancora, su altro versante, nelle analisi che Goffman conduce delle interazioni nella vita quotidiana dove ciascuno di noi gioca dei ruoli, abita in maniera continuamente oscil­

lante spazi di palcoscenico e di retroscena.

In tutti questi casi - e in altri ancora che si potrebbero citare - il riferimento tea­

trale funziona in profondità, mettendo in gioco il senso ultimo del dispositivo metafori­

co, un senso ontologico. Infatti, come la riflessione fenomenologia e neoretorica - da Ricoeur a Melchiorre - hanno ben evidenziato, la metafora interviene di solito laddo­

ve occorre colmare una lacuna semantica: quando manca una parola adatta a desi­

gnare uno stato di cose, la dizione metaforica prende a prestito il nome da un altro dominio di realtà e lo trasferisce proprio nello spazio di quella mancanza, a colmare quel vuoto. La condizione perché questo trasferimento sia possibile è evidentemente una parentela tra le cose designate, una relazione che attraverso la portabilità e la sostituibilità del nome allude a un 'affinità nell 'ordine dell 'essere. Si tratta di un gua­

dagno importantissimo, perché certifica il fatto che il problema non è solo di tipo lin­

guistico, ma strutturale. La vita, allora, per restare all 'indicazione goffmaniana, non è

‘come ’ il teatro, ma ‘è ’ teatro, con tutto quel che ne consegue. Questo guadagno forni­

sce alla ricerca un 'importantissima direttiva metodologica: se la metafora teatrale non diviene strumento euristico per procedere a un 'indagine in profondità delle strutture costitutive del teatro e di ciò che attraverso di esso si designa, allora tutto rimane solo una compiaciuta esercitazione formale.

Questa preoccupazione accompagna i due saggi che costituiscono questa sezione monografica. Alla base di essi sta la domanda relativa alla possibilità di adottare il paradigma teatrale come categoria interpretativa del web e delle pratiche che in esso

vengono operate.

Modellizzando si può dire che la risposta a questa domanda passi attraverso mol­

teplici livelli di analisi.

Sul piano della scrittura - se si pensa al chatting, al mailing e alle diverse form e di lavoro collaborativo in rete - il web offre spunti interessantissimi per la costruzione di una nuova drammaturgia, una drammaturgia del quotidiano fatta di improvvisazio­

ne e di redazione a più mani del plot, dove serietà e gioco si mescolano aprendo spazi

stimolanti di riflessione.

(2)

PRESENTAZIONE

Sul piano dell 'azione, della prestazione attorale, il web funziona poi da vero e pro­

prio palcoscenico. Come la letteratura ha ben evidenziato (si pensi ai lavori di Elizabeth Reid o di Sherry Turkle), la rete per sua natura favorisce la performance, la messa in scena del sé, fatta anche di simulazione, di inganno, di travestimento. Nello spazio di una chat o di un MUD io posso essere me stesso e anche altro da me, posso inventarmi identità e ruoli diversi, in un gioco realmente teatrale che ha il merito di favorire anche una ridefinizione della fenomenologia dell 'esistenza nei termini di qua­

dri (frame) adiacenti: per cui, come uno degli studenti della Turkle suggerisce, la vita può realmente essere concepita come un 'altra finestra aperta sul mio computer.

Vi è infine, credo, un terzo piano di analisi, quello che definirei ‘del dispositivo ’.

A questo livello non è la rete come linguaggio (o come strumento) a interessare, ma la rete come ambiente, come luogo. Qui trova spazio la riflessione sul teatro ‘nella ’ rete, sia nel senso dell 'archivio, del luogo in cui cercare e organizzare la documentazione, sia nel senso dello specifico, del dispositivo grazie al quale sperimentare nuove form e per la performance (il web-teatro/

Questa complessità di temi e di prospettive di analisi consentirebbe di disegnare un articolato piano di ricerca il cui obiettivo potrebbe essere proprio quello di fa r vede­

re come il paradigma teatrale, attraverso il prestito metaforico, possa favorire - nella declinazione del web con il teatro — una nuova comprensione e del teatro e del web. Di questo piano sono raccolti di seguito due marcavia. Nel primo, Fabrizio Chirico prova a disegnare il frame teorico del discorso, a fissarne le coordinate; il suo è un interven­

to ‘di scenario ’ che vuole iniziare a fornire una mappa del percorso da compiere. Di respiro inverso, invece, il saggio di Stefano Locatela, che procede piuttosto nel senso di un approfondimento tematico; elegge a suo oggetto di osservazione la questione della documentazione — il web come archivio teatrale - e prova a evidenziarne interne articolazioni e ritorni sulla questione più generale della documentazione per il teatro.

Si tratta di una traccia di lavoro che auspichiamo si traduca in un progetto di ricerca in divenire nella consapevolezza della significatività del compito. Secondo De Kerckhove, infatti, la società umana ha avuto bisogno del teatro per imparare a legge­

re, perché solo grazie al teatro ha potuto educare il proprio sguardo fìsico, ha potuto sviluppare una capacità di attenzione e di concentrazione, ha potuto differenziare inte­

riore ed esteriore. Piace credere che sempre al teatro sia necessario guardare nel momento in cui stiamo vivendo un alfabetismo di ritorno i cui protagonisti sono i nuovi linguaggi delle reti: una drammaturgia del web, in questo senso, non è solo un 'eserci­

tazione teorica ma un 'opportunità pedagogica.

Pier Cesare Rivoltella

Riferimenti

Documenti correlati

Use of all other works requires consent of the right holder (author or publisher) if not exempted from copyright protection by the applicable

Cometa (Università di Palermo), Elena Dagrada (Università di Milano), Massimo Fusillo (Università dell’Aquila), Fernando Gioviale (Università di Catania), Michele

Table 1: Frequencies values (in cm −1 ) of the main bands observed in the experimental INS spectrum of CW in the C-H out-of-plane bending region (ii) and values calculated for the

discutere questo per quanto si riguarda alle corporazioni d’arte, che non ebbi a studiare, ma lo contesto per quanto si riferisce ai «rapporti spontanei del quartiere, della

A comparison of the early stages of cell stimulation after the administration of serum or single growth factors has brought to light important differences in the phosphorylation

Three-hundred and one citations, 50 secondary categories of use, and 191 different uses were recorded, most of them concerning alimentary and medicinal plants.. For the

In the following (Sect. 2) we will estimate the flux of soft protons that will impact the X-IFU instrument, while in Sect. 3 we will deal with the NXB and report the latest

We also show that the presence of network externalities affects the optimal behaviour of the profit-seeking firm but not that of a benevolent planner, who serves all consumers