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Gli O ratorii festivi. Torino, 29 gennaio 1893. Solennità di S. Francesco di Sales.

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Gli O ra to rii festivi.

Torino, 29 gennaio 1893.

Solennità di S. Francesco di Sales.

Lettere Edificanti N. 1.

Carissim i F ig li in G. C.

N e ll e deliberazioni del S e c o n d o C a p ito lo G e n e r a le si fa m in z io n e di lettere edificanti, che si scriverebbero di q u an d o in q u a n d o a tutti i confratelli. L oro argom ento s a ­ r e b b e ro tutte quelle cose, le quali possono servire di sprone a lavorare alla maggior gloria di D io e giovare a m antener vivo n e ’ cuori il fuoco della cristiana pietà.

P e l passato molte notizie che avre bbero potuto dare m a ­ teria a tali lettere, vennero p u b b lic ate nel B o lle ttin o S a le ­ siano, in cui si concesse ognora largo spazio alle feste c e ­ le bra te n e ’ nostri istituti e d alle lettere così interessanti dei nostri missionari. M a q u es ta pubblicazione, che pu ò b a ­ stare p e r tenerci uniti coi nostri benem eriti C o o p e ra to ri, ormai non pu ò più essere l'organo delle intime relazioni che devono esistere fra i m em bri della nostra P i a S ocietà. Si è per questo che io, a norm a delle sovraindicate d e l i b e r a ­ zioni e a d imitazione d ’altre religiose famiglie, vi indirizzerò a qu an do a q u a n d o q u a lc h e lettera edificante, cui vi ra c c o ­ m a n d o di leggere in refettorio o altrove allorché tutta la c o ­ m unità si trova riunita.

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A queste letture i nostri cari Confratelli si rallegreranno, spéro, del b e n e che si è fatto, rin grazieranno la Divina P ro v v id e n za d ’aver voluto servirsi d e ll’umile nostra S o cie tà co m e di strumento per compierlo, e animati gli uni d all’e ­ sempio degli altri pren d e re m o tutti maggior coraggio a p r o ­ gredire nella virtù, e col soccorso della divina grazia p r o c u ­ rare la gloria di D io e ad operarci con tutte le forze alla salvezza delle anime.

V i esorto perciò a consid erare co m e vostro d o v ere il farmi noto tutto ciò che può tornare di co m u n e edificazione, non già per soddisfare v an a m e n te l’am or proprio, o d a r vanto alla nostra P i a S ocie tà, m a p e rc h è si verifichi fra noi il detto del nostro D iv in S alv ato re : ut videant opera veslra bona et glorificenl P a tre m vestrum , q u i in coelis est ( M a tt h . V , 16), affinchè i Confratelli e d anche gli altri, edificati dalle vostre opere b u o n e , ne diano gloria al P a d r e vostro che è nei Cieli. N o n è egli per questo motivo c h e gli A p o s to li si r a c ­ contavano rec iprocam ente il b e n e che col divino aiuto a v e ­ vano potuto com piere e perfino i miracoli che avevano opera ti? E non è egli p e r tal fine che il nostro caro D . B o­

sco, m entre era ancora in vita permise c h e si r a c c o n ta s­

sero le varie vicende d e ll’O ra to r io ? C h i mai h a letto a l ­ c u n e pag in e dei C inque L u stri, vergate con tanto candore, s emplicità e brio dal nostro in dim enticabile D . Bonetti, e non sentissi migliore? D io voglia che tal sorte a b b ia n o a n ­ c h e le brevi lettere che io mi- accingo a scriveivi !

L a prim a di esse porta la data del 2 9 G en n a io , solennità del nostro S. F ra n c e s c o di S ales, ap p u n to p e r c h è io inte ndo m etterle in m odo sp ecia le sotto la protezione di questo

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D o tto r e di S. C hiesa, il quale scrisse con tanta unzione lettere sì belle e in sì gran numero d a formarne p a r e c c h i volumi c h e si vanno leggendo con ta nta edificazione delle anime.

V i parlerò d a p p r im a dei C a te ch ism i e degli O ratorii festivi, di q u e s t’apostolato che d ie d e occ asione a tu tte le O p e r e S ale sia n e e d alla stessa nostra P i a S ocie tà. N o n c ie - diate, o carissimi figli in G . C ., che sola m e nte q u a n d o D . Bosco diè prin cipio alla sua missione provvid enziale fosse o p p o rtu n o occuparsi degli O ra torii festivi. Q u a n t u n q u e la nostra P i a S ocie tà metta mano a svariatissime im prese, q u e ­ sto ca m p o rim ane sem pre aperto ai S alesiani e d a b b o n d a n ­ tissima ne è la messe. N o i d o b b ia m o re n d e r grazie al S i ­ gnore se m algrado gli sforzi del dem onio e del m ondo, co n ­ giurati a ’ d anni della p o v era gioventù, p o te m m o in questo ultimo anno, co m e avrete veduto nel B o lle ttin o S a le sia n o del corrente G e n n a io , moltiplicare gli O ra to rii festivi e v e ­ d e re notabilm ente aum entato il numero dei giovanetti che li frequentano.

Il bene , che può farsi in queste riunioni d om enicali, è così g rande che vari zelanti sacerdoti e pii secolari im itando l’e s empio di D . Bosco, fondarono a n c h ’essi degli O ra torii festivi, e ne conta ora già b e n quin dic i la sola città di T o ­ rino. N e sia ringraziato il S ignore ! In molti altri siti, parim enti dietro l ’esem pio nostro, si aprirono O ra to r ii; m e ntre in certe po p o lo se città, dove era an d a to in disuso il ca te c h iz z a re i fanciulli n e ’ giorni festivi, in vista del C a te c h is m o c h e c o ­ stantem ente si fa negli O ra torii dai S ale sia ni, questo fu in ­ trodotto in tu tte le parrocchie.

B a s te re b b e visitare q u a lc h e O ra to rio in giorno di festa

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p e r rim anere altam ente edificati- Q u e i cari fanciulli, d o p o aver lavorato tu tta la settimana in u n ’affumicata officina, v e n ­ gono il sabato a sera o la do m e n ica m a ttina a confessarsi.

Si prep a ra n o con molto raccoglim ento e p e r far la loro C o ­ m unio ne stanno digiuni anc he sino oltre le 10. F ra gli altri ve ne sono molti i quali hanno d a 18 a 2 0 e più anni, e sono quelli che col loro b u o n esem pio attirano i più p i c ­ coli. D u ra n te tutta la giornata, ec ce tto il te m p o della refe­

zione, se ne stanno con noi. N e s s u n o p u ò sa p ere quanti sforzi fanno per conservarsi buoni nei loro laboratori, m a l­

grado i cattivi discorsi che devono udire e le abbom inazioni c h e hanno sotto gli occhi. E vari parenti, conscii in p a rte di tali sforzi d a ’ loro figli e testimoni della migliorata loro c o n d o tta d i c c h è frequentano l’O ra to rio festivo, più volte e b b e r o a dimostrarne coi Direttori grande contente zza e ad attestare profonda riconoscenza per aver noi aperti simili asili domenicali. In p are cch i O r a t o n i si ha la consolazione di am m ettere di tratto in tratto alla prim a C o m u n io n e un b u o n num ero di giovani adulti, che forse non l’a v re b b e ro mai fatta in vita loro, m e ntre in seguito continuano a fre­

q u en tare i S S . S a cra m en ti con in calcolabile loro vantaggio.

In q u a lc h e O ra to rio si e b b e l’ottimo pensiero (com e fa­

ce va D. Bosco nei primi tempi) di proporre ai migliori fra loro di fare gli esercizi spirituali insieme coi nostri a s p i ­ ranti, non altrimenti di ciò che noi faremmo coi giovanetti dei nostri Istituti. Si ottennero già dei consolanti risultati.

A lc u n i si arruolarono sotto la b a n d i e r a salesiana, e d alti div ennero più fermi e forti nella pra tic a delle cristiane virtù e si affezionarono sempre più all’O ra to rio e d ai Salesiani.

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I

L 'e s e m p io di D . B osco rese a n c h e più industrio so l o zelo di alcuni confratelli, i quali ricordandosi che egli se ppe formarsi degli ausiliari frammezzo agli esterni stessi, p r o p o ­ sero a d alcuni giovanetti che frequentano l’O ra to rio , di. v e ­ nire alle nostre scuole ginnasiali. U n bel num ero si arrese a l l’invito, e speriamo che coltivandoli con ogni diligenza, si p otrà ottenere q u a lc h e vocazione religiosa e sa cerdotale.

D e g n i il S ignore b e n e d ir e i loro sforzi!

M a voi potreste c re d ere c h e si possano contare sì liete cose solamente di quegli O ratorii che possiedono un locale adatto, cioè una cappella conveniente, un vasto cortile, un teatrino, attrezzi di ginnastica e giochi numerosi e d attraenti.

C e rta m e n te son questi mezzi efficacissimi per attirare n u m e ­ rosi i giovanetti agli O ratorii, e p e rc h è i buoni principi), seminati n e ’ loro cuori, m ettano profonde r a d ic i; tuttavia d e b b o dirvi con la più viva gioia che in più luoghi lo zelo dei confratelli ha supplito alla mancanza di questi mezzi. S i com inciarono degli O ra torii in quel modo stesso che tenne D . Bosco al R i f ugio: una scuola od una misera sala se r­

viva di c a ppella, m entre un piccolo spazio di terreno senza rip aro serviva di cortile e a tutto: sem brava affatto im p o s­

sibile continuare, e p p u r e i giovanetti, allettati dalle maniere dei S alesiani, accorsero numerosi. L ’in te ressam ento che loro si mostrava, strappò loro dalle labbra qu es te parole : A ltr o v e no i t r o veremmo v aste sale, am pi cortili, bei giardini, giochi d ’ogni fatta: ma noi am iam o meglio venir q u i ove non c'è niente, ma sappiam o c h e ci si vuol bene.

C iò vi scrivo, carissimi figli in G . C . , affinchè non vi lasciate sc o ra g g iare se, spe cia lm e nte in principio, vi m an-

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ca no i mezzi che p a r re b b e ro necessari per fare il b e n e c h e il vostro zelo desidera, e p e r c h è accogliate se m pre con bontà e dolcezza q u e ’ giovanetti che la P rovvide nza affida alle vostre cure. L a deficienza di mezzi nei principii d e v e ri­

chiam arci alla m emoria i primordii d e ll’O ra to r io del nostro caro P a d r e D . Bosco, che, com e sa pete, passò molti anni prim a d 'a v e r e un sito stabile e un p o ’ a d a tto ad O ra torio.

P a sso ora a d u n ’altra notizia che non vi tornerà meno gradita. V i son noti, figli carissimi, i sentimenti di D . Bosco verso la S a n ta S e d e e verso la persona del V ic a r i o di G . C.

E g li lo consid erò sem pre com e il faro luminoso che doveva gu id a re i suoi passi. C ’insegnò colla parola e coll’esem pio a d amarlo, difenderlo e a d accoglierne gli insegnam enti col massimo rispetto e colla più scrupolosa u b b idie nza . S e noi am iam o il P a p a , co m e teneri figli am ano il p a d r e loro, noi d o b b ia m o consolarci nel sapere che il sapientissimo L e o ­ n e X III am a pure l’umile nostra Società. E g li si tie n e in ­ formato di tutto ciò che fanno 1 Salesiani in E u r o p a e n?lle missioni, e in varie circostanze si degnò mostrarsi so d- ' disfatto di quel b e n e che p e r grazia di D io noi ce rchia m o di fare. N e facciano fede i d u e docum enti che qui vi trascrivo. ;

T r a t t a vasi di fare una spedizione di Mis sionari al M e s - sico. N o n mi reg g e v a il cuore di lasciar partire a l l'a v v e n ­ tu ra questi miei carissimi figliuoli per paesi tanto lontani e d a noi ancora quasi sconosciuti. E b b i l'id e a di chiede re al S a n to P a d r e l’aposto lica B enedizione ai M issionari colà d e s tin iti e u n a C o m m en d a tiz ia per l’A rc iv e s c o v o di quella C a p ita le , e d e c c o quale fu la risposta c h e ne e b b i d al C a rd . R a m p o lla, S egreta rio di S tato di S. S. :

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R e o . m o P a d re,

C orrispondo ben volentieri a l desiderio espostom i da V . P . R .m a n el suo fo g lio 1 4 corrente, L e unisco q u i la lettera co m m en d a tizia a ll’A rcive sco v o di M essico pei S a c e r ­ doti che Vanno a prendere possesso di q u ella C a sa S a le sia n a . I l S a n to P a d re ha appreso con viva so d d isfa zio n e la n o ­ tizia della loro p artenza, ed ha concesso con effu sio n e di cuore la B e n e d izio n e A p o sto lic a chiesta per essi e pei C o o ­ peratori S a le sia n i della m en zio n a ta città.

B e n sicuro che questi suoi d ipendenti daranno colà lu ­ m inose prove di quello spirito che il benem erito F ondatore dei S a le sia n i ha in fu so nella sua C ongregazione, ho il p ia ­ cere di rafferm a rm i con sentim enti di singolare stim a

D i V . P . R .

Roma, 19 Ottobre 1892. A f f . m o nel S ignore M . C a r d . R a m p o l l a .

C o p i a della lettera C o m m en d a tiz ia all’Ill,mo e R e v .m o M o n s. A la r c o s , A rc iv e sc o v o di M e s s ic o :

R e c h erà questo mio fo g lio a V . S . III.m a e R e o .m a il C apo dei Sa cerd o ti S a le sia n i che vengono a prendere p o s­

sesso d ella C asa che è stata per essi aperta in cotesta M e ­ tropoli. S eb b en e io sia pienam ente convinto che E l l a fa r à loro la più paterna accoglienza, e che si Varrà d e l suo p o ­ tere ed in flu e n z a per sostenerli e proteggerli nella loro m is­

sione e fa c ilita r e così a d essi il conseguim ento d e l nobile scopo, per cui abbandonano la patria e si recano in coleste lo n ta n e regioni, con tutto ciò, non ho voluto m a n ca re di m u -

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