’
La sfida possibile sulle tracce della storia
dei 110 anni di Msac
Introduzione
Scheda a cura di:
Ma...come siamo arrivati ad oggi?
La storia del Msac tra radici e futuro
Rappresentanza studentesca al tempo del Covid
La partecipazione alla prova dell’emergenza L’appartenenza associativa del Msac
Proposta di attività
Allegato - Lettera provocatoria
Andrea Facciolo
Emanuela Gitto
Adelaide Iacobelli
Task Force Rappresentanza
L’emergenza della pandemia ci ha disorientati, privandoci di alcune libertà che davamo per scontato: abbracciarci, salutarci con un bacio, stringere la mano a chi si conosce per la prima volta.
E come studenti, in questo periodo abbastanza lungo caratterizzato persino dalla sospensione delle attività didattiche in presenza, ci siamo sentiti persi, destabilizzati, privati di una parte importante della nostra vita: la possibilità di incontrarci con l’altro.
Insieme ad altre associazioni, anche noi del Movimento studenti Azione Cattolica ci siamo chiesti il senso dell’essere associazione studentesca oggi; come possiamo cioè continuare a svolgere le nostre attività e portare avanti il nostro servizio nelle scuole, senza essere fisicamente lì. Una sfida difficile che ci continua a mettere alla prova, dal momento che l’allerta è ancora alta. Lo scorso 16 ottobre però ci siamo detti che questa sfida, come anche quella di scommettere sulla scuola in questo mo- mento così delicato per il Paese, è anche una sfida possibile 1.
Questo tempo così strano, ci sta dando tuttavia la possibilità di riscoprirci comuni- tà scolastica, anche oltre lo spazio fisico della classe. Insomma, quello che abbiamo vissuto nei mesi passati può in realtà rappresentare una risorsa perché ci sta facendo riscoprire il valore della solidarietà e della vicinanza al di là della presenza fisica, in- sieme alla ricerca di nuove forme di partecipazione studentesca.
Quello che però vogliamo ribadire è che non vogliamo smettere di sognare insie- me, perché è sognando insieme che si può immaginare un mondo diverso, miglio- re.
Proprio sul discorso del sogno, al n.8 dell’Enciclica Fratelli Tutti, Papa Francesco scri- ve:
Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti: «Ecco un bellissimo segre- to per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può
1Per riguardare l’evento di presentazione del Manifesto Nazionale “La sfida possibile” del 16/10/2020: https://bit.ly/2IfuONe
affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti.
Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei mirag- gi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme». Sognia- mo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne uma- na, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ric- chezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!
Ecco, c’è bisogno di comunità che ci sostenga, in cui ci si possa sostenere a vicenda e che ci aiuti a guardare avanti! Essere associazione studentesca assume per noi og- gi questa funzione di comunità, che possa sostenere, accompagnare e realizzare i sogni di chi vuole cambiare la scuola, vero motore di ripartenza del Paese.
Nelle pagine che seguono, riscopriremo ancora più in profondità il significato del nostro essere associazione studentesca oggi. A partire da una riflessione sulla storia del Msac - che quest’anno spegne 110 candeline! - parleremo poi di come cambia la rappresentanza in tempo di COVID-19. In seguito, affronteremo il tema del nostro essere Movimento dentro la famiglia più grande dell’Azione cattolica Italiana, con una particolare attenzione alle adesioni, per giungere infine al tema più ampio della partecipazione. Scopriremo, infatti, quali attività possiamo svolgere in sicurezza nelle nostre scuole e rifletteremo insieme su come riportare nei territori il Manifesto na- zionale.
Non ci resta che iniziare…
Buona lettura!
Siamo l’associazione studentesca più antica del Paese e con gratitudine e un pizzico di orgoglio ripercorreremo insieme le principali tappe della storia del Msac, dalla sua nascita fino ad oggi.
Nei primi anni del Novecento la scuola era profondamente diversa da come la cono- sciamo oggi: il suo funzionamento (e sostentamento economico) veniva delegato agli enti comunali e tanti ragazzi finivano per abbandonare la scuola senza un’istruzione adeguata. In questo contesto la Gioventù italiana di Azione cattolica (GIAC) ebbe l’intuizione di dare vita ai Circoli studenteschi, più vicini alle necessi- tà della scuola locale.
Fu così che durante il XX Congresso nazionale della Gioventù italiana di Azione cat- tolica tenutosi a Modena il 12 novembre del 1910 nacque ufficialmente il nostro moderno Msac!!! Fin dalle sue origini, il Movimento è stato caratterizzato da un for- te spirito di partecipazione e dal grande desiderio di portare con coraggio la propria fede tra i banchi di scuola.
La buia epoca fascista rappresentò un’altra tappa importante nella storia del Msac.
In un periodo in cui era così difficile far crescere liberamente il proprio pensiero, il Msac provò a darsi una struttura più chiara: nacque il Segretariato degli Studenti medi, con l’obiettivo di migliorare il proprio servizio verso tutti gli studenti. Chiara- mente, in questo periodo di dittatura le attività poterono solo mirare a una forma- zione spirituale e alla riflessione sull’impegno di apostolato a scuola, ma non mancò l’attenzione ai temi più scolastici. Tra questi, la riforma della scuola del Ministro Gen- tile.
Caduto il regime, all’interno del Movimento ci fu un grande fermento per poter pro- gettare finalmente il futuro dei Circoli, ne è la prova la decisione di darsi un nome nuovo e specifico: la Gioventù Studentesca (GS) della GIAC e della GF (i rami giova- nili, rispettivamente maschile e femminile, dell’Azione Cattolica). Finalmente il Msac iniziò a dedicarsi ai temi politici e sociali sviluppando la propria attività attraverso la stampa studentesca: presero vita in questo periodo il periodico Intervallo e Squilli fuoriclasse. Nacquero anche diversi gruppi all’interno degli istituti con il nome di
“Raggi di istituto” e poi, alla fine degli anni ’50, “Gruppo di Istituto”.
Con il 1968, l’ondata di cambiamento arrivò anche per il Msac, che cercò di stare dentro questo processo provando a coglierne il meglio, come possiamo constatare leggendo diversi articoli riportati su Gioventù e su Proposta e Dialogo. Proprio in questi anni, l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella era impe-
gnato come Delegato studenti per il Lazio; il fratello Piersanti fu invece membro dell’Ufficio Centrale Studenti della GIAC dal 1954 al 1958.
Furono anni rivoluzionari anche per tutta la Chiesa, che con il Concilio Vaticano II si impegnava a rinnovarsi divenendo come la conosciamo noi oggi. Allo stesso tempo, l’Azione cattolica sotto la guida del Presidente Bachelet si dotava di un nuovo Statu- to che avrebbe portato alla nascita dell’ACR e unificato in due settori i quattro rami della Gioventù maschile, Gioventù femminile, Unione donne e Unione uomini. Con- testualmente al nuovo Statuto nasce ufficialmente il Msac, Movimento studenti di Azione cattolica, con la denominazione e la organizzazione che da allora ci caratte- rizza.
Il I Congresso nazionale del 1970 fu un momento delicato per il neonato Msac, che si trovò ad affrontare tensioni interne e la separazione del gruppo della milanese Gioventù Studentesca, che sotto la guida di don Giussani avrebbe successivamente dato vita al movimento di Comunione e Liberazione.
Infine, negli anni ‘90 all’interno del Movimento veniva elaborata una Carta dei diritti e dei doveri degli Studenti, discussa in tutti i gruppi d’Italia, anche con la collabora- zione di altre associazioni studentesche.
Nel 1996 il Msac cominciò a prendere parte al tavolo informale delle associazioni studentesche presso il Ministero della Pubblica Istruzione, e avrebbe contribuito ne- gli anni successivi (decreto del Ministro dell’Istruzione 79/2002) a far nascere ufficial- mente il Forum nazionale delle associazioni studentesche maggiormente rappresen- tative al Ministero dell’Istruzione, organo di cui siamo attualmente membri e attra- verso il quale facciamo giungere ai tavoli istituzionali le proposte per la scuola ela- borate dagli msacchini di tutta Italia.
Questo viaggio all’interno della storia del Movimento ci aiuta a non dimenticarci che sulle nostre gambe cammina l’esperienza incredibile lunga 110 anni. L’impegno di tutte le studentesse e gli studenti venuti prima di noi è prezioso. Tocca a noi custo- dirlo e alimentarlo per il bene della scuola di oggi e di domani!
Diversi anni fa usciva su uno dei nostri libretti di Professione Studente una lettera provocatoria2, in cui si metteva in discussione la certezza di poter svolgere le assem- blee di classe e d’istituto.
Allora, scrivendo quella lettera, ci sembrava di star immaginando uno scenario di- stopico eppure... guardiamoci ora! Guardiamo gli Organi Collegiali delle nostre scuole, quegli stessi Organi Collegiali che talvolta abbiamo dato per scontato e non apprezzato, o non sfruttato al massimo. Guardiamoli adesso nella loro fragilità e precarietà. E guardandoli, non possiamo non vedere e riconoscere in loro la nostra voce, il nostro spazio di confronto e rappresentanza. Non possiamo restare ciechi davanti alla loro importanza e non fare nulla per prendercene cura. Ora più che ci rendiamo conto di quanto siano fondamentali, essendo costretti a tenere le distanze e limitare i contatti. Le assemblee sono ancora spazi indispensabili per riscoprirci vi- cini, ascoltarci, confrontarci e lavorare insieme.
A questo punto sorge quindi spontanea una domanda: “Lavorare per cosa?”. Nella stessa lettera provocatoria troviamo già uno spunto per riflettere sulla reale utilità degli Organi Collegiali. Cosa ci sarà mai da dirsi in questo momento in cui tutto sembra essere più grande di noi? Possiamo realmente fare qualcosa? Da msac- chini e da giovani studenti quali siamo, la risposta non può che essere... “certo che si!”.
Crediamo nelle assemblee come strumento per dar forma e far sentire la nostra vo- ce, per farci un‘idea e per riflettere su quanto sta succedendo. Anche adesso, non possiamo fermarci alle lamentele e al “va tutto male e noi non ci possiamo fare nul- la”, ma serve impegnarci per trovare soluzioni e proposte. Vogliamo avere una no- stra voce, forte e positiva, perché in questo momento così difficile per tutto il Paese è imprescindibile il nostro aiuto, la nostra forza di ragazzi, la nostra grinta!
Siamo quindi chiamati a prenderci cura di tutti gli Organi Collegiali delle nostre scuole e, ancora di più, a metterci in gioco in prima persona, al servizio dei nostri compagni... candidandoci come rappresentanti!
Candidarsi non è mai facile: porta con sé molte responsabilità e, a maggior ragione quest’anno, fa un po’ paura. Come possiamo quindi affrontare questa sfida?
2 In allegato a questa proposta formativa
Il periodo che stiamo attraversando è unico nella storia: non dobbiamo spaven- tarci se non sappiamo come comportarci. Il rappresentante non è un supereroe, ma uno studente come tutti gli altri. Se decidiamo di candidarci non dobbiamo ave- re paura di rimanere da soli o di non essere all’altezza del ruolo. Al nostro fianco, ad accompagnarci in questo cammino, ci saranno i nostri compagni.
È assolutamente necessario, però, essere pronti a caricarci lo zaino sulle spalle e af- frontare gli ostacoli che potremmo incontrare per strada. Servono quindi grande consapevolezza dei limiti imposti da questo nuovo modo di fare scuola, ma soprat- tutto coraggio e tenacia nel farci portavoce dei bisogni di tutti gli studenti.
Si sa, la nostra generazione è definita dei “nativi digitali”. La tecnologia, d’ora in a- vanti, dev’essere nostra alleata. Utilizziamo tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per comunicare attivamente la nostra vita scolastica: piattaforme online, aule virtuali, moduli google, mail, social.
Ora più che mai è necessario che tutti gli istituti si dotino di una propria mail scola- stica, dove non ancora attivata, in modo tale che tutti gli studenti e le loro famiglie possano essere informati nel minor tempo possibile riguardo le norme prese in ma- teria covid (insieme alle comunicazioni ordinarie).
Le aule virtuali, oltre a dover essere utilizzate per il “normale” svolgimento delle le- zioni, possono essere sfruttate anche per permettere lo svolgimento di assemblee e consigli di classe, in modo tale che i rappresentanti degli studenti siano comunque in grado di portare all’attenzione dei docenti le eventuali problematiche degli stu- denti.
Non dobbiamo farci trovare impreparati: se la condizione sanitaria del Paese non dovesse permetterci di continuare la scuola in presenza, dovremo imparare a rima- nere vicini nonostante la distanza. Non possiamo perdere la parte più bella della scuola: le relazioni. Il confronto con i nostri compagni, lo scambio di idee e di opi- nioni, ma anche le risate, gli sguardi e il contatto, sono elementi fondamentali all’interno del nostro percorso di crescita.
Allora la sfida più grande è quella di non lasciare che la scuola diventi sterile, un contenitore pieno di informazioni da imparare, ma rimanga il palcoscenico della no- stra adolescenza, da vivere e non vivacchiare.
Nonostante ci troviamo in un periodo estremamente complesso, non dobbiamo far- ci prendere dal panico o demoralizzarci. Certo, non sarà facile: dopotutto, questo modo di fare scuola ci è completamente nuovo. Ma, utilizzando nel modo migliore tutte le risorse a nostra disposizione, usciremo da questa situazione a testa alta. La possibilità di vincere c’è, sta a noi farla diventare realtà.
E poi ricordiamoci che il Msac non ci lascia mai soli!
Da diversi anni ormai all’interno del Movimento c’è una specifica Task Force per la Rappresentanza (TFR), che segue e accompagna tutti i rappresentanti msacchini d’Italia, creando una rete di collegamento per favorire la condivisione di esperienze e consigli. Ma non solo! La TFR, insieme a tutta l’Équipe nazionale, si adopera anche per fornire dei materiali che possano tornare utili per la formazione e la programma- zione dei rappresentanti.
In questa proposta formativa vorremmo soffermarci sulla presentazione di due ma- teriali nello specifico.
Il manifesto “La Sfida possibile – Costruiamo la scuola del noi”.
Questo manifesto è stato composto grazie alle risonanze provenienti da tutti i Circoli msacchini d’Italia; discusso durante il primo incontro nazionale dei Segretari Msac online, è stato in seguito presentato alla Ministra dell’Istruzione On. Azzolina e a tut- to il Paese in diretta nazionale il 16 ottobre 2020.
Nello scriverlo siamo partiti dalla consapevolezza che i mesi appena trascorsi hanno mutato irreversibilmente il modo di fare scuola e tutte le nostre abitudini. Anche il mondo dell’istruzione è stato chiamato a reinventarsi, a divenire più innovativo ed inclusivo. È una sfida difficile ma il nostro animo msacchino ci spinge a dire che è una sfida possibile. Per vincerla serve costruire una scuola del noi, in cui studentesse e studenti siano al centro dell’impegno di tutta la comunità.
Per riuscire a creare una proposta rappresentativa delle idee, dei sogni e delle pro- poste di tutti gli studenti d’Italia, nel periodo estivo ci siamo confrontati all’interno dei nostri Circoli diocesani e abbiamo riflettuto su 4 temi fondamentali per costruire una scuola più inclusiva:
Benessere a scuola, perché la cura delle relazioni ci aiuta a imparare e crescere più velocemente, così come l’educazione al rispetto reciproco e a una maggio- re attenzione alla salute e ai nuovi modi di fare didattica, temi fondamentali in quest’anno a maggior ragione;
Didattica, perché un sistema di istruzione efficiente deve essere a misura di studente e bisogna anche pensare a una riforma strutturale della didattica della scuola italiana;
Edilizia scolastica, perché sono ancora tante le criticità e le carenze che carat- terizzano la maggior parte dei nostri Istituti. Immaginiamo una scuola più so- stenibile, con attenzione particolare alle esigenze del territorio e degli studen- ti;
Rappresentanza studentesca, perché rischia di essere uno degli aspetti mag- giormente colpiti dagli effetti della pandemia, e quindi è ora di investire in for- mazione e nella creazione di nuovi spazi di partecipazione.
Partendo proprio da quest’ultimo punto possiamo riflettere sulle proposte che il ma- nifesto presenta, cercando di farle nostre e declinandole nelle nostre realtà e possia- mo inoltre sfruttare le riflessioni sugli altri tre temi per dar vita a un dialogo costrut- tivo all’interno delle nostre assemblee.
A questo link possiamo trovare il manifesto completo.
Il libretto dei M.I.RA.,Momenti d’Incontro per Rappresentanti.
Riteniamo fondamentale la collaborazione ed il confronto tra i rappresentanti e an- cor di più la loro formazione. Il compito che ci è affidato non è semplice ma l’unione fa la forza! Proprio da questa idea nascono i momenti di incontro per rappresentanti che vanno a formare un vero e proprio percorso che si articola in tre passi:
In-formazione: servirà a condividere le conoscenze di base necessarie per im- parare a muoversi più facilmente negli organi collegiali, magari trovando lo spazio per approfondire alcuni temi che un rappresentante può trovarsi ad af- frontare nel corso del suo incarico;
Confronto: si baserà e sullo scambio di idee e sulla condivisione dei progetti che si stanno portando avanti così da arricchirsi reciprocamente e magari riu- scire anche a creare delle collaborazioni tra diversi istituti.
Verifica: servirà per tirare le somme, capire come è andata la nostra esperien- za e lasciare consigli e indicazioni a chi ci succederà.
Questa iniziativa è aperta a tutti i rappresentanti, anche quelli che hanno avuto sol- tanto contatti marginali con i nostri Circoli diocesani, ma che comunque abitano il nostro territorio e condividono i nostri stessi sogni, e anzi a maggior ragione potrà magari essere un’occasione per far conoscere loro il Msac e far nascere nuove colla- borazioni.
I MIRA ci presentano quindi un percorso che anche in questo periodo può aiutarci tanto se riusciamo a portarlo nella nostra realtà attuale e a renderlo possibile anche in queste condizioni di difficoltà.
Come per i MIRA, così per tutto ciò che riguarda la rappresentanza siamo chiamati a mettere a frutto una qualità che particolarmente si addice a noi giovani: la creati- vità.
Non possiamo pensare di fare tutto come prima o sforzarci di mantenere salde le nostre abitudini in un mondo che continua a cambiare e a cambiarci. Dobbiamo a- vere il coraggio di rischiare e metterci in gioco, provare soluzioni nuove e innova- tive, usare appunto la nostra creatività per reinventarci e ricordarci che anche in un tempo difficile come questo noi “siamo presente”, un presente fatto di speranza e voglia di andare avanti. Non ci arrendiamo alle difficoltà, e a partire da queste tro- viamo la spinta per uno slancio ancora più forte!
Il periodo che stiamo vivendo, caratterizzato dall’emergenza a causa della Pandemia
’
di Covid-19, ci impone di cambiare abitudini di vita e scolastiche, per salvaguardare il diritto alla salute dei componenti la comunità scolastica e di tutta la popolazione.
Cambiare abitudini e modificare le nostre attività non significa però dover abbando- nare la socialità, l’aggregazione e la partecipazione. Certo, non possiamo portare avanti questa, che resta comunque un’esigenza primaria nella vita dell’uomo, come se non fossimo in un periodo di emergenza: dobbiamo quindi ripensare spazi e modalità, nel nostro caso della partecipazione studentesca, per poterla vivere in piena sicurezza.
Siamo chiamati quindi a un grande sforzo organizzativo e di fantasia, per continuare a vivere il Msac e le sue mille attività di associazione studentesca, tra gli studenti e tra i banchi di scuola.
Purtroppo non siamo in grado di preparare uno “schema di gioco” valido per tutte le situazioni e per tutto l’anno scolastico: dobbiamo riadattare progetti e attività a seconda del momento e delle norme che vengono emanate dalle autorità nazionali, regionali e locali. È inoltre necessario tenere conto delle specificità delle istituzioni scolastiche delle singole diocesi, che, attraverso la loro autonomia (garantita anche dalla Costituzione) possono disciplinare in maniera differente attività scolastiche ed extra-scolastiche.
Nonostante questo contesto in continua evoluzione possiamo provare a definire al- cuni passi fissi da seguire per valutare le singole situazioni e organizzare quindi, an- che dal punto di vista operativo incontri Msac, punti di incontro per gli studenti e qualsiasi altra iniziativa msacchina diocesana o nelle scuole:
primo passo: informarsi e rimanere costantemente aggiornati sulla situazione epidemiologica e sui provvedimenti delle Istituzioni grazie alle fonti ufficiali di informazione come il sito e i canali social del Governo, della Regione e dei co- muni oltre che di ASL e scuole.
secondo passo: dialogare sempre con la Presidenza diocesana di Ac e con l’Équipe del Settore giovani per prendere decisioni condivise. Non dimenti- chiamoci mai che siamo parte di una famiglia più grande che è l’associazione diocesana. Insieme possiamo trovare soluzioni migliori e condividerle.
terzo passo: incontri on-line o in presenza? Sicuramente la decisione dipende dalle valutazioni fatte nei due punti precedenti. In questo primo periodo
dell’anno scolastico è più prudente tenere i nostri incontri online, anche se sappiamo che sono più faticosi da preparare e da vivere. Nel caso in cui le condizioni generali e locali permettano incontri in presenza dobbiamo appli- care i protocolli previsti per le attività extra scolastiche e per le attività della fascia 6-18 anni del Ministero delle politiche giovanili e della famiglia. Ricor- diamoci inoltre che dobbiamo sempre prevedere, per gli incontri in presenza, la presenza di un responsabile maggiorenne (se non lo sono un Segretario diocesano o un membro di Équipe possiamo individuare, con la Presidenza, un responsabile diocesano del Settore giovani o un educatore o ancora un do- cente di AC). Dobbiamo inoltre rispettare i limiti massimi di partecipanti e tutte le misure (distanziamento, rilevazione della temperatura, mascherine etc) e i divieti previsti.
quarto passo: curare sempre i contenuti e le modalità, al di là del tipo di in- contro, in presenza o a distanza, cercando nel secondo caso di sperimentare nuovi mezzi per coinvolgere tutti gli msacchini. Allo stesso tempo dobbiamo curare la comunicazione su tutti i social, ma soprattutto le relazioni con tutti:
gli msacchini sempre presenti, chi veniva poco già agli incontri precedenti, i
“nuovi” da coinvolgere, chi magari si sta allontanando e potenzialmente tutti gli studenti e le studentesse. Anche se con modalità diverse la passione per il Movimento non si ferma e si fa “contagiosa” (in senso buono!) anche in questo periodo.
quinto e ultimo passaggio: l’incontro vero e proprio. Se tutto ha funzionato negli step precedenti saremo pronti per un incontro msacchino al 100%, anche se un po’ “atipico” rispetto a quelli a cui eravamo abituati fino a un annetto fa.
Ma niente paura, riuscirà benissimo lo stesso!
In tutto questo processo, ricordiamoci che possiamo contare sul supporto, sull’aiuto, sulla condivisione di strumenti, contenuti e modalità degli altri Circoli della nostra regione, di tutta Italia e sul sostegno di tutta l’Équipe nazionale Msac, a cominciare dagli Incaricati regionali fino a tutta la Segreteria nazionale. Sul sito del Msac trove- remo idee e spunti e seguendo i social del Movimento potremmo conoscere tutte le novità. Non dimentichiamoci inoltre di dare un’occhiata alla newsletter per referenti legislativi e rappresentanti: “L’asinello al Miur” che ogni 15 giorni ci porta le ultime novità e tanti approfondimenti dal Ministero e non solo.
’
Dopo aver ripercorso la nostra storia e il nostro impegno di associazione studente- sca, è il momento di approfondire quello che possiamo definire l’ingrediente se- greto alla base del successo del Msac: essere parte di un’associazione con tanta sto- ria e tanto futuro come l’Azione cattolica italiana. Vale sempre la pena tornare alle fonti e rileggere insieme la carta d’identità del Msac, il nostro Documento normativo che all’articolo 1 recita:
“Il Movimento studenti di Azione cattolica (Msac) è l’espressione, a misura di studente, dell’attenzione missionaria dell’Azione cattolica italiana (Aci) agli adolescenti nella loro condizione di studenti, e della presenza organica e del servizio specifico dell’Associazione alla pastorale studentesca. Pertanto è par- te integrante del Settore giovani, nell’ambito del quale si colloca la sua speci- fica proposta, organizzazione e attività.”
Cosa significa per noi essere espressione dell’attenzione missionaria dell’Ac?
Cosa significa essere parte integrante del Settore giovani? E perché ci fa tanto be- ne?
Proviamo di seguito a sviluppare, come in una sorta di brainstorming, alcuni aspetti del nostro essere associazione studentesca all’interno di un’altra più grande associa- zione.
Siamo i più giovani responsabili di un’associazione con 152 anni di storia e 280.000 aderenti
Ora fermiamoci a rileggere il titolo di questo paragrafo, anche più di una volta se necessario. Rileggiamolo fino a sentire il nostro cuore accelerare i suoi battiti. Perché prima di ogni considerazione è necessario prendere consapevolezza che essere dei giovanissimi responsabili in Ac è un privilegio enorme di cui saremo eternamente grati. Impegnandoci nel Msac abbiamo l’opportunità di confrontarci con persone più grandi di noi da cui sentirci sempre tutelati e da cui imparare molto in termini di contenuti, modalità di lavoro, crescita spirituale e realizzazione umana. Allo stesso tempo, abbiamo l’occasione di raccontare agli adulti ciò che loro non potrebbero cogliere se non ci fossimo noi a testimoniare come il tempo passa, come le abitudini possono cambiare, come la realtà richiede a volte di reinventarci. Far crescere il Msac nell’associazione è qualcosa che può far molto bene anche fuori dal contesto associativo, qualcosa di fondamentale per lo sviluppo della realtà che ci circonda in cui insieme proviamo così a vivere il presente imparando dal passato e costruendo il futuro.
Siamo studenti che si accompagnano a vicenda per essere la Chiesa in u- scita che sogniamo
Quante volte avremmo desiderato che la nostra Chiesa fosse più vicina a noi giovani, che il suo linguaggio fosse più concreto e che fosse più incisiva nell’annuncio e nella vicinanza alle persone più fragili. Incontrando il Msac questo desiderio si trasforma nel nostro impegno quotidiano. Crescere come associazione studentesca nell’Azione cattolica significa anche diventare per tanti nostri compagni dei testimoni della gioia grande di riconoscerci figli di Dio e quindi fratelli gli uni degli altri. Il Progetto For- mativo dell’Ac al primo capitolo, nel terzo paragrafo, recita:
“La comunicazione del Vangelo, che avviene nei luoghi comuni della vita di ogni giorno, può raggiungere tutti e arrivare dove le persone oggi vivono, con un linguaggio che in modo particolare i laici possono utilizzare: una
“grammatica umana” che svela l’uomo all’uomo e, mostrando l’uomo, parla di Dio.”
Il nostro impegno nel Msac si sviluppa tra i banchi di scuola, ma non termina lì. Sap- piamo bene che prenderci cura delle nostre scuole è avere a cuore quel pezzo di mondo che ci è affidato e dove possiamo intervenire per portare un po’ di cielo qui tra noi. Quando entriamo nei dettagli della legislazione scolastica, quando pren- diamo la parola, quando organizziamo un incontro, quando ci candidiamo come rappresentanti stiamo utilizzando quella “grammatica umana” che ci consente di dire alle persone che il loro bene ci interessa e, nel modo che ci è proprio, annuncia- mo così il Vangelo. La nostra associazione studentesca si caratterizza perché siamo capaci di tanto impegno, di tanta competenza e di grandi cambiamenti per lo svilup- po delle nostre scuole. Ma non dimentichiamoci mai che proprio quell’essere tanto associazione studentesca quanto Azione Cattolica ci ricorda che il senso e la ragion d’essere di tanta passione risiede nel nostro voler crescere insieme ai fratelli nell’amore per il Padre. Lì risiede l’origine e il fine del nostro impegno, solo così si motiva il nostro instancabile impegno di raggiungere quanti più compagni possibili e di rendere le nostre scuole il luogo più bello per crescere insieme.
Siamo chiamati al coraggio e alla creatività
Essere i più giovani responsabili dell’Azione Cattolica ed essere tanto appassionati nella nostra testimonianza quotidiana ci porta ad una terza considerazione: abbiamo il diritto e il dovere di essere coraggiosi e creativi in ogni nostra decisione, pro- gettazione, realizzazione. Nostro compito è aiutare tutta l’Ac a cercare strade nuo- ve per essere sempre più a servizio di tutti e al fianco di tutti. Ogni volta che ci tro- viamo chiediamoci se stiamo agendo per abitudine o per passione, se in quello che
stiamo pensando c’è più timore che coraggio, se stiamo facendo lo sforzo di ac- cendere quella “creatività dell’amore” a cui spesso Papa Francesco ci ha richia-
mati soprattutto nel periodo dell’emergenza sanitaria. A volte il nostro contributo può essere determinante per aiutare tutta l’associazione a non chiudersi in se stessa, a non fermarsi alle difficoltà per continuare ad essere l’associazione popo- lare, sinodale e missionaria di cui la Chiesa può gioire.
La missione del Msac per l’anno associativo 2020-2021: aderire aderire aderire Il tempo della pandemia ha reso il contatto tra le persone qualcosa di realmente problematico e quindi, per le finalità e le caratteristiche proprie dell’Azione Cattolica, il prossimo anno sarà una sfida incredibilmente ardua. Ma lo sappiamo che quando il gioco si fa duro… i duri iniziano a giocare e infatti è proprio qui che entriamo in gioco noi. Scegliere di tesserarsi all’Ac quest’anno ha un significato ancora più importante: proprio perché costretti a passare tanto tempo soli in casa vogliamo in- vece che il nostro nome risulti tra i tesserati di un’associazione che si impegna da 152 anni perché nessuno sia solo. Ricordiamoci e ricordiamo a tutti che scegliere di essere tesserati di Ac non significa avere accesso a dei servizi, non è la carta fedeltà di un negozio. Aderire è promettere a noi stessi e alla nostra comunità che non vo- gliamo vivere per noi stessi, che la nostra gioia risiede nel sentirci amati dal Signore e capaci di amare i fratelli, che scegliamo l’Ac come la nostra scuola di santità. Ab- biamo tempo da oggi per tutto l’anno per aderire e promuovere l’adesione, infatti il tradizionale 8 dicembre è tradizionalmente la festa dell’Adesione, ma si può aderire ogni giorno nella nostra associazione territoriale. Come Msac vogliamo prenderci l’impegno di far in modo che la tessera torni nelle mani di tutti i giovanissimi della nostra diocesi che già conosciamo, ma anche di almeno un nostro compagno di scuola che potremmo avvicinare.
Proviamo come Msac a essere di sostegno alla Presidenza e al Consiglio diocesano nel promuovere l’adesione in quest’anno così particolare. Chiediamoci:
Come raggiungere tutte le persone già tesserate per fare in modo che la pan- demia non ci sia di ostacolo nel promuovere l’associazione anche per il prossimo anno?
Come raccontare l’atto del tesseramento come un impegno e non come un’abitudine a cui si può rinunciare? Come permettere a tutti di sentirsi indispen- sabili in Associazione? Quale impegno specifico possiamo prenderci come Msac?
Come proporre l’Ac ai nuovi soci (in particolare per noi a qualche amico o compagno di classe)?
Quali nuove iniziative e quale creatività mettere in campo per tutto l’anno perché il tesseramento sia ben proposto e diffuso?
[Luogo … … … …], [Data …/…/…]
Ai rappresentanti di classe e agli studenti dell’istituto [… … … …]
Oggetto: Processo agli studenti Cari studenti,
vi scriviamo perché, ancora una volta, dobbiamo constatare e prendere atto della crisi della partecipazione attiva e dell’interesse alla vita scolastica. Quella che vi sottoponiamo è una riflessione sull’utilità degli spazi democratici di partecipazione, concessi a noi studenti prima dal DPR nº 416 del 31 maggio 1974 e poi regolamentati dal de- creto legislativo nº 297 del 1994, che prevedono la partecipazione attiva degli studenti alla vita scolastica ordina- ria. Siamo fermamente convinti che avere dei diritti a scuola non voglia dire solo essere rispettati e vantare dei privilegi verso altre persone, ma anche sfruttare bene le possibilità che ci vengono date e lavorare insieme alle attività svolte nell’istituto.
Sebbene non esistano leggi per cui il dirigente scolastico o il Consiglio d’istituto possano rifiutarsi di concedere spazi per l’assemblea, noi rappresentanti siamo scettici sulla reale necessità di utilizzare ancora questi spazi di partecipazione. Il livello di partecipazione medio alle assemblee d’istituto è inferiore al […] % e di questa percen- tuale solamente un numero scarso di persone vuole veramente partecipare, confrontarsi e informarsi.
Confrontandoci con i rappresentanti di classe, riuniti nel Comitato Studentesco, abbiamo deciso, pertanto, di convocare un’assemblea d’istituto, non soltanto per confrontarsi sulla problematica, ma per discutere della reale utilità di continuare a organizzare assemblee (di classe e d’istituto) a cui nessuno si interessa.
Drammaticamente, come rappresentanti siamo abbastanza scoraggiati e, confrontandoci, saremmo a favore del- la soppressione di tale diritto: in fondo perché continuare a rivendicare un diritto che nessuno tra di noi sente suo? Di chiedere di utilizzare spazi che non si sentono propri?
Forse, con queste domande, riterrete che stiamo insultando migliaia di persone che hanno combattuto per avere questi diritti; crediamo fermamente però che la società sia cambiata e, per quanto non è facile accettarlo, oggi la maggior parte di noi studenti preferisce non far valer i propri diritti, lasciare che altri decidano al proprio posto e, ancora peggio, preferisce che ciò che avviene nel mondo gli scivoli addosso, credendo che non gli riguardi. Dice- va Gramsci che “L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.” e la vostra in- differenza ci sta facendo interrogare sul reale senso di continuare a impegnarci per cose che, in fondo, non inte- ressano a nessuno.
Quello che ora vogliamo comunicarvi è la seguente decisione: siamo fermamente intenzionati a rinunciare, in primo luogo, al diritto di assemblea. A seguire, con riflessioni future, non è da escludersi il pensiero di rinuncia ad altri diritti legati alla partecipazione. Per i diversi motivi di cui vi abbiamo parlato prima, iniziamo a credere che non servano più agli studenti; ma vorremmo sentire il vostro parere. Annunciamo perciò la convocazione dell’assemblea d’istituto per il giorno […/…/…]. Durante l’assemblea noi rappresentanti esporremo nuovamente e in modo chiaro i motivi per cui saremmo intenzionati a rinunciare al diritto di assemblea.
Vi chiediamo, divisi per classi, di iniziare a trovare argomentazioni da portare in assemblea d’istituto per rispon- dere alle nostre argomentazioni a riguardo. Durante l’assemblea cercheremo di dividerci, per affrontare diverse tematiche in lavori di gruppo i cui risultati, tramite un portavoce, saranno riportati a tutta l’assemblea. Sarà pre- sente con noi [… … … …] rappresentante della [nome dell’associazione studentesca] che, in seguito all’esposizione dei portavoce, aiuterà noi rappresentanti a fare sintesi dei pareri dell’assemblea.
Prima di prendere la decisione finale e comunicarla al Consiglio d’istituto, quindi, terremo conto dell’opinione di tutti gli studenti, ma daremo il giusto perso proporzionale al parere dell’assemblea, in base ai livelli percentuali di partecipazione fisica. Pertanto è vivamente consigliata la partecipazione di tutti gli studenti dell’istituto.
I rappresentanti degli studenti in CdI [Firma dei rappresentanti]