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Giornale studentesco dell Istituto statale Don Milani Montichiari dall a.s. 1992/1993 LA PULCE NELL ORECCHIO.

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Giornale studentesco dell’Istituto statale “Don Milani” Montichiari dall’a.s. 1992/1993

LA PULCE

NELL’ORECCHIO

€ 0,50 Instagram: @lapulcedonmilani Numero 105

Novembre 2019

Hong Kong Cambiamento climatico

I nuovi rappresentanti

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E D I T O R I A L E

Cari lettori,

inizia con questo numero un nuovo anno per la Pulce che vive, ma soprattutto sopravvive, da ben 27 anni.

Inizia però per me l’ultimo anno all’interno di questo amato progetto.

Qualche giorno fa rileggendo i miei vecchi articoli e sfogliando i numeri passati, mi sono ac- corta di quanto realmente tutto questo valga per me, ma anche dell’evoluzione e dei cam- biamenti di ogni anno, sia personali, della redazione che del giornalino stesso.

Invito, chiunque fosse interessato, a sfogliare tutti i vecchi numeri dal primo al centoquattre- simo: quella della Pulce è da un lato crescita, dall’altro stabilità: gli argomenti tornano e co- sì i pensieri e gli articoli di quattro, dieci o anche ventisette anni fa. Rappresentano un sen- timento comune, una volontà e un impegno che, fortunatamente, non sembrano voler spe- gnersi.

Inoltre ho compreso che quelli che potrebbero oggi essere i nostri genitori, hanno vissuto una scuola molto simile alla nostra e un’adolescenza quasi identica. Ed ecco che la Pulce diventa anche testimonianza genuina e diretta di una storia, anzi, di tante storie che appa- rentemente ci sono lontane, ma che in realtà si ripetono ciclicamente. Come credo siano cicliche la passione nel far parte della redazione e l’amarezza nel doverla abbandonare.

La Pulce è stata ed è tuttora tante cose: valvola di sfogo, divertimento, punto d’incontro, creatività ma più di tutto impegno.

La capacità di prendersi un impegno, per quanto banale sia, non è scontata. E non si tratta solo di noi caporedattrici, ma di ogni ragazzo che per scrivere perde, anzi investe, tempo e forze; parlo di un investimento perché se la vivi seriamente la Pulce ti regala davvero tanto.

Guardandola dall’esterno probabilmente potreste sottovalutarla, e non parlo di estetica o qualità degli articoli, ma delle ore passate a scrivere, correggere, impaginare, stampare e vendere, delle porte spesso prese in faccia da alunni e, purtroppo, anche da insegnanti senza considerare il grande lavoro nascosto dietro ogni pagina. La Pulce implica infatti an- che saper incassare, non abbattersi dopo una critica o una vendita andata male, imparare dagli errori e commetterne continuamente di nuovi, in un continuo e lento processo di matu- razione.

Eppure la Pulce mi ha regalato e mi regala tuttora la soddisfazione e l’orgoglio di fronte a un articolo scritto non perfettamente ma con testa e cuore, le risate e le corse durante le ore di vendita (che con il Dada sono una gara contro il tempo), la capacità di “metterci la faccia”, crearmi un’opinione e la volontà di raccontarla al piccolo universo di voi lettori.

Probabilmente sto facendo un discorso egocentrico, falsamente inconsapevole che non tut- ti la amano come me, perché sì, se ti fa innamorare questo giornalino diventa la cosa che più ti dispiacerà lasciare finito il tuo percorso scolastico; i nostalgici della Pulce sono tanti e io già tra questi.

Sento fortemente la necessità di proteggere tutto questo e la volontà che qualcuno possa vivere la Pulce come grande impegno, ma soprattutto come grande amore.

Tutto questo inutile panegirico per spingere voi lettori a leggere con consapevolezza e ma- gari trasmettervi una piccola parte della grande passione nascosta tra gli errori di battitura e le immagini palesemente rubate a Google.

Buona lettura, sperando che la piccola pulce che ho lasciato nel vostro orecchio vi faccia sorridere.

Da un’instancabile romantica.

D i E l e na M o u r e , 5 C L S P

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I n q u e s t o n u m e r o

Attualità: crisi di governo e Hong Kong - pagina 4 Cambiamento climatico: imbarazzante - pagina 5 e 6

#lapulcepartecipa - pagina 6 e 7 Humans of Don Milani - pagina 8

Maturità 2020 - pagina 9

I nuovi rappresentanti - pagine 10 e 11 Sport - pagina 12

Anime - pagina 13 e 14 Controcorrente - pagina 15

Musica - pagina 18 e 19

Oroscopo - pagine 20 e 21

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d i C a m i ll a C re s c in i , 3 B L L G A T T U A L I T À

d i E l is a B ri s a d ola , 3 A L L G

La crisi di governo?

Ve la spieghiamo noi!

Speriamo nessuno sia rimasto indifferente ai grandi cambiamenti politici che sono avvenuti que- st’estate, per chi “distrattamente” se li fosse persi ecco un riassunto tutto per voi!

Dopo quattordici mesi in carica, il cosiddetto ”governo giallo-verde” raggiunge un punto di non ritorno con la bocciatura in Senato della proposta del Movimento 5 Stelle di fermare la costruzio- ne della ferrovia Torino-Lione (il famoso “TAV”), sebbene i motivi di litigio tra questi e la Lega non siano mancati in questo lasso di tempo, un po’ ci si aspettava che sarebbe finita così. L’8 agosto, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni Matteo Salvini ha annunciato che in Parla- mento non esisteva più una maggioranza formata dalla sua Lega e dal Movimento, proponendo il ritorno al voto e ponendo fine alla sua alleanza con l’altro vicepremier, Luigi Di Maio. Due giorni dopo, ha presentato inoltre una mozione di sfiducia verso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha ritirato poi in seguito alle accuse formulate il 20 agosto dallo stesso nei suoi con- fronti. Il capo del Governo, nella stessa giornata, presenta le sue dimissioni alle Camere e al ca- po dello Stato Sergio Mattarella, ufficializzandole. La Lega si è dichiarata disponibile alla creazio- ne di un nuovo esecutivo con il M5S ma invano. Dopo varie consultazioni e incontri tra il capo po- litico pentastellato e il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, il 29 agosto il Presi- dente della Repubblica ha incaricato nuovamente l’ex-premier di formare un nuovo governo. Il 4 settembre Conte ha annunciato la composizione del nuovo Consiglio dei Ministri, che hanno giu- rato insieme a lui il giorno seguente davanti al Presidente Mattarella, ufficializzando l’entrata in carica del governo Conte II, o “Conte bis”.

Vi starete chiedendo: e Renzi che fa? Poco dopo tutto questo cataclisma politico, l’ex-Presidente del Consiglio ha deciso di uscire dal Partito Democratico per fondare, il 29 settembre, un nuovo partito politico, chiamato Italia Viva, che appoggia il “governo giallo-rosso” da poco insediatosi.

Questa formazione trova i suoi fondamenti nel liberalismo e nel riformismo, mentre in ambito di politica estera adotta posizioni atlantiste ed europeiste.

Hong Kong: le proteste in cinque minuti

In questi ultimi mesi abbiamo spesso sentito parlare delle proteste che stanno scuotendo la regione di Hong Kong, ma siamo davvero sicuri di averne capito origine e importanza?

Hong Kong (“porto profumato” in canto- nese) non è sempre stata una regione autonoma in quanto prima del 1997 era una colonia inglese. In seguito ad un accordo con Pechino venne deciso che la città avrebbe goduto di 50 anni di au- tonomia (fino al 2047) per poi venire an- nessa alla Cina continentale.

Il governo di Pechino ha però iniziato

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già adesso ad interferire nella “democrazia” della regione accendendo vari dibattiti nell’opinione pubblica. La goccia decisiva che ha fatto scattare le proteste è stata la nuova legge sull’estradi- zione che rende possibile il trasferimento da Hong Kong verso la Cina di determinati criminali, prima non consentita. La preoccupazione dei cittadini risiede nel fatto che Pechino potrebbe uti- lizzare la scusa dell’estradizione per recuperare i dissidenti politici rifugiatisi ad Hong Kong e vio- lando conseguentemente i diritti umani.

Queste proteste non sono solo contrarie ad una proposta di legge ma più in generale alle conti- nue ingerenze e pressioni del governo cinese sull’autonomia della città.

Fino ad ora i manifestanti sono stati per lo più pacifici anche se non mancano episodi come quel- lo dell’invasione dell’aeroporto internazionale di Hong Kong, rimasto poi chiuso, e l’assalto al quartier generale del governo. Le misure di contenimento attuate da Carrie Lam, capo dell’esecu- tivo di Hong Kong, sono state altrettanto non violente ma la costante crescita di tensione sta ine- vitabilmente peggiorando la situazione. Per esempio, nelle ultime settimane ha fatto molto scal- pore la notizia di un ragazzo che è stato ridotto in fin di vita dallo sparo a bruciapelo di un poliziot- to e sono tristemente famosi gli episodi in cui le autorità hanno inondato i manifestanti di vernice blu per poterli in seguito riconoscere.

Inoltre come segno di ritorsione, a causa di un tweet apertamente favorevole alle ragioni di Hong Kong, la tv cinese ha cancellato la trasmissione delle partite di due squadre americane molto se- guite, venute in Cina per sostenere il mercato milionario della NBA in Asia.

Il cambiamento climatico:

imbarazzante

d i N o e m i Ga s pa r i e Al e s s i a Q ua c h, 4 A L S E Quest’estate i ghiacciai della Groenlandia

hanno versato 12,5 miliardi di tonnellate di ghiaccio nell’oceano dopo l’estrema ondata di calore che ha colpito l’Europa a luglio si è mossa nord è ha spinto le temperature da 15° a 30° sopra la norma. Il massiccio sciogli- mento ha sostituito la neve fresca della su- perficie con il ghiaccio grigiastro sottostante formatosi più di 20.000 anni fa. Per far fronte al problema del cambiamento climatico alcuni stati hanno adottato urgenti misure. Come a Utrecht, in Olanda dove i tetti delle fermate degli autobus sono stati ricoperti di fiori per favorire l’attività delle api, o ancora a Vancou-

ver dove un supermercato ha fatto stampare frasi imbarazzanti sui sacchetti di plastica in modo da scoraggiare la clientela ad acquistarli e nelle Filippine vengono prodotte delle cannucce con le foglie di palma. Infine in Australia sono state messe delle reti alla fine dei corsi d’acqua in modo da raccogliere i rifiuti presenti.

Il 23 settembre 2019 si è tenuto a New York il Climate Action Summit delle Nazioni Unite, con la funzione di sensibilizzare le persone e le nazioni di fronte a questo problema. I 66 stati presenti al summit si sono impegnati a ridurre le emissioni di anidride carbonica entro il 2050, una riduzione che non porterà ad una risoluzione del problema ma solo a un più lento declino. La situazione in cui viviamo oggi è irreversibile, sulle nostre spalle grava l’indifferenza dei nostri predecessori.

Questo, tra l’altro, è stato detto da Greta Thunberg durante il suo drammatico discorso alle Nazio- ni Unite, che ha fatto il giro del mondo. Solitamente conferenze di questo genere si tengono una o due volte l’anno e vengono accolte dal pubblico di massa con indifferenza e accondiscendenza.

Gli stessi telegiornali gli dedicano non più di un servizio di pochi minuti.

Eppure di questo summit si è parlato per giorni, alla televisione, in ritagli di video su Instagram o

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meme di Greta che guarda male Trump. Tutto questo è merito di Gre- ta stessa, una ragazza di 16 anni con la sindrome Asperger (condizione che le rende difficile relazionarsi con le altre persone) che di fronte a milio- ni di persone ha incolpato coloro che hanno il potere di fare qualcosa e che non fanno niente. Un discorso breve, semplice e diretto è bastato per colpire nel segno e forse proprio per questo ci ha impressionati così tanto. Per anni gli scienziati hanno

parlato attraverso numeri che la gente era indisposta ad ascoltare; Greta è stata quindi il canale che ha portato i problemi che vanno al di là della nostra comprensione alla massa. Lei non offre soluzioni, ma pone solo il problema, poiché non è in suo potere cambiare le leggi di uno Stato.

Spetterà poi agli scienziati, in accordo con i capi di Stato trovare soluzioni e metterle in pratica.

Se al 50% del mondo non interessa di Greta e del cambiamento climatico, un 25% del restante 50% si interessa solo per poterla criticare. Uno dei casi più famosi ed evidenti è quello di Trump che, in quanto presidente degli Stati Uniti, incarnazione della legge e dei diritti americani, si ritie- ne debba essere quanto meno parziale e oggettivo, eppure si permette di criticarla dal punto di vista personale. Detto questo, è importante dire che Greta Thunberg e Donald Trump non sono semplicemente questo, sono anche simboli di un mondo che vuole cambiare e di uno che invece è cieco di fronte all’evidenza dei fatti tanto da risultare alle volte ridicolo.

Il passaggio di uno Stato alle energie rinnovabili porta all’impoverimento delle zone legate alle energie non rinnovabili. Coloro che perdono il lavoro si arrabbiano, protestano e votano qualcu- no che secondo loro possa riportare le cose al loro stato iniziale. Questo è quanto successo con Donald Trump che rappresenta tutti gli Stati Uniti e in particolare i suoi elettori, ovvero gli Stati Uniti centrali che basano la loro economia in prevalenza sull’estrazione di carbone e petrolio. Di conseguenza Trump continuerà a dire le cose che già dice e a fare le cose che già fa, fin quando coloro che lo hanno votato non si renderanno conto che Greta è solo una ragazza e Trump solo un vecchio con il riporto.

# L A P U L C E P A R T E C I P A

#FuturaBrescia: i droni volano sulla scuola del futuro

d i E l e na M o u r e 5 C L P S e N i c o le Ne n n a 3 B L LG Noi caporedattrici abbiamo avuto la possibilità al #FUTURABRESCIA, organizzato dal Ministero dell'Istruzione (Miur) il 26, 27 e 28 settembre, di lavorare come giornaliste nella redazione digita- le dell'evento che si è svolto attraverso tre giorni di workshop, attività, incontri ed esperienze di- dattiche con l'obiettivo di presentare a Brescia e alla cittadinanza, il Piano nazionale di scuola digitale proiettato verso una nuova idea di istruzione.

La manifestazione, che si è sviluppata in luoghi diversi della Leonessa, ha preso il via con l'inau- gurazione all'Auditorium della Camera di Commercio, aperta dalla prima di due performance di danza e teatro fisico, con coreografie hi-tech, della compagnia Lelastiko.

Avete mai suonato un pianoforte saltando sui tasti? O avete mai pensato di far volare un drone sul centro storico della città? E infine di produrre delle note tramite vernici colorate?

Tutto questo è stato possibile in queste tre giornate: #FUTURABRESCIA vuole creare infatti una didattica su misura dello studente utilizzando come mezzo la tecnologia non come fine, ma co-

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Per rimanere in tema, il 27 settembre la nostra amata Pulce ha partecipato alla manifestazione #Fridayforfuture. Con

noi anche la nostra cara ex- caporedattrice Beatrice Cascini e la ex-

redattrice Federica Gaburri.

E, per la rubrica #laPulcepartecipa, ec- co i nostri cartelloni.

me percorso attraverso cui si può avvicinare il gioco all'ap- prendimento.

Il drone si rompe, e va bene che si rompa, bisogna impa- rare dal fallimento trovando soluzioni innovative e cercan- do di migliorarsi attraverso gli errori.

Fra Tebaldo Brusato, il Mo.Ca. e varie location del centro storico, in vetrina la scuola digitale con eventi che hanno coinvolto oltre 10mila

studenti di tutte le età, infatti sono stati loro i protagonisti che hanno potuto sperimentare le tecno- logie della scuola del futuro.

Aperti a tutta la cittadinanza sono stati gli stand, cuore di questa esplosione digitale che ha avuto il suo epicentro in piazza Tebaldo Brusato.

Per conoscere più nel particolare come si è svolto l'evento vi consigliamo di visitare la pagina fa- cebook (#FUTURABRESCIA) a cui abbiamo lavorato con molta cura e dedizione assieme ad altri undici fantastici giovani aspiranti giornalisti.

Abbiamo potuto così sperimentare realmente l'ambito giornalistico che ci appassiona tanto e, se questo è ciò che ci permette la scuola del futuro, noi come Pulce partecipiamo!

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H U M A N S O F D O N M I L A N I

i r a g a z zi d i 1 C LS P

Il Don Milani attraverso gli occhi dei nuovi arrivati

Abbiamo deciso di dedicare uno spazio ai nuovi ragazzi di prima: l'arrivo in un nuovo ambiente può essere tanto traumatico quanto entusiasmante. Ci scrivono del loro primo mese di scuola al- cuni ragazzi della 1^C LSP, fortunatamente contenti del nostro Don Milani (il gusto della novità).

“Lo stacco tra la scuola media e la scuola superiore è stato grande e anche un po' temuto visto che entrambe provenivamo da scuole piccole nelle quali ci si conosceva tutti, ma tutto ciò è lette- ralmente scomparso appena terminato il primo giorno. Viene richiesto sin da subito impegno e voglia di lavorare, ma contemporaneamente i professori sono disponibili ad aiutarci per ogni no- stra difficoltà, inoltre abbiamo trovato una classe nella quale pur non conoscendoci stiamo legan- do tanto.” (Gaia Fusardi e Serena Telaroli)

“L'anno scolastico è iniziato molto bene per entrambe, abbiamo fatto nuove amicizie e abbiamo dimostrato di volerci integrare e renderci partecipi in questa nuova realtà, dove lo studio è au- mentato, dove i professori sono cambiati e con loro anche i metodi di valutazione. Crediamo che le superiori non saranno affatto semplici, ma ci richiederanno più impegno per riuscire ad orga- nizzare le attività extra-scolastiche e lo studio. Come primo impatto ci sentiamo molto soddisfatte del cambiamento all'interno di questa nuova scuola, anche se sarà difficile ci impegneremo a cre- scere maturando non solo come alunne ma soprattutto come ragazze.” (Alessia Gelmini e Maria Mombelli)

“Mi piace molto dover cambiare aula ogni ora e anche come è strutturato il Plesso Boselli: è mo- derno e luminoso. Il lavoro a casa è parecchio e non ero abituato, per cui sto cercando di ingra- nare di organizzarmi con i tempi.” (Luca Rumi)

“L'inizio della scuola: un avvenimento che turba ognuno di noi, con le sue ansie, le sue paure e le sue preoccupazioni. Ma tutto questo ciascuno lo vive in modo diverso, con la felicità di rivedere i vecchi compagni o l'ansia per l'andamento del nuovo anno. Questo primo mese di superiori è stato un cambio radicale dalle medie, dal semplice fatto di spostarci invece di avere una nostra aula al fatto di non essere più i più grandi ma i più piccoli. Anche l'essere più autonomi, dover studiare molte più ore delle medie e, talvolta, rinunciare a degli svaghi per riuscire ad andare avanti.” (Paolo Zulato)

“Devo ammettere che il primo giorno ero invasa da un'ansia terribile e la mia mente era come un binario sul quale passavano veloci come treni mille domande e mille dubbi. Il momento in cui ab- biamo cantato l'inno d'Italia nella palestra del Boselli per poi essere chiamati nella nostra classe, 1°C LSP, non lo dimenticherò mai. Io non conoscevo nessuno, avevo fatto solo un minimo di co- noscenza con una mia compagna di classe su Instagram e lei è stata la prima che, nel momento in cui salivo per la prima volta le scale della scuola, mi è corsa incontro urlando il mio nome e ab- bracciandomi tranquillizzandomi tantissimo. Ora come ora, in questo breve tempo sono riuscita ad ambientarmi nella scuola, a conoscere tanti miei compagni e soprattutto ho cambiato il mio modo di vivere da tantissimi aspetti. Tutto ovviamente è diverso e io sono pronta ad aprire la mia mente e fare nuove avventure. Ci saranno tante difficoltà, tante discese e salite, ma arrendermi non mi piace perciò vale la pena uscire allo scoperto, perché tanto non si impara dal successo ma dagli errori!” (Clara Bergamini)

L'augurio dalla Pulce è che possiate passare cinque (o più) anni fantastici, ma soprattutto costrut- tivi, e che questa scuola vi lasci un segno piacevolmente indelebile.

“Le radici dell’educazione sono amare, ma il loro frutto è indelebile”. (Aristotele)

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d i S o f i a Be t t a r i Lo sappiamo bene: l’anno scorso l’esame di maturità è stato un grande esempio di disorganizza- zione tra buste e informazioni date parzialmente durante l’anno scolastico, materie d’esame co- municate con video dimenticando alcuni corsi di studio.

Bene, il danno è stato fatto e i maturandi hanno dato il loro esame, ma quest’anno la maturità fa ancora una certa paura a chi ha vissuto il trauma di amici che l’anno scorso hanno dovuto capire in tempo zero cosa fare.

Sebbene ultimamente siano state pubblicate diverse notizie circa l’Esame di Stato, occorre mette- re chiarezza nelle povere anime dei maturandi: è vero, abbiamo un nuovo ministro dell’istruzione - il pentastellato Fieramonti - ed è vero, non apprezza particolarmente né le buste (idea rivendicata dal leghista Bussetti come propria) né le prove Invalsi come criterio di ammissione. Cionondimeno il nuovo ministro sembra avere le idee chiare per i suoi maturandi.

Per una questione di correttezza e continuità didattica Fieramonti non ha intenzione di metter ma- no all’Esame di Stato che si presenterà—almeno così è stato dichiarato - nelle modalità dell’anno scorso, anche con domande di Educazione Civica (o Cittadinanza e Costituzione, come si chiama per ora); per quanto riguarda il futuro, che va interpretato come un lasso temporale di cinque anni, il ministro ammette un “vedremo” sulla questione buste che l’anno scorso avevano fatto tanto di- scutere; de gustibus…

Le date degli esami scritti sono uscite, 17 e 18 giugno, e non ci resta che augurare buona fortuna ai maturandi che, con le buste e con il Miur, ne avranno bisogno.

Come vivere la maturità: bisogna partire da una verità abbastanza consolidata, ovvero che que- st’esame si basa principalmente su tre fattori e uno di questi è la fortuna.

Che ci crediate o meno, gran parte del vostro risultato si baserà su questa: quali saranno le mate- rie in seconda prova, come sarà composta la commissione e infine la busta che pescherete. Su questo non avete potere d’intervento, ma sugli altri due fattori potete fare la differenza: la vostra conoscenza ne sarà un altro molto utile ma non solo in senso stretto, didattico, va sfruttato ogni tipo di conoscenza in vostro possesso.

Ora, durante l’anno bisogna studiare (in realtà anche durante gli altri anni) ma non in modo mec- canico, bisogna porsi delle domande, capire, interpretare ciò che si studia e può essere difficile, la mia ex prof di mate confermerà, ma non impossibile.

La competenza è il fattore più interessante e personale, permette di mettere insieme tutta la cono- scenza e renderla meno sterile. Elaborare una nozione per argomentare o creare una tesi è quan- to di più personale vi verrà chiesto in sede d’esame e quindi anche l’unico modo per mostrare chi siete e quanto valete.

Lo so, l’influencer e la letteratura inglese hanno poco in comune o forse no (siamo moderni Do- rian Gray?).

Imparate ad improvvisare, a gestire bene l’ansia, a vedere quest’esame come un’occasione per mettervi alla prova e abbiate voglia di mostrare chi siete.

Io ho fatto così, non serve essere eccellenti in tutto per avere risultati soddisfacenti ma essere ori- ginali è di gran lunga meglio che essere accademicamente impeccabili.

La maturità, per come l’ho vissuta io, dura dieci mesi ed è fatta di lezioni, di tanti “perché”, di mille idee, qualche 4, argomenti che mi hanno mosso qualcosa dentro e mi hanno ispirata, di feste, di studio notturno.

Buona fortuna e buon divertimento, ragazzi!

Maturità 2020: quanto ne sai?

Storia di un esame che è sempre più fondato sulla

fortuna (e sul famoso “buonsenso” del MIUR)

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d i M a t t e o B o n a t i , 5 B L L G

Intervista ai nuovi rappresentanti d’Istituto

Descriviti con tre aggettivi.

Italo: Disponibile, gentile e volenteroso.

Nicola: Allegro, determinato e competente.

Thomas R: Tenace, ambizioso e determinato.

Thomas S: Realista, tenace ed enigmatico.

Quanto potrà influire sulla tua personalità il nuovo compito che stai svolgendo per il nostro

Istituto?

Italo: Più che influire sulla mia personalità sono convinto che questa esperienza possa in- fluenzare positivamente il mio futuro. Abituarsi a parlare su un palco e rappresentare al meglio 1800 studenti mi renderà più sicuro di me stesso in modo tale da riuscire a superare tutti gli ostacoli che

affronterò nella mia vita!

Nicola: Sinceramente sono sempre stato una persona che difficilmente si lascia influenzare dagli eventi, sicuramente mi farà maturare e potrà probabilmente cambiare la mia percezione riguar-

dante la scuola e il ruolo del rappresentante.

Thomas R: Non mi influenzerà affatto, l’umiltà è una delle regole fondamentali per vivere al

meglio la vita. Sarò sicuramente più disponibile nel concedermi per il bene altrui.

Thomas S: Credo che il compito che sto svolgendo influirà notevolmente sulla mia modalità di pensare e soprattutto sulla formazione della mia persona. Sono certo che ciò influenzerà tutto il Don Milani.

Cosa ti spaventa di questa nuova esperienza e quali sono i tuoi punti di forza attraverso i qua-

li riuscirai a superare le difficoltà?

Italo: Senza dubbio la parte che avrebbe potuto spaventarmi di più è passata (mi riferisco all’Assemblea di presentazione delle liste), ma devo dire che è stata davvero una bellissima espe- rienza e la consiglio calorosamente a chi volesse tentare di mettersi in gioco l’anno prossimo. Fin da bambino il mio punto di riferimento è stato l’abilità di “farmi molti amici”, proprio per questo motivo credo che la forza la faccia il gruppo. Insieme agli altri rappresentanti e a ogni studente faremo gran-

di cose!

Nicola: Non metto assolutamente in discussione la paura dell’ignoto, infatti il mio timore più grande è fallire ovvero non riuscire a portare al Don Milani ciò che ho promesso. Ritengo che i miei punti di forza siano la determinazione e la voglia di portare a termine questa missione. Per questo motivo penso di essere in grado di riuscire a superare le difficoltà future, evitando di farmi prendere dal panico, dai problemi da tutto ciò che può minacciare il portare a termine ciò che ho promesso

continuando a dare sempre il 100%.

Thomas R: Forse è proprio questo che mi differenzia: non ho paura dell’ignoto, tanto meno di una nuova esperienza. Il bello di un’esperienza sta nell’imparare, ma soprattutto nel divertimento sa- no nel viverla appieno. Posso quindi affermare che l’unica mia paura è la morte, dato che dopo di essa smetterò di imparare. Supererò ogni difficoltà essendo me stesso e mostrando in ogni momento il sorriso!

Thomas S: Avere paura, beh,è normale. Ma se sei completamente sicuro di ciò che stai facen- do, che cos’è la paura? Mi considero una persona piena di risorse, non ho alcun timore. So cosa sto facendo!

Se per assurdo all’interno della nostra scuola si dovesse verificare un problema di notevole importanza, attueresti in maniera diplomatica cercando ad esempio il dialogo con la Dirigente

o noi studenti, oppure mediante azioni concrete sulla falsariga di uno sciopero?

Italo: Dipende da molti fattori. Sicuramente prima mi confronterei con i miei colleghi in modo da ascoltare la loro opinione. In ogni caso penso che se si dovesse essere la possibilità di trovare un accordo con il diretto interessato sarebbe perfetto, se successivamente riscontrassimo ulteriore

scontento saremmo costretti ad agire seguendo altre misure.

Nicola: Se ciò si dovesse verificare cercheremmo immediatamente il dialogo appunto con la Dirigente e gli studenti poiché ci siamo promessi di essere più chiari e trasparenti possibile. Nel caso

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il confronto e la diplomazia non dovessero bastare e si verificherebbe quindi la necessità di un qual- cosa di più forte, lo sciopero rimane una soluzione da considerare focalizzandosi sui rischi che esso può provocare. Nel caso in cui si riterrà opportuno scioperare, sarà necessario valutare i rischi e se

ne vale la pena correrli.

Thomas R: Credo che per un problema esistano almeno mille soluzioni; di conseguenza mi viene facile dire che cercherò di essere il più diplomatico possibile. Probabilmente mi capiterà di sba-

gliare ma ammetterò i miei errori così che possa crescere evitando di errare una seconda volta.

Thomas S: Sono una persona che cerca sempre di confrontarsi con l’interlocutore. Di primo impatto valuterei la situazione per risolvere nel miglior modo possibile il problema in corso.

La prossima e ultima domanda non è di mia invenzione, infatti proviene dalla curiosità di alcu- ni alunni. A quest’ultimi interesserebbe sapere la tua concezione sulla personalità

dell’“influencer” facendo riferimento alla sua funzione all’interno della società odierna.

Italo: Io credo che l’” influencer” sia un lavoro a tutti gli effetti: alcuni dati recenti hanno infatti dimostrato che Cristiano Ronaldo guadagna maggiormente con Instagram rispetto al suo stipendio da calciatore. Ovviamente però questo paragone va preso con le pinze. Mi permetto di spezzare una lancia a loro favore poiché sento spesso gente dire che queste nuove personalità social debbano svegliarsi in quanto sono i parassiti della nostra società poiché vengono considerati nullafacenti. Pur- troppo, però, spesso guadagnano più di chi li critica; di conseguenza a chi spetta svegliarsi? Non cre- do ci sia una risposta esatta, credo solamente che siamo chiaramente, in evoluzione e che, al giorno

d’oggi, i veri “ricchi” lavorano su Internet.

Nicola: Non metto assolutamente in dubbio il fatto che l’“ influencer” abbia ormai guadagnato una posizione di rilievo ed è inoltre diventata una professione in grado di far ricavare un notevole guadagno. Sono però convinto che sia una persona normalissima elevata ad uno status-symbol, la quale spesso non possiede grandi qualità. A livello scolastico l’“influencer” penso sia inutile e non ne- cessario; non posso negare il fatto che in altri ambiti abbia ormai preso piede ed acquisito notevole peso, infatti li vediamo e ne sentiamo parlare quotidianamente. Non mi sto schierando contro il loro lavoro, ben venga se qualcuno riesce a fare successo in questo modo. Credo sia ovvio che ci sono persone adatte ed altre meno adatte a questa occupazione e non capisco cosa ci sia di male nello

svolgerla, io però nella mia vita ho altri obiettivi.

Thomas R: A mio parere, il ruolo che oggigiorno ha un “ influencer” è molto importante a cau- sa del cambiamento recente del modello economico. Spesso i grandi marchi stipulano voluminosi contratti in modo da ottenere più visibilità (come i brand Tommy Hilfiger e Louis Hamilton). Ciò acca- de anche in realtà più vicine alla

nostra: ogni piccola azienda neces- sita per restare a galla di “network marketing”. Noi vorremmo far capi- re a tutti gli studenti che diventare

“influencer” può anche essere una

differente opportunità lavorativa!

Thomas S: Bella domanda.

L’”influencer” è una figura nuova che si è affermata a livello lavorati- vo nell’ultimo decennio. Penso che possieda i suoi pro e contro e sono fermamente convinto che ognuno debba venirne a conoscenza evi- tando che rimanga dell’idea:

“Oddio, pubblica solamente banali foto sui social e guadagna 100€”.

La loro funzione non riguarda sola- mente il posare nelle fotografie, c’è un mondo nascosto dietro a quello scatto! Presto lo scoprirete durante un’Assemblea.

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S P O R T

d i G i a c o m o F a c c in , 5 B L L G

Niente più luci a San Siro?

Fra sette anni (fu inaugurato il 19 settembre 1926) lo stadio di San Siro compirà cento anni. E per quella data, 2026 appunto, potrebbe non esserci più, essere stato già demolito a favore di un Meazza-bis più piccolo (e privato) costruito poco distante. Praticamente identico, con lo stesso nome, ma più moderno, con tutte le strutture

indispensabili che ci vogliono negli stadi oggi:

ristoranti, bar, musei, comodità, palchi extra- lusso, maxischermi ovunque, centri commer- ciali e via dicendo. Tutte cose che, di ristruttu- razione in ristrutturazione (l'ultima fondamen- tale di San Siro fu nel 1990) ci sono ovvia- mente anche oggi nell’area-stadio, ma che non reggono il confronto con le attrezzature delle nuove cattedrali del football: moderne, robuste, tecnologiche, ecosostenibili, ma tutte dannatamente uguali: colate di cemento su colate di acciaio su colate di plexiglass.

Il Meazza non è più uno stadio modello (se si

considera che per raggiungere il proprio posto sul terzo anello servono un certificato di sana e robusta costituzione e un’equipe di paramedici pronta a soccorrerti una volta arrivato in cima), tuttavia conserva il suo fascino irresistibile ed unico che lo contraddistingue. San Siro non è solo la Scala del Calcio, è un simbolo. Milano è il Duomo, la Scala e San Siro. Un riferimento non solo di milanisti e interisti, ma anche dei loro avversari: entrare a San Siro, calcarne il campo e osser- varne le tribune enormi, significa da sempre avercela fatta, essere arrivato al top del calcio mon- diale. Il Meazza (per tutti San Siro) è stato, ed è ancora, uno dei più belli stadi del mondo. Sco- modo e con mille difetti che andrebbero corretti, certo, ma emozionante, un teatro unico. E in un mondo che corre sempre più velocemente e che è in costante ricerca di guadagno (anche e so- prattutto a discapito della morale e del buonsenso), un’opera del genere diventa un oggetto ob- soleto, di cui sbarazzarsi se si vuole colmare il gap con le squadre più forti d’Europa, soprattutto in termini di ricavi. San Siro non permette un adeguato afflusso di denaro nelle casse di Milan e Inter poiché sotto controllo del Comune, il quale solo in cambio di ben 10.000.000€ annui (escluse le manutenzioni) cede la gestione dello stadio alle due società. Una cifra non sproposi- tata, ma che di certo, unita ai vari problemi strutturali (ad esempio alcune innocenti ma percepibili vibrazioni in curva) e agli inadeguati spazi commerciali, non può che far storcere il naso a due colossi economici mondiali come Elliot e Suning, i rispettivi proprietari di Milan e Inter. La cultura imprenditoriale americana e cinese non permette sprechi, infatti i due club milanesi in sintonia hanno recentemente preso la decisione di abbattere San Siro e di costruirci sopra un nuovo sta- dio, sempre condiviso, ma di proprietà. Proprio il 26 settembre scorso sono stati presentati al Po- litecnico di Milano i due nuovi progetti tra cui scegliere per il nuovo impianto, che dovrebbe esse- re inaugurato in non meno di sei/sette anni. C’è da dire che ad opporsi non sono in pochi: secon- do la “Gazzetta dello Sport” infatti, oltre il 70% dei tifosi preferirebbe rimanere a San Siro e, se proprio non si potesse più fare marcia indietro, il 66% vorrebbe almeno che l’impianto non fosse condiviso, ma che ogni squadra abbia il proprio. Sul fronte del no inoltre, sia il PD che la Lega sono agguerriti nella difesa al Meazza: i grandi portavoce del no alla demolizione di San Siro so- no rispettivamente il sindaco di Milano Beppe Sala e Matteo Salvini, che da milanista si è detto

“affezionato” all’impianto. A parere dei due club, però, una retromarcia non è fattibile: il costo di

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una ristrutturazione completa eguaglierebbe quello della costruzione da zero di un nuovo stadio e inoltre i giocatori sarebbero obbligati a giocare almeno quattro anni in trasferta a causa dei lun- ghi lavori per il rifacimento dell’opera, insomma una situazione complicata.

Non si sa se alla fine prevarrà il romanticismo nostalgico dei tifosi rossoneriazzurri o l’esigenza necessaria di creare una nuova Scala del calcio che porti ricavi e guadagni per tutti. Certo una cosa è doverosa dirla: San Siro rappresenta davvero un patrimonio storico innegabile che identi- fica la tradizione vincente di due grandissimi club internazionali. Partite leggendarie, campioni dal talento immenso e trofei alzati al cielo di Milano hanno reso il Meazza un palcoscenico di assolu- to livello mondiale ed è per questo che nell'eventualità di una calata di sipario si ha il dovere di conservarne e mantenerne la memoria. Aver cura del passato è il compito che ogni generazione deve svolgere con grande attenzione e per questo la riflessione sul futuro di San Siro deve es- sere compiuta non solo con la testa ma anche e soprattutto con il cuore.

A N I M E

Parlando di opere d’animazione giapponese, comunemente indicate con il termine “anime”, ci siamo chieste quale potesse essere una buona proposta da offrire ai veri appassionati, ma anche a coloro che si approcciano a questo genere per la prima volta.

Dopo un’attenta selezione, crediamo di aver trovato il suggerimento perfetto, una perla creata dalla Kyoto Animation nel 2015 e disponibile su Netflix dal 2018: Violet Evergarden.

Che cosa vogliono davvero dire queste semplici parole?

L’obbiettivo di Violet Evergarden è quello di trovargli un significato e di capire i sentimenti ad es- se legati.

Ma partiamo dall’inizio: in seguito ad una lunga guerra, la ex-soldatessa Violet, rapita da piccola dall’esercito e addestrata per diventare un’arma da guerra, riporta gravi ferite e perde entrambi gli arti, i quali vengono sostituiti da protesi d’acciaio. La sua infanzia complicata l’ha resa incapa- ce di provare sentimenti, pertanto un suo vecchio commilitone decide di darle l’opportunità di vi- vere una vita normale, assumendola nella sua agenzia postale. Il compito di Violet passa dall’es- sere uno strumento distruttivo a lavorare come bambola di scrittura automatica (Auto Memory Doll), ossia colei che si occupa di scrivere lettere per chi non è in grado di riportare al meglio i propri pensieri su carta o è proprio impossibilitato a scrivere. Da qui ella intraprende un percorso di crescita personale, ritrovandosi faccia a faccia con le emozioni e cercando di comprendere il valore dell’amore.

In questa light novel dalla sfumatura drammatica, l’autrice Kana Akatsuki riesce, in tredici episo- di, a coinvolgere lo spettatore e immedesimarlo nella protagonista, stimolandolo a riflettere sui diversi aspetti dell’animo umano.

Consigliamo altamente la visione di questo capolavoro; un avvertimento: armatevi di fazzoletti, questo anime vi farà versare parecchie lacrime!

d i V a le n t i n a S o t t i n i e G i a da Z e be li , 2 D L L G

[“ti amo”]

STAY TUNED

FILM IN

ARRIVO 2020

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Dororo : 50 anni e non sentirli

d i L o r e n z o B e r t uz z i , 5 B L L G Pochi giorni fa ho consigliato Dororo ad un mio amico.

Non appena gli ho detto che l’opera è stata originalmente prodotta nel ’67 ha fatto una smorfia strana. Non so se l’abbia fatto intenzionalmente o meno, sono solo certo del fatto che molto probabilmente non lo guarderà. Non lo vo- glio giudicare: per un ragazzo medio del ventunesimo se- colo quelli erano gli anni in cui la vita era in bianco e nero, internet non esisteva e i documentari fighi non erano quelli di Netflix, ma dell’Istituto Luce. Scherzi a parte, questo articolo ha lo scopo di sfatare questi falsi miti e dimostrare che un prodotto sviluppato anni fa, nel nostro caso da Osamu Tezuka, può essere ancora interessante ed attuale. Innanzitutto vediamo assieme la trama. Il pro- tagonista indiscusso dell’opera è il giovane Hyakkimaru (tradotto letteralmente come “piccolo mostro”). Alla sua nascita, 48 parti del corpo gli vengono sottratte da altret- tanti demoni in virtù di un patto con loro stipulato dal pa- dre del bambino, Daigo Kagemitsu; signore feudale di un territorio ridotto in miseria. Il patto viene stipulato proprio per garantire prosperità a queste terre. Come conseguen- za di tutto ciò, il neonato non ha neanche un aspetto umano e la madre è costretta dal marito ad abbandonarlo in una cesta sul fiume. Hyakkimaru vie- ne successivamente trovato dal Dottor Honma, un chirurgo che lo tiene con sé, curandolo ed alle- vandolo. Questi, accortosi ben presto degli accentuati poteri mentali posseduti dall'informe neo- nato, gli fornisce un corpo artificiale. Il fanciullo può muoversi liberamente, ma è privo di ogni sen- so. Un giorno accade però che egli, uccidendo una strana creatura, recuperi una parte del suo corpo: questi è uno dei demoni con cui Daigo aveva stipulato il patto. Appreso ciò, il dottore spin- ge Hyakkimaru a partire per un viaggio alla conquista del proprio corpo. Ad accompagnare il gio- vane vi sarà il piccolo Dororo che fungerà da orecchi, occhi e bocca di Hyakkimaru, fintanto che sarà necessario. Sullo stile dei disegni e delle animazioni non voglio ammorbarvi: sappiate solo che esistono due versioni dell’opera animata, una del “67 e una del 2019. L’ultima è, per forza di cose, superiore parlando di fluidità delle scene e qualità audio. L’unica differenza sta nella trama la quale, differisce in alcuni punti dal manga e dalla trasposizione animata di 50 anni fa. Ad ogni modo, ciò che mi interessa di più è invogliarvi a guardarlo basandomi più sul contenuto che sulla scheda tecnica. Anzitutto l’opera è un’importante, seppur romanzata, testimonianza storica: de- moni a parte, Tezuka ci racconta in maniera molto cruda quello che è stato il periodo Sengoku della storia giapponese. Trattasi di anni travagliati da una serie di guerre interne, le cui vittime paiono essere solamente i civili. Il piccolo Dororo ne è un esempio: come tanti bambini egli è ri- masto orfano di padre, ucciso dai samurai degli eserciti locali, e di madre, morta di stenti. Abbia- mo poi la giovane Mio, costretta a prostituirsi nei vari accampamenti di soldati per sfamare sé stessa ed altri orfani, il dottor Honma, che costruisce protesi per i bambini attaccati dai samurai, e tanti altri ancora che ci permettono di comprendere la durezza della quotidianità di quegli anni.

L’autore ci offre inoltre un importante spunto di riflessione morale: riacquistando i propri “pezzi”

Hyakkimaru infrangerà il patto con i demoni, rischiando di riportare la propria terra natia alla rovi- na. È proprio qui che si apre la questione che viene proposta spesso nell’opera: è corretto che per un beneficio personale debba risponderne un’intera comunità? Se si pensa sotto quest’ottica, l’ingiustizia che Hyakkimaru ha dovuto sopportare può essere rivista dallo spettatore. Cosa sia corretto o meno fare non ci viene detto dall’autore: gli eventi scorrono e con essi la domanda di fondo rimane sospesa fino alla fine. Storia, riflessione e combattimenti fuori dal comune (un po’

d’azione non fa mai male): questo è Dororo. Se non sono riuscito a convincervi, fatelo sapere alla

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C O N T R O C O R R E N T E

redazione: vedrò di contattare dei demoni perché rendano i miei articoli più persuasivi.

P.S. Mentre scrivevo l’articolo mia madre ha accidentalmente letto il titolo. Subito ha iniziato a la- mentarsi dicendomi che sembra che io voglia far passare l’idea che i 50enni sono vecchi. Non vorrei mai perdere i miei cari lettori over 50 quindi, a scanso di equivoci, vorrei dirvi: non preoccu- patevi, a modo vostro siete ancora giovani.

d i G i o ia T a de i , 2 B L S C Perché in Italia si parla poco di que-

sto argomento? Sarà forse difficile da comprendere? Difficile da spie- gare? Assolutamente no, ma ci si può confondere con altri temi che sembrano simili, ma non lo sono affatto. E perché ci si può confonde- re? Perché in Italia, la maggior par- te delle persone non è informata sull’argomento, cosa che personal- mente mi fa riflettere: siamo solo poco informati o non vogliamo ac- cettare le persone “diverse” da noi?

Se avete qualche dubbio questo è l’articolo perfetto per voi, imparerete la differenza tra “identità di genere”, “identità di ruolo”, “sesso biologico” ed “orientamento sessuale”.

Partiamo dalla definizione dell’espressione “identità di genere”. L’identità di genere è il senso di appartenenza di una persona a un genere con il quale essa si identifica. Le più comuni sono:

Cisgender: una persona che si identifica con il sesso biologico assegnato alla nascita.

Trans Uomo: persona trans che si identifica come uomo, ma il cui sesso biologico non è maschile.

Trans Donna: persona che si identifica come donna, ma il cui sesso biologico non è fem- minile.

Male to Female (MTF): persona che è in transizione da maschio a femmina, in termini di genere, sesso o entrambi.

Female to Male (FTM): persona che è in transizione da femmina a maschio, in termini di genere, sesso o entrambi.

Agender: persona che non si attribuisce e/o non percepisce un’identità di genere.

Gender fluid: persona che si alterna tra l’identificazione con identità maschile, identità femminile ed identità miste.

Intersessuale: persona nata con caratteristiche sessuali che non sono considerati

“standard” per maschio o femmina. Tali caratteristiche possono essere i cromosomi sessuali, i genitali esterni o l’apparato riproduttivo interno.

Alcune ricerche indicano che l’identità di genere si concepisce nei primi anni di età e in seguito resta stabile. Queste ricerche si svolgono la maggior parte delle volte chiedendo a persone tran- sessuali quando si sono rese conto che il sesso biologico non combaciava con la loro identità di genere. Tuttavia alcuni criticano queste ricerche statistiche, sostenendo che soffrono di un difet- to di campionamento e potrebbero essere fuorvianti se non vengono interrogati anche dei gruppi di persone non-transessuali, per verificare a che età diventano consapevoli della loro identità di genere.

L’identità di ruolo è l’insieme di quegli elementi che suggeriscono esteriormente la cate- gorizzazione sessuale dell’individuo e riguardano il tipo di attività e i modi di esprimersi che ven- gono ritenuti opportuni e appropriati a seconda degli organi genitali esterni degli individui.

I colori della sessualità (e non solo)

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Alcuni esempi di categorizzazione degli individui:

Hijra: persona che nella cultura del subcontinente indiano non viene considerata né uo- mo né donna e ha un ruolo di genere differente.

“Due spiriti”: persone di genere multiplo fra i nativi americani.

Fa’afaline: persona che viene considerata un “ terzo sesso” accanto al genere maschile e femminile. Biologicamente maschi, si veste e comporta in un modo considerato tipicamente fem- minile. Questa persona non viene discriminata e neanche trattata con condiscendenza, infatti viene considerata appartenente ad un genere sessuale naturale.

Il sesso biologico è determinato dalle caratteristiche genetiche, ormonali e anatomiche che defi- niscono l’appartenenza al sesso maschile, femminile o ad una condizione intersessuale.

Con l’espressione “orientamento sessuale” si indica invece l’attrazione emozionale, romantica e/

o sessuale di una persona verso altre.

Orientamenti sessuali più comuni:

Eterosessualità: sono le persone che sono attratte sentimentalmente e sessualmente da una persona del sesso opposto.

Omosessualità: persone che hanno attrazione psicofisica per persone dello stesso ses- so.

Bisessualità: attrazione psicofisica verso lo stesso sesso e verso il sesso opposto.

Asessualità: totale assenza di attrazione sessuale verso qualsiasi genere/sesso.

Pansessualità: attrazione psicofisica di una persona indipendentemente dal suo sesso o genere.

Demisessualità: attrazione sessuale verso qualcuno solo dopo aver instaurato un forte legame emotivo con quella persona.

L’amore senza genere

d i N i c o le N e n n a , 3 B L L G Vorrei parlarvi della pansessualità attraverso un’esperienza reale, quella di Pietro, che ha deciso di raccontare la sua esperienza. Prima delle parole di Pietro vorrei chiarire il concetto di pansessualitá: è un orientamento sessuale che indica l’attrazione verso tutti i generi e non necessariamente solo verso uomini o donne. Inoltre il termine “pansessualismo” è stato utilizzato da Freud per indicare la teoria secondo il quale il comportamento dell’uomo era derivato dalla sessualità. Appena ho co- nosciuto Pietro ho trovato in lui una persona molto aperta mentalmente e disponibile a rac- contarsi, ho deciso perciò di approfittarne e porgli qualche domanda.

N: “Come hai capito di essere pansessuale?”

P: “Non c’è stato un momento in cui ho capito di esserlo, lo sono sempre stato ma probabilmente riguardando il mio passato ci sono stati molteplici avvenimenti che me lo avrebbero dovuto ren- dere più noto fin da subito. Già da bambino ero attratto non solo dalle ragazze ma ero troppo pic- colo per rendermi conto di chi ero, soprattutto perché le persone che mi circondavano erano rin- chiuse nella loro bolla fatta dalla classica mentalità all’antica”.

N: “Hai fatto coming out? Se si come è stata la reazione delle persone a cui lo hai detto?”

P: “La prima volta che ho detto di essere pansessuale è stata ad una mia compagna di classe e

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da lì ho cominciato ad essere un po’ più sicuro e a dirlo anche ai miei amici più stretti, ma la cosa più difficile è stato dirlo alla mia famiglia. È successo quest’estate durante una settimana in cui stavamo imbiancando casa. I miei genitori si lamentavano del fatto che usassi troppo il cellulare e per questo me lo sequestrarono. Io me ne andai dalla mia migliore amica fino a quando non la chiamò mia madre dicendole che dovevo tornare a casa. Una volta tornato, mio padre ha comin- ciato a farmi domande, aveva letto un messaggio da parte di un ragazzo sul mio telefono ed era ben evidente che la nostra non era solo amicizia. Mia madre lo aveva già capito e l’ha presa be- nissimo ma mio padre tutto il contrario, in un primo momento mi ha definito un “malato” per poi cacciarmi in camera mia con insulti e calci. Sono sicuro che fosse una cosa difficile da metaboliz- zare sul momento soprattutto perché siamo in quattro fratelli, una casa di maschi, e per una figu- ra come quello di mio padre cresciuto con la classica mentalità chiusa non è facile capire queste dinamiche.”

N: “Ritieni che sia necessario fare coming out e quando hai accettato la tua pansessualitá?”

P: “Dipende tutto dalle persone che ti circondano a parer mio, io consiglio di farlo perché ti fa es- sere te stesso senza paura di esprimerti con gli altri. Ho sempre detestato questo mio sentirmi diverso rispetto a chi mi circonda ma poi mi sono reso conto che nessuno può decidere ciò che è normale o anormale. Posso dire di non essermi più nascosto e di aver accettato me stesso a pie- no a partire da marzo della terza superiore. Non ho più avuto timore di fare ciò che mi piacevo e ho smesso di pensare a quello che gli altri avrebbero potuto dire di me.”

N: “Quali sono, secondo te, le domande che non dovrebbero mai essere poste a una persona pansessuale?”

P: “Io sono molto disponibile al dialogo e solitamente non mi dà fastidio rispondere alle curiosità delle persone. Le uniche domande che mi mettono a disagio e che trovo inopportune sono quelle riguardo alla sessualità, chiedere se sono attivo o passivo durante un rapporto con un maschio o se mi piace più rapportarmi con una donna o con un uomo non credo faccia la differenza. Avrei piacere se tutti si informassero di più riguardo alla LGBT+q community perché non esiste sola- mente l’eterosessualità, la bisessualità o l’omosessualità.”

N: “Cosa diresti ad una persona omofoba?”

P: “Ognuno ha il proprio pensiero e io non cerco di imporre il mio a nessuno, però alla base di tutto c’è il rispetto. Puoi anche pensare che chiunque non appartenga alla sfera dell’eterosessua- lità sia una persona problematica e da evitare, ma le mani le tieni al tuo posto. Non puoi fare nes- sun tipo di violenza ne fisica ne verbale nei confronti di una persona a cui piace qualcosa di di- verso da te!”

Ringrazio Pietro per aver risposto alle mie domande con totale sincerità e avermi dedicato un po’

del suo tempo. Spero che con questa intervista riusciate a capire che la sessualità non etichetta una persona come “strana” o da evitare.

La vostra opinione riguardo a una persona dovrà sempre essere formulata in base alle sue azioni e non a etichette ormai superate.

“Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l'occasione per comprendere.”

Pablo Picasso

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d i G i o r g i o Fa l c o, 5 B L L G

“Io dichiaro risorta la setta dei poeti estinti.”

«E adesso cos’è sta setta? Un’organizzazione terroristica?» «No, assolutamente no». «Umh, fam- mici pensare… c’entra con gli illuminati per caso?» «Acqua, acqua...». «Ci sono! Ci sono! Il nome in codice di una nuova famiglia di alieni!» «No, no e ancora no! Senti amico, sei completamente fuori strada, mettiti il cuore in pace e sturati un po’ il condotto uditivo: il nostro viaggio tra i meandri dell’ hip hop italiano è appena iniziato».

Anno 2016, Roma, un nome: Valerio Alessi, in arte Dj FastCut, un sogno, anzi, un progetto molto am- bizioso: dare nuovo respiro all’underground italia- no, negli ultimi tempi surclassato e soffocato da un nuovo astro nascente: la trap, musica senza con- tenuto alcuno, ma decisamente orecchiabile. Era necessario agire, prima di un punto di non ritorno, prima che nelle cuffiette di milioni di ragazzini ri- suonassero solamente “sku sku” e “skrt” vari. Co- me rispondere però ai milioni di stream dei

“trappettari” dai capelli ossigenati e dalle collane luccicanti? Beh mi pare ovvio: con un bell’album vecchio stampo riunente trenta dei migliori MC’s italiani, per andare a spaccare un po’ di… terga, per non risultare volgari. Deve averla pensata più o meno così il buon Valerio, che è stato in grado di costruire un vero e proprio “viaggio musicale”, tra melodiose note, barre cariche di significato, poesia e costanti citazioni alla nota pellicola di Weir

“L’attimo fuggente”. Alessi prende largamente spunto dalla cricca di Neil Perry e compagni per il suo disco. “La setta dei poeti estinti” è infatti il no-

me dell’associazione dei coraggiosi protagonisti del film, che andando contro ogni regola del loro college, si riunivano nella tenebrosa e silenziosa notte per leggere, contemplare e condividere poesie. La crew di FastCut raccoglie dunque il testimone di questi giovani studenti, rifiutando le regole imposte dalla musica di tendenza e sfornando un prodotto di qualità assoluta, in grado di riportare in alto il nome di un’ intera cultura. Forse così suona eccessivamente romanzata? Vi pos- so invece assicurare cari lettori che vi trovate a tu per tu con un recensore scettico e critico, che non ha però paura di utilizzare la parola capolavoro per definire quest’album. Valerio è stato capa- ce di creare il perfetto connubio tra artisti emergenti e gloriosi capostipiti della disciplina, sto par- lando di nomi del calibro di Bassi Maestro, Danno, Rancore, Murubutu… insomma, mica dei due di picche qualsiasi. La peculiarità che però più mi esalta di “Dead Poets” è la sua incredibile varie- tà. È affascinante come da un semplice clic, da una traccia all’altra, si possano avvertire tutte le sfumature del genere musicale: dai semplici e travolgenti esercizi di stile, come in “Trickadvisor”, a vere e proprie poesie sui quattro quarti, “Il verso” su tutte.

Dopo lo straordinario e meritato successo dell’album, con quasi tre milioni di stream sulla sola piattaforma Spotify, il buon Valerione ha deciso di cimentarsi in un’impresa ancor più titanica:

“Dead Poets 2”, con la partecipazione di ben sessanta MC’s, dai nomi ancor più altisonanti; giusto per citarvi un paio di pivellini qualunque: Jack The Smoker, Jangy Leeon e i DSA Commando…

mica pizza e fichi!

Lo so, lo so, avete già indossato le cuffiette e siete pronti a sfracellarvi i timpani a suon di bassi M U S I C A

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I P S E D I X I T

“Vi vomito in faccia.”

“La parola “pare” in questo caso non vuol dire “apparire” ma “appare.””

“Come ve la chiavate!” (invece di “Come va la cavate!”)

“Se questo argomento non vi è piaciuto, il prossimo vi farà proprio schifo.”

Sbattendo contro la finestra, “ho preso la ventana.”

La Pulce negli auricolari

spinti, ma lasciate prima che vi dia qualche consiglio per l’ascolto.

Ecco qua qualche must a mio avviso imperdibile:

-“Poeti estinti” di Danno, Rancore, Rockness Monstah e Mic Handz, prodotta da Dj FastCut -“Il verso” di Mask, William Pascal e Wiser, prodotta da Dj FasCut

-“I love Hip Hop” di Zampa e Kiave, prodotta da Dj FastCut

-“L’effetto farfalla” di Murubutu, Wiser e Hyst, prodotta da Dj FastCut

-“Come la fine” di Ape, Meddaman e Jack The Smoker, prodotta da Dj FastCut -“Dentro i nostri guai” di Il Turco, Lucci e Claver Gold, prodotta da Dj FastCut

-“Trauma cranico” di Kappa-O, Fake Therapy e Jangy Leeon, prodotta da Dj FastCut

Il mio lavoro qui è finito, vi lascio sicuramente in buone mani, e ricordate “I Poeti Estinti non sono mai spariti, avevano solo momentaneamente spento il lume della ragione; ora si sono riuniti e so- no pronti a far parlare di nuovo la musica”.

Dal Vangelo secondo Valerio, diffondete il verbo!

Ecco la playlist proposta dalla nostra redazione!

5 seconds of summer –Teeth

Caparezza –Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti

Melanie Martinez – Lunchbox friends

Ruel – Painkiller

Alt-J – Breezeblocks

Rovere – Tadb

Blackbear – Hot girl bummer

Tre allegri ragazzi morti – Rasoio, mattatoio, pazzatoio

Nuela – Carote

Dax e gli ultrasuoni –Guarda la luna stasera

Stray kids – Double knot

Oneus – Lit

Txrango – Quan tot s’enlaira

Jhope x Becky G– Chicken noodle soup

Gazzelle – Martelli

Post Malone – Circle

Frah quintale – Terapia

Lana del Rey – Happiness is a butterfly

Yungblud – Parents

Billie Eilish – All the good girls go to heaven

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Oroscopo di Novembre

Di Nicole Nenna

Ariete

(21 marzo-20 aprile)

Dite finalmente basta alle conoscenze tossiche della vostra vita e dedicatevi al lavoro, mettete in atto la vostra fantasia senza limiti. Non sprecate energie per cose che non ne valgono davvero la pena perché il vostro corpo ne risentirà.

(21 aprile-20 maggio)

Toro

Cercate di andare avanti e superate le vecchie questioni, non siate troppo gelosi altrimenti vi ri- troverete con un pugno di polvere in mano. Riposatevi e siate sereni, non fatevi abbattere dalle difficoltà che vi si presenteranno a scuola o al lavoro.

State in guardia dalle amicizie false, sono sempre dietro l’angolo.

Gemelli

( 21 maggio-20 giugno)

Il mese di novembre non sarà molto facile in quanto all’amore, attenti al vostro partner perché le probabilità che faccia degli errori sono elevate. Se da una parte le questioni amorose saranno un problema, per la scuola e il lavoro invece ci saranno delle svolte positive.

Attenti però a non bruciarvi una mano mentre cucinate oppure a cadere dalle scale mentre cer- cate di arrivare in orario perché la salute non sarà dalla vostra parte.

(21 giugno-22 luglio)

Cancro

La scuola per voi non sarà il massimo, impegnatevi e date il vostro meglio perché si sa che al Don Milani per noi alunni nulla è regalato. Probabilmente le nuove conoscenze che avete fatto vi hanno deluso. Guardatevi attorno perchè c’è qualcuno per voi da molto tempo ma non voltatevi troppo a lungo: rischiate una dolorosa scivolata sull’erba bagnata.

Leone

(22 luglio-23 agosto)

Mantenete la calma e non fatevi ingannare da vecchie amicizie che tornano dal passato come se non fosse mai successo nulla. Siate meno polemici e prima di andare a dormire bevete una bella tisana, potrebbe aiutarvi a tenere i nervi saldi.

(23 agosto-22 settembre )

Vergine

Fidatevi delle persone che ci sono sempre state e prendete delle decisioni su scelte a cui state

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rimuginando da fin troppo tempo. State vicino alla vostra famiglia nonostante i problemi.

Sarà un mese caratterizzato da scelte drastiche, mettetevi in gioco senza aver paura di rischiare altrimenti vi ritroverete circondati da cibo spazzatura e pianti isterici.

Bilancia

(23 settembre-22 ottobre)

Cercate di essere fedeli nella vostra vita. Se vi ritroverete vestiti tagliati e la vostra cara playsta- tion mezza rotta sarà sicuramente l’ira della vostra ragazza, tradire non è mai la cosa giusta da fare e una donna arrabbiata non la auguro a nessuno.

(23 ottobre-22 novembre)

Scorpione

Dedicatevi a relazioni serie, l’attrazione fisica non può sempre bastare. Cercate di non essere banali, l’originalità vi sarà premiata e visto la vostra golosità sicuramente in palio ci sarà una bella fetta di torta al cioccolato.

Sagittario

(23 novembre-21 dicembre)

Per voi questo sarà un mese ricco di nuovi amori, non abbiate paura di osare perché per essere felici dovete rischiare. Lasciate un po’ della vostra energia per la scuola, nuovi progetti sono in serbo per voi. Attenti però alle troppe serate in discoteca, svegliarsi la domenica mattina per stu- diare tre capitoli di Storia non è cosi semplice dopo aver dormito solo tre ore.

(22 dicembre-20 gennaio)

Capricorno

Cercate di conoscere persone nuove ed interessanti, la vostra vita ha bisogno di un cambiamen- to. La vostra rabbia deve essere sfogata, magari potreste lanciare un piatto contro il muro. Rilas- satevi guardando un bel film e approfittate del vostro momento di crisi per fare un po’ di shop- ping.

Acquario

(21 gennaio-19 febbraio)

Per chi è già impegnato bisogna fare attenzione, se avete dei problemi di coppia che non sono stati risolti questo è il momento giusto per cercare un altro pesce in mare. Venere spingerà i più timidi a farsi avanti ma numerosi saranno i problemi con toro, leone e scorpione.

(20 febbraio-20 marzo )

Pesci

Il vostro desiderio di essere amati sarà sicuramente esaudito, non fatevi però frenare dalle vec- chie delusioni.

Per quanto riguarda invece la salute, fate più attenzione e cercate di calmare la vostra agitazione facendovi fare un bel massaggio dal vostro partner.

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