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Corso di Semiotica. 23 aprile Prof.ssa Luisa Salvati

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Corso di Semiotica

23 aprile 2018

Prof.ssa Luisa Salvati

salvati@unistrasi.it

(2)

Sistemi di scrittura e testualità

(3)

Le prime testimonianze note di scrittura ci conducono alla

Mesopotamia, intorno alla metà del IV millennio a.C. e, dopo qualche centinaio di anni (verso il 3100 a.C.), all’antico Egitto

La scrittura è, dal punto di vista evolutivo, un’invenzione

relativamente recente, che però ha determinato profondi cambiamenti nell’organizzazione della conoscenza e della semiosi

Prima dell’avvento della scrittura, il linguaggio umano era completamente radicato nel contesto

La scrittura offre agli esseri umani risorse semiotiche nuove. Con essa diviene possibile trasmettere il pensiero a distanza, limite invalicabile della parola parlata

La funzione semiotica della scrittura

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Le prime testimonianze note di scrittura ci conducono alla

Mesopotamia, intorno alla metà del IV millennio a.C. e, dopo qualche centinaio di anni (verso il 3100 a.C.), all’antico Egitto

La scrittura è, dal punto di vista evolutivo, un’invenzione

relativamente recente, che però ha determinato profondi cambiamenti nell’organizzazione della conoscenza e della semiosi

Prima dell’avvento della scrittura, il linguaggio umano era completamente radicato nel contesto

La scrittura offre agli esseri umani risorse semiotiche nuove. Con essa diviene possibile trasmettere il pensiero a distanza, limite invalicabile della parola parlata ?

La funzione semiotica della scrittura

(5)

• Un criterio per orientarsi può essere quello di distinguere forme di scrittura orientate a esprimere direttamente

aspetti del mondo mediante strategie pittografiche, o concetti o elementi di pensiero mediante strategie

ideografiche (o meglio, semiasografiche); e forme di

scrittura che esprimono il pensiero facendo riferimento a una lingua: in questo secondo caso potremmo

ulteriormente distinguere tra scritture che cifrano intere parole (sistemi logografici), sillabe (scritture sillabiche) oppure fonemi (scritture alfabetiche)

Tipi di scrittura

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Tipi di scrittura

(7)

• Si è a lungo ipotizzata una trafila che porterebbe dalla pittografia all’alfabeto seguendo una logica di sviluppo interno, da una (presunta) massima iconicità a una

(presunta) massima arbitrarietà. Si tratta di un punto di vista sbagliato, legato all’erronea opinione che la scrittura serva essenzialmente a riprodurre la parola parlata

• Si tratta invece di comprendere le singole strategie

scrittorie nella loro particolarità tecnica e nella diversità dei modi con cui viene adempiuta la funzione semiotica di fissare graficamente l’informazione. Ogni scrittura

attestata si presenta come un fenomeno culturale complesso

Tipi di scrittura

(8)

• L’ipertesto è «un testo composto da blocchi di parole (o immagini) collegate elettronicamente secondo percorsi

multipli, catene o percorsi (trails), in una testualità aperta e sempre incompiuta descritta dai termini ‘collegamento’

(link), ‘nodo’ (node), ‘rete’ (network) e ‘percorso’ (path) (Ladow)

• Il messaggio che un testo offre non si presenta più nella forma lineare tradizionale (come in un libro),ma in una forma pluriplanare, dove quasi da ciascun punto si può risalire a informazioni, commenti, integrazioni,

approfondimenti situati ad altri livelli testuali cui si ha accesso mediante link

Testo e Ipertesto

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http://www.treccani.it/enciclopedia/semiotica/

#demauro

Esempi di ipertesto

(10)

• Il lettore esperto è quello che sa autonomamente cogliere lo spazio per i link e sa reperire da solo le fonti necessarie a soddisfare le sue curiosità, le sue domande o deduzioni dal testo

• Gli ipertesti non fanno altro che riprodurre su larga scala una procedura di conoscenza che sta tutta dentro la mente umana, simulandone il

funzionamento e rendendolo meglio osservabile

Ipertesto sì iperteso no?

(11)

Semiotica del testo

(12)

• Un testo è ogni unità linguistico-verbale che, inserita in precise coordinate geo-sociali e di registro, realizzi

compiutamente una funzione comunicativa:

Varietà linguistica: un testo può essere standard, tecnico- scientifico, colloquiale, regionale, dialettale, ecc. (nel caso dell’italiano)

Livello di formalità (o registro)

Il mezzo impiegato, che condiziona l’organizzazione interna del testo. Un testo orale può ad esempio permettersi ellissi e

sconnessioni recuperabili mediante l’interazione faccia-a-faccia dei parlanti; una produzione scritta sarà più controllata e strutturata; e così via …

Definizione di testo dalla prospettiva

linguistica

(13)

• Coesione dei mezzi formali di un testo

• Coerenza o unità tematico-logica dei suoi contenuti

• Rendono coeso un testo tutte le componenti che lo fanno linguisticamente ‘stare assieme’: le marche di genere, le desinenze, ecc.

• Rendono coerente un testo tutti i dispositivi che gli garantiscono unità semantica: gli indicatori coreferenziali, ecc.

Coesione e coerenza

(14)

• L’analisi semiotica di un testo si differenzia da un’analisi di tipo linguistico perché quest’ultima può prescindere dal contorno comunicativo, la prima non può farlo in nessun caso

Analisi semiotica e analisi linguistica di un

testo

(15)

• Approccio storico-filologico: questo approccio presuppone gli strumenti della filologia e della storia della lingua: dati linguistici il più possibile estesi e differenziati socialmente e culturalmente, vocabolari, grammatiche storiche, repertori

metrici, ecc.

Approcci all’analisi semiotica di un testo

(16)

• Approccio orientato alla fruizione: sposta

l’attenzione dai meccanismi di composizione

dell’autore e dell’opera ai meccanismi di fruizione del testo. Fruizione implica un ruolo non passivo da parte di chi legge o ascolta; e implica che il

senso del testo non sia una volta per tutte

consegnato all’ora e qui della sua storicità, ma in un certo senso si riproduca ogni qual volta che quel testo viene preso in considerazione dai suoi tanti possibili lettori, di epoche e livelli socio-

culturali diversi

Approcci all’analisi semiotica di un testo

(17)

• La lettura diventa un vero e proprio evento che fa vivere il testo proprio e solo nel momento in cui si consuma (Iser, 1987)

• Scuola di Costanza (Iser, Jauss) e la teoria della ricezione, interessata alle modalità con cui i testi

vengono letti e interpretati. Ciò si può fare in chiave storica, indagando la gamma di sensi e di percorsi interpretativi, talvolta radicalmente diversi,

accumulatisi sullo stesso testo col passare delle epoche;

oppure in chiave fenomenologica e sincronica,

focalizzando i meccanismi ermeneutici che il singolo lettore mette in opera nel processo di lettura

Lettura e interpretazione del testo

(18)

• Come spiega Eco in Lector in fabula (1979), il lettore collabora alla costruzione del senso del testo

focalizzandone elementi e dando loro unità anche in

maniera non prevedibile dall’autore. Si tratterebbe di un qualcosa di fisiologico, originato dal carattere semiotico del processo di lettura, legato dunque alla necessaria

asimmetria del fruitore, con la sua enciclopedia culturale, le sue propensioni, il suo sistema di attese, rispetto

all’autore

Lettura e interpretazione del testo

(19)

• Occorre distinguere fra l’autore materiale del testo (con

certe caratteristiche storiche, certe convinzioni ideologiche, certe idee sull’arte, ecc.), il narratore (che è già una figura del testo, e che può assumere posizioni distinte: quella di voce narrante, di terza persona, ecc.); il destinatario atteso, il lettore implicito (Iser) o modello (Eco) cui il testo rivolge i suoi appelli, e il lettore reale, storicamente determinato, che ne raccoglie il messaggio nella realtà e ne sviluppa

autonomamente il valore. In mezzo a queste quattro figure sta il testo, che assumerò senso in base alle relazioni che tali figure stipuleranno nel tempo

Verso un’analisi semiotica del testo

letterario

(20)

Sempre più diffusa è la consuetudine di considerare testi tutte le forme di produzione culturale aventi a che fare con le arti. Da tale punto di vista, esse possono essere considerate testi, avendo quei caratteri di organizzazione interna e di compiutezza semantico-comunicativa tradizionalmente attribuiti ai testi in senso stretto

«Il testo può essere considerato come l’elemento primario della

cultura» secondo la cosiddetta Scuola di Mosca e Taru, attiva a partire dagli anni sessanta

Se poi, come fanno gli antropologi, consideriamo cultura non solo

«l’insieme dei prodotti dello spirito», ma tutto quanto non compreso nel nostro patrimonio genetico, la nozione di testo può estendersi a ogni oggetto della nostra esperienza che abbia requisiti di

riconoscibilità e stabilità in un dato ambiente storico

Tutto è testo

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