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ANNO XIV - N. 23. TORINO, 15 Dicembre 1918.

RI\JISTA

di INGEGNERIA · SANITARIA

e di EDILIZIA MODERNA

È riservrtta la proprietà letteraria ed ariiSiica degli arttcoli e dei dmgut pubblicati •zella RtVISTA DI lNGEGJ:-;ERIA SANITARIA E DI EDILIZIA MooER-"'A. - Gli ongiuali, pubblicati o uou pubblicati, nmt vengono restituiti agli Auwn.

SO :v! MA RIO. - Memorie Originali: Il reparto per a m·

malati di tubercolosi polmonare all'Ospedale di S. Orsola di Bologna .· Ing. G. Marcovigi -~ueationi Tecnicc-Sanitarie del Giorno: Sulla ricvstruzione dei centri abitati danneggiati

M EMORIE 01\IGI NALI

IL REPARTO PER \M M ALA TI or TUBERCOLOSI POL!\IONARE

.\LL'OsPEDALE or S. 0RSOL:\ or BoLOGNA

La città di Bologna non ha ancora risolto il grave problema delb spedalizzaz.one dei tuber- colotici e normalment--: im·ia gli ammalati de! suo

daib guerra. - Recensioni : Belli dott. C. : La purifi~nzione

dell'acqua potabile a bordo delle navi . Estintore d'incendi au· tomatico per cabino: di tr:tsformateri · Gli stabilimenti siderurgici Catani di Roma · Capacci ing. C. : Acquedotti ed acqua potabile.

nitarie, si cccuperà di creare un istituto degno eli lei, per accog·liere e €urare que:::ll speciaii amma- lati e di stabilire tutti quei serYizi che, attrayerso la dolorosa esperienza di questi ultimi .anni e le dotte discussioni degli special.sti, si sono ricone>- sciuti necessarii per combattere il crudlde flagello della tubercolosi in genere e di quella polmon~ue

tn specie.

}la intanto ii bisogno di una spedalizzazione C:ei tubercolotict, anche se non completa e defìnitiYé!,

Fig. r. - Pl::tnimetrin generale e veduta prospettica del reparto tubercolosi dell'Osped3le S. Orsola Bologna.

Comune nel Sanatorio della vtcma Budrio. E' certo che, non appena sarà felicemente chiuso que- sto terribile periodo che ha sconYolto ogni cosa nel mondo intero, cneando infinite difficoltà ad ogni esplicazione àclla normale vita sociale, anche quella importante Città, ia quale ha sempre saputo occu- pare uno dei primi posti, fra le città italiane,. nello studio e nella prati,ca risoluzione delle questioni sa-

si affaccia impellente, poichè la guerra, colle sue condiz:(mi speciali di fatiche e di amb:ente, ha au- mentato ,considerevolmente il numero di questi an:- malati, s\"iluppando in molti indi\"idui la malattia che ra nel loro organismo allo stato latente. Ac- cogliere e curare questi ammalati è profondo dovere di riconoscenza n n solo, ma anche indispensa- bile preYidenza, affinchè non abbiano, ritornando

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13-l RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

r,elle loro famiglie, a diffondervi sempre più la terribile malattia, perpetuandone gli effetti dele- teri e concorrendo, col'le altre tristt conseguenze della guerra, a indebolire le future generazioni ita- liane.

Questa spedalizzazione deve effettuarsi nel mi·

glior modo e nel minor tempo possibile, avuto ri- guardo alle speciali condizioni del momento e cioè:

alle difficoltà economiche, alla penuria di mano d'opera e eli materiali, alla impossibilità di creare istituzioni c;peciali con servizii esclusivi, che riusci- rebbero di diAìcile effettuazione e richiederebbero spese enormi.

in modo razionale ed a distanza sufficientemente gnande l'una dall'altra. L'ufficio tecnico deo-o li ospedaJi di Bologna anzi, per meglio usufruire dello spazio concesso, ha collocato le baracche a raggiera, divaricandole quanto lo permetteva la amptezza del terreno, dimodochè, mentre le due baracche centrali distano fra di loro di soli me- tri r6,5o, tra esse e quelle estreme trovasi una distanza che da un minimo di m. r7,50 aumenta fino ad un massimo di m. 24.

Queste distanze, data anche la breve altezza dei padiglioni (m. 4,oo), sono più che suffìcient;

affìnchè il sole possa penetrare in ogni ambiente

"'-:';-+-~' --+-j.+l--"~oJI---+,0-~----;'-:--

f1.f.<. •••• - - -

Fig. 2. - Pianta del gruppo principale del reparto tubercolotici dell'Ospedale S. Orsola - Bologna.

Bologna h-a risolto il problema in modo pra- tico e buono; essendo impossibile inviare o-li b am- malati nel Sanat9rio di Budrio, la cui efficienza era completam.ente utilizzata, ritenendosi molto meglio tenerli in città, dove le famiglie hanno modo di visitarli e confortarli colla loro presenza, si è pensato di annettere all'Ospedale di S. Orsola un. reparto speciale, il quale, pur trovandosi perf.et- ramente separato dagli ambienti de~tina.ti agli ammalati ordinarii, può usufruire dei servizi del- l' Ospedale stesso, permettendo così di realizzare una non indifferente economia, sia di primo im- pianto, sia di esercizio.

Anche in queste condizioni favorevoli, la spesa da incontrarsi per la creazione del nuovo reparto era grande; a diminuire il grave peso che l'Osp

dale si assumeva, la Direzione Generale di Sanità Pubblica ha pensato di concedere gratuitamente l'uso di quattro baracche tipo cc Gay» della ca- pacità di ventidu~ letti ciascuna.

_-\diaoente all'Ospedale di S. Orsola esiste un terreno di proprietà dell'Ospedale stes o, nel quale le quattro baracche hanno potuto essere disposte

ad apportarvi la sua benefica opera depuratrice e affinchè de: suoi raggi possa continuamente be- neficare la \·eranda esposta a perfetto mezzogiorno, alla quale fanno capo tutte le baracche, che vi sono colleo-ate mediante breve passaggio.

Questa veranda può servire perciò, oltre a luogo per la cura dell'aria, a disimpegno che per il servi- zio e ad essa si può accedere, oltre che dalle ba-·

racche, anche da tre brevi scal<inate, srruate n-ei mezzo degli spazi intercorrenti fra le baracche medesime.

I\ella parte centrale della yeranda e retrostante ad essa, travasi l'edificio che accoglie tutti i ser- Yizi comuni al reparto.

Appena le circostanze lo permetteranno, alle quattro baracche, i cui lavori sono in via di ul- tim'azione, verranno aggiunti due padiglioni Do- d er, che aumenteranno in modo conveniente la pobenzialità del reparto; esse appaiono già nella unita prospettiva e planimetria generale (v. fi- gura 1 ), che rappresenta il reparto quale è stato progettato e quale si spera sia presto realizzato.

E I..>I EDILIZIA MODERNA I 3 5 ·

Intanto nelle quattro corsìe, che misurano cta- scuna m. 6 x r6,8o, trovano posto ottanta letti, d; ponenti ognuno di una superfic.e di fll2

s,sS,

e eli un cubo di m3 22,32; ogni baracca poi pos- siede, all'es.remità prossima alla veranda, due ca- merette per ammalati da isolarsi, di m2 7,54 e m3 30,20, per cui la capacità del reparto, così come in brevissimo tempo sarà ultimato, raggiungerà il numero di 88 letti.

Ogni baracca ha infine due latrine : essendo an- cora dibattuta la questione sul sistema di_ latrina migliore e più adatta ad un Ospedale, si è giu~

stamente pensato di provvedere uno dei gabinetti di vaso a sedile, come nelle ordinarie abitazioni, e di collocare nell'altro il piano alla turca, tanto decantato da alcuni e tanto deprezzato da altri; il ripiego potrà anche servire come mezzo d'i espe- riment:J. Con buon criterio si sono disposte le latrine 111 v1c1nanza del passaggio alla veranda, poiéhè gli ammalati, i quaii debbono appunto

passar>~ la maggior parte del loro tempo nella ve-

randa a fare la cura dell'aria, non siano obbligati, per recarvisi, ad attraversare l'intera corsìa.

Ogni latrina ha finestra propria che ne assicura l'aerazione; così P'ure dieci ampie aperture in ogni corsìa provvedono sufficientemente al ricambio di aria oltre a due lucernari-ventilatori situati nel colmo del tetto; i letti sono disposti in modo (v. fi- gura 2) che nessun ammalato abbia la finestra die- tro di sè, per cui esse possono essere tenute aperte anche continuatamente, senza che alcun incomodo

ne derivi ai degenti.

Il p_assaggio fra baracche e veranda, che mi- sura m. 2,60 x m. 4, è utilizzato per accogliervi i lavabi; essi sono in numero di otto, più che suf- ficienti perchè i 20 ammalati della corrispondente corsìa possano fare le loro abluzioni comoda- mente e senza impacciarsi gli uni cog11 altri.

La veranda ha una lunghezza di m. 72 circa, una larghezza di m. 3 ed un'altezza interna pure di m. 3; è, cÒme abbiamo detto, rivolta a sud per usufruire &l massimo di sole e può benissimo ac- cogliere tutti quelli, fra i ricoverati, che sono m grado di fare la cura dell'aria.

L'edificio dei servizi comuni, della larghezza di m. r r,86 x 7,30 di profondità, è diviso in due parti da un disimpegno centrale (m. r,8o); a destra abbiamo una camera per le medicazioni e per pic-

col'e ricerche cliniche, che misura m. 4 x 4,57, ed pna stanza di servizio (m. 4,57 x 3), a sinistra troviamo una cucinetta (m. 4,57 x 3), una stanza da bagno di uguali dimensioni, che può contenere due tinozze, ed una latrina.

La cucinetta serve soltanto per la preparazione di qualche vivanda speciale, per riscaldare latte e caffè, ecc., poichè, come già abbiamo accennato, il nuovo reparto si vale, per i servizi generali, del vicino Ospedale e quindi anche il vitto degli am- malati di questo repart~ viene preparato nelle cu- cine del nosocomio di S. Orsola.

l

Sempre, in causa di ciò, non è stato necessario pensare a pron ·edere il nuovo riparto di locali per l'Amministrazione e la Direzione, che vengono disimpegnate dagli uffici dell'Ospedale, nè di am- bienti per i medici; la camera per le medicazioni già menz;onata serve benissimo per quanto può oc- correre agli ammalati speciali curati neiJ1e barac- che ed alle ricerche di niche che li riguardano.

_-\nche i serviz.i di lavanderia vengono disimpe- gnati in comune.

Le baracche « Gay » adottate sono simili a quelle che hanno trovato buona applicazione già in altri numerosi casi, come, ad es., nell'Ospedale per tu- bercolotici Umberto I di Roma; la loro ossatura è in legno, le pareti sono in eternit, materiale che dc. dato buona prova di sè, s1a dal lato costruttivo dw da quello igienico ed il pavimento

·è pure in legno, ma ricoperto con linoleum. Esse poggiano su muretti in mattoni che le tengono sol- leYate dal piano di campagna di almeno 6o cen- timetri.

La veranda e l'edificio dei servizi comuni sono costruiti in muratura di mattoni, colle pareti ri- Yestite- di intonaco, i pavimenti sono in mattonelle di cemento, facilmente lavabili; tutti gli ambiemi sono soffittati.

Speciale cura si è avuta nell'evitare che dal suolo l'umidità salga per capillarità ai muri di sopraele-

\·azione e, per raggiungere in modo sicuro lo scopo, si è adottata una nuoYa disposizione, che evita gli inconvenienti troppo spesso lamentati nell'uso del- l'asfalto; si è steso cioè lungo tutto lo spaccato ed in ·corrispondenza di una sempllice fascia orna- mentizia, uno strato di cemento idrofugo, facendolo leggermente debordare dalla linea del muro, di modo che esso isola completamente il muro stèsso nella sua parte sopraelevata, impedendo assoluta- mente alla ùmidità di salire.

Su questo argomento, interessante specialmente gli igienisti, avremo il piacere di pubblicare al- cune particolari osservazioni dell' egregio ing. :.Iarcovigi di Bologna, il quale gentilmente ci l1::1 procurato già le presenti notizie intorno al nuov1) reparto dell'Ospedale di S. Orsola.

L'acqua, sia per uso potabile, sia per i servizi di pulizia, le latrine ed i lavabi, viene fornita dal- l'aoquedotto cittadino; così pure dalla rete urbana è ·derivata la forza elettrica ·per l'illuminazione di tutti gli ambienti.

Si è invece giustamente evitato di valer"i, per il riscaldamento dell'acqua, indispensabile ::tl re- parto, del gaz, poichè questo servizio è saltuario e, date le attuali contingenze, lascia molto a de- siderare.

L'acqua calda è fornita da un a caldaia, pir:cola, ma completa, a serpentino, scaldata da ur. foco- lare a legna e collocata nella cucinetta, donde l'ac- qua viene distribuita alla camera di medicazione, alla. stanza da bagno ed all'acquaio della cucina

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RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

stessa, dove è fctcile preleYarne per qua·lsiasi n-.~­

ctssità. Al riscaldamento si è provvisto medi:l!1ce stufe a cassettoni in terra cotta, della Ditta Benini di Forlì, tipo « Benchi n.

Queste stufe hanno 8ttenuto, ovunque furono impiantate, grande successo, poichè il loro rendi- mento è assai ele,·ato ed inoltre esse si raffreddano lentiss:mamente, lasciando anche durante la notte, quando sono spente, un buon ambiente tepido; ogni stufa è proYvista di presa d'aria in modo da garantire la migl'·iore ventilazione.

Le acque di rifiuto del reparto Yengono com·o- gliate nella v:cina fogna dell'ospedale di S. Or- sola, mediante tubi in cemento del diametro interno di 20 centimetri, posati su calcestruzzo di maha

idraulica, secondo !a pendenza dell'I %.

L'intero reparto, che fra un paio di mesi al mas- simo, sarà tn grado di accogliere i primi ::tmma lati, •verrà ammobigliato con semplicità, ma 1n modo che nessuna comodità manchi ai ricoverati.

_-\bbiamo volentieri dato questi brevi cenni in- torno al nuO\-o reparto tubercolotici che va sor- gendo in Bologna, non perchè ess presenti qual- cosa di eccezionale e di nuovo nel campo c:ella tecnica ospitaliera in generale, ed in quello della spedalizzazione dei tubercolotici m particolare, ma perchè 'eSSO Yale quaLe eccellente esempio del come si possano razionalmente disporre delle ba- ra.cche, in modo da utilizzare logica!Tiente questo rapido sistema costruttivo. Se i n altri 'centri ur- bani i Yolesse seguire questo esempio, se altre Amministrazioni osp0dahere volessero" proseguire in questa Yia, di aggregarsi un reparto disposto secondo L oramai note regole di orientazione, il quale, pur aYendo vita propria e separata, potesse ,-alersi dei servizi già impiantati nel vicino ospe- da1e, la gra ,-e questione della spedalizzazione dei tubercolotici, che richiede urgente soluzione, ver- rebbe di molto semplificata ed il ricovero di que- sti speciali ammalati, tant0 bisognosi di cure e così pericolosi agli altri, si effettuerebbe subito in modo provYisori;, ma buono, in attesa che le mutate condizioni sociali ed economiche consen- tano di çlan·i migliore e definitivo assetto.

Ing.· G. ì\1ARCOVIGI.

QUESTIONI

TECNICO-Sf1N!Tf1RIE DEL GIORNO

SULLA

RICOSTRCZIO~E DEI CENTRI ABITATI

DA~NEGGIATI DALLA GCERRA (1).

1\'ell'intento di risolvere nel miglior interesse delle popolazioni danneggiate dalla gu.erra nei loro abitati, e, nello sl!esso tempo, della Nazione, che

(1) Relazione del prof. L. Pagliani alla Sezione: Igie11e Sociale, .della Commissione per lo studio dei provvedi- menti per il dopo guerra.

vi de,- provYedere, Io Stato è i n dO\·ere di concor- rere, non solo con i mezzi indispensabili a nco- struire quanto fu rovinato o demolito, ma, c forse con maggior ragione, c.~n una immediata sav1a direzione dei lavori all'uopo indispensabili, per- chè ri.sorga migliorato.

La più gran parte dei gruppi di abitati, in tutto o in parte distrutti, risultayano di agglomeramenti disordinati di vecchi caseggiati o catapecchie, non rispondenti alle più modest·e esigenz~ igieniche e di benessere.

In tali agglomeramenti, per lo più con poca h_!ce

·:: aria e con pochissima pulizia, duraYano perr:l:t- nenti infezioni secolari e con tutt?. facilità vi si S\·iluppavano,'ogni volta se ne presentava una causél occasionale, · gravissimE epidemie. Sarebbe stata opera .em:n·èntemente doverosa, in tempi crdinarl, il portare nel maggior numero di 'ali gruppi di abitazioni radicali miglioramenti, per renderli più sani e più civili.

Le barbare demolizioni, che hai!no fatto scom- parire, purtroppo insieme ad edifizi lode,-o:i eJ ar- tistici, anche questi resti infelici d'i altre più ar.- tiche barbariche invasioni, offrono allo Stato la opponun :tà di procedere, con un programma 1Spi-

rato a buoni principi scientifici e umanitarii, alla ric:)struzion.e di abitati igienicamente e socialmente adatti alle J.oro popolazioni. Se lo Stato non af- ferra questo momento opportuno per fare più eco- nomicamente e con merio difficoltà que:sto grande · beneficio a quelle regioni, tanto provate dalla im- mane guerra, combattuta con loro danno enorme per il trionfo dei principii di giustizia e per le aspi- razioni nazionali, non vi è dubbio, che esso si farà complice del perpetuarsi eli condizioni di cose in- degne di un ·popolo civile, e che più tardi importe- ranno più forti sacrifici di denaro e di laYoro per essere riformate.

A raggiungere taLe scopo la Commissione n- t!iene ind:spensabile che lo Stato:

1° Richiami le Autorità locali, comunali, pro- vinciali e governative delle regioni in cui si deb- bono svluppare queste opere, sul dovere di seguire i n esse le istruzioni ntinisteriali sull' igiene del suolo dell'abitato, emanate dal Ministero dell'In- dustria (Direzione eli Sanità pubblica) n'el 1896; le quali comprendono, raggruppate, le principal•i no- zioni, che, a'nche attualmente, possono dare ouon indirizzo alle ricostruzioni totali o parziali di nuovi gruppi di abitazioni, ed, in ogni caso, possono es- sere in breYe rivedute da competenti in materia, per apportarvi possibili utili miglioramenti, se ciò si ritenga opportuno.

2° Si faccia redigere e vigilare da persone, al- l'uopo istruite, la preparazione e l'attuazione di ben studiati piani regolatori e di progetti eli rico- struz•ioni C:i case ed edifizi pubblici, che rispondano alle esigenze igieniche e sociali, indipendentemente da ogni considerazione di interesse priYato.

E DI EDILIZIA MODERNA

J0 Si porga specialissima attenzione nel redi- gere e Yigilare tali ricostruzioni :

a) alle condizioni orografìche e idrografiche del

;;uolo superficiale, riguardo al pericolo della ma- larià, e alle condizioni geologiche e idriche nel.

sottosuolo, riguardo alle esigenze della salubrità delle abitazioni, che vi si hanno-da fondare.

b) alla eliminazione e canalizzazione dei rifiuti della vita casalinga e urbana;

c) alla dir·ezione, orientazione, ampiezza e pa- vimentazione delle strade, per dar·e ad esse e agli edifizi che le f1'ontegg:ano conyeniente aerazione, insolaziolùe e illuminan:one;

d) alla estensioll'e degli isolati, per evitare ec- , cessi ve ag<5·lomerazioni di abitanti;

e) alla forma degli ed,ifici1, per provveder.e ad un'equa distribuzione, nell'interno degli allogg;, dUla irradiazione solare e della illuminazione;

/) alla wm·eniente disrribuz:one degli alloggi negli edifizi stessi, per favorire la segregazione e indipendenza d'eUe famiglie tra di loro, per ra- gioni sociali e sanitarie;

g) all'ampiezza, numero e distribuzione degli ambientr; nei riguardi di una sufficiente loro capa- cità, indipendenza cl aerazione;

h) alla assegnazion.e ad ogni singolo alloggio di una latrina speciale e di mezzi di rimozione dei r i lì. uti ;

g) si dia massima attenzione a buone costru- zwnl rurali.

4° Si cos-tituiscano all'uopo Commissioni cen- trali e lccali per dirigere talt lavoro, nelle quali entrino igienisti, ingeg,neri archutetti e giuristi, che possano porvi subito mano, e !o prepar-ino men- tre si escogitano i mezzi per compierlo.

RECENSIONI

BELLI dott. C. : La purifica.zione dell'acqua potabile a bordo . delle navi - (Annali di medicina navale e colonia.le, no- vembre-dicembre 1917).

La depurazione delle acque destinate ali 'alimentazione nelle citè un fatto quasi eccezionale, poichè in gene.rale si possono captare delle acque pure che si condottano in modo da preser.varle da ogni contaminazione. A bordo delle r. avi invece, sia per le condizioni in cui si fa l 'approvvi- gionamento, sia per le forzate modalità di conservazione, la purificazione cl eli 'acqua deve essere considerata come un procedimento normale ordinario. E' p<!rciò molto impor- tante la questione del miglior sistema di depurazione, sia in rapporto alla difesa contro le malattie infettive, sia sotto il punto di vista della comodità e del costo del tratk'11Tiento.

L'autore fa un esame critico dei diversi mezzi sperimen- tati, ricordando anzitutto. come l'antico sistema di procac- ciai·si acqua potabile mediante distillazione di quella del mare, l'unico in uso fino all'inizio del secolo, sia da abban- donarsi per l 'enonne costo e l'eccessivo consumo di com bu- sti bile o da tenersi come mezzo di riserva in caso di lun- ghissime traversate o di impossibilità di approvvigion:I-

;nento d'acqua dolce.

Fra i vari sistemi di depurazione dell'acqua, la filtrazion~

non può servire a bordo, in causa della fragilità degli ap-

parecchi e della necessità di frequenti pulizie agli impianti;

anche la purificazione con mezzi chimici è da rifiuta;si, poi- chè una delle fasi dell'operazione, e cioè la decantazione e l'l chiarificazio•1e, si effettua male a bordo, causa i movi- menti oscillatori delle navi. Forse, ci permettiamo osser- vare, le recentissime e perier>ze sulla purificazione mediante gli ipo~loriti in dosi minime, ma intimamente mescolate ali 'arqua, potranno modi care le conclusioni sui mezzi chi- mici di depurazione.

Un si stenta che aveva fatto nascere tante speranze è quello coi raggi ultravioletti, ma, oltre alla poca garanzia sui risultati, constatata anche in impianti terrestri fis;:i, sta contro di esso la grande fragilità degli apparecchi, che male resistono ai movimenti di rullìo e di beccheggio.

l~imangono in campo due procedimenti, uno moderno: l 'ozonizzazione; l 'altro antico : l 'ebullizione; su di essi si

soffern~a a lungo l'autore, dicendo di entrambi i pregi ed i difetti. Egli ricorda a quali requisiti deve corrisponde1·e un impianto di depurazione dell" acque a bordo di una nave, e studia in qual modo i due sistemi rispondono a tali de- terminate oondizioni.

Un buon im.pianto dève fornire dell'acqua chimicamente e batteriologicamente pur<.; alla prima condizione risponde bene l'ozonizzazione, la quaie migliora i caratteri fisico- organolettici dell'acqua, mentre invece l' ebullizione pro- duce modific.azioni più profonde in un senso piuttost0 sfa- vo:·evole; ma, batteriologicamente parlando, l'ebullizion~.

prolungata sufficientemente, ha risultati perfetti, memre J,,

ozonizzazione non determina una completa distruzione di tutti i ba tterl.

Circa la quantità d'acqua fornita, essa può essere suffi- ciente tanto coll'uno quanto coll'altro procedimento.

La depurazione deve attenersi con qualsiasi acqu:J; qui appare grandissima la superiorità dell' ebullizione, la cui tffic<Jcia è indipendente rlaìla natura deìle acque trattate, r;•entre si sa che l'ownizzazione è facile soltanto colle ac- que chiare e che con quelle torbide deve essere preceduta da hlirazione e ta:,ra anche da d~fen-izzazior>e, operazioni diffìciìi da effettuarsi a bordo.

Per questo fattD i 'ozonizzazione p-i sponde anche male acl un 'altra rlelle condizioni, yuelh cioè di avere una ste- rilizzazione costante e sicura.

l recenti perfezionamenti arrecati agli ozonizzatori per- mettono di avere maggior fiducia in questo sistema, cert0 però esso deve venir tenuto sotto sorveglianza da parte del medico di bordo.

Gli apparecchi pe~ l 'ebul!izione d eli 'acqua funzionano bene, qualunque sia lo stato del mare, occupano poco posto e non hanno bsogno di personale di sorveglianza speciale; yuelli per l 'ozonizzazione sono alquanto disturbati ·dai mo- vimenti di rullìo e di beccheggio, occupano uno spazio più g1 ande ed esigono una orveglianza assidua da parte di un personale sperimentato.

Circa il cesto, esso è molto maggiore per l'ebullizione che non per l'oz.onizzazior>e; quest'ultima importa una spesa eli 2-3 centesimi per metro cubo, mentre la prima viene a costare 20 centesimi, di più esige molto maggior consumo di combustibile.

~ onost::.nte que3fultima condizione, l 'autore conclude la sua intert,sante clisquisilione affermando che il sistema de li 'ebullizione, p il: sicuro e più semplice, merita la pre-

ftrcnza. S.

Estintore d'incendi automatico per cabine di trasformatori - (E7el?trotechwische Zeitsch·rift, maggio rgr8).

Questo tipo di estintore, immaginato da Siemens <'

Halskc, permette di mandare, nella cabina dove si è di- eh i arato l 'incendio, un gran volume di gaz carbonico che arresta la combustione; nello stesso tempo, un ~egnale an- nuncia l 'incendio ed il !uogo dove si è dichiarato; tutto questo agisce in modo completamente automatico_

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