IN VOLO COME FARFALLE
Titolo:
LA DIDACHÉ
(Testo pagina 9)• P
ERCORSO DIDATTICO ContenutoSchema della Didaché
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URIOSANDO TRA LE SUE PAGINEIN VOLO COME FARFALLE
Classe 5
aIN VOLO COME FARFALLE
LA DIDACHÉ
La Didachéo Dottrina dei dodici apostoli è un testo cristiano di autore scono- sciuto, rinvenuto nel 1873in un manoscritto greco di Costantinopoli, il Codex Hiero- solymitanus.
Probabilmente scritto in Siria nel I secolo (lo si data attorno al 70d.C.), il testo sarebbe contemporaneo ai libri del Nuovo Testamento. Si tratta di un’opera che si raccoglie intorno a due argomenti principali, la chiesae i sacramenti, inoltre descrive l’antica liturgia cristiana e la vita delle primitive comunità cristiane.
La Didaché contiene la catechesi della “via della morte” e della “via della vita”, con in- dicazioni di regole per la comunità e testi liturgici sul battesimo e sull’eucaristia.
È divisa in tre sezioni principali: una che riguarda le dottrine cristiane, una riguardante i riti del battesimo e dell’eucarestia, e una l’organizzazione della Chiesa. Venne persino considerata come parte del Nuovo Testamento da alcuni Padri della Chiesa anche se la maggioranza lo considerò apocrifo (cioè non vero); per questo non fu accettato nel canone del Nuovo Testamento.
La Chiesa cattolica lo inserisce nella letteratura sub-apostolica (subito dopo gli scritti degli Apostoli).
Gli studiosi erano a conoscenza della Didaché grazie a riferimenti ad essa di altri scritti,
Icona dei Santi Apostoli, XIX sec.
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Mentre ci si riferisce al manoscritto come “la Didaché”, generalmente il titolo usato nei documenti e scritti dei Padri della Chiesa era “L’insegnamento dei Dodici Apostoli“. Un titolo ancora più completo, o forse un sottotitolo, lo si può trovare più avanti nello stesso manoscritto: “L’Insegnamento del Signore ai Gentili tramite i Dodici Apostoli”.
Essa ci fa vedere quale era il vero spirito dei cristiani delle primissime comunità, dandoci la possibilità di seguire i loro essenziali insegnamenti.
La Didaché fu pubblicata per la prima volta nel 1883a cura di Filoteo Bryennios, metropolita di Nicomedia, il quale l’aveva desunta da un codice del l056, anno in cui fu rinvenuta in un mercato di Costantinopoli, per essere poi custodita nella biblioteca patriarcale di Gerusalemme.
CONTENUTO
Il testo può essere suddiviso in quattro parti, che molti studiosi ritengono essere state unite da un successivo redattore: la prima si può definire “le Due Vie, la Via della Vita e la Via della Morte” (capitoli 1-6); la seconda parte è una spiegazione del comporta- mento rituale nel Battesimo, nel digiuno e nella Comunione (capitoli 7-10); la terza parla del ministero e di come comportarsi coi “profeti viaggianti” (capitoli 11-15) e la parte finale (capitolo 16) è una breve rivelazione.
Dei sacramenti vengono citati il Batte- simo, l’Eucaristia e la Penitenza: a meno di cinquant’anni da quando Gesù aveva fondato la Chiesa, si era già co- stituito un modo di celebrare i riti che praticamente è ancora quello dei no- stri giorni.
Pagina della Didaché scritta in greco.
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Il Battesimodoveva essere preceduto da una istruzione morale e da un digiuno di uno o due giorni da parte del
catecumenoe, se possibile, da un digiuno anche del ministro e di altre persone. L’elemento più importante del battesimo era l’acqua e la formula era espressa dalle parole: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”
(Did. 7, 3).
Il Battesimo si amministrava
ordinariamente per immersione, ma se ciò non era possibile si ricorreva al metodo che noi oggi conosciamo.
PAROLE NUOVE
Catecumeno: la parola deriva dal greco e significa “colui che viene istruito”. Nella chiesa antica il termine catecumeno indicava chi effettuava il percorso di fede che si doveva seguire per essere ammessi al sacramento del Battesimo. Questo percorso veniva chiamato Catecumenato.
Una volta completata la preparazione (che non aveva un tempo prestabilito, poteva durare all’incirca dai tre anni in su), il catecumeno nella settimana precedente alla Pasqua si preparava con digiuni e preghiera a ricevere il Battesimo, che avveniva all’interno della liturgia della Veglia Pasquale. La celebrazione, specialmente nei primi tempi, si svolgeva nella chiesa
principale con tutta la comunità riunita.
Ripetuti sono gli accenni nella Didaché alla Eucaristia. Le prime generazioni
cristiane si riunivano alla domenica per spezzare il pane (fractio panis) e per fare il ren- dimento di grazie (eucharistia): con queste due espressioni si indicava il sacrificio eu- caristico.
In seguito con il termine Eucaristia si indicarono gli elementi con cui si rendeva grazie a Dio e cioè il pane ed il vino trasformati nel corpo e nel sangue di Cristo. Alla Eucaristia potevano partecipare i soli battezzati, i quali erano tenuti a recitare delle particolari
Fractio Panis, Catacombe di santa Priscilla, Roma.
Masaccio, Battesimo dei neofiti, Cappella Brancacci, Firenze.
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La Penitenza è ricordata due volte: “Nella assem- blea farai la confessione dei tuoi peccati e non ti re- cherai alla preghiera in cattiva coscienza” (Did. 4, 14).
“Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e ren- dete le grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro” (Did. 14, 1).
Grande rilievo è dato nella Didaché alla scelta che l’uomo deve fare tra le due vie: quella che conduce al peccato ed alla morte e quella, invece, che con- duce alla vita. Parlando della via della vita, vengono descritti i vari doveri dell’uomo, tutti basati sul grande comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo.Questi cenni danno un’idea del- l’importanza che, per la storia del cristianesimo e per la “luce interiore” di ogni anima, ha questo breve trattato, giunto provvidenzialmente sino a noi:
esso ci offre un autentico, anche se incompleto, qua- dro della vita di quelle prime comunità cristiane an- cora commosse per la morte del Figlio dell’Uomo ma animate dal desiderio di “rivederlo venire in- sieme con tutti gli eletti sopra le nubi del cielo” (Did.
16, 7).
Rembrandt, “Il ritorno del figliol pro- digo”, c. 1669, The Hermitage, San Pietroburgo.
SCHEMA DELLA DIDACHÉ Parte prima
Istruzioni morali (cc. 1-6): “Le due vie”.
La via della vita: pratica dell’amore di Dio e del prossimo (c. 1), fuga dal peccato (cc. 2-3), adempimento dei nostri doveri (cc. 3-4).
La via della morte: peccati che la caratterizzano (c. 5), esortazione alla vigilanza (c. 6).
Parte seconda
Istruzioni liturgiche (cc. 7-10).
Il Battesimo e la preparazione al battesimo (c. 7). Il digiuno: i giorni di digiuno (c. 8,1).
La preghiera: il Padre nostro tre volte al giorno (c. 8, 2-3).
L’Eucaristia: preghiera per il calice, per il pane spezzato, dopo la comunione, condizioni per ricevere l’eucaristia (cc. 9-10).
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Parte terza
Istruzioni disciplinari (cc. 11-15).
Condotta da tenere verso i ministri del Vangelo, gli Apostoli e i profeti (c. 11); verso i pellegrini (c. 12);
verso i profeti e dottori (c. 13). Istruzioni sull’ eucari- stia domenicale, confessione dei peccati (c. 14); ge- rarchia locale, correzione fraterna, esortazione a vivere secondo il vangelo (c. 15).
Parte quarta
Conclusione escatologica(cc. 7-10).
Invito a vegliare nell’attesa della seconda venuta del Signore (PARUSIA) (c.16).
PAROLE NUOVE Escatologia:
Questa parola che troviamo nella Bibbia può essere tradotta come “speranza“, nel senso che tutti i credenti attendono con fiducia gli ultimi giorni della terra quando Dio giudicherà con amore le persone.
Parusia:
Nel linguaggio dei cristiani, indica il ritorno sulla terra di Gesù alla fine dei tempi.
CURIOSANDO TRA LE SUE PAGINE
Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai Dio che ti ha
creato, poi il tuo prossimo come te stesso; e tutto quello che non vor- resti fosse fatto a te, anche tu non farlo agli altri. Ecco pertanto l’in- segnamento che deriva da queste parole: benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri nemici; digiunate per quelli che vi perseguitano; perché qual merito avete se amate quelli che vi
amano? Forse che gli stessi gentili non fanno altrettanto?
Voi invece amate quelli che vi odiano e non avrete nemici. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra e sarai perfetto;
se uno ti costringe ad accompagnarlo per un miglio, tu prosegui con lui per due.
Se uno porta via il tuo mantello, dagli anche la tunica. Se uno ti prende ciò che è tuo, non ridomandarlo, perché non ne hai la facoltà. A chiunque ti chiede,
da’ senza pretendere la restituzione, perché il Padre vuole che tutti siano fatti partecipi dei suoi doni.
Didaché cap. 1
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Riguardo al Battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposto tutti questi precetti, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva. Versa sul capo tre volte l’acqua in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E prima del battesimo digiunino il battezzante, il battezzando e, se possono, alcuni altri.
Didaché cap. 7
Come comandò il Signore nel suo Vangelo, così pregate:
Padre Nostro che sei nel cielo, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi il nostro debito, come anche noi lo
rimettiamo ai nostri debitori, e non ci
indurre in tentazione, ma liberaci dal male;
perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.
Pregate così tre volte al giorno.
Didaché cap. 8
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Riguardo all’Eucaristia, così rendete grazie. Dapprima per il calice: “Noi ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo, che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli“. Poi per il pane spezzato: “Ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la vita e la
conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli. Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra; perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli”.
La Didaché è quindi un documento della massima importanza perché è il più an- tico della cultura cristiana dopo i Libri del Nuovo Testamento. Contemporanea dei Vangeli di Marco, Matteo e Luca, fu chiamata anche “Primo catechismo”.