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Nuovo Coronavirus SARS-CoV-2

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Academic year: 2022

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(1)

Modulo 1

SARS-COV-2

• Che cos’è un Virus:

sintomi e cause

• SARS-Cov-2: scoperta e diffusione

• Definizioni e prevenzione

PROGRAMMA DEL CORSO DI INFORMAZIONE

Nuovo Coronavirus SARS-CoV-2

Modulo 2

IL MONDO DEL LAVORO

• Riferimenti Normativi

• Gestione dell’emergenza nell’ambiente lavorativo

• Lavoro e prevenzione

Modulo 3

MISURE DI PREVENZIONE

• Informare per prevenire

• Comportamento da adottare

• Regole sugli spostamenti

Introduzione

(2)

SARS-CoV-2

CHE COS’È UN VIRUS: SINTOMI E CAUSE SARS-COV-2: SCOPERTA E DIFFUSIONE

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

(3)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

IL VIRUS

• I virus sono dei microorganismi estremamente piccoli (immagine:

struttura), visibili solo al microscopio elettronico, costituiti da

materiale genetico (DNA o RNA) racchiuso in un involucro di proteine (capside) e, spesso, anche in una membrana più esterna costituita da

fosfolipidi (un tipo di grassi) e proteine, detta pericapside.

(4)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

• I virus non sono in grado di riprodursi (replicarsi) autonomamente, ma possono farlo esclusivamente all'interno delle cellule dei tessuti di un organismo, causandone la distruzione o, per alcuni virus particolari, la

trasformazione in cellule tumorali.

• La resistenza dei virus nell'ambiente è estremamente bassa, anche se alcuni virus (ad esempio alcuni virus respiratori) possono sopravvivere a

lungo.

• Alcuni tipi di virus possono essere combattuti con farmaci efficaci o prevenuti grazie alla vaccinazione specifica.

(5)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

• I virus possono infettare le

persone per via aerea, alimentare, attraverso rapporti sessuali o attraverso vettori (soprattutto insetti); possono causare disturbi

(sintomi) locali a carico di diversi apparati (ad esempio dell'apparato

respiratorio, digerente o

urogenitale) o generali (sistemici) qualora si diffondano in tutto

l'organismo.

(6)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

SINTOMI

• I disturbi (sintomi) che le infezioni virali causano a carico dei diversi organi o apparati sono spesso simili e, quindi, per individuarne la

causa è necessaria la valutazione del medico di famiglia, o dello specialista, e l'esecuzione di esami di laboratorio.

• Le infezioni virali, spesso, provocano disturbi (sintomi) comuni come malessere, debolezza e febbre che compaiono come conseguenza di

uno stato di infiammazione generale.

(7)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

SINTOMI

• A livello dell'apparato respiratorio, le infezioni virali determinano dolore e infiammazione a

carico della gola (faringite), della laringe (laringite), della trachea e dei bronchi

(bronchite), dei polmoni (polmonite) con tosse, aumentata secrezione di muco o catarro e,

spesso, febbre.

• A livello gastrointestinale le infezioni da virus possono determinare vomito, dolore

addominale e diarrea, talora in presenza di febbre.

(8)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

SINTOMI

• Nell'apparato uro-genitale le infezioni virali possono causare infiammazione e dolore a carico dell'uretra o della vagina, che si

accentua quando si urina o si hanno rapporti sessuali. Inoltre,

possono comparire vescicole o papule localizzate sugli organi genitali esterni.

• A livello della pelle le infezioni virali possono causare eruzioni cutanee o esantemi (manifestazioni di tipo diverso che vanno da arrossamento

della cute fino alla comparsa di bollicine e vescicole) o provocare papule, pustole o foruncoli.

(9)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

CAUSE

• Vi sono diversi virus che possono provocare infezioni nell'uomo.

Alcuni esempi di infezioni virali sono l'influenza (immagini: struttura e

foto al microscopio elettronico), il

raffreddore, l'epatite, il morbillo.

(10)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

CAUSE

• La presenza di un indebolimento del sistema di difesa dell'organismo (sistema immunitario), come avviene nel caso di malattie congenite,

croniche e tumorali, di HIV/AIDS o di cure con farmaci

immunosoppressivi, può facilitare le infezioni da virus e peggiorarne l'andamento.

(11)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

CAUSE

• Le infezioni possono essere trasmesse:

- per via aerea mediante il passaggio di goccioline di saliva o di secrezioni di persone con l'infezione in corso (ad esempio

raffreddore, influenza, faringite e polmonite);

- per via alimentare tramite l'ingestione di acqua o alimenti contaminati (ad esempio epatite A, salmonellosi).

(12)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

CAUSE

• Le infezioni possono essere trasmesse anche:

- per via sessuale attraverso il contatto delle mucose con le secrezioni genitali o con il sangue di persone con l'infezione in forma attiva (ad

esempio sifilide, gonorrea, HIV, condilomi);

- per via parenterale mediante la puntura con aghi o strumentazioni infetti (epatite B e C); attraverso la puntura di insetti o il morso di

animali (ad esempio virus West Nile, rabbia, peste).

(13)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

ANTIBIOTICI E VIRUS

Gli antibiotici non hanno alcun effetto sulle infezioni causate da virus per i quali sono stati sviluppati farmaci diversi, detti antivirali.

• Il raffreddore e l’influenza sono infezioni causate da virus, contro i quali gli antibiotici non hanno alcun effetto.

• L’uso inappropriato degli antibiotici li fa diventare inefficaci.

• L’uso inappropriato degli antibiotici fa sì che i batteri diventino resistenti agli antibiotici verso i quali un tempo erano sensibili,

riducendo le possibilità terapeutiche e di cura.

(14)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

ANTIBIOTICO-RESISTENZA

• Gli antibiotici vanno assunti secondo le modalità prescritte dal medico, completando la terapia prescritta anche se ci si sente meglio. Il mancato uso appropriato degli antibiotici è alla base dello sviluppo dell’antibiotico-resistenza.

• L’acquisizione di resistenza agli antibiotici da parte dei batteri avviene attraverso delle modifiche del DNA batterico. Pertanto, il batterio divenuto resistente potrà infettare chiunque, sia persone che hanno precedentemente assunto antibiotici,

sia chi non ne ha fatto uso.

• Tipi di antibiotici che agiscono attraverso meccanismi differenti e su patogeni diversi. Ogni infezione ha bisogno di antibiotici e terapie differenti, in funzione

della sede di infezione e del tipo di batterio responsabile.

• Gli antibiotici vanno assunti solo in seguito a prescrizione medica.

(15)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

ANTIBIOTICO-RESISTENZA

• I batteri divenuti resistenti agli antibiotici sviluppano infezioni che sono più difficili da trattare e che molto più frequentemente si

associano a complicanze o a esito fatale.

• Molte malattie o infezioni possono manifestarsi con sintomi simili pur essendo dovuti a microrganismi diversi. Un antibiotico va assunto solo

in seguito alla prescrizione del proprio medico.

• L’utilizzo inappropriato di antibiotici sta portando ad un incremento di batteri non più responsivi a diversi tipi di antibiotici. Questo porta a una maggiore difficoltà di trattamento di infezioni un tempo curabili

con gli stessi antibiotici.

(16)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

ANTIBIOTICO-RESISTENZA

L’antibiotico-resistenza è un problema che riguarda tutti noi.

Non avere più a disposizione antibiotici efficaci nel contrastare le infezioni batteriche è un fenomeno preoccupante e che ci potrebbe

portare indietro nel tempo, quando le malattie infettive

rappresentavano la causa di morte di migliaia di persone. I medici sono parte della soluzione. Garantendo un uso responsabile e prudente degli

antibiotici, infatti, possono contribuire a preservarne l'efficacia, attraverso azioni coordinate con la sanità pubblica veterinaria e

l’ambiente.

(17)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

• I Coronavirus (CoV) (immagine:

struttura) sono un genere di virus a RNA (sottofamiglia Orthoronavirinae, famiglia

Coronaviridae, sottordine Cornidovirineae, ordine Nidovirales) che possono

causare diverse malattie nell’uomo, principalmente infezioni del tratto respiratorio

superiore e del tratto gastrointestinale.

(18)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

• La gravità di queste condizioni è molto variabile, dal momento che i Coronavirus sono responsabili sia di una buona parte delle comuni sindromi da raffreddamento sia di sindromi respiratorie gravi come la

SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe Acute Respiratory Syndrome) e la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle

East Respiratory Syndrome).

(19)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

• Devono il loro nome all’aspetto dei virioni al microscopio

elettronico (immagine: foto al microscopio elettronico), dovuto

alle proteine S del peplomero virale che creano un’immagine che ricorda una corona reale o la

corona solare.

(20)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

• I Coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono modificarsi e

infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione.

• Dei 7 coronavirus umani conosciuti fino a oggi e comuni in tutto il mondo, i primi sono stati identificati a partire dagli anni Sessanta, i

più recenti nel nuovo millennio.

(21)

CHE COS’È UN VIRUS:

SINTOMI E CAUSE

• Coronavirus umani comuni:

- 229E (coronavirus alpha);

- NL63 (coronavirus alpha);

- OC43 (coronavirus beta);

- HKU1 (coronavirus beta);

• Altri coronavirus umani:

- MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la MERS);

- SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la SARS);

- SARS-CoV-2 (denominato in precedenza 2019-nCoV che causa la COVID- 19).

(22)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

LA SCOPERTA

• Il 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi hanno riferito

che nella città di Wuhan (provincia di Hubei, Cina centro-orientale) si era

sviluppato un focolaio

epidemico di casi di polmonite atipica a eziologia non nota

(immagine: SARS-CoV-2 al microscopio elettronico).

(23)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

• Il 9 gennaio 2020 il Center for Disease Control cinese

ha comunicato di aver identificato l’agente

causale: un nuovo Coronavirus, dapprima

denominato in via

provvisoria 2019-nCoV e ufficialmente chiamato SARS-CoV-2 (immagine:

struttura del SARS-CoV-2) dall’International

Committee on Taxonomy of Viruses l’11 febbraio 2020

(24)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

• Il Coronavirus SARS-CoV-2 (immagine:

modello 3D del SARS-CoV-2) è stato

sequenziato a metà gennaio dai ricercatori cinesi e successivamente in altri laboratori

nel mondo, compreso quello italiano dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. I risultati mostrano che il SARS-CoV-2 condivide per

il 79,5% la sequenza genica del Coronavirus della SARS e per il 96,2%

quella di un coronavirus dei pipistrelli.

(25)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

COVID-19

• L’11 febbraio 2020 l’OMS ha dato un nome alla malattia

causata da SARS-CoV-2, battezzandola COVID-19 (COronaVIrus Disease-19 in

base all’anno di comparsa) (immagine: RX torace caso

positivo COVID-19).

(26)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

TRASMISSIONE

• Gran parte delle nozioni sulle modalità di trasmissione del SARS-CoV- 2 sono mediate dalle conoscenze sugli altri Coronavirus patogeni per gli esseri umani e dai dati finora disponibili sull’epidemia, sui focolai e

i casi sporadici segnalati nel resto del mondo.

• Tuttavia allo stato attuale non si può escludere che il nuovo agente patogeno abbia caratteristiche di trasmissione in parte differenti da

quelle già note per altri virus del suo genere.

(27)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

TRASMISSIONE

• Le modalità di trasmissione interumana dei Coronavirus sono:

- per via aerea, attraverso la saliva e l’aerosol delle secrezioni delle vie aeree superiori veicolati da tosse e/o starnuti;

- per contatto diretto ravvicinato, con la stretta di mano e toccando con le mani contaminate le mucose di bocca, naso e occhi;

- per via oro-fecale.

(28)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

TRASMISSIONE

• Il periodo di incubazione è stimato fra i 2 e i 14 giorni, con una media di 5 giorni.

• L’OMS ha ribadito che il meccanismo principale di trasmissione del SARS-CoV-2 è il contatto con i casi sintomatici (persone che hanno contratto l’infezione e hanno già manifestato i sintomi della malattia),

ma ha riconosciuto la possibilità, più rara, di una trasmissione da persone con infezione non ancora sintomatiche, in analogia con

(29)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

TRASMISSIONE

• In analogia con il comportamento di altri Coronavirus si ipotizza che la trasmissione, legata all’aerosol di secrezioni e particelle virali sia

proporzionale alla gravità dei sintomi respiratori.

• Non è chiaro quando inizia la trasmissibilità, anche se è probabile, come già detto, che la maggior parte dei casi secondari provenga da

individui già sintomatici.

(30)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

SINTOMATOLOGIA

• I sintomi più comuni di un’infezione delle alte vie respiratorie da parte dei coronavirus nell’uomo includono febbre, tosse, cefalea, faringodinia, difficoltà respiratorie, malessere generale per un breve periodo di tempo.

Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite o broncopolmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale, fino alla morte.

• L’interessamento delle basse vie respiratorie e le complicanze sono più frequenti nelle persone con preesistenti patologie croniche dell’apparato cardio-vascolare e/o respiratorio e nelle persone con compromissione del

sistema immunitario, nei neonati e negli anziani.

(31)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

SINTOMATOLOGIA

• Il quadro dell’infezione da SARS-CoV-2 è quello della polmonite virale acuta. I sintomi d’esordio dell’infezione da SARS-CoV-2 sono piuttosto aspecifici e si

presentano nel 90% dei casi in forma sindromica:

- iperpiressia (>90% dei casi) anche elevata, sopra i 39°C;

- tosse in genere secca (45-80% dei casi), più raramente produttiva (28% dei casi);

- malessere (44-80% dei casi);

- dispnea (20-50% dei casi) entro una mediana di 8 giorni;

- faringodinia (5% dei casi);

- cefalea (3-20% dei casi);

- mialgie (11-23% dei casi).

(32)

SARS-COV-2:

SCOPERTA E DIFFUSIONE

SINTOMATOLOGIA

• A differenza di altri Coronavirus umani, sono rari i sintomi gastrointestinali come la diarrea (2-3% dei casi), la nausea e il vomito (1% dei casi).

• Tra le complicanze, l’ARDS (Sindrome da Distress Respiratorio Acuto) (15- 30%) si manifesta dopo 9 giorni (valore mediano), seguita dall’immediato

ricovero in terapia intensiva per il supporto ventilatorio. Si verifica con maggior frequenza nei pazienti con comorbilità, in particolare ipertensione

arteriosa e diabete mellito. Altre complicanze includono coma,

compromissione neurologica, ipotensione, shock, insufficienza renale, ischemia del miocardio.

(33)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CASO

• In Italia la Circolare del Ministero della Salute n. 1997 del 22 gennaio 2020, ha stabilito l’attivazione del sistema di sorveglianza dei casi sospetti di infezione da SARS-CoV-2.

• Il coordinamento della sorveglianza è affidato all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che raccoglie le segnalazioni dalle

Regioni attraverso una piattaforma web dedicata.

• La definizione di caso (sospetto, probabile e confermato) si basa sulle informazioni attualmente disponibili e può

essere rivista in base all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili.

(34)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CASO SOSPETTO

• Una persona con infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno dei seguenti sintomi: febbre, tosse, dispnea) che ha richiesto o meno il ricovero in ospedale e nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia,

ha soddisfatto almeno una delle seguenti condizioni:

- storia di viaggi o residenza in Cina oppure

- contatto stretto con un caso probabile o confermato di infezione da SARS-CoV-2 oppure

- ha lavorato o ha frequentato una struttura sanitaria dove sono stati ricoverati

(35)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CASO SOSPETTO

• Si sottolinea che la positività riscontrata per i comuni patogeni respiratori potrebbe non escludere la coinfezione da SARS-CoV-2 e pertanto i campioni vanno comunque testati per questo virus. I dipartimenti di prevenzione e i servizi

sanitari locali valuteranno:

- eventuali esposizioni dirette e documentate in altri paesi a trasmissione locale di SARS-CoV-2;

- persone che manifestano un decorso clinico insolito o inaspettato, soprattutto un deterioramento improvviso nonostante un trattamento adeguato, senza tener

conto del luogo di residenza o storia di viaggio, anche se è stata identificata un’altra eziologia che spiega pienamente la situazione clinica.

(36)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CASO SOSPETTO DI COVID-19 CHE RICHIEDE ESECUZIONE DI TEST DIAGNOSTICO

1. Una persona con infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno tra i seguenti segni e sintomi: febbre, tosse e difficoltà

respiratoria) e senza un'altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica e storia di viaggi o residenza in un Paese/area in

cui è segnalata trasmissione locale durante i 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi; oppure

(37)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CASO SOSPETTO DI COVID-19 CHE RICHIEDE ESECUZIONE DI TEST DIAGNOSTICO

2. Una persona con una qualsiasi infezione respiratoria acuta e che è stata a stretto contatto con un caso probabile o confermato di COVID-19 nei 14

giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi; oppure

3. Una persona con infezione respiratoria acuta grave (febbre e almeno un segno/sintomo di malattia respiratoria – es. tosse, difficoltà respiratoria) e

che richieda il ricovero ospedaliero (SARI) e senza un'altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica.

(38)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CONTATTO STRETTO

• Il contatto stretto di un caso probabile o confermato è definito come:

- Una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19;

- Una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID- 19 (per esempio la stretta di mano);

- Una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (ad esempio toccare a mani nude

fazzoletti di carta usati);

(39)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CONTATTO STRETTO

• Il contatto stretto di un caso probabile o confermato è definito come:

- Una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a

15 minuti;

- Una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) con un caso di COVID-19 per

almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;

(40)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CONTATTO STRETTO

• Il contatto stretto di un caso probabile o confermato è definito come:

- Un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei

DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;

(41)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CONTATTO STRETTO

• Il contatto stretto di un caso probabile o confermato è definito come:

- Una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno

dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa

sezione dell’aereo o in tutto l’aereo).

(42)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CASO PROBABILE

• Un caso sospetto il cui risultato del test per SARS-CoV-2 è dubbio o inconcludente utilizzando protocolli specifici di Real Time PCR per SARS-CoV-2 presso i Laboratori di Riferimento Regionali individuati o

è positivo utilizzando un test pan-coronavirus.

(43)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI CASO CONFERMATO

• Un caso con una conferma di laboratorio per infezione da SARS-CoV- 2, effettuata presso il laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto

Superiore di Sanità (ISS) o da laboratori Regionali di Riferimento che rispondano ai criteri indicati, indipendentemente dai segni e dai

sintomi clinici.

(44)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI EPIDEMIA

• Manifestazione frequente e localizzata, ma limitata nel tempo, di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus.

• L’epidemia si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve

tempo.

• L’infezione si diffonde, dunque, in una popolazione costituita da un numero

(45)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI FOCOLAIO EPIDEMICO

• Si parla di focolaio epidemico quando una malattia infettiva provoca un aumento nel numero di casi rispetto a quanto atteso all’interno di

una comunità o di una regione ben circoscritta.

• Per individuare l’origine di un focolaio è necessario attivare

un’indagine epidemiologica dell’infezione tracciando una mappa degli spostamenti delle persone colpite.

(46)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI LETALITA’ E MORTALITA’

• In medicina con il termine letalità ci si riferisce al numero di morti sul numero di malati di una certa malattia entro un tempo specificato. La letalità è una misura della gravità di una malattia e si usa in particolar

modo per le malattie infettive acute.

• La mortalità, che spesso viene erroneamente confusa con la letalità, è concettualmente differente e porta a risultati molto diversi, in quanto

mette a rapporto il numero di morti per una determinata malattia (o addirittura per tutte le cause) sul totale della popolazione media presente

nello stesso periodo di osservazione.

(47)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI LETALITA’ E MORTALITA’

• Di conseguenza, esistono malattie che pur avendo una letalità altissima hanno una mortalità insignificante, in quanto poco frequenti nella

popolazione totale.

• La distinzione tra tasso di letalità e tasso di mortalità è sostanziale sia per fare chiarezza sull’impatto nella popolazione, sia per decidere azioni di

sanità pubblica.

• Da questa distinzione si può comprendere quanto sia importante contenere la diffusione del contagio: se aumentassero i contagiati ci

sarebbero più casi “letali”.

(48)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI PANDEMIA

• Diffusione di un agente infettivo in più continenti o comunque in vaste aree del mondo. La fase pandemica è caratterizzata da una

trasmissione alla maggior parte della popolazione.

(49)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI PANDEMIA

• Al momento secondo l’OMS COVID-19 è una

pandemia (immagine: casi positivi al COVID-

19 a fine marzo 2020).

(50)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI QUARANTENA

• Periodo di isolamento e di osservazione di durata variabile che viene richiesta per persone che potrebbero portare con sé germi

responsabili di malattie infettive.

• L’origine del termine quarantena si riferisce alla durata originaria di quaranta giorni, che in passato si applicava rigorosamente soprattutto

a chi proveniva dal mare.

(51)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI QUARANTENA

• Oggi, il tempo indicato per la quarantena varia a seconda delle varie malattie infettive, in particolare relativamente al periodo

d’incubazione identificato per quella malattia infettiva.

• Per il SARS-CoV-2 la misura della quarantena è stata fissata a giorni quattordici, e si applica agli individui che abbiano avuto contatti

stretti con casi confermati di COVID-19.

(52)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’

• La sensibilità e la specificità sono due criteri utilizzati per valutare la capacità che ha un test diagnostico o di screening di individuare correttamente coloro che hanno la malattia ricercata e coloro che

invece ne sono privi.

(53)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’

• La sensibilità di un test è la sua capacità di identificare correttamente gli individui malati. In termini di probabilità, la sensibilità è la

probabilità che un malato vero risulti positivo al test, e quindi viene indicata come la proporzione di veri malati che risultano positivi al test. Che un test abbia un'alta sensibilità non è però sufficiente: un

buon test deve anche identificare come positivi soltanto quelli che hanno la malattia; è necessario, cioè, che fra i test risultati positivi

siano inclusi il minor numero possibile di coloro che non hanno la malattia (falsi positivi).

(54)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI SENSIBILITA’ E SPECIFICITA’

• Da questa osservazione deriva il concetto di specificità. La specificità di un test è la sua capacità di identificare correttamente i soggetti che

non hanno la malattia. In termini di probabilità, la specificità è la probabilità che un individuo veramente senza la malattia risulti negativo al test, quindi è la proporzione di persone con la malattia

che risultano negativi al test.

(55)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI SOGGETTO ASINTOMATICO

• Soggetto che, nonostante sia affetto da una malattia, non presenta alcun sintomo apparente.

• Una malattia può rimanere asintomatica per periodi brevi o lunghi; alcune malattie possono rimanere asintomatiche per sempre.

• La presenza di pazienti asintomatici affetti da Coronavirus sembra possibile anche nel caso del SARS-CoV-2, tuttavia, secondo l’OMS, le persone

sintomatiche sono attualmente la causa più frequente di diffusione del virus.

(56)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DEFINIZIONE DI IPERSUSCETTIBILITA’

• Si definiscono “ipersuscettibili” i portatori di patologie attuali o pregresse che li rendano suscettibili di conseguenze particolarmente gravi in caso di contagio;

• sono coloro i quali presentano delle patologie croniche e/o seguono terapie specifiche croniche e/o hanno subito in passato degli interventi e/o presentano

delle condizioni morbose specifiche tali da determinare uno stato di immunodepressione o comunque uno stato di salute cagionevole.

• A causa del loro stato di salute, nel corso di questa emergenza sanitaria, risultano essere una delle fasce di popolazione più a rischio di contrarre un’infezione da

COVID-19.

(57)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

TERAPIA SINTOMATICA E DI SUPPORTO

• Al momento non ci sono terapie consigliate per il SARS-CoV-2 e nelle linee guida sull’assistenza ai pazienti sono indicate solo terapie di supporto.

• Il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2 è al momento aspecifico, sintomatico e di supporto, mirato al controllo della febbre, alla

reidratazione e al supporto della funzionalità respiratoria, come per altre polmoniti virali, con l’utilizzo di antibiotici solo in caso di sovrainfezione

batterica.

(58)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

TERAPIA SINTOMATICA E DI SUPPORTO

• Si discute sull’immediata autoprescrizione di antipiretici ai primi sintomi di febbre e malessere, in quanto potrebbe mascherare le prime

manifestazioni dell’infezione da SARS-CoV-2 e ritardare la diagnosi differenziale.

• Quando la compromissione delle funzioni respiratorie è particolarmente grave e si evolve in ARDS, oltre alla respirazione assistita è possibile ricorrere anche all’ECMO (ossigenazione extracorporea a membrana). Il suo utilizzo era già previsto dal Ministero della Salute per le polmoniti più

gravi da virus influenzale H1N1 del 2009.

(59)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE:

IL LAVAGGIO DELLE MANI

• L’OMS definisce l’igiene delle mani la procedura più semplice ed economica per contrastare le infezioni, compresa quella da

SARS-CoV-2.

(60)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: IL LAVAGGIO DELLE MANI

• Perché il lavaggio delle mani sia efficace occorre che la procedura sia eseguita per 40 secondi avendo cura di insaponare e sfregare il sapone sul palmo, sul dorso e nello spazio tra le dita. Le mani vanno

sciacquate quindi con acqua corrente pulita, fredda o tiepida.

• In assenza di acqua si raccomanda il frizionamento delle mani con soluzione alcolica per 20-40 secondi.

(61)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: IL LAVAGGIO DELLE MANI

• Le mani vanno lavate spesso, in particolare:

- prima e dopo aver cucinato;

- prima di mangiare;

- dopo essere stati in bagno;

- prima e dopo aver assistito qualcuno con vomito o diarrea;

- prima e dopo aver medicato una ferita;

- dopo aver cambiato il pannolino a un bambino;

- dopo essersi soffiati il naso, dopo aver tossito o starnutito.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

COME LAVARSI LE MANI CON ACQUA E SAPONE?

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

COME LAVARSI LE MANI CON ACQUA E SAPONE?

LAVA LE MANI CON ACQUA E SAPONE

SOLTANTO SE VISIBILMENTE

SPORCHE.

ALTRIMENTI SCEGLI LA SOLUZIONE ALCOLICA

DURATA DELL’INTERA PROCEDURA:

40-60 SECONDI

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

COME PRODURRE GEL ALCOLICO LAVAMANI DA INDICAZIONI OMS

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito le sue precise indicazioni in un documento-guida per mettere a punto un disinfettante molto simile a

quelli largamente diffusi in commercio.

L'ingrediente base è l'alcol etilico, efficacissimo per disinfettare le mani purché mescolato con acqua e in una concentrazione di alcol tra il 60% e

l'80% circa.

Gli ingredienti per 1 litro di soluzione: 833 ml di alcol etilico al 96%, 42 ml di acqua ossigenata al 3%, 15ml di glicerina (glicerolo) al 98%, Acqua distillata

oppure acqua bollita per 1 minuto e fatta raffreddare(quanto basta per arrivare a 1 litro).

(65)

DEFINIZIONI E PREVENZIONE

PROCEDIMENTO

• Il contenitore può essere di plastica o vetro, mentre la soluzione può essere mescolata con attrezzi di plastica,

metallo. Si versano 833 ml di alcol nel recipiente, poi si mescolano 42 ml di acqua ossigenata.

• Alla miscela si aggiungono 15 ml di glicerolo per rendere tutto il composto più viscoso e, infine, l’acqua previamente

bollita (oppure l'acqua distillata). La soluzione ottenuta può essere conservata in una o più bottigliette.

• La soluzione va fatta riposare 72 ore per permettere all’acqua ossigenata di eliminare eventuali spore presenti

nel contenitore. Essendo l’alcool una sostanza molto volatile i contenitori devono garantire la buona tenuta per

evitarne la fuoriuscita altrimenti si abbasserebbe la percentuale utile di alcool e la soluzione perderebbe di

efficacia. In alternativa si indica la preparazione della soluzione con le misure espresse in grammi (nel caso di

impego di una bilancia invece del cilindro graduato).

Gli ingredienti per 200 ml di soluzione:

• 135 g alcool etilico 96%;

• 8 g acqua ossigenata a 10 volumi (quella che si usa di solito, al 3%);

• 4 g glicerina;

• 22 g acqua distillata sterilizzata oppure acqua bollita per 1 minuto e fatta raffreddare;

COME PRODURRE GEL ALCOLICO LAVAMANI DA INDICAZIONI OMS

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

COME FRIZIONARE LE MANI CON LA SOLUZIONE ALCOLICA ?

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

LAVA LE MANI CON ACQUA E SAPONE SOLTANTO SE VISIBILMENTE SPORCHE.

ALTRIMENTI SCEGLI LA SOLUZIONE ALCOLICA

COME FRIZIONARE LE MANI CON LA SOLUZIONE ALCOLICA ?

DURATA DELL’INTERA PROCEDURA:

20-30 SECONDI

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA COUGH ETIQUETTE

• Per proteggere gli altri, in presenza di qualsiasi infezione respiratoria, bisognerebbe sempre coprire naso e bocca quando si tossisce o

starnutisce, possibilmente con un fazzoletto di carta o coprendosi con la parte interna del gomito. Il fazzoletto di carta va quindi eliminato e

occorre lavarsi subito le mani con acqua e sapone.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA COUGH ETIQUETTE

• In alcuni Paesi asiatici, in particolare Cina e Giappone, le persone hanno l’abitudine di utilizzare le mascherine chirurgiche anche

quando sono sane o hanno un semplice raffreddore.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA COUGH ETIQUETTE

• A riguardo l’OMS segnala che la circolazione di persone provenienti da questi Paesi con mascherina chirurgica non deve allarmare e non deve essere considerato segno di infezione respiratoria grave e/o da SARS-CoV-2, si tratta semplicemente di una usanza tipica del Paese

(cough etiquette).

• Inoltre l’OMS segnala che l’uso delle mascherine da parte di persone sane a scopo di prevenzione non è raccomandato in quanto tale

pratica non è sostenuta da prove di efficacia.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA COUGH ETIQUETTE

• Il timore di infezione da SARS-CoV-2 ha portato a un uso non giustificato di mascherine, causando un picco di richieste e un

conseguente aumento dei prezzi.

• Il rischio inoltre è che tale aumento di richiesta possa determinare difficoltà di approvvigionamento in caso di focolai epidemici

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA COUGH ETIQUETTE

• L’utilizzo infatti è raccomandato solo in caso di malattia (sintomi febbrili e respiratori) per diminuire il rischio di contagio di parenti, amici, colleghi, personale di assistenza, contatti ravvicinati casuali per esempio sui mezzi pubblici, compagni di scuola, persone con difese immunitarie diminuite e

anche neonati durante l’allattamento.

• Non va dimenticato infine che, se necessarie, le mascherine devono essere indossate e maneggiate con cura dopo aver lavato le mani, così da evitare il

rischio di trasmissione associato all’uso scorretto.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA COUGH ETIQUETTE

• In particolare si raccomanda di:

- posizionare la mascherina sulla bocca e sul naso riducendo lo spazio tra il viso e la maschera;

- evitare di toccare la mascherina;

- togliere la mascherina senza toccarla davanti;

- cambiare la mascherina con una pulita, non riutilizzare due volte la stessa.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA VACCINAZIONE

ANTINFLUENZALE

• La vaccinazione antinfluenzale non protegge dall’infezione da

SARS-CoV-2. Tuttavia l’OMS raccomanda la vaccinazione antinfluenzale perché riduce in

una certa percentuale gli episodi e la gravità dei sintomi e segni dell’infezione da SARS-

CoV-2.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

MISURE DI PREVENZIONE: LA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE

• La vaccinazione favorisce inoltre la diagnosi differenziale e da un punto di vista organizzativo le strutture sanitarie possono occuparsi

dei casi sospetti, che richiedono un grande dispendio di risorse umane, diagnostiche e assistenziali, in contemporanea con il picco

influenzale.

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DEFINIZIONI E PREVENZIONE

DOVE INFORMARSI

• La pandemia sta diffondendosi e i dati sono in continua evoluzione e mutamento e ancora caratterizzati da notevoli incertezze, ma sono

stati forniti in bibliografia siti istituzionali attendibili, in inglese e in italiano, che sono regolarmente aggiornati e che si consiglia di

consultare al momento della lettura, per verificare le informazioni più recenti disponibili.

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