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4. LA LINGUA DI

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Academic year: 2021

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4. LA LINGUA DI ESTAÇÃO

L'analisi della lingua dei racconti che compongono Estação non può prescindere, a nostro avviso, dalla determinazione delle peculiarità dello stile di Nuno Bragança così come ci viene offerta dalla critica letteraria:

«A sua prosa é capaz da contensão e da sobriedade, mas também jogada e brincada, mudando de ritmo e de registo na passada; rápida mas capaz de sustentar o fólego longo; eficaz nos efeitos de representação dos mundos conhecíveis e a conhecer do mundo de mundos que é o real histórico, mas indo até ao puro gozo da invenção verbal e proverbial, ao jogo de palavras, à imitação-invenção da truculência oral de sociolectos vários, à recriação sintáctica. Insistentemente irónica, de uma ironia que não defende apenas as distâncias mas é gesto de cumplicidade ao mesmo tempo enternecida e desabrida; não choraminga, mas pode tornar-se elegíaca ou fazer o grande desamparo desatinado, a culpa desesperada, o grande susto, ou então a grande exultação»1.

Una simile definizione, sebbene relativa alla scritta dei romanzi bragantini, si adatta perfettamente anche alla prosa dell'ultima opera pubblicata prima della morte dello scrittore. In ognuno di questi racconti, infatti, si ritrovano, in quantità e in concentrazione differente, quegli elementi del discorso (dall'impiego di neologismi, dialettalismi e regionalismi alla rielaborazione dei giochi di parole,

1 Miguel Gusmão, Autobiografia em três romances, in «Jornal de Letras, Artes e Ideias», Lisboa, 25/10/1995, pp. 4.

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dalla pluralità degli idioletti all'alternanza dei registri linguistici, tanto per dare un esempio) che costituiscono altrettanti punti critici per la traduzione dei testi presi in esame.

Allo scopo di mettere in luce tali problemi e per meglio definirne il carattere e la portata, ci sembra opportuno analizzare ogni singolo racconto per meglio esplicitare le specificità linguistiche riscontrabili all'interno dell'opera.

4.1. O Imitador (L'imitatore)

La prima difficoltà del racconto è rappresentata dal sintagma tasquinha modernaça, che ho risolto con «una piccola tavola calda con pretese di modernità»: da un lato, si è voluto rendere il diminutivo utilizzando un aggettivo che recuperasse le dimensioni del sostantivo, dall'altro esplicitando il dispregiativo con una perifrasi che mantenesse il significato dell'aggettivo portoghese.

Continuando nella lettura, vediamo che le risate degli avventori della taverna ci vengono descritte utilizzando un'isotopia di ordine prima militare (rajada de risota), poi animale (matilha de risos), quindi nuovamente militare (estoirou outro ataque de riso): per analogia, si è scelto di tradurle ricorrendo a isotopie di identica natura («una raffica di risate», «un nuovo ululato di risa», «un'altra esplosione di risate»). In base al criterio appena fissato, traduciamo diversi vocaboli ed espressioni di ambito teatrale, quali espectadores «spettatori», familiaridade de bastidores «familiarità da compagni d'arte», parte «parte», cena «scena», aptidoẽs histriónicas «abilità istrioniche», reportório «repertorio», encenador «regista», palco «palco», pano de fundo «sfondo», ribalta «ribalta», e ancora una serie di elementi verbali riconducibili alla sfera sacra: claustral «monacale», badalo conventual «campana di un convento», freira «suora», sacristão «sacrestano», Papa «Papa», cardeal «cardinale», Igreja «Chiesa».

Il racconto è poi disseminato di elementi , non sempre traducibili con un

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equivalente cultismo, che contribuiscono all'innalzamento del tono generale della narrazione e che, allo stesso tempo, marcano ironicamente il discorso del protagonista: ancestralidade «avi», etilizados «alcolizzati», alienação «alienazione», deglutição «deglutire», génica viril «istinto virile», asfíxia piscatoria «annegamento in mare», urdido «ordito», digressão coreográfica «parentesi coreografica», intervencionismo aggressor «intervento aggressivo», insofismável «incontrovertibile», sono alcuni esempi di una scelta lessicale di alto livello mirata a ridicolizzarne la pretesa di scalata sociale. Da ciò è derivata la decisione di tentare rendere tali espressioni con un lessico qualitativamente adeguato, senza però cadere nel puro calco che, in italiano, potrebbe suonare eccessivamente retorico.

Numerosi sono poi i termini relativi alle modalità di offesa a mani nude: sostantivi quali pontapé «calcio», encontrões «spintoni», cachação «scappellotto», murro «pugno», piparote «buffetto», bofetadas «schiaffi», cabeçada «testata», vengono impiegati per marcare il livello sociale degli avventori della taverna e dei braccianti rispetto alla nobiltà cui fanno parte i tre fratelli Vianna. Analogamente a quanto accade per i termini appena elencati, l'autore insiste su uno stesso registro linguistico, stavolta basso, nel presentare una serie di vocaboli spesso relativi al vivere quotidiano dei ceti meno abbienti: emborcavam «si scolavano», pesadoẽs «energumeni», bestas «bestie», biscate «lavoretto», tachada «sbornia», matreiro «scaltro», pategos «bifolchi», tostões «quattrini», mourejar «spaccarsi la schiena».

Particolarmente interessante è la riformulazione, con un evidente scopo satirico, di espressioni del lessico portoghese: se i giovani rappresentanti della nobiltà rurale sono definiti atletas (anziché campeões) feudais «atleti feudali»e i lavoratori agricoli ricevono l'appellativo di bimbos (anziché servos) da gleba «stolti della gleba»2, è oltremodo chiaro l'atteggiamento ironico del narratore.

Ancora più intensa per l'ardito accostamento di sacro e profano risulta essere la

2 Per entrambe le espressioni si veda AA.VV., Dicionário da Língua Portuguesa Contemporânea da

Academia das Ciências de Lisboa, Lisboa, Academia das Ciências de Lisboa e Editorial Verbo, 2001.

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parafrasi di una notissima frase biblica: dar de beber a quem tem sede e de bailar a quem tem cio «dare da bere agli assetati e da ballare a chi è in fregola». Accanto a queste, sono presenti alcune frasi o espressioni idiomatiche come filho-família «figlio di papà», de pé atrás «pieno di dubbi e diffidenza», tinha lançado à cara «aveva sbattuto in faccia», ser safado «fare il bastardo», dada aos copos «dedita all'alcol», pugnavam de caras «lottavano a viso aperto», fazer vazas «zero assoluto», leito de cardos «letto di chiodi», cegada «roba da matti», che sono state tradotte con analoghe espressioni della lingua italiana.

Una menzione particolare merita il testo della canzone che appare nel racconto: si è voluto tradurne i versi cercando di mantenere il significato originale e rispettando quanto più possibile il ritmo, la metrica e le rime.

4.2. A Navalhada (La coltellata)

Il secondo racconto della raccolta è caratterizzato dall'uso di numerosi termini appartenenti all'isotopia che potremmo definire “della lotta di classe”: capataz «caposquadra», operários «operai», criado da máquina «schiavo delle macchine», camaradagem «cameratismo», desemprego «disoccupazione», paragem «serrata», greve «sciopero», patronato «padronato», recrutar «reclutare», cabecilha «capopopolo» contribuiscono a definire l'atmosfera del racconto: la loro traduzione non ha presentato particolari difficoltà poiché la nostra lingua presenta degli equivalenti più che adeguati.

Un'altra isotopia, legata alle origini degli emigranti del racconto, è quella rurale: incontriamo vocaboli ed espressioni come cultivos «campi coltivati», paragem campesina «pausa contadina», para o amanho «per coltivare», herdades «grandi proprietà», andei à jorna «ho lavorato a giornata», lavrador «contadino», semear «seminare», leiva «terreno».

Poco numerosi ma fortemente espressivi sono i neologismi: primaverou, letteralmente «primaverò», ovvero «sembrò riprendere vita»; filifoliado

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(«filifogliato») «filiforme»; homunculado (si noti l'uso del suffisso -ado, al posto del più corrente e corretto -izado) «omuncolizzato»; toupeirasse (verbo costruito per derivazione denominale da toupeira, talpa) «minasse», testicularmente (con uno slittamento da una dimensione etico-morale a una prettamente e grezzamente fisica) «virilmente», colpiscono per la vividezza dell'immagine. Per non alterarne il peso si è scelto, nel terzo caso, e solo parzialmente nel secondo, di ricreare lo stesso vocabolo in italiano (operazione possibile per via della comune radice latina delle lingue di partenza e di arrivo), nel primo e nel quinto di introdurre un elemento che mantenesse il senso dell'originale e nel quarto di impiegare una frase idiomatica di eguale intensità semantica.

Analogamente intense risultano alcune espressioni non lessicalizzate, come força centrífuga ancestral «forza centrifuga ancestrale», desarranjo orgânico «disordine organico», esticão erector «strattone erettore», repartimento babilónico «babilonia dialettale», laminada divisão de carne viva «squarcio tracciato nella carne viva», delle quali si è voluto mantenere il più possibile il senso e la struttura sintagmatica. Simile strategia è stata adottata per la resa delle frasi fatte sparse nel testo: peneira quanto custa «valuta ciò che è importante», me pica o sangue «mi fa il sangue amaro», de abalada «in partenza», arrepia-cabelo (accappona-pelo) «che dava i brividi».

Un'attenzione particolare, per l'importanza che rivestono all'interno della narrazione, meritano una serie di vocaboli, espressioni e modi di dire appartenenti al registro dell'oralità: si va da veri e propri regionalismi, come ele há tempo e ele há tempo «c'è momento e momento», vocemecês «voialtri», atão «e allora», tavas à espera «ci stavi aspettando», nã foi «dì la verità», pró «per», a elementi quasi vernacolari come à coca de «al varco», estranja «straniera», gaiatagens «ragazzate», parvajão «allocco».

Si noti, infine, il terzetto formato dai sostantivi carqueja (pianta tipica del nord), belgas (nome alentejano dei canali di irrigazione dei campi3) e lameiros (le

3 Si veda Priberam Informática – Língua Portuguesa On-line, http://www.priberam.pt/dlpo/dlpo.aspx (Data di accesso 28/05/07).

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paludi onnipresenti nelle regioni centrali): nell'economia della narrazione essi sintetizzano e riflettono in modo esemplare la diversa provenienza degli immigrati del racconto, per questo si è cercato di renderli in modo da riproporre chiaramente questa divisione geografica.

4.3. Uma Despedida (Un addio)

La caratteristica linguistica che subito balza all'occhio nel terzo racconto è la ricchezza delle isotopie e il numero di vocaboli ed espressioni che a queste fanno riferimento.

Alla sfera del fuoco e della luce appartengono chama (fiamma) «calore», atiçara «aveva acceso», lumes «fuoco», dardejava «fiammeggiava», fulgor «lampo», esplendor «bagliore», chispas «scintille», faiscou «si incendiò», fervente «bollente», mentre quella del sesso comprende namoros «relazioni», varão «fustaccio», masturbação «masturbazione», cornear «cornificare», pegas «puttane», espicaçado «attizzato», ardores «ardore», endireitado «dritto».

L'espressione della metodicità, carattere principale del protagonista, costituisce un'altra isotopia piuttosto nutrita: possiamo segnalare pontualidade «puntualità», viver encaixilhado em hábitos (vivere inquadrato nelle proprie abitudini) «il fatto che fosse un abitudinario», rotina «routine», relògio (orologio) «abitudinarietà», bussolada «scandita», metódica «metodica», hábito «abitudine». Di senso contrario a questa, l'isotopia del crollo è ben presente rappresentata: troviamo infatti i sostantivi abalo «scossa» e sacão «colpo», le voci verbali abalara «aveva scosso»e desarrumou «fece tremare», e l'aggettivo derrubadas «rovesciate». Non meno folta l'area semantica che abbraccia una serie di termini riguardanti lo stato d'animo del protagonista dopo il fatale incontro con la Donna della metropolitana: alarme «allarme», aterrado «terrorizzato», ameaça «minaccia», ficou estarrecido «si spaventò», esparvoado «atterrito», esgazeada «stralunata». Nel racconto c'è spazio anche per l'isotopia

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bellica: cerco «assedio», ataque audaz «attacco audace», castelo sitiado «castello assediato», desarmado «disarmato».

L'ultima isotopia degna di nota è quella dell'ascensione: guindou «si inerpicò», trilho ascendente pelo qual treparia «sentiero ascendente lungo il quale inerpicarsi», alpinismo «scalata», cume «vetta», ascenção «ascesa».

In ultima battuta, ma non meno importante per la definizione del tono generale del racconto, è da sottolineare l'uso di espressione appartenenti a un registro linguistico colto o comunque ricercato, come atrofiara «aveva atrofizzato», condiscípulos (condiscepoli) «compagni di scuola», inexperiência genital (inesperienza genitale) «inesperienza sessuale», insatisfação uterina «insoddisfazione uterina», lar conjugal «dimora coniugale», fortemente o puritanisara (puritanizzato) «lo aveva reso tanto puritano», semblante «aspetto», didatismo appressado «didattismo frettoloso».

4.4. A Tia de Inglaterra (La zia d'Inghilterra)

L'artificio retorico che genera la struttura stessa del testo, conosciuto come monologo fittizio, determina la presenza di numerose forme verbali che ci avvisano della presenta di un narratario esplicito interno al racconto: ñao tem dúvidas «non si preoccupi», não esturre «non si scaldi», oiça «ascolti», acha «ritiene», olhe «senta», não leve «non pensi», está a ver «vede», sabe «è capace», já ouviu «ha mai ascoltato», não sei se sabe «non so se sa», lembre-se «si ricordi», veja «veda», deixe-me «mi lasci». A queste si aggiungono i sostantivi chefe «capo» e amigo «amico» usati come appellativi.

Estremamente gustose sono le espressioni usate dal narratore per alludere al membro maschile: pincel para águas-fortes «un bel pennellone di setole dure», um verdadeiro braço de profeta apontando os rumos «come il braccio del profeta che indicava la direzione giusta» e lança-chamas «lanciafiamme».

Restando in tema di erotismo, si contano numerosissimi vocaboli

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appartenenti ad almeno cinque grandi aree semantiche che descrivono particolari dell'atto sessuale. All'interno dell'allegoria bellica l'amante è un adversário «avversario» che si nasconde in una torre fotificada «torre forificata» contro la quale il protagonista, in qualità di invasor «invasore» dotato di una pontaria sem oscilações «una mira praticamente perfetta», sferra un ataque «attacco» fatale come un estoquear à morte «una stoccata mortale» utilizzando máquinas de assalto «macchine da assedio» e escadas «scale» mirato a desmoronar «distruggere» quelle difese (muralhas «bastioni»). Altrettanto classico è l'accostamento sesso-cibo: dell'amante si citano i sabores «sapori» gustati nell'atto del primeiro abocanhar «primo morso» dato per tomar os gostos dela «assaporarla». La musica fornisce il materiale linguistico per la terza allegoria: toquei à carga «suonai la carica», afferma il protagonista definendo la sua azione seduttiva come uma boa sessão de jazz «una buona sessione di jazz», un solo «assolo» che prepara a instrumentação «gli strumenti» per il final «finale», il quale parte con una surdinazinha «debole sordina» e aumenta aos lanços «in piccoli gridolini» fino a raggiungere un ritmo da batuque «tarantella». Due attività sportive, la pesca e l'alpinismo, costituiscono la quarta e la quinta allegoria: la compagna è um peixe «pesce» che non fa altro che dibater-se «dibattersi» e si rende conto di essere stato catturato solo no esticar da linha «quando la lenza si tende» mentre viene trascinato verso l'imbarcação «barca» del compagno-pescatore, e l'atto sessuale è una escalada «arrampicata» lungo le faldas da montanha «pareti della montagna» verso la bocca di una cratera «cratere».

In un racconto basato sul dialogo diretto tra un narratore e un ascoltatore immaginario non possono mancare espressioni legate all'oralità: tinha topado «si era accorta», dava meia volta e raspas «avrei alzato i tacchi per andarmene», darmos um pé de cama «infilarci sotto le lenzuola», abria a porta à plena guita «avrebbe spalancato la porta», com vinagre «aspramente», até haver criança à vista, bem arrematada «fino a che il suo stato di gravidanza non fosse stato ben evidente», cara ou coroa «testa o croce», tinha mandado para cobrir juros

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«aveva il mandato per riscuotere gli interessi», de ir tomando pé «rendendomi conto», o pisgar-se dela «la sua fuga», ferrando o galho «schiacciare un pisolino».

Notiamo, infine, alcuni composti impiegati per inserire nel discorso parti di frasi catturate dai dialoghi dei parenti del protagonista o i suoi pensieri: ter-que-ser «così-vanno-le-cose», amanha-é-que-hà-de-ter-que-ser «domani-è-il-gran-giorno», não-fica-assim «non-finisce-così», puto-há-pouco «ragazzino-e-poco-più», isto-não-são-coisas-que-se-façam «non-ci-si-comporta-così», bem-se-vê-que-é-estrangeira «è-straniera-e-si-vede», ao-menos-deixasse-dito-o-que-dizia-o-telegrama «almeno-avesse-lasciato-detto-quel-che-c'era-scritto-nel-telegramma».

4.5. Estação (Stazione)

La lingua dell'ultimo racconto della raccolta si organizza secondo una duplice polarità: da un lato si trovano disseminati nel testo espressioni e vocaboli che pertengono alla sfera del sacro, compresi riferimenti biblici e formule ecclesiastiche, dall'altro si incontrano termini e modi di dire legate alla lingua popolare e all'oralità, fino a sfiorare l'imprecazione.

Al primo gruppo appartengono Elias e a brisa de Horeb «Elia e la brezza di Horeb», pastoreio «missione pastorale», Pai, se esta é a tua vontade... «Signore, se questa è la tua volontà...», regras de sacerdócio católico, regras de Ordem «Le regole del sacerdozio, le regole dell'Ordine», no acto da celebração da Missa «nel celebrare la messa», Fé «Fede», Lázaro «Lazzaro», não vos preocupeis com o que haveis de dizer «non preoccupatevi di quello che dovete dire4», frase

evangélica «frase evangelica», sacerdote «sacerdote», Cristo «Cristo», Pai, a tua vontade e não a minha «Signore, la tua volontà e non la mia5», Via Sacra «Via

Sacra», Estação «Stazione».

4 Dal Vangelo secondo Luca 12, 11. 5 Dal Padre Nostro.

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Fanno parte del secondo gruppo filho dum corno «figlio di puttana», morrer às fatias «morire un po' alla volta», sacana «bastardo», cagam-se «se la fanno sotto», ou lá o que é esta porra «o quel che cazzo è 'sto posto», chupa-cus «leccaculo», enfezadinho «un povero infermo», caralho de merda «cazzo di merda».

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