CAPITOLO 6
122
Capitolo 6
CONCLUSIONI
Da questa indagine emerge la presenza di cestodi Anoplocefalidi del cavallo anche nel territorio toscano con una prevalenza non trascurabile, la più elevata osservata in Italia fino ad oggi.
Nell’allevamento del cavallo pertanto è consigliabile l’inserimento di un farmaco attivo contro i cestodi nei piani di controllo delle malattie parassitarie.
I soggetti che vengono introdotti in Italia da altri Paesi ad alta prevalenza per questa parassitosi, devono essere trattati.
Il trattamento con Equimax® (VIRBAC), costituito da un’associazione di ivermectina (18,7 mg/g) e praziquantel (140,3 mg/g), dei soggetti risultati positivi per i cestodi Anoplocefalidi si è dimostrato efficace.
In questo studio è stata evidenziata e confermata la bassa sensibilità dell’esame coprodiagnostico anche quando si utilizzi la tecnica considerata più sensibile (Proudman e Edwards, 1992) e la scarsa affidabilità dell’esame sierologico (ELISA) per la ricerca di anticorpi nei confronti di A. perfoliata del cavallo.
I risultati ottenuti in questo lavoro indicano che la nested PCR sviluppata da Drogemuller e collaboratori (Drogemuller et al, 2004) per l’amplificazione del DNA di A. perfoliata in campioni fecali di cavallo artificialmente addizionati di campioni di tessuto del parassita, può rappresentare una valida metodica per la diagnosi molecolare specifica
Cap. 6 Conclusioni
123
dell’infestazione da A. perfoliata nel cavallo in vivo.
Dalle indagini eseguite in questo studio emerge che, la nested-PCR può rappresentare una tecnica vantaggiosa, non solo per gli scopi epidemiologici atti ad indagare la distribuzione e la prevalenza dell’infestazione di A. perfoliata in equini in diverse aree geografiche, ma anche come utile strumento per il monitoraggio della risposta al trattamento dei cavalli con il farmaco cestodicida. Questo studio preliminare necessita comunque di ulteriori approfondimenti al fine di confermare la validità diagnostica della tecnica molecolare utilizzata; è infatti necessario valutarla su un numero più elevato di campioni fecali ed eventualmente relazionarla ai risultati di esami autoptici degli animali inclusi nello studio. Analogamente, anche la validità dell’uso di questo metodo per la valutazione dell’efficacia del trattamento farmacologico necessita di essere confermata da altri studi. Ciononostante, questo studio sembra dimostrare una indubbia potenziale utilità dell’analisi molecolare per la diagnosi della infestazione da A. perfoliata nel cavallo. Tuttavia, questo approccio diagnostico per la ricerca di A. perfoliata è di tipo qualitativo la nested-PCR non consente una stima della quantità di parassita presente nell’ospite.
Pertanto, questa tecnica non può risultare utile ai fini dell’ interpretazione clinica e quindi della necessità del trattamento. Attualmente ciò è possibile solo utilizzando il metodo sierologico, non sempre affidabile.
A questo riguardo, potrebbe essere di fondamentale importanza cercare di modificare ulteriormente questo protocollo di nested-PCR, con lo sviluppo di un test di real-time PCR (semi) quantitativa, come recentemente convalidato per Strongylus vulgaris (Nielsen et al., 2008), in modo da poter individuare prontamente solo i cavalli che più potrebbero
Cap. 6 Conclusioni
124
beneficiare del trattamento farmacologico, evitando così la somministrazione di farmaci ad animali non a rischio di forme cliniche anche se positivi.
Questo approccio potrebbe consentire di diminuire lo sviluppo di ceppi antielmintico resistenti e di salvaguardare allo stesso tempo il nostro ambiente.