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L Si deve scegliere una direzione,non si può indugiare

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Academic year: 2022

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a p p u n t i

22 n M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVII numero 6 - 2020

L

a pandemia da Covid-19 ha messo tutti di fronte a un bivio: c’è un mondo da rein- ventare, occorre muoversi. La quantità di risorse necessarie alla sfida sembra tuttavia inaccessibi- le. Parlando di Sanità, molto si è fatto per “sottrarre fisicamente”

alle sale d’attesa una platea di persone che le frequentavano so- prattutto per la ripetizione delle ri- cette dei farmaci in terapia croni- ca. Altro si può ancora fare a co- sto zero, nell’ottica di limitare gli accessi e, di conseguenza, l’affol- lamento e dunque i possibili con- tagi.

þUn falso obiettivo

L’Unità Operativa Assistenza Far- maceutica Territoriale della mia Ausl pubblica periodicamente (ad uso interno) i report riassuntivi sull’andamento degli obiettivi di appropriatezza prescrittiva.

Per il 2019, fra gli obiettivi da rag- giungere, c’era l’utilizzo delle con- fezioni contenenti un numero maggiore di compresse, ad esempio quelle da 28 compresse per gli Inibitori di Pompa Protoni- ca e quelle da 28-30 compresse per i farmaci contenenti un calcio

antagonista (amlodipina). Tali con- fezioni avrebbero infatti consenti- to un ragguardevole risparmio sui costi. Un progetto condivisibile, minato a mio parere da alcune fal- le iniziali, che però parte da un pa- radosso.

Le mie performance di prescrit- tore sono molto positive per la mia Ausl e vanno del tutto nella direzione auspicata dagli obiettivi aziendali.

Tuttavia, mi preme sottolineare, che l’impiego dei farmaci in con- fezioni “maggiorate” è un obietti- vo fuorviante, fumo negli occhi. I veri attori protagonisti non siamo noi medici di medicina generale o le Asl sono l’Aifa e l’industra farmaceutica.

Le confezioni dei farmaci vengo- no, infatti, proposte dall’industria e approvate per la commercializ- zazione dall’Aifa.

A tale proposito mi chiedo a co- sa servono, per fare un esempio, ma ce ne sono tanti da fare, le confezioni di Inibitori di Pompa Protonica (IPP) da 14 compres- se, visto che due settimane di terapia sono previste in scheda tecnica come durata minima solo per omeprazolo e lansoprazolo e

si passa a un trattamento mini- mo di 4 settimane per esome- prazolo, rabeprazolo, pantoprazo- lo.

þProposte

Il packaging dei farmaci rappre- senta un costo all’inizio, un costo ambientale per lo smaltimento e un costo che si traduce in mag- giore inutile ricorso al medico di famiglia e alla farmacia.

L’Aifa dovrebbe regolamentare in modo più appropriato le confezio- ni dei farmaci che devono essere utilizzati per tempi lunghi e/o in- definiti.

Le leggi dovrebbero consentire (per esempio ai farmaci antiper- tensivi) confezioni da 60 com- presse e garantire almeno 4 mesi di terapia al paziente cronico.

L’Aifa dovrebbe regolamentare l’uso degli IPP e stabilire uno stop della rimborsabilità, dopo due anni di trattamento, per le in- dicazioni di maggiore durata della terapia.

Trascorso tale periodo, il pazien- te - edotto dei rischi di effetti col- laterali - dovrebbe accedere a tali presidi in fascia C, senza rimbor- so dei vari Ssr.

L’emergenza da Covid-19 ha messo tutti di fronte a un bivio: c’è un mondo da reinventare, occorre muoversi, soprattutto in campo sanitario dove

alcune cose possono essere fatte a costo zero, come, per esempio, la messa sul mercato di confezioni farmaceutiche allineate ai cicli di terapia

Luigi Casadei Medicina Generale, Riccione (RN)

Si deve scegliere una direzione,

non si può indugiare

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