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DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DVR (Ai sensi degli artt. 17, 18 comma 1 e 28 del D.Lgs. 81/2008)

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(1)

LICEO SCIENTIFICO “S. PERTINI”

Via Caltagirone, 1 00055 - Ladispoli (Rm)

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI – DVR

(

Ai sensi degli artt. 17, 18 comma 1 e 28 del D.Lgs. 81/2008)

SEDE CENTRALE Via Caltagirone, 1 00055 - Ladispoli (Rm) Aggiornamento: 11/01/2021

Con la collaborazione di:

Stefano Gaudioso

CN = Gaudioso Stefano C = IT

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INDICE

1. INTRODUZIONE ... 5

2. ANAGRAFICA AZIENDALE ... 12

3. ORGANIGRAMMA AZIENDALE ... 13

4. ATTIVITA’ E MANSIONARIO AZIENDALE/ELENCO LAVORATORI ... 14

5. ELENCO PERTINENZE AZIENDALI ... 17

6. ELENCO ATTREZZATURE E MEZZI ... 19

VEDERE ELENCO IN ALLEGATO ... 19

7. ELENCO IMPRESE ESTERNE E CONTRATTI IN CORSO ... 20

VEDERE ELENCO IN ALLEGATO ... 20

8. INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI PER AREE DI LAVORO ... 22

9. VALUTAZIONE PER FASI LAVORATIVE SUDDIVISE PER MANSIONE LAVORATIVA ... 50

10. VALUTAZIONE PER FATTORI DI RISCHIO ... 72

11. LAVORATRICI MADRI ... 97

12. RISCHIO DA STRESS LAVORO - CORRELATO ... 101

13. RISCHIO BIOLOGICO ... 102

14. ADEMPIMENTI CONNESSI AI CONTRATTI DI APPALTO, D’OPERA E/O SOMMINISTRAZIONE ... 104

15. ADEMPIMENTI FORMATIVI E SANITARI ... 106

Ladispoli (Rm) lì, 11 gennaio 2021

FIRM0E

Il DTL ____________________________________

Il RSPP ____________________________________

Il MDC ____________________________________

Il RLS ____________________________________

Firmato digitalmente da

Stefano Gaudioso

CN = Gaudioso Stefano

C = IT

(3)

Estratto dell’art. 28 del D.Lgs. 81/’08:

2. Il documento di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), redatto a conclusione della valutazione può essere tenuto, nel rispetto delle previsioni di cui all’articolo 53, su supporto informatico e, deve essere munito anche tramite le procedure applicabili ai supporti informatici di cui all’articolo 53, di data certa o attestata dalla sottoscrizione del documento medesimo da parte del datore di lavoro nonché, ai soli fini della prova della data, dalla sottoscrizione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale e del medico competente, ove nominato [..]

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1 a PARTE: INTRODUZIONE

(5)

1. INTRODUZIONE

1.1 Presentazione

I provvedimenti normativi derivanti dal recepimento delle direttive comunitarie in materia di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, hanno introdotto nelle attività lavorative metodi di gestione aziendale della sicurezza, maggiormente imperniate sull’adozione di misure che, in primo luogo, prevedono la valutazione del rischio.

Tale aspetto è stato fortemente rimarcato con l’emanazione del D. Lgs. 81/2008, cosiddetto “Testo Unico” in cui all’art. 28 il legislatore riafferma all’interno della disciplina della gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro, la centralità dell’obbligo di valutare

“tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”.

La valutazione dei Rischi è l’insieme di tutte le operazioni, che si devono attuare per stimare i livelli di rischio associati ad esposizioni a fattori di pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Viene definita all’art. 2 del D.Lgs. 81/2008 come: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.

Tutte le considerazioni attinenti e conseguenti la valutazione dei rischi, confluiscono in un documento dinamico che è, pertanto, rappresentativo delle politiche prevenzionistiche dell’azienda cui si riferisce: il Documento di Valutazione del Rischio.

Il Documento di Valutazione del Rischio rappresenta la più rilevante innovazione normativa in tema di tutela e salute dei lavoratori; esso, infatti, costituisce il perno intorno al quale deve ruotare l’organizzazione aziendale della prevenzione poiché è uno strumento organizzativo che consente di comprendere, pianificare e razionalizzare i vari aspetti che concorrono alla sostanziale riduzione e/o al controllo dei fattori di rischio presenti negli ambienti di lavoro, nel rispetto della legislazione nazionale e delle norme di buona tecnica emanate da organismi accreditati (UNI-EN, CEI, ecc…).

1.2 Finalità e scopo del documento

Il presente documento, costituisce il Documento di Valutazione dei Rischi ai sensi degli artt. 17 e 28 del D.Lgs. 81/2008.

L’obiettivo della Valutazione dei Rischi (secondo gli “Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi da lavoro”) è quella di consentire al Datore di Lavoro di predisporre i provvedimenti effettivamente necessari per la salvaguardia della sicurezza e salute dei lavoratori; tali provvedimenti comprendono:

- misure di tutela generali - misure di tutela particolari - misure di emergenza 1.3 Termini e abbreviazioni

I termini e le definizioni essenziali sono ripresi da quanto introdotto dal D.Lgs. 81/2008:

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a) «lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell’ente stesso; l’associato in partecipazione di cui all’articolo 2549, e seguenti del codice civile; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui all’articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle leggi regionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; il volontario, come definito dalla legge 1° agosto 1991, n. 266; i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; il volontario che effettua il servizio civile; il lavoratore di cui al decreto legislativo 1° dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni;

b) «datore di lavoro»: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.

165, per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo;

c) «azienda»: il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato;

d) «dirigente»: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa;

e) «preposto»: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;

f) «responsabile del servizio di prevenzione e protezione»: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

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g) «addetto al servizio di prevenzione e protezione»: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32, facente parte del servizio di cui alla lettera l);

h) «medico competente»: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui all’articolo 38, che collabora, secondo quanto previsto all’articolo 29, comma 1, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al presente decreto;

i) «rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»: persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro;

l) «servizio di prevenzione e protezione dai rischi»: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori;

m) «sorveglianza sanitaria»: insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa;

n) «prevenzione»: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno;

o) «salute»: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità;

p) «sistema di promozione della salute e sicurezza»: complesso dei soggetti istituzionali che concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori;

q) «valutazione dei rischi»: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza;

r) «pericolo»: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni;

s) «rischio»: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione;

t) «unità produttiva»: stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale;

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u) «norma tecnica»: specifica tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale, da un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione, la cui osservanza non sia obbligatoria;

v) «buone prassi»: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro, elaborate e raccolte dalle regioni, dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL), dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dagli organismi paritetici di cui all’articolo 51, validate dalla Commissione consultiva permanente di cui all’articolo 6, previa istruttoria tecnica dell’ISPESL, che provvede a assicurarne la più ampia diffusione;

z) «linee guida»: atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza predisposti dai ministeri, dalle regioni, dall’ISPESL e dall’INAIL e approvati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;

aa) «formazione»: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi;

bb) «informazione»: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro;

cc) «addestramento»: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro;

dd) «modello di organizzazione e di gestione»: modello organizzativo e gestionale per la definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agli articoli 589 e 590, terzo comma, del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro;

ee) «organismi paritetici»: organismi costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, quali sedi privilegiate per: la programmazione di attività formative e l’elaborazione e la raccolta di buone prassi a fini prevenzionistici; lo sviluppo di azioni inerenti alla salute e alla sicurezza sul lavoro; la l’assistenza alle imprese finalizzata all’attuazione degli adempimenti in materia; ogni altra attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento;

ff) «responsabilità sociale delle imprese»: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle aziende e organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.

Rischi Trasversali Organizzativi (codice TO.NN): sono i rischi che derivano da fattori organizzativi;

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Rischi Infortunistici (codice INF.NN): sono rischi che determinano pericoli per la sicurezza del lavoratori (rischio di incendio, rischi meccanici, esplosione ecc…);

Rischi Igienico Ambientali (codice IGA.NN): sono rischi che determinano pericoli per la salute e che derivano dall’esposizione ad Agenti di Rischio chimico, fisico o biologico.

1.4 Criteri adottati per la valutazione

Tutte le attività finalizzate alla valutazione dei rischi ed alla redazione del presente Documento di Valutazione sono state svolte secondo criteri predefiniti derivati dalle

“LINEE GUIDA per la valutazione ed il controllo dei rischi, pubblicate dall’ISPESL e definite ed approvate nel 1996 dalle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano e dagli Istituti centrali” emanate a seguito dell’Introduzione del D.Lgs. 626/94.

Riassumendo i momenti fondamentali del processo valutativo, si riporta di seguito una descrizione delle fasi operative che ne hanno consentito l’attuazione.

fase preliminare: al fine di procedere all’identificazione dei centri di pericolo, la fase ha previsto la verifica di tutti gli ambienti di lavoro, l’analisi dei processi lavorativi ed organizzativi delle Unità Operative e la verifica di tutta la documentazione e le informazioni disponibili a ciò utili.

Si è provveduto quindi ad un’attenta ricognizione di tutte le attività lavorative che si svolgono nella sede, con particolare riguardo alle sostanze ed alle attrezzature utilizzate; nella ricognizione sono pure state incluse le attività di servizio (pulizie, manutenzione, controlli ecc…).

L’identificazione delle fonti di rischio è stata guidata dalle conoscenze disponibili su norme di legge e standard tecnici, dati desunti dalle esperienze ed il contributo dato dai soggetti che a vario titolo hanno partecipato alla valutazione stessa (lavoratori, fornitori, ecc.).

fase di valutazione: la valutazione ha riguardato sostanzialmente tutti i rischi cui potenzialmente sono esposti i lavoratori; tuttavia i sistemi di valutazione e quantificazione impiegati nella valutazione, sono stati diversi, in funzione del fatto che le azioni preventive e protettive fossero o no stabilite a priori.

Attraverso una prima fase di valutazione, attuata attraverso sopralluoghi di verifica del grado di applicazione di specifiche disposizioni normative, sono state, infatti, evidenziate le priorità di intervento per la predisposizione delle misure preventive e protettive, necessarie a garantire livelli minimi di sicurezza all’interno degli ambienti di lavoro.

Conseguentemente, si è provveduto alla quantificazione del rischio in termini analitici attraverso una stima semiquantitativa dell’entità delle esposizioni, cioè attraverso la valutazione della modalità operative (frequenza e durata delle operazioni; caratteristiche intrinseche degli inquinanti, sistemi di protezione collettiva e individuale ecc…).

fase di programmazione e di controllo: successivamente all’espletamento della fase preliminare ed alla fase valutativa, quindi, in seguito all’individuazione delle misure di prevenzione e protezione, è stato predisposto il programma di attuazione delle misure

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di prevenzione, secondo una stima della gravità del danno ipotizzabile e della probabilità di accadimento.

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2 a PARTE: CARATTERISTICHE

AZIENDA

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2. ANAGRAFICA AZIENDALE

Denominazione Lice Scientifico Statale “Sandro Pertini”

Codice Fiscale 91008670589

Sede Legale Via Caltagirone, 1 Ladispoli (Rm)

Telefono 06.99226252

Fax 06.9913687

Unità Produttiva Via Caltagirone, 1 Ladispoli (Rm

Attività Scuola

Azienda Sanitaria Locale

ASL RMF - SPRESAL Via dell’Ospedale 00052 Cerveteri (Rm)

Ispettorato del Lavoro Via Cesare De Lollis, 6 - ROMA

Datore di Lavoro Dott.ssa Fabia BALDI

Responsabile S. P. P. R. Ing. Stefano GAUDIOSO

Medico Competente Dott. Vincenzo BENEDETTO

Rappresentante dei Lavoratori Prof. Michele MORESCHI

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3. ORGANIGRAMMA AZIENDALE

(*) Il DTL è individuato come soggetto in possesso di adeguata competenza e poteri ai sensi dell’art. 28 comma 2 lettera f). In caso di necessità potrà avvalersi della delega in conformità a quanto previsto dall’art. 16 dello stesso D.Lgs. 81/08.

(**) Ai sensi dell’art. 28 comma 2 lettera f), si riporta che le mansioni a maggior rischio specifico sono:

 Impiegato (videoterminalista);

 Tecnico di laboratorio;

 Collaboratore scolastico;

 Docente;

per le quali è stata prevista una formazione specifica ed un corretto addestramento (realizzato mediante affiancamento con lavoratori lavorativamente più anziani) in merito alle corrette manovre e procedure da adottare durante le lavorazioni.

DATORE DI LAVORO:

Dirigente Scolastico DOTT.SSA FABIA

BALDI

RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE - RSPP:

ING. STEFANO GAUDIOSO

MEDICO COMPETENTE –

MDC:

DOTT. VINCENZO BENEDETTO

RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA – RLS: PROF. MICHELE

MORESCHI

ADDETTI ALLA GESTIONE DELLE

EMERGENZE

LAVORATORI

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Sempre relativamente all’addestramento, si rappresenta che alcune mansioni derivano da un percorso di studi e/o iter autorizzativi che già prevede un addestramento.

4. ATTIVITA’ E MANSIONARIO AZIENDALE/ELENCO LAVORATORI

4.1 Descrizione attività

L’attività scolastica coinvolge i lavoratori (docenti, tecnici, ausiliari, personale amministrativo e personale non docente) a cui sono equiparati gli studenti, nei termini previsti dal D.Lgs. 81/08, e cioè quando facciano uso di sostanze particolari e/o utilizzino laboratori ecc... (vedasi art. 2 del D.Lgs. 81/08).

La principale attività svolta nel sito è ovviamente l'insegnamento e/o intrattenimento scolastico, ed è dunque svolta nelle aule ed eventualmente nei laboratori oltre che in tutti gli altri ambienti pertinenti e funzionali all’insegnamento (per esempio biblioteca, aula magna, palestra, sala professori ecc..). Fanno da corollario a questa attività principale le attività sussidiarie con caratteristiche e rischi propri, quali:

- l'attività ginnica: viene svolta nelle palestre o in alcuni casi nei giardini o nei campi sportivi di proprietà dell’istituto, questo tipo di attività seguita da docenti che hanno una formazione specifica;

- l'attività di laboratorio: viene svolta in locali adeguatamente attrezzati per le attività da svolgere;

- la pulizia dei locali: tale attività può essere svolta dai collaboratori scolastici (bidelli) o da personale addetto in funzione, soprattutto delle dimensioni della scuola. Le pulizie vengono svolte in tutti i locali dell’istituto generalmente al termine delle attività didattiche;

- l’attività di tipo amministrativo: è quella svolta dalla direzione e presso la segreteria dell’istituto, e può comportare l’uso di videoterminali.

Gli edifici scolastici ospitano, oltre alle attività principali sopra descritte, altre attività di carattere periodico e straordinario. Tali attività periodiche sono ad esempio: le attività sportive ed artistiche rientranti nel POF (Piano Offerta Formativa) che comunque vengono svolte dagli stessi Insegnanti con eventuale ausilio di collaboratori, e che per tipologia e caratteristiche non si differenziano molto dalla normale attività formativa svolta durante il normale orario scolastico.

Le principali attività (che possono considerarsi come fasi del ciclo di lavoro) svolte all’interno dell’istituto sono:

- Attività Didattica Teorica

- Attività Didattica Tecnico – Pratica - Attività di Laboratorio

- Attività ginnico sportiva

- Attività di sostegno e recupero - Attività Direttiva – amministrativa

- Attività Manutenzione Edificio e impianto (attività in appalto) - Attività del collaboratore scolastico

- Attività straordinarie periodiche - Attività controllo dei flussi di persone

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4.2 Generalità sul mansionario

L’attività occupa complessivamente ad oggi 56 lavoratori circa (esclusi gli studenti equiparati a lavoratori), distribuite nelle differenti mansioni di seguito specificate. Il personale è stato suddiviso nel modo riportato in tabella, con lo scopo di individuare dei gruppi omogenei di lavoratori, sulla base delle mansioni svolte alla luce del loro inquadramento aziendale, per i quali è ragionevole supporre lo stesso genere di rischi occupazionali (incidenti e/o malattie professionali).

Il Personale dipendente, può essere ricondotto nello svolgimento dell’attività lavorativa ai seguenti gruppi omogenei:

 Personale direttivo (Impiegato): il Dirigente scolastico (Preside) che svolge un'attività paragonabile a un dirigente di azienda e che è coadiuvato da “fiduciari”, che svolgono funzioni di coordinamento per conto del Capo d'istituto nelle sedi distaccate/succursali.

Le attività svolte dal personale direttivo si collocano nell’ambito di quelle individuate per l’Attività Direttiva – amministrativa e vengono svolte prevalentemente negli uffici.

Pertanto, oltre ai rischi trasversali, legati alle condizioni generali dei locali in cui si svolge l’attività, il personale con mansioni direttive può essere esposto a rischi legati all’uso di videoterminali, allo stress derivante dalle responsabilità di cui è investito, ecc.

 Docente: svolge le attività didattiche ed educative utilizzando tutti i sussidi messi a disposizione dall'istituto, condivide con il Capo d'istituto la responsabilità della linea di insegnamento da adottare. Le attività sono prevalentemente svolte nelle aule, per quanto riguarda la didattica teorica e alcune attività artistiche collaterali, nei laboratori tecnici, nel caso di esercitazioni pratiche, nelle palestre, nei giardini o nei campi sportivi dell’istituto, nel caso di attività ginnico sportiva. Compito specifico è svolto dagli insegnanti di sostegno, che hanno il compito specifico di seguire alunni con problemi particolari di apprendimento.

 Responsabile amministrativo/assistente amministrativo (Impiegato): si occupano della gestione amministrativa dell'istituto per ciò che attiene la gestione del personale, delle ditte esterne alle quali vengono appaltate alcune attività svolte all’interno dell’edificio o la fornitura di attrezzature, materiale per la didattica, ecc., sono inoltre nella maggior parte dei casi responsabili della revisione e dell’aggiornamento di tutta la documentazione relativa all’edificio scolastico. Anche queste attività, come per il personale direttivo, vengono svolte negli uffici utilizzando attrezzature tipo fax, fotocopiatrici e videoterminali.

 Assistente tecnico (Tecnico di laboratorio): coopera con il docente che utilizza il laboratorio, quando sono previste esercitazioni pratiche inerenti le materie del corso di studi. Le attività svolte non prevedono situazioni particolarmente rischiose, ma attività legate all’utilizzo di eventuali attrezzature e/o di agenti chimico/fisici tuttavia il tecnico addetto al controllo è sottoposto a specifici rischi legati all’utilizzo di eventuali attrezzature, sostanze, oltre ovviamente a quelli legati alle condizioni generali dell’edificio relativamente all’igiene e alla sicurezza.

 Collaboratore scolastico: (Ex Bidello) provvede ai servizi generali della scuola. I suoi compiti sono quelli legati all’accoglienza e alla sorveglianza degli alunni durante prima dell’inizio delle lezioni e durante gli intervalli, in alcuni casi alle pulizie dei locali dell’istituto, oltre a svolgere alcune commissioni su richiesta dei docenti (fotocopie,

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rifornimento di materiale di cancelleria, ecc.). I rischi a cui è sottoposto il personale addetto sono essenzialmente quelli connessi alle condizioni generali dell’edificio (rischi trasversali).

 Studenti: secondo quanto già indicato nella definizione del comparto, gli studenti sono da considerarsi lavoratori se nelle loro attività è previsto l'uso di laboratori (non la mera frequentazione), per cui è possibile che siano esposti ad agenti chimici, fisici e biologici, oppure che vengano utilizzate attrezzature, compresi i videoterminali. Nel caso in esame non ci sono studenti equiparabili a lavoratori.

L’elenco del personale suddiviso in mansione sarà tra gli allegati alla documentazione di salute e sicurezza sul lavoro.

4.3 Elenco mansioni con rischi specifici

Ai sensi dell’art 28 del D.Lgs 81/08 comma 2 lettera f), debbono essere individuate le mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento. Per le seguenti mansioni:

 Impiegato (videoterminalista)

 Tecnico di laboratorio

 Collaboratore scolastico

 Docente

Per tali mansioni è prevista oltre alla generica formazione (art 36 e 37 D.Lgs. 81/08) anche una formazione specifica relativa ai propri rischi.

Per quanto attiene l’addestramento, lo stesso è stato svolto sia in sede di studi (parte del personale proviene da scuole di specializzazione specifiche) sia in sede lavorativa mediante affiancamento con il personale in servizio più anziano.

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5. ELENCO PERTINENZE AZIENDALI

Il presente documento si riferisce a:

Liceo scientifico “S. Pertini” in Via Caltagirone, 1 in Ladispoli (Rm).

(18)

Rientra sempre nelle competenze del Dirigente scolastico la sede succursale ubicata in Ladispoli a piazza Nazario Sauro, alla quale si riferirà lo specifico Documento di Valutazione del Rischio.

(19)

6. ELENCO ATTREZZATURE E MEZZI

Vedere elenco in allegato

(20)

7. ELENCO IMPRESE ESTERNE E CONTRATTI IN CORSO

Vedere elenco in allegato

(21)

3 a PARTE: VALUTAZIONE DEL

RISCHIO

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8. INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI PER AREE DI LAVORO

Nella sezione si riporta la valutazione del rischio, le misure di prevenzione protezione ed i Dispositivi di Protezione Individuali – DPI, per ciascuna mansione e fase lavorativa per le pertinenze del Liceo.

La stima della frequenza è concordata qualitativamente con tutti i partecipanti alla valutazione del rischio, adottando le definizioni ed i criteri indicati nella tabella seguente:

FREQUENZA ESPOSIZIONE

- Tabella protezioni/frequenza di esposizione.

I quattro valori qualitativi di frequenza sono definiti dalla tabella seguente, nella quale sono anche associati ad essi quattro indici numerici crescenti con la probabilità.

(23)

- Scala di riferimento per la frequenza di accadimento.

In maniera analoga, la valutazione qualitativa della gravità del danno è stata fatta sulla base di una classificazione dell’entità degli effetti in una scala a quattro fasce, ad ognuna delle quali è stato associato un numero crescente con la gravità delle conseguenze.

La gravità potenziale delle conseguenze associate ad ogni singolo evento è valutata, per quanto possibile, sui precedenti storici specifici di azienda o di attività analoghe, utilizzando fonti storiche esistenti in azienda ed esterne.

I criteri e le definizioni adottati sono nella tabella seguente:

- Scala di riferimento per la gravità delle conseguenze.

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Inserendo gli indici sopra definiti in una matrice a quattro ingressi, è possibile stimare il livello di rischio in funzione della frequenza attesa d’accadimento e della gravità del danno potenziale associati all’evento considerato.

Il livello di rischio, indicato per ogni pericolo identificato nelle Schede di valutazione, è calcolato come prodotto tra gli indici delle varie categorie di frequenza e di gravità alle quali si può associare la situazione esaminata.

I valori numerici sono riportati nella seguente matrice di rischio:

- Livelli di accettabilità.

I rischi maggiori occupano in tale matrice le caselle in alto a destra (danno gravissimo, altamente probabile), quelli minori le posizioni più vicine all'origine degli assi (danno lieve, improbabile), con tutta una serie di posizioni intermedie facilmente individuabili.

Tale rappresentazione costituisce la base per la programmazione delle attività e degli interventi di protezione e prevenzione da adottare, definendone la priorità temporale secondo la valutazione numerica del rischio corrispondente.

Infatti nella matrice si individuano tre livelli di rischio che corrispondono a diverse combinazioni di frequenza e danno, per i quali si sono stabiliti la scala di valutazione delle conseguenze, i criteri di accettabilità ed i relativi livelli d’intervento indicati in tabella:

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Si riportano di seguito delle schede di valutazione per rischi rilevati nelle pertinenze aziendali. Le schede sono costituite da:

1) Nome rischio specifico 2) Descrizione del rischio

3) Misure di prevenzione e protezione (abbreviate MPP)

Si ricorda che la valutazione dei rischi è obbligo esclusivo del Datore di lavoro e che la ROST 81 Srl ed i suoi tecnici agiscono esclusivamente in base ad un rapporto di tipo consulenziale che viene portato avanti sulla base delle informazioni ricevute dal Datore di lavoro stesso e/o di suoi collaboratori (per es. segreteria, ufficio del personale, docenti e non docenti ecc..). Nulla potrà essere imputato alla ROST 81 Srl o ai suoi tecnici per quanto riportato nel presente documento il quale è il risultato di quanto deciso e valutato dal Datore di lavoro stesso.

8.1 Uffici

E’ la pertinenza ove trovano ubicazione la maggior parte dei Lavoratori della scuola. Il lavoro è caratterizzato prevalentemente dalla attività di ufficio e da tutte le mansioni ad essa ricollegabili. L’area uffici è caratterizzata da una presenza costante di Lavoratori, cui si aggiungono gli accessi del pubblico (utenti/genitori) che contribuiscono comunque ad un aumento dell’affollamento degli ambienti.

RISCHIO SPECIFICO Climatizzazione e qualità dell’aria

DESCRIZIONE Il rischio è legato al permanere dei lavoratori in locali confinati ed è legato essenzialmente alle condizioni microclimatiche rappresentate soprattutto dal clima freddo nella stagione invernale e dal clima caldo nella stagione estiva. Fattori che, unitamente ad un cattivo ricambio dell’aria, possono influenzare negativamente l’attività lavorativa, provocando anche patologie (sindrome da edificio “malato”).

MPP In presenza di videoterminali è opportuno umidificare l’ambiente per ridurre le cariche elettrostatiche. Va favorita un’adeguata aerazione, in particolare nei mesi invernali, per allontanare i vari inquinamenti che, anche se in piccole dosi si possono liberare (ioni negativi, colonie batteriche, acari, spore prodotti per la pulizia, formaldeide da mobili, ma anche solventi dai pennarelli ed inchiostri, composti organici, polveri e ozono dalle fotocopiatrici e stampanti laser).

- Aerare adeguatamente i locali, in particolare nei mesi freddi;

- Chiudere le finestre subito dopo l’aerazione, se si trovano in posizione pericolosa;

- Evitare le correnti d’aria modificando, se necessario, il posizionamento e le caratteristiche delle griglie di immissione/estrazione dell’aria;

- Evitare gli sbalzi termici, mantenendo la differenza tra temperatura estiva interna dei locali ed esterna entro i 7°C;

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- Evitare il sole diretto con i sistemi antisoleggiamento (veneziane/tendaggi ignifughi);

- Sostituire periodicamente i filtri dell’impianto di condizionamento-aerazione e comunque effettuarne una pulizia/sanificazione almeno semestrale;

- Laddove vengano utilizzati condizionatori, eseguire la regolare manutenzione periodica come da istruzioni del fabbricante, rispettare le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità ISS per gli aspetti legati al Covid- 19 e procedere periodicamente a sanificazione degli apparecchi con appositi prodotti igienizzanti (tutte attività a cura di manutentori specializzati);

- Verificare che gli apparecchi di condizionamento rispettino gli aspetti antincendio di cui al DM 20/03/2020.

RISCHIO SPECIFICO Illuminazione

DESCRIZIONE Una cattiva illuminazione degli ambienti di lavoro, in funzione anche dello specifico computo visivo, può determinare delle patologie a carico dell’apparato visivo del lavoratore, oltre che creare delle situazioni a rischio infortunio in tutte quelle aree mal illuminate che potrebbero creare incidenti per una cattiva vista di ostacoli, gradini o altre situazioni di pericolo.

MPP Negli uffici “open space”, con separazioni tramite tramezzi più o meno mobili, queste vanno posizionate in modo tale da non creare ostacoli ad una distribuzione omogenea dell’illuminazione naturale. L’illuminazione del posto di lavoro deve poter essere regolata a piacimento, anche localizzata (lampade da tavolo). Lo spettro di frequenza dell’illuminazione artificiale deve essere simile a quello della luce solare. Il rapporto tra il livello di illuminazione localizzata e quello generale non deve essere superiore a 5.

- Posizionare il posto di lavoro in modo che abbia una buona illuminazione naturale.

- Utilizzare, al bisogno, illuminazione artificiale localizzata (lampade da tavolo), collocando le lampade in modo da evitare ombre e abbagliamenti diretti o riflessi.

RISCHIO SPECIFICO Computer e videoterminali (Vdt)

DESCRIZIONE Il rischio è legato all’utilizzo di tutte le attrezzature munite di videoterminale (attrezzatura più utilizzata dagli addetti agli uffici). Tale rischio è a carico dell’apparato visivo, soprattutto in conseguenza di una non idonea illuminazione e/o di un non corretto utilizzo della attrezzatura. Un rischio risiede anche alla postura del Lavoratore in conseguenza della posizione assunta

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durante il lavoro e dalle caratteristiche della postazione di lavoro.

MPP I videoterminali vanno orientati perpendicolarmente alla fonte luminosa principale, generalmente la finestra più grande o comunque più illuminata. Se nel campo visivo sono presenti finestre, queste vanno dotate di schermatura (veneziane).

Porre attenzione ad eliminare fonti di luce alle spalle e dal soffitto che provocano fastidiosi riflessi sullo schermo (schermo antiriflesso). Lo schermo deve essere orientabile e facilmente inclinabile secondo le esigenze.

Deve risultare possibile regolare la luminosità e il contrasto i caratteri devono avere una buona definizione, risultare nitidi e ben leggibili.

L’immagine deve essere stabile. La tastiera deve essere spostabile e/o inclinabile liberamente, per non costringere l’operatore a posizioni scomode e affaticanti. Tra l’addetto e la tastiera deve esserci uno spazio per poggiare le mani e polsi (almeno 15 cm). Lo spazio del mouse deve essere adeguato. La superficie della tastiera deve essere opaca per evitare riflessi. Il software deve essere idoneo e ben funzionante.

Chi lavora al VDT per più di venti ore settimanali va sottoposto a sorveglianza sanitaria. Gli addetti ai VDT hanno diritto ad una pausa di 15 minuti ogni due ore di lavoro consecutive (a tutti gli effetti tempo di lavoro, non cumulabile né recuperabile). Attenersi comunque alle disposizioni riportate al Titolo VII del D.Lgs. 81/08.

- Seguire le indicazioni sopra riportate per l’uso corretto dei videoterminali.

- Sottoporsi se necessario alla sorveglianza sanitaria.

- Segnalare al datore di lavoro/dirigente/preposto rischi o mancanze.

RISCHIO SPECIFICO Tavoli e sedie da lavoro

DESCRIZIONE Il rischio risiede anche alla postura del Lavoratore in conseguenza della posizione assunta durante il lavoro e dalle caratteristiche della postazione di lavoro.

MPP E’ consigliabile che i tavoli da lavoro siano regolabili in altezza, di dimensioni adeguate (almeno 80x160 cm), con aperture che permettano di sistemare comodamente le gambe (spazio di movimento sotto il tavolo, almeno 70x70 cm), che siano disponibili altri piani di appoggio vicini al tavolo, se necessari.

Vanno eliminate le fastidiose differenze di luminosità tra i vari elementi guardati (tavolo, foglio, tastiera, video, sfondo);il colore del tavolo deve essere opaco, poco riflettente.

Le sedie devono avere posizione seduta regolabile in altezza tra (42 e 55 cm) e profondità, essere adeguate alle

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caratteristiche fisiche, comode, non fonte di disagio (imbottitura insufficiente, scricchiolii) o di rischi (instabili), con schienale regolabile in altezza ed inclinazione. Al bisogno deve essere disponibile un poggiapiedi.

- Adeguare il posto di lavoro alle esigenze.

- segnalare al datore di lavoro/dirigente/preposto rischi o mancanze.

RISCHIO SPECIFICO Arredi

DESCRIZIONE Il rischio risiede nell’utilizzo e/o presenza di arredi non conformi alla vigente normativa di sicurezza. Trattasi soprattutto di un rischio di natura infortunistica in quanto sottopone il Lavoratore a rischio di urti, ferite o abrasioni.

Per quanto attiene le scaffalature e/o gli archivi a giorno, gli stessi possono essere veicoli di allergie dovute alla polvere trattenuta sugli stessi.

MPP Scaffali, armadi, librerie, classificatori, schedari vanno fissati alla parete in modo stabile, onde evitare ribaltamenti degli stessi.

I cestini della carta devono essere usati correttamente.

E’ opportuno programmare una periodica manutenzione e pulizia degli archivi cartacei e la loro riconversione in archivi informatizzati.

- Distribuire razionalmente i carichi sugli scafali, armadi, librerie, avendo cura di riporre nei piani bassi il materiale più pesante.

- Richiudere le ante degli armadi, i cassetti delle scrivanie, delle cassettiere e dei classificatori, subito dopo il loro utilizzo.

- Non lasciare chiavi sporgenti sui cassetti delle scrivanie e dei classificatori (possono causare lesioni ed ematomi).

- Muoversi con cautela (spigoli di scrivanie e mobili possono essere molto pericolosi).

- Archiviare nell’ufficio solo il materiale di uso corrente e destinare all’archivio centrale della scuola il materiale ormai classificato.

- Preferire l’acquisto di armadi, archivi e/o librerie ad ante richiudibili e la cui portata sia commisurata al reale peso da sorreggere.

- Non gettare nei cestini della carta materiale tagliente (vetri, lame ecc.) che può ferire gli addetti alle pulizie.

- Non gettare nei cestini mozziconi di sigaretta, non svuotarvi il posacenere a fine lavoro per non generare pericolo d’incendio.

RISCHIO SPECIFICO Attrezzature d’ufficio

DESCRIZIONE Il rischio risiede nell’utilizzo e/o presenza di attrezzature non conformi alla vigente normativa di sicurezza e/o non

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utilizzate secondo le comuni indicazioni di sicurezza (vedasi soprattutto le schede/manuale di istruzioni fornito dal fabbricante). Trattasi soprattutto di un rischio di natura infortunistica in quanto sottopone il Lavoratore a rischio di urti, ferite o abrasioni ma anche di un rischio per la salute nel caso di utilizzo di prodotti contenenti toner e/o altri agenti inquinanti.

MPP Bisogna fare attenzione all’uso scorretto o disattento delle forbici, tagliacarte, temperini o di altri oggetti taglienti o appuntiti, che sono frequente causa di piccoli infortuni negli uffici. Le taglierine della carta vanno poste in zone sicure, dove nessuno possa appoggiarsi o toccarle inavvertitamente. Le fotocopiatrici vanno posizionate in locali possibilmente separati dagli uffici e ben aerato, per evitare il disturbo del rumore e la dispersione di possibili inquinati (polveri, inchiostri, ozono, sostanze varie). I toner vanno sostituiti e smaltiti in modo corretto alle indicazioni ed istruzioni dei produttori (smaltimenti dei contenitori vuoti da parte di ditte specializzate). Considerare l’acquisto di stampanti che non producono ozono o getto di inchiostro, a led ecc.)

- Non portare in tasca oggetti taglienti o appuntiti (gli abituali portamine e le matite lo sono) che, in caso di caduta, possono ferire.

- Non utilizzare attrezzatura d’ufficio in modo improprio (cutter come cacciavite, forbice come martello, sedie come scale ecc.).

- Porre attenzione all’utilizzo di fogli e buste di carta con margini taglienti.

- Porre attenzione nei tentativi di liberare le cucitrici a punti metallici dai punti aggrovigliatisi e di riattivarle (ferite alle mani e unti proiettati in viso).

- Non togliere le protezioni delle taglierine dalla carta, abbassa sempre la lama dopo l’uso.

- Evitare di trasformare il locale fotocopie in deposito di materiali.

- Non accedere alle parti interne della fotocopiatrice prima di aver interrotto l’alimentazione elettrica, agendo sull’interruttore di macchina e prestare attenzione alle parti di macchina ad alta temperatura.

- Chiudere il pannello copripiano durante l’utilizzo della fotocopiatrice per evitare l‘affaticamento visivo e fastidi alla vista.

- Attenersi alle indicazioni dei produttori per la sostituzione e smaltimento del toner.

RISCHIO SPECIFICO Imballi pesanti e scale portatili

DESCRIZIONE Trattasi di rischi legati alla movimentazione di carichi (rappresentati nel caso della attività da ufficio dalla movimentazione di faldoni e/o cartelle archivio) e/o al

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rischio di cadute dall’alto nel caso di utilizzo scorretto delle scale portatili.

MPP Il sollevamento e la movimentazione manuali di risme di carta, scatoloni, imballi di vario genere, apparecchi da ufficio, mobili, arredi, macchinari deve essere eseguito in modo corretto senza sottoporre la schiena ad a sforzi eccessivi e pericolosi.

- Piegare sempre le ginocchia per sollevare carichi pesanti.

- Non salire su scale portatili con tacchi alti e suole sdrucciolevoli.

- Salire e scendere scale portatili tenendo sempre il volto verso i gradini.

- Utilizzare le scale portatili per caricare pesi non accedenti quelli che possono essere sostenuti con una mano.

RISCHIO SPECIFICO Sicurezza elettrica in ufficio

DESCRIZIONE E’ il rischio associato all’utilizzo di apparecchiature in tensione, che possono provocare pertanto shock elettrico e/o ustioni oppure essere sorgente di innesco incendi.

MPP Bisogna evitare di utilizzare prese multiple con molte utenze collegate, perchè sottocarico possono causare cortocircuito. Nel caso in cui sulla stessa presa sia necessario collegare più utenze utilizzare la cosiddetta ciabatta munita di interruttore, con l’attenzione a non superare ilo carico consigliato dal costruttore. Non vanno usati cavi di alimentazione volanti. La manutenzione e la riparazione di qualsiasi parte elettrica deve essere fatto da personale specializzato.

- Seguire le indicazioni sopra riportate.

- Evitare il “fai da te” nella manutenzione e riparazione di qualsiasi parte elettrica.

- Non appoggiare bevande su macchine elettriche e computer (cortocircuiti).

RISCHIO SPECIFICO Organizzazione del lavoro

DESCRIZIONE Il rischio è legato ad una errata turnazione e/o ad una errata gestione del lavoro dovuta alla cattiva organizzazione dello stesso.

MPP Vanno evitati lavori che a lungo richiedono elevata attenzione visiva. Il carico di lavoro va adeguato perchè non provochi affaticamento mentali e disturbi di concentrazione, alternando attività a elevato livello di attenzione con altre che richiedono un livello di attenzione minore. Vanno elevati livelli di attenzione per tempi prolungati, mantenendoli al di sotto del 50 % del tempo giornaliero. Va evitata, possibilmente la monotonia e la ripetitività alternando le mansioni. Si devono evitare lavori

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a postura fissa per periodi maggiori di due ore consecutive e deve essere possibile cambiare posizione (eretta, seduta) a piacimento.

- Evitare la monotonia e la ripetitività del lavoro, alternandolo ad altri.

- Evitare i lavori a postura fissa per periodi maggiori di due ore consecutive.

RISCHIO SPECIFICO Lavoro di sportello

DESCRIZIONE Il lavoro di sportello comporta altri e vari rischi e pericoli oltre quello da videoterminali: stress da pubblico, ripetitività delle operazioni, rischio da patologie infettive da contagio da parte del pubblico.

MPP E’ opportuno che gli addetti siano formati sul

comportamento con il pubblico e sul comportamento da avere in caso di rapina, limitando la quantità di valori e di denaro in cassa. Il rispetto della privacy richiede che il pubblico sia ricevuto in un’area separata (banco per la ricezione oppure spazi degli uffici che vanno organizzati in modo che sia l’utente che l’operatore possano parlare seduti, in maniera tranquilla, senza che altri possano ascoltare quanto dicono). Fare attendere il pubblico il luogo confortevole, esterno all’ufficio, in cui siano presenti altre persone.

- Rispettare la privacy ricevendo il pubblico in area separata.

8.2 Biblioteca

E’ la pertinenza ove trovano ubicazione solitamente un Lavoratore con mansioni di bibliotecario. Il resto delle persone presenti è rappresentato dagli utenti frequentatori della biblioteca.

Quella degli addetti alla biblioteca, è una mansione che espone a vari rischi, in particolare a quello di incendio, di urto e di inciampo, ai pericoli derivanti dall’uso di soppalchi, solai, scaffalature, scale fisse e portatili. Può poi esporre il lavoratore a polveri, a rischio biologico, a rischi del lavoro di sportello ed ad affaticamento visivo.

RISCHIO SPECIFICO Rischio d’incendio

DESCRIZIONE Il rischio è collegato alla presenza di parecchio materiale combustibile (carta) depositato presso la biblioteca.

MPP Nei locali a maggior rischio di incendio (edifici storici, depositi di carta) va prestata grande attenzione al piano di emergenza (PE) e alle procedure di evacuazione, dimensionate in base alla quantità di addetti e di utenti.

- Prendere visione del Piano di emergenza e di evacuazione.

- Informare anche l’utenza sulle modalità di evacuazione con segnaletica visibile.

- Evitare le possibili fonti di incendio (vedere la scheda di sicurezza antincendio).

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- Segnalare al datore di lavoro/dirigente/preposto rischi o mancanze.

- Non depositare materiale (come per esempio libri o altri materiali combustibili da smaltire) in luoghi non idonei dal punto di vista della resistenza, compartimentazione e reazione al fuoco. Ciò potrebbe determinare un aggravio notevole del rischio incendio oltre che delle condizioni di ridotta sicurezza per gli occupanti l’edificio.

RISCHIO SPECIFICO Pericolo di urto e inciampo

DESCRIZIONE Il rischio è legato ad alcuni ambienti, accessi o percorsi caratterizzati da dimensioni ridotte e/o passaggi disagevoli.

MPP E’ necessario, nelle biblioteche e nei depositi, conservare le larghezze minime delle vie di transito. Prevedere a tal proposito, scaffalature omogenee e ben allineate in modo da garantire la circolazione completa tra le stesse, lo spazio minimo per il passaggio (m 0,9 tra una scaffalatura e l’altra), non creare rischio di inciampo o di urto. La presenza di tubazioni, bulloni, elementi sporgenti, spigoli taglianti, parti spigolose non protette può causare abrasioni, tagli, contusioni, cadute durante il passaggio o la movimentazione dei libri e del materiale. L’altezza dei passaggi va segnalata.

- Evitare l’accumulo anche temporaneo di materiale sulle vie di transito e la presenza di scale portatili aperte.

- Disporre le scaffalature in modo omogeneo e ben allineate, garantendo lo spazio minimo di passaggio tra l’una e l’altra (m 0,9 minimo).

- Eliminare e proteggere lungo i percorsi, anche nei depositi, ad ogni altezza delle scaffalature, sporgenze ed elementi sporgenti, tubazioni, bulloni, spigoli taglienti, parti spigolose.

- Segnalare l’altezza dei passaggi.

RISCHIO SPECIFICO Soppalchi, solai e scaffalature

DESCRIZIONE Il rischio è determinato da un eccessivo carico dei ripiani (i quali hanno comunque una portata massima, solitamente espressa in Kg/mq) e dal mancato ancoraggio delle scaffalature, che possono pertanto ribaltarsi investendo gli operatori e/od il pubblico.

I solai hanno anche loro una portata massima al mq.

I ripiani delle scaffalature hanno una portata massima del ripiano espressa in Kg/m lineare.

MPP Soppalchi, solai e ripiani devono avere ben visibile l’indicazione della portata massima. E’ necessario attenersi alle disposizioni tecniche nel distribuire i carichi,

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non sovraccaricare le zone centrali, preferire invece le aree vicine ai pilastri ed ai muri portanti. I soppalchi devono essere dotati di parapetti, balaustre, tavole fermapiede e scale a norma per l’accesso. Fare attenzione alla capacità portante e ala stabilità anche di scaffali e simili (cartello peso max). Le scaffalature vanno ancorate al muro. Per gli oggetti stoccati verticalmente vanno adottati idonei sistemi di trattenuta, in modo da evitare possibili cadute accidentali degli stessi. Deve essere sempre garantita l’illuminazione naturale o artificiale sufficiente per evitare pericoli.

- Distribuire i carichi razionalmente, non superare i limiti consentiti su soppalchi e solai.

- Riporre il materiale pesante nei ripiani bassi delle scaffalature e non superare la portata max delle stesse.

- Verificare che solai e soppalchi siano dotati in tutte le norme di sicurezza contro il rischio di caduta delle persone.

- Verificare che le scaffalature sino ben solide e ancorate, che gli oggetti stoccati verticalmente siano ben trattenuti.

RISCHIO SPECIFICO Scale portatili e mobili DESCRIZIONE Il rischio risiede:

 nell’utilizzo e/o presenza di attrezzature non conformi alla vigente normativa di sicurezza e/o non utilizzate secondo le comuni indicazioni di sicurezza (vedasi soprattutto le schede/manuale di istruzioni fornito dal fabbricante). Trattasi soprattutto di un rischio di natura infortunistica in quanto sottopone il Lavoratore a rischio di urti, ferite o abrasioni ma anche di un rischio per la salute nel caso di utilizzo di prodotti contenenti toner e/o altri agenti inquinanti;

 nelle cadute dall’alto nel caso di utilizzo scorretto delle scale portatili.

MPP Le scale portatili e mobili devono essere in buono stato, muniti di idonei appoggi di base e di testa antisdrucciolevoli, con pioli integri e del tipo ad incastro su montanti (per scale in legno). Le scale a pioli possono essere usate solo se non è giustificato l’uso di altra attrezzatura più sicura. Se a trabattello devono avere base dotata di antiscivolo, ruote solo su un lato per lo spostamento e parte alta protetta su tre lati con parapetto non inferiore a 80 cm. E’bene sostituire le scale portatili a mano con sale mobili ancorate a binario. I lavoratori vanno dotati di scarpe antisdrucciolo.

- Assicurarsi che le scale siano idonee e in buono stato (in particolare al fine di ridurre il rischio sostituire tutte le

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scale con scale a castello “tipo cimiteriale”).

- Prestare attenzione alla massima capacità portante.

- Appoggiarsi a superfici stabili e sicure.

- Utilizzare scarpe antisdrucciolo.

- Informare e formare i lavoratori sul corretto uso delle attrezzature tra cui le scale. Uso corretto della scala:

RISCHIO SPECIFICO Polveri, rischio biologico

DESCRIZIONE Il rischio è legato al depositarsi ed accumularsi di polveri.

La presenza di polveri può causare reazioni irritanti e allergiche per i lavoratori e per gli utenti.

MPP E’ bene isolare le zone di deposito dalle aree di lavoro, procedere alla periodica pulizia e disifenzione, dotare gli ambienti polverosi di aerazione forzata e immissione di aria pulita. Va garantito il ricambio di aria mediante l‘apertura programmata delle finestre, vanno applicate le leggi di divieto di fumo, va programmata la manutenzione di filtri degli impianti di riscaldamento e condizionamento. I lavoratori devono essere dotati di guanti e di indumenti di lavoro, soprattutto nelle operazioni di manutenzione/pulizia.

- Garantire un adeguato ricambio di aria in ogni ambiente, compresi i depositi.

- Prestare attenzione alla manutenzione periodica dei filtri e degli impianti di condizionamento, umidificazione e deumidificazione.

- Segnalare al datore di lavoro/7dirigente/preposto rischi o mancanze.

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RISCHIO SPECIFICO Lavoro di accoglienza/sportello

DESCRIZIONE Il rischio è legato ai contatti con il pubblico, in questo caso nella gestione/distribuzione dei libri.

MPP Il lavoro di sportello, che interessa in particolare gli addetti alla distribuzione dei libri nelle grandi biblioteche, può essere usurante e ripetitivo e comportare vari rischi:

videoterminali, stress da pubblico, ripetitività delle operazioni, rischio di patologie infettive da contagio con il pubblico.

In questo caso vanno previste sia una adeguata turnazione degli addetti che procedure di lavoro standardizzate, non complesse.

E’ necessario inoltre che gli addetti siano formati sul comportamento da tenere con il pubblico, inserendo quando possibile una separazione con lastre anticontagio.

I banchi di distribuzione vanno posizionati in modo che non vi siano correnti d’aria in prossimità degli addetti, in particolare all’altezza delle spalle, collo e cervice.

Segnalare al datore di lavoro/dirigente/preposto rischi o mancanze.

RISCHIO SPECIFICO Illuminazione e affaticamento visivo

DESCRIZIONE Una cattiva illuminazione degli ambienti di lavoro, in funzione anche dello specifico computo visivo, può determinare delle patologie a carico dell’apparato visivo del lavoratore, oltre che creare delle situazioni a rischio infortunio in tutte quelle aree mal illuminate che potrebbero creare incidenti per una cattiva vista di ostacoli, gradini o altre situazioni di pericolo.

MPP Tutte le zone (depositi, sale lettura, aree di transito ecc.) devono avere buoni livelli di illuminazione e vanno evitate zone d’ombra. L’affaticamento visivo può essere causato, oltre che da inadeguato illuminamento (scarso o eccessivo), dall’utilizzo di visori di microfilm e di videoterminali, dai riflessi di luce naturale sui visori.

I lavoratori addetti per più di 20 ore settimanali a videoterminali/visori devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria.

- Disporre i corpi illuminanti parallelamente alle scaffalature.

- Utilizzare i videoterminali con le modalità indicate nella scheda “addetti agli uffici”.

- Modificare, se necessario, la disposizione dei visori in modo da evitare riflessi della luce.

- Verificare che vi sia illuminazione di emergenza sulle uscite, scale e principali percorsi.

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RISCHIO SPECIFICO Movimentazione manuale dei carichi

DESCRIZIONE Trattasi di rischi legati alla movimentazione di carichi (rappresentati nel caso della attività di biblioteca dalla movimentazione di faldoni e/o cartelle archivio, ma soprattutto libri).

MPP La movimentazione manuale deve interessare carichi ridotti, spostando pochi libri alla volta, utilizzando ausili meccanici quali carrelli a mano o elettrici, di cui si conosca perfettamente la modalità di utilizzo.

- Spostare pochi libri alla volta.

- Utilizzare correttamente gli ausili meccanici.

RISCHIO SPECIFICO Archivi mobili ed elettronici

DESCRIZIONE Il rischio relativo agli archivi elettronici non è presente. Al momento la struttura è sprovvista di archivio elettronico.

MPP Gli archivi mobili a manovella meccanici o elettronici (robot) non devono essere utilizzati contemporaneamente da più persone (segnalare comunque la presenza degli addetti).

Gli archivi elettronici devono essere dotati di fotocellule in numero sufficiente a coprire tutta la zona superiore ed inferiore, per impedire il trascinamento in caso di interferenza della mano con le parti in movimento; devono avere pulsante di emergenza in zona facilmente accessibile, sistema di blocco in caso di apertura parziale e non completa del coperchio, sistema che impedisca l’avviamento accidentale in casi di ripristino, dopo interruzione, dell’energia elettrica.

- Verificare periodicamente il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione;

- Prendere visione del manuale d’uso e seguire con attenzione le procedure indicate.

RISCHIO SPECIFICO Fotocopiatrici/stampanti

DESCRIZIONE Il rischio risiede nell’ utilizzo difforme a quanto indicato dal costruttore. Ciò può determinare delle ferite e/o shock

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elettrici oltre un effetto inquinante dell’aria legato essenzialmente alle polveri ed all’ozono prodotto dalle fotocopiatrici/stampanti laser

MPP Le operazioni di uso di fotocopiatrici devono essere eseguite in sicurezza. Gli addetti vanno dotati di guanti monouso per la sostituzione dei toner, armadietto metallico per la conservazione degli stessi, contenitore per lo smaltimento dei toner usati.

- Utilizzare guanti monouso e idonei contenitori per la sostituzione e lo smaltimento dei toner.

- Ubicare gli apparecchi ed utilizzarli rispettando scrupolosamente le informazioni fornite dal fabbricante.

- Formare ed informare tutto il personale sul corretto utilizzo delle attrezzature (comprese le fotocopiatrici/stampanti).

RISCHIO SPECIFICO Microclima

DESCRIZIONE Il rischio è legato al permanere dei lavoratori in locali confinati ed è legato essenzialmente alle condizioni microclimatiche rappresentate soprattutto dal clima freddo nella stagione invernale e dal clima caldo nella stagione estiva. Fattori che, unitamente ad un cattivo ricambio dell’aria, possono influenzare negativamente l’attività lavorativa, provocando anche patologie (sindrome da edificio “malato”).

MPP Il rischio microclimatico può essere dovuto al freddo e alle correnti d’aria nelle postazioni di lavoro vicine all’ingresso, all’uso di stufe aggiuntive non conformi alla normativa e non utilizzate correttamente (rischio elettrico e di incendio).

Le postazioni di lavoro vicine alle entrate vanno protette con l’ausilio di barriere fisiche (guardiola, sportello ecc.) o rivedendo il layout (spostando la zona di lavoro in area senza correnti d’aria), adeguando, se necessario, l’impianto di riscaldamento.

Eventuali apparecchi portatili devono essere a norma.

- Non utilizzare prolunghe in prossimità delle aree di transito e di lavoro;

- Segnalare al datore di lavoro/dirigente/preposto rischi o mancanze.

8.3 Aule

Interessa solo alcuni Lavoratori (Docenti) durante la attività di formazione. I rischi in parte sono riconducibili ad una attività di ufficio aggravata dalla interazione con gli allievi, che provoca un maggior rischio per la salute del personale docente, rappresentato da una esposizione a rumore (fonte ex ISPESL), ad agenti patogeni (p.es influenza), da stress lavoro correlato e da un affaticamento della voce (per prolungate spiegazioni).

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Per i rischi si può far riferimento a quelli relativi agli uffici (vedasi pertanto relativa scheda e relative MPP).

RISCHIO SPECIFICO Climatizzazione e qualità dell’aria

DESCRIZIONE Il rischio è legato al permanere dei lavoratori in locali confinati ed è legato essenzialmente alle condizioni microclimatiche rappresentate soprattutto dal clima freddo nella stagione invernale e dal clima caldo nella stagione estiva. Fattori che, unitamente ad un cattivo ricambio dell’aria, possono influenzare negativamente l’attività lavorativa, provocando anche patologie (sindrome da edificio “malato”).

MPP In presenza di videoterminali è opportuno umidificare l’ambiente per ridurre le cariche elettrostatiche. Va favorita un’adeguata aerazione, in particolare nei mesi invernali, per allontanare i vari inquinamenti che, anche se in piccole dosi si possono liberare (ioni negativi, colonie batteriche, acari, spore prodotti per la pulizia, formaldeide da mobili, ma anche solventi dai pennarelli ed inchiostri, composti organici, polveri e ozono dalle fotocopiatrici e stampanti laser).

- Aerare adeguatamente i locali, soprattutto in funzione delle misure anticovid;

- Chiudere le finestre subito dopo l’aerazione, se si trovano in posizione pericolosa;

- Evitare le correnti d’aria modificando, se necessario, il posizionamento e le caratteristiche delle griglie di immissione/estrazione dell’aria;

- Evitare gli sbalzi termici, mantenendo la differenza tra temperatura estiva interna dei locali ed esterna entro i 7°C;

- Evitare il sole diretto con i sistemi antisoleggiamento (veneziane/tendaggi ignifughi);

- Sostituire periodicamente i filtri dell’impianto di condizionamento-aerazione e comunque effettuarne una pulizia/sanificazione almeno semestrale;

- Laddove vengano utilizzati condizionatori, eseguire la regolare manutenzione periodica come da istruzioni del fabbricante, rispettare le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità ISS per gli aspetti legati al Covid- 19 e procedere periodicamente a sanificazione degli apparecchi con appositi prodotti igienizzanti (tutte attività a cura di manutentori specializzati);

- Verificare che gli apparecchi di condizionamento rispettino gli aspetti antincendio di cui al DM 20/03/2020.

RISCHIO SPECIFICO Illuminazione

DESCRIZIONE Una cattiva illuminazione degli ambienti di lavoro, in

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