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Grotte marine e pareti verticali

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Academic year: 2022

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Grotte marine e pareti verticali

Profondità: 5 – 50m Temperatura: 15-26°C Substrato: roccia

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Le coste rocciose danno origine, per loro stessa natura, ad un habitat tanto affascinante quanto poco conosciuto: quello delle grotte e anfratti sottomarini.

Qui vivono, al riparo dalla luce del sole, molti organismi sciafili, che rifuggono la luce diretta, come molte specie di coralli e attinie. La vegetazione, per lo più alghe rosse, non è molto diffusa ed è limitata alla parte più vicina all’imboccatura. In compenso gli animali sono davvero tanti, e spesso adattati perfettamente alla penombra di questo straordinario mondo sommerso. Le grotte, infatti, sono ambienti conservativi, che cambiano poco e quindi permettono la sopravvivenza di specie spesso davvero uniche; ciò vale sia per quelle terrestri sia per quelle sottomarine, rappresentate in questa vasca.

Passaggi graduali

La caratteristica più evidente di una grotta sottomarina è il graduale passaggio da un’imboccatura piena di alghe a comunità sempre più povere di vegetali man mano che ci si addentra.

Tuttavia, le pareti delle grotte non sono nude: innumerevoli invertebrati filtratori ne fanno la loro casa, sfruttando le correnti per raccogliere il cibo. Spugne, coralli, anemoni e vermi dipingono le rocce di un arcobaleno di colori, mentre molte specie di pesci vi si alimentano, e altri vi si nascondono. Le grotte sottomarine sono tutt’altro che vuoti abissi bui.

Lo studio delle grotte sottomarine è possibile solo con l’immersione subacquea. Rupert Riedl, con la spedizione Tyrrhenia, studiò le grotte marine del Golfo di Napoli negli anni Cinquanta e segnò l’inizio della ricerca su questo particolarissimo ambiente.

Artificiali e naturali

Non tutte le grotte delle nostre coste sono naturali; se il fenomeno del carsismo può interessare le formazioni rocciose calcaree, le grotte in rocce vulcaniche (come nel Golfo di Napoli) possono avere infatti altre origini, tra le quali l’azione dell’uomo: molti passaggi sotterranei sono stati costruiti sin dall’epoca greca e romana lungo le coste della Campania, e alcuni di questi sono stati allagati dal mare, trasformandosi in condomini per gli organismi marini.

Conosciamo i nostri ospiti!

Molti degli ospiti di questa vasca sono crostacei: la magnosa o cicala di mare (Scyllarides latus) è un animale molto sensibile all’inquinamento e alla pesca, e quindi protetta in Italia; assomiglia all’aragosta, senza le lunghe antenne tipiche di quest’ultima. E a proposito di aragoste (Palinurus vulgaris), si possono osservare seminascoste negli angoli di questa vasca. Un altro crostaceo ospite

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di questa vasca è la capra di fondale (Paromola cuvieri), un granchio dalle particolari abitudini difensive: l’ultimo paio di zampe, di dimensioni ridotte, è modificato per trasportare un sasso o una conchiglia, o più frequentemente un invertebrato sessile come una spugna o un anemone: il

granchio usa questo suo carico per difesa, migliorando le sue capacità mimetiche ma anche interponendo il carico tra sé e un possibile predatore. Anche gli echinodermi, con la stella di mare rossa (Echinaster sepositus), sono presenti nelle faune di grotta.

Tra i pesci troviamo il re di triglie (Apogon imberbis), dal tipico colore rosso-arancio, e la grande corvina (Sciaena umbra) dai colori bruni. Questo pesce è piuttosto rumoroso: può produrre un ticchettio causato dai denti faringei (cioè quelli che si trovano indietro, quasi nella gola), che viene amplificato dalla vescica natatoria.

Racconti dalle onde

Le grotte forniscono riparo e protezione a molti animali, ma anche qui non mancano i predatori, che approfittano dell’apparente tranquillità dell’ambiente: tra questi ultimi uno dei più curiosi è proprio il Re di triglie. Questo timido pesce rosso o rosa è un predatore notturno di crostacei e altri pesci, ma la sua peculiarità sta nel fatto che durante la stagione riproduttiva il maschio raccoglie in bocca le uova deposte dalla femmina dopo averle fecondate, e se le porterà in giro fino alla schiusa per proteggerle, naturalmente evitando di mangiare per tutta la durata dell’incubazione... anche se può accadere qualche incidente coi pesci papà meno attenti!

Tuttavia, anche le grotte costiere non immerse sono importanti: possono nascondere spiagge sulle quali si rifugiano animali rari come la foca monaca che, dopo molti anni di assenza nei nostri mari a causa di attività antropiche, sembra che ora stia tornando a popolare le grotte più recondite e

protette delle coste italiane.

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