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Infatti nella storiografia salesiana si è prestata piuttosto poca attenzione a questo tema, cioè alla Percezione della figura di don Bo- sco all’esterno dell’Opera Salesiana

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Academic year: 2022

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prefazione

Gli Atti di questo volume contengono le ricerche presentate nel corso del 6°

Convegno internazionale sulla storia dell’Opera Salesiana, organizzato dall’Associa- zione Cultori di Storia Salesiana (ACSSA), con il sostegno dell’Istituto Storico Sale- siano (ISS). Con questo evento culturale, dall’impronta mondiale, si è voluto cele- brare il Bicentenario della nascita di s. Giovanni Bosco (1815-2015). L’argomento trattato dai ricercatori, suscita senza dubbio un considerevole interesse sia per la sua novità e sia per la sua originalità. Infatti nella storiografia salesiana si è prestata piuttosto poca attenzione a questo tema, cioè alla Percezione della figura di don Bo- sco all’esterno dell’Opera Salesiana. Gli studiosi di storia salesiana, compresi quelli di ambito laico, hanno preferito mettere al centro delle loro ricerche la sua persona – uno dei più conosciuti apostoli, educatori e formatori del mondo giovanile dell’Ot- tocento – riservando uno spazio piuttosto limitato a come egli stesso e le istituzioni da lui fondate fossero non solo percepite, ma quale genere d’influsso e in quale mi- sura fossero fonte di ispirazione per l’ambiente esterno a quello salesiano. L’arco di tempo sottoposto all’indagine storica è davvero lungo, però appunto questo ci per- mette di provare un dato interessante, cioè che con l’andare degli anni la notorietà del nostro Protagonista non è diminuita, anzi, si è avvertita una costante, impres- sionante crescita di popolarità in alcune aree geografiche, specie fuori dell’Europa.

Dalle indagini qui presentate risulta che i momenti di intenso coinvolgimento e di attenzione dell’ambiente esterno verso don Bosco, direi come una nota universa- le, furono scanditi da alcuni eventi. Tra i più sentiti fu la sua morte (1888) e, suc- cessivamente, la beatificazione (1929), seguita dalla canonizzazione (1934) e que- sta, celebrata proprio nel giorno più importante per tutta la cristianità, cioè nella solennità della Pasqua del Signore. Ovviamente ci furono molti altri fattori oltre a quelli appena nominati, tuttavia questi tre eventi avevano suscitato un’attrattiva tutta particolare nel mondo intero, come attestano questi Atti.

Il valore inconsueto della Figura di don Bosco, sia per la Chiesa, sia in generale per la società civile, era già attestato, molti anni prima che egli morisse, dalle “vite”

che possiamo chiamare con una certa riserva “biografie”, redatte da autori laici o anche da alcuni ecclesiastici. Questi testi testimoniano un’ammirazione per la pro- mozione di un apostolato innovativo, per l’impulso dato a una formazione e a un’educazione in cerca di nuove soluzioni per affrontare la difficile situazione dei giovani, specie quelli che si trovavano in uno stato di vita precaria, quindi bisognosi di un tempestivo e concreto intervento e aiuto in una società in rapido sviluppo in- dustriale e urbanistico, in balia di enormi trasformazioni culturali e di ideologie av- verse al cattolicesimo.

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L’attenzione a don Bosco è provata da numerosissimi giornali e, a sorpresa, an- che da quelli che non sempre erano ben disposti nei confronti della Chiesa cattoli- ca. Ai quotidiani si aggiungevano varie riviste cattoliche e non, fortemente interes- sate al discorso dell’educazione preventiva in favore del mondo giovanile. Rilevante è il fatto che la sua personalità diventava una sorgente per vari scrittori sia laici sia ecclesiastici per stendere testi letterari, talvolta a carattere biografico ed edificante, mirati a raggiungere i ragazzi e i giovani con una accattivante proposta di matura- zione umana e cristiana.

Con una certa sorpresa è registrata la massiccia presenza del nome del nostro Protagonista in svariati posti pubblici (strade, monumenti, scuole, università, chiese, parrocchie, paesi e anche in legislazioni, memoria orale e altro), attestata in tutti i con- tinenti. Vale la pena accennare a un avvenimento molto recente che riguarda la vita pubblica di un paese americano, cioè della Repubblica Dominicana. Il presidente di questo paese, dopo aver ricevuto l’approvazione da parte dei deputati e dei sena- tori, decretò, il 5 dicembre 1993, che nel giorno della morte di san Giovanni Bosco (31 gennaio), ogni anno fosse celebrato il “Día Nacional de la Juventud en la Re- pública Dominicana”.

Dunque questo materiale elaborato scientificamente restituisce una conferma che il nome di don Bosco è stato percepito dall’ambiente esterno in tante regioni del mondo. Questa immagine documentata sembra già un gran mosaico, anche se dovrà certamente essere ancora completato da ulteriori ricerche. Mi sia permesso di mettere in risalto solo due dei tanti aspetti della sua Figura: un sacerdote dedito senza alcuna riserva alla crescita umana, spirituale, professionale, culturale dei gio- vani al fine che diventino “onesti cittadini e buoni cristiani”. E un Educatore non solo ricco di idee nuove e di iniziative innovative, ma soprattutto grandemente ca- pace di renderle operative per affrontare subito le nuove sfide nel campo educativo, formativo per il bene dei giovani, con una particolare attenzione verso quelli più svantaggiati.

Mentre mi congratulo con l’Associazione Cultori di Storia Salesiana, che è ri- uscita a promuovere una ricerca a raggio mondiale, mi permetto di augurare che questa offerta culturale diventi stimolante – soprattutto per i SDB, le FMA, com- presi i numerosi movimenti e rami della Famiglia Salesiana – per portare avanti con entusiasmo la missione apostolica ed educativa di don Bosco e avere il coraggio di confrontarsi con tanti areopaghi moderni laici in cui si stanno elaborando i nuo- vi progetti pedagogici e formativi in favore del sempre più complesso universo dei giovani di oggi.

Con affetto, in don Bosco Don Ángel Fernández Artime Rettor Maggiore Roma, 1° novembre 2016 Solennità di Tutti i Santi

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