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(1)

Atto T0B3XX

Settore T Ambiente e Pianificazione Territ.le Servizio AU Ecologia e ambiente

U.O. 0031 Aria

Ufficio TARI Emissioni

C.d.R. 0023 Ecologia e Ambiente

Autorizzazione integrata ambientale N. Reg. Decr. 313/2020 Data 14/08/2020 N. Protocollo 43960/2020 2

Oggetto: Società Agricola SAN FRANCESCO S.S. - Via Busco, 6 CHIARANO. Procedimento autorizzativo unico di VIA, VINCA, AIA e titolo edilizio ai sensi dell'art.

27-bis del D.Lgs.n.152/2006.

IL DIRIGENTE PREMESSO CHE:

- la Società Agricola San Francesco S.S. (p.iva

05004960281) con sede legale in San Martino di Lupari (PD)

– Via Leonardo Da Vinci, 50, numero REA PD-435492, è in

possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata

con decreto n.120/2020 del 09/04/2020, relativa

all'installazione sita in Via Bosco, 6 in comune di

Chiarano, per l'attività di allevamento intensivo di

avicoli, di cui al punto 6.6 a) dell'allegato VIII alla

Parte Seconda del D.Lgs.n.152/2006;

(2)

Agricola San Francesco S.S. ha chiesto l'attivazione della procedura autorizzativa unica per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale ed il titolo edilizio, contestualmente al giudizio di compatibilità ambientale, ai sensi dell'art. 27 bis del D.Lgs.n.152/2006 ed art. 11 della L.R. 4/2016, per ristrutturazione ed ampliamento di allevamento avicolo di polli da carne sito in comune di Chiarano;

- il progetto è riferibile alla rete natura 2000 (zone SIC e ZPS) e pertanto la valutazione di incidenza (VIncA) è ricompresa nell'ambito della procedura VIA;

ATTESO CHE:

- nella seduta del Comitato Tecnico Provinciale VIA, riunitosi il 17/10/2019, è stato definito il sottogruppo istruttorio per l'esame del progetto e del relativo studio di impatto ambientale;

- il proponente ha provveduto ad effettuare la presentazione al pubblico ai sensi dell'art. 14 della L.R.

4/2016;

- non sono pervenute osservazioni a seguito delle pubblicazioni di cui al comma 4 dell'art. 27 bis del D.Lgs.n.152/2006;

- il sottogruppo istruttorio VIA e gli uffici provinciali

competenti per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata

(3)

11/11/2019, con prot.n.69490 ed in data 29/05/2020 con prot.n.27575;

- il Proponente in data 24/02/2019 (prot. Prov. n.ri 10144, 10150, 10153, 10154, 10155) ed in data 8/06/2020 (prot.

Prov. n.28848) ha presentato la documentazione integrativa richiesta;

TENUTO CONTO CHE:

- il Comitato Tecnico Provinciale VIA nella seduta del 30/07/2020, prendendo atto della documentazione acquisita in data 05/08/2019 (prot. Prov. n.50123), e delle sue successive integrazioni, considerando inoltre che a seguito della pubblicazione dell'avviso di cui al comma 4 dell'art.

27 bis del D.Lgs.n.152/2006 non sono pervenute osservazioni, ha valutato le problematiche connesse alla realizzazione del progetto di cui all'oggetto e, dopo esauriente discussione, ha deciso di concludere l'istruttoria, esprimendo parere favorevole in ordine alla compatibilità ambientale ed alla incidenza ambientale (VINCA) del progetto di cui trattasi, nel rispetto delle prescrizioni riportate nelle “CONCLUSIONI” del parere allegato al presente provvedimento, di cui costituisce parte integrante;

- la Conferenza dei Servizi prevista dall'art. 14 e

seguenti della L. 241/1990, nonché dall'art.11 della L.R.

(4)

◦ parere favorevole in ordine alla compatibilità ambientale ed alla incidenza ambientale (VINCA) sopra menzionato;

◦ parere favorevole ARPAV - Dipartimento Provinciale di Treviso;

◦ parere favorevole del Comune di Chiarano, ai fini urbanistici e del titolo edilizio, rilasciato in data 23/07/2020 (prot. Prov. n.39314) con condizioni e prescrizioni, allegato al presente provvedimento, di cui costituisce parte integrante;

◦ parere favorevole ULSS 2 Marca Trevigiana in data 28/07/2020 (prot. Prov. n.39962) e in data 30/07/2030 (prot. Prov. n. 40523);

◦ parere favorevole AVEPA in data 29/07/2020 (prot.

Prov. n.40484, allegato al presente provvedimento, di cui costituisce parte integrante;

CONSIDERATO CHE la Conferenza dei Servizi ha inoltre preso atto della relazione istruttoria predisposta dagli uffici provinciali competenti al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, e delle relative prescrizioni, che viene allegata al presente provvedimento del quale costituisce parte integrante;

VISTA la conclusione dei lavori della Conferenza, con

espressione di parere favorevole, in ordine

(5)

progetto presentato di ristrutturazione ed ampliamento di allevamento avicolo;

Tutto ciò premesso,

VISTO il D.Lgs.n.152/2006, Parte II, recante la disciplina relativa alle procedure per la V.A.S., per la V.I.A. e per l’I.P.P.C.;

VISTA la L.241/1990;

VISTA la L.R. 16 febbraio 2016, n. 4 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”, ed in particolare l'art. 5 comma 1, che pone in capo alla Provincia il rilascio dei provvedimenti di VIA, con riferimento alle tipologie progettuali individuate nella ripartizione di cui agli allegati A e B della medesima legge;

VISTA la L.R. n.33/1985 e la L.R. n.26/2007;

RICHIAMATO, per quanto compatibile, il D.Lgs.18/8/2000 n.267;

DATO ATTO dell'assolvimento dell'imposta di bollo per il rilascio della presente autorizzazione tramite marca con codice identificativo 01191601706469 del 21/05/2020;

ATTESTATA la legittimità, la regolarità e la correttezza

dell'azione amministrativa, nonché la completezza

dell'istruttoria condotta, ai sensi dell'art.147 bis del

(6)

VISTO il Regolamento provinciale di Organizzazione;

DECRETA

Art. 1 - Di rilasciare, ai sensi dell'art. 27 bis del D.Lgs.n.152/2006 e dell'art. 11 della L.R. 4/2016, il provvedimento di valutazione dell'impatto e di incidenza ambientale, integrato della presente Autorizzazione Integrata Ambientale con titolo edilizio, relativo al progetto denominato “Ristrutturazione ed ampliamento di allevamento avicolo di polli da carne” in comune di Chiarano, facendo seguito ad istanza presentata della SOCIETA' AGRICOLA SAN FRANCESCO S.S., ed acquisita al prot.

Prov. n.50123 in data 05/08/2019.

Art. 2 – La SOCIETA' AGRICOLA SAN FRANCESCO S.S. deve rispettare i limiti e le prescrizioni riportate in premessa, nelle "CONCLUSIONI" del parere del Comitato Tecnico Provinciale VIA e nella relazione istruttoria predisposta dagli uffici provinciali competenti al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale e delle relative prescrizioni, allegate al presente provvedimento di cui costituiscono parte integrante;

Art. 3 - La presente Autorizzazione Integrata Ambientale sostituisce il decreto n.120/2020 del 09/04/2020, che viene revocato.

Art. 4 - La presente Autorizzazione Integrata Ambientale ha

(7)

29-octies del D.Lgs. n.152/2006.

Art. 5 - I lavori per la realizzazione dell'impianto devono iniziare entro 12 mesi dalla data di notifica all'interessato del presente provvedimento e la messa in esercizio entro 36 mesi dalla medesima data.

La data di inizio lavori deve essere tempestivamente comunicata a questa Amministrazione ed al Comune, allegando la documentazione che da quest'ultimo sarà eventualmente richiesta al fine di perfezionare il titolo edilizio.

Nel caso che tali termini non vengano rispettati, il presente provvedimento decade automaticamente, salvo proroga accordata su motivata istanza della ditta.

Nel caso in cui venga concessa proroga dei termini sopra indicati, il progetto dovrà comunque essere realizzato entro 5 anni dalla data di pubblicazione del presente provvedimento, salvo proroga, ai sensi della normativa vigente.

Art. 6 - Il presente provvedimento viene trasmesso alla SOCIETA' AGRICOLA SAN FRANCESCO S.S., ad ARPAV - Dipartimento Provinciale di Treviso, alla Regione del Veneto, al Comune di Chiarano, all'ULSS 2 Marca Trevigiana, ad AVEPA, e va affisso all'Albo della Provincia e del Comune di Chiarano.

Art. 7 - Avverso il presente atto è ammesso ricorso

(8)

Veneto o ricorso straordinario al Capo dello Stato, rispettivamente nel termine di 60 giorni e di 120 giorni decorrenti dalla data di ricevimento.

Dott. Simone Busoni

(9)

Area Organizzativa Emissioni in Atmosfera e Ufficio Autorizzazioni Integrate Ambientali

Identificazione del complesso I.P.P.C.

Ragione sociale Società Agricola San Francesco S.S.

Sede legale Via Leonardo Da Vinci, 50 – S. Martino di Lupari (PD)

Sede installazione Via Bosco, 6 – Chiarano

Tipologia impianto Esistente ai sensi dell'art.5, comma 1 lettera 1- quinquies del D.Lgs.n.152/2006

Codice e attività I.P.P.C. 6.6 a) - più di 40.000 posti pollame (polli da carne)

(10)

INDICE A QUADRO AMMINISTRATIVO – TERRITORIALE

A1 Inquadramento del complesso produttivo Pg. 3

A2 Inquadramento geografico - territoriale del sito Pg. 3 A3 Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall'AIA Pg. 4 B QUADRO PRODUTTIVO – IMPIANTISTICO

B1 Produzioni, Strutture aziendali, Impianti Pg. 4 B2 Materie prime Pg. 7 B3 Risorse idriche ed energetiche Pg. 7 C QUADRO AMBIENTALE

C1 Emissioni in atmosfera Pg. 8

C2 Scarichi in acqua Pg. 8

C3 Emissioni sonore Pg. 13

C4 Emissioni olfattive Pg. 14

C5 Produzione di rifiuti Pg. 14

C6 Effluenti zootecnici Pg. 14

D QUADRO INTEGRATO

D1 Applicazione delle M.T.D. Pg. 15

D2 Criticità riscontrate Pg. 24

E QUADRO PRESCRITTIVO

E1 Emissioni in atmosfera Pg.24

E2 Acqua Pg.25

E3 Rumore Pg.25

E4 Odori Pg.26

E5 Suolo Pg.26

E6 Rifiuti Pg.26

E7 Ulteriori prescrizioni Pg.27

E8 Monitoraggio e controllo Pg.27

E9 Prevenzione incidenti Pg.27

E10 Interventi sull'area alla cessazione dell'attività Pg.27

F PIANO DI MONITORAGGIO Pg.28

PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO – quadro sinottico Pg.30

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A QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE A 1 - Inquadramento del complesso produttivo

L’ allevamento è situato nel comune di Chiarano in Via Bosco, 6.

L’azienda è specializzata nell’allevamento di polli da carne (broilers) per una capacità produttiva massima attuale di 106.623 capi/ciclo.

Il complesso IPPC soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessato dalle seguenti attività:

Codice

IPPC Codice NACE Codice

NOSE-P Tipologia impianto Operazioni svolte

6.6(a) 01.2

Agricoltura, allevamento animali

110.05

Gestione liquami Allevamento polli da carne

Produzione broiler da macello femmine di 1,6-1,8 kg e

maschi di di 3,4-3,8 kg

A 2 - Inquadramento geografico - territoriale del sito

All'insediamento produttivo si accede da una laterale della strada che collega Chiarano con Cessalto.

A livello catastale l'area dell'allevamento è rilevabile in Comune di Chiarano al foglio 18 sui mappali n. 8, 87, 89 e 93 della superficie complessiva di 16.269 m2.

La superficie totale coperta è di 13.110 m2, quella scoperta pavimentata è di 3,276 m2 mentre quella scoperta non pavimentata è di 31,002 m2.

La superficie dei singoli mappali è la seguente:

COMUNE FOGLIO MAPPALE SUPERFICIE in Ha

Chiarano 18 136 01.52.80

Chiarano 18 149 02.90.28

Chiarano 18 150 00.30.80

TOTALE 4.73.88

Il vigente PRG Comunale classifica detta area come zona E – agricola,

Il Comune di Chiarano ha approvato il Piano di Classificazione Acustica del territorio comunale.

Le aree di pertinenza della Società Agricola San Francesco SS e quelle oltreconfine sono collocate nella Classe III – aree di tipo misto.

Aspetti ambientali

Sotto il profilo ambientale il sito dell'allevamento è inserito in contesto agricolo caratterizzato da seminativi e vigneti; esso è posizionato nella periferia del centro abitato di Chiarano, a circa 50 metri dalla zona agricola residenziale, a 500 metri dal centro rurale denominato “Dosa di sotto”, a 800 metri circa dalla zona industriale e a 1000 metri dalle aree edificate (zona B e C).

L'abitazione più vicina all'allevamento esclusa quella del titolare si trova a una distanza di 160 metri.

Intorno all'allevamento in un raggio di 500 metri sono presenti un allevamento di vacche da latte, diverse abitazione ad uso civile ed alcuni fabbricati annessi ad uso non residenziale.

La zona non è soggetta a vincoli paesaggistico-ambientali.

I capannoni sono situati al di fuori sia del vincolo dell'elettrodotto, sia del vincolo relativo alla fascia di rispetto di 150 metri dal canale Piavon.

L'allevamento inoltre non ricade in zone di interesse comunitario classificate SIC o ZPS.

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A 3 - Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall'AIA La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell'allevamento:

Norme di

riferimento Ente

competente Estremi atto

Data

rilascio Data

scadenza Oggetto

A.I.A. D.Lgs. 152/2006 Provincia di

Treviso n. 120/2020 09/04/20 09/04/30 Autorizzazione integrata ambientale

ACQUA Servizi

integrativi

Servizi idrici sinistra

Piave

n. bolletta

2004/1265 27/05/04 -- Nuovo allacciamento idrico

SANITA' D.Lgs.

181/2010 ULSS 9 Prot. n. 2941 14/01/97 -- Parere sanitario

SANITA' Servizi

integrativi ULSS 9 Prot. n. 45174 15/04/11 -- deroga benessere animale

EFFLUENTI DI

ALLEVAMENTO D.G.R. n.

1835/2016 Provincia di

Treviso Comunicaz. n.

604896 17/04/19 16/04/24 Comunicazione Completa per l'utilizzo agronomico

AUTORIZZAZIONI EDILIZIE

Strumenti

urbanistici Comune di

Chiarano Conc. Edilizia

428 20/07/73 -- Costruzione

capannone avicolo 1 Strumenti

urbanistici Comune di

Chiarano Conc. Edilizia

477 26/02/1974 -- Costruzione

capannone avicolo 2 Strumenti

urbanistici Comune di

Chiarano Ag. 96/2256 02/04/2004 -- Agibilità dei capannoni avicoli

Strumenti

urbanistici Comune di Chiarano

SCIA 05004960281-

02052019- 1156

18/05/19 Interventi di

adeguamento alla biosicurezza

B QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO B1 – Produzioni, Strutture aziendali, Impianti

L'azienda è specializzata nell'allevamento di polli da carne (broilers) per una capacità produttiva massima di 279,224 capi/ciclo. L'attività viene svolta in soccida con il soccidante che fornisce pulcini, mangime, disinfettanti e vaccini, mentre l'allevatore (soccidario) contribuisce con le strutture di allevamento e il lavoro manuale.

All'interno dell'area sono presenti 5 capannoni con le seguenti superfici:

Superficie utile

stabulazione in m2 Superficie utile allevamento in m2

CAPANNONE A 2.523 2.620

CAPANNONE B 2.539 2.639

CAPANNONE C1 2.536 2.587

CAPANNONE C2 2.536 2.587

CAPANNONE D 2.504 2.527

TOTALE 12.691 12.960

Ogni capannone ha anticamere e vani tecnici con funzione di magazzino e servizio.

(13)

Dal punto di vista costruttivo si tratta di fabbricati realizzati in acciaio con tamponamenti laterali e di testata in laterizio forato. La struttura del tetto è in capriata reticolare in acciaio con correnti superiori sempre in acciaio. Il manto di copertura è in pannelli di fibro-cemento.

L’ammodernamento dei capannoni esistenti prevede di coibentare completamente le strutture con l’apposizione di un pannello isolante tutta altezza fino all’imposta del tetto sui lati lunghi e sulle testate. Questa superficie continua verrà interrotta dal collocamento dei ventilatori (testate) delle finestre apribili e dal cooling (lateralmente).

Per quel che riguarda i nuovi capannoni, dal punto di vista costruttivo si tratta di fabbricati realizzati con struttura di fondazione in calcestruzzo e zoccolo emergente di bordo dal terreno, per l’appoggio della struttura in elevazione in acciaio zincato con tamponamenti realizzati integralmente in pannello sandwich coibentato sia lateralmente che di copertura. La struttura del tetto è in capriata reticolare in acciaio con correnti superiori sempre in acciaio.

Le superfici a parete di testata in pannello sono interrotte dal collocamento dei ventilatori mentre lungo le pareti laterali vengono collocate le finestre apribili e il

cooling (lateralmente).

Benessere animale e consistenza massima dell'allevamento

In riferimento alla possibilità di allevare polli da carne con densità superiori a 33 kg/m2 fino a 39 kg/m2 nel rispetto dei requisiti stabiliti dagli Allegati I e II del D. Lgs.n.181/2010, il parametro sulla consistenza massima dell’allevamento tiene conto dei 39 kg/m2 di peso vivo.

La densità massima di allevamento considerando la superficie utile totale di stabulazione di 12.692 m2 è di: 12.692 m2 X 39 kg/m2 = 494.988 kg

La consistenza massima dell’allevamento è di 279.224 capi/ciclo ripartiti equamente tra capi maschi e femmine.

Processo produttivo e impianti ad esso connessi

L’allevamento dei polli da carne è caratterizzato dalla realizzazione di cicli produttivi regolari e successivi, la cui durata dipende dal tipo di animale (maschi o femmine) allevato e dai tempi tecnici del vuoto sanitario interciclo. Un ciclo di allevamento ha una durata di 55-60 giorni ed è a sua volta suddivisibile in fase di pulcinaia (nel complesso 14-15 giorni) e fase di accrescimento o ingrasso (circa 42-45 giorni).

Il tempo che passa tra un accasamento e quello successivo è di 80 giorni circa, di cui 55-60 giorni caratterizzati dalla presenza degli animali e i restanti 20-25 giorni di “vuoto sanitario” durante il quale si eseguono la pulizia e la preparazione dei capannoni per il ciclo successivo.

Mediamente, quindi, in azienda si eseguono circa 4,5-5 cicli produttivi/anno.

I pulcini accasati hanno un peso medio individuale di circa 50-55 g; il loro numero varia a seconda del sesso e delle decisioni della ditta soccidante.

Il peso medio finale, considerata la presenza del 50% di maschi e del 50% di femmine, si aggira sui 2,6-2,7 kg ed è ottenuto mediante la vendita delle femmine al peso di 1,6-1,7 kg (età 35-40 giorni circa) e da quella dei maschi al peso di 3,4-3,8 kg (età 55-60 giorni).

E’ inoltre possibile accasare solo soggetti maschi, che raggiungono un peso finale di 3,6-3,8 kg (età 50-55 giorni) dopo uno sfoltimento al peso di 2,6 kg (età 42-45 giorni), oppure solo femmine, che raggiungono un peso finale di 1,6-1,7 kg (età 35- 38 giorni).

La mortalità media è del 5-6% dei capi accasati, con mortalità di punta che si verifica normalmente entro la prima settimana di vita.

Periodicamente è necessario anche riformare la lettiera dove ha perso la sua capacità assorbente, attuando operazioni di semplice aggiunta o di arieggiamento dello strato.

Ad inizio ciclo i pulcini sono trasportati dall’incubatoio con automezzi climatizzati, da cui vengono trasferiti direttamente e in modo rapido nel capannone pre- riscaldato, per evitarne la disidratazione. I pulcini sono lasciati liberi in tutto il capannone o, eventualmente, divisi da rete metallica o da una barriera posizionata trasversalmente all’asse maggiore del capannone qualora, per esigenze climatiche o tecniche, sia richiesta la separazione tra i soggetti maschi e le femmine o il confinamento dei pulcini in gruppi.

Durante la pulcinaia, dopo 7-8 giorni circa dall’accasamento dei pulcini, vengono gradualmente rimossi gli abbeveratoi e le mangiatoie supplementari per abituare i pulcini all’utilizzo degli

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impianti automatici. Contemporaneamente viene a poco a poco ridotta la temperatura ambientale che al 14° giorno non supera i 23-24°C per arrivare al 27° giorno ai 20-21°C fino a fine ciclo.

Per quel che riguarda la ventilazione è necessario garantire una buona qualità dell’aria ed eliminare i gas tossici di accumulo, regolando il livello di temperatura e di umidità.

L’intensità luminosa varia dalla prima fase di allevamento (alta intensità luminosa) fino alla fine del ciclo (bassa intensità luminosa); quel che rimane costante è la durata delle ore di luce (16 ore di luce e 8 ore di buio).

In genere, dopo la terza settimana di vita gli animali sono perfettamente acclimatati e non necessitano, ordinariamente, di cure o attenzioni particolari che non siano quelle dell’ordinaria ed accurata gestione dell’ambiente di allevamento.

A fine accrescimento si procede prima al carico delle femmine (35-40 giorni) e poi dei maschi (55-60 giorni) oppure contemporaneamente di maschi e femmine (50-55 giorni).

Una volta vuotati i capannoni l’allevamento viene preparato per ricevere il nuovo gruppo di pulcini asportando la lettiera utilizzata nel ciclo precedente, e provvedendo alla pulizia dell’ambiente e di tutta l’attrezzatura presente.

Le operazioni che si svolgono possono essere riassunte come di seguito:

- Sollevamento delle linee dell’impianto di abbeverata e alimentazione;

- Asportazione della lettiera esausta con una pala e carico del materiale sull’autotreno per varie destinazioni;

- Pulizia a secco del pavimento con un’apposita scopa o con una motoscopa; talvolta si possono effettuare lavaggi delle pareti e dei soffitti;

- Disinfezione delle pareti, del soffitto e del pavimento con l’atomizzatore;

- Distribuzione del nuovo strato di lettiera;

- Riposizionamento a terra degli impianti di abbeverata e di alimentazione coadiuvati da abbeveratoi e mangiatoie supplementari specifici e delle cappe riscaldanti per la fase di pulcinaia.

Da un punto di vista strutturale l'azienda è costituita da:

Impianto di riscaldamento: il riscaldamento dei capannoni si effettua con cappe radianti alimentate a GPL; i picchi di maggior utilizzo sono all'inizio del ciclo e nel periodo invernale. Lo stoccaggio avviene in 3 bomboloni da 5000 litri e 3 bomboloni da 3000 litri nella parte in ampliamento, 2 bomboloni da 5000 litri nell’esistente.

Impianto di ventilazione: in ogni capannone la ventilazione è garantita da estrattori (18 in capannoni A e B, 16 negli altri) con portata di 36.000 mc/h ciascuno, posti ad una altezza dal piano di campagna di 1,50 m. Oltre agli estrattori vi sono anche agitatori interni, in posizione trasversale; sul colmo del tetto vi è una presa d'aria mobile. Il periodo di maggior funzionamento degli estrattori ed agitatori è quello estivo (aerare l'ambiente per eliminare le alte concentrazioni di ammoniaca).

Impianti per l’alimentazione e l’abbeveraggio: l'impianto di alimentazione è costituito da 2 linee con mangiatoie “a tazze” a bordo riverso antispreco (considerate BAT), mentre le nuove strutture sono dotate di 4 linee di mangiatoie; tutte sono caricate dalla tramoggia posta in testata della linea tramite una coclea a funzionamento discontinuo mentre un'altra coclea consente il passaggio del mangime dal silos esterno alla tramoggia. Ogni capannone è provvisto di 4 linee di abbeveratoi “a goccia” antispreco (considerati BAT) in acciaio inox; il loro funzionamento viene controllato quotidianamente e a fine ciclo si esegue la disinfezione interna con prodotti disincrostanti.

Impianto di raffrescamento: in ogni capannone è presente un sistema di Pad Cooling tramite il quale l’aria viene reffrescata tramite il passaggio forzato attraverso dei pannelli di cellulosa bagnati con acqua.

Impianto di illuminazione: è costituito da una serie di neon ben distribuiti nei locali che vengono accesi e spenti a orari definiti per regolare la crescita degli animali. Nelle strutture nuove l’impianto di illuminazione è a LED

Altre attrezzature presenti nell’allevamento sono presenti 3 silos per il mangime da 165 quintali ciascuno; i silos sono dotati di imboccatura a cuffia che impedisce l'emissione di polvere

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durante il loro riempimento. In azienda sono presenti celle frigo per la conservazione dei capi morti.

Gruppo elettrogeno: è presente un gruppo elettrogeno da 160 kW.

B2 - Materie prime

Tenendo conto che il primo ciclo compiuto dalla ditta è iniziato il 12/02/2019, si elencano le tipologie e i quantitativi di materie prime utilizzate in allevamento, con riferimento ai due cicli conclusi nel 2019 e rapportati all’annualità (ammettendo di terminare 5 cicli produttivi/anno).

Si procede alla stima dei consumi in seguito all’ampliamento della superficie allevata tenendo conto anche della capacità massima di allevamento. L’aumento dei consumi e delle uscite sono legati all’aumento dei capi allevati. Con il report annuale del PMC si andranno ad elencare dettagliatamente i consumi effettivamente realizzati nell’anno di riferimento.

Categoria Tipologia Consumo annuale

Consistenza Capi/ciclo 279.224

N. cicli n. 6

Animali Pulcini 1.675.344 capi

Mangime Mangime completo 8,710 t

Lettiera Truciolo vergine 40 t

Disinfettanti 600 litri

Sanificanti 900 litri

derattizzanti 20 kg

Combustibile GPL 360.000 litri

Carburante Gasolio 2.000 litri

Energia elettrica Energia elettrica 388 MWh

B3 - Risorse idriche ed energetiche

B3.1 - Consumi di acqua (approvvigionamento idrico)

L' acqua utilizzata in allevamento viene prelevata dalla linea dell'acquedotto e distribuita tramite condutture in tutti i capannoni. L'acqua viene impiegata per l'abbeveraggio, il raffrescamento, il lavaggio e la disinfezione dei capannoni a fine ciclo.Esiste un contalitri per la lettura dei consumi idrici in ogni capannone (centralina di comando).Il consumo riferito alla capacità massima è stimato in 19.162 m3 per abbeveraggio, 1.660 m3 per raffrescamento, 312 m3 per i lavaggi e la disinfezione.

B3.2 - Produzione di energia

L'allevamento con la propria attività non produce energia.

L’azienda è provvista di un gruppo elettrogeno di emergenza (potenza installata di 160 kW) che viene azionato nei casi di interruzione momentanea della fornitura elettrica.

In genere viene utilizzato per poche ore all’anno e non sempre ai massimi regimi.

B3.3 - Consumi di energia

L'energia elettrica viene fornita dalla rete pubblica.

nell’anno di riferimento si stima un consumo di 388 MWh elettrici. Il periodo di maggior fabbisogno energetico coincide con il periodo estivo dovuto prevalentemente all’azionamento dei ventilatori che hanno lo scopo di mantenere ottimali livelli di temperatura interna e concentrazioni di gas insalubri.

Il consumo di energia elettrica è in linea con quelli degli ultimi anni.

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B3.4 - Consumi di combustibile

Il consumo di gasolio per autotrazione è mediamente di 1.000 litri all’anno; lo stoccaggio è in tank fuori terra.

Il riscaldamento dei capannoni viene realizzato con cappe alimentate a gas GPL per un consumo stimato di 106.487 litri di GPL (1.361 Mwh termici). Il periodo di maggior fabbisogno di calore coincide con l’inizio ciclo e in concomitanza del periodo autunno-invernale.

Il consumo di combustibile è in linea con quello degli ultimi anni.

C QUADRO AMBIENTALE C1 - Emissioni in atmosfera Emissioni convogliate

Non ci sono emissioni convogliate.

Emissioni diffuse

Le emissioni in atmosfera relative all’allevamento avicolo riguardano: ammoniaca, metano, protossido di azoto, polveri.

La quantificazione delle emissioni è stata considerata, se disponibili parametri di calcolo, in riferimento ai ricoveri degli animali; le emissioni dovute allo stoccaggio e distribuzione delle deiezioni non sono state considerate perché tutti gli effluenti sono ceduti a terzi.

Complessivamente le emissioni in atmosfera dell’allevamento, considerando la sua capacità produttiva massima (279.224 capi), sono così stimate (kg/anno):

Inquinante ricoveri Stoccaggio Spandimento TOTALE limite

NH3 22.338 - - 22.338 10.000

CH4 22.059 - 22.059 100.000

N2O - 3.071 3.071 10.000

PM10 3.071 - - 3.071 -

PM2,5 1.536 1.536 -

Nell’ultima colonna sono riportati i limiti previsti nella sottolista degli inquinanti nelle emissioni in aria per le attività IPPC di cui al punto 6.6 dell’Allegato VIII del Titolo III-Bis del D.Lgs.n.

152/2006. Dal confronto delle ultime due colonne si può concludere che per l’ammoniaca i limiti sono superati e pertanto l’allevamento è tenuto alla comunicazione annuale al registro EPRTR.

C2 – Scarichi idrici

ACQUE REFLUE ASSIMILABILI ALLE DOMESTICHE

Punto di scarico Sistema di trattamento Corpo recettore

- Imhoff e condensa grassi Suolo mediante sub - irrigazione Gli unici scarichi fognari assimilabili ai domestici provengono dal box spogliatoio di tipo prefab- bricato che verrà installato all'ingresso dell'allevamento.

Le acque nere provenienti dal WC del box saranno convogliate a una vasca Imhoff, in grado di soddisfare un fabbisogno di 3 a.e.

Le acque saponate saranno convogliate in una condensagrassi della capacità di 6 a.e.

Dopo tale trattamento i reflui in uscita si convogliano a un pozzetto di cacciata e raggiungono la condotta disperdente, lunga 6 m.

(17)

ACQUE REFLUE INDUSTRIALI

Non vi sono acque reflue derivanti dal processo produttivo.

In particolar modo si precisa che, le operazioni di lavaggio delle pareti, dei soffitti e delle at- trezzature interne, effettuate nel periodo di vuoto sanitario a fine del ciclo produttivo, generano reflui che vengono raccolti in vasche interrate a tenuta della capacità complessiva di 46 m3 (blocco A e B) e di 15 m3 (blocco C1, C2 e D), in attesa del loro utilizzo in fertirrigazione oppure conferite a ditte esterne autorizzate al ritiro.

Le operazioni di disinfezione, successive ai suddetti lavaggi, vengono effettuate mediante pro- cessi definiti ”a secco”, in quanto l'applicazione dei disinfettati avviene mediante atomizzatore, con ridottissimi volumi di acqua ad alta pressione e senza la produzione di acque percolanti.

ACQUE DI DILAVAMENTO METEORICO La ditta dispone della seguenti aree:

Area Superficie m2

Superficie totale fondo rustico 47.388,00

Superficie coperta (fabbricati) 13.551,76

Superficie scoperta 33.836,24

di cui:

Area Superficie m2

Aree verdi – canalette, fossi, scoline 27.459,48

Aree interdette alla circolazione 2.369,79

Aree di deposito materie prime, prodotti finiti e rifiuti 186,95

Aree di deposito silos 508,89

Aree di disinfezione automezzi 33,00

Aree a parcheggio 25,00

Aree interessate da operazioni di carico/scarico 573,40

Viabilità e manovra 2.722,73

 Aree interessate da operazioni di carico/scarico

Sui piazzali impermeabilizzati antistanti l'entrata dei capannoni avviene il solo transito dei mezzi adibiti al trasporto del mangime (2 - 6 transiti alla settimana), allo scarico dei pulcini a inizio ci- clo (circa 5 – 6 giorni all'anno), al carico degli animali a fine ciclo (circa 15 giorni all'anno) e al carico della pollina a fine ciclo (circa 15 giorni all'anno).

Su essi non sono previsti depositi di alcuni tipo, né di materie prime né di rifiuti, e non sono pre - viste operazioni di lavaggio degli stessi.

(18)

Qualora vi sia una dispersione accidentale di mangime durante le operazioni di carico, il perso- nale provvederà a raccogliere prontamente il materiale disperso con normali attrezzi da lavoro (es. scopa e pala) e a riutilizzarlo per gli animali.

A fine ciclo (circa 5 – 6 volte/anno), dopo l'allontanamento degli animali, si provvede all'asporto della pollina (materiale costituito da deiezioni, truciolo, piume, con circa il 60% di sostanza sec - ca, quindi, avente una consistenza solida) con una pala e al carico immediato del materiale sul- l'autotreno posto sul piazzale in prossimità del portone di ingresso del capannone. Questa proce- dura consente di evitare la dispersione del materiale in altre aree dell'impianto e di mantenere tutta la zona pulita.

Qualora si verifichi il riversamento fortuito di ridotte quantità di pollina sul piazzale in prossimi- tà del portone di ingresso dove è posizionato l'autotreno, il personale effettua la rimozione rapi - da e tempestiva del materiale solido e il carico immediato sul camion.

Sull'area scoperta insiste:

 Area di stoccaggio dei rifiuti

Su tale area vengono stoccati i rifiuti assimilati agli urbani.

Alla domanda su quali tipologie di rifiuti possano venir stoccati su tale piazzola, la ditta precisa che il piano di gestione dei rifiuti nell'impianto prevede che:

 i contenitori in vetro/plastica dei medicinali e disinfettanti, prodotti al momento della profilassi o della disinfezione, vengano depositati nell'immediatezza dell'uso in appositi recipienti (sacconi o bidoni) dotati di apposite vaschette/sistemi di raccolta di eventuali percolazioni; in ogni caso l'area di deposito è collocata al riparo degli agenti atmosferici;

 l' olio, le batterie e/o altri componenti meccanici usurati generati dall'attività di manu- tenzione dei mezzi aziendali vengano smaltiti da ditta autorizzata.

Per tale area la ditta non ritiene necessario la presenza di un sistema di gestione delle acque meteoriche di dilavamento.

 Area destinata all'erogazione del carburante

Il tank aziendale avrà una capienza di 3.435 l sufficiente ai fabbisogni dei mezzi agricoli per cir - ca 5/6 mesi stimati. Esso sarà dotato di tettoia di protezione, bacino di contenimento e avrà un erogatore con stop automatico.

Inoltre, l'azienda si fornisce di un contenitore impermeabile in grado di intercettare eventuali fuoriuscite durante il caricamento del serbatoio. Questo contenitore verrà posto sotto il proprio mezzo agricolo e rimosso a fine operazione per essere conservato in luogo coperto, svuotando nella cisterna o in un apposito contenitore.

La ditta, pertanto, intende adeguarsi alle disposizioni di cui alla nota della Regione Veneto n.

519654 del 20/12/2018.

 Area destinata alla sanificazione dei mezzi in entrata

Subito prima della sbarra di accesso viene realizzata un'apposita area di disinfezione automezzi attraverso l'installazione di un impianto modulare (arco per disinfezione automezzi), fissato e automatizzato al fine di prevenire la diffusione di malattie e virus negli allevamenti.

Tale area sarà delimitata lungo il suo perimetro da dossi e cordoli affinché anche in caso di ab - bondante precipitazione l'acqua meteorica non si disperda sulle superfici ma venga certamente convogliata verso la griglia di scolo e quindi verso una vasca a tenuta, periodicamente svuotata da ditta specializzata.

(19)

La vasca è stata dimensionata di modo da poter contenere le acque anche in caso di eventi con abbondante piovosità. Considerando una durata di precipitazione di 12 h, l'altezza pluviometrica risulta di 123,8 mm, pertanto per una superficie di 15,9 m2 verrebbero prodotti 1,96 m2 di acqua meteorica, inferiori ai 2,1 m3 di capacità massima della vasca.

Al fine di determinare il numero di svuotamenti della vasca a tenuta da 2,1 m3 da effettuarsi nel corso dell'anno, bisogna calcolare il volume annuale di acque di precipitazione che convoglieran- no nella stessa.

Piovosità annuale per Chiarano: 1.107 mm

Area di raccolta acque: 3,00 m x 5,30 m = 15,90 m2

Volume annuale di precipitazioni sull'area: 1,107 m x 15,90 m2 = 17,60 m3 Svuotamenti: 17,60 m3 / 2,1 m3 = 8,38

Saranno quindi necessari 9 svuotamenti annuali.

Relativamente alla gestione delle acque meteoriche dilavanti le altre altre superfici scoperte annesse allo stabilimento, si precisa che queste vengono disperse naturalmente sul terreno.

Quelle in eccesso attraverso apposite pendenze raggiungono delle scoline che scorrono parallele agli edifici e si raccordano al canale demaniale Piovega attraverso una briglia di laminazione.

(20)

CONCLUSIONI

L'attività lavorativa della ditta non comporta la generazione di scarichi di acque reflue industria- li. I lavaggi con acqua delle pareti, dei soffitti e delle attrezzature, che si eseguono a fine ciclo produttivo, vengono raccolti e gestiti secondo la normativa relativa alla riutilizzazione agronomi- ca.

Le operazioni di successiva sanificazione vengono realizzate mediante processi ”a secco” in quanto vengono utilizzati disinfettanti nebulizzati.

I reflui assimilabili ai domestici che provengono dal box spogliatoio sono smaltiti, previo tratta- mento in vasca Imhoff e condensa grassi, sul suolo mediante subirrigazione.

Relativamente all'eventuale assoggettamento alle prescrizioni dell'art. 39 delle NTA del PTA/2009, è stata effettuata la seguente verifica.

La ditta non si trova nell’allegato F del PTA/2009.

Le aree scoperte sono così suddivise:

Area Superficie m2

Aree verdi – canalette, fossi, scoline 27459,48

Aree interdette alla circolazione 2.369,79

Aree di deposito GPL e rifiuti 186,95

Aree di deposito silos 508,89

Aree di disinfezione automezzi 33,00

Aree a parcheggio 25,00

Aree interessate da operazioni di carico/scarico 573,40

Viabilità e manovra 2.722,73

Si evidenzia che:

 l'attività produttiva della ditta viene effettuate tutta all'interno dello stabilimento;

 gli unici stoccaggi di materia prima su area scoperta sono costituiti dal GPL e dal mangi- me che viene depositato in silos;

 non ci sono stoccaggi di pollina.

La sua movimentazione avviene solo sui piazzali impermeabilizzati antistanti l'entrata dei capannoni. A fine ciclo (circa 5 – 6 volte/anno), dopo l'allontanamento degli animali, si provvede all'asporto della pollina con una pala e al carico immediato del materiale sull'autotreno posto sul piazzale in prossimità del portone di ingresso del capannone.

Eventuali riversamenti fortuiti di ridotte quantità vengono tempestivamente raccolti con scopa o pala e caricati sul camion;

(21)

 i rifiuti assimilati agli urbani sono depositati su apposita area posta in prossimità dell'ingresso. Non essendo ben chiaro quali tipologie di rifiuti vengono depositati in essa e la loro modalità di stoccaggio, si precisa che su area scoperta potranno essere depositati solo rifiuti che non diano luogo al dilavamento di sostanze pericolose e/o pregiudizievoli per l'ambiente. In alternativa gli stessi devono essere coperti e se del caso stoccati in contenitori a tenuta o dotati di apposito bacino di contenimento;

 l'area di disinfezione automezzi, realizzata in prossimità dell'entrata mediante apposito arco è delimitata lungo il suo perimetro da dossi e cordoli affinché anche in caso di abbondante precipitazione l'acqua meteorica non si disperda sulle superfici ma venga convogliata verso la griglia di scolo e quindi verso una vasca a tenuta, periodicamente svuotata da ditta specializzata;

 l'area scoperta destinata a parcheggio dei mezzi è pari a 25 m2 < 5.000 m2;

 è presente all'interno dello stabilimento una piazzola per l'erogazione carburanti le cui acque meteoriche di dilavamento vengono gestite conformemente al protocollo stabilito dalla Regione Veneto con nota n. 519654 del 20/12/2018.

Relativamente alla gestione delle acque meteoriche dilavanti le altre superfici scoperte annesse allo stabilimento, si precisa che queste vengono disperse naturalmente nel terreno. Quelle in ec- cesso, attraverso apposite pendenze, raggiungono delle scoline che scorrono parallele agli edifici e si raccordano al canale demaniale Piovega attraverso una briglia di laminazione.

Pertanto, alla luce di quanto sopra, ai sensi dell’art. 39, comma 1 e 3, delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque, la ditta potrà stoccare su area scoperta solo rifiuti che non diano luogo al dilavamento di sostanze pericolose e/o pregiudizievoli per l'ambiente. In alternativa gli stessi devono essere coperti e se del caso stoccati in contenitori a tenuta o dotati di apposito bacino di contenimento.

C3 - Emissioni sonore

Nell’impianto IPPC in oggetto non si rilevano emissioni sonore importanti.

Si possono comunque identificare le seguenti sorgenti di rumore:

• movimento dei mezzi aziendali e dei mezzi adibiti al trasporto delle materie prime in allevamento (autotreni per il trasporto dei mangimi, combustibili, ecc.);

• attività di scarico dei pulcini e di carico degli animali destinati al macello (che in genere si effettua nelle ultime ore pomeridiane o nelle prime ore mattutine);

• attività di pulizia dei capannoni;

• impianto di ventilazione.

La Valutazione di Impatto Acustico presentata dal Proponente e le successive integrazioni hanno dimostrato, che l’esercizio dell’attività della Società Agricola San Francesco risulta essere compatibile con il contesto di insediamento, nel rispetto dei valori limite stabiliti dalla normativa vigente in materia di inquinamento acustico.

(22)

C4 - Emissioni olfattive

Le fonti di emissioni olfattive in allevamento sono riconducibili ai locali di allevamento, all’attività di pulizia dei capannoni, al carico della lettiera esausta negli autotreni/rimorchi ma non al loro stoccaggio e spargimento. Le emissioni di odori sono influenzate da diversi fattori, tra cui:

• le condizioni di allevamento e lo stato della lettiera;

• le condizioni climatiche esterne (pressione atmosferica, direzione ed intensità del vento, ecc.);

• il microclima interno ai locali (umidità, temperatura, ventilazione);

• la tempestività con cui si opera in azienda.

La ditta adotta una serie di BAT finalizzate alla riduzione delle emissioni odorigene.

Relativamente allo sviluppo di odori, nella zona non si sono mai riscontrate lamentele o segnalazioni da parte dei vicinanti o dagli enti locali.

C5 - Produzione rifiuti

In azienda possono essere prodotti i seguenti rifiuti pericolosi:

 Contenitori contaminati da composti utilizzati in attività veterinarie (150110*): 100 kg In azienda possono essere prodotte anche altre tipologie di rifiuti pericolosi come lampade al neon, oli esausti, batterie e non pericolosi come imballaggi non pericolosi in materiali misti o plastica (150106) in misura variabile che sarà registrata nel report annuale del PMC.

I rifiuti vengono stoccati in apposite aree dell’azienda e vengono ritirati periodicamente da una ditta autorizzata che li destina allo smaltimento/recupero.

CARCASSE ANIMALI

La produzione di carcasse in allevamento è stimata in circa 50 t/anno.

Periodicamente, a fine ciclo in genere, tutte le carcasse vengono raccolte da una ditta specializzata nel ritiro e nella gestione di tale materiale, ai sensi del Reg. CE 1069/2009.

ALTRI TIPI DI RIFIUTI e INQUINANTI

L’eternit ancora presente sui capannoni viene costantemente monitorato con cadenza biennale.

C6 – Effluenti zootecnici

La lettiera esausta viene generalmente conferita in parte ad altre aziende agricole, in parte ad impianti di biogas o ad impianti di trasformazione.

Alla fine di ogni ciclo la lettiera esausta viene asportata dal capannone e caricata immediatamente con macchine aziendali negli autotreni di una Ditta autorizzata, ai sensi del Reg. CE 1069/2009.

La ditta predispone annualmente la Comunicazione relativa alla Direttiva Nitrati, specificandone l’effettiva destinazione.

Gli unici stoccaggi temporanei di materiale palabile presenti in azienda sono 10 rappresentati dalla lettiera permanente.

Le acque reflue provenienti dal lavaggio degli ambienti, quantificate in circa 38 m3 alla fine di ogni ciclo (228 m3 totali), vengono distribuite nei fondi adiacenti all'allevamento per l’irrigazione previo stoccaggio in vasche interrate della capacità complessiva di 46 m3 (blocco A-B) e di 15 m3 (blocco C-D), oppure smaltite da ditte autorizzate.

(23)

D QUADRO INTEGRATO

D1 - Applicazione delle M.T.D.

I documenti di riferimento sono:

Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione del 15 febbraio 2017 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) concernenti l'allevamento intensivo di pollame o suini (pubblicata il 21 febbraio 2017 nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea);

Delibera della Giunta Regionale n.1100 del 31 luglio 2018

approvazione delle Linee guida per il riesame delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (A.I.A.) allevamenti a seguito delle nuove disposizioni comunitarie approvate con Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 "BAT Conclusions".

Nel suo complesso l’insediamento adotta già alcune delle migliori tecniche disponibili (BAT) riportate nelle BAT Conclusions, altre verranno prese in considerazione nel quadro prescrittivo.

CATEGORIA BAT BAT DI DETTAGLIO

BAT ADOTTATE BAT DA APPLICARE

NOTE BAT 1:

Per migliorare le performance ambientali delle aziende, è BAT implementare ed aderire ad un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) che incorpori:

1. impegno del management, compreso la dirigenza aziendale

DA APPLICARE ENTRO L'ENTRATA IN ESERCIZIO

DELL'AMPLIAMENTO (comunque non oltre il

21/02/2021) 2. definizione di una politica ambientale che prevede

il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dell'impianto da parte del management

3. pianificazione e definizione delle procedure necessarie, obiettivi e target, in collaborazione con la pianificazione finanziaria e degli investimenti

4. attuazione di procedure con particolare attenzione a:

a. struttura e responsabilità;

b. formazione, consapevolezza e competenza;

c. comunicazione;

d. partecipazione dei lavoratori;

e. documentazione;

f. controllo di processo efficace;

g. programmi di manutenzione;

h. preparazione e risposta alle emergenze;

i. salvaguardia della legislazione ambientale.

5. controllare le prestazioni e intraprendere azioni correttive, prestando attenzione a:

a. monitoraggio e misurazione;

b. azioni correttive e preventive;

c. tenuta di registri;

d. revisione interna o esterna indipendente (se possibile) per determinare se la SGA è conforme alle disposizioni previste ed è stato correttamente attuato e mantenuto

6. revisione del SGA e la continua idoneità, adeguatezza ed efficacia della dirigenza aziendale 7. seguire lo sviluppo di tecnologie più pulite 8. considerazione degli impatti ambientali della eventuale disattivazione dell’impianto nella fase di progettazione di nuovi impianti, e per tutta la sua vita operativa

9. applicazione del benchmarking settoriale su base regolare

10. realizzazione di un piano di gestione del rumore (vedi BAT 9)

11. realizzazione di un piano di gestione degli odori (vedi BAT 12)

BAT applicata per i punti 1, 5

(24)

BAT 2:

Al fine di prevenire o ridurre l’impatto ambientale e migliorare le prestazioni

complessive, BAT è utilizzare tutte le tecniche indicate di seguito:

a) posizione corretta dell’impianto e arrangiamenti spaziali delle attività

APPLICATA b) educare e formare il personale

DA APPLICARE ENTRO L'ENTRATA IN ESERCIZIO DELL'AMPLIAMENTO

(comunque non oltre il 21/02/2021) c) preparare un piano di emergenza per

affrontare emissioni impreviste e gli incidenti come l'inquinamento dei corpi idrici.

d) regolare controllo, riparazione e manutenzione di strutture e

attrezzature.

e) conservare gli animali morti in modo da prevenire o ridurre le emissioni

APPLICATA

BAT 3:

Al fine di ridurre l’azoto totale escreto e

conseguentemente le emissioni di ammoniaca pur rispondendo alle esigenze nutrizionali degli animali, è BAT utilizzare una formulazione della dieta ed una strategia nutrizionale che include una o una combinazione di tecniche indicate di seguito:

a) ridurre il tenore di proteina grezza utilizzando una dieta equilibrata basata sull’energia netta per i suini (o energia metabolizzabile per gli avicoli) e amminoacidi digeribili.

APPLICATA

b) alimentazione multifasica con una formulazione della dieta adattata alle esigenze specifiche del periodo di produzione

APPLICATA

c) aggiunta di quantità controllate di aminoacidi essenziali ad una dieta a basso contenuto proteico

APPLICATA

d) utilizzo di additivi autorizzati per mangimi, che riducono l’azoto totale escreto

APPLICATA

Per ogni tecnica applicata fornire la descrizione dettagliata delle modalità di applicazione:

Oramai è consolidata in azienda la tecnica di alimentare gli animali con diete per fasi per assecondare i fabbisogni degli animali che variano nei vari stadi di crescita ed evitare di conseguenze squilibri nutrizionali (in eccesso e in difetto), con un tenore in proteine controllato, fissando dei livelli minimi di amminoacidi nelle formule basandosi sul concetto della "proteina ideale" ed impiegando degli amminoacidi di sintesi (prevalentemente lisina, metionina e treonina) che permettono di far ciò senza sfruttare materie prime proteiche (soia) e limitando di conseguenza il livello proteico dei mangimi e, di conseguenza, le escrezioni azotate.

BAT 4:

Al fine di ridurre il fosforo totale escreto, nel rispetto delle esigenze nutrizionali degli animali, è BAT utilizzare una formulazione della dieta ed una strategia nutrizionale che include

uno o una combinazione delle tecniche di seguito:

a) alimentazione multifasica con una formulazione della dieta adattata alle esigenze specifiche del periodo di produzione.

APPLICATA

b) utilizzo di additivi autorizzati per mangimi, che riducono il fosforo totale escreto (per esempio le fitasi)

APPLICATA

c) uso di fosfati inorganici altamente digeribili per la parziale sostituzione delle fonti convenzionali di fosforo nell’alimentazione

Per ogni tecnica applicata fornire la descrizione dettagliata delle modalità di applicazione:

Per assecondare i fabbisogni alimentari degli animali in base allo stadio di crescita si adotta una dieta per fasi. Una tecnica adottata dall’azienda è l'impiego dell'enzima fitasi, additivo importante in quanto permette di scindere i fitati presenti nella materie prime. Queste molecole (fitati) sono sali dell'acido fitico e sono considerati fattori antinutrizionali in quanto "intrappolando" il fosforo organico presente nell’alimento lo rendono indisponibile all'assimilazione. L'enzima fitasi scinde i fitati rendendo disponibile il fosforo in essi contenuto. Questa tecnica permette quindi di limitare il livello di fosfati nelle deiezioni e di limitare l'aggiunta di fosfati inorganici nei mangimi.

(25)

BAT 5:

Al fine di usare

efficacemente l’acqua, è BAT l’uso di una combinazione delle tecniche seguenti:

a) tenere un registro di utilizzo dell’acqua APPLICATA b) rilevare e riparare le perdite d’acqua APPLICATA c) utilizzare detergenti ad alta pressione

per la pulizia dei locali e delle attrezzature degli animali

APPLICATA

d) selezionare idonee attrezzature (ad esempio tettarelle, bevitori rotondi, abbeveratoi) per ogni categoria animale specifica per garantire la disponibilità di acqua (ad libitum)

APPLICATA

e) verificare e (se necessario) regolare la taratura delle apparecchiature di acqua potabile

APPLICATA

f) riutilizzare l’acqua piovana incontaminata come acqua di pulizia

Descrivere le modalità adottate per il controllo e la riparazione delle perdite di acqua e le modalità di tenuta del registro di consumo idrico.

Il consumo idrico viene misurato annualmente attraverso il contalitri. La calibratura delle attrezzature per l’acqua potabile, l’individuazione e l’eventuale riparazione delle perdite idriche avvengono quotidianamente in occasione delle ispezioni del centro zootecnico. La pulizia dei pavimenti e delle pareti si effettua a secco. Si utilizzano specifici abbeveratoi a goccia antispreco.

BAT 6:

Al fine di ridurre la produzione di acque reflue, è BAT utilizzare una combinazione delle tecniche indicate di seguito:

a) mantenere le aree inquinate le più ridotte possibile

APPLICATA b) ridurre al minimo l’uso dell’acqua APPLICATA c) immagazzinare l’acqua piovana non

contaminata separandola dalle acque di scolo che richiedono un trattamento

Descrivere le modalità adottate per mantenere l’area inquinata la più ridotta possibile e minimizzare le perdite:

In azienda si effettuano pulizie costanti delle aree di carico/scarico al fine di impedire il dilavamento su suolo di materiali potenzialmente inquinanti. Viene minimizzato l’uso di acqua attraverso abbeveratoi antispreco.

Si esegue pulizia a secco degli ambienti interni o con acqua ad alta pressione.

BAT 7:

Al fine di ridurre l’emissione di acque reflue in corpi idrici, è BAT utilizzare una o una combinazione delle tecniche indicate di seguito:

a) drenare le acque reflue verso un contenitore dedicato o verso uno stoccaggio di liquame

APPLICATA

b) trattare le acque reflue.

c) spandere le acque reflue utilizzando un sistema di irrigazione, a spruzzo, mediante irrigatore mobile, autobotte, iniettore

APPLICATA

Descrivere le modalità adottate per mantenere l’area inquinata la più ridotta possibile e minimizzare le perdite:

Le acque reflue di risulta dagli eventuali lavaggi vengono stoccate in strutture chiuse ermeticamente e utilizzate per l’irrigazione dei terreni circostanti oppure smaltite con ditta autorizzata.

(26)

BAT 8:

Al fine di usare efficacemente l’energia in un’azienda, è BAT l’uso di una

combinazione delle tecniche seguenti:

a) sistemi di riscaldamento/raffrescamento e ventilazione ad alta efficienza.

APPLICATA b) ottimizzazione di riscaldamento/ raffreddamento

e sistemi di ventilazione e di gestione, in particolare quando si utilizzano sistemi di depurazione dell’aria.

APPLICATA

c) isolamento delle pareti, pavimenti e/o soffitti delle stabulazioni degli animali.

APPLICATA d) utilizzo di illuminazione a risparmio energetico. APPLICATA

e) uso di scambiatori di calore. APPLICATA

f) uso di pompe di calore per il recupero di calore.

g) recupero di calore con pavimento coperto di lettiera riscaldato e raffreddato (sistema CombiDeck).

h) applicare la ventilazione naturale. APPLICATA Descrivere le modalità adottate o che si intendono adottare per attuare la tecnica, fornendo informazioni tecniche sul funzionamento dei sistemi, sulle strutture isolate e sull’efficacia dell’isolamento

Le centraline di comando garantiscono alta efficienza nel riscaldamento/raffreddamento e ventilazione dei locali.

Applicata ventilazione naturale con ausilio di agitatori interni. Si ha una distribuzione corretta delle attrezzature di riscaldamento/raffreddamento e aerazione e dei sensori di temperatura e una separazione delle zone riscaldate.

Si utilizzano lampade a basso consumo energetico. Si utilizzano lampade riscaldanti per il riscaldamento delle aree di stabulazione (sistema aria/aria).

Il raffrescamento utilizza la tecnica di scambio aria/acqua.

BAT 9:

Al fine di prevenire o, ove ciò non sia

possibile, ridurre le emissioni di rumore, è BAT istituire e attuare un piano di gestione del rumore, come parte del sistema di gestione ambientale (vedi BAT 1), che comprende i seguenti elementi:

1. un protocollo contenente azioni e tempistiche appropriate;

DA APPLICARE ENTRO L'ENTRATA IN ESERCIZIO

DELL'AMPLIAMENTO (comunque non oltre il

21/02/2021)CON LA PREDISPOSIZIONE DEL

SGA 2. un protocollo per lo svolgimento di monitoraggio

del rumore;

3. un protocollo per risposta ad eventi di rumore individuate;

4. un progetto per programmare la riduzione del rumore, come ad esempio identificare la fonte/le fonti, monitorare le emissioni di rumore,

caratterizzare i contributi delle fonti ed attuare l’eliminazione e/o misure di riduzione;

5. una raccolta di incidenti storici del rumore e dei rimedi e la diffusione delle conoscenze

sull’incidente rumoroso.

La BAT è applicabile ai casi in cui l'inquinamento acustico presso i recettori sensibili è probabile e comprovato.

L'azienda ha già presentato un'indagine da cui non risulta il superamento dei limiti previsti dalla zonizzazione comunale e non sono note segnalazioni di disturbo. Nella stesura del SGA verrà affrontata la tematica dei rumori prodotti dall’attività di allevamento.

(27)

BAT 10:

Per evitare, o qualora non sia possibile, ridurre le emissioni acustiche, è BAT usare una o una combinazione delle tecniche indicate di seguito:

a) garantire adeguate distanze tra l’impianto/azienda ed i recettori sensibili In fase di progettazione dell’impianto/

azienda, adeguate distanze tra l’impianto/azienda dai recettori sensibili devono essere garantite mediante l’applicazione di distanze standard minimi.

b) posizione delle attrezzature

I livelli di rumore possono essere ridotti:

1. aumentando la distanza tra l’emettitore e il ricevitore (posizionato il più lontano possibile dai recettori sensibili);

2. minimizzando la lunghezza dei condotti di alimentazione;

3. posizionare i contenitori e silos per mangimi in modo da ridurre al minimo la circolazione dei veicoli in azienda.

APPLICATA

c) misure funzionali

Queste includono misure, come ad esempio:

1. chiusura di porte e grandi aperture dell’edificio,

specialmente durante il tempo dedicato all’alimentazione, se possibile;

2. manipolazione delle apparecchiature da personale esperto;

3. evitare le attività rumorose di notte e durante i fine settimana, se possibile;

4. disposizioni per il controllo del rumore durante le attività di manutenzione;

5. utilizzare i trasportatori e le coclee quando sono piene di mangime, se possibile;

6. mantenere le aree esterne da raschiare al minimo al fine di ridurre il rumore delle ruspe e dei trattori.

APPLICATA

d) attrezzature a basso impatto acustico Questo comprende apparecchiature, quali:

1. ventilatori ad alta efficienza, quando la ventilazione naturale non è possibile o sufficiente;

2. pompe e compressori;

3. sistema di alimentazione che riduce lo stimolo pre- alimentazione (ad esempio tramogge di accompagnamento, alimentatori passivi ad libitum, alimentatori compatti).

APPLICATA

e) attrezzature per il controllo del rumore Ciò comprende:

1. riduttori del rumore;

2. isolamento dalle vibrazioni;

3. contenimento di apparecchiature rumorose (ad esempio, mulini, convogliatori pneumatici);

4. insonorizzazione di fabbricati.

APPLICATA

f) abbattimento del rumore: la propagazione del rumore può essere ridotta inserendo ostacoli tra emettitori e ricevitori

Descrivere le modalità adottate o che si intendono adottare per attuare la tecnica: tali elementi sono da inserire nel sistema di gestione ambientale, da allegare, di cui alla BAT 1, anche nel caso non sia adottata la BAT 9.

Trattasi di impianto esistente.

Le sorgenti sonore collegate all’attività di allevamento sono rappresentate principalmente dall’impianto di ventilazio- ne e dai mezzi di trasporto in entrata e in uscita dall’azienda.

Adottate tecniche: b.2, b.3, c.i, c.ii, c.iii, c.iv, c.v, d.i, d.ii, d.iii, e.i, e.ii, e.iii.

(28)

BAT 11:

Al fine di ridurre le emissioni di polveri dai ricoveri animali, è BAT utilizzare una od una combinazione delle tecniche indicate di seguito:

a) ridurre la produzione di polvere all’interno dei locali di stabulazione. A questo scopo, una combinazione delle seguenti tecniche può essere utilizzata:

1. utilizzare una lettiera tagliata grossolanamente (ad esempio lettiera di paglia o trucioli di legno lunghi, piuttosto che la paglia tritata).

2. applicare lettiera fresca utilizzando una tecnica di distribuzione a bassa emissione di polvere (ad esempio a mano).

3. applicare l’alimentazione ad libitum.

4. utilizzare mangimi umidi, mangime pellettato o aggiungere materie prime oleose o leganti nei sistemi di preparazione di mangimi secchi.

5. dotare gli stoccaggi di alimenti secchi riempiti pneumaticamente con separatori di polvere.

6. progettare e far funzionare il sistema di ventilazione a bassa velocità all’interno dell’allevamento

APPLICATA per i punti 1, 2, 3, 4, 6

b) ridurre la concentrazione delle polveri all’interno dei ricoveri applicando una delle seguenti tecniche:

1. nebulizzazione d’acqua 2. spruzzatura di olio 3. ionizzazione

c) trattamento dell’aria esausta con un sistema di depurazione dell’aria, come ad esempio:

1. trappola ad acqua 2. filtro a secco 3. scrubber ad acqua 4. scrubber umido acido

5. bioscrubber (o filtro biotrickling)

6. sistema di pulizia dell’aria bifasico o trifasico 7. biofiltri

Descrivere le modalità adottate o che si intendono adottare per attuare la tecnica, con particolare riferimento alle valutazioni in termini di benessere degli animali.

Generalmente si usa truciolo di legno vergine per formare la lettiera; viene distribuito generalmente con pala meccanica senza emissioni di grandi quantità di polvere. Tutti gli animali dispongono di alimento ad libitum costituito da mangime pellettato. Normalmente viene garantita una bassa velocità nel ricovero al fine di non compromettere le condizioni di benessere animale. In alcune fasi di allevamento e in alcune stagioni (es. animali adulti, periodo estivo), per garantire il benessere animale, aumenta la velocità dell’aria nel ricovero per favorirne il ricambio.

Tutto è regolato automaticamente da una centralina di controllo.

BAT 12:

Al fine di prevenire, o qualora ciò non sia possibile, ridurre le emissioni di odori da un’azienda, è BAT creare, implementare e rivedere regolarmente un piano di gestione degli odori, come parte del sistema di gestione ambientale (vedi BAT 1), che comprende i seguenti elementi:

1. un protocollo contenente azioni e tempistiche appropriate;

DA APPLICARE ENTRO L'ENTRATA IN

ESERCIZIO DELL'AMPLIAMENTO (comunque non oltre il

21/02/2021) 2. un protocollo per lo svolgimento di monitoraggio degli

odori;

3. un protocollo di risposta agli odori sgradevoli identificati;

4. un programma di prevenzione e di eliminazione degli odori, ad esempio, identificare la fonte/le fonti, per controllare le emissioni di odori (vedi BAT 26), per

caratterizzare i contributi delle fonti e per attuare le misure di eliminazione e/o riduzione;

5. una recensione di incidenti odorigeni storici e dei rimedi e la diffusione delle conoscenze dell’incidente odorigeno.

Il Piano di gestione degli odori è parte integrante del sistema di gestione ambientale SGA di cui alla BAT 1.

Riferimenti

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