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Dalla Camera di Commercio nessun fondo destinato alle vittime degli usurai di Erika Noschese

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Academic year: 2022

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Dalla Camera di Commercio nessun fondo destinato alle vittime degli usurai

di Erika Noschese

La Camera di Commercio di Salerno, a dispetto di quanto avveniva diversi anni fa, non ha fondi da destinare alle vittime di usura. Ad oggi, infatti, stando anche a quanto confermato anche dal presidente Andrea Prete non sarebbero disponibili fondi per le persone finite nelle mani degli usurai. A onor del vero, in altre città d’Italia, la Camera di Commercio può intervenire sul consorzio Fidi, consorzio di garanzia collettiva, la cui attività consiste nel prestare garanzia alle micro, piccole e medie imprese, che operano nel territorio italiano nei settori dell’artigianato, del commercio, dell’industria, del turismo e dell’agricoltura onde facilitarne l’accesso al credito in maniera certa e trasparente. Cosa che a Salerno non sarebbe possibile in quanto il collegio sindacale si sarebbe opposto. Per aiutare le vittime di usura, in questo caso, subentrebbe la prefettura con fondi destinati alla prevenzione e alla solidarietà. Il Fondo di prevenzione, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, mette a disposizione dei Confidi (strutture consortili e cooperative formate, a livello locale, da rappresentanti delle categorie economiche e produttive) e delle Fondazioni antiusura somme di denaro con le quali fornire alle banche garanzie sui prestiti concessi ai soggetti in difficoltà: operatori economici da una parte, singoli e famiglie dall’altra. In particolare, gli operatori economici possono rivolgersi ai Confidi che abbiano costituito i fondi speciali antiusura. Le famiglie ed i singoli possono, invece, indirizzarsi alle Fondazioni antiusura, riconosciute ed iscritte in un apposito elenco del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Fondo di solidarietà offre agli operatori

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economici, ai commercianti, agli artigiani, ai liberi professionisti che hanno denunciato gli usurai, l’occasione di reinserirsi nell’economia legale: un mutuo senza interessi da restituire in dieci anni, il cui importo è commisurato agli interessi usurari effettivamente pagati e, in casi di particolare gravità, può tenere conto anche di ulteriori danni subiti.

Taglio del nastro per la nuova edizione di “Sposi ma non solo”

di Giovanna Naddeo

L’attesa è finita e la fiera dedicate alle piccole e grandi cerimonie è finalmente aperta al pubblico.

Al via, presso il polo fieristico del centro agroalimentare di via Mecio Gracco, a Salerno, la nuova edizione Sposi ma non solo.

Quattro giornate, da giovedì 7 a domenica 10 novembre, durante le quali sarà possibile conoscere le novità del momento.

Un ventaglio di offerte ampio e variegato, che guarda al matrimonio, ma anche ad altri momenti altrettanto emozionanti come il diciottesimo compleanno, le feste di laurea o anniversari importanti.

«Dal 1995 la nostra manifestazione rappresenta un’occasione imperdibile per tutti gli operatori del settore grazie al contatto diretto con la clientela e il confronto tra aziende.

Circa ottanta quelle presenti. Un’importante vetrina per

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t u t t i » h a d i c h i a r a t o M i m m o S o r g e n t e , p a t r o n d e l l a manifestazione, durante il taglio del nastro.

«Siamo gli unici nel salernitano a organizzare un evento di tale spessore, riscuotendo ogni anno un continuo successo.

Eppure, non ci fermiamo qui: a marzo saremo protagonisti di un evento di moda a Dubai».

Presente in sala anche una folta delegazione della Salernitana, capitanata dal team manager, Sasà Avallone.

«Un appuntamento imperdibile nel panorama di iniziative salernitane» ha commentato Avallone.

Spazio anche alla sana competizione grazie ai concorsi Miss e, per la prima volta, Mister “Sposi ma non solo”.

I finalisti avranno l’onore di indossare i capi di alta sartoria dei brand Atelier Diva Spose e Francesco Spera.

La fiera, patrocinata dal comune di Salerno e dalla Camera di Commercio, sarà aperta al pubblico giovedì e venerdì dalle ore 17 alle 22, sabato e domenica dalle ore 10.30 alle 22.

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“De.C.o. – Denominazione comunale Normativa, sviluppo e prospettive”:

domani il convegno alla Camera di Commercio di Salerno

La Denominazione comunale d’origine: una vera e propria carta d’identità, rilasciata daiComuni, ai prodotti del territorio,

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al fine di implementare un percorso di sviluppo e di marketing che dia lustro alle eccellenze nostrane e alle aziende. Sarà questo il tema affrontato nel corso del convegno che si terrà domani – 10 ottobre, alle ore 16.30 – nel Salone Genovesi della sede di rappresentanza della Camera di Commercio di Salerno, in via Roma. Un convegno, intitolato “De.C.o. – Denominazione comunale – Normativa, sviluppo e prospettive”, organizzato dalla Claai imprese Salerno e al quale prenderanno parte il presidente della Commissione bilancio della Regione Campania, Franco Picarone; l’assessore al commercio del Comune di Salerno, Dario Loffredo; il presidente della Camera di Commercio di Salerno, Andrea Prete; il presidente della Claai imprese, Gianfranco Ferrigno e Roberto De Donno, esperto di Denominazioni comunali. «Il percorso che intendiamo intraprendere, a supporto di aziende e Comuni, per quanto riguarda le De.c.o. – spiega il presidente Claai, Gianfranco Ferrigno – mira a creare un modello di sviluppo che superi la frammentazione strutturale e relazionale. Le Denominazioni comunali, come dimostrato da altre esperienze sul territorio nazionale, rappresentano un acceleratore reale dell’economia turistica, con logiche moderne e attuali». Le De.c.o., però, non sono certo una novità nel panorama italiano: pensate anni fa, solo pochissime amministrazioni, in provincia di Salerno, hanno provveduto a redigere il regolamento e a informare le aziende dei rispettivi territori. Per Ferrigno, «è mancata una reale capacità di comunicazione, con un discorso che è rimasto troppo interno e non ha avuto una grande risonanza, probabilmente anche perché non ne sono state comprese pienamente le potenzialità».

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La Camera di Commercio contro la Carisal: la parola spetta al Tar di Salerno

di Andrea Pellegrino

Finisce al Tar lo scontro tra la Camera di Commercio di Salerno e la Carisal (fondazione cassa di risparmio salernitano). Materia del contendere il nuovo statuto della Fondazione, approvato lo scorso marzo che riduce da tre a uno, la rappresentanza della Camera di Commercio. Il ricorso al tribunale amministrativo regionale è affidato all’avvocato Lorenzo Lentini che ora impugnerà il nuovo atto statutario che ridisegna il consiglio di indirizzo della Carisal, attualmente guidata da Alfonso Cantarella. Secondo il nuovo statuto, in consiglio di indirizzo siederanno, al termine del mandato in corso, un rappresentante della Camera di Commercio (a fronte degli attuali tre), due rappresentanti indicati dal sindaco e dal Comune di Salerno; uno dall’amministrazione provinciale;

no dal rettore dell’Unisa; uno dell’Arcidiocesi; uno dal Csi e infine tre dalle associazioni di categoria, di cui uno destinato tra Coldiretti, Confagricoltura e Cia. Ogni istituzione, sempre secondo il nuovo statuto, dovrà indicare una terna di nominativi dalla quale poi sarà scelto il membro che siederà all’interno della Carisal. Per quanto riguarda la Camera di Commercio di Salerno a guida Prete, si dovrà pronunciare, ora, la giustizia amministrativa. Già nei mesi scorsi erano state espresse forti perplessità sulla nuova composizione della fondazione. Ora la parola passa al Tar.

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Se i conti sono in affanno, pronta la vendita della sede storica

di Andrea Pellegrino

La voce circola già da parecchio: l’intenzione è quella di vendere la sede di rappresentanza della Camera di Commercio di Salerno. Lo storico palazzo di via Roma che ospita, tra l’altro, a pagamento, da qualche anno, anche gli uffici salernitani dell’Autorità portuale. Per ora sono solo delle intenzioni che rientrano in un eventuale piano di salvataggio dei conti camerali. D’altronde gran parte degli uffici sono già tutti trasferiti a via Allende con la sede del centro cittadino relegata a sola location per riunioni, convegni e manifestazioni. Tra l’altro già da qualche anno la Camera di Commercio sta alienando i suoi gioielli di famiglia, a partire dalla sede che ha ospitato anche la nota Intertrade, la partecipata finita sotto i riflettori dell’autorità g i u d i z i a r i a d i S a l e r n o e s u c c e s s i v a m e n t e m e s s a i n liquidazione, con tanto di licenziamento degli ex dipendenti.

Sede che però, al momento, non ha trovato nessun acquirente, nonostante i continui ribassi di prezzo. Peggio ancora sarebbe per la sede storica di via Roma, gravata, tra l’altro, da vincoli e quindi non facilmente riconvertibile ad altre attività commerciali o ricettive. Ma non solo. Il Palazzo ospita anche l’Autorità portuale, già costretta ad abbandonare gli uffici di via Sabatini e a rinunciare alla Torre di B o f i l l , d o p o i l t a g l i o n e t t o s a n c i t o d a l l ’ a l l o r a soprintendente di Salerno Gennaro Miccio che ha modificato l’originario progetto del Crescent, riducendolo al solo investimento privato, spazzando via gli edifici destinati al pubblico. Dopo la pausa estiva, probabilmente, si conoscerà qualche elemento in più rispetto al destino della sede della Camera di Commercio di Salerno. Per ora, sono solo intenzioni,

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anche se più volte avanzate.

“Non devi più svolgere questa professione”

“Smetti di svolgere la professione”. Questa a grandi linee la minaccia che è stata rivolta ad un anziano salernitano da tre individui. E’ accaduto lunedì pomeriggio alle 18 circa. Il signor Pio, che preferisce restare anonimo per il momento, stava percorrendo via Allende, nei pressi della sede della camera di commercio dove si stava recando per sbrigare alcune pratiche. Mentre stava per accedere negli uffici camerali è stato avvicinati da tre uomini che con tono minaccioso gli hanno intimato di non svolgere più la sua attività professionale. Il signor Pio è un consulente che si occupa di pratiche inerenti l’agenzia delle riscossioni. In pensione da qualche anno continua a svolgere la sua attività in regola con la vigente normativa. I tre, con accento tomano hanno esplicitamente detto al professionista salernitano che doveva smettere di esercitare la professione, con una frase i r r i p e t i b i l e , s e n z a a g g i u n g e r e a l t r o . U n ’ i d e a i l professionista salernitano se l’è fatta su cosa possa aver spinto all’azione intimidatoria. Con molta probabilità c’è qualche cliente che lui serve a cui si vuole impedire la soluzione di pendenze con l’ente di riscossione constringendo lo stesso a rivolgersi ad altri, con molta probililità a chi ha inviato i tre ad intimorirlo. Già in precedenza, il signor Pio, avevo avuto degli avvertimenti verbali, ma mai così espliciti come quello di lunedì sera. «Se io, dice il professionista salernitano, riesco con la mia abilità a transare con l’ente di riscossione una cifra dovuta all’erario, riducendola in maniera consistente, garantisco al

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mio cliente la possibilità di effettuare transazioni concordate rientarndo con il debito verso lo stato.

Evidentemnete qualcuno ha interesse affinche con uno dei 4 o 5 clienti che sto seguendo, ciò non avvenga affinche resti evidentemnete ancora soggiogato nella sua situazuione debitoria». Inutile dire che questa condizione diventa per chi la subisce di grave sudditanza non solo economica ma anche psicologica .

Toninelli: «Approvato il progetto definitivo»

di Erika Noschese

La direzione generale aeroporto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha firmato l’approvazione del progetto definitivo. Lo ha annunciato il ministro Danilo Toninelli, in visita – ieri – allo scalo salernitano. «Dopo anni di inerzia una gran bella notizia – ha dichiarato il ministro – Ora la palla passa all’ente gestore dell’aeroporto perché possa e debba fare velocemente, entro il 31 dicembre di quest’anno, tutte le gare di appaltabilità per l’ampliamento di questo aeroporto». Secondo Toninelli, infatti, lo scalo salernitano è «una delle opere più necessarie per questo territorio perché parliamo di uno dei territori più belli d’Italia e probabilmente del mondo in cui i turisti non possono ancora accedere anche a causa di un aeroporto che non può ovviamente sottostare alle necessità». Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture si è poi scusato con i presenti, a causa dell’assenza di aria condizionata: «Mi dicono ci sia stato un sabotaggio da parte di De Luca», ha detto ironicamente Toninelli che, nel corso del suo intervento

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ha puntato l’attenzione anche sui cantieri che presto saranno avviati grazie allo sblocca cantieri: «Il sud è in generale tagliato fuori. Io vengo dal cantiere della Bari-Napoli, un cantiere ferroviario e una delle più grosse, importanti e necessarie opere infrastrutturali». E proprio sulla Napoli Bari che il ministro ha sperimentato il modello gestionale inserendo lo sblocca cantieri come commissariamento. «Qui abbiamo sbloccato l’importante cantiere dell’aeroporto e in generale abbiamo sbloccato tutti i cantieri necessari». Da qui l’attacco diretto ai suoi precedessori: «E’ quello che si erano dimenticati di fare i governi precedenti e i miei predecessori che significa centinaia e centinaia di cantieri per milioni di euro». Grandi opere, dunque ma anche interventi ordinari e straordinari che riguarderanno anche la Cilentana.

« G r a – zie alla velocizzazione dello sblocca cantieri e alla semplificazione delle norme apriremo il maggior numero di cantieri», ha poi aggiunto il ministro che è stato accolto dai fischi di protesta dei lavoratori della Treofan. E se Toninelli su De Luca ha scelto un tono ironico lo stesso non si può dire del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi che tenta di mettere a tacere la polemica sulla paternità dello scalo salernitano: «E’ una polemica stupida, triste. Ci interessa solo fare in modo che i cittadini campani possano avere un sistema aeroportuale migliore, più efficace che possa soddisfare le esigenze di tutti – ha dichiarato Cioffi – La paternità è di chi ha lavorato perchè l’aeroporto è stato fonte di grande spreco». Da qui l’attacco a De Luca:

«Il governatore è stato vice ministro alle Infrastrutture e ci viene da chiedere come mai questo aeroporto non è mai decollato e ci è voluto il Movimento 5 Stelle». Intanto, il progetto definitivo è stato approvato nella giornata di lunedì, ora non resta che procedere con la gara d’appalto prima di iniziare ufficialmente i lavori di ampliamento dello scalo salernitano. Presenti all’incontro con il ministro anche la senatrice Felicia Gaudiano e i consiglieri regionali Valeria Ciarambino e Michele Cammarano.

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I lavoratori della Treofan: «Ministro, ci ascolti»

«Chiediamo che la nostra voce venga sentita». Ad accogliere il ministro Toninelli all’aeroporto di Salerno anche i lavoratori della Treofan di Battipaglia che chiedono al ministro di essere ascoltati e di revocare i finanziamenti che, a Brindisi, ha avuto Jindal per poi vendere, ad un nuovo acquirente «che voglia investire in quelle che sono le nostre competenze e queste risorse che non aspettano altro che riprendersi il lavoro che ci hanno tolto. Dobbiamo riprendere la nostra dignità», ha dichiarato Federica Colabene, una delle dipendenti dell’azienda siderurgica di Battipaglia. I lavoratori – che rifiutano con forza la cassa integrazione – si sentono trascurati e abbandonati non solo dalle istituzioni locali ma anche da quelle nazionali. Ad oggi, non c’è alcuna novità ad eccezione del tavolo ministeriale che dovrebbe tenersi a fine luglio.

La protesta dei Gd: «Grazie di nulla»

«Grazie di nulla». E’ lo striscione esposto dai Giovani Democratici di Salerno che hanno così accolto il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti. «Il Movimento 5 Stelle continua a prendere in giro i cittadini – ha dichiarato il segretario dei Gd di Salerno, Marco Mazzeo – I grillini continuano con lo sciacallaggio politico». Secondo Mazzeo, l’aeroporto parte

«grazie all’investimento della Regione Campania. Il merito è del presidente De Luca».

Camera di Commercio e Confindustria i grandi esclusi: «Nessuna conoscenza del tessuto economico e produttivo»

Camera di Commercio e Confinduastria Salerno le grandi esclusa dall’incontro, in programma ieri pomeriggio presso l’aeroporto SalernoCosta d’Amalfi con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. «Il mancato invito a Confindustria Salerno è la dimostrazione che non si ha alcuna conoscenza del tessuto economico e produttivo della provincia

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di Salerno». Lo ha dichiarat il presidente di Confindustria Salerno Ansrea Prete che non risparmia attacchi ai diretti interessati. Secondo Prete, inoltre, la struttura aeroportuale n o n è a l s e r v i z i o s o l o d e l c o m p a r t o t u r i s t i c o e dell’agricoltura ma è un’infrastruttura strategica per tutte le aziende manifatturiere e, in generale, per le attività economiche salernitane che contribuiscono a generare il Pil della nostra provincia – ha aggiunto infatti il presidente di Confindustria – Questa iniziativa, per come è stata intesa, conferma ancora una volta la inadeguatezza dell’attuale classe politica alla guida del Paese. Il Ministro Toninelli, già famoso per le sue gaffe, non si è voluto smentire neanche in questa occasione. L’ignoranza regna sovrana». Nessun invito anche per la Camera di Commercio di Salerno. A esprimere grande disappunto il vice presidente della Camera di Commercio di Salerno Giuseppe Gallo: «Ricordo che l’Ente camerale è l’istituzione delle imprese, è socio del Consorzio Aeroporto Salerno-Pontecagnano, organismo proprietario dello scalo, poiché detiene l’intero capitale della società di gestione. Un ruolo che, fino all’ingresso della Regione Campania, l’Ente camerale ha svolto da protagonista assoluto che ha consentito di trasformare, con l’investimento di decine di milioni di euro, quello che fu un campo di aviazione in un vero aeroporto, potenzialmente destinatario di una concessione di gestione totale da parte delle autorità preposte – ha poi aggiunto Gallo – Pertanto, il mancato invito delle Camera di Commercio di Salerno alla conferenza stampa é un atto intollerabile, soprattutto per le imprese che l’Ente rappresenta, le quali hanno contribuito, attraverso il conferimento del diritto annuale, a finanziare fin qui l’infrastruttura. Purtroppo – conclude Giuseppe Gallo – questo ormai è un Paese che ha deciso di mettersi nelle mani di una classe politica assolutamente inadeguata, a cui mancano le conoscenze di base anche della buona educazione».

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Un 2018 positivo per le imprese salernitane Incremento dello 1.1% con 7.590 iscrizioni

Erika Noschese

Un 2018 in lenta crescita ma pur sempre positivo per le imprese salernitane che hanno subito un incremento del 1.1%.

E’ quanto rende noto la Camera di Commercio di Salerno che punta l’attenzione sul numero delle imprese. Circa 1.365 sono infatti le nuove aziende sorte su tutto ilterritorio provinciale, a fronte di 7.590 iscrizioni e oltre 6.220 cessazioni che, di fatto, hanno fatto registrare una crescita imprenditoriale dell’1,1%, maggiore del tasso nazionale (0,5%) ma più contenuto di quello della Campania (1,3%). Anche se positivo, il dato 2018 segna un rallentamento rispetto al 2017 quando si è invece verificato un aumento dell’1.3%. Stando ai dati riferiti dalla Camera di Commercio salernitana, infatti, nel 2018 le nuove imprese iscritte risultano sostanzialmente stabili rispetto al 2017, ma di valore modesto se si considera l’andamento degli ultimi 10 anni. Al contrario sono in aumento, rispetto all’anno precedente, le chiusure di attività. Alle cessazioni registrate, vanno aggiunte quelle che l’Ente dispone in via amministrativa, definite d’ufficio:

per il 2018 si tratta di ulteriori 1.285 cessazioni. In tutta la provincia di Salerno è stato invece registrato un dato meno instenso rispetto all’anno precedente quando le nuove imprese sono state circa 1.510 in più. Un risultato ottenuto soprattutto negli ultimi mesi dell’anno appena concluso a determinare tale risultato, presentando saldi meno favorevoli

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rispetto al 2017, che hanno in parte annullato il buon andamento del periodo compreso tra gennaio e giugno. La dinamica per forma giuridica conferma il trend in salita delle società di capitali, aumentate di 1.834 unità, con un tasso di crescita del +6%. Sono in crescita anche le altre forme (+69;+1,2%). Registrano invece un risultato negativo le società di persone (-285; -1,9%) e le imprese individuali (-253;-0,4%). Quest’ultima è la forma giuridica maggiormente dinamica (4.590 iscrizioni a fronte di 4.843 cessazioni).

Prosegue quindi la modifica della struttura imprenditoriale salernitana, a favore delle società di capitale che nel 2018 conquistano, rispetto all’anno precedente, due punti percentuali, persi invece dall’imprenditoria individuale. La dinamica per settori evidenzia una crescita per il settore agricolo (2,2%), per i servizi di alloggio e ristorazione (2,5%) e per i servizi alle imprese (4%). Sostanzialmente stabili le attività manifatturiere, le costruzioni e le attività di trasporti e spedizioni. In calo le attività commerciali (-0,5%).

Esercizi commerciali sempre più in crisi? Calma piatta nel primo trimestre del 2018

Erika Noschese

Calma piatta circa la situazione delle imprese nel primo trimestre del 2018. Stando a quanto riferiscono i dati della Camera di Commercio di Salerno, infatti, nei primi tre mesi del 2018 poche sono le nuove attività iscritte alla Camera di Commercio ma altrettante sono le cessate. Nello specifico,

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infatti, a risentire maggiormente della crisi economica sono ancora una volta le attività che si dedicano prevalentemente alla vendita di prodotti alimentari e bevande, i cosiddetti negozi di vicinato che si dedicano anche alla vendita di abbigliamento, mobili, piccoli elettrodomestici, ferramenta, cosmetici, solo per citarne alcuni. Medesimo discorso vale anche per i grandi magazzini, commercio al dettaglio di prodotti che variano dall’informatica ai grandi empori. I primi tre mesi del 2018 hanno colpito anche le attività commerciali che si dedicano alla vendita di prodotti per la casa e mobili. Stando a quanto riferiscono i dati della Camera di Commercio di Salerno, a risentire maggiormente sono stati, in questi primi mesi, le attività commerciali di articoli di abbigliamento, cosmetici, articoli di profumeria e di erboristeria. Fino al mese di marzo, dunque, a Salerno sono state aperte 39 nuove attività commerciali ma chiuse 53, segno di una crisi ancora evidente che non riesce a far tirare un sospiro di sollievo ai commercianti su cui pende sempre più spesso l’ombra della saracinesca definitivamente abbassata.

Allarmanti sono invece i dati dell’ultimo trimestre del 2017 quando, solo in città hanno abbassato definitivamente le saracinesche ben 60 attività e solo 30 hanno deciso di provare ad avere futuro nel mondo del commercio. Sempre troppo poche sono le nuove iscrizioni alla Camera di Commercio. A volerci provare, nonostante le evidenti difficoltà, sono i titolari di esercizi commerciali che si dedicano alla vendita di abbigliamento e i negozi di vicinato che si occupano prevalentemente di prodotti alimentari, bevande, prodotti ortofrutticoli, ittici e simili. Gli stessi, insomma, che decidono di chiudere perché impossibilitati a fronteggiare l’emergenza o ad evolversi stando al passo con i tempi seguendo, dunque, l’orma dell’era digitale. Delle 60 attività chiuse, la stragrande maggioranza riguarda ancora proprio il mondo dell’editoria con gli esercizi commerciali che si occupando della vendita di giornali e articoli di cartoleria e, ancora una volta, i negozi che si occupano della vendita di abbigliamento, di materiale per ottica e fotografia e oggetti

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d’arte, compreso quelli di arredamento per giardini che sembrano essere ancora in crisi.

390 negozi chiusi nel salernitano in soli 4 mesi: è allarme crisi economica

Dati altamente allarmanti anche quelli che provengono dalla provincia di Salerno dove, sono nell’ultimo trimestre del 2017, hanno chiuso definitivamente i battenti circa 390 esercizi commerciali, a fronte di 203 nuove iscrizioni alla Camera di Commercio di Salerno. Sono stati, infatti, ben 40 i negozi di vicinato che hanno abbassato le saracinesche a causa delle varie difficoltà riscontrate, tra cui quella di tipo economico, a fronte di sole 16 nuove attività commerciali che hanno deciso di aprire nel salernitano. Non è andata meglio anche per i negozi specializzati nella vendita di carni o prodotti a base di carne così come per chi decidere di dedicarsi alla vendita di prodotti alimentari che, contro ogni previsione, sembra essere il settore più in crisi sia a Salerno città che in provincia. Troppi, i negozi che decidono di chiudere e troppo poche le nuove attività commerciali che hanno portato ad una vera e propria crisi del settore. Non va meglio, neanche in provincia di Salerno, per quanto riguarda il settore della vendita di articoli per la casa o per quanto riguarda la vendita di giornali e articoli per la cartoleria in generale. Circa 390 sono state infatti le attività commerciali che in provincia di Salerno hanno definitivamente detto addio al commercio mentre solo 203 sono le nuove attività registrate alla Camera di Commercio locale.

L’abbigliamento è ad oggi il settore più in crisi tanto in città quanto in provincia e lo stesso discorso vale anche per i prodotti tessili e le calzature e la vendita ambulante di altri prodotti. Insomma, mentre il 2018 sembra non aver procurato eccessivi danni, il 2017 sembra essere stato ancora una volta penalizzato dalla crisi economica.

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«Nel contratto di Governo non c’è il Sud, ma a giugno presento il piano del lavoro»

Brigida Vicinanza

Un confronto che non lascia vie di fuga a Vincenzo De Luca, quello avvenuto ieri pomeriggio tra il governatore e il giornalista Oscar Giannino, durante l’evento di premiazione delle imprese storiche salernitane organizzato dalla Camera di Commercio di Salerno. Dal Governo tra Lega e 5 stelle, all’occupazione per il Mezzogiorno, ad un’attenta analisi del Partito democratico fino al tema della sicurezza sul territorio campano. “Punzecchiato” da Giannino sui temi, il governatore non le manda a dire come suo solito e risponde con battute e frecciatine alle domande. «A metà giugno presenteremo il piano per il lavoro per la Campania quando si sveglieranno ne prenderemo atto – ha dichiarato De Luca sul tema della disoccupazione in Campania – Partiamo con i primi 10mila perché abbiamo calcolato i vuoti all’interno delle amministrazioni per i prossimi 3 anni». Non mancano intanto l’analisi sul voto del 4 marzo che ha portato alla sconfitta del Partito Democratico, “incapace” secondo De Luca, di ascoltare la gente ma soprattutto di toccare quei temi cari ai cittadini, come quello della sicurezza. «La riforma della scuola ad esempio è un capolavoro di masochismo politico: tre miliardi di euro investiti, per la prima volta, nella scuola italiana per mettersi contro tutti pure quelli stabilizzati.

La riforma della scuola veramente un capolavoro. Dal mio punto di vista il codice degli appalti è un disastro perchè ha p a r a l i z z a t o l ’ I t a l i a , h a c o m p l i c a t o l a v i t a . Pubblica amministrazione non ne parliamo. Ancora oggi c’è una

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parola che il Pd non pronuncia: sicurezza. Io non sento mai in un dibattito questa parola – ha sottolineato il governatore – mentre fa parte del governo, non c’era una parola sul lavor fatto da Minniti, Salvini parlava alla pancia perchè la verità è che si regala una domanda elementare vera dei padri di famiglia. Su questo piano non abbiamo detto una parola e messe in fila tutte queste cose hanno prodotto un risultato elettorale che sappiamo. I 5 stelle hanno preso il 32%, Renzi, due anni fa, ha preso il 41% mezza Italia aveva affidato le sue speranze a quella figura ma in tre anni si è perduto la metà di quel consenso». Ma sul “contratto” di Governo è tassativo: «Hanno completamente tagliato il Sud, in questi fogli non c’è una parola sul Mezzogiorno e poi non è un contratto, che io ricordi il contratto è un’operazione commerciale tipo quando vai dall’ortofrutticolo».

L’aeroporto di Salerno decolla assieme a quello di Napoli

L’aeroporto di Salerno sta per decollare al fianco dell’aeroporto Capodichino di Napoli. E’ quanto dichiarato ieri dal presidente della Camera di Commercio Andrea Prete, nell’analizzare tutta l’economia del territorio salernitano.

Economia che dipende sicuramente per buona parte dalla sfera turistica. «Siamo prossimi alla fusione con l’aeroporto di Napoli – ha dichiarato Prete – questo rappresenta la chiave di volta per il turismo in questo territorio. Qui succede una cosa paradossale, ci chiedono prima di fare le cose del turismo e poi di progettare i mezzi per poter permettere ai turisti di arrivare, ma questa fusione davvero può essere il decollo definitivo del turismo di tutta l’intera provincia di Salerno e non solo». Ad Andrea Prete è affidata l’analisi sul commercio salernitano, sull’imprenditoria e sull’occupazione e disoccupazione in tutta la provincia di Salerno, accompagnata da una lucida tesi dello stato attuale che, secondo il presidente della Camera di Commercio, ha superato i 10 anni di crisi che hanno colpito non solo il Mezzogiorno ma tutta la penisola. Numeri, grafici, statistiche. Ma ciò che più importa

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è che sono stati fatti passi in avanti per il lavoro e l’economia locale: «L’unica provincia con il saldo attivo per l’esportazione è la nostra, siamo in una fase di innovazione radicale e anche le nostre imprese stanno crescendo, nonostante il proliferare dei centri commerciali e dell’ecommerce». Una nuova stagione economica, dunque, sta iniziando.

«La polemica tra Napoli e Salerno serve solo a chi non sa amministrare nella città partenopea»

«Sul piano della sicurezza non abbiamo detto una parola. A Salerno non possiamo assistere a chi spaccia la domenica mattina sul Lungomare, ai parcheggiatori abusivi, alle famiglie che non si sentono tranquille. In tre anni abbiamo perso la metà del consenso per queste ragioni, perché Non abbiamo parlato alle famiglie. Questa parola “sicurezza”non è pronunciata dal Pd. Da sindaco di Salerno ricordo di aver fatto un’operazione per l’acquisto di manganelli per la Polizia Municipale, nel periodo degli sbarchi degli albanesi che scendevano dalle navi già con i coltelli pronti. E ho dovuto fare una delibera di giunta per poter dare qualcosa ai vigili che somigliasse ad un manganello. Una cosa anomala.

Salvini si è collegato al sentimento dei padri di famiglia che vogliono stare tranquilli, il Pd no». Sulla questione sicurezza è diretto il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che dopo gli arresti ai parcheggiatori abusivi di mercoledì, coglie la palla al balzo per constatare una differenza tra Napoli e Salerno ma soprattutto per sottolineare dove il Pd ha sbagliato durante l’ultima campagna elettorale. «La principale responsabilità – spiega De Luca – su Napoli è del Partito democratico che è riuscito a farsi disprezzare. Quando non si prepara per tempo una proposta credibile è chiaro che sei destinato alla sconfitta. Si stanno determinando a Napoli processi di illegalità di massa che richiederanno anni per essere recuperati. Stiamo combattendo e manteniamo la trincea della legalità fra bande di micro

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delinquenti, bande che uccidono il vigilante nella stazione di Secondigliano, tra camorra organizzata, tra imbecilli che fanno le stese. Stiamo dando una mano a mettere la videosorveglianza, per salvare da questo punto di vista Napoli. Dalla città dobbiamo cancellare l’identità debole, quella del pulcinellismo, degli spazi pubblici regalati alla nuova clientela, che sono i centri sociali. Una vergogna.

Queste cose vanno combattute a viso aperto». Ma l’argomento

“Salerno” è sempre più caro all’ex sindaco che ci tiene a precisare di non fare nessun favoritismo da Governatore e soprattutto riesce anche ad ironizzare sui cittadini salernitani e su quelli napoletani, evidenziandone le differenze nelle cose quotidiane. «Se avessimo fatto a Salerno una decima parte di quello fatto a Napoli i miei concittadini mi avrebbero buttato a mare perché sono rigorosi. Hanno fatto una polemica NapoliSalerno che serve a chi a Napoli non sa amministrare e cerca di nascondersi dietro il municipalismo.

Quando a Salerno arrivano le risorse per il nuovo ospedale è solo perchè è giusto nel riparto delle risorse regionali. Ma io sono orgoglioso e riconoscente sempre ai miei concittadini che continuano a dimostrarmi la fiducia».

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