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RELAZIONE SULL’ATTIVITA' SVOLTA NEL 2019

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RELAZIONE SULL’ATTIVITA' SVOLTA NEL 2019

Gennaio 2020

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1 INDICE

1. ATTIVITA' INTERNA

2. ATTIVITA' DI FORMAZIONE

2.1 Seminario su: “Innovazioni di prodotto e di processo nel sistema vivaistico per lo sviluppo dell’agrumicoltura siciliana”

2.2 Seminario su: “Bufale un tanto al litro. Il mondo dell’acqua tra scienza e attualità”

in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2019

2.3 Seminario su: “Tecniche innovative e sostenibili nel trattamento e recupero degli scarti e dei reflui della filiera vitivinicola”

2.4 Seminario su: “ Potenziamento della Rete tecnologica per il monitoraggio delle risorse idriche sotterranee a servizio delle imprese nella Provincia di Ragusa” – MORISO 2.0

2.5 Seminario di presentazione del Progetto di ricerca “Gestione sostenibile di impianti di ulivo attraverso tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue – H2Olivo”

3. ATTIVITA' DI RICERCA

3.1 Attività di ricerca su: “Gestione sostenibile di impianti di ulivo attraverso tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue - H2 Olivo”

3.2 Progetto “Potenziamento della rete tecnologica per il monitoraggio delle risorse Idriche sotterranee a servizio delle imprese nella provincia di Ragusa (MORISO 2.0)”

3.3 Accordo di collaborazione con ARCHIMEDE RESEARCH S.r.l. - Misura 1.1.2 -

“Sostegno per l’acquisto di servizi per l’innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale delle imprese”

3.4 Attività di ricerca in materia di risorse idriche con il Governo di Malta

3.5 Raccolta ed elaborazione dei dati sui fabbisogni irrigui della Piana di Catania 3.6 Elaborazione di dati climatici e dati di suolo finalizzati all’applicazione del

modello LandSoil nel bacino sperimentale Cannata

3.7 Analisi e descrizione dei principali trattamenti intensivi ed estensivi delle acque reflue enologiche

3.8 Attività di monitoraggio della qualità delle acque dei torrenti Belluzza e Cugno di Rio, ricadenti nella Riserva Naturale Integrale (R.N.I.) Complesso Speleologico Villasmundo – S. Alfio, del torrente Moscasanti, che attraversa la R.N.I. Grotta Monello, e del torrente Brace che attraversa la Riserva Naturale Orientata (R.N.O.) Vallone di Piano della Corte.

4. ATTIVITA DI ASSISTENZA TECNICA

4.1 Attività di assistenza tecnica per analisi di immagini multispettrali e database geografico dell’usodel suolo per la caratterizzazione di aree agricole.

4.2 Attività di ricerca, formazione e assistenza tecnica sull’attuazione delle legge 19/2015 in materiadi risorse idriche in Sicilia

4.3 Assistenza tecnico-scientifica all’ENEA per la elaborazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo alle diverse opzioni di recapito finale delle acque reflue trattate nell’impianto di depurazione di Catania

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4.4 Assistenza tecnica per prove sperimentali sul sistema di fitodepurazione a scala pilota per la valutazione delle acque di deflusso stradale

4.5 Attività di assistenza tecnica agli enti operanti nell’area dell’acqua e dell’ambiente.

4.6 Assistenza tecnica alle imprese per la gestione sostenibile delle risorse idriche nell’irrigazione di agrumeti

4.7 Attività di assistenza tecnica per la gestione del sistema di fitodepurazione per il trattamento terziario del centro commerciale IKEA di Catania

4.8 Sito Web

5. ATTIVITA' DI PROGRAMMAZIONE E DOCUMENTAZIONE 5.1 Attività di gestione della biblioteca

5.2 Attività ordinaria di programmazione

5.3 Volumi prodotti nell’ambito della collana editoriale

6. ELENCO ALLEGATI

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3 1. ATTIVITA’ INTERNA

L’Assemblea dei Soci nel 2019 è stata costituita da:

 A.CO.S.ET. S.p.A. - Azienda Consorziale Servizi Etnei, Catania

 AMA S.p.A.- Azienda Municipalizzata Acquedotto, Paternò

 ATO 6 - Ambito Territoriale Ottimale, Caltanissetta

 Consorzio di Bonifica Integrale Vallo Diano e Tanagro, Sala Consilina (SA)

 Consorzio di Bonifica n. 2, Palermo

 Consorzio di Bonifica n. 3, Agrigento

 Consorzio di Bonifica n. 4, Caltanissetta

 Consorzio di Bonifica n. 5, Gela

 Consorzio di Bonifica n. 6, Enna

 Consorzio di Bonifica n. 7, Caltagirone

 Consorzio di Bonifica n. 8, Ragusa

 Consorzio di Bonifica n. 9, Catania

 Consorzio di Bonifica n. 11, Messina

 Consorzio per il Servizio di Depurazione dei Liquami tra i Comuni di Giarre – Riposto e Mascali – Fiumefreddo di Sicilia – Santa’Alfio (Co.De.L.), Mascali (CT)

 Fondazione “Emanuele Guggino Picone”, Catania già Fondazione Politecnica del Mediterraneo

 PROMO.TER.SUD S.r.l. – Vittoria (RG)

 Università degli Studi di Catania

Il Consiglio di Amministrazione, eletto dall’Assemblea dei Soci il 6 febbraio 2017 per il triennio 2017/2019 è composto da:

 GIARDINA prof. Emilio (Presidente)

prof. Emerito di Scienze delle Finanze, Dipartimento di Economia e Metodi Quantitativi, già Preside della Facoltà di Economia, Università di Catania, già garante dell’Ateneo di Catania

 GENTILE prof. Alessandra (Vice Presidente)

Professore ordinario – Università degli Studi di Catania

 BARBAGALLO prof. Salvatore

Professore ordinario – Università degli Studi di Catania

 CIRELLI prof. Giuseppe Luigi

Professore ordinario – Università degli Studi di Catania

 ROSSI prof. Giuseppe già Ordinario di Idrologia

Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università di Catania

Il Direttore del Centro, eletto dal Consiglio di Amministrazione il 6 febbraio 2017:

 BARBAGALLO prof. Salvatore

Professore ordinario – Università degli Studi di Catania

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Il Collegio dei Revisori, eletto dall’Assemblea dei Soci il 6 febbraio 2017 per il triennio 2017/2019 è composto da:

 CREACO prof. Salvatore (presidente)

Professore ordinario – Università degli Studi di Catania

 VITALE dott.ssa Maria

Direttore - Consorzio di Bonifica n. 4 di Caltanissetta

 COSENTINI dott. Giovanni

Direttore - Consorzio di Bonifica n. 8 Ragusa

In continuità con le iniziative degli anni scorsi, nel 2019 sono state proseguite le attività nelle usuali aree di intervento: gestione dei sistemi idrici; sistema informativo per la gestione delle acque e dell’ambiente; risorse naturali e sviluppo dell’agricoltura; tutela dell’ambiente dall’inquinamento e gestione dei sistemi di disinquinamento;

programmazione economica, pianificazione del territorio e pianificazione delle acque.

2. ATTIVITA’ DI FORMAZIONE

2.1 Seminario su: “Innovazioni di prodotto e di processo nel sistema vivaistico per lo sviluppo dell’agrumicoltura siciliana”

Il CSEI Catania ha organizzato un seminario dal titolo “Innovazioni di prodotto e di processo nel sistema vivaistico per lo sviluppo dell’agrumicoltura siciliana”, che si è tenuto a Giarre (CT) il 29gennaio 2019, presso il Parco botanico Radicepura.

Il seminario è stato organizzato in collaborazione con Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania, l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Catania e in collaborazione con il Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ed è stato svolto con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Il seminario ha avuto l’obiettivo di fare il punto sulla situazione delle innovazioni agronomiche utilizzabili per riscontrare le esigenze del comparto agrumicolo siciliano a seguito dei mutamenti, soprattutto a carico della combinazione portinnesto/nesto, determinati dalla diffusione del virus della tristeza; come noto, si è infatti reso così necessario abbandonare il soggetto arancio amaro il quale, pur essendo perfettamente adattabile al contesto pedoclimatico siciliano, risulta suscettibile al virus in combinazione con molte specie di agrumi.

Il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania possiede già dal 2006 una collezione di nuovi portinnesti provenienti da enti di ricerca di diversi paesi agrumicoli, conservata presso l’azienda agraria sperimentale dell’Università ed oggetto di valutazione da diversi anni in impianti sperimentali. Tali portinnesti, in combinazione con alcune varietà pigmentate di arancio e mandarino-simili, hanno manifestato eccellenti performance in termini vegeto-produttive e qualitative.

La possibilità di utilizzare nuovi metodi di propagazione agamica per tali portinnesti dei quali non vi è possibilità di importazione in Europa di materiale di propagazione,

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rappresenta la strategia da percorrere per sviluppare modelli produttivi rapidi ed efficienti.

Tra questi certamente la micropropagazione che assicurerebbe l’identità genetica e la sanità del materiale di propagazione prodotto. Entrambi questi obiettivi, innovazione di prodotto e di processo, consentirebbero alle aziende vivaistiche del comparto agrumicolo di mantenersi competitive sul mercato, intraprendendo nuove strade produttive per elevare al massimo la qualità del materiale prodotto, anche attraverso la certificazione genetico- sanitaria, abbattere i costi di produzione, applicando le nuove tecnologie alle esigenze specifiche del territorio in cui opera.

I lavori del seminario sono iniziati con i saluti istituzionali da parte di:

- dott. Michele Faro, Azienda Piante Faro;

- dott. Enrico Catania, in rappresentanza del Dott. Giuseppe Occhipinti, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Catania;

- prof. Agatino Russo, Direttore del Di3A dell’Università di Catania;

- dott. Paolo Rapisarda, Direttore del CREA-OFA di Acireale (CT);

Dopo i saluti è intervenuta per l’introduzione la prof.ssa Alessandra Gentile, Ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Catania, che ha parlato delle problematiche del settore agrumicolo in Sicilia e fatto il punto sulle innovazioni agronomiche che potrebbero dare slancio al comparto che al momento si trova ad affrontare la diffusione del virus della Tristeza. La professoressa Gentile ha sottolineato l’importanza della costante cooperazione tra enti di ricerca ed aziende del settore, con particolare riferimento al settore vivaistico, che è a suo avviso una tra le strategie auspicabili per affrontare le problematiche presenti e future.

I lavori del seminario sono proseguiti con la prima relazione del prof. Alberto Continella, docente del Di3A – Università di Catania, che ha parlato delle esigenze di innovazione del comparto agrumicolo in Sicilia. Il prof. Continella ha illustrato in particolare la relazione tra combinazione portinnesto-nesto e le caratteristiche agronomiche delle piante come portamento e adattabilità a fattori biotici ed abiotici e come tale combinazione influenzi anche le caratteristiche qualitative dei frutti.

La seconda relazione era stata programmata per avere come relatore il prof. Gaetano Distefano, che invece non ha potuto partecipare al seminario. La relazione sui metodi di propagazione innovativi per lo sviluppo del sistema vivaistico agrumicolo, è stata pertanto esposta dalla prof.ssa Gentile. Sono stati illustrati i portinnesti sostitutivi rispetto all’arancio amaro, in corso di valutazione presso il Di3A, e le strategie possibili per fornire la grande quantità di materiale necessaria alle aziende operanti nel settore, strategie individuate appunto nei metodi di propagazione innovativi. La prof. Gentile ha quindi esposto vantaggi e limiti di tali tecniche.

Il terzo intervento è stato quello della dott.ssa Silvia Di Silvestro, ricercatrice presso il CREA-OFA di Acireale (CT) che, dopo aver presentato le strutture ed i laboratori del CREA-OFA, ha esposto una relazione sul controllo fitosanitario nel programma di certificazione, ponendo l’accento sulle norme tecniche da seguire per la produzione di materiale di moltiplicazione certificato, sui saggi di laboratorio da eseguire e sulle possibili innovazioni nel sistema di certificazione.

L’ultimo intervento è stato quello del dott. Rosario D’Anna, dirigente dell’UO coordinamento dell’attività vivaistica della Regione Sicilia, il quale ha presentato le

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problematiche e i punti di forza della normativa per la qualificazione del materiale di moltiplicazione.

I lavori del seminario sono proseguiti con l’intervento del prof. Salvatore Barbagallo, Ordinario dell’Università di Catania e Direttore del CSEI Catania, il quale ha fatto la proposta di costituire il Gruppo Operativo denominato Citrus Innova presentando agli intervenuti l’idea progettuale nell’ambito della Misura 16.1 del PSR Sicilia.

E’ seguito quindi il dibattito con gli interventi da parte dei presenti, le conclusioni della giornata di seminario sono state affidate al dott. Delfo Conti dell’Osservatorio per le malattie delle piante di Acireale, Regione Siciliana. Il dott. Conti si è congratulato con i relatori lodando l’iniziativa promossa e ha ribadito l’importanza della collaborazione tra enti di ricerca, operatori del settore ed enti di certificazione.

Hanno aderito al seminario circa 100 partecipanti suddivisi in accademici, professionisti, titolari di imprese agricole e studenti. A chi ne ha fatto richiesta è stato rilasciato, a lavori conclusi, un attestato valevole per il rilascio di CFP ai partecipanti iscritti all’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali e per ottenere crediti formativi per gli studenti iscritti ai corsi di laurea del dipartimento Di3A.

Allegato 2.1 -Programma ed elenco dei partecipanti

2.2 Seminario in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2019

Nell’ambito delle manifestazioni per la 27° Giornata Mondiale dell’Acqua 2019 (https://www.worldwaterday.org/), il CSEI Catania in collaborazione con il Liceo

“Concetto Marchesi” di Mascalucia (Catania), in cui si è tenuto il seminario, ed il patrocinio del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente, del Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Tecnologie Avanzate “F.G. Ingrassia” dell’Università di Catania e dell’ACOSET spa, hanno organizzato il 29 marzo 2019 il seminario divulgativo dal titolo“Bufale un tanto al litro: Il mondo dell’acqua tra scienza ed attualità” per sensibilizzare l’opinione pubblica ed in particolare i giovani sul tema del uso equo e sostenibile delle risorse idriche.Il Seminario è stato svolto con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Per l’edizione del 2019 la Giornata Mondiale dell’Acqua, organizzata sotto l’egida delle Nazioni Unite in diverse parti del mondo, ha avuto come tema “Leaving no onebehind” e si prefigge di promuovere entro il 2030 il raggiungimento del “Sustainable Development Goal # 6: Ensure availability and sustainable management of water and sanitation for all”.

https://sustainabledevelopment.un.org/sdgs (ONU, 2015).

I problemi di carenza idrica per i diversi usi (civile, agricolo, industriale e ambientale) hanno negli ultimi anni interessato non solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche nazioni economicamente sviluppate e considerate “ricche d’acqua” e di questo problema ne hanno fatto le spese i gruppi sociali più marginalizzati.

Il consumo dell’acqua per gli usi civili sta aumentando in modo vorticoso, circa 2 miliardi di persone, (UNEP, 2018) non ha una sufficiente disponibilità di risorse idriche. A livello mondiale si registrano sempre più spesso tensioni e conflitti per l’uso delle risorse idriche e

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la mancanza di disponibilità idrica è ormai diventato un indicatore del livello di povertà della popolazione. Si stima che circa 80 persone su 100, devono ancora oggi approvvigionarsi d’acqua, spesso molto lontano dalle loro abitazioni, presso fonti dove la disponibilità è scarsa e la qualità scadente.

L’uso sostenibile ed il consumo consapevole delle risorse idriche diventa sempre più una esigenza inderogabile per il futuro del nostro Pianeta, molto si può e si deve fare per ridurre i consumi idrici per i vari usi. Molto si può fare a livello urbano per quanto riguarda gli usi civili, ma molto di più si deve fare nel settore industriale ed agricolo, basti pensare che in molte aree del nostro Pianeta, oltre l’80% delle risorse idriche è utilizzato per le produzioni agro-alimentari, indispensabili per il sostentamento della popolazione mondiale.

I lavori del seminario sono iniziati con i saluti istituzionali da parte di:

- Prof.ssa Lucia Maria SCIUTO, Dirigente Liceo “Concetto Marchesi”

- Arch. Vincenzo MAGRA, Sindaco di Mascalucia - Prof. Salvatore BARBAGALLO, CSEI Catania

- Prof.ssa Margherita FERRANTE, Direttore LiAA –Università di Catania - Ing. Enrico GRECO – Direttore Tecnico ACOSET spa

- Prof.ssa Simona CONSOLI, Presidente del CdS “Pianificazione e Tutela del Territorio e del Paesaggio”

Sono seguite le relazioni come da programma.

- Acqua e salute: tra verità scientifiche e gossip

Prof.ssa Margherita FERRANTE, Università di Catania - L’Acqua e le Donne

Prof.ssa Simona CONSOLI, Università di Catania

- Risultati della Campagna “Bevi meno plastica” condotta nelle scuole della Città di Catania

Dott.ssa Manuela COCI, Micro b&co.

- Qualità delle acque distribuite dall'ACOSET spa Ing. Enrico GRECO, ACOSET spa

- L’acqua che…mangiamo

Prof. Giuseppe Luigi CIRELLI, Università di Catania

E’ seguito un dibattito e le conclusioni sono state affidate al Prof. Salvatore BARBAGALLO, Direttore del CSEI Catania.

Il seminario divulgativo è stato rivolto gli studenti delle Scuole superiori e dell’Università di Catania. La partecipazione al seminario degli studenti dell’Università di Catania ha dato diritto a 0,25 CFU.

Allegato 2.2 –Programma, elenco dei partecipanti e articolo pubblicato

2.3 Seminario su: “Tecniche innovative e sostenibili nel trattamento e recupero degli scarti e dei reflui della filiera vitivinicola”

Nell’ambito del Progetto “Tecniche innovative e sostenibili nel trattamento e recupero degli scarti e dei reflui della filiera vitivinicola - VITINNOVA”, che il CSEI Catania, in qualità di Capofila, presenta a valere sulla Sottomisura 16.2 del PSR Sicilia 2014-2020, si è svolto lunedì 6 maggio 2019 presso l’Azienda agricola Feudo Santa Tresa sita in Contrada Santa Teresa – Vittoria (RG), il Seminario di presentazione della proposta

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progettuale in cui sono state illustrate le innovazioni che saranno oggetto del suddetto Progetto.

Al Seminario, organizzato in collaborazione con il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, hanno partecipato i rappresentanti dei partner di Progetto, professionisti e studenti universitari.

Il Seminario ha avuto come obiettivo di divulgare nuove tecniche per il trattamento e recupero degli scarti e dei reflui della filiera vitivinicola.

Il comparto enologico occupa una posizione preminente nel panorama dell’industria agroalimentare italiana rappresentando, di fatto, il settore più importante all’interno dell’industria delle bevande. Secondo le ultime statistiche dell’ISTAT, l’Italia è il primo produttore mondiale di vino con circa un quinto (52,9 milioni di ettolitri) della produzione mondiale, di cui circa il 40% nel Sud Italia.

La Sicilia, con i circa 5,5 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2018, rappresenta la quarta regione d’Italia per capacità produttiva.

Come tutte le attività agro-alimentari, le aziende vitivinicole generano elevati quantitativi di reflui (circa 1,6 – 2,0 L di reflui per ciascun litro di vino prodotto) e di scarti solidi (sarmenti, raspi, fecce, vinacce) che, se non correttamente gestiti, rappresentano un costo particolarmente gravoso per le piccole e medie realtà produttive.

In un’ottica di viticoltura sostenibile, dove diventa prioritario il rispetto per le risorse naturali, gli scarti liquidi e solidi, se opportunamente trattati, possono diventare una risorsa da reintegrare nel ciclo produttivo aziendale. A tal fine è stato presentato, nell’ambito della Misura 16.2 del PSR Sicilia 2014-2020, il progetto “Tecniche innovative e sostenibili nel trattamento e recupero degli scarti e dei reflui della filiera vitivinicola”, con il CSEI Catania in qualità di capofila e la partecipazione di:

- Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A);

- Azienda agricola Paolo Calì;

- Società agricola Santa Tresa;

- Azienda Agricola Poggio di Bortolone;

- Feudi del Pisciotto;

- Progresso Soc. Cooperativa Agricola;

- Irritec S.p.A..

La proposta progettuale prevede l’applicazione di sistemi di fitodepurazione per il trattamento ed il riuso irriguo delle acque reflue enologiche e l’adozione di tecniche di compostaggio degli scarti di potatura e dei sottoprodotti enologici al fine di ottenere un ammendante da impiegare nel ciclo colturale aziendale. Tali soluzioni saranno in grado di contribuire alla ricostituzione dei cicli naturali della sostanza organica e dei nutrienti nel suolo, al risparmio delle risorse idriche convenzionali, alla riduzione dell’inquinamento dei corpi idrici superficiali ed all’incremento dei benefici economici per i coltivatori determinati dalla riduzione dei costi di produzione.

L’introduzione di tali tecniche innovative potrebbe contribuire ad ottenere una certificazione di sostenibilità ambientale del processo produttivo che può rappresentare una carta vincente per la promozione di un’azienda vitivinicola sui mercati nazionali ed internazionali.

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La partecipazione al Seminario ha dato diritto a 0,25 crediti formativi agli studenti dell’Università di Catania, così come agli agronomi e forestali a cui ha dato diritto al riconoscimento di crediti formativi professionali.

Il Seminario ha avuto inizio con il saluto del prof. Salvatore Barbagallo, Responsabile scientifico del Progetto, che ha illustrato brevemente la proposta progettuale e gli obiettivi futuri che ci si prefigge di raggiungere attraverso la realizzazione delle attività previste dal Progetto.

Il dott. Marco Calcaterra, Presidente dell’Associazione Strada del Vino del Cerasuolo di Vittoria, ed il dott. Francesco Celestre, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Ragusa, hanno evidenziato la bontà del Progetto dichiarandosi disponibili a supportare la partnership di Progetto nella diffusione e divulgazione dei risultati progettuali.

Successivamente ha preso la parola il prof. Giuseppe Cirelli dell’Università di Catania che ha presentato una relazione dal titolo “Applicazione di tecniche di fitodepurazione per il trattamento ed il recupero di reflui enologici”. Il prof. Cirelli ha illustrato in cosa consistono i sistemi di fitodepurazione che generalmente costituiti da bacini artificiali poco profondi, generalmente riempiti con materiale granulare inerte, e vegetati con piante acquatiche (macrofite) atte a riprodurre i naturali processi autodepurativi tipici delle zone umide. Il prof. Cirelli ha quindi esaminato i vantaggi che si hanno dall’adozione di queste tecniche depurative utilizzate per il trattamento e riuso dei reflui enologici. Il prof. Cirelli ha quindi presentato alcuni casi studio ove sono stati realizzati tali impianti (Ikea Store di Catania e azienda vitivinicola Marabino).

Dopo sono intervenuti la dott.ssa Daniela Vanella dell’Università di Catania ed il dott.

Alfonso Russo della Irritec SpA, che hanno presentato una relazione dal titolo “La gestione sostenibile dell’irrigazione nel vigneto”. La dott.ssa Vanella ha descritto in cosa consiste l’irrigazione di precisione, tecnica che permetterebbe di ottimizzare la gestione irrigua a scala aziendale (risparmio idrico, energetico e di fertilizzanti) e l’efficienza d’uso dell’acqua. Per la scelta della corretta strategia irrigua da applicare nel vigneto è indispensabile conoscere il regime climatico dell’area (radiazione solare, pioggia, temperatura, evapotraspirazione), le caratteristiche idrologiche del terreno (ritenzione idrica), la tipologia del vigneto (età, varietà, portainnesto),le pratiche colturali (potatura, inerbimento), ecc. Sulla base dell’analisi delle variabili anzidette è possibile calcolare i fabbisogni idrici colturali e, in funzione delle caratteristiche dell’impianto di irrigazione (portata oraria e numero punti goccia), la dose irrigua da somministrare al vigneto (volumi e turni irrigui). La dott.ssa Vanella ha quindi illustrato un metodo di gestione sostenibile del vigneto basato su strategie di deficit idrico controllato che rappresenta un intervento colturale che, insieme e coerentemente ad altre scelte bio-agronomiche, consente di raggiungere gli obiettivi qualitativi prefissati. Negli ambienti semi-aridi, in cui gran parte del ciclo annuale si svolge in condizioni di severo stress idrico, l’irrigazione è l’intervento agronomico più importante di cui dispone il viticoltore per controllare il risultato produttivo e massimizzare l’efficienza d’uso dell’acqua.

Il dott. Russo ha presentato l’azienda Irritec, leader nel settore dell’irrigazione, e le innovazioni realizzate nel campo dell’irrigazione di precisione a servizio dell’agricoltura e del giardinaggio. Successivamente il dott. Russo ha illustrato i sistemi di subirrigazione ed

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i relativi vantaggi, in termini di risparmio idrico, derivanti dall’adozione di questa tecnica per l’irrigazione di diverse colture agrarie.

Il dott. Mirco Milani dell’Università di Catania ha presentato una relazione dal titolo “Il compostaggio: soluzione sostenibile per la valorizzazione degli scarti vitivinicoli”. Il dott.

Milani ha evidenziato come alcuni residui/sottoprodotti dell’attività vinicola ed enologica, possono costituire una risorsa reintegrabile nel ciclo produttivo. In particolare, il compostaggio di sarmenti, vinacce e fecce può rappresentare una valida soluzione in grado di rispondere alle esigenze di sostenibilità ambientale costituendo una risorsa sicura da inserire a pieno titolo tra i fattori produttivi del vigneto, garantendo un recupero di fertilità dei suoli vitati. Il dott. Milani ha quindi illustrato i vantaggi che possono derivare dall’uso del compost in agricoltura (miglioramento generale delle caratteristiche chimico-fisiche del suolo, progressivo accumulo di carbonio nel suolo) e successivamente descritto il processo di compostaggio ed i parametri da valutare durante le fasi di realizzazione del compost.

Conclusi gli interventi programmati, è iniziato un breve dibattito in cui, le persone presenti al Seminario, hanno posto alcune domande di chiarimento ai relatori che hanno presentato le relazioni precedentemente descritte.

A conclusione dei lavori ha preso la parola nuovamente il prof. Barbagallo ed il dott. Silvio Balloni dell’Azienda Santa Tresa, che hanno messo in evidenza l’efficacia delle innovazioni presentate che saranno oggetto del Progetto che si sta presentando a valere sulla Sottomisura 16.2 del PSR Sicilia 2014-2020.

Allegato 2.3 -Programma ed elenco dei partecipanti

2.4 Seminario su: “ Potenziamento della Rete tecnologica per il monitoraggio delle risorse idriche sotterranee a servizio delle imprese nella Provincia di Ragusa” – MORISO 2.0- Ragusa, 7 giugno 2019

Il Progetto “Potenziamento della Rete tecnologica per il monitoraggio delle risorse idriche sotterranee a servizio delle imprese nella Provincia di Ragusa – MORISO 2.0” è stato finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito di un programma di interventi nei settori dell’industria, agroindustria, turismo ed in quello dell’apparato infrastrutturale denominato Patto Territoriale “Ragusa”.

Il Progetto è realizzato da una partnership costituita dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa (già Provincia Regionale di Ragusa), in qualità di Ente Capofila del Progetto, e dal Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria – CSEI Catania in qualità di partner. Le attività progettuali sono state sottoposte alla vigilanza e monitoraggio del Soggetto responsabile del Patto Territoriale “Ragusa”, ruolo rappresentato dalla Società di Sviluppo Ibleo – So.Sv.I. Srl.

Il Progetto prevede il potenziamento della rete tecnologica per il monitoraggio degli acquiferi più significativi del territorio ibleo, da cui si approvvigionano gli enti locali e le imprese della provincia di Ragusa. In particolare, il Progetto ha valorizzato la collaborazione tra il CSEI Catania e la Provincia Regionale di Ragusa - Settore 9° - Pianificazione del territorio e Infrastrutture, già avviata sulla base di un protocollo d’intesa

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per “La gestione congiunta della rete di rilevamento delle acque sotterranee nel territorio della provincia di Ragusa”.

Il Progetto è la naturale evoluzione del precedente progetto MORISO, già realizzato nell’ambito del Programma Operativo Italia – Malta 2007-2013, attraverso il quale il CSEI Catania, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, l’ARPA di Ragusa e la Regione Siciliana, ha realizzato una rete di monitoraggio delle caratteristiche quali- quantitative degli acquiferi ragusani. Tale rete si compone di una serie di pozzi, alcuni realizzati ex novo, altri già gestiti dalla Provincia di Ragusa, per un totale di 12 siti di interesse.

Nell’ambito del Progetto è stato realizzato un seminario divulgativo dei risultati progettuali che si è tenuto a Ragusa il 07/06/2019 presso la sede del Libero Consorzio Comunale di Ragusa. Nel corso del Seminario sono state illustrate le caratteristiche della rete, le potenzialità applicative, nonché i possibili benefici per la tutela qualitativa e ambientale delle acque sotterranee del territorio Ibleo.

Il Seminario era rivolto a tecnici degli enti che si occupano di gestione delle acque sotterranee nel territorio Ibleo (Comuni, ARPA, Consorzio di Bonifica, ASP, ecc..).

Il Seminario si è aperto con i saluti istituzionali da parte del dott. Piazza (Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Ragusa), del dott. Giaquinta (Presidente ATI Ragusa), del dott. Cosentini (Presidente So.Sv.I.) e del dott. Migliorisi (Assessorato Economia della Regione Siciliana). Ha preso quindi la parola il prof. Barbagallo, responsabile scientifico del Progetto, che ha messo in evidenza i buoni risultati ottenuti nell’ambito del Progetto e le conseguenze positive che il Progetto può avere sul territorio ibleo.

Ha preso quindi la parola la prof.ssa Margherita Ferrante dell’Università degli Studi di Catania che ha presentato una relazione dal titolo “La qualità delle acque sotterranee del territorio Ibleo: caratteristiche e criticità d’uso”, in cui è stato illustrato lo stato qualitativo delle acque sotterranee presenti nel territorio ragusano, tenuto conto dei risultati dell’attività di monitoraggio realizzata durante il progetto.

L’ing. Giuseppe Cianciolo, del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, ha quindi presentato una relazione dal titolo “Presentazione della rete tecnologica per il controllo delle acque sotterranee nel territorio Ibleo (Progetto MORISO 2.0)”.

Il relatore ha illustrato gli obiettivi che sono stati raggiunti attraverso la realizzazione del Progetto MORISO 2.0 il cui scopo è stato quello di realizzare una rete di monitoraggio, completamente automatica, per il controllo di alcuni parametri chimico-fisici delle acque in falda del territorio ibleo affinché, attraverso il monitoraggio dello status qualitativo delle acque in falda, possa essere tutelata la salute della collettività. L’ing. Cianciolo ha quindi descritto il sistema di monitoraggio costituito da 24 stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio della provincia di Ragusa. Inoltre il relatore ha illustrato le modalità di funzionamento del sistema informatico che sta dietro alla rete di monitoraggio con particolare riferimento al sistema di trasmissione, lettura e memorizzazione dei dati acquisiti presso le singole stazioni.

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La dott.ssa Daniela Vanella dell’Università di Catania ha presentato una relazione dal titolo “La gestione della rete e il trasferimento agli utenti dei risultati del monitoraggio”.

In particolare, la dott.ssa Vanella ha descritto l’architettura del sito WEB del Progetto MORISO 2.0 e le modalità attraverso cui gli utenti interessati possono accedere alla banca dati della rete tecnologica di monitoraggio delle acque sotterranee.

L’ing. Gaetano Rocca, RUP del Progetto MORISO 2.0, ed il dott. Luigi Pasotti, dell’Osservatorio delle Acque della Regione Siciliana, hanno presentato due relazioni rispettivamente dal titolo “Il collegamento tra il Progetto MORISO e il Piano d’Ambito” e

“Il collegamento tra il Progetto MORISO e la rete dell’Osservatorio delle acque”. In entrambe le relazioni sono stati illustrati i punti di convergenza che il Progetto MORISO presenta rispetto all’aggiornamento del Piano d’Ambito di Ragusa ed alla rete gestita dall’Osservatorio delle acque.

Conclusi gli interventi programmati si è avuto un breve dibattito con domande e chiarimenti ai relatori.

A conclusione dei lavori ha preso la parola nuovamente il prof. Barbagallo, il quale ha evidenziato l’opportunità che il Progetto può rivestire sia in termini di tutela ambientale che di sviluppo socio-economico del territorio ibleo.

Allegato 2.4 - Programma ed elenco dei partecipanti

2.5 Seminario di presentazione del Progetto di ricerca “Gestione sostenibile di impianti di ulivo attraverso tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue – H2Olivo”

Il CSEI Catania e il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università degli Studi di Catania hanno organizzato un Seminario di presentazione del Progetto di ricerca “Gestione sostenibile di impianti di ulivo attraverso tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue – H2Olivo”.

Il Seminario è stato svolto mercoledì 23 ottobre 2019 presso l’Aula Magna “Amedeo Jannaccone”, Via Valdisavoia, 5 – Catania.

Il seminario si è aperto con i saluti istituzionali del Prof. Agatino Russo, Direttore del Dipartimento Di3A, Università di Catania e del Dott. Daniele Alfio Romano, Presidente dell’Ordine Tecnologi Alimentari della Sicilia.

A seguire, i proff. Salvatore Barbagallo e Alessandra Gentile dell’Università degli Studi di Catania hanno presentato il progetto di ricerca “Gestione sostenibile di impianti di ulivo attraverso tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue – H2Olivo”.

Il riuso a scopo irriguo di acque reflue depurate, in combinazione con strategie di irrigazione deficitaria, può rappresentare una valida alternativa per la gestione efficiente delle risorse idriche in campo olivicolo salvaguardando al tempo stesso le rese e gli standard qualitativi della produzione.

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In tale ambito, il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, in collaborazione con il Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria di Catania, con un finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, sta svolgendo una ricerca che ha i seguenti obiettivi:

- valutare l’efficienza depurativa di un sistema di fitodepurazione per il riuso delle acque reflue per l’irrigazione di uliveti;

- introdurre strategie innovative di irrigazione deficitaria in combinazione con impiego di acque non convenzionali;

- valutare gli effetti dell’irrigazione con acque reflue depurate sul sistema di distribuzione delle acque;

- valutare gli effetti fisiologici e produttivi su uliveti irrigati con acque reflue e sottoposti a tecniche di irrigazione deficitaria;

- valutare la composizione degli acidi grassi dell’olio in relazione alle diverse tecniche utilizzate;

- fornire giudizi di convenienza economica a supporto delle scelte economico-gestionali.

La sperimentazione viene svolta presso l’azienda agrituristica Valle dei Margi (Grammichele, CT). L’azienda ha un campo collezione di 120 piante di olivodelle cultivar

‘Carolea’, ‘Moresca’, ‘Nocellara Etnea’ e ‘San Benedetto’ ed è dotata di un impianto di fitodepurazione, per il trattamento secondario e di affinamento delle acque reflue civili provenienti dalle attività agrituristiche con destinazione di scarico su corpo idrico superficiale.

I principali risultati attesi della ricerca sono:

- definizione di un protocollo per la gestione di un impianto di fitodepurazione, le cui acque siano destinate all’irrigazione di uliveti;

- messa a punto di tecniche e strategie irrigue per la gestione sostenibile delle risorse idriche in campo olivicolo con particolare riguardo all’adozione di tecniche di irrigazione deficitaria;

- determinazione della migliore tipologia di elemento filtrante per l’irrigazione di ulivi con acque reflue depurate;

- indicazioni sulle risposte fisiologiche e produttive delle singole cultivar all’impiego di strategie di stress idrico e di acque non convenzionali;

- valutazione del contenuto relativo in acidi grassi degli olii prodotti utilizzando fonti idriche non convenzionali e sottoposti a stress idrico;

- individuazione della metodologia più idonea alla formulazione dei giudizi di convenienza economica.

Nel corso del Seminario sono stati approfonditi, attraverso alcune relazioni, i temi oggetto di studio con la ricerca in corso ed illustrata, in generale, lo stato dell’olivicoltura in Sicilia.

Le relazioni della giornata sono state aperte dal dott. Alberto Continella dell’Università degli Studi di Catania, che è intervenuto sul tema: “Il patrimonio olivicolo siciliano:

caratteristiche bioagronomiche e qualità delle produzioni”

L’olivo è una delle colture arboree più antiche a livello mondiale, la più importante e rappresentativa del Mediterraneo. La famiglia delle Oleaceae, a cui appartiene l'olivo, comprende circa 30 generi e 600 specie distribuite in vaste regioni a clima caldo e freddo.

Al genere Olea, specie O. europaea L., appartiene un numero imprecisato di varietà coltivate (cultivar). Le cultivar descritte o citate in Italia sono 476 con 1599 sinonimi, ciò

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ha portato nel passato ed ancora oggi, ad una confusione tra i nomi delle cultivar e i loro sinonimi.

Sono presenti a maggiore diffusione nel nostro Paese 24 varietà di olivo che occupano una superficie di 655.000 Ha, pari al 58,0% circa del totale nazionale. Il panorama produttivo italiano è caratterizzato dalla presenza, in coltivazione principale, di ben 148 cultivar.

L’olivo in Sicilia è un bacino di biodiversità poiché crocevia di culture diverse basate da una agricoltura tradizionale e un lento sviluppo industriale lento. La ricchezza genetica deriva dalla pluralità degli ambienti di coltivazione e dalle condizioni pedoclimatiche estremamente differenti che permettono la presenza di 28 cultivar autoctone.

Ad Enna si trova un campo di raccolta e conservazione del germoplasma di olivo che ospita 53 accessioni appartenenti a cultivar-popolazione campionate nella provincia di Enna, 11 accessioni popolazione Biancolilla, 13 Moresca, le restanti a Calatina, Giarraffa, Marmorigna, Minuta, Ogliarola Messinese, Nocellara Etnea, Vaddarica, Tonda Iblea, Santagatese e 3 accessioni non riconducibili a varietà note (Lotto A); 45 accessioni provenienti dalle restanti provincie della Sicilia (Lotto B); 180 varietà provenienti da altre regioni italiane (Lotto C); 126 varietà internazionali (Lotto D).

La metodologia utilizzata per descrivere la biodiversità dell’olivo avanzata dall’UPOV (Union Internationale pour la Protection de la Obtention Vegetales), considera 24 caratteri morfologici ripartiti in 3 per l’albero, 3 per la foglia, 2 per l’infiorescenza, 8 per il frutto e 8 per l’endocarpo. Ulteriori 12 caratteri morfologici sono stati valutati facendo riferimento alla metodologia proposta da Caruso et al. (2007)

Nell’Azienda Agraria Sperimentale (ASA) dell’Università degli Studi di Catania in Contrada Primosole sono state condotte le analisi di caratterizzazione molecolare su 65 genotipi con lo scopo di caratterizzare una grande quantità di accessioni siciliane (47 genotipi) e di confrontarle con varietà italiane e le più importanti cultivar straniere presenti nel bacino del Mediterraneo.

Le restanti 41 accessioni sono state campionate presso il Campo Collezione di Germoplasma di Olivo realizzato dal CNR-ISAFOM e Provincia Regionale di Enna e sito in C.da Zagaria (Enna – Pergusa)

Nell’indagine condotta nell’ambito del progetto OLIVO sono state analizzate 4cultivar :‘Moresca’, ‘Nocellara Etnea’, ‘San Benedetto’ e ‘Carolea’ .

In particolare si stanno studiando:

- l’utilizzo a scopo irriguo di acque reflue vs. acque convenzionali - le tecniche di irrigazione deficitaria

- il monitoraggio durante le stagioni irrigue dei parametri fisiologici per valutare eventuali effetti di stress dei diversi trattamenti sulle cultivar di olivo

- la fotosintesi

- la conduttanza stomatica - la traspirazione

- la fluorescenza foglie - il potenziale xilematico

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Inoltre la determinazione delle caratteristiche morfologiche e produttive e la caratterizzazione degli acidi grassi degli oli prodotti dalle 4 cultivar nelle diverse tesi in esame, in particolare:

- l’accrescimento pianta - le analisi fogliari - il peso medio drupa - la produzione per pianta - la resa in olio

- la resa in polpa

- la caratterizzazione dell’olio

Il secondo intervento è stato svoltodal dott. Mirco Milani dell’Università degli Studi di Catania, ed ha riguardato il: “Trattamento dei reflui mediante fitodepurazione e riuso agricolo: il sistema a servizio dell’azienda agrituristica Valle dei Margi”.

L’utilizzo di acque reflue depurate in agricoltura, in sostituzione o parziale integrazione con le acque convenzionali, è sempre più praticato nelle aree del bacino del Mediterraneo.

La pratica del riuso di acque reflue urbane è subordinata alle normative (spesso stringenti) in vigore nei diversi Paesi UE e non. In questo contesto il riuso delle acque reflue trattate per l’irrigazione delle colture

combina diversi vantaggi quali l’incremento della disponibilità idrica per l’agricoltura ed i benefici economici per gli agricoltori derivanti da una riduzione degli interventi di concimazione

L’uso pianificato e controllato delle acque reflue comporta la necessità di sottoporre queste acque ad idonei livelli di trattamento al fine di ridurre o liminare il potenziale rischio igienico sanitario connesso alla qualità delle acque utilizzate.

Si può parlare di ingegneria sanitaria sostenibile quando si raggiungono riduzioni dei consumi idrici. Alcuni esempi per ottenere la riduzione sono le reti di fognatura separate contrattamento e recupero (ove possibile) delle acque reflue urbane e delle acque meteoriche di dilavamento, il riuso delle acque reflue (il più vicino possibile al punto di origine) e recupero di sostanze fertilizzanti, la separazione alla fonte della sostanza organica di origine fecale (acque nere e acque grigie) nei nuovi edifici.

Il D.M. 185/2003 sul riuso delle acque reflue trattate non fa nessuna distinzione tra alternative di riuso , metodologie irrigue e colture. Inoltre i limiti microbiologici sono molto restrittivi.

La proposta di normativa europea, del maggio 2018 (Allegato 1/Tabella 1), per il riuso delle acque reflue in agricoltura divide le classi di qualità delle acque depurate e le tecniche di utilizzo e di irrigazione consentite. La tabella 2 dà invece prescrizioni di qualità delle acque depurate a fini di irrigazione agricola.

Negli impianti di fitodepurazione o “aree umide artificiali”

(constructedwetlands”),vengono riprodotti, in un ambiente controllato, i processi di depurazione naturale caratteristici delle zone umide e ottenuti prevalentemente dall’azione combinata di substrato, vegetazione e microrganismi.

La ricerca verrà svolta presso l'Azienda agrituristica Valle dei Margi che si occupa di attività agrituristiche (ricezione, somministrazione sul posto di pasti, vendita diretta di

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prodotti agricoli, attività ricreative, culturali, divulgative, escursionistiche, ecc.) su una superfici e aziendale di circa 18 ettari e in tre corpi di fabbrica. Nell’ambito dello studio WP.2 “Tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue depurate per l’irrigazione di colture olivicole” sono previste attività sperimentali sull’impianto di fitodepurazione a servizio dell’azienda agrituristica.

Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono di valutare l’efficienza depurativa di un sistema di fitodepurazione per il riuso delleacque reflue a scopo irriguo in campo olivicolo e determinare l’efficienza idraulica del sistema mediante prove di conducibilità idraulica a saturazione.

I risultati attesi dall’attività sperimentale di fitodepurazione sono: la definizione di un protocollo per la gestione di un impianto di fitodepurazione, le cui acque siano destinate all’irrigazione di colture olivicole; la definizione di procedure per la determinazione delle conducibilità idraulica a saturazione nei substrati utilizzati negli impianti di fitodepurazione e, la messa a punto di indicazioni tecniche per la realizzazione, gestione e monitoraggio di un sistema di fitodepurazione per piccoli insediamenti finalizzato al trattamento e recupero delle acque reflue per l’irrigazione di colture olivicole.

A seguire la dott.ssa Daniela Vanella dell’Università degli Studi di Catania ha parlato sul tema: “L’irrigazione deficitaria negli impianti olivicoli: tecniche di realizzazione e vantaggi economici”.

Gli obiettivi specifici del progetto H2 Olivo sono:

- valutare l’efficienza depurativa di un sistema di fitodepurazione per il riuso delle acque reflue a scopo irriguo in campo olivicolo;

- introdurre strategie innovative di irrigazione deficitaria (ID) in combinazione con impiego di acque non convenzionali per l’irrigazione di colture olivicole;

- valutare gli effetti dell’irrigazione con acque reflue depurate sul sistema di irrigazione;

- valutare gli effetti fisiologici e produttivi su impianti olivicoli connessi al riuso delle acque reflue a scopo irriguo o all’ID;

- valutare la composizione degli acidi grassi dell’olio in relazione alle diverse tesi in analisi;

- fornire giudizi di convenienza economica a supporto delle scelte economico- gestionali.

L'irrigazione deficitaria (ID) è una strategia agronomica utilizzata per ridurre gli input irrigui massimizzando la produzione colturale. ID consiste nell’applicazione di volumi irrigui ridotti rispetto al fabbisogno colturale massimo (ETc) così che i profitti ottenuti dal risparmio idrico superano la perdita di reddito derivante dalla riduzione della resa, aumentando così la produttività dell'acqua (WP, resa per unità di acqua utilizzata).

Riassumendo si cercherà di dimostrare che la riduzione dei consumi idrici ed energetici migliorano l’efficienza d’uso dell’acqua, mantenendo produzioni adeguate e ottimizzando la qualità analitica e organolettica dell’olio.

L’ultima relazione è stata presentata dal dott. Gaetano Chinnici dell’Università degli Studi di Catania sul tema: “La sostenibilità dell’olivicoltura in Sicilia”.

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L’olivicoltura rappresenta la coltivazione tipica dell’area del Bacino del Mediterraneo, in particolare l'olivicoltura europea ha conosciuto un forte rinnovamento che ha coinvolto la struttura, l'organizzazione e la gestione delle aziende agricole a seguito dell’introduzione di moderne tecnologie di raccolta e migliori tecniche di coltivazione. La coltivazione dell’olivo è spesso associata solo alla produzione dell’olio ma l’olivicoltura da mensa ha assunto i caratteri tipici dell’arboricoltura intensiva: sesti che tendono a restringersi, investimenti unitari che crescono, irrigazione degli appezzamenti, meccanizzazione delle operazioni colturali, economie di scala, ecc.

L’oliva è un bene che ha una fortissima valenza, anche identificativa del territorio, perché unica in quanto certifica la qualità dell’olio in base al territorio di origine e naturalmente alla capacità e alla sapienza degli olivicoltori. Una biodiversità che va non solo salvaguardata e tutelata, come si sta già cercando di fare attraverso le disposizioni del piano olivicolo nazionale, ma valorizzata opportunamente in modo da rilanciarne la produzione, offrendo il giusto sostegno alle aziende.

La Sicilia è una regione in cui si produce olio di grande qualità e vi sono alcune zone, particolarmente vocate che necessitano di essere valorizzare il più possibile.La sostenibilità della coltivazione è basata sulla formulazione di giudizi di convenienza a supporto delle scelte economico-aziendali di tipo ambientali ed economiche.

Nel bacino del Mediterraneo l’Italia è terza dopo la Spagna e la Tunisia per superfici olivicole e sempre terza dopo la Spagna e la Grecia per la produzione di olive.

La Sicilia occupa il terzo posto in Italia, dopo la Puglia e la Calabria, per la produzione di olive e detiene il primo posto per la produzione di olive da tavola.

A seguire sono intervenuti alcuni partecipanti all’incontro i quali hanno auspicato un intervento politico, e più attenzione verso la ricerca e la sperimentazione, al fine di fornire ai protagonisti della filiera olivicola ulteriori strumenti per contribuire a rendere ancora più sostenibile un comparto produttivo così importante per la salute dell’ambiente, dei consumatori, degli operatori e dell’economia di un territorio particolarmente vocato all’olivicoltura.

Le conclusioni sono state affidate al prof. Salvatore Barbagallo che ha auspicato una maggiore crescita delle aziende col preciso obiettivo di incrementare il reddito derivante dall'attività primaria di produzione.

Allegato 2.5 – Programma, elenco dei partecipanti e articoli pubblicati

3. ATTIVITA' DI RICERCA

3.1 Attività di ricerca su: “Gestione sostenibile di impianti di ulivo attraverso tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue - H2 Olivo”

Il CSEI Catania, in collaborazione con il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, ha avviato nel 2019 una attività di ricerca finanziata dal Ministero delle Politiche Agricole sulla gestione di uliveti con tecniche di irrigazione deficitaria e riuso delle acque reflue.

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Il riuso a scopo irriguo di fonti non convenzionali, come le acque reflue depurate, in combinazione con strategie di irrigazione deficitaria (ID), può rappresentare una valida alternativa per la gestione efficiente delle risorse idriche in campo olivicolo salvaguardando al tempo stesso le rese e gli standard qualitativi della produzione olivicola.

La ricerca si prefigge i seguenti obiettivi specifici:

- valutare l’efficienza depurativa di un sistema di fitodepurazione per il riuso delle acque reflue a scopo irriguo in campo olivicolo;

- introdurre strategie innovative di irrigazione deficitaria (ID) in combinazione con impiego di acque non convenzionali per l’irrigazione di colture olivicole; valutare gli effetti dell’irrigazione con acque reflue depurate sul sistema di irrigazione;

- valutare gli effetti fisiologici e produttivi connessi al riuso delle acque reflue a scopo irriguo o all’ID;

- valutare la composizione degli acidi grassi dell’olio in relazione alle diverse tesi in analisi;

- fornire giudizi di convenienza economica a supporto delle scelte economico-gestionali.

La sperimentazione si svolge presso l’azienda agrituristica Valle dei Margi (Grammichele, CT). L’azienda presenta un campo collezione di 120 piante di olivi di 4 cultivar a duplice attitudine: ‘Carolea’, ‘Moresca’, ‘Nocellara Etnea’ e ‘San Benedetto’. L’azienda è dotata di un impianto di fitodepurazione per il trattamento secondario e di affinamento delle acque reflue civili provenienti dalle attività agrituristiche con destinazione di scarico su corpo idrico superficiale. Tale sistema sarà ottimizzato per garantire gli standard qualitativi per il riuso a scopo irriguo delle acque reflue depurate in accordo con la normativa vigente (DM 185/2003).

L’obiettivo generale del progetto è la valutazione della risposta degli olivi a variazioni quali-quantitative dell’apporto idrico.

I principali risultati attesi del progetto in relazione agli obiettivi specifici individuati sono:

- Definizione di un protocollo per la gestione di un impianto di fitodepurazione, le cui acque siano destinate all’irrigazione di colture olivicole

- Definizione di procedure per la determinazione delle conducibilità idraulica a saturazione nei substrati utilizzati negli impianti di fitodepurazione

- Messa a punto di tecniche e strategie irrigue per la gestione sostenibile delle risorse idriche in campo olivicolo con particolare riguardo all’adozione di criteri di ID.

- Indicazioni per la corretta applicazione di tecniche di ID su colture olivicole in relazione alle interazioni suolo-pianta

- Determinazione dell’efficienza idrica del sistema di irrigazione in relazione alle diverse tesi realizzate, in relazione alla qualità e alla quantità dell’acqua somministrata

- Determinazione della migliore tipologia di elemento filtrante per l’irrigazione di ulivi con acque reflue depurate

- Indicazioni sulle risposte fisiologiche e produttive delle singole cultivar all’impiego di strategie di stress idrico e di acque da fonti non convenzionali

- Valutazione del contenuto relativo in acidi grassi degli oli prodotti utilizzando fonti idriche non convenzionali e sottoposti a stress idrico

- Individuazione della metodologia più idonea alla formulazione dei giudizi di convenienza.

Nel corso del 2019 sono state eseguite le seguenti attività sperimentali:

- Messa a punto dell’impianto di fitodepurazione;

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- Definizione del protocollo per la valutazione dell’efficienza depurativa del sistema di fitodepurazione;

- Campionamento ed analisi delle acque reflue in ingresso ed in uscita dall’impianto di fitodepurazione;

- Progettazione e realizzazione dell’impianto di irrigazione a servizio dell’uliveto.

Il 23.10.2019 è stato organizzato, a Catania, un seminario di presentazione del Progetto di ricerca “Gestione sostenibile di impianti di ulivo attraverso tecniche di irrigazione deficitaria e uso di acque reflue – H2Olivo” dove sono stati approfonditi, attraverso alcune relazioni, i temi oggetto di studio con la ricerca in corso.(vedi Cap.2.10)

Allegato 3.1–Relazione sull’attività svolta

3.2 Progetto “Potenziamento della rete tecnologica per il monitoraggio delle risorse idriche sotterranee a servizio delle imprese nella provincia di Ragusa (MORISO 2.0)”

Il CSEI Catania è coinvolto dal 2016 nel progetto, di durata quadriennale, dal titolo

“Potenziamento della rete tecnologica per il monitoraggio delle risorse idriche sotterranee a servizio delle imprese nella provincia di Ragusa (MORISO 2.0)”di cui il Capofila è il Libero Consorzio Comunale di Ragusa, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito dei Patti Territoriali .

Il progetto consiste nel potenziamento della rete tecnologica per il monitoraggio degli acquiferi più significativi del territorio ibleo, da cui si approvvigionano le imprese della provincia di Ragusa. In particolare, il progetto potenzia la collaborazione tra il CSEI Catania e la Provincia Regionale di Ragusa - Settore 9° - Pianificazione del territorio e Infrastrutture, già avviata sulla base di un protocollo d’intesa per “La gestione congiunta della rete di rilevamento delle acque sotterranee nel territorio della provincia di Ragusa”.

La rete, che potenzierà quella esistente gestita dalla Provincia di Ragusa, interessa due aree del territorio ibleo: la prima area, relativa alla fascia costiera del territorio, in cui saranno valutati i fenomeni di intrusione salina e di contaminazione delle acque sotterranee da prodotti di scarto dell’attività serricola (nitrati, fitofarmaci, pesticidi); la seconda area, relativa al bacino del fiume Irminio, nel quale sono orami evidenti fenomeni di contaminazione e degrado legati, principalmente, allo scarico di prodotti di scarto di attività agro-alimentari.

Negli ultimi anni, nell’ambito di un progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Malta, avente come area di studio il territorio ibleo, il CSEI Catania, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, l’ARPA di Ragusa e con la Regione Siciliana, ha realizzato una rete di monitoraggio delle caratteristiche quali-quantitative degli acquiferi ragusani. Tale rete si compone di una serie di pozzi, alcuni realizzati ex novo, altri già gestiti dalla Provincia di Ragusa, per un totale di 12 siti di interesse. I risultati ottenuti nell’ambito del progetto citato hanno costituito un punto di partenza importante per le attività che, nel contesto dei Patti Territoriali, si stanno realizzando con il progetto MORISO 2.0.

Il progetto MORISO 2.0 si è posto come obiettivo principale il monitoraggio degli acquiferi più significativi del territorio ibleo da cui si approvvigionano le imprese, attraverso il potenziamento di una rete tecnologica di sondaggi ambientali attrezzati con sonde multiparametriche, nonché la raccolta, l’analisi e la diffusione dei risultati ottenuti.

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