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volume 19, numero 2, 2004

Microbiologia Medica 191

P056

LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI

TRASMISSIBILI IN ENDOSCOPIA DIGESTIVA: RISULTATI DI 5 ANNI DI SORVEGLIANZA TRAMITE INDICATORI MICROBIOLOGICI

Giacomini M.* - Camporese A.** - Benedetti G. * e GCCIO^^

*Servizio di Gastroenterologia, **S.O. di Microbiologia Clinica e Terapia Antibiotica,

^^Gruppo di Coordinamento per il Controllo delle Infezioni Ospedaliere

Azienda Ospedaliera “S .Maria degli Angeli” - via Montereale, 24 - Pordenone

Obiettivi dello studio Per valutare il grado di affidabilità

delle procedure in uso presso il Servizio di Gastroenterologia si è stabilito di procedere con un monitoraggio prolungato (gennaio 1999 - dicembre 2003) al fine di:

a) evidenziare eventuali correlazioni tra le procedure di detersione, disinfezione/sterilizzazione adottate e la cre-scita batterica nei campioni ottenuti dal risciacquo del canale bioptico degli strumenti trattati;

b) realizzare, rispetto al punto precedente, un confronto tra le due tipologie di macchine impiegate.

Materilai e metodi Le apparecchiature in dotazione

presen-tano caratteristiche differenti:

Ö due macchine (A e B) utilizzano come principio attivo l’aldeide glutarica integrata da una fase di detersione; Ö la terza macchina (C) utilizza una cartuccia di acido

peracetico.

Per realizzare lo studio si è proceduto a:

1) standardizzare tutte le fasi del trattamento della strumen-tazione e della raccolta dei campioni;

2) effettuare un prelievo da strumenti pre-selezionati e stoc-cati over-night (arruolamento di tutti gli strumenti nel-l’arco di un anno),

Risultati Nel periodo di osservazione, su 133 campioni

ana-lizzati dalle macchine A e B, 10 (pari al 7.5% del totale dei prelevamenti) sono risultati positivi; dai campioni esaminati sono stati isolati 10 ceppi batterici rappresentati per il 50% da gram positivi e per il 50% da gram negativi così distribui-ti: Acinetobacter calcoaceticus (3 campioni), Bacilli gram

negativi non identificati (1 campione), Moraxella spp. (1

campione), Stafilococchi coagulasi negativi (3 campioni),

Stretpococcus spp. (2 campioni). Per quanto riguarda,

inve-ce, la macchina C sono stati analizzati 75 campioni, 14 dei quali sono risultati positivi (18%), con una prevalenza di iso-lamenti di gram negativi (57%) rispetto ai gram positivi (43%), così distribuiti: Stafilococchi coagulasi negativi (4),

Bacillus spp. (2 campioni), Escherichia coli (2 campioni), Enterobacter cloacae (3 campioni), Acinetobacter calcoace-ticus (1 campione) Stenotrophomonas maltophilia (1

cam-pione), Pasteurella spp. (1 campione).

Commento Da una valutazione preliminare si sono potuti

individuare due problemi:

Ö nel corso del 1999 si è verificata una contaminazione (4 campioni di Acinetobacter calcoaceticus) degli strumenti processati da tutte e tre le macchine. Ciò è stato imputato alla mancata disinfezione della bacinella impiegata per le prove di integrità delle guaine eseguite a fine giornata dopo il ciclo di disinfezione/sterilizzazione;

Ö nel corso del 1999/2000, a causa di un ridotto numero di colonscopi in dotazione, vi è stato un utilizzo “spinto” della macchina C per il trattamento degli stessi. I

con-trolli hanno dimostrato la presenza di batteri di sicura provenienza colica (4 campioni positivi con 5 ceppi iso-lati). Si sono dovute modificare alcune fasi di pre-tratta-mento della strumentazione con cambio frequente degli spazzolini e della soluzione proteolitica;

Ö la rimanente parte di campionatura positiva si ritiene imputabile a:

1) contaminazione degli strumenti durante la loro mani-polazione senza l’impiego di barriere di protezione durante la rimozione dalla macchina;

2) contaminazione durante le procedure di prelievo dei campioni;

Si può comunque affermare che la tipologia della flora batte-rica isolata (in prevalenza Stafilococchi, Streptococchi e bacilli gram positivi e negativi ambientali) risulti, per quali-tà e per quantiquali-tà, ininfluente sotto il profilo clinico. Il rischio che il paziente possa contrarre un’infezione duran-te le procedure endoscopiche risulta pertanto molto basso.

Conclusioni La differenza iniziale tra le due macchine

con-siderate è da imputare ad elementi strutturali delle stesse (presenza di un ciclo di detersione nelle lavastrumenti A e B). In seguito non si sono rilevate differenze statisticamente significative tra le apparecchiature utilizzate. Emerge però la necessità di trovare e mantenere nel tempo una standardizza-zione dei processi di trattamento della strumentastandardizza-zione. Solo il trattamento razionale a “due stadi” permette di raggiunge-re gli scopi proposti: prima una pulizia accurata, dopo una disinfezione od una sterilizzazione efficace. Il controllo bio-logico è, allo stato attuale, da ritenersi un metodo sperimen-tale da impiegare soprattutto nelle fasi di messa a punto delle procedure.

BIBLIOGRAFIA

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