Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE
INDONESIA
Superficie (in migliaia di km2) 1.860 Popolazione (in milioni di abitanti) 229
Densità (abitanti/km2) 123
Forma di governo Repubblica presidenziale
Capitale Giacarta
Lingua (ufficiale) Bahasa Indonesia
Religione musulmana
Speranza di vita (maschi/femmine) 68/73
PIL/abitante (in $ USA) 2.246
L’Indonesia,con le sue 14.000 isole, è il maggiore arcipelago del mondo ed è situato nella fascia equatoriale, tra la penisola malese e la Nuova Guinea.
Sumatra, Borneo, Celebes e Giava sono le quattro isole maggiori.
Il Paese comprende anche la sezione occidentale della Nuova Guinea, la cui parte orientale è di proprietà dello Stato di Papua Nuova Guinea.
Il territorio è prevalentemente montuoso. Situate nella zona più vulcanica del pianeta (con circa 400 vulcani attivi), le isole sono interessate da una forte attività sismica, come hanno dimostrato l’eruzione del Krakatoa nel 1883 e lo tsunami del 2004 (che ha ucciso 170.000 indonesiani e ne ha lasciati 5 milioni senza casa).
Le isole vicine all’Equatore hanno clima caldo e umido tutto l’anno, quelle più a sud clima tropicale (molto piovoso fra novembre e maggio, secco da maggio a novembre).
La fitta foresta equatoriale copre oltre metà del territorio e ospita una grande varietà di flora e fauna.
Le coste sono basse e la vegetazione è costituita prevalentemente da mangrovie. Nella sovrappopolata Giava la foresta originaria non esiste più da tempo e un forte disboscamento ha interessato anche altre isole dove gli abitanti hanno cercato di guadagnare spazi per le coltivazioni.
Le popolazioni indigene subirono l’influenza della cultura indiana dal IV secolo d.C., quando l’isola di Giava divenne il centro politico dell’intero arcipelago. L’islamismo si diffuse tra il XIV e il XVI secolo. Gli induisti si riunirono allora a Bali dove hanno mantenuto i propri costumi religiosi fino a oggi.
A partire dal 1500 gli europei si interessarono alle ricche risorse naturali della regione. Dopo una prima colonizzazione portoghese (che diffuse il cattolicesimo nelle isole di Timor e di Flores), nel 1602 gli olandesi estesero il proprio dominio sull’intero arcipelago. Introdussero un’economia di piantagione e sfruttarono intensamente le risorse del territorio (pepe, caffè, canna da zucchero, indaco e caucciù; nel 1900 anche stagno e petrolio). Tra il 1942 e il 1945 i giapponesi occuparono l’arcipelago, costringendo gli olandesi a ritirarsi. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale prese il potere Sukarno che fece dell’Indonesia una repubblica presidenziale basata su cinque principi: il nazionalismo, l’internazionalismo, la democrazia, la giustizia sociale e la fede in Dio.
Quest’ultimo punto riuscì ad accomunare l’islam e le altre confessioni religiose.
Per mettere fine all’instabilità, agli scontri tra nazionalisti e comunisti e alle tensioni separatiste, Sukarno (vicino all’URSS e alla Cina comunista) nel 1959 operò una svolta autoritaria. Nel 1965, dopo un tentativo di colpo di stato comunista, l’esercito guidato dal generale Suharto prese il potere e diede inizio a una spietata repressione che causò centinaia di migliaia di vittime, soprattutto cinesi. Il partito comunista venne soppresso.
Suharto allontanò il Paese dal socialismo e lo avvicinò al mondo capitalista, avviando una riforma economica basata sulle privatizzazioni e sull’apertura agli investitori stranieri.
Il regime era autoritario e le forze armate controllavano la società e le istituzioni.
La crisi economica asiatica del 1997-99 ha colpito l’Indonesia in maniera molto forte. Suharto non è riuscito a risolvere il problema. Ne è seguita una rivolta popolare, repressa con oltre mille morti e il presidente è stato costretto alle dimissioni.
È iniziato, così, un periodo di grande instabilità politica, aggravato dal dilagare del terrorismo islamico e da movimenti separatisti, tra cui quello di Timor Est che ha ottenuto l’indipendenza nel 2002.
L’Indonesia è il quarto Paese al mondo per numero di abitanti (oltre 220 milioni), dopo la Cina, l’India e gli Stati Uniti. Sull’arcipelago vivono più di 300 etnie. Molto importante è la comunità cinese che, pur non superando i 6 o 7 milioni di individui, ha un grande rilievo economico perché controlla gran parte del commercio interno e con l’estero. Il bahasa Indonesia (una varietà del malese arricchito di termini olandesi, indiani, arabi e inglesi) è stato proclamato lingua nazionale nel 1928 per creare un legame tra le differenti etnie. Si parlano, però, altre 24 lingue e 250 dialetti.
L’Indonesia è lo Stato islamico con il maggior numero di fedeli: alla religione maggioritaria aderisce quasi il 90%
della popolazione. Sono ufficialmente riconosciute altre tre religioni: il cristianesimo, l’induismo e il buddismo.
Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE
Tribù indigene praticano forme di animismo. Non esiste tuttavia una netta distinzione tra i vari credi religiosi che si mescolano tra loro e con le tradizioni locali.
Dopo l’indipendenza del Paese si è verificato un rilevante inurbamento (trasferimento di popolazione dalle aree rurali a quelle urbane) e una forte crescita del tasso di urbanizzazione che nel 2001 era del 42,1%.
Il fenomeno ha riguardato soprattutto Giava, dove la dominazione olandese ha dotato le città di molteplici funzioni e posti di lavoro.
Nonostante le abbondanti risorse naturali, in particolare minerarie, l’Indonesia è stata fino a qualche decennio fa uno dei Paesi più poveri del pianeta. La popolazione era, infatti, troppo numerosa in relazione alle risorse agricole.
A partire dagli anni Ottanta, le esportazioni di petrolio e i tentativi di diversificare l’economia hanno dato buoni risultati, migliorando le condizioni economiche dell’intero arcipelago. Il turismo e una manodopera a basso costo (che attira anche le imprese straniere) hanno contribuito a questo successo. Il settore agricolo continua,
tuttavia, a impiegare più del 60% dei lavoratori e il costante incremento demografico causa l’aumento della disoccupazione.
Bibliografia
• Charrière Christian, Indonesia. Poesia e mistero di un arcipelago incantato, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, 1990
• Conte M. Laura, Dove guarda l’Indonesia? Cristiani e musulmani nel paese del sorriso, Marcianum Press, Venezia, 2006
• D’Auria Chiara, Le “Tigri” asiatiche. Singapore, Thailandia ed Indonesia tra crescita ed evoluzione, Sette Città, Viterbo, 2004
Siti interessanti
• www.ilfiordiloto.it/Indonesia/indonesia-it.html
• www.corriereasia.com/indonesia/mappa_cartina_bandiera_foto.shtml
• it.wikipedia.org/wiki/Indonesia
• www.indonesia.it/