• Non ci sono risultati.

La politica di potenze, 2**1.L’Europa delle grandi potenze (1850-1890)2.I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone3.Imperialismo e colonialismo4.L’Italia liberale

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La politica di potenze, 2**1.L’Europa delle grandi potenze (1850-1890)2.I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone3.Imperialismo e colonialismo4.L’Italia liberale"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

La politica di potenze, 2**

1. L’Europa delle grandi potenze (1850-1890) 2. I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone 3. Imperialismo e colonialismo

4. L’Italia liberale

--- Schema riassuntivo: I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone

Prosegue lo sviluppo degli USA

Nella seconda metà dell’Ottocento, prosegue l’imponente sviluppo degli Stati Uniti. Ma la società americana è profondamente divisa al suo interno tra

1) un nord industrializzato, 2) un sud agricolo,

3) la società del West di liberi agricoltori e allevatori di bestiame.

Scoppia la guerra di secessione

Fu l’Ovest, la terra di conquista che non era stata ancora inglobata negli Stati Uniti, a costituire il pomo della discordia: si doveva introdurre o no la schiavitù nei territori di nuova acquisizione?

Mentre il Sud era schiavista, il Nord voleva abolire la schiavitù sia per il diffondersi di una mentalità democratica sia perché essa era incompatibile con il capitalismo moderno che necessitava di una manodopera mobile.

Ne derivò una guerra civile, la guerra di secessione (1861-62) che si concluse con la vittoria del Nord abolizionista guidato da Lincoln.

I problemi dell’integrazione erano lungi però dall’essere risolti.

Fine delle guerre indiane ed altri eventi

Oltre alla guerra di secessione, nella seconda metà dell’800, gli Stati uniti conobbero altre notevoli trasformazioni:

- 1890, Wounded Knee, ultima battaglia delle guerre indiane - incremento dell’immigrazione dall’Europa

- rapida crescita dei grandi centri urbani

- spinta al consolidamento dell’espansione nelle ex colonie francesi e spagnole (Louisiana, Florida, Texas e California)

- intervento in Messico contro il tentativo da parte di Napoleone III di instaurarvi un impero latino

Usa ed Europa alla conquista dell’Estremo Oriente

Intorno alla metà dell’Ottocento gli Stati Uniti e le potenze occidentali tentarono di estendere il loro controllo ai due maggiori paesi dell’Estremo Oriente, la Cina e il Giappone.

Differenti furono le reazioni e le conseguenze di questo tentativo:

- la Cina andò sempre di più verso la decadenza (isolato fino all’inizio del secolo, il paese si era aperto alla penetrazione occidentale con la I e II guerra dell’oppio, 1842 e 1860, perse contro la Gran Bretagna),

- il Giappone invece – pur subendo inizialmente la presenza occidentale (nel

1854 gli USA imposero l’apertura del paese ai commerci con l’Occidente) – con la rivoluzione modernizzatrice Mejii, porrà le premesse per diventare una nuova potenza mondiale.

---

Riferimenti

Documenti correlati

Viene richiamata la necessità di un impegno americano per un’Europa forte e coesa e di un impegno europeo per sviluppare l’Ue come partner e non come rivale degli Stati Uniti; di

Un salto di qualità nelle relazioni sino-europee, almeno nelle intenzioni dell’Unione, si ritrova nella Strategia di sicurezza europea del dicembre 2003, il cosiddetto

L’Osce – a cui partecipano tutti i paesi europei, le repubbliche ex sovietiche del Caucaso e dell’Asia centrale, gli Usa e il Canada – è vista dai paesi occidentali come

“Mi dispiace per le persone che pensano che il detersivo per i piatti o i vetri o le bottiglie della coca cola siano brutti, perché sono circondate da cose come queste tutto il

non hanno dimostrato sufficiente serietà commerciale causando lamentele o proteste giustificate da parte degli operatori locali; non hanno osservato norme e regolamenti imposti dai

mondo produttivo americano “scoprì” il mercato di consumo italiano, e in particolare le consumatrici. L’analisi delle pubblicità dei giornali italiani vede infatti una

Era chiaro che il problema era estremamente complesso e che nessun fattore econo- mico, di sviluppo tecnologico o di ricerca fosse singolarmente responsabile del divario

“convertita” alla causa italiana.. In ogni caso né le rigidità di Sonnino né gli entusiasmi di Macchi potevano dirsi in sintonia con la descritta strategia di Orlando e di