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Caso di studio : ITC “F.Carrara” di Lucca

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Academic year: 2021

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Capitolo 2

Caso di studio : ITC “F.Carrara” di Lucca

2.1 Dal 1904 agli anni’60

2.1.1 CENNI STORICI

L’Istituto tecnico “Francesco Carrara” di Lucca nacque nell’ottobre del 1896 come scuola privata per volontà dei professori Francesco Ferri, Enrico Bianchi, Oscar Borrini, Paolino Paganini, Fabio Pirucci e Alfredo Coli.

L'iniziativa si concretizzò in quanto era riconosciuta da tutti l'importanza che, un centro di attività agricola e commerciale come la città di Lucca, dovesse avere una scuola che secondasse e perfezionasse attitudini così vantaggiose, e fu così che venne aperto il "primo corso" di Istituto Tecnico [10].

Figura 2.1 Francesco Carrara, noto storico e politico italiano lucchese

Con Regio decreto 26 giugno 1904 il Governo conferisce all’Istituto tecnico “F. Carrara” la qualifica di scuola pubblica a tutti gli effetti di legge [10].

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2.1.2 IL NUOVO PROGETTO DEL 1958

Dai documenti originali in mano alla Provincia di Lucca (vedi Figura 2.2), in particolare dalla relazione di perizia generale, risale al Dicembre 1958 il progetto per la nuova sede dell’istituto.

Figura 2.2 Relazioni del progetto del 1958

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Tale intervento aveva il compito di realizzare su un’area quasi piana della superficie di mq 10.920 (riservata dal Piano Regolatore Generale del Comune di Lucca all’edilizia scolastica) , posta al margine delle mura di Lucca, un edificio atto ad accogliere 30 classi per l’Istituto Tecnico Commerciale e 8 classi per l’Istituto Tecnico per Geometri retti da un unico Preside.

Figura 2.4 Vista dal satellite dell’attuale Istituto a ridosso delle mura della città di Lucca

Sempre dalla relazione originale si evince che il progetto è stato redatto secondo gli ultimi criteri dell’epoca in materia di edilizia scolastica e tenendo conto dell’importanza sempre più crescente dei locali per l’insegnamento attivo e pratico (laboratori, aule laboratorio) in continua prevalenza su quelli per l’insegnamento passivo (aula cavea, aule per insegnamenti speciali a perimetro definitivo).

L’edifico è stato concepito in tre padiglioni trasversali di aule su più piani, facenti capo ad una piastra longitudinale di aule laboratorio comuni. La divisione in tre blocchi, oltre ad offrire una maggiore snellezza funzionale, favorisce il penetrare ovunque degli spazi scoperti, dei giardini che continui fasciano l’intera scuola (vedi Figura 2.5).

Il corpo longitudinale di testata è stato girato ad arco per poter creare un’adeguata zona di rispetto tra la strada principale e il principale accesso degli alunni, e al tempo stesso per poter aprire il più possibile le zone verdi intercalate tra i corpi delle aule. L’ingresso dei professori e del pubblico è sistemato al lato diametralmente opposto con percorsi separati degli alunni.

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Figura 2.5 Pianta del piano terra estrapolata dagli elaborati originali

Da un estratto dei documenti del 1958 si evince infatti che “gli allievi possono raggiungere l’atrio d’ingresso direttamente in piano dalla strada, quelli forniti di biciclette e motoleggere, scendono le rampe che da lati opposti alla scantinato, ivi depositano i veicoli (le ragazze depositano anche i soprabiti al loro spogliatoio centrale) e salgono separatamente all’atrio. Da qui lo smistamento: a tenaglia e verticale per i ragazzi che frequentano l’Istituto Commerciale, frontale e verticale per quelli che frequentano l’Istituto per Geometri.

I professori accedono dalla parte opposta, dove trovano zone di parcheggio all’aperto, la sala del Consiglio, gli uffici e la biblioteca; da qui raggiungono al coperto l’atrio di ingresso degli alunni e si incanalano negli stessi percorsi, oppure raggiungono i diversi blocchi-aule sotto la pensilina di allacciamento.

I familiari raggiungono direttamente gli uffici e i professori dalla stessa Via A. Grandi. Possono incontrare i professori ed i ragazzi singolarmente nella grande galleria biblioteca, cumulativamente nella aula magna-palestra.

La biblioteca è stata progettata al centro di tutta la scuola e tale da essere, oltre che incontro tra i professori, gli alunni, i familiari, anche con appositi varianti all’arredo, una galleria di esposizione degli elaborati degli allievi o esposizione di materiale didattico anche su discipline e attività non direttamente interessanti gli istituti”.

Sempre proseguendo con la descrizione estrapolata dagli elaborati degli anni ’60, si perviene che le aule per gli insegnamenti normali sono in media di 45mq; le porte di

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accesso si aprono all’esterno senza sporgere nel disimpegno. Quasi tutte le aule hanno una rientranza longitudinale dover poter sistemare armadietti, attaccapanni e vetrine di raccolta.

Figura 2.6 Pianta del piano terra estrapolata dagli elaborati originali

Le sale per le attività di gruppo e per le attività collettive sono ricavate nel primo e secondo piano. Queste sale si sviluppano su due piani situati in modo che le zone di disimpegno per le aule e i servizi igienico-sanitari non taglino una vasta zona delle sale, dove opportuni arredi potranno favorire le attività complementari dei ragazzi. Per ogni piano dell’Istituto Commerciale si dirama oltre la scala, un’aula aperta, dall’importante funzione di aula per esercitazioni spontanee (lettura, ecc.).

Le aule speciali ed i laboratori al corpo frontale sono state distribuite in due grandi tronchi, dove: agli estremi sono bloccate due grandi aule a gradonate per gli insegnamenti passivi, e al centro due corpi lunghi ciascuno circa 30 metri, illuminati anche dall’alto, dove la divisione indicata in progetto è evidentemente precaria in quanto possano essere ulteriormente e diversamente frazionati a seconda degli sviluppi futuri delle funzioni.

All’estremo del corpo di fabbrica a destra è prevista un’agenzia bancaria tipo, con proprio accesso dalla Via Gramsci, collegata direttamente da una pensilina, agli uffici e ai professori.

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Le aule laboratorio dei geometri sono capaci sia di una comoda lavorazione a singoli che a gruppi. Un piccolo cantiere edile può essere sistemato sia in uno dei giardini penetranti tra i corpi aule che nello spazio libero all’angolo tra la Via Gramsci e Via Grandi.

Figura 2.7 Pianta del piano secondo estrapolata dagli elaborati originali

Gli spazi scoperti sono ricavati e sistemati per diverse funzioni come in parte accennato. Dinanzi all’atrio ingresso degli allievi una lunga striscia di rispetto e rampe di accesso. Attorno alle palestre – aule magna, una zona per parcheggio (a sinistra) e una zona per spettacolo e manifestazioni ginniche con gradonate ai lati. Ai lati della palazzina degli uffici, due zone per parcheggio auto. Tra i corpi di fabbrica delle aule due zone a giardino, limitate da portici continui. Questi portici penetrano nei blocchi aule e nella biblioteca delimitando zone tranquille a giardino dove i ragazzi possano sostare, studiare, incontrarsi all’aperto.

La veste estetica è stata studiata con l’intenzione di dare una sincera proiezione all’esterno delle diverse funzioni interne. Tale molteplicità è legata dalla continuità delle cornici, dei ricorsi, dalla modulazione degli spartiti su multipli e sottomultipli delle campate principali del cemento armato portante (interasse dominante della rete ml 7,5). Nei corpi sviluppati in altezza si è accentuato il dominio e l’aggetto degli elementi verticali, viceversa nei corpi di base sono state accentuate le linee orizzontali.

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Figura 2.8 Vista prospettica dell’ITC Carrara ad oggi; gli elementi portanti “a vista” sono ancora ben visibili in tutti e tre i padiglioni

Nell’aula magna – palestra, per la sua speciale ubicazione, e soprattutto per la sua funzione che si pensa continua anche indipendente dalla scuola, si è voluto dare un carattere più aulico, cercando di sentire lo spirito dei Palazzi Comuni delle vecchie città medievali come Lucca.

In tutto il progetto si è cercato sinceramente di realizzare una scuola nuova, atta ad accogliere gli sviluppi della pedagogia di domani.

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Strutturalmente il complesso avrà le seguenti caratteristiche: - struttura portante in c.a.

- coperture a terrazza con impermeabilizzazione su struttura portante in c.a. e laterizi

- solai in c.a. e laterizi calcolati per sovraccarichi accidentali di 400 kg/mq - soffitti in c.a. e laterizi calcolati per sovraccarichi di 100 kg/mq

- isolamenti: termico nell’intercapedine sottotetto con lana di roccia in feltri; acustico per strutture verticali (fra aula e aula) con pannelli in lana di roccia e per strutture orizzontali con pavimento galleggiante su lana di roccia

- scale in c.a. rivestite in marmo

- muratura di tamponamento: nel seminterrato e al piano terra con muratura di pietrame e malta di cemento listata con doppio ricorso di mattoni ad 1,5 metri di interasse; ai piani superiori a doppia parete (esterna mattoni 1 testa, interna forati in foglio).

- Intercapedini per il seminterrato con muro esterno in pietrame e malta di cemento, zannella di fondo, copertura con lastroni in c.a.

- tramezzi a doppia parete in foglio con isolamento acustico fra le aule e in mattoni ad una testa ed in foglio le altre pareti

- pavimenti in mattonelle di graniglia comune (scantinata), e di grès (servizi igienici e laboratori), di mattonelle di graniglia a scaglia media (aule), a scaglia grossa (sale) e del tipo “ a certosino” (corridoi), in marmo (ingresso principale e galleria), in legno o linoleum (uffici, sale preside e del consiglio), alla palladiana (agenzia bancaria), in lastre di travertino nei porticati.

- intonaci civile a calce o cemento

- rivestimenti interni con mattonelle o tesserine smaltate o a stucco

- rivestimenti esterni in clinker rosso per la parte frontale del seminterrato o in pietra locale di S. Maria del Giudice al piano terreno sul fronte ed i fianchi - infissi per porte interne in legno, in lega leggera quelli per le porte-finestre e le

finestre. Tende alla veneziana negli uffici e avvolgibili in lega leggera nell’abitazione del custode.

Queste utili descrizioni, ricavate dalle relazioni tecniche del 1958-59, riguardanti sia le scelte progettuali, sia quelle strutturali e dei materiali sono state indispensabili per approcciarsi con maggiore dimestichezza alla struttura nella fase conoscitiva del caso di studio.

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2.2 L’ITC “F.Carrara” oggi

La struttura, ad oggi, ha mantenuto pressoché l’aspetto del progetto del 1958-59 a meno di qualche piccolo intervento di manutenzione ordinaria.

Figura 2.10 Vista prospettica dei tre padiglioni

I primi passi verso la conoscenza dei corpi fabbrica, sono stati caratterizzati dallo studio degli elaborati sopracitati e dalla fase di rilievo, indispensabile per avere un riscontro nei confronti delle relazioni e dei disegni architettonici che sono rimasti però gli unici documenti ufficiali in possesso.

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Mancano infatti, a partire dagli anni ’60, ulteriori documentazioni o disegni che possano indicare l’evoluzione dei tre padiglioni fino ai giorni nostri.

La fase di rilievo, quindi, è risultata essere un passo decisivo per la conoscenza del caso di studio, resa però più agevole grazie a quelle minuziose descrizioni sopra riportate, che hanno segnato dei percorsi visivi virtuali palesati, in maniera quasi del tutto uguale, dinanzi ai nostri occhi una volta giunti all’interno della scuola.

Figura 2.12 Prospetti e sezioni della tavole originali

2.2.1 OGGETTO DEL CASO DI STUDIO : IL PADIGLIONE DI VIA GRAMSCI

Dei tre padiglioni presenti, l’analisi dettagliata è stata eseguita sul corpo distribuito lungo la Via Antonio Gramsci.

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Figura 2.14 Il padiglione visto da via A.Gramsci

Il corpo si sviluppa con una pianta pressochè rettangolare, tranne al piano seminterrato e al piano terra dove nel prospetto ad ovest (lato di viale Guglielmo Marconi) la superficie calpestabile aumenta ai lati per dar spazio a diversi locali quali i laboratori di chimica (lato sud), archivio storico e altre sale (lato nord).

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Il padiglione, oggetto degli studi, si sviluppa come gli altri corpi su 2 livelli fuori terra e un piano seminterrato.

Figura 2.16 Pianta del piano terra del padiglione di via A.Gramsci

Al piano seminterrato sono dislocate aule di insegnamento,una piccola sala conferenza,un archivio storico e locali tecnici per i laboratori di chimica. Come ad ogni piano, un corridoio centrale mette in collegamento tutti i locali attraversando la struttura secondo la direzione parallela al lato di maggiori dimensioni.

Figure 2.17 – 2.18 Alcuni locali presenti al piano terra (laboratorio) e al piano seminterrato (aule conferenze).

Il vano scale si trova in posizione piuttosto centrale e collega tutti i piani da quota -2,5 metri a quota +10,3 metri (ossia la quota del solaio del secondo piano).

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Il piano terra presenta caratteristiche distributive molto simili al piano interrato; anche qui lungo il prospetto ovest sono dislocati i laboratori e le aule speciali, mentre le aule per l’insegnamento sono distribuite lungo la restante parte della pianta.

Figura 2.19 Vista satellitare da via A.Gramsci dell’Istituto Carrara

I piani primo e secondo, come accennato in precedenza, presentano una dimensione in pianta minore poiché i locali e il corridoio di collegamento tra i padiglioni che caratterizzano il lato ovest dei piani sottostanti, si fermano senza proseguire al piano primo.

Il criterio di distribuzione delle aule ai piano primo e secondo resta pressoché lo stesso dei piani sottostanti tranne che per la presenza di un ballatoio al piano secondo che crea un ambiente a doppio volume in prossimità del vano scale e quindi in posizione centrale del fabbricato.

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Figura 2.21 Vista di un’ aula tipo in cui si può notare il tipico modulo dei pilastri a vista che diventano motivi architettonici per gli infissi.

Durante la fase di rilievo si sono studiati sia le distribuzioni spaziali dei locali, avendo cura di eseguire sempre un confronto con gli elaborati degli anni ’60, sia la collocazione e i collegamenti degli elementi portanti in cemento armato.

I materiali utilizzati rispecchiano ancora quelli descritti nel progetto originale : il telaio portante in cemento armato diventa motivo di decoro restando visibile soprattutto all’esterno. Essendo ben visibili la maggior parte degli elementi portanti verticali e in percentuale minore quelli orizzontali, il rilievo della struttura a telaio è stato in qualche modo facilitato.

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La fase del rilievo geometrico e strutturale, quindi, si è completata restituendo le piante del fabbricato esistente e lo schema tridimensionale del telaio portante.

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2.2.2 PARTICOLARITÀ E CRITICITÀ RISCONTRATE

La fase del rilievo ha evidenziato le peculiarità della struttura e i caratteri dominanti e caratterizzanti l’idea progettuale e realizzativa dell’intero Istituto “F.Carrara”.

Fin dai primi passi effettuati nel perimetro intorno la scuola e all’interno dei locali si è potuta notare la ridondanza degli elementi portanti verticali (anche se ai piani primo e secondo alcuni hanno la funzione di “falsi pilastri”) atti ad indicare uno studio ben accurato della struttura difficilmente danneggiabile ai soli carichi verticali.

Gli aspetti critici individuati sono, principalmente, la qualità piuttosto scadente del calcestruzzo (inerti di fiume affusolati e di grandi dimensioni) con cui sono stati eseguiti i getti degli elementi e le diverse asimmetrie ed irregolarità che rendono la struttura vulnerabile alle azioni sismiche (vedi Figure da 2.19 a 2.23). Notevoli sono infatti i punti in cui si è manifestata l’espulsione del copriferro manifestando la grossolanità del materiale cementizio.

Figure 2.24 – 2-25 Particolare in cui si evidenzia la grossolanità degli inerti utilizzati per i getti del cemento e l’espulsione del copriferro

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Figura 2.26 L’espulsione del copriferro caratterizza un’intera facciata

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Figura 2.28 Asimmetrie ed irregolarità della struttura

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