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CAPITOLO 1 CONSERVARE LE OPERE GRAFICHE : ANALISI DI ALCUNE IMPORTANTI ESPERIENZE IN ITALIA

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CAPITOLO 1

CONSERVARE LE OPERE GRAFICHE :

ANALISI DI ALCUNE IMPORTANTI

ESPERIENZE IN ITALIA

La principale sfida che le istituzioni della memoria, intese come biblioteche, archivi, musei, stanno affrontando negli ultimi decenni è il loro rapporto con l’informatica, che sta comportando la progressiva digitalizzazione di una porzione, più o meno consistente a seconda dei casi, prima dei propri indici, delle collezioni e dei servizi. Tale sfida coinvolge supporti mobili come cd e dvd e computer interrogabili solo localmente, ma è ormai principalmente localizzata in internet. Queste istituzioni hanno la possibilità di rendere fruibili online due diverse categorie di oggetti: i contenuti digitalizzati, cioè la nuova versione digitale di contenuti tradizionali preesistenti, oppure i digitali

nativi, come cataloghi, bibliografie ed inventari elettronici, creati direttamente in ambiente digitale1.

Il processo di digitalizzazione si configura da una parte come la possibilità di usufruire anche a distanza, principalmente tramite le pagine web, di indici, documenti e servizi in precedenza fruibili solamente recandosi presso le istituzioni stesse, dall’altra come l’opportunità di accedere a documenti e servizi, solo in formato digitale, completamente nuovi. Nella maggior parte dei casi ogni istituto conservativo, ormai già da qualche anno, sta attrezzando una propria sezione digitale sul web per favorire la conservazione e la fruibilità del proprio posseduto sia questo costituito da fotografie, stampe, manoscritti ed altro. Per ridurre i costi ed evitare inutili sovrapposizioni, inizia a

diffondersi, anche in questo specifico settore, la cooperazione fra istituti di diversa appartenenza2.

Nei paragrafi seguenti vengono analizzate le esperienze di alcuni importanti istituti pubblici italiani che conservano opere di grafica.

1

Vedi R. Ridi, Il mondo dei documenti : cosa sono, come valutarli e organizzarli, Roma-Bari, GLF editori Laterza, 2010.

2 Intuizione sfruttata ormai da diversi anni dal catalogo IMAGO, il catalogo online della Regione Emilia -Romagna di

opere grafiche e cartografiche, realizzato e sostenuto dall’ Istituto per i beni artistici culturali e naturali di quella regione, di cui si parlerà più avanti in questo capitolo.

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1 .1 Imago : il catalogo di opere grafiche e cartografiche della regione

Emili-Romagna

Particolarmente attenta alle tematiche della catalogazione e digitalizzazione del materiale grafico, con particolare attenzione per stampe e fotografie, è la soprintendenza regionale per i beni librari e documentari dell’Emilia-Romagna. Questa, che fa parte dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione, ha, nel corso degli anni, realizzato Imago, il catalogo regionale

online di opere grafiche e cartografiche, uno dei più importanti cataloghi di questo genere in Italia3.

Imago, che al suo interno contiene stampe, disegni, manifesti, figurine, fotografie e cartoline è stato creato con la messa in rete, avvenuta nel 2000, dei dati raccolti con il censimento avviato dalla Soprintendenza per i beni librari nel 1986. Inoltre viene quotidianamente alimentato attraverso il costante lavoro di revisione e aggiornamento bibliografico dell’ingente patrimonio catalografico accumulato dalla Soprintendenza per i Beni Librari dell’IBC nel corso del censimento appena citato. Le implementazioni del catalogo, avvengono con l’utilizzo del software Sebina in modalità di catalogazione partecipata sia per il recupero e l’aggiornamento del patrimonio catalografico pregresso, sia per i nuovi fondi.

Oggi contiene oltre un milione di informazioni bibliografiche relative a circa 200000 opere catalogate, di autori italiani e stranieri dal XV al XX secolo, appartenenti ad enti di varia natura, quali biblioteche, archivi, musei e fondazioni dell’Emilia Romagna. Le schede descrittive scientifiche sono accompagnate dalle relative immagini.

La grande ricchezza di questo catalogo in linea, oltre a fornire accessi attraverso ricerche per autore, titolo, soggetto, classe, immagini digitali collegate, risiede anche nella possibilità di evidenziare numerosi legami, sia quelli strettamente connaturati alla produzione grafica come

3

Tutte le informazioni relative a questo ambizioso progetto sono rintracciabili presso il portale della Regione Emilia-Romagna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/wcm/ibc/menu/dx/04bd/db/imago.htm .

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copia, controparte, replica, variante, reimpiego, sia quelli pertinenti i rapporti tra i materiali grafici ed altre tipologie di documenti librari, archivistici, musicali e multimediali. Lanciando la ricerca nel portale Imago plus è possibile la contemporanea interrogazione di cataloghi e banche dati contenenti analoghe tipologie di materiali o considerate alla stregua di fonti utili alla ricerca ed al lavoro di catalogazione.

Fig. 14

Il lavoro di catalogazione sulle opere grafiche, ormai più che ventennale, è stato preceduto e affiancato da numerose pubblicazioni inerenti le tematiche catalografiche ed ha inoltre condotto alla realizzazione di cataloghi e pubblicazioni che hanno valorizzato il patrimonio oggetto di indagine, il tutto coordinato dalla Dott.ssa Giuseppina Benassati. Frutto importante di questo lavoro è stata la

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realizzazione di un vero e proprio manuale di catalogazione della fotografia, conosciuto ormai in

tutta Italia e utilizzato anche all’interno del catalogo provinciale di Livorno5.

5

G. Benassati (a cura di), La fotografia. Manuale di catalogazione, Bologna, Grafis, 1990. L’argomento verrà approfondito nel capitolo secondo, durante la trattazione delle fasi catalografiche del Fondo Addobbati.

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1.2 La Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli di Milano

La più conosciuta e ricca collezione di opere grafiche di vario genere conservata in un istituto italiano è la Civica Raccolta delle stampe Achille Bertarelli, conservata presso il castello Sforzesco

di Milano6. Tale collezione deve il proprio nome al suo fondatore Achille Bertarelli (1863-1938)

che nel 1925 maturò l’idea di donare al Comune milanese circa 300.000 documenti a stampa che nel corso degli anni aveva collezionato. Questa decisione trovò ufficiale compimento nel 1927, anno in cui il comune di Milano istituì la Civica Raccolta Stampe. Bertarelli partecipò in modo attivo anche alla vita dell’istituzione e vi collaborò con entusiasmo. Il primo nucleo della raccolta fu accresciuto poi con altri 100.000 pezzi nel 1938, anno della morte del fondatore. Il comune decise allora di intitolare a lui la Civica Raccolta Stampe, in riconoscimento dell’importanza della donazione originaria e della fattiva collaborazione del suo primo proprietario. Bertarelli si era appassionato alle stampe, non tanto per il loro valore estetico, quanto per il loro significato di testimonianza di fatti ed eventi della vita dell’uomo. Il criterio guida del mecenate milanese era stato quello di privilegiare l’utilità e la valenza di documentazione storica rispetto a quello estetico

o d’autore, tipico dei collezionisti dell’epoca7

. Perciò in questa collezione, accanto a stampe d’autore, si osservano numerosi pezzi che altrimenti sarebbero stati cestinati, come calendari, inviti, cartoline, menu, tessere e molto altro.

Oggi, grazie al continuo accrescimento dei suoi fondi, determinato da numerosi lasciti e donazioni, l’Istituto conserva più di un milione di opere. La quantità e la tipologia così varia della documentazione rendono il complesso assolutamente unico nel panorama culturale italiano. I documenti in esso conservati spaziano dalle prime xilografie del Quattrocento alla grafica contemporanea, dalle incisioni alle carte geografiche, dagli ex libris ai manifesti pubblicitari dei più

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Comune di Milano, Castello Sforzesco, Raccolta delle stampe Achille Bertarelli http://www.comune.milano.it/dseserver/WebCity/documenti.nsf/weball/810F10DF19779669C125703100432192?op; Associazione amici della Raccolta stampe Bertarelli ONLUS http://www.bertarelli.org/ita/index.asp;

7 Bertarelli spiega le scelte e la struttura della raccolta nella seguente opera: Spiegazione e stato numerico delle raccolte del dr. Achille Bertarelli al 1.gennaio 1905, [S.l. : s.n., 1905?] (Milano : Tip. Umberto Allegretti).

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importanti cartellonisti8. Negli ultimi anni questa istituzione ha organizzato diverse mostre per

presentare al pubblico alcune delle più belle réclame dell’epoca possedute: alcune mostre su Dudovich ed altre sulla moda e sulle vacanze italiane così come emergono dalle stampe della

Raccolta Bertarelli9.

L’Istituto ha, da alcuni anni, dato inizio alla catalogazione informatizzata del fondo. La priorità nella catalogazione è data ai fondi di interesse locale. Oggi sono circa 20.000 le opere catalogate e dotate di immagine digitale. Fino ad oggi la consultazione avviene però solamente in loco attraverso una Intranet.

Fig. 2 10

8 Questi sono 7000.

9 Giovanna Mori (a cura di), Era di moda... : eleganza in Italia attraverso i manifesti storici della Raccolta Bertarelli, Cinisello Balsamo, Silvana, 2005; Giovanna Mori (a cura di), Le vacanze degli italiani attraverso i manifesti storici della Raccolta Bertarelli, Cinisello Balsamo, Silvana, 2004; Giovanna Mori (a cura di), Metlicovitz Dudovich: grandi cartellonisti triestini: manifesti della Raccolta Achille Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano, Milano, Skira, 2001; Dudovich : réclame a Milano : 12 manifesti dalla Raccolta Bertarelli del Castello Sforzesco, Milano, Comune, 2000. 10http://www.comune.milano.it/dseserver/WebCity/documenti.nsf/weball/810F10DF19779669C125703100432192?ope

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1.3 La Collezione Nando Salce di Treviso

Nel 1962 il trevigiano Nando Salce (1877-1962) affida allo Stato italiano, attraverso il suo testamento, la straordinaria raccolta di manifesti pubblicitari collezionati nell’arco della sua vita e conservati tutti ingegnosamente appesi nella vastissima soffitta della sua abitazione (fig. 3).

Fig. 3 11

Questo rampollo di un’agiata famiglia di commercianti di tessuti aveva iniziato a raccogliere manifesti poco più che ragazzo. Il primo pezzo venne comprato una sera del 1895 dall’attacchino

11 Foto di scena, dal documentario girato sulla collezione di manifesti di Nando Salce, ripresa nella soffitta deposito nella casa del collezionista, Treviso 1956, Regione del Veneto, Musei civici di Treviso, http://www2.regione.veneto.it/cultura/fondi-fotografici/tv_26.html.

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comunale ed era una copia della pubblicità realizzata da Giovanni Maria Mataloni per la Società

Anonima per la Incandescenza a gas (fig. 4).

Fig. 4 12

Fin dagli inizi Nando Salce mise in atto un metodo scientifico di raccolta dei suoi amati manifesti, grazie ad una fitta corrispondenza che intrattenne con editori e tipografi specializzati nel ramo pubblicitario, con le ditte e le aziende committenti, con gli stessi cartellonisti e con le gallerie specializzate.

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La Soprintendenza ed il comune di Treviso, dopo la donazione, cercano di trattenere la voluminosa raccolta nella città natale del suo collezionista. Nel 1968 l’eccezionale patrimonio viene formalmente affidato al direttore del Museo civico e trova collocazione presso il Palazzo Scotti, appena restaurato e messo a disposizione dal Comune trevigiano. Nello stesso anno viene anche ultimata l’inventariazione, che restituisce la straordinaria quantità di 24.580 manifesti pubblicitari.

Questi rappresentano la più significativa delle collezioni italiane per la forte specificità e fra le più celebri anche a livello internazionale. La Collezione rappresenta molto bene il lavoro artistico dei cartellonisti sia italiani che stranieri che hanno contribuito alla nascita ed allo sviluppo della grafica pubblicitaria. Tra le firme presenti con un numero significativo di manifesti ritroviamo i conosciutissimi Marcello Dudovich, con 600 manifesti, Adolfo Hohestein, Leopoldo Metlicovitz, Duilio Cambellotti, Plinio Codognato, Achille Luciano Mauzan, con 400 pezzi, e Leonetto Cappiello, con quasi 300 pubblicità. Il più antico manifesto presente nella raccolta Salce è un avviso d’opera di piccolo formato del 1844 per la rappresentazione della Lucrezia Borgia di Donizzetti al

teatro La Fenice di Venezia13.

Recentemente i manifesti sono stati di nuovo spostati in uno stabile appositamente destinato. La Soprintendenza sta realizzando una sistematica attività di restauro e catalogazione. Dal 2006 è impegnata nell’importante opera di restauro dei 288 manifesti del livornese Leonetto Cappiello, artista di cui si parlerà approfonditamente nel terzo capitolo.

I manifesti possono essere consultati presso il Museo civico di Treviso grazie all’archivio digitale che di questi è stato realizzato. Tale operazione, fatta naturalmente per poter rendere facilmente fruibili i manifesti, ha anche un alto valore conservativo, vista la difficoltà di movimentare opere così delicate e di grande formato.

13 L. Menegazzi, Il manifesto italiano: 1982-1925, Milano, Electa, 1975?, p. 7. Tutti i numerosi manifesti riprodotti in

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1.4 Il laboratorio di arti visive della Scuola Normale Superiore : la

digitalizzazione di Emporium

Analizzando le attività compiute dai vari istituti italiani nell’ambito della digitalizzazione di materiale grafico, uno dei lavori migliori è stato compiuto dal Laboratorio di Arti visive della Scuola Normale di Pisa, con la messa in linea della rivista Emporium. Nella primavera del 2007, questo progetto di digitalizzazione e indicizzazione della rivista Emporium, è stato presentato e nel 2010 sono stati illustrati gli atti del convegno che, a seguito del primo incontro, erano stati stampati14.

La Scuola Normale ha realizzato tale progetto a causa dell’importanza che la rivista Emporium ebbe nel contemporaneo panorama artistico e culturale italiano e che oggi occupa come strumento per lo studio della storia dell’arte contemporanea. E’ stata la straordinaria ricchezza del suo apparato illustrativo che ne ha incoraggiato una sistematica ed onerosa classificazione. Inoltre il laboratorio di arti visive della Scuola Normale superiore di Pisa si è avvalso delle conoscenze e dell’esperienza acquisita nel corso della digitalizzazione dell’apparato fotografico della rivista

Dedalo, diretta da Ugo Ojetti15.

Emporium fu edita dall’Istituto italiano di arti grafiche dal 1895 al 1964 e dopo la sua nascita divenne vero e proprio testimone dell’evoluzione del linguaggio visivo artistico e storico-sociale italiano. L’importanza e l’innovazione di Emporium venne ben percepita dai contemporanei come Ruggiero Bonghi che sostenevano che il suo compito era quello di “popolarizzare l’alta

cultura” e che essa “occupa[va] uno dei posti più elevati fra la stessa tipologia di riviste”16.

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G. Bacci, M. Ferretti, M. Fileti Mazza (a cura di), Emporium: parole e figure tra il 1895 e il 1964 : [incontro di Studio, Pisa, Scuola Normale superiore, 30 e 31 maggio 2007] / a cura, Pisa : Edizioni della Normale, 2009.

15 Miriam Fileti Mazza (a cura di), La fototeca di Dedalo, Pisa, Scuola normale superiore, 1996. Scuola normale

Superiore, Laboratorio di arti visive, Dedalo, www.artivisive.sns.it/progetto_dedalo.html

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Questo mensile ha infatti rappresentato la prima rivista di alto livello culturale, di argomento artistico e letterario, ricchissima di illustrazioni (litografie, fotografie, disegni) di altissima qualità tecnica, un vero e proprio “archivio di cognizioni visive”, come lo ha definito lo storico dell’arte Massimo Fabretti.

Per valorizzare e rendere facilmente fruibile il patrimonio iconografico di Emporium, il laboratorio di arti visive della Scuola Normale superiore di Pisa ha realizzato una ricchissima banca dati, contenente oltre 70 000 schede e consistente in due strumenti: la galleria e la fototeca, entrambe consultabili on-line grazie ad una interfaccia grafica amichevole e di facile accesso. La galleria consiste nella versione digitale integrale di tutti i fascicoli di Emporium, navigabile in modalità libro, nella quale si è cercato di restituire un’immagine il più possibile fedele agli originali cartacei. La rivista è composta da 140 volumi ed ognuno contiene 6 fascicoli.

Fig. 5 17

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E’ consultabile in una duplice modalità: selezionando lo scaffale da una lista, cliccando sul volume e successivamente sulla copertina del fascicolo, oppure tramite un accesso rapido con l’utilizzo di un form nel quale si inserisce il numero del volume e l’annata desiderata.

La fototeca permette invece l’interrogazione delle schede catalografiche anch’essa attraverso un duplice accesso: tramite la compilazione di alcuni campi per la formulazione della query (titolo articolo, autore articolo, anno/volume, autore/manifattura opera, soggetto immagine) oppure tramite gli indici alfabetici dei già citati campi. Le immagine digitali, in formato jpeg compresso, per una veloce restituzione a schermo, sono state realizzate con una reflex grazie all’ausilio di lampade con temperatura vicina a quella solare per restituire il più possibile i colori originali. Il lavoro era stato iniziato con il software ISIS ma in seguito, per permettere la visualizzazione in Internet, si è passati ad una applicazione software Open source.

Il Laboratorio di arti visive conta di migliorare alcune delle criticità ancora presenti nel data-base, quali l’ordinamento dei dati al momento della restituzione della query, la normalizzazione della nomenclatura delle scuole e delle manifatture, l’attribuzione di nomi alle molte sigle degli autori dei saggi ancora prive di identificazione, l’uniformità della denominazione delle ubicazioni in direzione storica o normalizzata, il miglioramento nella soggettazione per categorie iconografiche in alcuni casi troppo ambigue.

Nel novembre 2011 è seguito il secondo incontro con il quale si è voluto valorizzare, grazie alla presenza di studiosi italiani e stranieri, molti argomenti che non si erano potuti toccare nel maggio del 2007. In questa occasione è stata presentata ufficialmente anche la banca dati di "Emporium", ora interamente disponibile online, rinnovata graficamente e ormai completa, consultabile naturalmente all'interno del sito del Laboratorio di Arti Visive. La banca dati è stata arricchita con due nuove sezioni: quella della Pubblicità18 e quella delle Copertine, gestite da un diverso motore

18 Personalmente ho consultato questa sezione, molto ben indicizzata, per ricercare i prodotti pubblicizzati dalla

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di ricerca in grado di agevolare l'accesso ad un'utenza che nel corso degli anni è diventata sempre più numerosa.

Fig. 6 19

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1.5 L’Istituto nazionale per la grafica

L’Istituto Nazionale per la Grafica è un’istituzione, conosciuta a livello internazionale, creata per conservare, tutelare e promuovere un patrimonio di opere che documentano l'arte grafica. Questa è nato nel 1975 dall’'unificazione della Calcografia Nazionale e del Gabinetto Nazionale delle Stampe, le cui antiche tradizioni contribuiscono a determinare il profilo specialistico dell'istituto.

Fig. 7 20

Le collezioni di matrici, stampe, disegni, video d'artista e fotografie sono affiancate da laboratori

specializzati nel restauro e da una stamperia di secolare esperienza.

L'Istituto svolge un costante lavoro di promozione della ricerca sulle proprie collezioni, anche attraverso l'attività espositiva e la collaborazione con istituti analoghi in ambito internazionale,

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definendo la centralità del suo ruolo in Italia per quanto riguarda lo studio, la conservazione e la fruizione delle opere grafiche. La diversa tipologia delle collezioni consente, in molti casi, una consultazione comparata dei documenti: disegno preparatorio, matrice, prove di stampa, stampa. Questa possibilità, unita alla presenza di oltre 23400 matrici e dei laboratori di restauro e stampa, favorisce in particolare lo studio delle tecniche d'incisione. Per 1600 lastre si possono consultare anche i disegni preparatori, che rappresentano una preziosa documentazione dei procedimenti incisori degli artisti che lavoravano per la Calcografia nell'Ottocento. Alla ricchissima collezione di stampe, oltre 152000 esemplari soprattutto di scuola italiana, lungo un arco cronologico che parte dal XV secolo per arrivare ai giorni nostri, si affianca una raccolta di disegni, circa 25000 fogli, che si caratterizza per il nucleo antico, dal XV al XIX secolo, ma offre anche un interessante panorama dell'attività degli artisti odierni, molti dei quali hanno lavorato con l'Istituto. Altrettanto significativo il profilo della collezione di opere fotografiche, negativi, positivi, dagherrotipi, costantemente aggiornata sulla ricerca contemporanea, ma che ha la sua origine alla fine del XIX secolo, quando nella sede della Calcografia si cominciò a chiedere a incisori e disegnatori l'uso di modelli fotografici in nome di una maggiore fedeltà rappresentativa.

Questa importante istituzione ha realizzato due prestigiosi progetti digitali, consultabili entrambi online.

Il primo è il progetto Corsini. Questo riguarda l’ideale ripristino, con il supporto degli strumenti informatici, dell’integrità originale dei 52 volumi di disegni appartenuti al principe Tommaso Corsini, così come giunsero nel 1895 al Gabinetto Nazionale delle Stampe, prima che gli studiosi coinvolti nella sua organizzazione, per motivi di conservazione e per dare un ordinamento razionale alle collezioni, distaccassero molti disegni.

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19 Fig. 8 21

Il progetto della calcografica rende invece disponibili i dati descrittivi delle opere delle collezioni dell’istituto. E’ possibile navigare tra tutte le opere descritte nel sistema e visualizzare le immagini digitali, documentate da circa 190.000 schede e 70.000 immagini: disegni preparatori, matrici incise, stampe, tra copie e originali, opere singole e in serie.

21 Istituto nazionale per la grafica, Progetto Corsini

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20 Fig. 9 22

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Istituto nazionale per la grafica,

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