• Non ci sono risultati.

Cult in bianco e nero I grandi classici del cinema

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Cult in bianco e nero I grandi classici del cinema"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

Cult in bianco e nero – I grandi classici del cinema

C’è’ ancora spazio nel mondo moderno per i grandi classici in bianco e nero, tra cui vivono alcuni indimenticabili cult della storia del cinema?

I film di oggi nascono per le televisioni ad altissima definizione che ormai sono grandi quanto le pareti di casa nostra.

Quindi gli effetti speciali devono essere di altissimo livello e la fotografia deve esaltare i mille milioni di colori dei nostri preziosi elettrodomestici.

Ma forse, e umilmente sottolineo forse, la vera magia del cinema non sta nella computer grafica, il formato in 4k e l’audio Dolby Surround.

Un film deve sapere trasportarci in un mondo che non e’ mai esistito e mai esisterà, narrando una storia che catturi il nostro interesse.

In questo senso, il bianco e nero non e’ una limitazione, ma anzi e’ perfetto per rendere immortale un capolavoro attraverso i decenni.

Questo tipo di film non invecchia e mantiene tutta la sua forza ed espressività con lo scorrere del tempo.

Infatti, non è un caso che molti registi ancora oggi scelgano il bianco e nero per alcune delle loro opere più particolari.

Questo vale sia per i blockbuster multimilionari alla Schindler’s List di Steven Spielberg così come per i piccoli film indipendenti alla Following, lontano esordio di Christopher Nolan alla regia.

Oppure possiamo citare il bellissimo Monk dell’anno scorso di David Fincher, biopic incentrato sull’intrattabile e geniale sceneggiatore del superbo Quarto potere di Orson Welles.

Conclusa la doverosa premessa iniziale sui grandi classici, andiamo a parlare di ciò a cui noi appassionati di cinema interessa maggiormente, i film.

(2)

Carichiamo perciò la nostra DeLorean con tutto il plutonio che riusciamo a trovare e lasciamo sull’asfalto due sgommate di fuoco, ammirando tre cult degli anni 40 e 50.

Leggi l’articolo in inglese

1- Detour – Deviazione per l’inferno (1945)

Il primo tra questi grandi classici e’ un cult assoluto del cinema in bianco e nero, una parabola sul incontrollabile causalità ed ironia del destino.

Un triste e pessimista artista del pianoforte vive di stenti assieme alla sua fidanzata, aspirante cantante e attrice.

Lui potrebbe vivere accontentandosi di suonare per pochi spiccioli in un locale notturno di New York, ma lei desidera ben altro.

Rifiuta cosi’ la sua proposta di matrimonio e si trasferisce a Los Angeles in cerca di fortuna, finendo rapidamente a fare la cameriera.

L’uomo sente terribilmente la sua mancanza e cosi molla tutto iniziando a fare l’autostop per raggiungerla all’altro capo dell’America.

Un elegante e vanitoso allibratore lo accoglie sulla sua auto, ma i due non fanno molta strada assieme.

Il giorno seguente infatti muore davanti gli occhi dell’uomo che, sconvolto, ne nasconde il cadavere prendendo i suoi abiti e i suoi documenti.

A quel punto vorrebbe solo lasciarsi alle spalle quella storia e arrivare a Los Angeles dalla sua amata, ma il destino ci mette di nuovo lo zampino.

(3)

Lungo la strada infatti carica una bella autostoppista, ignaro del fatto che lei conosca molto bene l’uomo di cui ha preso il posto.

Inizia cosi uno sporco ricatto per non denunciare alla polizia il suo furto di identità, rischiando addirittura la pena di morte per omicidio.

L’idea e’ quella di sbarazzarsi della macchina da un rivenditore, dividersi la vendita e salutarsi per sempre senza tanti complimenti.

Ma quello che era un semplice piano per raccattare pochi soldi in fretta, diventa una truffa molto più grande che potrebbe fruttare loro ben 15 milioni di dollari.

La strada infinita verso Los Angeles

Detour e’ un mirabile esempio di arte nata povera e senza grandi aspettative, ma che e’ diventata col tempo un cult di altissimo livello.

Il regista Edgar G. Ulmer era infatti un esperto del settore, veterano delle produzioni low budget, riuscendo in questo caso a superare se’ stesso.

Basti pensare che questa perla di cinema, che molti riconoscono giustamente tra i grandi classici, fu realizzata addirittura in meno di una settimana.

Il film rientra a pieni titoli nel genere noir, pur non possedendone le caratteristiche generiche del criminale/poliziotto dentro una trama di stampo giallo investigativo.

La scelta di un protagonista smarrito e inconsapevole risulta subito vincente, accompagnato da una femme fatale altrettanto debole e confusa.

Questi due perdenti formano una coppia iconica del cinema, entrambi in fuga e senza speranza contro un destino ineluttabile.

Un destino che li illude di poter finalmente svoltare nella vita, mettendoli entrambi su una strada senza ritorno.

(4)

Ma quello che poteva perfino diventare l’inizio di un rapporto d’amore, finisce nell’impossibilità di fidarsi l’uno dell’altro.

Tutto questo Ulmer riesce a raccontarlo in poco più di un’ora di cinema, in un cult compatto ed efficace, entrando nella storia per sempre.

E alla fine, quando la polizia si porta via il nostro protagonista, porta via anche un pezzetto della nostra anima.

2- Viale del tramonto (1950)

Passiamo ora al secondo capolavoro in bianco e nero di oggi, un cult sulla malattia della celebrità e la follia che ne deriva quando questa scompare.

Un giovane scrittore sta scappando da alcuni strozzini a cui deve dei soldi, ma la sua macchina lo abbandona durante la fuga.

Nelle vicinanze c’è l’enorme e lussuosa villa di una ex diva del cinema, la quale vive in solitudine assieme al suo fedele maggiordomo tuttofare.

La donna dimostra interesse verso il giovane e una sceneggiatura a cui sta lavorando, invitandolo a completarla al sicuro nella sua casa.

Purtroppo per lui il suo interesse è molto più specifico e profondo, in quanto lei si è invaghita del giovanotto e non vuole che questi se ne vada.

Inoltre Cecil B. DeMille ha contattato la diva chiedendo un incontro e questa è convinta che potrebbe darle un ruolo da protagonista.

Ma in realtà il famoso regista è solo interessato alla sua auto d’epoca, che vorrebbe in prestito da usare nel suo nuovo film.

(5)

Nel frattempo lo scrittore si invaghisce di una giovane collega, con la quale inizia a incontrarsi in gran segreto.

Quando la diva scopre la tresca, la sua follia esplode definitivamente in modo incontrollabile.

Le poche speranze di tornare alla fama e la gloria si sgretolano e l’inevitabile tragedia arriva al suo ultimo atto.

Sono pronta per il mio primo piano

Viale del tramonto è uno di quei grandi film dal successo istantaneo che trovò subito posto tra i classici del cinema.

Un altro noir fuori dagli schemi che rompeva lo stile mettendo come voce narrante addirittura il cadavere stesso del protagonista.

Gloria Swanson divenne immediatamente il volto della bellezza sfiorita e dell’evanescenza del successo che arriva e sparisce in un lampo.

La diva del muto in bianco e nero non riesce a entrare nel nuovo cinema con il sonoro e i colori, restando bloccata nel passato.

E cosi, rinchiusa nel suo castello dorato in disfacimento, passa le sue giornate a proiettare e rivedersi nei suoi vecchi successi.

Riguardando di continuo la sua gioventù perduta, la donna disprezza il cinema moderno, ma quando crede di poterne fare parte cinguetta di felicità ritrovando una ragione di vita.

E quando le viene negata assieme all’amore del giovane che credeva ormai suo, la sua mente si spezza per sempre.

Billy Wilder scolpisce nel tempo un altro capolavoro, cupo e pessimista ancora più del magnifico La fiamma del peccato.

Come protagonista maschile sceglie il fascinoso William Holden, volto sorridente e amichevole che rivedremo anni dopo nell’altro suo

(6)

cult Sabrina.

E come ha fatto per il noir, anche le sue commedie saranno una rivoluzione cinematografica di classe ed eleganza senza pari.

3- L’infernale Quinlan (1958)

E ora arriviamo a uno dei miei cult preferiti di tutti i tempi, forse addirittura anche più di altri grandi classici del cinema come Quarto Potere, sempre di e con Orson Welles.

La storia inizia alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, quando un ricco uomo d’affari esplode assieme alla sua auto.

Il caso viene affidato al Capitano Quinlan, famoso detective dai modi sbrigativi, ma efficaci, con una lunga carriera di arresti alle spalle.

A lui si affianca un poliziotto messicano, il quale ha assistito all’attentato mentre passeggiava in luna di miele assieme alla sua nuova moglie americana.

Le indagini puntano immediatamente a un misero lavoratore in libertà vigilata che ha una tresca amorosa con la figlia dell’imprenditore.

Ma le prove che dovrebbero incastrarlo suscitano la rabbia e l’indignazione del poliziotto messicano, sicuro che Quinlan le abbia piazzate di sua mano.

Tra i due poliziotti nasce subito un confronto dal quale nessuno intende tirarsi indietro, per non perdere la faccia e la rispettabilità davanti ai colleghi.

Livido di rabbia per doversi giustificare, Quinlan non esita a complottare con un criminale per incastrare la moglie del suo rivale di

(7)

Ma il vecchio Capitano è ormai sbadato e confuso per via dell’alcool, vizio in cui ricade dopo anni di dura sobrietà.

Il suo piano si sgretola e finisce per ritorcerglisi contro, stringendo ancora di più il cappio attorno al suo collo.

La sua strada e il suo destino ormai sono segnati, cosi come quelli del poliziotto messicano che dovrà affrontarlo in un memorabile faccia a faccia finale.

A modo suo era un grand’uomo

L’infernale Quinlan è uno dei noir più grandiosi della storia del cinema, un’epica lotta senza quartiere tra le forze del bene e del male.

Charlton Heston interpreta il volto della giustizia, l’incorruttibile e giovane poliziotto sulla rampa di lancio grazie all’arresto di una famiglia di trafficanti.

Al suo fianco c’è la giovane e innocente Janet Leigh, bellissima diva che rivedremo poi nel magnifico Psycho di Alfred Hitchcock.

A dare il volto al malefico Quinlan c’è poi un gigantesco (come stazza e interpretazione) Orson Welles, autore di una performance da incorniciare.

Fu proprio Heston a convincere Welles (e i produttori) a dirigere il film, sebbene questi fosse scettico.

Ma vincolato da contratto a prendervi parte, trasformo’ quello che doveva essere un semplice thriller noir in un autentico cult.

Dopo alcuni ritocchi alla sceneggiatura, il regista pretese di avere la splendida Marlene Dietrich in un ruolo secondario che scrisse apposta per lei.

L’attrice compare soltanto pochi minuti ma la sua matrona di un bordello e vecchia fiamma di Quinlan e’ fenomenale.

(8)

Welles miscela tutti questi grandi attori in una atmosfera sospesa al di la’ dello spazio e del tempo.

La luce da un taglio ultraterreno al bianco e nero della pellicola e alle locations povere e spoglie degli ambienti.

In poche parole se esistono grandi classici imperdibili nella storia del cinema, questo film ci sta sicuramente in prima fila.

A voi trovarlo e ammirarne la potenza e la bellezza ancora oggi, rimasta identica a quella che aveva negli anni 50.

Oggi spero di aver parlato di film che già conoscevate e amavate, come il sottoscritto, oppure ancora meglio aver ispirato qualcuno magari più giovane a guardarli.

E come sempre, concludo ricordandovi di andare al mio sito per altri consigli e mie elucubrazioni sul mondo del cinema:

Riferimenti

Documenti correlati

In questo senso è utile parlare di una grammatica della scrittura mediale: poiché, se è vero che le tecnologie “quando diventano di uso comune, spesso favoriscono nuovi modi

Converte l’immagine il cui nome del file è passato come argomento al programma da immagine a colori a immagine in bianco e nero.. Il tipo di rappresentazione non cambia

Una volta Ansel Adams affermò che "… una grande fotografia è la piena espressione di ciò che l’autore sente del soggetto che sta fotografando nel senso più profondo; per

L’abaco delle simbologie è di fatto una proposta indicativa che analizza, in ambito di Db topografico multiprecisione, le ipotesi di rappresentazione sia in bianco e nero sia a

Pensando in prima battuta a un’infezione respiratoria vengono eseguiti esami ematici (emocromo nella norma con PCR e PCT negative), emogasanalisi (acidosi

LungÒ i percÒtst ptinctpoli di dtsltibnia1e s intnvede lú seqùenzo delle lunghe sleli cannEnaralite che ngona t cornpi d inunoriane LtD altenta disegrc del vet.le

In questa popolazione di soggetti obesi cronicamente deprivati di sonno la tendenza a svegliarsi tardivamente e proseguire le attività quotidiane nelle tarde ore della sera era

Per ottenere un buon risultato dovrete scandire le parole chiaramente e lentamente e potrete anche aggiungere la punteggiatura, esclamando, ad esempio, "punto