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A.01. Studio d'Impatto Ambientale- parte 2 (7181 KB)

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11.2.2.3. Progetto Ambiente e Salute anno 2013-2014 Monitoraggio della Qualità dell’aria in 12 comuni della Provincia di Treviso – Relazione finale di monitoraggio gennaio 2015

L’obiettivo del progetto è stato quello di completare la valutazione dello stato dell’ambiente atmosferico attraverso l’analisi della concentrazione di alcuni inquinanti che normalmente non vengono rilevati nell’ambito delle tipiche campagne di monitoraggio con stazioni o strumentazioni mobili. Di seguito si sintetizzano i risultati (si veda anche paragrafo 5.3.4 dello Studio Preliminare Ambientale).

Monitoraggio della qualità dell’aria dell’aria in 12 comuni della Provincia di Treviso Parametri oggetto di

monitoraggio

- BTEX, NO2 e O3

- Microinquinanti organici (PCDD, PCDF, PCB-DL e IPA) - COV

Periodo di monitoraggio

Da luglio 2013 a maggio 2014 con le seguenti tempistiche

Postazioni di monitoraggio

Risultati delle campagne

Benzene

Le concentrazioni medie annuali di Benzene risultano in tutti i siti monitorati, sia di Background che Hot Spot, inferiori al limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 pari a 5.0 μg/m3.

Le concentrazioni di questo inquinante risultano generalmente più elevate nel periodo invernale rispetto all’estivo. Le maggiori concentrazioni sono state rilevate a Sernaglia della Battaglia sia per quanto riguarda i valori riscontrati nei siti di Background che in quelli di Hot Spot mentre le minori concentrazioni si sono rilevate a Refrontolo. I dati rilevati presso la centralina fissa di Conegliano risultano confrontabili con il valore medio del territorio indagato.

Biossido di azoto

Si osserva che le concentrazioni medie annuali di NO2 risultano in tutti i siti monitorati, sia di Background che Hot Spot, inferiori al limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 pari a 40 μg/m3. Nei siti di background i valori più bassi si sono osservati a Cavaso del Tomba e i più alti a Pederobba. Nei siti di traffico i valori più bassi si sono osservati a Refrontolo mentre i più alti a

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Monitoraggio della qualità dell’aria dell’aria in 12 comuni della Provincia di Treviso

Cornuda. Si osserva inoltre che i valori riscontrati risultano confrontabili nei due diversi siti monitorati nel comune di Pederobba.

I dati rilevati presso la centralina fissa di Conegliano risultano superiori rispetto al valore medio del territorio indagato.

PCDD/F + PCB-DL

Dal punto di vista dei riferimenti tecnici-normativi esiste solamente un orientamento della Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale del 1988 che prevede per l’ambiente atmosferico esterno un limite massimo tollerabile pari a 40 fg I-TEQ/m3.

Tale valore è stato superato nei campionamenti eseguiti a Moriago della Battaglia, Farra di Soligo, Sernaglia della Battaglia, ovvero nei comuni monitorati nel periodo compreso tra novembre 2013 e gennaio 2014 nelle peggiori condizioni meteorologiche per la dispersione degli inquinanti. Il limite di 40 fg I-TEQ/m3 è stato superato anche presso la centralina di Treviso durante il campionamento eseguito in parallelo a Sernaglia della Battaglia.

Percentualmente, rispetto a Treviso, valori superiori si sono osservati a Farra di Soligo, Sernaglia della Battaglia ed in particolare a Moriago della Battaglia. Nei restanti comuni le concentrazioni sono risultate inferiori rispetto a Treviso e i valori minori si sono osservati a Possagno.

IPA

La normativa nazionale non prevede un limite di concentrazione in aria per gli IPA, ma il D.Lgs 155/2010 indica il valore obbiettivo per la concentrazione media annuale di Benzo(a)Pirene rilevata sui campioni di PM10 pari a 1.0 ng/m3.

I dati ottenuti dai rilevamenti di Benzo(a)Pirene non possono essere confrontati direttamente con i limiti di legge. Tuttavia, relativamente alla tipologia di inquinante ricercato e limitatamente al periodo in cui è stato eseguito il monitoraggio, forniscono una fotografia dello stato ambientale che può essere confrontato direttamente con la situazione di Treviso.

I valori maggiori della sommatoria delle concentrazioni medie di IPA sono stati rilevati a Moriago della Battaglia, Farra di Soligo e Sernaglia della Battaglia analogamente a quanto osservato per PCDD/F e PCB-DL. Percentualmente, rispetto a Treviso, valori superiori si sono osservati a Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Cavaso del Tomba ed in modo particolare a Moriago della Battaglia e Pederobba. Nei restanti comuni le concentrazioni sono risultate inferiori rispetto a Treviso e i valori minori si sono osservati a Refrontolo.

Per quanto riguarda il Benzo(a)Pirene, i valori superiori rispetto a Treviso si sono osservati a Crocetta del Montello, Cavaso del Tomba e in particolare Moriago della Battaglia

COV

In ciascuno dei campioni prelevati nei 12 comuni aderenti al Progetto, l’analisi dei campioni ha evidenziato, per i 43 parametri COV ricercati, concentrazioni generalmente inferiori al limite di quantificazione analitica

- Criticità individuate

- Biossido di azoto: nel comune di Pederobba si riscontrano valori inferiori ai limiti ma più alti rispetto agli altri comuni indagati.

- PCDD/F + PCB-DL: è stato riscontrato il superamento del valore di riferimento della Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale del 1988 nei comuni di Moriago della Battaglia, Farra di Soligo, Sernaglia della Battaglia

- IPA: nel comune di Pederobba sono stati riscontrati valori percentualmente superiori rispetto a quelli rilevati a Treviso

Monitoraggio mediante stazione rilocabile in comune di Pederobba Parametri oggetto di

monitoraggio

- CO, NOX, SO2, O3, benzene PM2.5 - PM10, IPA, Metalli (As, Cd, Ni, Pb)

Periodo di monitoraggio Campagna estiva: 31/07/2013-15/09/2013 Campagna invernale: 09/01/2014-23/02/2014 Postazioni di monitoraggio via del Cristo in località Onigo

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Monitoraggio mediante stazione rilocabile in comune di Pederobba

Risultati della campagna

Monossido di carbonio (CO)

Durante le due campagne di monitoraggio la concentrazione giornaliera della media mobile di 8ore di monossido di carbonio non ha mai superato il valore limite, in linea con quanto si rileva presso tutte le stazioni di monitoraggio della Provincia di Treviso

Biossido di azoto

Durante le due campagne di monitoraggio la concentrazione di biossido di azoto non ha mai superato i valori limite orari relativi all’esposizione acuta. Relativamente all’esposizione cronica, anche la media delle concentrazioni orarie sul periodo di monitoraggio ha rispettato il valore limite.

Negli stessi due periodi di monitoraggio la media misurata presso il sito di Pederobba è risultata inferiore a quella rilevata presso il sito fisso di fondo urbano della Rete ARPAV.

Biossido di zolfo (SO2)

Durante le due campagne di monitoraggio, la concentrazione di biossido di zolfo è stata ampiamente inferiore ai valori limite.

Ozono (O3)

Durante la campagna di monitoraggio estiva la concentrazione media oraria di ozono ha superato la soglia d’informazione pari a 180 µg/m3. La media oraria più alta registrata presso il sito di Pederobba è stata pari a 188 μg/m3.

L’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana pari a 120 μg/m3 calcolato come media di 8 ore è stato superato durante la campagna eseguita nel “semestre estivo”.

La media di 8 ore più alta registrata presso il sito di Pederobba è stata pari a 181 μg/m3. La dipendenza di questo inquinante da alcune variabili meteorologiche, temperatura e radiazione solare in particolare, comporta una certa variabilità da un anno all’altro, pur in un quadro di vasto inquinamento diffuso

Polveri atmosferiche inalabili (PM10 e PM2.5)

Durante i due periodi di monitoraggio la concentrazione di polveri PM10 ha superato il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (pari a 50 μg/m3, da non superare per più di 35 volte per anno civile) un’unica volta nel corso della campagna invernale. I giorni di superamento rilevati presso il sito di Pederobba, classificato da un punto di vista ambientale come sito di fondo, sono stati percentualmente inferiori a quelli rilevati presso i siti fissi di fondo di Treviso e Conegliano.

La media di periodo delle concentrazioni giornaliere di PM10 è risultata inferiore al limite in entrambe le campagne. Anche per il PM2.5 la media di periodo è risultata conforme al limite.

Benzene, Toluene, Etilbenzene, Xileni (BTEX)

La media di periodo delle concentrazioni orarie di Benzene misurate a Pederobba è risultata confrontabile con quella rilevata presso la stazione fissa di Treviso ed in entrambi i siti i valori risultano al di sotto del limite annuale di legge

IPA

La media di periodo delle concentrazioni giornaliere di benzo(a)pirene misurate a Pederobba è risultata inferiore 0.1 ng/m3 nel periodo del “semestre estivo” e pari a 1.5 ng/m3 nel periodo

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Monitoraggio mediante stazione rilocabile in comune di Pederobba

del “semestre invernale”. La media complessiva dei due periodi è risultata di 0.8 ng/m3, leggermente inferiore al valore obiettivo di 1.0 ng/m3. Tali valori sono confrontabili con quelli rilevati a Treviso

Metalli (Pb, As, Cd, Ni)

Le medie complessive dei due periodi di monitoraggio sono risultate inferiori al valore limite annuale per il piombo ed inferiori ai valori obiettivo per i restanti metalli (D.Lgs. 155/10).

Criticità individuate

Durante questa campagna non sono state riscontrate particolari criticità; è stato inoltre valutato l’Indice di Qualità dell’aria che permette di rappresentare sinteticamente lo stato di qualità dell’aria durante il periodo di campionamento. Il calcolo di tale indice per la campagna eseguita a Pederobba ha evidenziato che la maggior parte delle giornate si sono attestate su valori di qualità dell’aria “accettabile” e “buona”.

11.2.3. Contributo generato dall’impianto sulla qualità dell’aria (stato di fatto)

Al fine di valutare il contributo dell’impianto allo stato attuale alla qualità dell’aria nel territorio limitrofo è stato condotto uno studio modellistico matematico previsionale della diffusione degli inquinanti nell’ambiente circostante. I valori ottenuti modellisticamente sono stati quindi confrontati con i riferimenti normativi definiti per la qualità dell’aria.

Di seguito si riporta un estratto delle simulazioni effettuate rimandando all’elaborato A.04 per la descrizione dettagliata.

11.2.3.1. Il modello utilizzato

Per l’analisi di dispersione di inquinanti dallo stabilimento è stato utilizzato il modello Calpuff che appartiene alla tipologia dei modelli non stazionari a puff o a segmenti (UNI 10796:2000, scheda 4, tipologia 2).

11.2.3.2. Caratteristiche emissive dell’impianto e schematizzazione matematica delle sorgenti

Lo scenario emissivo dello stato di fatto è stato costruito sulle emissioni monitorate nel corso del 2013-2015 e disponibili in forma continua (frequenza semioraria) per il camino del forno (punto E16), e, su base di autocontrolli quadrimestrali per i punti di emissione seguenti:

Punto di Emissione Inquinanti

PE16 Forno di cottura Polveri, NOX, SO2, CO, HCl, HF, As, Cd, Hg, Ni, Pb, Tl, PCDD/DF, PCBDL, BaP

PE17 Raffreddamento clinker Polveri PE32 Essiccatore Hazemag Polveri, NOx

PE60 Essicazione macinazione deposito carbone Polveri, As, Cd, Hg, Ni, Pb, Tl PE61 Essicazione macinazione deposito carbone Polveri, As, Cd, Hg, Ni, Pb, Tl

Tabella 30: punti di emissione schematizzati nelle simulazioni

Tutti gli scenari di dispersione degli inquinanti sono basati sul data set meteorologico 2013 – 2015.

Si rimanda all’elaborato A.04 per i dati emissivi, in termini di ore di funzionamento e flussi di massa medi annuali (g/s), adottati per ogni inquinante. Per il punto di emissione PE16, per NOx, CO, SO2, polveri HCl e HF, la variazione di flusso di massa è introdotta nel modello Calpuff su base oraria (“ptemarb.dat”), in accordo con i

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dati di temperatura e portata volumetrica monitorati in continuo. Sempre per il punto PE16, per gli inquinanti monitorati su base quadrimestrale (metalli, diossine, PCB-DL e BaP), i valori di flussi di massa orari sono stati ottenuti mediante calcolo dalla media annuale delle concentrazioni e dalla serie in continuo delle portate volumetriche semiorarie. Per il punto PE17 (polveri), è stata adottata la stessa modulazione temporale oraria del forno. Per il punto PE32 (polveri, NOx) si è ipotizzato un funzionamento nelle ore notturne (circa 7 ore/notte).

Le altre sorgenti PE60 e PE61 sono state schematizzate con rateo emissivo continuo, pesato sulle ore di funzionamento riportate nelle tabelle seguenti.

Il dominio di simulazione corrisponde a quello della griglia Calmet presentata nella seguente figura e ha dimensione 8km x12 km:

Figura 53 Estensione e caratteristiche del dominio meteorologico Calmet L’orografia complessa in input al modello è riportata in figura seguente.

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Figura 54 Orografia complessa del dominio di indagine

Per tenere conto dell’effetto downwash degli edifici è stato necessario schematizzare la volumetria tridimensionale degli stessi ed analizzarla in relazione ai punti di emissione (mediante il codice US-EPA BPIP).

11.2.3.3. Inquadramento normativo

Per i principali inquinanti atmosferici, al fine di salvaguardare la salute e l’ambiente, la normativa stabilisce limiti di concentrazione, a lungo e a breve termine, a cui attenersi. Per quanto riguarda i limiti a lungo termine viene fatto riferimento agli standard di qualità e ai valori limite di protezione della salute umana, della vegetazione e degli ecosistemi. Attualmente la normativa nazionale di riferimento è il Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n.155 e modificato dal D.Lgs 250 del 24 dicembre 2012, che recepisce la direttiva 2008/50/CE e sostituisce le disposizioni di attuazione della direttiva 2004/107/CE, istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente. Le tabelle seguenti riassumono i limiti previsti dalla normativa per i diversi inquinanti considerati. Valori limite imposti dal D.Lgs. 155/2010 in vigore dal 30 settembre 2010 e modificato dal D.Lgs.250 del 24 dicembre 2012.

Valori limite (Allegato XI DLgs 155/10)

Inquinante Valore Limite Periodo di mediazione

Monossido di

Carbonio Valore limite protezione salute umana,

10 mg/m3 Max media giornaliera calcolata su

8 ore

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Valori limite (Allegato XI DLgs 155/10)

Inquinante Valore Limite Periodo di mediazione

Biossido di Azoto (NO2)

Valore limite protezione salute umana, da non superare più di 18 volte per anno civile, 200 µg/m3

1 ora

Valore limite protezione salute umana,

40 µg/m3 Anno civile

Soglia di allarme

400 µg/m3 1 ora

(rilevati su 3 ore consecutive) Biossido di Zolfo

(SO2) Valore limite protezione salute umana da non superare più di 24 volte per anno civile, 350 µg/m3

1 ora

Valore limite protezione salute umana da non superare più di 3 volte per anno civile, 125 µg/m3

24 ore

Soglia di allarme

500 µg/m3 1 ora

(rilevati su 3 ore consecutive) Particolato Fine

(PM10) Valore limite protezione salute umana,

40 µg/m3 Anno civile

Particolato Fine

(PM2.5) Valore limite, da raggiungere entro il 1° gennaio 2015, 25 µg/m3

(26 µg/m3per il 2013) (26 µg/m3per il 2014)

Anno civile

Piombo (Pb) 0.5 µg/m3 Anno civile

Livelli critici per la vegetazione (Allegato XI DLgs 155/10)

Inquinante Livelli critici per la vegetazione Periodo di mediazione

Ossidi di azoto (NOx) 30 µg/m3 Annuale

Biossido di zolfo (SO2) 20 µg/m3 Annuale

20 µg/m3 Invernale (1 ott. – 31 mar.)

Valori obiettivo (Allegato XIII DLgs 155/10)

Inquinante Valore obiettivo (1)

Arsenico 6.0 ng/m³

Cadmio 5.0 ng/m³

Nichel 20.0 ng/m³

Benzo(a)pirene 1.0 ng/m³

(1) Il valore obiettivo è riferito al tenore totale di ciascun inquinante presente nella frazione PM10 del materiale particolato, calcolato come media su un anno civile.

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Per quanto riguarda gli inquinanti privi di riferimento normativo sono stati adottati gli stessi valori di riferimento indicati nello studio ARPAV del 20093 individuati nella letteratura tecnica di riferimento4,5 e cioè:

Inquinante Valore ri riferimento Origine PCDD/DF: 300 fg/m3 (WHO) Mercurio (Hg): 1000 ng/m3 (WHO) HCl: 70 g/m3 (NIOSH) HF: 25 g/m3 (NIOSH)

Tl 1 g/m3 (NIOSH)

11.2.3.4. Risultati delle simulazioni

Di seguito si riporta per ogni inquinante il confronto tra i massimi di dominio calcolati con il modello Calpuff e i relativi valori limite/valori guida. Nell’allegato 1 dell’elaborato A.04 si riportano le relative mappe di ricaduta con le curve di isocentrazione al suolo.

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3)

Concentrazione massima di dominio (µg/m3)

Percentuale del valore limite

NOx 2013 40 2.44 6,10%

NOx 2014 40 1.94 4,85%

NOx 2015 40 1.91 4,78%

Tabella 31 NOX media annua delle concentrazioni orarie

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

NOx 2013 200 138.2 69,0%

NOx 2014 200 151.2 75,5%

NOx 2015 200 144.0 72,0%

Tabella 32 NOX 99.8°percentile concentrazioni orarie

3 Modellistica di dispersione degli inquinanti atmosferici emessi dal cementificio Industria Cementi Giovanni Rossi SpA nel Comune di Pederobba (Treviso). Dicembre 2009

4 Per PCDD/DF e HG - WHO, Air Quality Guidelines for Europe, 2nd Edition, 2000.

http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0005/74732/E71922.pdf

5 Per HCl e HF 1/100 del valore limite REL-TWA (recommended exposure limits – time weighted average) definite da NIOSH per esposizione occupazionale (media 8 ore)

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Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

PTS 2013 40 0.32 0,80%

PTS 2014 40 0.66 1,65%

PTS 2015 40 0.38 0,95%

Tabella 33 PTS media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

PTS 2013 50 0.69 1,38%

PTS 2014 50 1.22 2,44%

PTS 2015 50 0.89 1,78%

Tabella 34 PTS 90.4° percentile delle concentrazioni medie di 24h

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

SO2 2013 20 1.01E-03 0,005%

SO2 2014 20 1.22E-03 0,006%

SO2 2015 20 1.45E-03 0,007%

Tabella 35 SO2 media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

SO2 2013 350 0.05 0,014%

SO2 2014 350 0.07 0,020%

SO2 2015 350 0.09 0,026%

Tabella 36 SO2 99.7° percentile delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

SO2 2013 125 0.02 0,016%

SO2 2014 125 0.03 0,024%

SO2 2015 125 0.04 0,032%

Tabella 37 SO2 99.2° percentile delle concentrazioni medie 24h

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

CO 2013 10.000 98 0,98%

CO 2014 10.000 111 1,11%

CO 2015 10.000 189 1,89%

Tabella 38 CO Massimo annuale della media di 8 ore

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Inquinante Anno Valore di riferimento

(µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore di riferimento

HCl 2013 70 2.32E-03 0,003%

HCl 2014 70 4.44E-04 0,001%

HCl 2015 70 1.70E-05 0,000%

Tabella 39 HCl media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore di riferimento (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore di riferimento

HF 2013 25 8.16E-05 0,00033%

HF 2014 25 1.02E-05 0,00004%

HF 2015 25 4.27E-07 0,0000%

Tabella 40 HF media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore obiettivo (ng/m3) Concentrazione massima

di dominio (ng/m3) Percentuale del valore obiettivo

As 2013 6 5.06E-02 0,84%

As 2014 6 4.85E-02 0,81%

As 2015 6 4.09E-03 0,07%

Tabella 41 As media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore obiettivo (ng/m3) Concentrazione massima

di dominio (ng/m3) Percentuale del valore obiettivo

Cd 2013 5 3.48E-02 0,70%

Cd 2014 5 4.85E-02 0,97%

Cd 2015 5 4.09E-03 0,08%

Tabella 42 Cd media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore di riferimento (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore di riferimento

Hg 2013 1 6.83E-05 0,007%

Hg 2014 1 6.98E-05 0,007%

Hg 2015 1 5.31E-05 0,005%

Tabella 43 Hg media delle concentrazioni medie orarie

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Inquinante Anno Valore obiettivo (ng/m3) Concentrazione massima

di dominio (ng/m3) Percentuale del valore obiettivo

Ni 2013 20 4.77E-02 0,239%

Ni 2014 20 1.25E-01 0,625%

Ni 2015 20 6.71E-03 0,034%

Tabella 44 Ni media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore limite (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore limite

Pb 2013 0,5 5.06E-05 0,010%

Pb 2014 0,5 1.05E-04 0,021%

Pb 2015 0,5 4.84E-06 0,001%

Tabella 45 Pb media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore di riferimento (µg/m3) Concentrazione massima

di dominio (µg/m3) Percentuale del valore di riferimento

Tl 2013 1 3.34E-05 0,0033%

Tl 2014 1 4.85E-05 0,0049%

Tl 2015 1 4.09E-06 0,0004%

Tabella 46 Tl media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Valore di riferimento (fg/m3) Concentrazione massima

di dominio (fg/m3) Percentuale del valore di riferimento

PCDDF 2013 300 1.18E-02 0,0039%

PCDDF 2014 300 2.91E-02 0,0097%

PCDDF 2015 300 4.53E-03 0,0015%

Tabella 47 PCDD/DF media delle concentrazioni medie orarie

Inquinante Anno Concentrazione massima di dominio (µg/m3)

PCBDL 2013 6.68E-12

PCBDL 2014 7.29E-13

PCBDL 2015 9.62E-12

Tabella 48 PCBDL media delle concentrazioni medie orarie

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Inquinante Anno Valore obiettivo (ng/m3) Concentrazione massima

di dominio (ng/m3) Percentuale del valore obiettivo

BaP 2013 1 1.34E-05 0,0013%

BaP 2014 1 1.64E-04 0,0164%

BaP 2015 1 1.41E-05 0,0014%

Tabella 49 BaP media delle concentrazioni medie orarie

Le simulazioni condotte hanno permesso di accertare un contributo dell’impianto rispetto ai limiti definiti per la qualità dell’aria decisamente trascurabili in tutti i tre anni di riferimento considerati ad ulteriore conferma delle conclusioni del Progetto “Comparto Cemento” condotto da ARPA Veneto Dipartimento Provinciale Treviso e richiamato nel paragrafo successivo.

11.2.4. Progetto “comparto cemento” nel Comune di Pederobba –ARPA Veneto Dipartimento Provinciale Treviso

Tra il 2008 ed il 2010 ARPA Veneto Dipartimento Provinciale di Treviso ha effettuato uno studio sulle possibili pressioni ambientali generate dallo Stabilimento di Pederobba sul territorio limitrofo. Tale studio si inserisce in un progetto più ampio di ARPA Veneto che ha lo scopo di approfondire lo stato di conoscenza del “comparto industriale del cemento” e dei relativi impatti ambientali nel territorio della Regione Veneto (nell’allegato 1 si riporta la Sintesi del Progetto predisposta da ARPA nel giugno 2010).

L’analisi effettuata da ARPA ha previsto le seguenti attività:

 Analisi del ciclo produttivo e controllo delle emissioni

 Simulazioni modellistiche della dispersione degli inquinanti

 Verifica dello stato di qualità dell’aria mediante campagne di monitoraggio dedicate

 Biomonitoraggio

 Verifica dello stato di qualità dei suoli

Di seguito si sintetizzano i risultati ottenuti rimandando all’allegato 1 per maggiori dettagli ed agli specifici documenti tecnici predisposti da ARPA.

11.2.4.1. Analisi del ciclo produttivo e controllo delle emissioni Gli obiettivi della valutazione sono stati i seguenti:

 analisi tecnico-impiantistica del processo produttivo e dei sistemi di controllo correlati;

 valutazione dello stabilimento sia in termini gestionali che tecnologici rispetto a quanto previsto dalle migliori tecnologie disponibili dello specifico settore;

 verifica della rispondenza del complesso industriale con quanto riportato nella documentazione resa

(13)

Le principali valutazioni emerse dallo studio sono sinteticamente riassumibili nei seguenti punti:

 “la ditta risulta allineata con le principali migliori tecnologie disponibili per lo specifico comparto produttivo, e rientra nei range emissivi delle BAT;

 le emissioni a camino rilevate tramite autocontrolli e/o controlli ispettivi ARPAV confermano il rispetto dei limiti autorizzativi-normativi e rientrano ampiamente nei valori di riferimento indicati nei documenti di indirizzo tecnico del comparto cemento (BRef);

 nel corso degli anni sono state effettuate alcune importanti modifiche di processo tra cui, ad esempio, l’utilizzo di un bruciatore a bassa emissione di ossidi di azoto, l’inserimento di un filtro a maniche per il trattamento dei fumi a valle del forno, e l’allungamento della sezione di precalcinazione che ha l’effetto di ridurre le emissioni di ossidi di azoto;

 l’utilizzo di pneumatici come combustibile alternativo ha evidenziato in modo chiaro un ‘effetto antagonista’

sulle emissioni di NOx (diminuzione) e CO (aumento); le emissioni di CO con utilizzo di pneumatici rimangono comunque contenute entro i limiti normativi;

 le emissioni di diossine sono risultate sempre ampiamente inferiori ai limiti normativi per quanto è desumibile dalle analisi effettuate nel corso del triennio considerato (2006-2008); tali considerazioni valgono sia per il regime di conduzione d’impianto con combustibili ‘alternativi’ (pneumatici) che con combustibili ‘tradizionali’

(pet-cocke);

 l’analisi dei dati di processo correlati con i dati di emissione dimostra come tali interventi hanno portato ad un trend di effettivo miglioramento nelle performance ambientali dell’impianto;

 la gestione ed il sistema di archiviazione/registrazione dati, migliorabile nell’ambito della futura autorizzazione AIA, permette già fin d’ora agli enti terzi di verificare e di mantenere traccia dei principali parametri operativi/gestionali di processo.”

11.2.4.2. Simulazioni modellistiche della dispersione degli inquinanti

ARPA ha condotto appositi studi modellistici matematico-previsionali della diffusione degli inquinanti nell’ambiente circostante finalizzati a:

 verificare il rispetto dei limiti di qualità dell’aria attraverso il calcolo delle concentrazioni a 2 m di altezza (senza considerare eventuali deposizioni al suolo);

 stimare il ‘carico ambientale’ inteso come flussi di deposizione al suolo degli inquinanti

“Il calcolo di dispersione e di deposizione degli inquinati atmosferici ha riguardato per l’anno 2008 le emissioni provenienti dal camino del forno (punto di emissione 16) e dal camino del raffreddatore del clinker (punto di emissione 17). La stima dei flussi di massa per i macroinquinanti emessi dal camino 16 (SO2, NOx, PM, CO, HCl, HF) è stata ottenuta dall’analisi delle registrazioni in continuo del sistema di monitoraggio alle emissioni (SME) installato e mantenuto dalla ditta. Per i microinquinanti organici ed inorganici (IPA, PCDD/F, metalli) emessi dal camino 16 e solo per le polveri (PM) emesse dal camino 17, la stima dei flussi di massa è stata

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invece ricavata dai dati disponibili per l’anno 2008, ottenuti da procedure di autocontrollo periodico della ditta oppure da verifiche ispettive ARPAV.

Le simulazioni di dispersione e di deposizione degli inquinati emessi dal cementificio sono state prodotte utilizzando due differenti modelli: CALPUFF (in catena al preprocessore meteorologico CALMET) ed ADMS- Urban. […]

I più significativi elementi di valutazione in riferimento alle stime prodotte con la catena modellistica CALMET/CALPUFF e con ADMS-Urban sono sinteticamente riassumibili nei seguenti punti:

 non è risultata alcuna significativa correlazione tra misure in campo degli inquinanti e relative stime ‘sul punto’; la mancata correlazione ‘misura vs modello’ indica indirettamente che il ‘segnale’ prodotto dalle emissioni del cementificio è molto basso rispetto al valore complessivo di concentrazione ambientale che rende conto anche del contributo di tutte le altre fonti di pressione presenti sul territorio; inoltre, c’è da rilevare che le concentrazioni stimate dal modello nei vari punti del dominio di calcolo sono molto spesso inferiori o prossime ai limiti di rilevabilità della strumentazione utilizzata per le misure in campo di qualità dell’aria;

 per tutti gli inquinanti, ad eccezione degli ossidi di azoto (NO2 e NOx) su cui si riferirà in dettaglio nel punto seguente, le stime di concentrazione stimate dai modelli hanno evidenziato valori ‘medi annuali’ (massimi spaziali di dominio) molto bassi (max 2%) rispetto ai corrispondenti limiti normativi sulla qualità dell’aria;

 le emissioni di ossidi di azoto (NO2 e NOx) hanno evidenziato il contributo maggiore in termini di impatto sulla qualità dell’aria, che comunque rimane contenuto entro un intervallo percentuale molto inferiore rispetto ai corrispondenti limiti normativi: 18% per la stima della media annuale e 32% per la stima del 99.8°

percentile delle medie orarie (ossia il 19° valore più alto della serie annuale di medie orarie); solo per la stima del 99.8° percentile con la catena modellistica CALMET/CALPUFF è stato, invece, evidenziato, un valore prossimo al limite normativo di 200 µg/m3 (DM 60/02) [....];

 per quanto riguarda le polveri, le stime dei valori massimi di concentrazione e di deposizione sono risultati significativamente inferiori (<2%) sia ai valori di legge che alle linee guida individuate nella letteratura tecnica di riferimento [....];

 per i microinquinanti organici (IPA, diossine e furani) ed inorganici (metalli), le stime dei valori massimi di concentrazione all’interno del dominio di calcolo sono risultati largamente inferiori (<<1%) sia ai valori normativi prescrittivi (ove presenti) che alle linee guida individuate nella letteratura tecnica di riferimento; in modo del tutto analogo le considerazioni sopra riportate valgono anche per le stime dei flussi di deposizione al suolo che non hanno mai superato il 20% dei valori di riferimento; l’unica parziale eccezione è rappresentata dal mercurio che rispetto ai valori di deposizione proposti come linee guida di riferimento ha evidenziato valori sensibilmente più alti ma che sono certamente riconducibili alle difficoltà tecniche di simulare un inquinante caratterizzato da una chimica-fisica delle emissioni a camino, di trasporto, di trasformazione e di esposizione estremamente complessa [....];

 per tutti gli inquinanti, le stime dei valori massimi di concentrazione e dei flussi di deposizione sono sempre riferite ai ‘punti’ più prossimi all’area industriale del cementificio; tutti i ‘punti di ricaduta’ maggiormente impattati sono compresi entro un raggio massimo di circa 300-400 metri, in direzione prevalente Sud-Est

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In estrema sintesi, per concludere rispetto alla valutazione complessiva dell’impatto ambientale riconducibile all’attività del cementificio sul territorio del Comune di Pederobba, appare evidente che, in base ai risultati delle simulazioni modellistiche, gli effetti sulla qualità dell’aria e sulle deposizioni al suolo degli inquinanti risultano generalmente limitati, fatte salve eventuali ‘situazioni critiche’ di breve periodo che possono dipendere fortemente da specifiche condizioni meteorologiche.”

11.3. Lo stato di salute della popolazione

Lo stato di salute della popolazione residente nel territorio limitrofo allo Stabilimento di Pederobba è ricavabile dai dati pubblicati dall’ l’Istituto Superiore di Sanità, con particolare riferimento ai dati di mortalità, con disaggregazioni territoriali diversificate e spesso troppo ampie per una utile valutazione di merito.

L’Istituto Superiore di Sanità pubblica periodicamente dati di mortalità per provincia (e quindi anche riferiti alla provincia di Treviso) (si veda esemplificativamente: Manno V. e coll., La mortalità in Italia nell’anno 2012, Rapporti Istisan 15/2, Roma 2015). E dati per provincia sono pubblicati dal SER Sistema Epidemiologico Regione del Veneto (si vedano i vari rapporti sulla mortalità in regione, di cui l’ultimo: Fedeli U. e coll., La mortalità nella Regione del Veneto Periodo 2010-2013, Padova novembre 2015).

La provincia è però un indicatore geografico troppo ampio per discutere appropriatamente degli argomenti trattati in questo documento, perché le eventuali ricadute di esposizione del cementificio di Pederobba interessano un territorio molto più ridotto rispetto all’intera provincia di Treviso: servono pertanto analisi geografiche più dettagliate.

Una valutazione dello stato di salute della popolazione può essere condotta solo facendo riferimento alle notizie ed informazioni pubblicate (o comunque rese disponibili) dagli Enti che sono in possesso delle informazioni utili allo scopo. Per questo motivo, prioritariamente alla preparazione del presente documento è stata condotta una approfondita ricerca bibliografica tesa ad individuare tutti i documenti sanitari contenenti informazioni sulla salute riferibili al territorio di interesse e con notizie relative all’ultimo decennio. Una analisi così estesa e completa non ci risulta essere presente in letteratura. Tutti i documenti rintracciati sono presentati e commentati nel seguito senza alcun tipo di selezione: questo è il motivo per cui, a seguire, vengono esaminate le informazioni sanitarie sullo stato di salute della popolazione prodotte (e pubblicate) dagli Enti competenti (Regione, ULSS, …), che presentino una disaggregazione territoriale per ULSS o ulteriormente specificata (distretto, comune), e che siano riferiti all’ultimo decennio.

La ULSS di interesse è la ULSS8 di Asolo, il distretto è quello di Valdobbiadene, il comune è quello di Pederobba. La mappa che segue colloca la posizione della U nel contesto territoriale delle ULSS della Regione Veneto.

Dal gennaio 2017 la ULSS8 è stata accorpata con la ULSS7 e ULSS9 nella ULSS2 Marca Trevigiana; di seguito si farà comunque rierimento alla ULSS8 che rappresenta l’ambito territoriale di riferimento per l’analisi svolta.

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Figura 55: individuazione delle aziende ULSS della Regione Veneto

La presentazione delle informazioni che segue adotta un approccio cronologico (dalle informazioni sanitarie più antiche a quelle più recenti), anche con lo scopo di evidenziare (seppure indirettamente) l’evoluzione nel tempo che ha interessato lo stato di salute della popolazione dei territori esaminati, per alcune patologie selezionate (le più direttamente interessate, o vicine, alle problematiche, in generale, di tipo ambientale).

In considerazione dello sforzo di ricerca adottato nella individuazione delle fonti, l’eventuale incompletezza e l’eterogeneità delle informazioni qui presentate dipendono esclusivamente dalle informazioni disponibili nei documenti pubblicati e non sono pertanto attribuibili ad una selezione delle informazioni effettuata da chi scrive.

A scanso di equivoci, ma anche al fine di non indurre errate interpretazioni dei fenomeni che vengono considerati, è bene rilevare che nel territorio esaminato esistono plurime fonti di emissioni di sostanze potenzialmente dannose per la salute (si veda, solo a titolo di esempio, il documento “Correlazione tra qualità dell’aria e indicatori di salute. Analisi valutativa derivata dai valori di PM10 in quattro comuni della Provincia di Treviso, Contributo delle Aziende ULSS 7 e ULSS 8 del Veneto al funzionamento del “Tavolo Tecnico Intercomunale per l’Ambiente e la Salute” (Atto d’intesa del 28 gennaio 2013), a cura di Martina Bortoletto e

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coll. delle ULSS 7 e 8 del Veneto”) e pertanto i risultati di salute che saranno presentati nel seguito non potranno in alcun modo essere ricondotti alla sola presenza delle attività del cementificio.

Ciò premesso, in sintesi le informazioni sanitarie oggi disponibili sono le seguenti:

 Mortalità per causa, sesso, ed ULSS, per il periodo 2004-2007: “La mortalità nel Veneto dal 2000 al 2007”, Coordinamento del SER - Settembre del 2009 (Paragrafo 11.3.2)

 Mortalità per causa, sesso, ed ULSS 8, per il periodo 2003-2007: nota prot. 29161 del 25.5.2009 della Azienda ULSS 8 di Asolo avente ad oggetto “Qualità dell’aria e dei suoli nel Comune di Pederobba e cause di morte nel territorio della Azienda ULSS n. 8”. (Paragrafo 11.3.3)

 Mortalità per causa, sesso, e distretti della ULSS 8, per il periodo 2003-2007: nota prot. 29161 del 25.5.2009 della Azienda ULSS 8 di Asolo avente ad oggetto “Qualità dell’aria e dei suoli nel Comune di Pederobba e cause di morte nel territorio della Azienda ULSS n. 8” (Paragrafo 11.3.3)

 Mortalità per causa, sesso, ed ULSS, per il periodo 2007-2010 – “La mortalità nella Regione del Veneto Periodo 2007-2010”, SER (Sistema Epidemiologico Regione del Veneto) - Febbraio del 2013 (Paragrafo 11.3.4)

 Mortalità per causa, sesso, ed ULSS 8, per il periodo 2008-2009: “Mortalità per causa nell'Azienda ULSS 8 rispetto al Veneto nel periodo 2008-2009” - SER (Sistema Epidemiologico Regione del Veneto), 9 marzo 2012 (Paragrafo 11.3.5)

 Mortalità per causa, sesso, e distretti della ULSS 8, per il periodo 2008-2009: Mortalità per causa nell'Azienda ULSS 8 rispetto al Veneto nel periodo 2008-2009” - SER (Sistema Epidemiologico Regione del Veneto), 9 marzo 2012 (Paragrafo 11.3.5)

 Mortalità per causa, sesso, ed ULSS, per il periodo 2010-2013: “La mortalità nella Regione del Veneto Periodo 2010-2013”, SER (Sistema Epidemiologico Regione del Veneto) - Novembre del 2015 (Paragrafo 11.3.6)

 Mortalità e ricoveri per causa, e comune, della ULSS 8, per il periodo 2009-2013: “Correlazione tra qualità dell’aria e indicatori di salute. Analisi valutativa derivata dai valori di PM10 in quattro comuni della Provincia di Treviso, Contributo delle Aziende ULSS 7 e ULSS 8 del Veneto al funzionamento del “Tavolo Tecnico Intercomunale per l’Ambiente e la Salute” (Atto d’intesa del 28 gennaio 2013)” (Paragrafo 11.3.7)

Le tabelle e le figure che vengono riportate nel testo che segue sono riprese tal quale (quando possibile) dai documenti pubblicati e non rappresentano rielaborazioni da parte degli scriventi. Per facilità di individuazione delle tabelle/figure stesse all’interno dei documenti da cui sono state tratte si è ritenuto pertanto di mantenere sia la numerazione che le didascalie originali. Per ulteriori commenti di dettaglio si rimanda in ogni caso al testo contenuto negli stessi documenti.

In termini generali, con i commenti proposti viene effettuato un confronto tra i dati relativi al territorio di interesse (ULSS, distretto, comune) e gli analoghi relativi invece all’intera Regione del Veneto, con l’obiettivo di individuare le patologie (o condizioni morbose) per le quali risultino delle differenze di rilievo. In particolare, si è sempre cercato di evidenziare quei risultati in cui le differenze non sono semplicemente un dato di fatto numerico (si

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veda quanto indicato nel glossario alla voce “intervallo di confidenza”) ma assumono una precisa valenza statistica, a prescindere da quale sia la causa effettiva che è all’origine di tale differenza.

Nelle elaborazioni presentate i valori degli indicatori sanitari osservati localmente (provincia, ULSS, comune) sono messi a confronto con i paragonabili valori degli indicatori misurati su scala regionale.

La logica di tale scelta è il frutto di un compromesso tra diverse esigenze:

 una popolazione sufficientemente numerosa, così da garantire la stabilità statistica delle stime;

 una popolazione non influenzata (o influenzata in maniera trascurabile) dai dati dei territori allo studio;

 una popolazione sufficientemente simile alle popolazioni allo studio per quelle caratteristiche di tipo generale che possono influenzare i valori degli indicatori sanitari a prescindere dai fenomeni che sono direttamente allo studio.

La popolazione dell’intera Regione Veneto rappresenta meglio della popolazione provinciale un compromesso tra queste differenti esigenze.

11.3.1. Glossario

Nelle informazioni che vengono proposte nel seguito vi è la presenza di diversi indicatori tipicamente utilizzati sia per descrivere lo stato di salute di una popolazione sia per esprimere il risultato di un confronto con un valore di riferimento o di paragone, sia per aiutare la comprensione del significato statistico dell’indicatore stesso. Dietro il calcolo di tali indicatori vi sono metodologie e strumenti che richiedono adeguate competenze professionali oltre che opportuni strumenti di calcolo e rappresentazione: una loro descrizione di dettaglio all’interno del presente documento sarebbe fuori luogo e pertanto si rimanda ai documenti originali per quanto riguarda la descrizione delle metodologie adottate sia per le valutazioni statistiche sia per le rappresentazioni grafiche.

Al fine però di evitare grossolani errori di interpretazione degli indicatori utilizzati e per guidarne la lettura soprattutto per chi non è abituato al loro uso, il presente paragrafo contiene alcuni elementi essenziali che permettono di districarsi all’interno delle tabelle e delle figure che sono proposte, nonché dei commenti che vengono offerti.

Tasso osservato (TO)

È dato dal rapporto tra il numero di decessi riscontrati e la popolazione. Può essere calcolato per il totale dei decessi o per specifiche patologie. A volte è anche detto tasso grezzo.

Tasso standardizzato (TS)

Il tasso osservato è un indicatore che non tiene conto della struttura della popolazione nella quale è calcolato.

Ne consegue che tassi osservati calcolati tra aree diverse o in tempi diversi all’interno della stessa area possono risultare differenti tra di loro semplicemente a causa della differente struttura della popolazione e non della differente forza della mortalità.

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L’età della popolazione è l’elemento di struttura più tipicamente chiamato in causa: popolazioni più vecchie hanno tassi osservati più elevati, a prescindere dalla forza della mortalità.

Per tenere conto di questo fenomeno, attraverso opportune metodologie che qui non vengono descritte, si usa calcolare il tasso standardizzato, in genere standardizzato per età, cioè un tasso che tiene conto delle differenti strutture per età delle popolazioni in esame.

Senza entrare in ulteriori dettagli, ciò che è di rilievo è che il tasso standardizzato è uno strumento adeguato per effettuare confronti tra tassi: le eventuali differenze che dovessero emergere da tali confronti non sarebbero attribuibili alla eventuale differenza di età delle popolazioni esaminate.

Rapporto standardizzato di mortalità (SMR)

Il Rapporto Standardizzato di Mortalità (SMR, Standardized Mortality Ratio) è un rapporto tra due tassi standardizzati. A prescindere dalle diverse metodologie di calcolo che sono disponibili, esso in genere rappresenta un rapporto nel quale al numeratore è posto il tasso standardizzato della popolazione (ULSS, distretto, comune) allo studio, mentre al denominatore sta il tasso standardizzato della popolazione di riferimento (nel nostro caso: la Regione del Veneto).

Spesso, per sole ragioni di comodità, tale rapporto è moltiplicato per 100.

Il valore dell’indicatore SMR deve essere letto nel modo che segue: quando il SMR è superiore a 100 significa che il tasso standardizzato nella popolazione allo studio è numericamente più grande del tasso standardizzato della popolazione di riferimento; quando il SMR è inferiore a 100 significa che il tasso standardizzato nella popolazione allo studio è numericamente più piccolo del tasso standardizzato della popolazione di riferimento.

Intervallo di confidenza (IC)

Tutti gli indicatori che vengono calcolati in una popolazione numericamente non infinita sono soggetti ad una variabilità statistica considerata naturale. Ciò vale per i tassi osservati, per i tassi standardizzati, per gli SMR, per gli anni di vita persi, e per qualsiasi altro indicatore di salute che viene tipicamente calcolato in un territorio.

Proprio per via di questa variabilità naturale inevitabile ci si deve chiedere quando due tassi (al di là del valore numerico specifico) possono essere ritenuti uguali (ovvero diversi), oppure ci si può chiedere quando un SMR può essere ritenuto uguale a 100 (ovvero diverso).

Il percorso che si utilizza è quello di affidarsi alla statistica facendo ricorso, ad esempio, al concetto di intervallo di confidenza, il quale rappresenta un intervallo di valori plausibili (tenendo conto della variabilità statistica) per quel determinato indicatore.

Senza entrare in complicazioni metodologiche che nel nostro caso sono fuori luogo, per quanto discusso nella presente relazione possiamo schematizzare due situazioni in cui viene utilizzato l’intervallo di confidenza:

Confronto tra un tasso standardizzato territoriale (ULSS; distretto, comune) ed il tasso standardizzato regionale.

Se il tasso regionale cade all’interno dell’intervallo di confidenza del tasso territoriale allora si può concludere

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che i due tassi, pur numericamente non identici, sono in realtà uguali dal punto di vista statistico.

Analogamente, se il tasso regionale cade all’esterno dell’intervallo di confidenza del tasso territoriale allora si può concludere che i due tassi, già numericamente non identici, sono diversi anche dal punto di vista statistico.

Valore di un SMR. Se l’intervallo di confidenza di un SMR territoriale comprende il valore 100 allora si può concludere che il SMR, pur numericamente diverso da 100, è in realtà uguale a 100 dal punto di vista statistico.

Analogamente, se l’intervallo di confidenza di un SMR territoriale non comprende il valore 100 allora si può concludere che il SMR, già numericamente diverso da 100, è in realtà diverso da 100 anche dal punto di vista statistico.

Proprio perché la rilevanza statistica di un risultato è importante, nel testo che segue si è cercato di distinguere sempre tra valore numerico e valore statistico della informazione disponibile, in particolare evidenziando tutti i risultati che hanno un significato statistico. Anche nelle tabelle si trova questo accento quando alcune celle della tabella stessa sono colorate in rosso o in verde: la colorazione in rosso indica che il tasso nella popolazione osservata è superiore, anche in termini statistici, rispetto al tasso nella popolazione di confronto (in genere, la Regione del Veneto); la colorazione in verde indica che il tasso nella popolazione osservata è inferiore, anche in termini statistici, rispetto al tasso nella popolazione di confronto.

Mappe di mortalità su base comunale

Le mappe di mortalità presentate in questo documento sono rappresentazioni grafiche dell’indicatore SMR (vedi sopra). Per attenuare la variabilità campionaria dei dati comunali ed evidenziare la componente strutturale della mortalità della Regione Veneto, le mappe sono state elaborate applicando il metodo non parametrico degli stimatori kernel, che tengono conto non solo del dato di mortalità relativo al singolo comune, ma anche di quanto si è verificato nei comuni limitrofi. Questo perché, per via della piccola numerosità della popolazione residente in molti comuni, una mappa applicata ai singoli comuni sarebbe stata di difficile lettura, in quanto l’elevata variabilità dei dati avrebbe portato ad una distribuzione dei colori a “macchia di leopardo” poco interpretabile dal punto di vista della geografia della salute.

A soli fini di rappresentazione grafica, i valori di SMR per ciascuna causa di morte sono stati suddivisi in quintili, 5 classi contenenti lo stesso numero di comuni, a ciascuna delle quali corrisponde una diversa tonalità di colore.

Anni di vita persi per morte prematura

Secondo le indicazioni dell’OCSE si considera morto prematuramente un soggetto che decede prima di avere compiuto 70 anni di età. Con tale assunzione possono essere calcolati gli anni di vita potenzialmente persi (PYLL), i quali rappresentano la stima del tempo che una persona avrebbe vissuto se non fosse morta prematuramente. Tale misura è spesso adottata per studiare la mortalità in quanto attribuisce un maggior peso alle morti giovanili. Un elevato tasso di anni di vita persi è il segnale di una elevata mortalità prematura

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11.3.2. La mortalità nel Veneto dal 2004 al 2007

Informazioni sulla mortalità della popolazione residente nella ULSS 8 di Asolo sono presenti nel documento “La mortalità nel Veneto dal 2000 al 2007”, prodotto dal Coordinamento del SER (Sistema Epidemiologico Regione del Veneto) nel Settembre del 2009. Il documento presenta, con disaggregazione per causa (solo alcune cause rilevanti), sesso, ed ULSS, i dati di mortalità riferiti al periodo 2004-2007 (o 2000-2007), fornendo informazioni sia sotto di forma di tabelle che di grafici.

Da tale documento sono stati estratti i dati di mortalità per malattie del sistema circolatorio, per il totale dei tumori, per i tumori maligni dei bronchi e dei polmoni, per i tumori maligni di colon e retto, per i tumori maligni dello stomaco, per i tumori maligni della mammella nella donna, per le malattie polmonari croniche ostruttive, per le malattie del fegato, per il diabete mellito, e per gli incidenti stradali.

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Come si può osservare dai dati della tabella la mortalità per malattie del sistema circolatorio della ULSS 8 risulta allineata con l’analoga mortalità dell’intera Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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La mortalità per il totale dei tumori indica che il tasso della ULSS 8 (tendenzialmente più basso che nell’intera regione) risulta allineato (dal punto di vista statistico) con l’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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Anche la mortalità per il tumore maligno dei bronchi e dei polmoni indica che il tasso della ULSS 8 è tendenzialmente più basso che nell’intera regione, ma risulta allineato dal punto di vista statistico con l’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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La mortalità per il tumore maligno di colon e retto risulta praticamente sovrapponibile, sia in termini numerici che dal punto di vista statistico, con l’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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La mortalità per il tumore maligno dello stomaco indica che il tasso della ULSS 8 è tendenzialmente più alto che nell’intera regione (in particolare per i maschi), ma risulta allineato dal punto di vista statistico con l’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati includono anche il territorio della ULSS 8 per i maschi.

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Quasi perfettamente allineata con il valore regionale (sia numericamente che statisticamente) è la mortalità della ULSS 8 per il tumore maligno della mammella nelle donne (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

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Tendenzialmente più elevata nei maschi e più bassa nelle donne (in termini numerici) è la mortalità della ULSS 8 per le malattie polmonari croniche ostruttive rispetto all’intera regione, ma i due risultati sono allineati dal punto di vista statistico con l’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati includono per i maschi anche qualche territorio della ULSS 8.

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Rispetto all’intera regione tendenzialmente più elevata per i maschi, ma non per le femmine, è la mortalità per le malattie del fegato nella ULSS 8, ma i risultati sono allineati dal punto di vista statistico con l’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) segnala che le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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In termini numerici è più bassa sia nei maschi che nelle femmine la mortalità per diabete mellito nella ULSS 8 rispetto all’intera regione: il risultato numerico è sostenuto anche dalla valutazione statistica, che indica come i tassi di mortalità per questa patologia nella ULSS 8 risultino più bassi dal punto di vista statistico rispetto all’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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Da ultimo, anche la mortalità per incidenti stradali nella ULSS 8 è tendenzialmente più bassa (in termini numerici) che nell’intera regione, ma risulta allineata dal punto di vista statistico con l’analoga mortalità della Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine (i dati si riferiscono al periodo 2004-2007).

La rappresentazione grafica (i cui dati si riferiscono però al periodo 2000-2007) conferma questo risultato.

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11.3.3. Approfondimento su tumori e distretti

Un approfondimento sul tema dei tumori (e su altre patologie) ed un dettaglio sulla geografia della mortalità nei distretti della ULSS 8 può essere condotto grazie alle informazioni contenute nella nota 29161 del 25.5.2009 della Azienda ULSS 8 di Asolo avente ad oggetto “Qualità dell’aria e dei suoli nel Comune di Pederobba e cause di morte nel territorio della Azienda ULSS n. 8”.

In tale nota, utilizzando i dati di mortalità relativi al periodo 2003-2007, da una parte vengono fornite informazioni di dettaglio su diversi tumori (nonché su altre patologie) assenti dal documento del SER in precedenza considerato (la mortalità della Regione del Veneto nel periodo 2000-2007), e dall’altra viene proposto un approfondimento di analisi riferita ai quattro distretti della ULSS 8 (Asolo, Valdobbiadene, Montebelluna, Castelfranco) per diverse patologie.

Ne emergono i risultati che seguono.

Maschi. Per il totale delle malattie dell’apparato respiratorio e per sintomi, segni e stati morbosi mal definiti, il tasso di mortalità nella ULSS 8 è più elevato (in termini statistici) rispetto alla analoga mortalità della Regione Veneto. Per le altre patologie esaminate (ad esempio: totale tumori, tumori del cavo orale, dell’esofago, dello stomaco, del colon-retto, del fegato, dei bronchi e polmoni, della vescica, dell’encefalo, melanomi, linfomi, mielomi, leucemie, malattie del sistema circolatorio, dell’apparato digerente, malformazioni congenite, condizioni morbose di origine perinatale, traumatismi ed avvelenamenti) la mortalità della ULSS 8 non si distingue statisticamente dalla mortalità della Regione Veneto, anche se i valori numerici a volte sono leggermente inferiori ed altre volte leggermente superiori rispetto ai valori regionali. Vi è da segnalare, infine, che il tasso di mortalità per il tumore della laringe nella ULSS 8 è inferiore a quello della Regione Veneto non solo in termini numerici ma anche dal punto di vista statistico.

Femmine. Per i disturbi psichici e per sintomi, segni e stati morbosi mal definiti, il tasso di mortalità nella ULSS 8 è più elevato (in termini statistici) rispetto alla analoga mortalità della Regione Veneto. Per le altre patologie esaminate (ad esempio: totale tumori, tumori del cavo orale, dell’esofago, dello stomaco, del colon-retto, del fegato, della mammella, dell’utero, della vescica, dell’encefalo, melanomi, linfomi, mielomi, leucemie, malattie del sistema circolatorio, dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente, malformazioni congenite, condizioni morbose di origine perinatale) la mortalità della ULSS 8 non si distingue statisticamente dalla mortalità della Regione Veneto, anche se i valori numerici a volte sono leggermente inferiori ed altre volte leggermente superiori rispetto ai valori regionali. Vi è da segnalare, infine, che il tasso di mortalità per il tumore dei bronchi e dei polmoni, nonché il tasso di mortalità per traumatismi ed avvelenamenti, nella ULSS 8 è inferiore a quello della Regione Veneto non solo in termini numerici ma anche dal punto di vista statistico.

Con riferimento alla analisi per distretto, il tasso di mortalità del distretto di Valdobbiadene risulta superiore (in termini statistici) rispetto all’analogo tasso della Regione Veneto per le seguenti patologie: nei maschi, per le malattie del sistema circolatorio, per sintomi segni e stati morbosi mal definiti, e per il totale dei decessi; nelle femmine, per le malattie del sistema circolatorio, per le malattie dell’apparato genito-urinario, per sintomi segni e stati morbosi mal definiti.

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11.3.4. La mortalità nella Regione del Veneto Periodo 2007-2010

Informazioni sulla mortalità della popolazione residente nella ULSS 8 di Asolo sono presenti nel documento “La mortalità nella Regione del Veneto Periodo 2007-2010”, prodotto dal SER (Sistema Epidemiologico Regione del Veneto) nel Febbraio del 2013. Il documento presenta, con disaggregazione per causa (solo alcune cause rilevanti), sesso, ed ULSS, i dati di mortalità riferiti al periodo 2007-2010, fornendo informazioni sia sotto di forma di tabelle che di grafici.

Da tale documento sono stati estratti i dati di mortalità per il totale dei decessi, per le malattie del sistema circolatorio, per il totale dei tumori, per i tumori maligni dei bronchi e dei polmoni, per i tumori maligni di colon e retto, per i tumori maligni della mammella nella donna, per le malattie polmonari croniche ostruttive (COPD),

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per le malattie del fegato, per il diabete mellito, e per gli incidenti stradali. Inoltre sono stati estratti gli anni di vita persi per il totale delle cause di morte.

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Come si può osservare dai dati della tabella la mortalità per il totale delle cause nella ULSS 8 risulta allineata con l’analoga mortalità dell’intera Regione Veneto sia per i soggetti maschi che per le femmine.

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La mortalità per malattie del sistema circolatorio della ULSS 8 risulta uguale alla analoga mortalità dell’intera Regione Veneto per le femmine. Per i maschi il tasso di mortalità per tali malattie nella ULSS 8 risulta leggermente più elevato (in termini numerici) rispetto all’intera Regione ma allineato dal punto di vista statistico.

La rappresentazione grafica conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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La mortalità per il totale dei tumori indica che il tasso della ULSS 8 è significativamente più basso (in termini statistici) rispetto all’analogo dell’intera regione per i soggetti maschi, mentre risulta allineato con la mortalità per tumori della Regione Veneto per le femmine.

La rappresentazione grafica conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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La mortalità per il tumore maligno dei bronchi e dei polmoni indica che il tasso della ULSS 8 è più basso che nell’intera regione: allineato dal punto di vista statistico con l’analoga mortalità della Regione Veneto per le femmine e più basso in termini statisticamente significativi per i maschi.

La rappresentazione grafica conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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Anche la mortalità per il tumore maligno di colon e retto presenta un andamento simile a quella del tumore del polmone: risulta praticamente sovrapponibile, sia in termini numerici che dal punto di vista statistico, con l’analoga mortalità della Regione Veneto per le femmine, mentre per i soggetti maschi la mortalità è inferiore a quella della Regione in maniera statisticamente significativa.

La rappresentazione grafica conferma questo risultato: le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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Perfettamente allineata con il valore regionale (sia numericamente che statisticamente) è la mortalità della ULSS 8 per il tumore maligno della mammella nelle donne.

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In linea con la mortalità regionale (sia nei maschi che nelle femmine) è anche la mortalità della ULSS 8 per le malattie polmonari croniche ostruttive (COPD).

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E allineata alla mortalità dell’intera regione (sia per i maschi che per le femmine) è la mortalità per le malattie del fegato nella ULSS 8.

La rappresentazione grafica segnala che le aree scure che indicano valori dei tassi di mortalità più elevati non includono il territorio della ULSS 8.

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Non si discosta dai valori regionali (sia nei maschi che nelle femmine) la mortalità per diabete mellito nella ULSS 8.

Da ultimo, la mortalità per incidenti stradali nella ULSS 8 è tendenzialmente più alta (in termini numerici) che nell’intera regione per i maschi, ma risulta allineata dal punto di vista statistico. Per le femmine tale mortalità è analoga a quella della Regione Veneto.

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Il rapporto che stiamo considerando, oltre ai tassi di mortalità già esposti, ha proposto anche una valutazione del numero di anni di vita persi per il totale delle cause di morte [Nota Bene: si veda il rapporto originale per la spiegazione della metodologia adottata per calcolare questo indicatore].

Come si può osservare dalle figure che seguono, sia per i maschi che per le femmine il tasso di anni di vita persi nella ULSS 8 è inferiore alla media regionale.

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