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UNA GRANDE AMICIZIA A COLORI

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Academic year: 2022

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UNA GRANDE AMICIZIA “ A COLORI “

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Siamo nella seconda metà dell’800. Il nostro paese continua ad essere meta dei maggiori artisti e uomini di cultura d’Europa che fremono per effettuare il loro “viaggio in Italia”

Arrivano Goethe, Sir Richard Colt Hoare, Theodor Mommsen ed altri ancora.

In Danimarca, un pittore già affermato, di nome Kristian Zahrtmann, decide di venire anche lui al sud per rinnovare la sua vena pittorica. È in cerca “dello splendore della luce” e non c’è posto migliore della nostra penisola per trovarlo. Nella primavera del 1890 arriva in Italia e, per una serie di circostanze, si trova a percorrere la strada in salita che porta a Civita D’Antino, un paesino in provincia dell’Aquila, sull’alta valle del fiume Liri, al confine con il Lazio.

Qui riceve un’accoglienza straordinaria, enormemente diversa da quella riservatagli nel suo paese natale. I pochi abitanti di Civita lo accolgono come uno di loro e si prestano con gioia a fare da modelli per suoi quadri. Zahrtmann trova una grande ospitalità presso la famiglia Cerroni e inizia a dipingere. Raffigura la gioia di vivere che vede nei volti dei contadini, la bellezza e l’eleganza delle donne agghindate con splendidi costumi, i meravigliosi colori della natura, bagnati da una luce straordinaria.

Trascorre tutta l’estate a dipingere, affascinato da quel mondo così diverso dal suo.

Ai primi segnali dell’imminente inverno, quando la luce che tanto ama, diventa meno splendente e il freddo non gli consente più di dipingere “en plein air” Zahrtmann lascia il borgo, ma promette di tornare a trovare i suoi amici.

L’anno successivo, in primavera, si ripresenta e la gente lo accoglie festosa.

Decide di scrivere in Danimarca ai suoi colleghi pittori invitandoli a raggiungerlo. Il messaggio viene accolto con entusiasmo e in tanti arrivano a Civita D’Antino.

Il piccolo paese abruzzese diventa un atelier in cui quegli uomini, venuti da così lontano, trovano ispirazione per le loro opere. Nascono così tanti dipinti aventi come soggetto gli uomini, le donne e le scene di vita del paese.

Ad ognuno dei suoi connazionali Zahrtmann chiede di lasciare, prima di prendere la via del ritorno, un proprio stemma a testimonianza dell’affetto nutrito per questa terra.

Lo splendido connubio fra i pittori scandinavi e gli abitanti di Civita D’Antino dura per oltre vent’anni.

Poi, nel 1915, un violento terremoto distrugge la Marsica e la valle del Liri, deturpando anche Civita D’Antino.

Come capitato più volte nel corso di tanti secoli, questa fragile e bellissima terra viene colpita da un evento devastante che provoca la morte di più di 30.000 suoi figli.

Tutto cade nell’oblio. Il ricordo dei quelle splendide estati di Civita D’Antino rimane soltanto nelle immagini e nei colori dei pittori venuti dal freddo.

Oggi, a memoria di quell’epoca restano poche cose: il muro della “Pensione Cervoni” di Civita dove sono raffigurati gli stemmi dei pittori. La scritta: “Casa D’Antino” che Zahrtmann volle fosse riportata all’ingresso della sua casa di Copenaghen. Soprattutto, però, restano le opere di quegli artisti che oggi sono esposte, a cura della Fondazione Pescarabruzzo, nelle sale del nuovo IMAGO Museum,

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nel palazzo ex Banco di Napoli di Pescara. Attendono silenziosi che passi questo periodo buio per affascinarci ancora con il racconto della loro irripetibile vicenda.

Foto: alcuni dipinti di Kristian Zarthman e dei suoi allievi.

Fonte: Fondazione Pescarabruzzo

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