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Avvenire Laziosette dicembre 2015

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Academic year: 2022

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Avvenire Laziosette 6

dicembre 2015

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Solennità dell’Immacolata Concezione a Sant’Elia Fiumerapido

Solennità Immacolata Concezione

Con gioiosa letizia i fedeli di S.Elia F.R. e quanti si sono uniti alla preghiera dei paesi limtrofi, la nostra porzione di chiesa ha vissuto la novena con spirito di fede e di intensa devozione. La preghiera del S.Rosario per le vocazioni, il canto alla Madonna, la celebrazione Eucaristica sono stati momenti belli e attesi da tutto il popolo. Anche il Vescovo ha voluto essere presente a questo momento di vita spirituale ed ecclesiale il 7 mattina con la celebrazione Eucaristica da lui presieduta. Ha espresso il suo compiacimento per la preghiera vocazionale guidata da Don William, per l’innocenza dei piccoli che hanno pregato le Ave Maria e per la costanza di fedeli alla frequenza mattutina della novena. Dopo la celebrazione del 7 mattina, con una suggestiva fiaccolata, all’alba la statua della Madonna è stata riportata nella Chiesa di S.Sebastiano; nuovamente il Vescovo ha apprezzato e benedetto ogni iniziativa di aggregazione che valga dagli adulti esempio per le nuove generazioni. Ha augurato, ancora, buona festa dell’Immacolata invocando frutti copiosi e grazie celeste dall’intercessione della Madonna. Il cammino novenale ha previsto, per il giorno 5, una manifestazione di preghiera cantata da: il “Coro Parrocchiale” di S.Elia F.R. diretto da Angela Lanni, la “Corale San Basilio Vescovo” di Caira diretta da Alessandra Trelle, la “Corale SS.Assunta” di Terelle diretta da Daniela Azzoli, il “Coro Parrocchiale Chiesa Madre”

di Cassino diretto da Mario Lucido, la “Corale Santo Stefano”

di Settefrati diretta da Lucrezia Cardelli, e la “Corale Santa

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Maria dell’Ulivo” di Olivella diretta da Teresa Carinci.

Piacevole l’entusiasmo suscitato, e profondo l’interesse per la scelta dei brani cantati che hanno elevato l’animo a Dio ed al mistero della Salvezza, e che hanno raggiunto il loro apice allorquando è stato eseguito, da tutti i cori partecipanti, il brano “EMMANUEL” di K.Wojtila. Il giorno 8 solennità dell’Immacolata, dopo la solenne celebrazione dell’Eucarestia delle 10,30, animata dal coro G.Bozzelli diretto dal Maestro Vincenzo Sanso, si è snodata la particolare processione che ha portato per le vie del paese tutte le statue dei Santi venerati nella nostra chiesa di S.Sebastiano per dar lode e far corona a Maria Immacolata regina e madre di tutti i Santi.

La bella giornata di sole ha acceso nei cuori viva partecipazione; è stato bello constatare la gara di devozione per i portatori delle statue manifestando per figli e nipoti e anziani la simpatia spirituale per questo servizio alla comunità. La catechesi processionale, guidata da Don William, ha messo in evidenza in particolare il carisma di ciascun Santo invitando i fedeli a imitarne l’esempio guardando sempre alla Madonna che ci aiuta a sconfiggere ogni male. Non è mancata la preghiera ed il pensiero al mondo della sofferenza, degli impossibilitati ad essere presenti e per tutti gli emigrati che hanno a cuore questa festa tanto cara a noi ed alle generazioni che ci hanno preceduto.

Con gioiosa letizia i fedeli di S.Elia F.R. e quanti si sono uniti alla preghiera dei paesi limtrofi, la nostra porzione di chiesa ha vissuto ka novena con spirito di fede e di intenza devozione. La preghiera del S.Rosario per le vocazioni, il canto alla Madonna, la celebrazione Eucaristica sono stati momenti belli e attesi da tutto il popolo. Anche il Vescovo ha voluto essere presente a questo momento di vita spirituale ed ecclesiale il 7 mattina con la celebrazione Eucaristica da lui presieduta. Ha espresso il suo compiacimento per la preghiera vocazionale guidata da Don William, per l’innocenza dei piccoli che hanno pregato le Ave Maria e per la costanza di fedeli alla frequenza mattutina della novena. Dopo la

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celebrazione del 7 mattina, con una suggestiva fiaccolata, all’alba la statua della Madonna è stata riportata nella Chiesa di S.Sebastiano; nuovamente il Vescovo ha apprezzato e benedetto ogni iniziativa di aggregazione che valga dagli adulti esempio per le nuove generazioni. Ha augurato, ancora, buona festa dell’Immacolata invocando frutti copiosi e grazie celeste dall’intercessione della Madonna.

Il cammino novenale ha previsto, per il giorno 5, una manifestazione di preghiera cantata da: il “Coro Parrocchiale”

di S.Elia F.R. diretto da Angela Lanni, la “Corale San Basilio Vescovo” di Caira diretta da Alessandra Trelle, la “Corale SS.Assunta” di Terelle diretta da Daniela Azzoli, il “Coro Parrocchiale Chiesa Madre” di Cassino diretto da Mario Lucido, la “Corale Santo Stefano” di Settefrati diretta da Lucrezia Cardelli, e la “Corale Santa Maria dell’Ulivo” di Olivella diretta da Teresa Carinci. Piacevole l’entusiasmo suscitato, e profondo l’interesse per la scelta dei brani cantati che hanno elevato l’animo a Dio ed al mistero della Salvezza, e che hanno raggiunto il loro apice allorquando è stato eseguito, da tutti i cori partecipanti, il brano “EMMANUEL” di K.Wojtila.

Il giorno 8 solennità dell’Immacolata, dopo la solenne celebrazione dell’Eucarestia delle 10,30, animata dal coro G.Bozzelli diretto dal Maestro Vincenzo Sanso, si è snodata la particolare processione che ha portato per le vie del paese tutte le statue dei Santi venerati nella nostra chiesa di S.Sebastiano per dar lode e far corona a Maria Immacolata regina e madre di tutti i Santi.

La bella giornata di sole ha acceso nei cuori viva partecipazione; è stato bello constatare la gara di devozione per i portatori delle statue manifestando per figli e nipoti e anziani la simpatia spirituale per questo servizio alla comunità. La catechesi processionale, guidata da Don William, ha messo in evidenza in particolare il carisma di ciascun Santo invitando i fedeli a imitarne l’esempio guardando sempre alla Madonna che ci aiuta a sconfiggere ogni male. Non è

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mancata la preghiera ed il pensiero al mondo della sofferenza, degli impossibilitati ad essere presenti e per tutti gli emigrati che hanno a cuore questa festa tanto cara a noi ed alle generazioni che ci hanno preceduto.

– Maurizio & Simona

Una corona di fiori e luci per Maria

La processione dell’Immacolata e l’incoronazione

Quest’anno la parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino ha apportato una novità alla tradizione dell’8 dicembre: non più il semplice corteo fino alla vicina piazza Diaz per la cerimonia della Incoronazione di Maria, ma una vera processione, con un percorso più lungo e articolato e con r i e n t r o i n c h i e s a e , s o p r a t t u t t o , c o n l a s t a t u a dell’Immacolata.

La processione aux flambeaux si è snodata suggestiva per le vie parrocchiali, tra canti, preghiere e brani musicali eseguiti dalla Banda, fino a giungere in una piazza Diaz gremitissima, davanti alla “Madonnina” collocata sulla sommità di una colonna. Le due bambine che portavano la corona di fiori e luci, dopo un breve momento di preghiera, l’hanno consegnata al Vescovo Gerardo Antonazzo, il quale a sua volta l’ha affidata ai Vigili del Fuoco, già pronti con il loro mezzo e la scala aerea. Momento emozionante, tutti col naso in su ad ammirare il vigile che è salito sulla scala sempre più in alto per raggiungere la statua della Madonna e deporre tra le sue braccia la corona, simbolo della devozione, dell’affetto e dell’affidamento del popolo a Maria. Un rito di

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devozione molto caro ai cassinati, che non manca mai di emozionare e coinvolgere. Prima della benedizione finale, il Vescovo, con sensibilità, ha voluto fissare l’attenzione di tutti sulla scritta incisa sul basamento della statua:

“Cassino da te confortata nell’estrema sciagura, nel Tuo Nome risorta a più fecondo lavoro, da te implora, Maria, che la sua nuova vita sia degna del Tuo Amore” e l’ha letta come una preghiera e al tempo stesso un impegno dei cassinati ad una nuova vita degna dell’amore di Maria.

Il Presepe

Dopo che la processione è tornata in chiesa, ultimo momento è stato la benedizione del Vescovo al presepe allestito nel giardino della scuola delle Suore Stimmatine, vicino alla Madonnina, preceduto da una esibizione di canti natalizi dei bravissimi piccoli alunni, diretti dalla instancabile Susi Comparone e ben imbacuccati nell’aria nebbiosa e fredda della sera. Una bambina ha spiegato il motivo ispiratore del presepe 2015, suggerito da un nonno di nome Antonio, e realizzato dagli alunni di 3ª, 4ª e 5ª elementare.

L’originale presepe era ambientato nel mar Mediterraneo ed i personaggi erano “su un barcone, dove ogni profugo rappresenta Gesù con le sue sofferenze”. Nessuno mai – ha proseguito la piccola speaker – si sofferma veramente a riflettere sulle cause che spingono interi popoli a lasciare la propria terra e a venire in Europa; c’è tutta una parte di mondo che non ha da mangiare, che ha la guerra, la carestia, le epidemie in casa, e per questo fugge in cerca di sopravvivenza. E poi viene lasciata morire su un barcone, o viene considerata e trattata come criminale, solo per il fatto di essere povera. Una cosa è certa, ha affermato la scolara: il mondo non sta bene”. E citando una frase di Papa Francesco, ha concluso: “Il mondo può migliorare soltanto se l’attenzione primaria è rivolta alla persona, in tutte le sue dimensioni, inclusa quella spirituale; se non viene trascurato nessuno compresi i poveri, i malati, i carcerati, i bisognosi e i forestieri”.

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Il vescovo Gerardo ha molto apprezzato l’opera della scuola ed ha avuto parole toccanti su un tema purtroppo tanto attuale, ricordando i numerosi bambini che hanno trovato la morte negli ultimi mesi e nel naufragio dello stesso giorno. Ha inoltre ben sottolineato il valore del presepe, che le Stimmatine, da francescane, hanno sempre avuto molto a cuore, come ha detto Don Benedetto nel ringraziarle.

Infine, alla presenza di una gran folla e di autorità fra cui il vicesindaco Mario Costa, la benedizione ed i saluti finali di una giornata che ha lasciato il segno.

Adriana Letta

Cassino Festa

dell’Immacolata a S. Antonio

La solennità dell’Immacolata, tanto cara al cuore dei fedeli, non poteva certo essere trascurata proprio quest’anno che si arricchisce di tanti altri significati e la parrocchia di S.

Antonio da Padova in Cassino come sempre è stata attiva e solerte per donare alla Madre amata una degna festa. Dopo una novena vissuta intensamente pregando e meditando ogni sera, l’8 dicembre ha visto due momenti particolari, incastonati nelle celebrazioni eucaristiche e ancora una processione e l’incoronazione della statua.

La mattina dell’8 dicembre, quella delle 10,15 è stata la Messa dei bambini che molto numerosi frequentano la scuola di catechismo parrocchiale (oltre seicento!) e al momento della preghiera dei fedeli, il parroco, Don Benedetto

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Minchella, ha chiamato loro, gli innocenti, a portare un fiore alla Vergine Madre, l’Immacolata. Ed è stato uno spettacolo commovente vedere con quale slancio e premura i bambini, un po’ di tutte le età, innalzavano i loro mazzi di fiori per la benedizione e come erano orgogliosi di portarli davanti alla bella statua della Madre celeste esposta con tutti gli onori, invadendo la chiesa di profumi, colori e… movimento. Un momento, condiviso dai numerosi genitori, davvero tenero ed emozionante, che certamente i bambini porteranno nel cuore e nella memoria e potrà costituire per loro un solido punto di riferimento nella vita. La statua dell’Immacolata era quasi sommersa di fiori!

Nel pomeriggio, alle 18,00, la chiesa si è ancora riempita completamente per la solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo, che doveva avere un gran bel vedere dall’altare, una chiesa stracolma: il Piccolo Coro “Valeria Galiero” diretto da Susi Comparone, schierato con la divisa blu e bianca, composto di deliziosi e bravi minicoristi molto compunti e ordinati, il Coro parrocchiale diretto da Paola Scungio che animava la liturgia, una rappresentanza senz’altro scenografica di Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro, gruppi di Azione Cattolica con alcuni bambini seduti a terra, autorità, fedeli numerosi e attenti.

Nell’omelia il Vescovo ha dapprima illustrato i tre grandi motivi della letizia e del giubilo di questo giorno: festa dell’Immacolata Concezione di Maria, apertura del Giubileo straordinario della Misericordia e Giornata diocesana delle Vocazioni, poi ha offerto una densa riflessione sulle letture del giorno.

Un altro elemento di ricchezza della celebrazione è stato il momento in cui i rappresentanti dei vari settori dell’Azione Cattolica parrocchiale, hanno celebrato la “Giornata dell’Adesione” all’associazione, dichiarando pubblicamente la volontà di impegnarsi nella propria vita in favore degli altri nell’associazione e ricevendo la tessera, benedetta dal

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celebrante.

Al termine della Celebrazione, Don Benedetto ha ringraziato il Vescovo e gli intervenuti, ha rivelato che il restauro della statua dell’Immacolata è stato eseguito, più di un anno fa, prima della fusione delle due diocesi, in un paese in provincia di Lecce, proprio vicino al paese natale del vescovo, quasi un ricamo della Provvidenza che intendeva avvicinare le due realtà e creare legami; ha poi preannunciato che si farà, a fine gennaio, un Giubileo parrocchiale che, per avere il senso del “pellegrinare”, porterà i parrocchiani a Sora, nella chiesa giubilare, che sarà raggiunta dopo un breve percorso a piedi. Poi, abbassate le luci in chiesa, sono stati distribuiti ai fedeli i flambeaux per prepararsi alla processione.

Adriana Letta

Maria, la prima Porta Santa

Celebrazione Eucaristica della Festa dell’Immacolata S. Restituta – Sora

Alle ore 10:59 del giorno 8 dicembre 2015, la chiesa di S.

Restituta in Sora è gremita. Tutti sono in attesa dell’inizio della solenne celebrazione presieduta dal Vescovo Antonazzo.

Allo stesso tempo però, coloro che sono entrati, hanno già rivolto il loro sguardo agli omaggi floreali che la città di Sora, nei suoi vari gruppi, parrocchie, associazioni, enti e quant’altro, ha voluto porgere come da tradizione a Maria Immacolata.

L’Eucarestia arriva a conclusione della tradizionale novena di

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preparazione che si svolge ogni anno proprio in questa chiesa.

Sulle note del canto “Salve, o Dolce Vergine” eseguito dal bel c o r o p a r r o c c h i a l e , è i n i z i a t a c o s ì l a m e s s a , c o n l’incensazione dell’altare e il saluto alla Madonna, portato dal vescovo e da Don Bruno Antonellis.

Questa festa dell’Immacolata è stata veramente particolare perché coincidente con l’apertura del Giubileo della Misericordia. Il richiamo del nostro Vescovo Gerardo a questo evento straordinario è stato perciò immediato e diretto durante l’omelia.

La parola Giubileo, viene dal termine “giubilo” che non vuole significare semplicemente una serenità data dal canto, ma un godimento sublime e spirituale, dettato da una melodia che non ha bisogno di parole, una melodia che si fa silenzio e produce grande stupore.

Dalle due domande del libro della Genesi: “Dove sei?…Che hai fatto?”, che Dio rivolge ad Adamo ed Eva e che mostrano tutta la debolezza dell’Uomo, si instilla il primo germe di speranza, il primo gesto di misericordia di Dio, che preannuncia l’inimicizia tra il serpente (simbolo del male) e la donna (che rappresenta la stirpe umana) e che avrà il suo compimento proprio in Maria, la prima porta Santa. La meraviglia di questa porta è che la maniglia è sempre dalla nostra parte, sta solo a noi afferrarla ed aprire.

Tutta la Messa è stata quindi incentrata su tali parole di speranza e sull’affidamento alla Madre Celeste a cui è stata rivolta la preghiera finale. Prima di congedare l’assemblea, il Vescovo ha benedetto il presepe parrocchiale, simbolo del Natale che ci è stato donato proprio grazie al “Sì”

incondizionato di colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto.

Una festa grande quella di oggi, molto sentita dal popolo sorano e non solo e che ci proietta al prossimo appuntamento

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del 25 dicembre, con la consapevolezza che siamo in anno di grazia e che il Signore ci aspetta a braccia aperte, anzi per meglio dire … a porte aperte.

Articolo e foto: Piercarlo Gugliotta

Il Vescovo nella parrocchia Santa Maria di Civita in Arpino

Nella mattinata dell’ 8 dicembre, come da tradizione, Sua Eccellenza Mons.

Gerardo Antonazzo ha celebrato la santa Messa delle ore 9:30 presso il Santuario Santa Maria di Civita in Arpino.

Erano presenti il parroco don Antonio di Lorenzo, i diaconi Giuseppe Rizzo e Mario Germani e le confraternite appartenenti alle Chiese che fanno parte della medesima parrocchia.

L’omelia di Sua Eccellenza è stata pienamente rivolta alla figura di Maria.

Nella prima lettura “dal libro della Genesi”, il vescovo ha messo in evidenza la

“voce di Dio”, ovvero il Suo parlare all’uomo, attraverso due domande cruciali:

Egli chiede all’uomo “Dove sei?” e alla donna chiede “Che hai fatto?”.

La risposta dell’uomo: “Ho udito, ho avuto paura, sono nudo”; la risposta della donna: “Il serpente mi ha ingannata”.

Queste due domande e queste due risposte, afferma il vescovo, ci spiegano quanto l’umanità sia fragile. L’uomo, nella sua condizione da peccatore, diviene una persona ingannata ma da questo peccato Dio interviene e preannuncia che dalla stirpe della donna e dell’uomo ingannati, nascerà un Messia.

Dio non si rassegna ai nostri peccati ed invita tutti noi a guardare lontano, al Messia.

Sua Eccellenza pone una domanda: quando interverrà Dio per risanare i nostri peccati? Dopo milioni di anni, Egli sceglie Maria, la donna che accoglie la parola dell’Angelo attraverso il suo cuore e acconsente con il “Sì” alla volontà

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di Dio, cogliendo il Suo amore ma restando nello stesso tempo serva.

In Maria, Dio apre la prima porta Santa: Essa ha dato, con il suo consenso, l’accesso a Dio stesso. Come afferma Papa Francesco: “Dio ha bussato alla porta di Maria” ed aggiunge il vescovo: “quasi chiede scusa Maria, posso entrare?”.

Sua Eccellenza conclude con l’invito rivolto a tutti nell’entrare in questo Anno Santo seguendo l’amore e l’esempio di Maria che ci conduce in un cammino verso la santità.

Prima della benedizione finale, il parroco don Antonio di Lorenzo, ha ringraziato vivamente Sua Eccellenza per la partecipazione viva e sempre presente in tutta la diocesi, dai centri storici alle comunità di periferia.

Dopo la benedizione all’assemblea, Sua Eccellenza si è diretto verso i ragazzi della casa famiglia di don Antonio, abbracciando amorevolmente tutti i componenti e le educatrici.

Con questa celebrazione, animata dal coro interparrocchiale “Le Mille Voci” di Arpino, si è dato avvio anche ad Arpino un percorso intenso inerente l’Anno Giubilare.

– Simona Giovannone – Foto di Gianna Reale

Convegno “Il tempio della cattedrale”

Il Vescovo Antonazzo apre la giornata di studi presso il Museo della Media Valle del Liri

Si è svolta il 5 dicembre, con grande presenza di pubblico, la giornata di studi dedicata al tema “Il tempio della cattedrale di Sora”. L’evento è stato organizzato dal Comune di Sora e dal Museo della Media Valle del Liri, in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale.

Al centro dei qualificati interventi la storia del tempio italico, risalente al IV sec. a.C., attualmente situato all’interno dell’area della Cattedrale Santa

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Maria Assunta. Sono stati anche illustrati i reperti di grande valore archeologico, rinvenuti nell’area dalla fine degli anni Settanta ad oggi.

Reperti già in parte esposti all’interno del Museo della Media Valle del Liri.

La giornata di studi è stata organizzata il 5 dicembre in occasione del secondo anniversario della morte del Sergente Gabriele Ferri del 41° Reggimento

“Cordenons“ di Sora. Una bellissima figura di militare e di uomo che, al fianco della moglie Manuela Cerqua, allora direttrice del Museo, si è tanto impegnato nelle attività promosse dalla struttura museale.

Il convegno è stato aperto dai saluti delle autorità a partire dal Sindaco Ernesto Tersigni. Quindi, ha preso la parola il Vescovo di Sora Cassino Aquino Pontecorvo Mons. Gerardo Antonazzo che ha definito di grande valore culturale la giornata di studi e ha sottolineato la continuità storica dell’area della cattedrale con l’evoluzione da tempio pagano a chiesa cristiana.

Dopo gli interventi delle autorità, il Preside Luigi Gulia, Presidente del Centro Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”, ha parlato della figura dell’architetto Roberto Marta che realizzò i primi lavori di restauro del tempio mentre l’epigrafista Francesca Cerrone ha svelato i segreti del tesoro della Dea. Manuela Cerqua, già Direttore Scientifico del Museo della Media Valle del Liri e collaboratore archeologo della Soprintendenza, ha spiegato le caratteristiche generali del tempio e del foro mentre l’archeologa Rachele Frasca ha presentato i risultati e i reperti provenienti dai più recenti scavi effettuati dalla Soprintendenza.

A chiudere gli interventi Sandra Gatti, Funzionario Archeologo della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, nonché direttrice scientifica delle indagini archeologiche e dei lavori di scavo effettuati nel tempio della cattedrale. La Dott.ssa Gatti ha lungamente parlato delle piazze forensi di epoca medio repubblicana nel Lazio.

Articolo e foto Ilaria Paolisso

Maria, “porta santa” di

periferia

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Maria, “porta santa” di periferia

Omelia per la solennità dell’Immacolata Inizio dell’Anno giubilare della Misericordia

8 dicembre 2015

Oggi la Chiesa universale celebra con giubilo l’inizio dell’anno santo della misericordia. S. Agostino descrive il

“giubilo” come la melodia dell’animo che, senza bisogno di parole, esprime a Dio stupore, meraviglia, contentezza, godimento spirituale. L’inizio del Giubileo avviene nella solennità di Maria Immacolata. Entrambi gli eventi sono perforati dalle due domande che Dio pone nella lettura di Genesi appena proclamata. All’uomo Dio chiede: “Dove sei?”.

Dio visita l’uomo nel giardino nel quale lo aveva collocato come signore e custode: “(Adamo ed Eva) Udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio” (Gen 3,8). Alla donna chiede: “Che hai fatto?”. Le due rispettive risposte descrivono la condizione drammatica dell’umanità. Adamo afferma: “Ho udito la tua voce, ho avuto paura, perché sono nuovo, e mi sono nascosto”. Mentre la donna deve ammettere: “Il serpente mi ha ingannato”. Peggio di così…si muore! Dio si incammina verso l’uomo e lo cerca perché lo svuole “stanare” dal suo improvvisato nascondiglio. Dio inquieta, mette a disagio, sovverte ogni aggiustamento, è allergico ai nostri anfratti di

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comodo. La sua iniziativa mette a nudo le nostre nudità, fa provare vergogna e paura se esposti al suo sguardo. Ma è proprio in quel momento che Dio getta il primo seme in assoluto della sua misericordia: promette il riscatto da questa condizione negativa dell’umanità, preannunciando il Messia Salvatore il quale sarà forte da schiacciare la testa al serpente.

Dio pellegrino

La delusione non condanna Dio alla rassegnazione. Seguiranno, invece, i molti tentativi per venire incontro all’uomo e disintossicarlo dal veleno dell’antico serpente: “Io sono Colui che era, che è e che viene” (Ap 1,8;4,8). Dio si fa pellegrino per l’uomo: “Tutta la storia umana, così come viene vista dalla Bibbia, è la storia di Dio che cerca l’uomo…La fede di Israele non è il frutto di una ricerca di Dio. Israele non scoprì Dio. Israele fu scoperto da Dio. La Bibbia documenta il fatto che Dio si avvicina all’uomo […]. Dio ha nostalgia per l’opera delle sue mani. Quel rapporto viene travisato quando la chiamata c’è, ma l’uomo non risponde”

(A.J. Heschel, Il messaggio dei profeti).

Quando Dio compirà la sua promessa? Oggi Dio bussa alla porta di Maria per celebrare il suo primo giubileo di misericordia a favore dell’umanità. L’uomo non potrebbe iniziare un autentico pellegrinaggio verso Dio, se Lui per primo non avesse scelto di venirgli incontro. Oggi Dio inizia il suo coraggioso cammino verso l’uomo, per compromettersi e sporcarsi le mani con la lordura dell’umanità. E per portare a compimento questo suo sogno Dio deve compiere un’eccezione che non solo non fa torto a nessuno, ma è benefica per tutti; compie una

“irregolarità” rispetto alla legge di natura nella quale tutti nasciamo segnati dalla fragilità del peccato. Tale

“irregolarità” la liturgia odierna la dichiara “singolare privilegio” (Preghiera dopo la comunione). Dio ha avuto bisogno di Maria di Nazareth, una creatura umana preservata dalla colpa del peccato e dalle sue ferite, per toccare con

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mano la carne umana dei peccatori.

Maria, Porta di periferia

Maria è la porta santa dell’Avvento di Dio. Lui bussa alla porta di Nazareth, villaggio sconosciuto ai più, periferia di poco conto collocata in una regione segnata dal disprezzo e dai pregiudizi. E’ da lì che riparte l’iniziativa con la quale Dio intende mantenere la sua antica promessa: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). Maria Immacolata è la “porta santa”

attraverso la quale Dio passa per raggiungere la nostra condizione umana. Dio interviene sulla creatura di Nazareth per presentarla quale nuova Eva “piena di grazia, degna Madre del tuo Figlio”, segnando in lei “l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo, senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza”

(Prefazio). Maria è la “creatura perfetta”, la “irregolarità”

voluta da Dio per varcare la porta straordinaria del suo cuore, la cui apertura inaugura la venuta giubilare di Dio incontro all’uomo.

Il Sì dell’apertura

Il Sì di Maria inaugura l’esplosione di una grande festa nel Cielo. Lei spalanca la porta dell’intera sua esistenza alla venuta di Dio: il cuore, la mente e il corpo. Il suo grembo verginale sarà “porta” santa attraverso la quale il Verbo fatto carne entrerà nella nostra storia umana. Dio sceglie la porta della femminilità di Maria: con il suo “Ecco” Maria mette a disposizione del Signore tutto il meglio di una Donna nella quale non c’è ombra di peccato. In Maria viene esaltata una femminilità eccezionale per la capacità di amare, di accogliere, di obbedire, di donarsi e sacrificarsi. Il suo Sì è talmente sorprendente da convincere Dio di aver fatto la

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scelta più giusta. “Il pensiero si volge alla Madre della Misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo…Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre” (Bolla di indizione, 24).

Santi e immacolati

Ogni credente è chiamato a divenire porta “santa”, scelta da Dio come Maria per raggiungere i fratelli e le sorelle del nostro tempo. La nostra esistenza in questo anno giubilare deve lasciarsi trasfigurare da Dio nel segno della santità per diventare a nostra volta, come Maria, “porta santa” della misericordia del Signore per questa nostra tormentata storia (dis)umana. L’apostolo Paolo parla della nostra vocazione di cristiani: “in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4). L’azione di Dio passa sempre e soltanto attraverso la porta di una vita santificata dalla sua amicizia. Solo gli umili e i puri di cuore, coloro che diventano “santi e immacolati di fronte a lui nella carità”

(Ef 1,4) scrivono pagine di nuova umanità. Sono coloro che diventano capaci di ascolto e di obbedienza alla sua Parola, offrono ogni giorno il Sì del servizio silenzioso e gratuito, partecipano alla Croce del Signore con l’offerta umile delle proprie sofferenze, restano fedeli all’amore ferito, sono coerenti con il Vangelo incarnato, restano saldi nell’onesta e nella giustizia, edificano con il silenzio più che con le frottole. Le sorti dell’umanità non sono nelle mani delle potenze umane. L’uomo si illude di essere padrone e signore del destino del mondo. La storia non è scritta dai potenti; i grandi della Terra possono comporre solo pagine di cronaca.

Dio guida e salva la storia grazie a quanti, come Maria, diventano la ‘porta santa’ attraverso la quale giunge a tutti l’azione benefica del Signore.

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+ Gerardo Antonazzo

Presentazione del Libro di Rocco de Cesare “La geografia della fede – I segni della storia”

Il 04 Dicembre 2015 alle ore 17 la Sala della Fraternità dell’antico monastero delle suore di clausura Benedettine attiguo alla chiesa di Sant’Andrea nel Quartiere Colle di Arpino, ha ospitato la presentazione del libro “La geografia della fede – I segni della storia”, una raccolta di appunti sulla storia e sull’architettura delle chiese presenti sul territorio di Arpino del prof. Rocco De Cesare, finalizzata alla sensibilizzazione del pubblico auditore al recupero della Chiesa di San Girolamo, in Arpino, che si trova in una situazione di profondo degrado ormai da diverso tempo.

Diverse sono state le iniziative che, da un anno a questa parte, sono state organizzate per dare inizio ad un progetto che veda, come atto preliminare, la sistemazione del tetto della Chiesa ed in seguito punti a recuperare e restaurare l’intera struttura.

Dopo i saluti della Madre Superiore Maria Cristina Pirro, del Sindaco Renato Rea e dell’Assessore alla Cultura Rachele Martino, diversi sono stati gli interventi che si sono succeduti, moderati da Dionisio Paglia. Il primo è stato tenuto dal dott. Saverio Zarrelli, curatore della raccolta e presidente della sede locale dell’Archeoclub, che ha parlato della trascuratezza del sito di San Girolamo come un fenomeno

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di “oblio di un giacimento”, in seguito il docente di Sociologia e Scienze della Comunicazione prof. Maurizio Lozzi ha trattato il tema delle testimonianze di culto ed il loro collegamento con la connotazione territoriale. L’archeologa e consigliere nazionale dell’Archeoclub d’Italia, Maria Cristina Vincenti, ha successivamente rimarcato l’importanza della valorizzazione ambientale e del turismo sostenibile ed ha anticipato l’intenzione della Regione Lazio di creare dei percorsi di interesse storico-religioso-culturale nella città di Arpino, associati a percorsi naturalistici del territorio circostante.

A conclusione della conferenza, le riflessioni del Vescovo della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo S. E. Mons.

Gerardo Antonazzo sull’importanza del recupero artistico di beni ecclesiastici che, alle origini della chiesa, avevano la funzione di istruire il popolo ai principi stessi della fede ed ai contenuti della Bibbia. Tramite la rappresentazione pittorica, l’edificio ecclesiastico conteneva la cosiddetta

“Biblia pauperum”: in questo modo, chiunque, anche il più povero e ignorante, poteva avere una qualche conoscenza della storia della salvezza. Inoltre Sua Eminenza, ha notificato al pubblico auditore la collaborazione con l’Istituto dei Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana per la valorizzazione dei percorsi religiosi che interessano il territorio della Diocesi: la via Francigena, la via Benedicti ed il percorso, di più recente istituzione, verso la Basilica Minore di Canneto, visitata da fedeli provenienti da quattro regioni (Abruzzo, Lazio, Molise, Campania).

La serata si è conclusa con un gradito buffet offerto dall’Azienda Agricola “La Collina” di Arpino.

– Deborah Casinelli – Foto di Gianna Reale

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Omelia per l’inizio del ministero di parroco di don Alessandro Rea

La parola ti renda voce

Omelia per l’inizio del ministero di parroco di don Alessandro Rea

Fontechiari, 6 dicembre 2015 – II domenica d’Avvento

Il tempo dell’Avvento è il tempo del cammino verso Colui che viene. La preghiera iniziale della Colletta incoraggia a chiedere al Signore che “il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio”. Questo movimento del credente deve esprimere il desiderio ardente del cuore, l’apertura sapiente dell’intelligenza e l’operosità del nostro stile di vita sobrio e vigilante.

Nella gioia dell’attesa del Signore, questa comunità accoglie oggi don Alessandro in qualità di parroco. Solo in apparenza sembra non cambiare nulla, dal momento che già da qualche anno don Alessandro svolge il suo ministero in mezzo a voi in qualità di Amministratore parrocchiale. Di fatto, il rito che seguirà alla celebrazione della Parola esprime in modo chiaro la responsabilità pastorale del parroco, soprattutto nella prospettiva peculiare e specifica della stabilità, della

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fedeltà nel servizio della Chiesa e nella totalità della dedizione alla comunità di cui è costituito pastore ad immagine di Cristo (Gv 10).

La vocazione profetica

L’entrata in scena del Battista nel racconto di s. Luca coincide con la venuta della Parola di Dio su di lui. La missione di Giovanni è caratterizzata prima di tutto dall’incontro con la Parola di cui diventerà “voce” profetica con il suo stile di vita e con il fuoco delle sue parole. Il

“venire” della Parola corrisponde ad una vera investitura profetica. L’Antico Testamento presenta la missione profetica come l’incontro con la Parola: ad essa è sottoposta l’esistenza del chiamato. Ciò richiede ascolto obbediente dal quale dipende la fedeltà di colui che dovrà annunciare non la propria volontà ma le intenzioni di Dio per il bene e la salvezza del suo popolo. Di fronte a questa Parola il profeta non può tacere per paura, per vergogna o per vigliaccheria. Il destino di salvezza o di perdizione del popolo potrà dipendere anche dalla coerenza del profeta nell’ annunciare la parola per la conversione. Il Battista è consapevole della sua missione, e a quanti dopo averlo ascoltato con interessa e stupore gli chiederanno: “Che cosa dici di te stesso?”, dichiarerà: “Io sono voce di uno che grida nel deserto” (Gv 1,23). Commenta s. Agostino: “Giovanni la voce, il Signore, invece, in principio era il Verbo. Togli la parola, che cos’è la voce? Non ha nulla di intellegibile, è strepito a vuoto. La voce, senza la parola, colpisce l’orecchio, non apporta nulla alla mente… E poiché è certo difficile distinguere la parola dalla voce, anche lo stesso Giovanni fu ritenuto il Cristo. La voce fu creduta la Parola: ma la voce riconobbe se stessa per non recare danno alla Parola” (Discorso 293,3).

La Parola nel deserto

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Nel vangelo di Luca per ben due volte si parla oggi del deserto, rivelandone due volti diversi. Innanzitutto Giovanni vive nel deserto: quindi la parola di Dio lo coglie nel luogo della solitudine e dell’essenzialità. Nel deserto nessuno ti ascolta. Non puoi parlare con nessuno e nessuno ti parla. Nel deserto vai, se vuoi, per ascoltare Dio, per parlare con lui.

È il luogo dove Dio è l’unica persona presente alla tua vita, alle tue parole, ai tuoi occhi, alle tue orecchie, al tuo cuore. Senza di lui il deserto è la morte.La solitudine sviluppa la gioia del silenzio, mentre l’essenzialità del deserto insegna a riporre la propria fiducia e sicurezza solo in Dio. Il deserto ti priva di oggi appoggio umano, materiale e psicologico. Per questo nella ricca ed esemplare tradizione biblica il deserto rappresenta la condizione migliore per cogliere e accogliere l’evento della Parola. Il deserto educa alla capacità di ascoltare, perché solo il silenzio è grembo che dà vita alla Parola.

In secondo luogo, il Battista, costituito “voce” della Parola, grida “nel deserto”. La sua voce porta un grido di speranza nella desolazione delle prove e delle fatiche che logorano il cammino dell’uomo. Se nel primo significato il “deserto” fa riferimento ad una condizione felice e ottimale di incontro con la Parola, nella seconda ricorrenza il “deserto” rivela anche il suo volto negativo, perché richiama un cammino impervio, con le difficoltà dei burroni, dei colli e dei monti, delle vie tortuose e accidentate. Ognuno di noi attraversa il deserto del peccato che ci rende prigionieri delle nostre debolezze. Nel deserto del peccato si perde la gioia, perché nella profondità del cuore manca la vera soddisfazione. Tanti attraversano il deserto della malattia.

Quando si gode ottima salute si pensa alla malattia come qualcosa che colpisce sempre gli altri, ma può accadere che, ad un tratto, si venga catapultati in questo deserto inospitale di cui, alle volte, non se ne scorge la fine. Altre

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persone attraversano il deserto dei problemi familiari. Anche questo è un deserto terribile che porta desolazione, afflizione, tormento, angoscia, dolore, preoccupazioni. Altri ancora devono misurarsi con il deserto difficile dei tradimenti, delle scaltrezze, della malizia, dell’orgoglio, dell’incomprensione.

La parola del profeta incoraggia e consola, annunciando che alla fine del sofferto cammino “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio” (Lc 3,6). Tutta l’opera di s. Luca (Vangelo e Atti) è il racconto di una salvezza estesa a tutti. Le immagini apocalittiche, soprattutto il livellamento delle strade, indicano una grande speranza. Giovanni, infatti, prepara la venuta del Messia salvatore, così come si spianava la strada per accogliere un sovrano che preannuncia un’era di pace e di benessere.

Dio porta a compimento

Carissimo don Alessandro, il prete è innanzitutto l’uomo della Parola. Il rito di ordinazione diaconale si conclude con la consegna del libro dei vangeli, accompagnata dalle parole del Vescovo: “Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore”. Le promesse che siamo invitati a fare nell’ordinazione diaconale e presbiterale sono concluse da questo augurio: “Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento”. Anche nel testo paolino di questa liturgia abbiamo ascoltato le parole dell’apostolo rivolte ai filippesi impegnati nella cooperazione per il Vangelo: “Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento” (Fil 1,6). La diffusione del Vangelo è per l’apostolo Paolo motivo di gioia e di tenerezza.

E’ affezionato ai filippesi in maniera particolare; è raro che egli si abbandoni così nei suoi scritti. Se il suo cuore è nella gioia, è perché i cristiani di Filippi sono attaccati al Vangelo, non solo perché hanno ascoltato la predicazione

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dell’apostolo, ma anche per aver preso parte alla sua opera missionaria di annuncio.

Anche per noi questo costituisce la prima e fondamentale gioia: l’annuncio della Parola, la conversione dei nostri stili di vita per aver creduto alla predicazione, la partecipazione alla diffusione della Parola.

Il presbitero deve imparare ad amare sempre di più la Parola, per insegnare ad amarla. Dovrà rispettare la sua forza e dolcezza, sarà parola di consolazione e parola di correzione, parola che ferisce e risana, come una spada a doppio taglio (cfr. Ebr 4,12). Bisogna davvero amare la Parola più di se stessi, più dei propri timori e remore, più di ogni compromesso e vigliaccheria: “Amo la mia vecchia Bibbia, quella che ha accompagnato metà della mia vita. Ha visto la mia gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime: è il mio inestimabile tesoro. Vivo di lei e per niente al mondo la darei via… Che cosa tenete in mano?”. Un capolavoro letterario? Una raccolta di antiche e belle storie? Tra le mani avete “qualcosa di divino”, “un libro come fuoco, un libro nel quale Dio parla” (Papa Francesco, Prefazione alla bibbia per ragazzi).

La gioia di s. Paolo nella seconda lettura di oggi è la gioia del Vangelo e per il Vangelo (‘evangelii gaudium’), l’unico motivo dal quale può dipendere ogni altra ragione di vita del presbitero, e senza del quale nulla può renderci pienamente felici di fronte a Dio.

+ Gerardo Antonazzo

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Agenda Pastorale del Vescovo 7-13 dicembre 2015

AGENDA PASTORALE DEL VESCOVO 7-13 dicembre 2015

7 L

5.15 S. ELIA F. R.: Novena Madonna Immacolata 10.30 UDIENZE (Curia Sora)

8 M

6.30 ATINA: S. Messa solennità Immacolata

9,30 ARPINO- Parr. S. Maria di Civita: S.

Messa solennità Immacolata

11,00 SORA-Parr. S. Restituta: S. Messa solennità Immacolata

18.00 CASSINO-Parr. S. Antonio: S. Messa e incoronazione statua Madonna Immacolata

9 Me

09.30 SORA-Ospedale: Visita i malati e incontro

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con gli Operatori

ISOLA DEL LIRI: Visita Hospice della ASL

10 G

09,00 ARPINO-Monastero benedettine: S. Messa Madonna di Loreto

10,30 ARPINO-S. Michele: S. Messa Madonna di Loreto

17,00 ISOLA DEL LIRI- Parr. S. Lorenzo: S. Messa Madonna di Loreto

11 V

9,30 CASSINO-Ospedale: Visita agli ammalati e incontro con gli Operatori

CASSINO: Visita agli ammalati della Casa di cura S. Raffaele 15,30 PONTECORVO-Casa della Salute: Incontro Scuola Infermieri

20,00 CASTROCIELO – S. Lucia: S. Messa per la novena S. Lucia

12 S

10.30 UDIENZE (Curia Sora)

17,00 SORA-Cattedrale: Apertura Porta Santa.

Raduno a s. Restituta e precessione verso la Cattedrale. S.

Messa presieduta da S. Eccellenza Mons. Adriano Bernardini

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13 D

11,00 CANNETO – Apertura Porta Santa

17,00 CASSINO – Apertura Porta Santa. Raduno presso il monastero s. Scolastica e processione verso la Chiesa madre. S. Messa presieduta da S. E. Card. Dominique Mamberti

Apertura della Porta Santa a Sora, a Canneto e a Cassino

Zona SORA – Manifesto 70×100.qxp

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La Chiesa diocesana vivrà la solenne apertura dell’Anno Santo della Misericordia

La Chiesa diocesana vivrà la solenne apertura dell’Anno Santo della Misericordia

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Il 12 dicembre a Sora, il 13 mattina a Canneto e il pomeriggio a Cassino

Le celebrazioni presiedute dal Vescovo Gerardo, dal Nunzio Bernardini e dal Cardinale Mamberti

Gianni Fabrizio

Mentre papa Francesco ha già aperto la “Porta Santa” della cattedrale di Bangui, anche la diocesi di Sora, Cassino, Aquino, Pontecorvo si prepara ad aprire le proprie porte del Giubileo della Misericordia. Il Papa ha voluto sottolineare che «il Giubileo sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari, quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa». Compiranno il gesto più significativo dell’apertura della Porta Santa, attraverso la quale si entrerà per partecipare alla concelebrazione eucaristica solenne e incamminarsi insieme lungo il sentiero della Misericordia, il vescovo mons. Gerardo Antonazzo ed il Nunzio Apostolico, mons. Adriano Bernardini a Sora sabato 12 dicembre alle ore 17.00; il vescovo Gerardo a Canneto,domenica 13 dicembre ,ore 11.00, ed il vescovo, mons. Gerardo Antonazzo con il cardinale Dominique François Joseph Mamberti, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, a Cassino, alle ore 17.00 del pomeriggio di domenica 13 dicembre. Per l’inizio del Giubileo, come comunicato dalla Curia, la nostra Diocesi si muoverà così. A Sora, per le quattro “Zone Pastorali Nord”, Atina, Sora, Balsorano, Isola del Liri, è vietata ogni celebrazione nel pomeriggio di sabato 12 Dicembre. I parroci faranno confluire i fedeli, preferibilmente con pullman che avranno appositi spazi per il parcheggio nella zona del Parco A. Valente”, ex Campo Boario, per le ore 17.00, nella Chiesa di S. Restituta in Sora. I sacerdoti e i fedeli attenderanno per quell’ora l’arrivo del Nunzio Apostolico, mons. Adriano Bernardini, che sarà accolto alle ore 16.30 al casello autostradale di Ferentino e accompagnato da una scorta delle forze dell’ordine, fino a Piazza S. Restituta. Dalla Polizia Locale di Sora sarà predisposto il divieto di sosta e il

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blocco delle auto da Piazza Indipendenza a Piazza Esedra, a partire dalle 14.30. La staffetta scorterà l’auto del Nunzio fino a Piazza S. Restituta, andando contromano per Corso Volsci. A questo punto Il Nunzio, accolto dal vescovo mons.

Gerardo Antonazzo e dal sindaco di Sora, dott. Ernesto Tersigni, procederà verso la Chiesa di S. Restituta per indossare i paramenti. Da questo momento sarà tolto il blocco delle auto e il divieto di sosta da Piazza S. Restituta fino a Piazza Esedra. Partirà quindi la processione da S. Restituta verso il Corso Volsci fino a Piazza Indipendenza. I fedeli che non partecipano alla processione attenderanno ai piedi della scalinata della Cattedrale di S. Maria Assunta, perché la Chiesa deve rimanere vuota. L’ingresso si farà attraverso l’androne. Si procederà al rito dell’apertura della Porta Santa, appunto con il Nunzio ed il vescovo diocesano, cui seguirà la celebrazione della S. Messa, senza altra cerimonia.

All’arrivo della processione sarà tolto il blocco delle auto e il divieto di sosta da Piazza Indipendenza a Piazza S.

Restituta. Sono previsti solo due varchi per accedere a piedi a Piazza Indipendenza: da S. Lucia – Filippo Corridoni e dal Ponte di Ferro, Lungoliri Matteucci, Via Barea, angolo di

“Porta Rossa”. Le auto e i pullman potranno parcheggiare nelle zone adiacenti. Per i portatori di handicap, pulmini o carrozzelle UNITALSI è previsto il parcheggio in Piazza Indipendenza e in Via 11 Febbraio. Per Canneto é previsto il rito d’apertura per le ore 11.00 del 13 dicembre, la terza di Avvento. Essendo domenica, ci sarà la sola partecipazione dei sacerdoti non-parroci e che non hanno impegni pastorali.

Possono raggiungere liberamente Canneto tutti i fedeli che lo vogliano, senza limitazioni. Il rito sarà presieduto dal vescovo Gerardo. Sarà anche questa l’occasione di inaugurare gli ultimi lavori sulla struttura avviati dopo la proclamazione del Santuario a “Basilica Minore”. In caso di neve che potrebbe impedire una larga partecipazione, la cerimonia sarà rinviata. Per Cassino, anche qui , nelle quattro “Zone Pastorali Sud, Cassino, Cervaro, Aquino, Pontecorvo, non si terranno le celebrazione nel pomeriggio di

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domenica 13 dicembre. I parroci faranno confluire i fedeli per le ore 17.00 presso il Monastero delle Benedettine. I sacerdoti e i fedeli attenderanno per quell’ora l’arrivo del cardinale Dominique François Joseph Mamberti, che sarà accolto alle ore 16.45 al casello autostradale di Cassino e accompagnato da una scorta delle forze dell’ordine fino al Monastero delle Benedettine. Alle ore 17.00 muoverà la processione fino alla “Chiesa Madre” di Cassino dove si procederà al Rito dell’apertura e alla Santa Messa.

Il Vescovo incontra la Scuola Cattolica

Confronto con i dirigenti ed il personale scolastico dell’Istituto “S. Maria delle Grazie” di Cassino.

Trovarsi insieme per conoscersi meglio, ascoltarsi, analizzare e verificare insieme le situazioni, le difficoltà, valutare il cammino da percorrere, in un ambito delicato e fondamentale quale è quello educativo. E’ quello che ha fatto martedì 1°

dicembre il Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo, incontrando il personale scolastico dell’Istituto “S. Maria delle Grazie” di Cassino, retto dalle Suore Stimmatine. Erano presenti, nella sala della biblioteca, Suor Ester, Suor Chiara, il Dirigente prof. Antonio Simeone, le insegnanti e tutto il personale dell’asilo nido, della scuola materna e della primaria.

Un incontro informale, amichevole, che – su sollecitazione del Dirigente Simeone – è iniziato parlando di fatti preoccupanti e disorientanti della situazione nazionale ed internazionale, che rischiano di destabilizzare le coscienze e indurre le persone alla resa nei confronti del male che sembra prendere

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il sopravvento. La parola del Vescovo è stata chiara, illuminante e incoraggiante.

Poi si è passati ad esaminare nello specifico la situazione della scuola cattolica oggi. E’ emerso un quadro certo problematico, irto di difficoltà di ogni tipo. Enormi le difficoltà economiche di una scuola pubblica non statale (non:

“privata”!): dopo la drastica riduzione dei contributi statali, infatti, molte scuole cattoliche sono state costrette a chiudere, nonostante la validità della loro offerta formativa. Difficoltà emergono poi dal contesto sociale, genitori affannati, con problemi economici e di lavoro, che hanno poco tempo per i figli e a cui fa comodo portarli in quella scuola che li accoglie in un clima familiare e garantisce la loro custodia fino alle 16 ma anche oltre in caso di ritardo; che non riescono a volte a tenere un comportamento educativo coerente e delegano alla scuola l’educazione dei loro bambini, talvolta hanno difficoltà anche a partecipare alle riunioni. Ci sono famiglie in crisi e genitori separati, il che non favorisce certo la serenità di un ambiente per bambini. Tuttavia è anche vero che molti genitori scelgono con fiducia la scuola cattolica perché credono davvero nei suoi valori.

Il Vescovo Gerardo, alzando l’assicella della riflessione comune, ha invitato a riflettere sul ruolo della scuola cattolica oggi ed ha osservato che nel momento attuale andiamo incontro ad una situazione paradossale. Da una parte la scuola cattolica è in crisi per le difficoltà economiche, ma dall’altra può darsi che ci sarà una crescita esponenziale di domanda, perché molti genitori non si ritrovano più in certe scelte della scuola statale.

Occorre, ha detto poi, creare un’alleanza forte con i genitori, per non rischiare di stare lì a “rispondere ai loro egoismi” offrendo loro la “comodità” di una scuola sicura e funzionante da cui prendono ma a cui non danno. Occorre coinvolgerli nella responsabilità sia del settore educativo

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sia del settore gestionale della scuola, parlando chiaro con loro anche delle difficoltà economiche e gestionali, che loro stessi possono contribuire ad affrontare e risolvere, con le loro idee e competenze. Lavorare per i bambini senza la collaborazione attiva e responsabile dei genitori non dà molti frutti. Bisogna anche offrire loro dei percorsi formativi con proposte all’altezza delle loro esigenze.

Infine il Vescovo ha parlato dell’imminente Giubileo della Misericordia che, ha detto, non è un evento celebrativo a livello di cerimonie ma della nostra vita cristiana. La misericordia di Dio è dono (non conosce esclusioni né ricatti, Dio perdona e basta), ma anche esigenza, perché chiede a noi di convertirci e diventare dispensatori della misericordia ricevuta. Non dobbiamo fare come il servo della parabola che, condonato del debito, è spietato con il suo creditore. Come recitiamo nel Padre Nostro, in cui chiediamo a Dio di

“rimettere i nostri debiti” così dobbiamo anche noi rimettere i debiti agli altri, è nostro dovere morale. Il Signore ci chiede questo. Anche nelle coppie, ha aggiunto ancora il Vescovo, si deve vivere la misericordia e il perdono, non nel senso di “giustificare” l’errore, ma di perdonarlo, questo fa rinascere. La misericordia che riceviamo, dunque, sia dono per gli altri. Perciò l’Anno Santo è bello e impegnativo, non basta varcare la Porta Santa, bisogna cambiare vita, dispensare misericordia, perché il mondo non ha bisogno di giustizia ma di misericordia. D’altronde Gesù ci dice: Siate misericordiosi come il Padre, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Dunque anche noi dobbiamo “far piovere la misericordia su tutti”!

Adriana Letta

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Pellegrinaggio Speciale a Canneto

Sono passati poco più di sei mesi da quando, durante la Sua Peregrinatio, la Venerata Immagine della Vergine Bruna varcò le porte della Casa Circondariale di Cassino per portare conforto ai suoi figli detenuti.

Oggi, 30 Novembre, la visita è stata ricambiata.

Tutto era nato quasi come per gioco quando il Rettore del Santuario, prima di terminare la sosta all’interno dell’Istituto, salutò i presenti con una battuta: «Oggi la Madonna è venuta da voi, ma la visita deve essere ricambiata:

voglio vedervi a Canneto». Parole che allora sembravano irrealizzabili, ma mai mettere limite o dubitare della Provvidenza Divina.

Organizzare questo pellegrinaggio speciale non è stato facile, ma alla fine, la visita è stata ricambiata.

«Un ringraziamento particolare – ha detto Don Antonio Molle – va alla Direttrice dell’Istituto, dott.ssa Irma Civitareale e al nostro Vescovo Diocesano mons. Gerardo Antonazzo; sono stati loro a rendere possibile quello che i più ritenevano irrealizzabile. Un grazie va anche agli Agenti della Polizia Penitenziara, ai Sacerdoti presenti e al Cappellano Don Luigi D’Elia, ai funzionari che accompagnano la Direttrice e ai rappresentanti della Caritas; ma un grazie di cuore va a voi cari ragazzi – ha proseguito riferendosi ai detenuti presenti – per quello che oggi avete fatto».

Il Pellegrinaggio Speciale, infatti, non è stato solo un voler ricambiare la visita, ma un voler lasciare un segno: i detenuti hanno raggiunto il Santuario per riportare i banchi nella nuova aula liturgica dove da poco sono terminati i lavori di pavimentazione in attesa dell’apertura della Porta

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Santa il 13 Dicembre. Una faticaccia, ma alla fine il lavoro è stato portato a termine.

Il momento più toccante della giornata è stato quando i detenuti processionalmente, guidati dal Vescovo e dal Rettore della Basilica, hanno riportato e scortato l’immagine della Madonna dalla cripta all’Aula Liturgica.

Le foto di rito hanno preceduto il momento di convivialità prima del rientro nell’Istituto di Cassino.

Simone Buzzeo

Il nuovo oratorio S. Domenico Savio a Rocca d’Evandro

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo: il nuovo oratorio S. Domenico Savio a Rocca d’Evandro

Come canta il buon Luciano Ligabue “sono sempre i sogni a dare forma al mondo” e sabato scorso, a Rocca d’Evandro, si è realizzato un sogno che speriamo contribuirà a formare tanti bambini, ragazzi e giovani che daranno forma al mondo.

Un sogno, l’oratorio, lungo anni, fatto di sacrifici e dedizione, di difficoltà e di speranze , un sogno di una comunità cristiana, di un gruppo di giovani ormai adulti e di un parroco che mai ha smesso di crederci. Così è nato l’oratorio S. Domenico Savio nello spazio adiacente alla chiesa di S. Giuseppe di Casamarina, una struttura composta da uno spazioso palazzetto dello sport e tre sale attigue. Tanto spazio e tanta Grazia messa a disposizione dell’intera comunità e del paese, uno spazio per giocare, studiare, fare

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catechesi e molto altro.

La comunità dei fedeli si è radunata numerosa attorno al vescovo Gerardo Antonazzo e al parroco Don Jorge Vargas per l’inaugurazione dello scorso sabato apertasi con la celebrazione liturgica e proseguita con il taglio del nastro e la benedizione dei nuovi locali. Presenti anche le autorità civili e la famiglia della signora Maria Starace, prima catechista ed educatrice della comunità di S. Giuseppe negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta a cui è dedicata una delle sale dell’oratorio. Durante la celebrazione, particolarmente sentita, il vescovo Gerardo ha sottolineato l’importanza dell’attesa che ognuno di noi è chiamato ad esercitare in questo Avvento. “È l’attesa che educa il cuore” afferma il vescovo Gerardo, “attendere, infatti, significa riempire il nostro tempo alla ricerca di Gesù, significa mettere Gesù al centro del nostro cuore e di tutto l’universo come ha fatto S.

Domenico Savio a cui questo oratorio è intitolato”. Il vescovo ha poi invocato S. Domenico Savio affinché possa sempre educare il cuore di ciascuno alla ricerca di Colui che è il centro del cosmo, della nostra vita e del nostro cuore. È stata poi esposta la reliquia dei giovane Santo allievo di Don Bosco giunta direttamente da Torino come dono alla parrocchia e all’oratorio. Emozionanti le parole del parroco Don Jorge Vargas che ha ricordato quando, non avendo locali a disposizione, si facevano gli incontri di catechesi anche nella sua cucina, avendo la parrocchia una sola sala a disposizione dove svolgere la catechesi con più di 150 ragazzi e le altre attività pastorali.

A seguire un immancabile momento di festa con balli, canti e filmati preparati dai bambini e dai ragazzi delle parrocchie di Rocca d’Evandro. La serata si è conclusa con un momento convivialità.

Finalmente c’è una struttura a disposizione dove si potrà contribuire a formare, non solo attraverso la catechesi, centinaia di bambini e giovani, dove si potranno aiutare le

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famiglie nell’educazione dei più piccoli con l’organizzazione di una serie di servizi e di momenti di aggregazione. Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, con l’immancabile aiuto del Signore, ci auguriamo che il nuovo oratorio S. Domenico Savio possa contribuire a dare una bella e buona forma al nostro mondo!

– Melania Marrocco

Avvenire Laziosette 29

novembre 2015

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Il vescovo Gerardo benedice la pastorale della comunicazione

http://www.pastoraledigitale.org/il-vescovo-gerardo-benedice-l a-pastorale-della-comunicazione/

Foto:

http://www.diocesisora.it/pdigitale/

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