Resoconti Parlamentari X Lechslatura
- 6933 -
191» SEDUTA I Febbraio 1989
RESOCONTO STENOGRAFICO
191' SEDUTA
(Antimeridiana)
m e r c o l e d ì 1 FEBBRAIO 1989
Presidenza del Vicepresidente ORDILE indi
del Presidente LAURICELLA
I N D I C E
C o n g e d o ... g333
D is e g n o d i le g g e
«Bilancio di previsione per l’anno nnanziario 1989 e bi
lancio pluriennale per 11 triennio 1989 -1991 delia Re
gione siciliana» (582/A) (Seguito della discussione):
p r e s i d e n t e... ■ 6936,6954,6955,6957 PIRO (D P )‘ ... 0937^ 093g^ 0959 TRINCANATO,* Assessore per il biìancto e le finanze . 6937 CHESSARI (PCI), relatore di minoranza . . 6938, 6944, 6956, 6957 NiCOLOSI RO SAR IO , Presidente della R e g io n e ... 6938, 6939 6953, 6954, 6955, 6956, 6957 CAPITUMMINO (DC), relatore dì m aggioranza... 6939 D URSO SOMMA ( P L I ) ... 6940 6952 COLOMBO ( P C I ) ... 6941
r a g n o (MSI-DN) ... 6942
GRAZIANO (DC)* ... ... 6943 m e r l i n o. Assessore p e rii torisrno, le comunicazioni ed
i trasporti... : ... 6943 RUSSO (PCI), Presidente delia Cktmmissione . . . 6944 6949 6954 SONO (MSI-DN) ... ' 6947 PARISI (P C I)’ ... 6953, 6954, 6955
(Votazione per appello no m inale)... 6954
(Risultato della votazione) 6954
In t e r ro g a z io n i
(Annunzio) ... 6933
{*) Intervento corretto dall’oratore
La seduta è aperta alle ore 10,10.
MACALUSO, segretario, dà lettura de! pro
cesso verbale della seduta precedente che, non Porgendo osservazioni, si intende approvato.
Congedo.
PRESIDENTE. Comunico che l ’onorevole Ferrante ha chiesto congedo per oggi.
Non sorgendo osservazioni, il congedo s ’in
tende accordato.
Annunzio di interrogazioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposta orale presentate.
MACALUSO, segretario:
«Al Presidente della Regione, all’Assessore per gli enti locali e all’Assessore per il turismo, le comunicazioni ed i tra.sporti, per sapere:
— se siano a conoscenza che entro l’anno l’Hotel Excelsior di Catania rischia di chiude
re i battenti a seguito dello sfratto intimato dalla società proprietaria deH’immobile, che intende
rebbe trasformare l’edificio in uffici;
se non ritengano che tale decisione sia destinata a penalizzare pesantemente, sia sotto il profilo socio-economico che turistico, la cit
tà di Catania, che perderebbe una delle pochis
sime .strutture ricettive ubicate in centro;
— quali interventi intendano urgentemente adottare per scongiurare la chiusura dell’Hotel
fiexoconti, f. 935
(500)
Resoconti Parlamentari 6934 - Assemblea Regionale Siciliana
X Le g isla t u r a 191“ SEDUTA I Febbraio 1989
Excelsior, salvaguardare gli interessi del per
sonale dipendente e tutelare la vocazione turi
stica di Catania» (1443). (Gli interrogami chie
dono lo svolgimento urgente).
CUSIMANO - PAOLONE - BONO -
Cristaldi - Ragno - Tricoli -
ViRGA - XlUMÈ.
«All’Assessore per la cooperazione, il com
mercio, l’artigianato e la pesca, premesso che:
— il consorzio di cooperative “ La Casa No
stra” , di Messina è in atto sottoposto a gestio
ne commissariale, tramite commissari nomina
ti da codesto Assessorato;
— tale forma di gestione — che si protrae ormai da qualche tempo — è stata determinata da gravi irregolarità amministrative e da con
seguenti gravi difficoltà economiche in cui il consorzio tuttora versa, con l’impossibilità di pagare i fornitori; e ciò malgrado cospicui fi
nanziamenti regionali e generose anticipazioni dei soci, cui evidentemente non è stata data, in tutto o in parte, la dovuta destinazione;
— nella contabilità predisposta dai preceden
ti amministratori, pur gravemente lacunosa, si trovano peraltro registrate ingenti somme, cir
ca due miliardi, come regalie (ossia tangenti) corrisposte fra gli altri a funzionari regionali, presumibilmente di codesto Assessorato;
— per i fatti sopra sommariamente accen
nati, sono stati iniziati a carico di tal Beliamo
ne, ex presidente del consorzio, diversi proce
dimenti penali, uno dei quali per corruzione di pubblici ufficiali, già definito con condanna del
l’imputato, confermata anche in appello;
— a seguito degli stessi fatti, ripetutamente segnalati dal l’interrogante anche alla Commis
sione antimafia regionale, che del caso si è poi occupata nella precedente legislamra, codesto Assessorato ha disposto ripetute ispezioni che hanno portato all’attuale gestione commissariale, ma di cui non è mai stato reso noto l’esatto con
tenuto, né in ordine alla situazione contabile e finanziaria del consorzio né ai presumibili gravi ammanchi di denaro e alle responsabilità che vi sono connesse né, infine, alle prospettive per i soci delle cooperative del consorzio e agli in
terventi eventualmente previsti per tutelarne i diritti e le aspettative;
— tale incomprensibile reticenza dell’Asses
sorato della cooperazione si sta tuttora protraen- do, anche per ciò che riguarda le piu recenti relazioni ispettive, paradossalmente definite “ at
ti interni” , di cui non si può rivelare il con
tenuto;
per sapere:
— che cosa è stato accertato dagli ispettori e dai commissari nominati da codesto Asses
sorato in merito alla gestione del consorzio di cooperative “ La Casa Nostra” di Messina e delle singole cooperative che lo costituiscono;
— quali responsabilità, e di che tipo, sono state individuate, e quali iniziative sono state eventualmente prese per perseguirle;
— come sia stata possibile una gestione (del consorzio e delle singole cooperative) cosi di
sinvolta, quale è dato desumere dai vari pro
cedimenti penali e da una disastrosa situazione finanziaria, sotto gli occhi della Regione e, in particolare, di codesto Assessorato che era te
nuto ai necessari, rigorosi controlli;
— quali iniziative intenda adottare per re
cuperare dai vari profittatori il denaro pubbli
co improvvidamente sperperato;
— in che modo intenda rimediare alle dif
ficoltà, altrimenti insormontabili, in cui versa
no le cooperative del consorzio a causa dei pre
cedenti amministratori e delle evidenti conni
venze da essi trovate nell’Amministrazione re
gionale, che hanno determinato rassoluta omis
sione di ogni controllo;
— in quale misura le tangenti versate han
no influito pure sull’entità e sulla celerità dei finanziamenti, sia nella fase amministrativa che in quella della materiale erogazione, specifican
do anche i tempi relativi;
— se si sia trattato di un caso isolato o piut
tosto, come è lecito presumere anche a causa delle reticenze dell’Assessorato, dell’espressione di un piu diffuso, malcostume, tuttora pet' du tante;
— che cosa è stato fatto in particolare in se
no all’Amministrazione regionale dopo la de
nuncia e l ’accertamento dei fatti in seno al Commissione antimafia dell’Assemblea regio naie siciliana» (1444).
RisiCAiX) - Laudani - Gueli - La
Porta.
Resocónti Parlamentari 6935
Ordile. PRESIDENTE. L ’interrogazione ora annun-
^'Ma è stata già inviata alla competente Com
missione ed al Governo.
hvito il deputato segretario a dare lettura del- e interrogazioni con richiesta di risposta scrit- m presentate.
PRESIDENTE. Le interrogazioni ora annun
ziate saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.
Invito il deputato segretario a dare lettura del
le interrogazioni con richiesta di risposta in Commissione presentate.
MACALUSO, segretario:
«All’Assessore per i beni culturali e ambien
tali e per la pubblica istruzione, premesso che;
non saranno s fu ^ ite aH’attenzione del- 1 Assessore le varie notizie diffuse anche dagli organi di stampa relativi a continui ritrovamenti archeologici nel comune di Capo d’Orlando;
— aH’idèntificazione di una antica costru- zione di epoca ellenistico-romana si è aggiunta 1 identificazione di resti di antiche mura per ar
rivare al ritrovamento degli ultimi reperti ve
nuti fuori dagli scavi eseguiti in via Veneto che fanno localizzare in quel sito una necropoli ri
salente al secondo secolo avanti Cristo. Sono state ritrovate ben 12 tombe in buono stato di conservazione contenenti scheletri ed ossa uma
ne, anfore cinerarie e monete;
— tali ritrovamenti inducono a ritenere che l’antica Agatirso sia da ubicare proprio in Ca
po d’Orlando dove, peraltro, la soprintenden
za ai beni culturali ha curato il censimento e la custodia dei reperti fino ad oggi ritrovati;
per sapere se, tenuto conto che non ci si tro
va di fronte ad episodici e modesti ritrovamenti, non ritenga di affrontare organicamente il pro- Wema della ricerca di reperti tendenti a loca
lizzare l’antica città di Agatirso finanziando un’organica campagna di scavi. Non appare su
perfluo rilevare come i ritrovamenti nella zona m questione si dimostrano di notevole interes-
^ scientifico e culturale e ernie tali ritrovamen
ti potranno contribuire a dare un ulteriore con
creto contributo ai motivi di richiamo turistico che Capo d ’Orlando in atto possiede» (1440).
MACALUSO, segretario:
«All’Assessore per gli enti locali per co
noscere:
— i motivi del ritardo da parte dell’Ammi
nistrazione comunale di Grammichele nei prov
vedere all’approvazione della graduatoria del concorso a numero 3 posti di vigile urbano ban
dito ai sensi della legge regionale numero 2 del 1988;
— se è stato dato riscontro alla richiesta dei consiglieri comunali del Partito socialista ita
liano e del Partito repubblicano italiano di no
mina di un commissario ad acta da parte del
l ’Assessore regionale per gli enti locali;
se non ritiene opportuno non soltanto procedere alla nomina del commissario ad ac
ta, ^ a lo ra non sia stato ancora provveduto, ma avviare anche un’indagine conoscitiva sul com
portamento omissivo deH’Amministrazione co
munale di Grammichele» (1441). (L’interrogan
te chiede risposta con urgenza).
Leanza Salvatore,
«All’Assessore per l’agricolnira e le foreste, premesso che:
— alcune famiglie diretto-coltivatrici di Grammichele (Catania) presentarono al patro
nato Ital-Uil di Grammichele la domanda e la documentazione occorrente per usufruire del
l’aiuto comunitario ad integrazione del prezzo del grano duro (produzione anno 1986);
— le sopradette domande sono state presen
tate al patronato entro il 31 marzo 1987, ai sen
si del decreto ministeriale 16 ottobre 1986, e che lo stesso patronato ha provveduto ad inol
trarle agli uffici competenti oltre il termine di scadenza;
— di tale ritardata presentazione gli interes
sati sono stati informati soltanto dopo che le pratiche degli altri coltivatori erano state li
quidate;
per sapere quali iniziative possono essere in
traprese al fine di recuperare U danno che hanno subito i coltivatori, i quali hanno dovuto sop
portare una rilevante perdita per i riflessi ne
gativi suireconomia delle singole aziende e sulle possibilità del settore di produrre e rinnovarsi, atteso che la riduzione del reddito familiare ha impedito la formazione di scorte e di nuovi in
vestimenti;
Resoconti Parlameniarì 6936 Assemblea Regionale Siciliatia
X Legislatura 1 9 P SEDUTA 1 Febbraio1989
— se non si ritenga di equiparare il danno subito dai coltivatori ad una calamità naturale tale da provvedere con un intervento sostituti
vo regionale» (1442). (L’interrogante chiede ri
sposta con urgenza).
Leanza Salvatore.
Discussione di disegni di legge.
PRESIDENTE. Si passa al secondo punto deU’ordine del giorno: Discussione di disegni di legge.
Seguito della discussione del disegno di leg
ge: «Bilancio di previsione per l’anno fi
nanziario 1989 e bilancio pluriennale per il triennio 1989-1991 della Regione sicilia
na» (582/A).
PRESIDENTE. Si procede al seguito della di
scussione del disegno di legge numero 582/A:
«Bilancio di previsione per l’anno finanziario 1989 e bilancio pluriennale per il triennio 1989-1991 della Regione siciliana».
Ricordo che la discussione del disegno di leg
ge si era interrotta nella seduta numero 190 di ieri, dopo l’approvazione del Titolo 1 - Entrate tributarie (Tabella A).
Si passa, pertanto, al Titolo II - Entrate ex
tratributarie — capitoli da 2001 a 3993.
Comunico che sono stati presentati i seguen
ti emendamenti:
— dall’onorevole Piro:
— Capitolo 2562: «Proventi derivanti dal ri
lascio di autorizzazioni per l’esercizio di atti
vità mineraria da cava»: piu 100 milioni;
— dagli onorevoli Chessari ed altri:
Capitolo 2735: «Proventi derivanti dalla col
tivazione di giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi e dall’esercizio di metanodotti»:
1989 da 27 miliardi a 10 miliardi (meno 17);
1990 da 27 miliardi a 12 miliardi (meno 15);
1991 da 27 miliardi a 15 miliardi (meno 12);
Totale da 81 miliardi a 37 miliardi (meno 44);
— dall’onorevole Piro:
— Capitolo 2735: meno 7.000 milioni;
— Capitolo 2746: «Proventi derivanti dalla devoluzione alla Regione della terza parte del
l’aliquota corrisposta per la coltivazione di gia
cimenti di idrocarburi siti nel sottofondo del mare territoriale adiacente alle coste della Si
cilia»: pili 7.000 milioni;
— dagli onorevoli Chessari ed altri:
— Capitolo 2746: da per memoria a:
1989 12;
1990 12;
1991 12;
Totale 36;
— dall’onorevole Piro:
— Capitolo 2881: «Canoni dovuti dai con
cessionari degli impianti ricettivi facenti parte del patrimonio turistico-alberghiero della Regio
ne»: piu 105;
— Capitolo 3715: «Fondo di solidarietà na
zionale di cui all’articolo 38 dello Statuto del
la Regione siciliana (Fondo solidarietà nazio
nale): meno 180 miliardi;
— dagli onorevoli Chessari ed altri:
— Capitolo 3715:
1989 da 1.420 a 1.240 miliardi (meno 180);
1990 da 1.650 a 1.450 miliardi (meno 200);
1991 da 1.800 a 1.550 miliardi (meno 250);
Totale da 4.870 a 4.240 miliardi (meno 630);
— dagli onorevoli Cusimano ed altri:
— Capitolo 3715:
1989 da 1.420 miliardi a 1.240 miliardi;
1990 da 1.650 miliardi a 1.450 miliardi;
1991 da 1.800 miliardi a 1.550 miliardi.
Comunico altresì che sono stati presentati dal
l’onorevole D ’Urso Somma i seguenti emenda
menti ad emendamenti:
— Capitolo 2562: meno 50 milioni;
— Capitolo 2735:
1989 da 27 miliardi a 20 miliardi;
1990 da 27 miliardi a 20 miliardi;
1991 da 27 miliardi a 20 miliardi;
Totale da 81 miliardi a 60 miliardi (meno 21 miliardi);
— Capitolo 2735: meno 6.000;
— Capitolo 2746: piti 6.000;
Resoconti Parlamentari - 6937 Assemblea Regionale Siciliana X Legislatura
191“ SEDUTA I Febbraio 1989
— Capitolo 2746: da per memoria a:
1989 10;
1990 10;
1991 10;
Totale 30;
— Capitolo 2881: piu 100;
— Capitolo 3715:
1989 da 1.420 miliardi a 1.260 miliardi;
1990 da 1.650 miliardi a 1.500 miliardi;
1991 da 1.800 miliardi a 1.600 miliardi;
Totale da 4.870 miliardi a 4.360 miliardi (meno 510 miliardi);
— Capitolo 3715:
1989 da 1.420 miliardi a 1.310 miliardi;
1990 da' 1.650 miliardi a 1.410 miliardi;
1991 da 1.800 miliardi a 1.600 miliardi;
Totale da 4.870 miliardi a 4.320 miliardi (meno 550 miliardi);
— Capitolo 3715: meno 170.000 milioni;
Si passa all'emendamento Piro al capitolo 2562.
PIRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
^ PIRO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, lemendamento è “ piu cento’’, intendendosi
“pili 100 milioni” . Dal momento che il bilan
cio si esprime in milioni, piu cento, significa piu cento milioni. Il capitolo 2652, che nel bi
lancio viene iscritto per memoria, è destinato a raccogliere i versamenti che, ai sensi dell’ar
ticolo 19 della legge'regionale numero 127 del 1980, sono tenuti ad effettuare coloro i quali ottengono l’autorizzazione per l ’esercizio di cave.
Dice infatti l’articolo 19 che, ai fini dell’ef- tettuazione di opere di recupero ambientale (che devono essere effettuate quando scade l’auto
rizzazione e l’attività di cava viene chiusa), il rilascio dell’autorizzazione è subordinato al ver
samento, in apposito capitolo gestito dall’As
sessorato regionale del territorio e deH’ambien- le, di una somma da utilizzare per l’esecuzio-
di opere di sistemazione dei luoghi. Piu avanti stabilisce che questo versamento non sarà
|?l^^*'iore a due milioni e non sarà superiore a 9 milioni con una procedura di revisione trien- nale delle tabelle.
Ora, dal momento che vengono rilasciate nu- rnerose autorizzazioni ogni anno per l’eserci
zio di cave, non si comprende perché questo capitolo non debba portare anche una previsione minima, quale quella da me indicata in cento milioni. C’è da tenere presente, altresì, che l ’ul
timo dato in mio possesso, che è quello relati
vo al rendiconto deU’esercizio finanziario 1987, espone comunque un’attività di questo capito
lo, anche se in misura ridotta, pari a lire nove milioni. Ho inteso sollevare questo problema, non tanto per poire una questione formale, d’al
tro canto siamo in sede di entrate e, quindi, il problema non si pone in maniera drastica, ma perché esiste un problema politico. Due sono infatti le questioni: o questi vereamenti non ven
gono fatti, non vengono curati, ma non mi pa
re che possa essere cosi, visto che c’è una pre
visione di legge; oppure non si vede perché il capitolo non debba comunque esporre una en
trata sia pure calcolata in misura ridotta.
TRINCANATO, Assessore per il bilancio e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRINCANATO, Assessore per il bilancio e le finanze. Signor Presidente, onorevoli colle
g i , il problema sollevato dall’onorevole Piro è già stato esaminato in Commissione “ finan
ze” . L ’onorevole Piro sostiene una tesi che, a mio giudizio, può trovare una collocazione nel momento in cui saremo a conoscenza dell’an
damento dell’entrata. Egli, esattamente, ha detto che l’emendamento ha la finalità di “ sollevare il problema” , perché in realtà i proventi deri
vanti dall’applicazione dell’articolo 19 della leg
ge regionale numero 127 del 1980 sino ad og
gi sono stati insignificanti: soltanto 9 milioni nel 1987.
Invito, quindi, l’onorevole Piro a ritirare l ’e
mendamento, una volta sollevato il problema, in quanto dobbiamo tenere presente che, se esi
stono delle autorizzazioni in relazione all’arti
colo 19, dette autorizzazioni debbono essere fat
te a seguito di un versamento. Ora, porre in bilancio una cifra dieci volte superiore all’ac
certamento del 1987 mi pare una cosa molto, molto esagerata.
Esiste un’indicazione; abbiamo istituito il ca
pitolo per memoria per le somme che, even
tualmente, la Regione introiterà. Vedremo se, quest’anno, neH’assestamento di bilancio, a se-
Resoconti Farìiutieniorì 6938 Assemblea Kcnicmale Siciliana
X Le g is l a t u r a 191* SKDUTA 1 FliHHKAlO 1989
guito anche delle sollecitazioni dell’onorevole Piro e di un maggiore impegno deU’Assesso- rato competente, sarà possibile avere un qua
dro diverso rispetto aU’attuale.
Insisto, pertanto, nella richiesta di ritiro del- remendamento.
PIRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIRO. Signor Presidente, se ho colto bene quanto affermato dall’onorevole Trincanato, il Governo è, in ogni caso, impegnato ad assicu
rare che quanto previsto dall’articolo 19 della legge regionale numero 127 del 1980 venga at
tuato, trattandosi di un particolare di estrenio significato connesso al problema delle cave in Sicilia. A fronte di questa assicurazione, riba
dendo che Femendamento intendeva sollevare un problema politico, ritiro l’emendamento.
PRESIDENTE. L ’Assemblea ne prende atto.
L ’emendamento dell’onorevole D ’Urso Som
ma è pertanto superato.
Si passa agli emendamenti al capitolo 2735 degli onorevoli Chessari ed altri, dell’onorevole Piro, ed agli emendamenti ad emendamenti pre
sentati dall’onorevole D ’Urso Somma.
CHESSARI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHESSARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il nostro emendamento mira a ridur
re la previsione iscritta in bilancio, in relazio
ne al presumibile effettivo andamento di que
sto cespite. La previsione di 27 miliardi del ca
pitolo 2735 è chiaramente sovradimensionata.
L ’ultimo dato che è a nostra disposizione in
fatti, quello relativo agli accertamenti del 1987, onorevole Presidente della Regione e onorevo
le Assessore per il bilancio, è di 6 miliardi e 300 milioni e sono stati fatti versamenti per 5 miliardi 662 milioni.
Questi sono i dati che si desumono dal ren
diconto del 1987, cioè i dati ufficiali fomiti dal Governo.
Quindi ritengo che la previsione debba esse
re ridotta; proponiamo di situarla sui 10 miliar
di, tenendo conto della possibile lievitazione del gettito del capitolo. Credo che, alla luce di que
ste considerazioni, l’emendamento possa esse
re accolto, non solo dall’Assemblea ma anche da) Governo.
PIRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIRO. Signor Presidente, onorevoli co llctti, ho presentato anch’io un emendamento in ridu
zione della previsione del capitolo 2735, perché ritengo che si tratti di una previsione del tutto sovrastimata e non rispondente alle effettive en
trate. Posso fare riferimento, concordando pe
raltro con quanto fin qui detto dall’onorevole Chessari, al dato in nostro possesso, che è estre
mamente eloquente, quello relativo al rendiconto dell’esercizio 1987, in cui sul capitolo 2735, a fronte di una previsione di entrata di 27 miliar
di, sono state accertate, nell’esercizio, entrate per 6 miliardi e 300 milioni e sono stati riscossi 5 miliardi e 600 milioni, quindi con una previsione di maggiore entrata superiore ai 20 miliardi.
Credo che l’andamento del 1988 — non ho i dati, altrimenti potrei citarli — confermi am
piamente questo trend previsionale; non si ve
de perché allora si debba mantenere una pre
visione di 27 miliardi, che è chiaramente fan
tasiosa, per usare un termine caro all’onorevo
le D ’Urso Somma.
NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re
gione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re
gione. Signor Presidente chiederei, ove possi
bile, di accantonare per un momento il capito
lo ed il relativo emendamento, per una verifi
ca da effettuare anche in relazione al capitolo successivo, il 2746, che riguarda le aliquote de
rivanti dalle ricerche dell'off-shore.
PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, cosi' resta stabilito.
I capitoli 2735 e 2746 con i relativi emenda
menti sono, pertanto, accantonati.
Si passa all’esame dell’emendamento al ca
pitolo 2881 dell’onorevole Piro e all’emenda
mento a questo presentato dall’onorevole D’Ur
so Somma.
PIRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIRO. Signor Presidente, onorevoli colle|hL anche questo è un problema politico ma di mag
gior rilevanza sul piano delle entrate.
Resaam li l'u rhmien mrì 6939
X IJ-OÌ SI .ATURA 191* SIÌDUTA I f-HRBRAlO 1989
Il capitolo 2881 è destinato a ricevere i ver
samenti per canoni dovuti dai concessionari de
gli impianti ricettivi facenti parte del patrimo
nio turistico-alberghiero della Regione. Appren
diamo dalla, sempre ricca e dispensatrice di no
tizie utili, relazione generale della Corte dei conti sul giudizio di parificazione del bilancio della Regione per l’anno 1987, che gli impian
ti ricettivi di proprietà della Regione affittati so
no oltre una ventina. Ma apprendiamo, anche, che i canoni che la Regione riscuote per l’af
fitto di questi impianti sono canoni, non sol
tanto risalenti ormai a molti anni fa, ma asso
lutamente ridicoli per la loro consistenza e che denotano una grave noncuranza da parte della Regione. Questa noncuranza potrebbe sconfi
nare in qualcosa d ’altro e di piti rilevante.
Vi sono impianti ricettivi della Regione, qua
le per esempio l ’albergo di Paternò, classi
ficato di seconda categoria, per il quale la Re
gione ha riscosso e riscuote 918 mila lire l’anno.
La Corte dei conti fa rilevare che, avendo chiesto all’Ufficio tecnico erariale la ridetermi
nazione del canone per questo albergo e per moltissimi altri alberghi, ha ricevuto delle ri
sultanze che essa stessa, — cito da pagina 286
— definisce “ sorprendenti” ; per cui il canone delPalbergo regionale di Paterno dovrebbe pas
sare da 918 mila lire a 67 milioni annui. Per il posto di ristoro di Piazza Armerina, dalle 650 mila lire, che riscuote attualmente la Regione, a 12 milioni e 100 mila lire; per il villaggio turistico Garden da un milione e 300 mila lire a 24 milioni.
Dice inoltre la relazione della Corte dei conti che per questi impianti che ho citato e per al
tri impianti è in corso la rivalutazione del ca
none da parte dell’Ute. La relazione della Corte dei conti — ripeto — è relativa all’anno 1987;
siamo all’anno previsionale 1989. Ebbene, viene previsto sempre lo stesso introito in questo ca
pitolo.
Mi pare che siamo davanti a un fatto politi
co minore, ma serio per i suoi significati. Ri- P°^ce lo stanziamento del capitolo per lo meno alle misure stabilite dalla Corte dei conti, ere- fi a funzionare da incentivo reale per
Amministrazione regionale, non solo per adempiere a quanto richiesto dalla Corte dei s v f ’ quanto è giusto. Non è pos-
1 ile credo — che si mantengano ancora ca
coni di affitto per impianti che vengono in gran parte gestiti da privati con misure ridicole qua
li quelle poco fa citate: 650 mila lire o 918 mila lire annue.
NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re
gione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re
gione. Signor Presidente, il rilievo mosso dal
l’onorevole Piro è assolutamente pertinente. Si pone, però, un problema: con una delle ultime leggi che abbiamo approvato, la legge numero 9 del 1986, queste strutture ricettive sono tran
sitate al patrimonio delle Amministrazioni pro
vinciali e sono state di fatto scaricate dall’Am
ministrazione del turismo; ritengo non sia sta
to ancora eseguito soltanto un adempimento del
l’Assessorato alla Presidenza necessario per concludere il trasferimento.
Rimane il problema di merito, che è certa
mente rilevante e rispetto al quale posso assi
curare all’onorevole Piro di avere attivato, ap
pena si è posto il problema, l’Assessorato alla Presidenza; perché, laddove si ritenesse che, an
cora per questo anno, i canoni corrispettivi, nel
la fase di transizione, dovessero venire alla Re
gione, si porrebbe il tema che è stato corretta- mente evidenziato, e con un’opportuna mano
vra di assestamento di bilancio dovremmo porre il valore complessivo degli introiti almeno ai valori indicati dalla Corte dei conti. Laddove, invece, la definizione del passaggio fosse im
mediata e quindi, entro l’anno, venisse meno la materia del contendere perché le strutture suddette non sarebbero piu parte integrante del patrimonio regionale, è evidente che il proble
ma di merito rimarrebbe e, quindi, è la Regio
ne che dovrebbe sollevare, nei confronti delle Amministrazioni provinciali, il problema di un rigoroso adeguamento alle valutazioni fatte.
Sarebbe però, ripeto, sbagliato inserire, allo stato delle cose, una previsione che oggettiva
mente potrebbe venir meno; non perché non sia giusta la considerazione di merito, ma in quanto cambierebbe il soggetto titolare della disponi
bilità patrimoniale di queste attrezzature ri
cettive.
CAPITUMMINO, relatore di maggioranza.
Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Resoconti Parlamentari 6940 Assemblea Regionale Siciliana
X LECaSLATURA 191* SEDUTA Febbraio 1989
CAPITUMMINO, Relatore di maggioranza.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non era mia intenzione intervenire ma quando si risco
pre, nuovamente, la politica, sentiamo il biso
gno di fornire il nostro contributo. Vogliamo evidenziare come molte volte, quando voglia
mo fare soltanto i “ ragionieri” , finiamo col da
re risposte che non solo non sono politiche, ma rischiano di colpire interventi che, negli anni, sfruttando Tordinaria amministrazione, danno vita ad iniziative private serie che riescono a sopravvivere, rendendo, tra l ’altro, alla comu
nità servizi sociali, grazie alla disponibilità del- FAmministrazione regionale a guardare loro con attenzione.
Il problema va posto, signor Presidente, m termini precisi, tenendo conto del tipo di ser
vizio sociale che questi alberghi (che negli an
ni sono stati costruiti) svolgono nel territorio siciliano.
Al di là di alcune eccezioni — e le eccezioni le conosciamo perché r^presentano grossi scan
dali: mi riferisco ad alcuni grandi alberghi co
me “ Le Rocce” di Taormina che mi pare sia in disuso da anni — è vergognoso porre; sol
tanto perché l’albergo “ Le Rocce di Taonnina è chiuso, il problema di alcuni alberghetti ubi
cati nelle zone interne della Regione, che sono stati per anni chiusi e che, nel momento in cui hanno trovato un “ povero cristo” , nel vero sen
so della parola, che ne ha assunto la gestione, questi deve essere perseguitato perché deve ver
sare il canone derivante da una attività che eco
nomica non è e che serve, molte volte, attra verso la gestione familiare (perche si tratta al 90 per cento dei casi di gestione familiare), a dare un pezzo di pane a famiglie che, diversa mente, sarebbero costrette ad emigrare. Si trat
ta, inoltre, di alberghi che rendono un prezio
so servizio a quelle comunità che si trovano soprattutto, nelle zone interne che, diversamen
te, non disporrebbero neanche di un albergo che, a quel punto, diventa un servizio sociale per esse.
Signor Presidente e onorevoli colleghi, per fornire una risposta a questi prdslemi alcuni de
putati appartenenti al mio Gruppo, ma anche ad altri Gruppi, hanno presentato un disegno di legge che va sottoposto, al piu presto, all e- same dell’Assemblea; approfitto, anzi, per inol
trare al Governo ed alla Presidenza una richie
sta in tal senso. Ci si prefigge di superare i ri
lievi mossi dalla Corte dei conti, estendendo a questo settore i benefici previsti dalla legisla
zione regionale sul turismo. Occorre, cioè, dare a questi piccoli proprietari, a questi “ padron
cini” (per usare un termine che è molto fre
quente nel settore dei trasporti, con riferimen
to a colui il quale compra un camion e lavora in proprio), la possibilità di diventare proprie
tari degli immobili. Devono poter usufruire — come detto — dei benefici previsti per le gran
di aziende, le grandi società per azioni, che prendono contributi per miliardi a fondo per
duto oltre ad usufruire del credito con tasso age
volato al 4 per cento.
Queste cose diciamole alla Corte dei conti!
Non possiamo prendercela con un povero cri
sto, che prende in gestione un albergo, non con
cedendogli nessuna agevolazione sui pagamen
ti, non dandogli nessun contributo e pretenden
do che paghi in relazione ad un reddito pre
sunto che non esiste. R is o la tenere conto della realtà in cui questi alberghi si trovano. Per que
sta motivazione politica, signor Presidente, sono contrario a che si aumenti questo capitolo e mi auguro, anzi, che il Governo si attivi perché questo disegno di legge venga approvato e si ponga quindi fine ad uno scandalo che, sino a questo momento, è pesato non sulla Corte dei conti o sulla Regione, ma su una realtà sicilia
na che è sottovalutata.
In quest’Aula si tengono nel giusto conto i rilievi della Corte dei conti ma non abbiamo mai fatto, cosi come prevede il nostro Regola
mento, una verifica attenta delle eccezioni del
la Corte stessa. Mi auguro che questo Gover
no possa farla, perché alcune ossei^azioni che ci vengono mosse, pur essendo valide dal pun
to di vista tecnico-ragionieristico, non lo sono, dal punto di vista politico, non rispondendo a quella politica di sviluppo che vogliamo intra
prendere e che dobbiamo portare avanti in rap
porto alla nostra responsabilità e non soltanto agli input che provengono, per motivi ragionie
ristici, dalla Corte dei conti.
D ’URSO SOMMA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D ’URSO SOMMA. Signor Presidente, ono
revoli colleghi, per principio noi liberali apP’’®' ziamo tutte quelle motivazioni che sembran forti a vantaggio di una iniziativa o a vantag
gio di una determinazione di profitto. GuardE- mo, però, con un certo sospetto chi, con sian^
ci tribunizi, vuole difendere una posizione cn
Resoconti Parlamentari 6941 —
secondo noi non è difendibile. Vorrei fare un esempio attraverso il quale poter convincere, chi se la sente di ragionare, che certe tesi non pos
sono essere sostenute. Ho sentito poc’anzi che, siccome la Regione siciliana dà alle grosse so
cietà la possibilità di avere contributi a fondo perduto per miliardi, siccome la Regione sici
liana dà la possibUità a certi imprenditori di fac
ciata, lo ha detto poc’anzi il pregiatissimo ca
pogruppo della Democrazia cristiana...
MERLINO, Assessore per il turismo, le co
municazioni ed i trasporti. Non ce ne sono con
tributi...
D ’URSO SOMMA. Non l’ho mica detto io;
siccome ci sono società le quali — era facile intendere — speculano su leggi regionali, non si capisce per qual motivo un “ povero cristo’’
— ecco l’espressione usata — il quale paga 912 mila lire l ’anno per un albergo di periferia, in questo caso della provincia di Catania, debba avere l’impressione di essere perseguitato. Al
lora vorrei sapere dall’onorevole Angelo Capi- tumino, capogruppo della Democrazia cristia
na, se conosce l ’albergo di Patemò; vorrei ri
cordargli che Patemò è a 12 chilometri da Ca
tania e che, quindi, non siamo all’intemo della provincia e ancora, che si tratta di un albergo di buone capacità ricettive. Tra l’altro non ha senso dire che nel caso aumentassimo il cano
ne renderemmo questo “ povero cristo” piu cri
sto e pili povero ancora, perché 912 mila lire l’anno credo ammontino a meno di 77 mila li
re al mese. È mai possibile che la Regione si
ciliana sol perché dev’essere ente di beneficenza
— perché cosi appare — possa acquisire un ca
none cosi ridicolo? La verità è che, ancora una volta, bisogna privilegiare interessi di bottega, la verità è che ancora una volta non bisogna dar conto di come si spendono i soldi della col
lettività. Allora lo slancio tribunizio ha il so
pravvento ed ecco che si assiste a dichiarazio
ni che sono assolutamente insostenibili, in quan
to quando si parla di economia occorre che si Pnrli anche di produttività.
Ho concluso, signor Presidente, perché il ri
chiamo alla politica ha risvegliato in me d de
siderio di intervenire per fare una piccola pa
rentesi e chiuderla subito.
Abbiamo presentato tanti emendamenti agli emendamenti perché riteniamo il Governo re- Sionale non all’altezza di gestire la cosa pub
ica siciliana. Lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, lo ribadiamo anche oggi.
Però, siccome abbiamo il sospetto che, attra
verso questi emendamenti ed emendamenti agli emendamenti, l’ormai prossima eutanasia del Governo si allontani, ecco che, per rispetto nei confronti delle istituzioni, pur mantenendo gli emendamento agli emendamenti, non ne illu
streremo neanche uno.
La nostra speranza qual è? Che il Governo regionale si renda conto, piu che mai, della sua incapacità a gestire la cosa pubblica siciliana e quanto prima presenti all’Assemblea, per un discorso che finalmente possa diventare un di
scorso serio, le proprie dimissioni.
COLOMBO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COLOMBO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che l’emendamento che lo stesso onorevole Piro definiva politico, cioè tendente a sollevare un problema politico, abbia sortito l’effetto voluto dal proponente e si possa, quin
di, considerare superato dalla risposta che il Presidente della Regione ha fornito.
Ci troviamo di fronte ad una proprietà della Regione che, da anni, viene gestita in maniera irresponsabile, tanto è vero che essa è stata, in gran parte, degradata e distrutta da coloro i qua
li l’avevano in gestione. Se andiamo a vedere alcuni villaggi e alcuni alberghi ci rendiamo conto che versano in pessime condizioni. È il caso di un grosso villaggio, “ Le Grotte” di Taormina, situato in un posto bellissimo, che è stato distrutto da chi lo ha gestito, distrutto dagli interventi di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione che la Regione ha affida
to, incautamente, ad imprese incapaci, e che è li da anni a testimonianza del modo in cui il patrimonio pubblico regionale viene mantenuto.
Queste proprietà della Regione siciliana so
no finite peggio dell’Ente minerario e dell’E- spi. Questo è il giudizio molto sintetico e som
mario che si può dare.
Quando è stata definita, in questo modo, la prima fase della gestione della proprietà regio
nale, si è innestata una seconda fase, cioè il ten
tativo di lottizzare, ripartire il recupero del pa
trimonio alberghiero regionale.
Abbiamo assistito, e lo sappiamo, alla lottiz
zazione tra te associazioni turistiche dei sinda
cati: alla Cisl questo, alla Cgil quest’altro, al
la u n quest’altro ancora. Gli affidamenti alla
^exoconU, f. 936 (500)
Resoconti Parlamentari 6942 Assemblea Regionale Siciliana
X Legislatura 191“ SEDUTA 1 Febbraio 1989
Cisl ed alla Uil, però, vanno in porto, mentre quello alla Cgil fallisce. Nel frattempo il vil
laggio “ Le Grotte” è ancora li a testimoniare il modo in cui certe cose si portano avanti. So
no stati ristrutturati, recuperati alcuni immobi
li e dati in affidamento diretto attraverso con
cessioni, senza fare mai gare d ’appalto.
Ora, credo che non sia consentito, se la leg
ge non lo prevede, gestire il patrimonio pub
blico in questo modo, onorevole Capitummino!
Si può fare una legge e dire che questo patri
monio viene regalato agli amici, ma in assen
za di questo tipo di legge che lei auspica, ono
revole Capitummino, si devono rispettare le leg
gi vigenti. Qualcuno, tra l’altro, mi deve spie
gare come mai alcuni alberghi di proprietà della Regione, già ristratturati, siano stati dati in con
cessione a trattativa privata a certe cooperati
ve e per altri piccoli punti di ristoro ciò non si sia potuto fare, nonostante vi fossero coope
rative che avevano assunto l’onere della custo
dia di questi posti di ristoro, vedi il caso di Pia
na degli Albanesi. Non è possibile, onorevoli colleghi, gestire la cosa pubblica come cosa per
sonale!
La legge regionale numero 9 del 1986 ha sta
bilito che questi beni entreranno a far parte del patrimonio provinciale, ma fino a quando essi apparterranno al demanio regionale, la Regio
ne ne dovrà rispondere. Quindi, se si tratta di aggiornare i canoni, come sottolinea la Corte dei conti — e non perché lo dice la Corte dei conti ma perché lo prevede la legge: una pro
prietà pubblica regionale, infatti, quando vie
ne data in concessione ai privati deve essere concessa secondo la valutazione dell’Ufficio tec
nico erariale — si indica una gara: partendo dal
la valutazione dell’Ute, chi offre di piu si ag
giudica la gestione; e se non c’è nessuno che offre di piu si può aggiudicare al ribasso.
Ci dovrà essere una regola. Non può avve
nire — come è avvenuto finora — che ognu
no, nei suo comune, nella sua provincia assu
ma una decisione diversa.
Il problema non è di aumentare lo stanzia
mento in bilancio, b is o ^ a anche spiegare per
ché si prevede 100 e si realizza 10. Vuol dire che quando discuteremo il consuntivo e, rispetto ad un bilancio che prevedeva 100, ci accorge
remo che si è riscosso 10, potremo constatare se la Regione ha adempiuto al suo obbligo, al suo dovere di rivedere questi rapporti.
In quella occasione, signor Presidente e ono
revoli colleghi, noteremo le cose piu incredi
bili: alberghi della Regione dati in gestione anni addietro, che non esistono piu, che sono stati sub-affittati. Non sarà possibile allora, ono
revole Capitummino, nascondere tutto quello che si è fatto rispetto a questo patrimonio del
la Regione; le gestioni familiari non possono nascondere il fatto che ci sono grosse porche
rie. Allora andiamo a mettere ordine, parten
do dal fatto che l’aumento dello stanziamento del capitolo, proposto dall’onorevole Piro, è un’indicazione politica che l’Assemblea dà al Governo: quella di ricavare dal patrimonio re
gionale ciò che è giusto.
Fra l’altro, trasferendo questi beni alla Pro
vincia, non possiamo pretendere che essa cor
regga l’impostazione deviante adottata dalla Regione.
RAGNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAGNO. Signor Presidente, onorevoli col
leghi, colgo lo spunto della discussione dell’e
mendamento dell’onorevole Piro per evidenzia
re, ancora una volta, il problema del villaggio turistico “ Le Rocce” di Taormina, problema che ha già formato oggetto di una mia interro
gazione aH’onorevole Assessore per il turismo e che riguarda una struttura, un bene della Re
gione assolutamente degradato e fatiscente, no
nostante la Regione, per anni, abbia pagato un custode il quale ha assistito al depauperamento piu assoluto ed al crollo di questa struttura che pur è sita in uno dei posti piu belli e piu sug
gestivi di Taormina, cioè la zona Castelluccio.
Rispondendo alla mia interrogazione l’Asses
sore, onorevole Merlino, assicurò che il pro
blema andava, certamente, risolto ma che, co
munque, non se ne poteva occupare l’Assesso
rato regionale del turismo, in quanto, a segui
to dell’entrata in vigore della legge numero 9 del 1986, questi beni immobili erano stati tra
sferiti alla Provincia. Apprendo adesso dalle di
chiarazioni dell’onorevole Presidente della Re
gione che questo passaggio di competenze e,
quindi, di gestione, non è ancora avvenuto e
allora ritengo che il Governo regionale
Resoconti Parlmnentarì 6943 X Legislatura
\ 9 V SEDUTA
Assemblea Regionale Siciliana
Febbraio 1989
debba porre attenzione al problema in oggetto, non solo perché importa un depauperamento dì questo bene immobile regionale, ma anche per
ché rim m obile non è assolutamente produtti
vo, né sotto il profilo dell’apporto economico alla Regione, né sotto il profilo occupaziona
le, che ha la sua importanza. La struttura, ol
tre tutto, danneggia enormemente l’immagine di Taormina, perché chi osserva questo radere dal mare, finisce col farsi un giudizio assolu
tamente negativo, non solo di Taormina ma, so
prattutto, di chi gestisce o dovrebbe gestire i beni immobili regionali.
Ho approfittato dell’occasione per evidenziare questo problema e per sollecitare la soluzione dello stesso. Il Governo regionale, prima an
cora che avvenga di fatto il passaggio alle pro
vince, dovrà in qualche modo intervenire per ristrutturare, o dare in gestione o, addirittura, stabilire un accordo con chi è intenzionato a procedere alla ristrutturazione, trattenendosi per un certo periodo la gestione, a rendere utiliz
zabile e nello stesso tempo produttivo questo bene immobile, che allo stato — ripeto — non solo non rende nulla alla Regione dai punto di vista economico ma, addirittura, degrada l’im
magine di Taormina e quindi della Regione nel suo complesso.
GRAZIANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per una brevissima puntua
lizzazione che ritengo doverosa in questa sede.
Credo che la polemica sulle strutture alber
ghiere di proprietà regionale, che la legge re
gionale numero 9 del 1986 ha trasferito alle province, sia una polemica mal posta. Vorrei, infatti, far notare alEonorevole Colombo, che ha avuto la bontà e l’amabilità di ricordare che gli alberghi sono stati affidati alla Cisl e alla Uil e non alla CgO, che l’affidamento, sulla ba
se dello stesso criterio previsto dalla legge del canone sociale e mirato alla valorizzazione delle strutture, era stato concesso anche alla Cgil.
Anzi ricordo, lo diceva anche l’onorevole Ra
gno, che, proprio nel complesso affidato alla Cgil, sono stati realizzati una serie di interventi finanziari per il recupero delle opere che, per ritardi della gestione, probabilmente derivanti ha difficoltà obiettive, non hanno visto il con
seguimento del fine per il quale l 'investimento
era stato realizzato; cioè la valorizzazione del bene. Credo che, complessivamente, la questio
ne posta dall’onorevole Piro sia di ordine di
verso, cioè se possa essere opportuno che la Re
gione preveda un aumento dei canoni oppure se, come immagino, sarebbe pili opportuno che la Regione accelerasse, al massimo, il trasferi
mento della proprietà alle province affinché, co
munque, si realizzi il fine primario dell’utiliz- zo e della valorizzazione di queste strutture, al fine di un servizio sociale.
MERLINO, Assessore per il turismo, le co
municazioni e i trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MERLINO, Assessore per il turismo, le co
municazioni e i trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Presidente della Regione ha già puntualizzato qual è la situazione in at
to, però, siccome si è parlato ampiamente del
le responsabilità del Governo, devo dire che l’Assessorato del turismo condivide pienamen
te le osservazioni circa la gestione, che desta tante perplessità, degli alberghi della Regione.
Il punto è però che il trasferimento è in at
to, come ha detto l’onorevole Nicolosi. Il tra
sferimento avviene dal demanio regionale — quindi la situzione è del tutto sottratta dalla competenza deH’Assessorato del turismo — alle province.
Se esiste la volontà politica di procedere, pri
ma del trasferimento, al riassetto di questo pa
trimonio, l’Assemblea dovrà approvare un’ap
posita norma di legge. Allo stato delle cose la Regione è obbligata a compiere gli adempimenti previ.sti dalla legge regionale numero 9 del 1986. Il demanio sta compiendo, credo, gli ul
timi atti formali.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, pongo in votazione l’emendamento dell'onorevole D ’Urso Somma all’emendamento Piro al capitolo 2881.
D ’URSO SOMMA. Lo ritiro.
PRESIDENTE. L’Assemblea ne prende atto.
Pongo in votazione remendamento Piro al ca
pitolo 2881.
6944 Assemblea Regionale SkùUcma
X LEaSLA Tl’RA I9T Sl-.DUTA I Fk h h r a io 1989
RUSSO, Presidente della Commissione. Chie
do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUSSO, Presidente della Commissione. Si- anor Presidente, una volta c’era la buona abi- tadine di chiedere al Governo ed alla Commis
sione il parere sugli emendamenti...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Presidente. Qual è il parere della Commissione.
RUSSO, Presidente della Commissione. Con
trario.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re
gione. Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emen
damento Piro al capitolo 2881.
Chi è favorevole resti seduto; chi è contra
rio si alzi.
(Non è approvalo)
Si passa al capitolo 3715. Ricordo che sono stati presentati emendamenti al capitolo dall o- norevole Piro, dagli onorevoli Chessari ed al tri dagli onorevoli Cusimano ed altri, e dal
l’onorevole D ’Urso Somma, sotto forma di emendamenti agli emendamenti.
CHESSARI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHESSARI, Relatore di m in o r a ti^ .Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzi tutto de- .sidero chiarire che l’emendamento presentato da me e dal collega Parisi si propone di adeguare la previsione del capitolo 3715, relativo all as
segnazione per il Pondo di solidarietà naziona
le, alla previsione contenuta nella tabella C della legge finanziaria del 1989.
lì nostro emendamento, onorevole assessore Trincanato -• questo è importante non si propone di dare per scontato che la misura del rassegnazione per il Fondo di solidarietà na zionale sia quella fissa, come apparirebbe da
una lettura della vigente normativa, e cioè a dire 1.240 miliardi per il 1987, 1.240 miliardi per il 1988, 1.240 miliardi per il 1989, 1.240 mi
liardi per il 1990, 1.240 miliardi per il 1991.
Proponiamo di non dare per scontata questa in
terpretazione, contestiamo persino che si pos
sa fare riferimento a una cifra fissa come qual
cuno intende fare.
Abbiamo presentato questo emendamento per
ché la previsione iscritta in bilancio, per il trien
nio 1989-1991, che stiamo esaminando, è di 1.420 miliardi per il 1989, di 1.650 miliardi per il 1990, di 1.800 miliardi per il 1991, men
tre la previsione della tabella C) della Finan
ziaria dice: 1.240 per il 1989, 1.450 per il 1990, 1.550 per il 1991. Quindi il nostro emen
damento, onorevole Presidente della Regione, onorevole Assessore per il bilancio, onorevole Presidente della Commissione finanza, non ac
cetta che ci possa essere una quota fissa, ma propone che la Regione iscriva in bilancto quel
lo che è previsto nella legge finanziaria dello Stato, perché la previsione del 1989 e degli anni successivi non faccia la fine delle previsioni re
lative agli anni precedenti. Dal consuntivo del 1987 risulta, infatti, che sono state accertate en
trate sul capitolo che stiamo esaminando per 1.369 miliardi, mentre il Governo nazionale, con l’articolo 28 della legge sulla finanza lo
cale, ha assegnato, per il 1987, alla nostra Re
gione soltanto 1.240 miliardi di lire. Quindi per un'annualità, oggi fuori discussione, le entrate accertate dalla Regione, non so come, sono sta
te sovrastimate per 129 miliardi di lire. Que
sto è il primo problema.
Secondo problema: onorevole Assessore per il bilancio, nel bilancio della nostra Regione re
lativo all’anno 1989, era iscritta una previsio
ne di entrata sul Fondo di solidarietà naziona
le di 1.420 miliardi, mentre la previsione che si può fare, in base alla commisurazione del Fondo di solidarietà nazionale all’86 per cento del gettito dell’imposta di fabbricazione riscossa in Sicilia, è di 1.249 miliardi. Anche in que
sto caso, quindi, c'è una sovrastima, rispetto al criterio riduttivo dell'86 per cento, di 71 mi
liardi di lire.
Desideravo chiarire qual è la ragione del n stro emendamento; il Presidente della Region >
ieri sera, ha detto, nel suo intervento, che Governo sostiene di dover mantenere
to l’importo delle entrate relative all'articolo - perché ha acquisito un corrispondente par positivo da parte del Ministero del Tesoro.
RfUiìaynii Ptìrìmfh'mtm 6945
X lJ-as!.An!8A
I9I* SKDUTA
1 Febbraio 1989
stato di previsione per i! 1989 non sarebbe vin
colato al tetto maSvSimo riferito aU'anno 1987, ma sarebbe commisurato tiirSó per cento de!- 1 introito deli imposta di labbrictizìone riscos
sa in Sicilia,
Ho già chiarito che non contestiamo ì'86 per cento, cnondiam o suH’Sb per cento se temia
mo che F86 per cetito possa essere lo specchiet
to per le allodole. Ma, onorevole Presidente della Regione, non ci passiamo fidare delle di
chiarazioni. degli impegni deirattiiale Ministro del tesoro, onorevole Amato, del Ministro del tesoro del Governo De Mita, perché si può ri
cordare quanto 1 onorevole Amato, vicepresi
dente del Consiglio nel precedente Governo Go
lia ed attuale Ministro del tesoro, ha afferma
to. nella seduta dei Senato del 6 dicembre 1987, in sede dì parere sugli emendamenti alla finan
ziaria presentati dai parlamentari siciliani, dal senatore Scìvoletto. dai senatore Francesco Pa- risì,^^dalla senatrice Mortìsanti (c’è una sensi
bilità maggiore, per tradizione, nei confronti deli atticolo o8; 1 onorevole Capitumniìno par
lava di don Sturzo, io cito Virgilio Failla. par
lamentare comunista della Sicilia orientale che ha fatto grandi battaglie sul fondo di solidarie
tà nazionale). Ebbene, in sede di parere sugli emendamenti, Fonorevole Amato — dicevo_
ha affermato: «Esprimo parere contrario sugli
1
emendamenti. .. .. .. «rispetto agli emendamenti relativi aJ Fondo di solidarietà nazionale per la Sicilia, scstolineo che lo stanziamento viene pre- tigurato in conto globale sulla base aritmetica del 95 per cento dell’imposta di fabbricazione riscossa nella Regione. E chiaro che, a riscos
sione a%"venuta, ove la cifra riscossa risultasse diversa da quella prevista, rassestamento non potrebÌK non dame atto: la cifra è a priori de
stinata a non essere esatta perché basata su una
^alutazione di gettito non ancora riscosso».
Onorevoli colìeghi, Fonorevole Amato in pre
cedenza ha detto; «State tranquilli, ritirate gli emendamenti perché vi garantiamo il 95 per cento».
^G O LO SI ROSARIO, Presidente della Re
sone. (^esto è problema di affidabilità politica.
CHESsARI, Relatore di tninoraiìza. Signor stiamo parlando proprio di af-
* abilità politica. Sto intervenendo per dire:
Onorevole Presidente della Regione, •Stia atten- A non fondi le aie scelte politiche .soltamo suJ-
® dichiarazioni, sugli impegni assunti dal Mi
nistro del tesoro, perché ci sono precedenti che dimostrano che non c ’è l’abitudine di fare se
guire agli impegni i fatti.
Onorevole Presidente della Regione, le affer
mazioni del Vicepresidente del Consiglio e Mi
nistro del tesoro Amato, furono riconfermate nella stessa seduta dal Sottosegretario di Stato per il tesoro Girti il quale, riconfermando le di
chiarazioni del Ministro, ha invitato i senatori che avevano presentato emendamenti a ritirar
li. Vi risparmio Fintervento dei senatore Fran
cesco Parisi, vi risparmio Fintervento delia se
natrice Moltisanti i quali presero atto dell’im
pegno d ’onore de! Ministro dei tesoro. Vi ri
sparmio Fmtervento del senatore Scìvoletto, perché fii l ’unico parlamentare che non si fidò delle dichiarazioni e disse: «Signor Presidente, il Gruppo comunista non intende ritirare il p r a prio emendamento perché, da un calcolo basa
to sull’entrata reale riferita al gettito della im
posta di fabbricazione in Sicilia per il 1987, ab
biamo motivo di ritenere che esso si aggiri in
torno a 1.400 miliardi, per cui il 95 per cento di tale cifra, prevista dalla legge numero 470 del 1984, è molto lontano dalle previsioni fat
te dal Governo; pertanto non si può chiedere di votare su qualcosa che è un falso in bilan
cio. Per questi motivi proponiamo il testo del nostro emendamento che è piu vicino ad un cal
colo realistico in relazione all’applicazione della legge precedentemente citata».
Il senatore Scìvoletto non poteva pensare che, oltre al falso in bilancio, ci fosse anche un fal
so politico da parte del ministro Amato.
Onorevole Presidente della Regione e onore
vole assessore Trincanato, a chiarire questa in
tricata vicenda non ci aiutano nemmeno i no
stri amici parlamentari siciliani, perché l’ono
revole Vito Riggio, nella seduta del 27 luglio 1988, in sede di Commissione parlamentare per le questioni regionali, ha ritenuto suo dovere polemizzare con l’impostazione della Regione siciliana. Queste cose le dico perché poi a vol
te il Governo si rivolge anche all’onorevole Riggio per chiedergli di farsi carico delie esi
genze della Regione siciliana...
NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re
gione. Lo fa spontaneamente, non c ’è nes.sun rapporto particolare.
CHESSARJ. Lo fa spontaneamente e dico che purtroppo .si commettono errori, se è vero che 1 onorevole Riggio, e vi ri.sparmio ima parte