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RESOCONTO STENOGRAFICO

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(1)

Resoconti Parlamentari X Lechslatura

- 6933 -

191» SEDUTA I Febbraio 1989

RESOCONTO STENOGRAFICO

191' SEDUTA

(Antimeridiana)

m e r c o l e d ì 1 FEBBRAIO 1989

Presidenza del Vicepresidente ORDILE indi

del Presidente LAURICELLA

I N D I C E

C o n g e d o ... g333

D is e g n o d i le g g e

«Bilancio di previsione per l’anno nnanziario 1989 e bi­

lancio pluriennale per 11 triennio 1989 -1991 delia Re­

gione siciliana» (582/A) (Seguito della discussione):

p r e s i d e n t e... 6936,6954,6955,6957 PIRO (D P )‘ ... 0937^ 093g^ 0959 TRINCANATO,* Assessore per il biìancto e le finanze . 6937 CHESSARI (PCI), relatore di minoranza . . 6938, 6944, 6956, 6957 NiCOLOSI RO SAR IO , Presidente della R e g io n e ... 6938, 6939 6953, 6954, 6955, 6956, 6957 CAPITUMMINO (DC), relatore dì m aggioranza... 6939 D URSO SOMMA ( P L I ) ... 6940 6952 COLOMBO ( P C I ) ... 6941

r a g n o (MSI-DN) ... 6942

GRAZIANO (DC)* ... ... 6943 m e r l i n o. Assessore p e rii torisrno, le comunicazioni ed

i trasporti... : ... 6943 RUSSO (PCI), Presidente delia Cktmmissione . . . 6944 6949 6954 SONO (MSI-DN) ... ' 6947 PARISI (P C I)’ ... 6953, 6954, 6955

(Votazione per appello no m inale)... 6954

(Risultato della votazione) 6954

In t e r ro g a z io n i

(Annunzio) ... 6933

{*) Intervento corretto dall’oratore

La seduta è aperta alle ore 10,10.

MACALUSO, segretario, dà lettura de! pro­

cesso verbale della seduta precedente che, non Porgendo osservazioni, si intende approvato.

Congedo.

PRESIDENTE. Comunico che l ’onorevole Ferrante ha chiesto congedo per oggi.

Non sorgendo osservazioni, il congedo s ’in­

tende accordato.

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposta orale presentate.

MACALUSO, segretario:

«Al Presidente della Regione, all’Assessore per gli enti locali e all’Assessore per il turismo, le comunicazioni ed i tra.sporti, per sapere:

— se siano a conoscenza che entro l’anno l’Hotel Excelsior di Catania rischia di chiude­

re i battenti a seguito dello sfratto intimato dalla società proprietaria deH’immobile, che intende­

rebbe trasformare l’edificio in uffici;

se non ritengano che tale decisione sia destinata a penalizzare pesantemente, sia sotto il profilo socio-economico che turistico, la cit­

tà di Catania, che perderebbe una delle pochis­

sime .strutture ricettive ubicate in centro;

— quali interventi intendano urgentemente adottare per scongiurare la chiusura dell’Hotel

fiexoconti, f. 935

(500)

(2)

Resoconti Parlamentari 6934 - Assemblea Regionale Siciliana

X Le g isla t u r a 191“ SEDUTA I Febbraio 1989

Excelsior, salvaguardare gli interessi del per­

sonale dipendente e tutelare la vocazione turi­

stica di Catania» (1443). (Gli interrogami chie­

dono lo svolgimento urgente).

CUSIMANO - PAOLONE - BONO -

Cristaldi - Ragno - Tricoli -

ViRGA - XlUMÈ.

«All’Assessore per la cooperazione, il com­

mercio, l’artigianato e la pesca, premesso che:

— il consorzio di cooperative “ La Casa No­

stra” , di Messina è in atto sottoposto a gestio­

ne commissariale, tramite commissari nomina­

ti da codesto Assessorato;

— tale forma di gestione — che si protrae ormai da qualche tempo — è stata determinata da gravi irregolarità amministrative e da con­

seguenti gravi difficoltà economiche in cui il consorzio tuttora versa, con l’impossibilità di pagare i fornitori; e ciò malgrado cospicui fi­

nanziamenti regionali e generose anticipazioni dei soci, cui evidentemente non è stata data, in tutto o in parte, la dovuta destinazione;

— nella contabilità predisposta dai preceden­

ti amministratori, pur gravemente lacunosa, si trovano peraltro registrate ingenti somme, cir­

ca due miliardi, come regalie (ossia tangenti) corrisposte fra gli altri a funzionari regionali, presumibilmente di codesto Assessorato;

— per i fatti sopra sommariamente accen­

nati, sono stati iniziati a carico di tal Beliamo­

ne, ex presidente del consorzio, diversi proce­

dimenti penali, uno dei quali per corruzione di pubblici ufficiali, già definito con condanna del­

l’imputato, confermata anche in appello;

— a seguito degli stessi fatti, ripetutamente segnalati dal l’interrogante anche alla Commis­

sione antimafia regionale, che del caso si è poi occupata nella precedente legislamra, codesto Assessorato ha disposto ripetute ispezioni che hanno portato all’attuale gestione commissariale, ma di cui non è mai stato reso noto l’esatto con­

tenuto, né in ordine alla situazione contabile e finanziaria del consorzio né ai presumibili gravi ammanchi di denaro e alle responsabilità che vi sono connesse né, infine, alle prospettive per i soci delle cooperative del consorzio e agli in­

terventi eventualmente previsti per tutelarne i diritti e le aspettative;

— tale incomprensibile reticenza dell’Asses­

sorato della cooperazione si sta tuttora protraen- do, anche per ciò che riguarda le piu recenti relazioni ispettive, paradossalmente definite “ at­

ti interni” , di cui non si può rivelare il con­

tenuto;

per sapere:

— che cosa è stato accertato dagli ispettori e dai commissari nominati da codesto Asses­

sorato in merito alla gestione del consorzio di cooperative “ La Casa Nostra” di Messina e delle singole cooperative che lo costituiscono;

— quali responsabilità, e di che tipo, sono state individuate, e quali iniziative sono state eventualmente prese per perseguirle;

— come sia stata possibile una gestione (del consorzio e delle singole cooperative) cosi di­

sinvolta, quale è dato desumere dai vari pro­

cedimenti penali e da una disastrosa situazione finanziaria, sotto gli occhi della Regione e, in particolare, di codesto Assessorato che era te­

nuto ai necessari, rigorosi controlli;

— quali iniziative intenda adottare per re­

cuperare dai vari profittatori il denaro pubbli­

co improvvidamente sperperato;

— in che modo intenda rimediare alle dif­

ficoltà, altrimenti insormontabili, in cui versa­

no le cooperative del consorzio a causa dei pre­

cedenti amministratori e delle evidenti conni­

venze da essi trovate nell’Amministrazione re­

gionale, che hanno determinato rassoluta omis­

sione di ogni controllo;

— in quale misura le tangenti versate han­

no influito pure sull’entità e sulla celerità dei finanziamenti, sia nella fase amministrativa che in quella della materiale erogazione, specifican­

do anche i tempi relativi;

— se si sia trattato di un caso isolato o piut­

tosto, come è lecito presumere anche a causa delle reticenze dell’Assessorato, dell’espressione di un piu diffuso, malcostume, tuttora pet' du tante;

— che cosa è stato fatto in particolare in se­

no all’Amministrazione regionale dopo la de­

nuncia e l ’accertamento dei fatti in seno al Commissione antimafia dell’Assemblea regio naie siciliana» (1444).

RisiCAiX) - Laudani - Gueli - La

Porta.

(3)

Resocónti Parlamentari 6935

Ordile. PRESIDENTE. L ’interrogazione ora annun-

^'Ma è stata già inviata alla competente Com­

missione ed al Governo.

hvito il deputato segretario a dare lettura del- e interrogazioni con richiesta di risposta scrit- m presentate.

PRESIDENTE. Le interrogazioni ora annun­

ziate saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.

Invito il deputato segretario a dare lettura del­

le interrogazioni con richiesta di risposta in Commissione presentate.

MACALUSO, segretario:

«All’Assessore per i beni culturali e ambien­

tali e per la pubblica istruzione, premesso che;

non saranno s fu ^ ite aH’attenzione del- 1 Assessore le varie notizie diffuse anche dagli organi di stampa relativi a continui ritrovamenti archeologici nel comune di Capo d’Orlando;

— aH’idèntificazione di una antica costru- zione di epoca ellenistico-romana si è aggiunta 1 identificazione di resti di antiche mura per ar­

rivare al ritrovamento degli ultimi reperti ve­

nuti fuori dagli scavi eseguiti in via Veneto che fanno localizzare in quel sito una necropoli ri­

salente al secondo secolo avanti Cristo. Sono state ritrovate ben 12 tombe in buono stato di conservazione contenenti scheletri ed ossa uma­

ne, anfore cinerarie e monete;

— tali ritrovamenti inducono a ritenere che l’antica Agatirso sia da ubicare proprio in Ca­

po d’Orlando dove, peraltro, la soprintenden­

za ai beni culturali ha curato il censimento e la custodia dei reperti fino ad oggi ritrovati;

per sapere se, tenuto conto che non ci si tro­

va di fronte ad episodici e modesti ritrovamenti, non ritenga di affrontare organicamente il pro- Wema della ricerca di reperti tendenti a loca­

lizzare l’antica città di Agatirso finanziando un’organica campagna di scavi. Non appare su­

perfluo rilevare come i ritrovamenti nella zona m questione si dimostrano di notevole interes-

^ scientifico e culturale e ernie tali ritrovamen­

ti potranno contribuire a dare un ulteriore con­

creto contributo ai motivi di richiamo turistico che Capo d ’Orlando in atto possiede» (1440).

MACALUSO, segretario:

«All’Assessore per gli enti locali per co­

noscere:

— i motivi del ritardo da parte dell’Ammi­

nistrazione comunale di Grammichele nei prov­

vedere all’approvazione della graduatoria del concorso a numero 3 posti di vigile urbano ban­

dito ai sensi della legge regionale numero 2 del 1988;

— se è stato dato riscontro alla richiesta dei consiglieri comunali del Partito socialista ita­

liano e del Partito repubblicano italiano di no­

mina di un commissario ad acta da parte del­

l ’Assessore regionale per gli enti locali;

se non ritiene opportuno non soltanto procedere alla nomina del commissario ad ac­

ta, ^ a lo ra non sia stato ancora provveduto, ma avviare anche un’indagine conoscitiva sul com­

portamento omissivo deH’Amministrazione co­

munale di Grammichele» (1441). (L’interrogan­

te chiede risposta con urgenza).

Leanza Salvatore,

«All’Assessore per l’agricolnira e le foreste, premesso che:

— alcune famiglie diretto-coltivatrici di Grammichele (Catania) presentarono al patro­

nato Ital-Uil di Grammichele la domanda e la documentazione occorrente per usufruire del­

l’aiuto comunitario ad integrazione del prezzo del grano duro (produzione anno 1986);

— le sopradette domande sono state presen­

tate al patronato entro il 31 marzo 1987, ai sen­

si del decreto ministeriale 16 ottobre 1986, e che lo stesso patronato ha provveduto ad inol­

trarle agli uffici competenti oltre il termine di scadenza;

— di tale ritardata presentazione gli interes­

sati sono stati informati soltanto dopo che le pratiche degli altri coltivatori erano state li­

quidate;

per sapere quali iniziative possono essere in­

traprese al fine di recuperare U danno che hanno subito i coltivatori, i quali hanno dovuto sop­

portare una rilevante perdita per i riflessi ne­

gativi suireconomia delle singole aziende e sulle possibilità del settore di produrre e rinnovarsi, atteso che la riduzione del reddito familiare ha impedito la formazione di scorte e di nuovi in­

vestimenti;

(4)

Resoconti Parlameniarì 6936 Assemblea Regionale Siciliatia

X Legislatura 1 9 P SEDUTA 1 Febbraio1989

— se non si ritenga di equiparare il danno subito dai coltivatori ad una calamità naturale tale da provvedere con un intervento sostituti­

vo regionale» (1442). (L’interrogante chiede ri­

sposta con urgenza).

Leanza Salvatore.

Discussione di disegni di legge.

PRESIDENTE. Si passa al secondo punto deU’ordine del giorno: Discussione di disegni di legge.

Seguito della discussione del disegno di leg­

ge: «Bilancio di previsione per l’anno fi­

nanziario 1989 e bilancio pluriennale per il triennio 1989-1991 della Regione sicilia­

na» (582/A).

PRESIDENTE. Si procede al seguito della di­

scussione del disegno di legge numero 582/A:

«Bilancio di previsione per l’anno finanziario 1989 e bilancio pluriennale per il triennio 1989-1991 della Regione siciliana».

Ricordo che la discussione del disegno di leg­

ge si era interrotta nella seduta numero 190 di ieri, dopo l’approvazione del Titolo 1 - Entrate tributarie (Tabella A).

Si passa, pertanto, al Titolo II - Entrate ex­

tratributarie — capitoli da 2001 a 3993.

Comunico che sono stati presentati i seguen­

ti emendamenti:

— dall’onorevole Piro:

— Capitolo 2562: «Proventi derivanti dal ri­

lascio di autorizzazioni per l’esercizio di atti­

vità mineraria da cava»: piu 100 milioni;

— dagli onorevoli Chessari ed altri:

Capitolo 2735: «Proventi derivanti dalla col­

tivazione di giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi e dall’esercizio di metanodotti»:

1989 da 27 miliardi a 10 miliardi (meno 17);

1990 da 27 miliardi a 12 miliardi (meno 15);

1991 da 27 miliardi a 15 miliardi (meno 12);

Totale da 81 miliardi a 37 miliardi (meno 44);

— dall’onorevole Piro:

— Capitolo 2735: meno 7.000 milioni;

— Capitolo 2746: «Proventi derivanti dalla devoluzione alla Regione della terza parte del­

l’aliquota corrisposta per la coltivazione di gia­

cimenti di idrocarburi siti nel sottofondo del mare territoriale adiacente alle coste della Si­

cilia»: pili 7.000 milioni;

— dagli onorevoli Chessari ed altri:

— Capitolo 2746: da per memoria a:

1989 12;

1990 12;

1991 12;

Totale 36;

— dall’onorevole Piro:

— Capitolo 2881: «Canoni dovuti dai con­

cessionari degli impianti ricettivi facenti parte del patrimonio turistico-alberghiero della Regio­

ne»: piu 105;

— Capitolo 3715: «Fondo di solidarietà na­

zionale di cui all’articolo 38 dello Statuto del­

la Regione siciliana (Fondo solidarietà nazio­

nale): meno 180 miliardi;

— dagli onorevoli Chessari ed altri:

— Capitolo 3715:

1989 da 1.420 a 1.240 miliardi (meno 180);

1990 da 1.650 a 1.450 miliardi (meno 200);

1991 da 1.800 a 1.550 miliardi (meno 250);

Totale da 4.870 a 4.240 miliardi (meno 630);

— dagli onorevoli Cusimano ed altri:

— Capitolo 3715:

1989 da 1.420 miliardi a 1.240 miliardi;

1990 da 1.650 miliardi a 1.450 miliardi;

1991 da 1.800 miliardi a 1.550 miliardi.

Comunico altresì che sono stati presentati dal­

l’onorevole D ’Urso Somma i seguenti emenda­

menti ad emendamenti:

— Capitolo 2562: meno 50 milioni;

— Capitolo 2735:

1989 da 27 miliardi a 20 miliardi;

1990 da 27 miliardi a 20 miliardi;

1991 da 27 miliardi a 20 miliardi;

Totale da 81 miliardi a 60 miliardi (meno 21 miliardi);

— Capitolo 2735: meno 6.000;

— Capitolo 2746: piti 6.000;

(5)

Resoconti Parlamentari - 6937 Assemblea Regionale Siciliana X Legislatura

191“ SEDUTA I Febbraio 1989

— Capitolo 2746: da per memoria a:

1989 10;

1990 10;

1991 10;

Totale 30;

— Capitolo 2881: piu 100;

— Capitolo 3715:

1989 da 1.420 miliardi a 1.260 miliardi;

1990 da 1.650 miliardi a 1.500 miliardi;

1991 da 1.800 miliardi a 1.600 miliardi;

Totale da 4.870 miliardi a 4.360 miliardi (meno 510 miliardi);

— Capitolo 3715:

1989 da 1.420 miliardi a 1.310 miliardi;

1990 da' 1.650 miliardi a 1.410 miliardi;

1991 da 1.800 miliardi a 1.600 miliardi;

Totale da 4.870 miliardi a 4.320 miliardi (meno 550 miliardi);

— Capitolo 3715: meno 170.000 milioni;

Si passa all'emendamento Piro al capitolo 2562.

PIRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

^ PIRO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, lemendamento è “ piu cento’’, intendendosi

“pili 100 milioni” . Dal momento che il bilan­

cio si esprime in milioni, piu cento, significa piu cento milioni. Il capitolo 2652, che nel bi­

lancio viene iscritto per memoria, è destinato a raccogliere i versamenti che, ai sensi dell’ar­

ticolo 19 della legge'regionale numero 127 del 1980, sono tenuti ad effettuare coloro i quali ottengono l’autorizzazione per l ’esercizio di cave.

Dice infatti l’articolo 19 che, ai fini dell’ef- tettuazione di opere di recupero ambientale (che devono essere effettuate quando scade l’auto­

rizzazione e l’attività di cava viene chiusa), il rilascio dell’autorizzazione è subordinato al ver­

samento, in apposito capitolo gestito dall’As­

sessorato regionale del territorio e deH’ambien- le, di una somma da utilizzare per l’esecuzio-

di opere di sistemazione dei luoghi. Piu avanti stabilisce che questo versamento non sarà

|?l^^*'iore a due milioni e non sarà superiore a 9 milioni con una procedura di revisione trien- nale delle tabelle.

Ora, dal momento che vengono rilasciate nu- rnerose autorizzazioni ogni anno per l’eserci­

zio di cave, non si comprende perché questo capitolo non debba portare anche una previsione minima, quale quella da me indicata in cento milioni. C’è da tenere presente, altresì, che l ’ul­

timo dato in mio possesso, che è quello relati­

vo al rendiconto deU’esercizio finanziario 1987, espone comunque un’attività di questo capito­

lo, anche se in misura ridotta, pari a lire nove milioni. Ho inteso sollevare questo problema, non tanto per poire una questione formale, d’al­

tro canto siamo in sede di entrate e, quindi, il problema non si pone in maniera drastica, ma perché esiste un problema politico. Due sono infatti le questioni: o questi vereamenti non ven­

gono fatti, non vengono curati, ma non mi pa­

re che possa essere cosi, visto che c’è una pre­

visione di legge; oppure non si vede perché il capitolo non debba comunque esporre una en­

trata sia pure calcolata in misura ridotta.

TRINCANATO, Assessore per il bilancio e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TRINCANATO, Assessore per il bilancio e le finanze. Signor Presidente, onorevoli colle­

g i , il problema sollevato dall’onorevole Piro è già stato esaminato in Commissione “ finan­

ze” . L ’onorevole Piro sostiene una tesi che, a mio giudizio, può trovare una collocazione nel momento in cui saremo a conoscenza dell’an­

damento dell’entrata. Egli, esattamente, ha detto che l’emendamento ha la finalità di “ sollevare il problema” , perché in realtà i proventi deri­

vanti dall’applicazione dell’articolo 19 della leg­

ge regionale numero 127 del 1980 sino ad og­

gi sono stati insignificanti: soltanto 9 milioni nel 1987.

Invito, quindi, l’onorevole Piro a ritirare l ’e­

mendamento, una volta sollevato il problema, in quanto dobbiamo tenere presente che, se esi­

stono delle autorizzazioni in relazione all’arti­

colo 19, dette autorizzazioni debbono essere fat­

te a seguito di un versamento. Ora, porre in bilancio una cifra dieci volte superiore all’ac­

certamento del 1987 mi pare una cosa molto, molto esagerata.

Esiste un’indicazione; abbiamo istituito il ca­

pitolo per memoria per le somme che, even­

tualmente, la Regione introiterà. Vedremo se, quest’anno, neH’assestamento di bilancio, a se-

(6)

Resoconti Farìiutieniorì 6938 Assemblea Kcnicmale Siciliana

X Le g is l a t u r a 191* SKDUTA 1 FliHHKAlO 1989

guito anche delle sollecitazioni dell’onorevole Piro e di un maggiore impegno deU’Assesso- rato competente, sarà possibile avere un qua­

dro diverso rispetto aU’attuale.

Insisto, pertanto, nella richiesta di ritiro del- remendamento.

PIRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRO. Signor Presidente, se ho colto bene quanto affermato dall’onorevole Trincanato, il Governo è, in ogni caso, impegnato ad assicu­

rare che quanto previsto dall’articolo 19 della legge regionale numero 127 del 1980 venga at­

tuato, trattandosi di un particolare di estrenio significato connesso al problema delle cave in Sicilia. A fronte di questa assicurazione, riba­

dendo che Femendamento intendeva sollevare un problema politico, ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. L ’Assemblea ne prende atto.

L ’emendamento dell’onorevole D ’Urso Som­

ma è pertanto superato.

Si passa agli emendamenti al capitolo 2735 degli onorevoli Chessari ed altri, dell’onorevole Piro, ed agli emendamenti ad emendamenti pre­

sentati dall’onorevole D ’Urso Somma.

CHESSARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHESSARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il nostro emendamento mira a ridur­

re la previsione iscritta in bilancio, in relazio­

ne al presumibile effettivo andamento di que­

sto cespite. La previsione di 27 miliardi del ca­

pitolo 2735 è chiaramente sovradimensionata.

L ’ultimo dato che è a nostra disposizione in­

fatti, quello relativo agli accertamenti del 1987, onorevole Presidente della Regione e onorevo­

le Assessore per il bilancio, è di 6 miliardi e 300 milioni e sono stati fatti versamenti per 5 miliardi 662 milioni.

Questi sono i dati che si desumono dal ren­

diconto del 1987, cioè i dati ufficiali fomiti dal Governo.

Quindi ritengo che la previsione debba esse­

re ridotta; proponiamo di situarla sui 10 miliar­

di, tenendo conto della possibile lievitazione del gettito del capitolo. Credo che, alla luce di que­

ste considerazioni, l’emendamento possa esse­

re accolto, non solo dall’Assemblea ma anche da) Governo.

PIRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRO. Signor Presidente, onorevoli co llctti, ho presentato anch’io un emendamento in ridu­

zione della previsione del capitolo 2735, perché ritengo che si tratti di una previsione del tutto sovrastimata e non rispondente alle effettive en­

trate. Posso fare riferimento, concordando pe­

raltro con quanto fin qui detto dall’onorevole Chessari, al dato in nostro possesso, che è estre­

mamente eloquente, quello relativo al rendiconto dell’esercizio 1987, in cui sul capitolo 2735, a fronte di una previsione di entrata di 27 miliar­

di, sono state accertate, nell’esercizio, entrate per 6 miliardi e 300 milioni e sono stati riscossi 5 miliardi e 600 milioni, quindi con una previsione di maggiore entrata superiore ai 20 miliardi.

Credo che l’andamento del 1988 — non ho i dati, altrimenti potrei citarli — confermi am­

piamente questo trend previsionale; non si ve­

de perché allora si debba mantenere una pre­

visione di 27 miliardi, che è chiaramente fan­

tasiosa, per usare un termine caro all’onorevo­

le D ’Urso Somma.

NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re­

gione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re­

gione. Signor Presidente chiederei, ove possi­

bile, di accantonare per un momento il capito­

lo ed il relativo emendamento, per una verifi­

ca da effettuare anche in relazione al capitolo successivo, il 2746, che riguarda le aliquote de­

rivanti dalle ricerche dell'off-shore.

PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, cosi' resta stabilito.

I capitoli 2735 e 2746 con i relativi emenda­

menti sono, pertanto, accantonati.

Si passa all’esame dell’emendamento al ca­

pitolo 2881 dell’onorevole Piro e all’emenda­

mento a questo presentato dall’onorevole D’Ur­

so Somma.

PIRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRO. Signor Presidente, onorevoli colle|hL anche questo è un problema politico ma di mag­

gior rilevanza sul piano delle entrate.

(7)

Resaam li l'u rhmien mrì 6939

X IJ-OÌ SI .ATURA 191* SIÌDUTA I f-HRBRAlO 1989

Il capitolo 2881 è destinato a ricevere i ver­

samenti per canoni dovuti dai concessionari de­

gli impianti ricettivi facenti parte del patrimo­

nio turistico-alberghiero della Regione. Appren­

diamo dalla, sempre ricca e dispensatrice di no­

tizie utili, relazione generale della Corte dei conti sul giudizio di parificazione del bilancio della Regione per l’anno 1987, che gli impian­

ti ricettivi di proprietà della Regione affittati so­

no oltre una ventina. Ma apprendiamo, anche, che i canoni che la Regione riscuote per l’af­

fitto di questi impianti sono canoni, non sol­

tanto risalenti ormai a molti anni fa, ma asso­

lutamente ridicoli per la loro consistenza e che denotano una grave noncuranza da parte della Regione. Questa noncuranza potrebbe sconfi­

nare in qualcosa d ’altro e di piti rilevante.

Vi sono impianti ricettivi della Regione, qua­

le per esempio l ’albergo di Paternò, classi­

ficato di seconda categoria, per il quale la Re­

gione ha riscosso e riscuote 918 mila lire l’anno.

La Corte dei conti fa rilevare che, avendo chiesto all’Ufficio tecnico erariale la ridetermi­

nazione del canone per questo albergo e per moltissimi altri alberghi, ha ricevuto delle ri­

sultanze che essa stessa, — cito da pagina 286

— definisce “ sorprendenti” ; per cui il canone delPalbergo regionale di Paterno dovrebbe pas­

sare da 918 mila lire a 67 milioni annui. Per il posto di ristoro di Piazza Armerina, dalle 650 mila lire, che riscuote attualmente la Regione, a 12 milioni e 100 mila lire; per il villaggio turistico Garden da un milione e 300 mila lire a 24 milioni.

Dice inoltre la relazione della Corte dei conti che per questi impianti che ho citato e per al­

tri impianti è in corso la rivalutazione del ca­

none da parte dell’Ute. La relazione della Corte dei conti — ripeto — è relativa all’anno 1987;

siamo all’anno previsionale 1989. Ebbene, viene previsto sempre lo stesso introito in questo ca­

pitolo.

Mi pare che siamo davanti a un fatto politi­

co minore, ma serio per i suoi significati. Ri- P°^ce lo stanziamento del capitolo per lo meno alle misure stabilite dalla Corte dei conti, ere- fi a funzionare da incentivo reale per

Amministrazione regionale, non solo per adempiere a quanto richiesto dalla Corte dei s v f ’ quanto è giusto. Non è pos-

1 ile credo — che si mantengano ancora ca­

coni di affitto per impianti che vengono in gran parte gestiti da privati con misure ridicole qua­

li quelle poco fa citate: 650 mila lire o 918 mila lire annue.

NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re­

gione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re­

gione. Signor Presidente, il rilievo mosso dal­

l’onorevole Piro è assolutamente pertinente. Si pone, però, un problema: con una delle ultime leggi che abbiamo approvato, la legge numero 9 del 1986, queste strutture ricettive sono tran­

sitate al patrimonio delle Amministrazioni pro­

vinciali e sono state di fatto scaricate dall’Am­

ministrazione del turismo; ritengo non sia sta­

to ancora eseguito soltanto un adempimento del­

l’Assessorato alla Presidenza necessario per concludere il trasferimento.

Rimane il problema di merito, che è certa­

mente rilevante e rispetto al quale posso assi­

curare all’onorevole Piro di avere attivato, ap­

pena si è posto il problema, l’Assessorato alla Presidenza; perché, laddove si ritenesse che, an­

cora per questo anno, i canoni corrispettivi, nel­

la fase di transizione, dovessero venire alla Re­

gione, si porrebbe il tema che è stato corretta- mente evidenziato, e con un’opportuna mano­

vra di assestamento di bilancio dovremmo porre il valore complessivo degli introiti almeno ai valori indicati dalla Corte dei conti. Laddove, invece, la definizione del passaggio fosse im­

mediata e quindi, entro l’anno, venisse meno la materia del contendere perché le strutture suddette non sarebbero piu parte integrante del patrimonio regionale, è evidente che il proble­

ma di merito rimarrebbe e, quindi, è la Regio­

ne che dovrebbe sollevare, nei confronti delle Amministrazioni provinciali, il problema di un rigoroso adeguamento alle valutazioni fatte.

Sarebbe però, ripeto, sbagliato inserire, allo stato delle cose, una previsione che oggettiva­

mente potrebbe venir meno; non perché non sia giusta la considerazione di merito, ma in quanto cambierebbe il soggetto titolare della disponi­

bilità patrimoniale di queste attrezzature ri­

cettive.

CAPITUMMINO, relatore di maggioranza.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

(8)

Resoconti Parlamentari 6940 Assemblea Regionale Siciliana

X LECaSLATURA 191* SEDUTA Febbraio 1989

CAPITUMMINO, Relatore di maggioranza.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, non era mia intenzione intervenire ma quando si risco­

pre, nuovamente, la politica, sentiamo il biso­

gno di fornire il nostro contributo. Vogliamo evidenziare come molte volte, quando voglia­

mo fare soltanto i “ ragionieri” , finiamo col da­

re risposte che non solo non sono politiche, ma rischiano di colpire interventi che, negli anni, sfruttando Tordinaria amministrazione, danno vita ad iniziative private serie che riescono a sopravvivere, rendendo, tra l ’altro, alla comu­

nità servizi sociali, grazie alla disponibilità del- FAmministrazione regionale a guardare loro con attenzione.

Il problema va posto, signor Presidente, m termini precisi, tenendo conto del tipo di ser­

vizio sociale che questi alberghi (che negli an­

ni sono stati costruiti) svolgono nel territorio siciliano.

Al di là di alcune eccezioni — e le eccezioni le conosciamo perché r^presentano grossi scan­

dali: mi riferisco ad alcuni grandi alberghi co­

me “ Le Rocce” di Taormina che mi pare sia in disuso da anni — è vergognoso porre; sol­

tanto perché l’albergo “ Le Rocce di Taonnina è chiuso, il problema di alcuni alberghetti ubi­

cati nelle zone interne della Regione, che sono stati per anni chiusi e che, nel momento in cui hanno trovato un “ povero cristo” , nel vero sen­

so della parola, che ne ha assunto la gestione, questi deve essere perseguitato perché deve ver­

sare il canone derivante da una attività che eco­

nomica non è e che serve, molte volte, attra verso la gestione familiare (perche si tratta al 90 per cento dei casi di gestione familiare), a dare un pezzo di pane a famiglie che, diversa mente, sarebbero costrette ad emigrare. Si trat­

ta, inoltre, di alberghi che rendono un prezio­

so servizio a quelle comunità che si trovano soprattutto, nelle zone interne che, diversamen­

te, non disporrebbero neanche di un albergo che, a quel punto, diventa un servizio sociale per esse.

Signor Presidente e onorevoli colleghi, per fornire una risposta a questi prdslemi alcuni de­

putati appartenenti al mio Gruppo, ma anche ad altri Gruppi, hanno presentato un disegno di legge che va sottoposto, al piu presto, all e- same dell’Assemblea; approfitto, anzi, per inol­

trare al Governo ed alla Presidenza una richie­

sta in tal senso. Ci si prefigge di superare i ri­

lievi mossi dalla Corte dei conti, estendendo a questo settore i benefici previsti dalla legisla­

zione regionale sul turismo. Occorre, cioè, dare a questi piccoli proprietari, a questi “ padron­

cini” (per usare un termine che è molto fre­

quente nel settore dei trasporti, con riferimen­

to a colui il quale compra un camion e lavora in proprio), la possibilità di diventare proprie­

tari degli immobili. Devono poter usufruire — come detto — dei benefici previsti per le gran­

di aziende, le grandi società per azioni, che prendono contributi per miliardi a fondo per­

duto oltre ad usufruire del credito con tasso age­

volato al 4 per cento.

Queste cose diciamole alla Corte dei conti!

Non possiamo prendercela con un povero cri­

sto, che prende in gestione un albergo, non con­

cedendogli nessuna agevolazione sui pagamen­

ti, non dandogli nessun contributo e pretenden­

do che paghi in relazione ad un reddito pre­

sunto che non esiste. R is o la tenere conto della realtà in cui questi alberghi si trovano. Per que­

sta motivazione politica, signor Presidente, sono contrario a che si aumenti questo capitolo e mi auguro, anzi, che il Governo si attivi perché questo disegno di legge venga approvato e si ponga quindi fine ad uno scandalo che, sino a questo momento, è pesato non sulla Corte dei conti o sulla Regione, ma su una realtà sicilia­

na che è sottovalutata.

In quest’Aula si tengono nel giusto conto i rilievi della Corte dei conti ma non abbiamo mai fatto, cosi come prevede il nostro Regola­

mento, una verifica attenta delle eccezioni del­

la Corte stessa. Mi auguro che questo Gover­

no possa farla, perché alcune ossei^azioni che ci vengono mosse, pur essendo valide dal pun­

to di vista tecnico-ragionieristico, non lo sono, dal punto di vista politico, non rispondendo a quella politica di sviluppo che vogliamo intra­

prendere e che dobbiamo portare avanti in rap­

porto alla nostra responsabilità e non soltanto agli input che provengono, per motivi ragionie­

ristici, dalla Corte dei conti.

D ’URSO SOMMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D ’URSO SOMMA. Signor Presidente, ono­

revoli colleghi, per principio noi liberali apP’’®' ziamo tutte quelle motivazioni che sembran forti a vantaggio di una iniziativa o a vantag­

gio di una determinazione di profitto. GuardE- mo, però, con un certo sospetto chi, con sian^

ci tribunizi, vuole difendere una posizione cn

(9)

Resoconti Parlamentari 6941 —

secondo noi non è difendibile. Vorrei fare un esempio attraverso il quale poter convincere, chi se la sente di ragionare, che certe tesi non pos­

sono essere sostenute. Ho sentito poc’anzi che, siccome la Regione siciliana dà alle grosse so­

cietà la possibilità di avere contributi a fondo perduto per miliardi, siccome la Regione sici­

liana dà la possibUità a certi imprenditori di fac­

ciata, lo ha detto poc’anzi il pregiatissimo ca­

pogruppo della Democrazia cristiana...

MERLINO, Assessore per il turismo, le co­

municazioni ed i trasporti. Non ce ne sono con­

tributi...

D ’URSO SOMMA. Non l’ho mica detto io;

siccome ci sono società le quali — era facile intendere — speculano su leggi regionali, non si capisce per qual motivo un “ povero cristo’’

— ecco l’espressione usata — il quale paga 912 mila lire l ’anno per un albergo di periferia, in questo caso della provincia di Catania, debba avere l’impressione di essere perseguitato. Al­

lora vorrei sapere dall’onorevole Angelo Capi- tumino, capogruppo della Democrazia cristia­

na, se conosce l ’albergo di Patemò; vorrei ri­

cordargli che Patemò è a 12 chilometri da Ca­

tania e che, quindi, non siamo all’intemo della provincia e ancora, che si tratta di un albergo di buone capacità ricettive. Tra l’altro non ha senso dire che nel caso aumentassimo il cano­

ne renderemmo questo “ povero cristo” piu cri­

sto e pili povero ancora, perché 912 mila lire l’anno credo ammontino a meno di 77 mila li­

re al mese. È mai possibile che la Regione si­

ciliana sol perché dev’essere ente di beneficenza

— perché cosi appare — possa acquisire un ca­

none cosi ridicolo? La verità è che, ancora una volta, bisogna privilegiare interessi di bottega, la verità è che ancora una volta non bisogna dar conto di come si spendono i soldi della col­

lettività. Allora lo slancio tribunizio ha il so­

pravvento ed ecco che si assiste a dichiarazio­

ni che sono assolutamente insostenibili, in quan­

to quando si parla di economia occorre che si Pnrli anche di produttività.

Ho concluso, signor Presidente, perché il ri­

chiamo alla politica ha risvegliato in me d de­

siderio di intervenire per fare una piccola pa­

rentesi e chiuderla subito.

Abbiamo presentato tanti emendamenti agli emendamenti perché riteniamo il Governo re- Sionale non all’altezza di gestire la cosa pub­

ica siciliana. Lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, lo ribadiamo anche oggi.

Però, siccome abbiamo il sospetto che, attra­

verso questi emendamenti ed emendamenti agli emendamenti, l’ormai prossima eutanasia del Governo si allontani, ecco che, per rispetto nei confronti delle istituzioni, pur mantenendo gli emendamento agli emendamenti, non ne illu­

streremo neanche uno.

La nostra speranza qual è? Che il Governo regionale si renda conto, piu che mai, della sua incapacità a gestire la cosa pubblica siciliana e quanto prima presenti all’Assemblea, per un discorso che finalmente possa diventare un di­

scorso serio, le proprie dimissioni.

COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COLOMBO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che l’emendamento che lo stesso onorevole Piro definiva politico, cioè tendente a sollevare un problema politico, abbia sortito l’effetto voluto dal proponente e si possa, quin­

di, considerare superato dalla risposta che il Presidente della Regione ha fornito.

Ci troviamo di fronte ad una proprietà della Regione che, da anni, viene gestita in maniera irresponsabile, tanto è vero che essa è stata, in gran parte, degradata e distrutta da coloro i qua­

li l’avevano in gestione. Se andiamo a vedere alcuni villaggi e alcuni alberghi ci rendiamo conto che versano in pessime condizioni. È il caso di un grosso villaggio, “ Le Grotte” di Taormina, situato in un posto bellissimo, che è stato distrutto da chi lo ha gestito, distrutto dagli interventi di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione che la Regione ha affida­

to, incautamente, ad imprese incapaci, e che è li da anni a testimonianza del modo in cui il patrimonio pubblico regionale viene mantenuto.

Queste proprietà della Regione siciliana so­

no finite peggio dell’Ente minerario e dell’E- spi. Questo è il giudizio molto sintetico e som­

mario che si può dare.

Quando è stata definita, in questo modo, la prima fase della gestione della proprietà regio­

nale, si è innestata una seconda fase, cioè il ten­

tativo di lottizzare, ripartire il recupero del pa­

trimonio alberghiero regionale.

Abbiamo assistito, e lo sappiamo, alla lottiz­

zazione tra te associazioni turistiche dei sinda­

cati: alla Cisl questo, alla Cgil quest’altro, al­

la u n quest’altro ancora. Gli affidamenti alla

^exoconU, f. 936 (500)

(10)

Resoconti Parlamentari 6942 Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 191“ SEDUTA 1 Febbraio 1989

Cisl ed alla Uil, però, vanno in porto, mentre quello alla Cgil fallisce. Nel frattempo il vil­

laggio “ Le Grotte” è ancora li a testimoniare il modo in cui certe cose si portano avanti. So­

no stati ristrutturati, recuperati alcuni immobi­

li e dati in affidamento diretto attraverso con­

cessioni, senza fare mai gare d ’appalto.

Ora, credo che non sia consentito, se la leg­

ge non lo prevede, gestire il patrimonio pub­

blico in questo modo, onorevole Capitummino!

Si può fare una legge e dire che questo patri­

monio viene regalato agli amici, ma in assen­

za di questo tipo di legge che lei auspica, ono­

revole Capitummino, si devono rispettare le leg­

gi vigenti. Qualcuno, tra l’altro, mi deve spie­

gare come mai alcuni alberghi di proprietà della Regione, già ristratturati, siano stati dati in con­

cessione a trattativa privata a certe cooperati­

ve e per altri piccoli punti di ristoro ciò non si sia potuto fare, nonostante vi fossero coope­

rative che avevano assunto l’onere della custo­

dia di questi posti di ristoro, vedi il caso di Pia­

na degli Albanesi. Non è possibile, onorevoli colleghi, gestire la cosa pubblica come cosa per­

sonale!

La legge regionale numero 9 del 1986 ha sta­

bilito che questi beni entreranno a far parte del patrimonio provinciale, ma fino a quando essi apparterranno al demanio regionale, la Regio­

ne ne dovrà rispondere. Quindi, se si tratta di aggiornare i canoni, come sottolinea la Corte dei conti — e non perché lo dice la Corte dei conti ma perché lo prevede la legge: una pro­

prietà pubblica regionale, infatti, quando vie­

ne data in concessione ai privati deve essere concessa secondo la valutazione dell’Ufficio tec­

nico erariale — si indica una gara: partendo dal­

la valutazione dell’Ute, chi offre di piu si ag­

giudica la gestione; e se non c’è nessuno che offre di piu si può aggiudicare al ribasso.

Ci dovrà essere una regola. Non può avve­

nire — come è avvenuto finora — che ognu­

no, nei suo comune, nella sua provincia assu­

ma una decisione diversa.

Il problema non è di aumentare lo stanzia­

mento in bilancio, b is o ^ a anche spiegare per­

ché si prevede 100 e si realizza 10. Vuol dire che quando discuteremo il consuntivo e, rispetto ad un bilancio che prevedeva 100, ci accorge­

remo che si è riscosso 10, potremo constatare se la Regione ha adempiuto al suo obbligo, al suo dovere di rivedere questi rapporti.

In quella occasione, signor Presidente e ono­

revoli colleghi, noteremo le cose piu incredi­

bili: alberghi della Regione dati in gestione anni addietro, che non esistono piu, che sono stati sub-affittati. Non sarà possibile allora, ono­

revole Capitummino, nascondere tutto quello che si è fatto rispetto a questo patrimonio del­

la Regione; le gestioni familiari non possono nascondere il fatto che ci sono grosse porche­

rie. Allora andiamo a mettere ordine, parten­

do dal fatto che l’aumento dello stanziamento del capitolo, proposto dall’onorevole Piro, è un’indicazione politica che l’Assemblea dà al Governo: quella di ricavare dal patrimonio re­

gionale ciò che è giusto.

Fra l’altro, trasferendo questi beni alla Pro­

vincia, non possiamo pretendere che essa cor­

regga l’impostazione deviante adottata dalla Regione.

RAGNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAGNO. Signor Presidente, onorevoli col­

leghi, colgo lo spunto della discussione dell’e­

mendamento dell’onorevole Piro per evidenzia­

re, ancora una volta, il problema del villaggio turistico “ Le Rocce” di Taormina, problema che ha già formato oggetto di una mia interro­

gazione aH’onorevole Assessore per il turismo e che riguarda una struttura, un bene della Re­

gione assolutamente degradato e fatiscente, no­

nostante la Regione, per anni, abbia pagato un custode il quale ha assistito al depauperamento piu assoluto ed al crollo di questa struttura che pur è sita in uno dei posti piu belli e piu sug­

gestivi di Taormina, cioè la zona Castelluccio.

Rispondendo alla mia interrogazione l’Asses­

sore, onorevole Merlino, assicurò che il pro­

blema andava, certamente, risolto ma che, co­

munque, non se ne poteva occupare l’Assesso­

rato regionale del turismo, in quanto, a segui­

to dell’entrata in vigore della legge numero 9 del 1986, questi beni immobili erano stati tra­

sferiti alla Provincia. Apprendo adesso dalle di­

chiarazioni dell’onorevole Presidente della Re­

gione che questo passaggio di competenze e,

quindi, di gestione, non è ancora avvenuto e

allora ritengo che il Governo regionale

(11)

Resoconti Parlmnentarì 6943 X Legislatura

\ 9 V SEDUTA

Assemblea Regionale Siciliana

Febbraio 1989

debba porre attenzione al problema in oggetto, non solo perché importa un depauperamento dì questo bene immobile regionale, ma anche per­

ché rim m obile non è assolutamente produtti­

vo, né sotto il profilo dell’apporto economico alla Regione, né sotto il profilo occupaziona­

le, che ha la sua importanza. La struttura, ol­

tre tutto, danneggia enormemente l’immagine di Taormina, perché chi osserva questo radere dal mare, finisce col farsi un giudizio assolu­

tamente negativo, non solo di Taormina ma, so­

prattutto, di chi gestisce o dovrebbe gestire i beni immobili regionali.

Ho approfittato dell’occasione per evidenziare questo problema e per sollecitare la soluzione dello stesso. Il Governo regionale, prima an­

cora che avvenga di fatto il passaggio alle pro­

vince, dovrà in qualche modo intervenire per ristrutturare, o dare in gestione o, addirittura, stabilire un accordo con chi è intenzionato a procedere alla ristrutturazione, trattenendosi per un certo periodo la gestione, a rendere utiliz­

zabile e nello stesso tempo produttivo questo bene immobile, che allo stato — ripeto — non solo non rende nulla alla Regione dai punto di vista economico ma, addirittura, degrada l’im­

magine di Taormina e quindi della Regione nel suo complesso.

GRAZIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAZIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per una brevissima puntua­

lizzazione che ritengo doverosa in questa sede.

Credo che la polemica sulle strutture alber­

ghiere di proprietà regionale, che la legge re­

gionale numero 9 del 1986 ha trasferito alle province, sia una polemica mal posta. Vorrei, infatti, far notare alEonorevole Colombo, che ha avuto la bontà e l’amabilità di ricordare che gli alberghi sono stati affidati alla Cisl e alla Uil e non alla CgO, che l’affidamento, sulla ba­

se dello stesso criterio previsto dalla legge del canone sociale e mirato alla valorizzazione delle strutture, era stato concesso anche alla Cgil.

Anzi ricordo, lo diceva anche l’onorevole Ra­

gno, che, proprio nel complesso affidato alla Cgil, sono stati realizzati una serie di interventi finanziari per il recupero delle opere che, per ritardi della gestione, probabilmente derivanti ha difficoltà obiettive, non hanno visto il con­

seguimento del fine per il quale l 'investimento

era stato realizzato; cioè la valorizzazione del bene. Credo che, complessivamente, la questio­

ne posta dall’onorevole Piro sia di ordine di­

verso, cioè se possa essere opportuno che la Re­

gione preveda un aumento dei canoni oppure se, come immagino, sarebbe pili opportuno che la Regione accelerasse, al massimo, il trasferi­

mento della proprietà alle province affinché, co­

munque, si realizzi il fine primario dell’utiliz- zo e della valorizzazione di queste strutture, al fine di un servizio sociale.

MERLINO, Assessore per il turismo, le co­

municazioni e i trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MERLINO, Assessore per il turismo, le co­

municazioni e i trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Presidente della Regione ha già puntualizzato qual è la situazione in at­

to, però, siccome si è parlato ampiamente del­

le responsabilità del Governo, devo dire che l’Assessorato del turismo condivide pienamen­

te le osservazioni circa la gestione, che desta tante perplessità, degli alberghi della Regione.

Il punto è però che il trasferimento è in at­

to, come ha detto l’onorevole Nicolosi. Il tra­

sferimento avviene dal demanio regionale — quindi la situzione è del tutto sottratta dalla competenza deH’Assessorato del turismo — alle province.

Se esiste la volontà politica di procedere, pri­

ma del trasferimento, al riassetto di questo pa­

trimonio, l’Assemblea dovrà approvare un’ap­

posita norma di legge. Allo stato delle cose la Regione è obbligata a compiere gli adempimenti previ.sti dalla legge regionale numero 9 del 1986. Il demanio sta compiendo, credo, gli ul­

timi atti formali.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, pongo in votazione l’emendamento dell'onorevole D ’Urso Somma all’emendamento Piro al capitolo 2881.

D ’URSO SOMMA. Lo ritiro.

PRESIDENTE. L’Assemblea ne prende atto.

Pongo in votazione remendamento Piro al ca­

pitolo 2881.

(12)

6944 Assemblea Regionale SkùUcma

X LEaSLA Tl’RA I9T Sl-.DUTA I Fk h h r a io 1989

RUSSO, Presidente della Commissione. Chie­

do di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO, Presidente della Commissione. Si- anor Presidente, una volta c’era la buona abi- tadine di chiedere al Governo ed alla Commis­

sione il parere sugli emendamenti...

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Presidente. Qual è il parere della Commissione.

RUSSO, Presidente della Commissione. Con­

trario.

PRESIDENTE. Il Governo?

NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re­

gione. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emen­

damento Piro al capitolo 2881.

Chi è favorevole resti seduto; chi è contra­

rio si alzi.

(Non è approvalo)

Si passa al capitolo 3715. Ricordo che sono stati presentati emendamenti al capitolo dall o- norevole Piro, dagli onorevoli Chessari ed al tri dagli onorevoli Cusimano ed altri, e dal­

l’onorevole D ’Urso Somma, sotto forma di emendamenti agli emendamenti.

CHESSARI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHESSARI, Relatore di m in o r a ti^ .Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzi tutto de- .sidero chiarire che l’emendamento presentato da me e dal collega Parisi si propone di adeguare la previsione del capitolo 3715, relativo all as­

segnazione per il Pondo di solidarietà naziona­

le, alla previsione contenuta nella tabella C della legge finanziaria del 1989.

lì nostro emendamento, onorevole assessore Trincanato -• questo è importante non si propone di dare per scontato che la misura del rassegnazione per il Fondo di solidarietà na zionale sia quella fissa, come apparirebbe da

una lettura della vigente normativa, e cioè a dire 1.240 miliardi per il 1987, 1.240 miliardi per il 1988, 1.240 miliardi per il 1989, 1.240 mi­

liardi per il 1990, 1.240 miliardi per il 1991.

Proponiamo di non dare per scontata questa in­

terpretazione, contestiamo persino che si pos­

sa fare riferimento a una cifra fissa come qual­

cuno intende fare.

Abbiamo presentato questo emendamento per­

ché la previsione iscritta in bilancio, per il trien­

nio 1989-1991, che stiamo esaminando, è di 1.420 miliardi per il 1989, di 1.650 miliardi per il 1990, di 1.800 miliardi per il 1991, men­

tre la previsione della tabella C) della Finan­

ziaria dice: 1.240 per il 1989, 1.450 per il 1990, 1.550 per il 1991. Quindi il nostro emen­

damento, onorevole Presidente della Regione, onorevole Assessore per il bilancio, onorevole Presidente della Commissione finanza, non ac­

cetta che ci possa essere una quota fissa, ma propone che la Regione iscriva in bilancto quel­

lo che è previsto nella legge finanziaria dello Stato, perché la previsione del 1989 e degli anni successivi non faccia la fine delle previsioni re­

lative agli anni precedenti. Dal consuntivo del 1987 risulta, infatti, che sono state accertate en­

trate sul capitolo che stiamo esaminando per 1.369 miliardi, mentre il Governo nazionale, con l’articolo 28 della legge sulla finanza lo­

cale, ha assegnato, per il 1987, alla nostra Re­

gione soltanto 1.240 miliardi di lire. Quindi per un'annualità, oggi fuori discussione, le entrate accertate dalla Regione, non so come, sono sta­

te sovrastimate per 129 miliardi di lire. Que­

sto è il primo problema.

Secondo problema: onorevole Assessore per il bilancio, nel bilancio della nostra Regione re­

lativo all’anno 1989, era iscritta una previsio­

ne di entrata sul Fondo di solidarietà naziona­

le di 1.420 miliardi, mentre la previsione che si può fare, in base alla commisurazione del Fondo di solidarietà nazionale all’86 per cento del gettito dell’imposta di fabbricazione riscossa in Sicilia, è di 1.249 miliardi. Anche in que­

sto caso, quindi, c'è una sovrastima, rispetto al criterio riduttivo dell'86 per cento, di 71 mi­

liardi di lire.

Desideravo chiarire qual è la ragione del n stro emendamento; il Presidente della Region >

ieri sera, ha detto, nel suo intervento, che Governo sostiene di dover mantenere

to l’importo delle entrate relative all'articolo - perché ha acquisito un corrispondente par positivo da parte del Ministero del Tesoro.

(13)

RfUiìaynii Ptìrìmfh'mtm 6945

X lJ-as!.An!8A

I9I* SKDUTA

1 Febbraio 1989

stato di previsione per i! 1989 non sarebbe vin­

colato al tetto maSvSimo riferito aU'anno 1987, ma sarebbe commisurato tiirSó per cento de!- 1 introito deli imposta di labbrictizìone riscos­

sa in Sicilia,

Ho già chiarito che non contestiamo ì'86 per cento, cnondiam o suH’Sb per cento se temia­

mo che F86 per cetito possa essere lo specchiet­

to per le allodole. Ma, onorevole Presidente della Regione, non ci passiamo fidare delle di­

chiarazioni. degli impegni deirattiiale Ministro del tesoro, onorevole Amato, del Ministro del tesoro del Governo De Mita, perché si può ri­

cordare quanto 1 onorevole Amato, vicepresi­

dente del Consiglio nel precedente Governo Go­

lia ed attuale Ministro del tesoro, ha afferma­

to. nella seduta dei Senato del 6 dicembre 1987, in sede dì parere sugli emendamenti alla finan­

ziaria presentati dai parlamentari siciliani, dal senatore Scìvoletto. dai senatore Francesco Pa- risì,^^dalla senatrice Mortìsanti (c’è una sensi­

bilità maggiore, per tradizione, nei confronti deli atticolo o8; 1 onorevole Capitumniìno par­

lava di don Sturzo, io cito Virgilio Failla. par­

lamentare comunista della Sicilia orientale che ha fatto grandi battaglie sul fondo di solidarie­

tà nazionale). Ebbene, in sede di parere sugli emendamenti, Fonorevole Amato — dicevo_

ha affermato: «Esprimo parere contrario sugli

1

emendamenti. .. .. .. «rispetto agli emendamenti relativi aJ Fondo di solidarietà nazionale per la Sicilia, scstolineo che lo stanziamento viene pre- tigurato in conto globale sulla base aritmetica del 95 per cento dell’imposta di fabbricazione riscossa nella Regione. E chiaro che, a riscos­

sione a%"venuta, ove la cifra riscossa risultasse diversa da quella prevista, rassestamento non potrebÌK non dame atto: la cifra è a priori de­

stinata a non essere esatta perché basata su una

^alutazione di gettito non ancora riscosso».

Onorevoli colìeghi, Fonorevole Amato in pre­

cedenza ha detto; «State tranquilli, ritirate gli emendamenti perché vi garantiamo il 95 per cento».

^G O LO SI ROSARIO, Presidente della Re­

sone. (^esto è problema di affidabilità politica.

CHESsARI, Relatore di tninoraiìza. Signor stiamo parlando proprio di af-

* abilità politica. Sto intervenendo per dire:

Onorevole Presidente della Regione, •Stia atten- A non fondi le aie scelte politiche .soltamo suJ-

® dichiarazioni, sugli impegni assunti dal Mi­

nistro del tesoro, perché ci sono precedenti che dimostrano che non c ’è l’abitudine di fare se­

guire agli impegni i fatti.

Onorevole Presidente della Regione, le affer­

mazioni del Vicepresidente del Consiglio e Mi­

nistro del tesoro Amato, furono riconfermate nella stessa seduta dal Sottosegretario di Stato per il tesoro Girti il quale, riconfermando le di­

chiarazioni del Ministro, ha invitato i senatori che avevano presentato emendamenti a ritirar­

li. Vi risparmio Fintervento dei senatore Fran­

cesco Parisi, vi risparmio Fintervento delia se­

natrice Moltisanti i quali presero atto dell’im­

pegno d ’onore de! Ministro dei tesoro. Vi ri­

sparmio Fmtervento del senatore Scìvoletto, perché fii l ’unico parlamentare che non si fidò delle dichiarazioni e disse: «Signor Presidente, il Gruppo comunista non intende ritirare il p r a prio emendamento perché, da un calcolo basa­

to sull’entrata reale riferita al gettito della im­

posta di fabbricazione in Sicilia per il 1987, ab­

biamo motivo di ritenere che esso si aggiri in­

torno a 1.400 miliardi, per cui il 95 per cento di tale cifra, prevista dalla legge numero 470 del 1984, è molto lontano dalle previsioni fat­

te dal Governo; pertanto non si può chiedere di votare su qualcosa che è un falso in bilan­

cio. Per questi motivi proponiamo il testo del nostro emendamento che è piu vicino ad un cal­

colo realistico in relazione all’applicazione della legge precedentemente citata».

Il senatore Scìvoletto non poteva pensare che, oltre al falso in bilancio, ci fosse anche un fal­

so politico da parte del ministro Amato.

Onorevole Presidente della Regione e onore­

vole assessore Trincanato, a chiarire questa in­

tricata vicenda non ci aiutano nemmeno i no­

stri amici parlamentari siciliani, perché l’ono­

revole Vito Riggio, nella seduta del 27 luglio 1988, in sede di Commissione parlamentare per le questioni regionali, ha ritenuto suo dovere polemizzare con l’impostazione della Regione siciliana. Queste cose le dico perché poi a vol­

te il Governo si rivolge anche all’onorevole Riggio per chiedergli di farsi carico delie esi­

genze della Regione siciliana...

NICOLOSI ROSARIO, Presidente della Re­

gione. Lo fa spontaneamente, non c ’è nes.sun rapporto particolare.

CHESSARJ. Lo fa spontaneamente e dico che purtroppo .si commettono errori, se è vero che 1 onorevole Riggio, e vi ri.sparmio ima parte

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