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La salute mentale nelle organizzazioni del lavoro. Vincenza Bruno Psicologa del lavoro e delle organizzazioni, Fondatrice di Orizzonte degli Eventi

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Academic year: 2022

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Vincenza Bruno

Psicologa del lavoro e delle organizzazioni, Fondatrice di Orizzonte degli Eventi

La salute mentale nelle organizzazioni del lavoro

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La salute mentale non è uno “stato”, una “condizione” isolata, non riguarda un singolo individuo ma è data dalle interazioni con gli altri, e con le nostre parti interne.

Cosa sono le nostre parti interne?

storia personale, vissuti, sentimenti, idee,

immagini, ecc.

forma assunta, divenuta e mantenuta stabile,

delle nostre interazioni

L’aspetto interattivo della salute mentale pone l’individuo in maniera attiva verso il mondo, di conseguenza la salute mentale può essere perseguita

“agendo” sulle interazioni.

SALUTE MENTALE versus SALUTE AZIENDALE

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La salute organizzativa, dipende dalla capacità della direzione aziendale di prevenire e gestire le interazioni potenzialmente dannose, quindi, tutte le variabili che possono innescare processi di stress sul lavoro ed altre patologie psichiche

Se è vero che la condizione di stress produce un disagio non solo nell’individuo ma nell’intera organizzazione è anche vero che la condizione di benessere del singolo lavoratore ha come conseguenza un’influenza importante sul benessere aziendale.

SALUTE MENTALE versus SALUTE AZIENDALE

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La psiche è composta da due sistemi perennemente in

interazione tra loro:

1) il sistema conscio 2) il sistema inconscio.

LUOGO COMUNE

il termine Oscuro deve, ritrovare la sua connotazione più semplice cioè:

il luogo dove vige “poca luce”.

COS'È IL BENESSERE MENTALE?

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Le moderne organizzazioni del lavoro tendono ad enfatizzare l’aspetto di razionalità formale lasciando in ombra la “parte umana”. Tuttavia l’organizzazione è una totalità, le parti in ombra si

manifesteranno ugualmente e in questo caso, prive di adeguata gestione, in maniera patologica come:

forme di alienazione, mobbing, vessazioni, attacchi di sabotaggio, esasperazione dei conflitti, tendenza a creare capri espiatori, ecc.

Secondo l’approccio junghiano le patologie riscontrabili nelle organizzazioni possono divenire opportunità di miglioramento,, sono da considerarsi come la manifestazione della TOTALITÀ necessaria alla psiche sia individuale che di gruppo. Se gestite le ombre permettono la visione corretta della luce, di conseguenza se indirizzate in senso creativo possono produrre crescita ed evoluzione

Le manifestazioni dell’inconscio, al pari delle di quelle generate dalla coscienza, sono cariche di energia, lo scopo degli studiosi delle organizzazioni umane dovrebbe essere quello di

utilizzare queste energie nella maniera più costruttiva possibile.

LE ORGANIZZAZIONI E L’INCONSCIO

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presiede a tutte le attività cognitive come l’elaborazione dei dati, il linguaggio,

l’attenzione, la memoria a breve termine ecc. La sua attività si connette ai concetti di tempo e di spazio, comprende ed elabora ciò che avviene nel qui ed ora.

E` impossibile conoscere in maniera diretta, ma è comunque osservabile attraverso le sue emersioni,

«i complessi».

Tali complessi hanno un «nucleo a tonalità affettiva ed archetipica» (Jung)

I complessi possono, assumere una tale energia da stimolare comportamenti a base istintuale ed inconscia. Le pulsioni che ne derivano producono un effetto disturbante sull’Io del

soggetto, cioè la parte conscia.

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IL SISTEMA CONSCIO IL SISTEMA INCONSCIO

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Ogni volta che l’atteggiamento cosciente diviene unilaterale ed esclusivo, l’opposto viene sistematicamente rimosso formando nell’inconscio il «complesso»

che proporrà comportamenti alternativi alle scelte coscienti.

Ad esempio nei casi di vessazione sul lavoro le emozioni (tonalità affettiva del nucleo) della persona vessata sono ambivalenti, possono esprimersi come rabbia reattiva e/o sensi di colpa passivi, se la complessità delle nuove emozioni non riesce ad essere elaborata dalla coscienza, rimanendo inconscia, può essere attratta, nel tempo, dall’archetipo del capro espiatorio formando patologie paranoiche.

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GLI OPPOSTI RINCORRONO LA TOTALITÀ

In ogni caso l’inconscio partecipa alla costruzione del comportamento umano

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IL VECCHIO E IL NUOVO

Un’azienda assume un giovane neolaureato per necessità di rinnovamento. Il giovane assunto può trovarsi in

conflitto con il vecchio leader locale in quanto portatore di novità .

Anche se l’azienda, come ‘‘totalità’’, ha ritenuto necessaria la sua assunzione, la parte rappresentata dal vecchio leader, sentendosi minacciata, potrebbe produrre comportamenti in contrasto (inconscio) alle esigenze aziendali.

Il vecchio leader, in contrasto, produce un’interazione

distruttiva nei confronti del giovane

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Il vecchio potrebbe mantenere la sua emozione di rifiuto a livello inconscio costruendo un “complesso”.

La coscienza si difende dalle pulsioni inconsce attraverso potenti meccanismi di difesa, non controllati dalla volontà. La loro azione ha come risultato comportamenti in cui più meccanismi si pongono in sintonia tra loro. Questi si «ricombinano» in relazione al

contesto, cioè a seconda dell’interazione tra l’Io e il mondo, producendo una sorta di scudo che inibisce la produzione di nuova coscienza.

Questa lotta «mutila» la libera percezione di ambedue (il vecchio e il giovane), inibendo la possibilità di costruire per ognuno di loro la consapevolezza del conflitto.

Solo un intervento di formazione attiva che sveli nel tempo queste dinamiche inconsce è in grado di trasformare la forma distruttiva del conflitto in opportunità solidale.

Il sistema (organizzazione) può:

1. Non rendersi conto di questa complessa dinamica

2. Favorire un’interazione costruttiva raggiungendo il suo obbiettivo e allo stesso tempo limitare l’impulso del rischio psicosociale

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La salute è, in termini psichici, la realizzazione dell’armonia tra tutte le parti componenti il sistema psichico, che Jung ha

chiamato «archetipo del Sé». Se esiste un’armonia interiore determinata dal Sé individuale deve esistere un’armonia collettiva determinata dal Sé del gruppo di lavoro.

Sperimentalmente è dimostrato che ogni individuo è in continua e perenne interazione con il mondo che lo circonda il Sé quindi rappresenta, proprio in termini psichici, l’interazione tra tutte le parti individuali con tutte le parti del mondo circostante (come un perenne flusso percettivo tra Io e mondo).

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IL CONCETTO DI SALUTE

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La salute psichica del gruppo di lavoro è determinata dalle capacità e dalla libertà d’interazione tra gli individui che nel suo svolgersi produce creativamente nuova

coscienza (miglioramento continuo). Il gruppo di lavoro deve riuscire a riconoscere la propria specificità (individuazione) accettando le soggettività come diversificate parti di Se´ appartenenti al sistema gruppo

La salute aziendale è data dalla capacità interattiva che l’azienda è in grado di stabilire sia con le sue parti interne, sia con i sistemi esterni a cui si relaziona.

Come per l’individuo, le aziende non possono permettere la formazione di potenti

«complessi» interni che come «buchi neri» assorbono energia distraendola dal miglioramento dei processi.

La gestione del rischio psicosociale appare, in questa nuova ottica, una importante opportunità «terapeutica» per l’intera organizzazione.

IL CONCETTO DI SALUTE

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VALUTAZIONE PUNTO DI PARTENZA

PROCESSO DI GESTIONE

IN GRADO DI CREARE ARMONIA TRA LE VARIE PARTI DELL’IMPRESA COME TOTALITÀ

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LA GESTIONE DEL RISCHIO PSICOSOCIALE

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Il Commissario Europeo per l’Occupazione László Andor afferma:

“La gestione dello stress correlato al lavoro è uno dei cardini per garantire la salute, la sicurezza e il benessere dei lavoratori europei. I posti di

lavoro non possono permettersi di ignorare lo stress correlato al lavoro, che aumenta l'assenteismo e riduce la produttività.

Il futuro Quadro strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2014-20 sottolineerà che una migliore tutela della salute mentale dei lavoratori è un fattore chiave nella prevenzione delle malattie legate al lavoro…..

LA GESTIONE DEL RISCHIO PSICOSOCIALE

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LA GESTIONE DEL RISCHIO PSICOSOCIALE

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Fattori associati alla

gestione del rischio

psicosociale

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Nel 2009 la percentuale indicata era più bassa (52%) , in linea generale la maggiore preoccupazione riguardava il rischio di incidenti sul posto di lavoro, il quale in questa seconda indagine, come mostra il grafico sopra, è indicato in percentuali minori.

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I risultati per settore di attività mostrano un aumento della percentuale del fattore di rischio “gestione di clienti, pazienti, studenti difficili ecc.” (aspetto interattivo) che arriva al 75% nel settore

dell’istruzione, sanità e assistenza sociale.

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Poco più della metà delle imprese oggetto d’indagine (53%) riferisce di avere

informazioni sufficienti su come includere i rischi psicosociali nelle valutazioni dei rischi, inoltre quasi un’azienda su 5 che riferisce di avere a che fare con clienti, pazienti, studenti difficili ecc. indica di non avere gli strumenti adeguati per far fronte a tale rischio in maniera efficace.

Se consideriamo invece i fattori di rischio muscoloscheletrici ESENER 2 mostra che l’impiego di metodologie e personale qualificato per far fronte a tali rischi è molto più alta rispetto alle metodologie e le risorse umane impiegate per la gestione e prevenzione del rischio psicosociale.

L ‘85% delle imprese che hanno esposizione a rischi di sollevamento o trasporto di

persone o carichi pesanti dispongono di attrezzature per supportate tale attività. L’uso di servizi di salute e sicurezza come il medico del lavoro (68%), i medici di medicina

generale (63%) e gli esperti nella prevenzione degli infortuni (52%) risultano maggiormente utilizzati. Per ciò che concerne i rischi psicosociali, solo il 16% delle imprese riferisce di impiegare psicologi, anche se le percentuali cambiano, in maniera significativa tra i diversi paesi.

SINTESI ESENER 2 RISCHIO PSICOSOCIALE

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